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Anticipo di un semestre di tirocinio per l’accesso alla professione forense
L’Università di Pisa, il Dipartimento di Giurisprudenza e i Consigli dell’Ordine degli Avvocati di Pisa, Livorno, Lucca, Massa Carrara e La Spezia hanno firmato le convenzioni necessarie a disciplinare l’anticipo di un semestre di tirocinio per l’accesso alla professione forense.
L’accordo è stato sottoscritto in rettorato, martedì 10 ottobre 2017, dal rettore Paolo Mancarella, dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Emanuela Navarretta, e dai presidenti Maria Grazia Fontana (Ordine di Lucca), Salvatore Gioè (Ordine di Massa Carrara), Salvatore Lupinacci (Ordine di La Spezia), Walter Maccioni (Ordine di Livorno), Stefano Pulidori (Ordine di Pisa).
Grazie a questi accordi, gli studenti pisani, fin dal quarto anno del corso di studi magistrale in Giurisprudenza e, dunque, prima di conseguire il diploma di laurea, potranno svolgere sei mesi di tirocinio per l’accesso alla professione forense, con la supervisione congiunta di un professore universitario e di un professionista del Foro.
"I tirocini - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - saranno per gli studenti un’esperienza formativa particolarmente qualificata, che potrà essere molto utile per indirizzare il loro percorso professionale. È importante sottolineare inoltre il significato di questa collaborazione tra diverse istituzioni, che mira alla formazione dei giovani studenti e laureandi del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza, creando un importante ponte tra università e mondo del lavoro e delle professioni".
Avere successo in matematica
Esperte nei processi di apprendimento e insegnamento della matematica, le professoresse Rosetta Zan e Anna Baccaglini-Frank del dipartimento di Matematica dell'Università di Pisa, sono autrici di "Aver successo in matermatica. Strategie per l'inclusione e il recupero", appena uscito per la Utet.
Presentiamo qui una breve presentazione del volume a firma di Rosetta Zan.
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Il volume affronta il problema delle difficoltà in matematica, un fenomeno molto diffuso nel nostro paese, a qualsiasi livello scolare.
L’approccio tradizionale a questo problema consiste nel ripetere agli studenti alcuni argomenti, in genere quelli ritenuti più significativi o più difficili. Tale intervento difficilmente riesce a produrre dei cambiamenti significativi, e del resto appare discutibile sotto diversi aspetti: è un intervento locale, in quanto circoscritto a uno o più argomenti, quando in genere le difficoltà degli studenti sono generalizzate, cioè prescindono dall’argomento; inoltre non tiene conto della varietà di ‘diagnosi’ fatte dal docente («non si impegna», «ha lacune di base», «non ha metodo di studio», «ha un atteggiamento negativo»...), anche perché tali diagnosi sono spesso così vaghe da non essere in grado di suggerire azioni didattiche adeguate.
Questo volume – articolato in 8 Unità - vuole aiutare i docenti a superare le criticità dell’azione tradizionale di recupero, suggerendo un approccio alternativo. Dopo una breve introduzione teorica sui limiti dell’approccio tradizionale alle difficoltà in matematica (Unità 1), viene affrontato il tema della responsabilità dell’apprendimento (Unità 2), proponendo alcune strategie e materiali. Nell’Unità 3 viene approfondito il caso delle difficoltà locali, cioè circoscritte a un argomento specifico, con una riflessione sull’interpretazione degli errori. Nelle tre Unità successive si esaminano alcune possibili cause di difficoltà generalizzate (metodo di studio e in generale gestione delle risorse, lacune di base, atteggiamento negativo verso la matematica) presentando per ognuna strategie didattiche e materiali da utilizzare in classe. Nell’Unità 7 vengono presentate alcune proposte operative sull’organizzazione di interventi di recupero. Infine nell’Unità 8, curata da Anna Baccaglini-Frank, viene descritto a titolo di esempio un percorso di recupero su un argomento specifico e significativo, il concetto di funzione.
Rosetta Zan