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"La nostra storia deve farci guardare al futuro con fiducia”
Rinnovando una tradizione che risale al 1843, l’Università di Pisa ha conferito a dieci suoi docenti l’Ordine del Cherubino, il riconoscimento assegnato agli studiosi che hanno contribuito ad accrescere il prestigio dell'Ateneo per i loro particolari meriti scientifici e culturali o per il contributo alla vita e al funzionamento dell'istituzione. I docenti, chiamati a ricevere l’insegna e il diploma secondo l’anzianità di nomina, sono Aldo Balestrino, della facoltà di Ingegneria, Giovanni Umberto Corsini, della facoltà di Medicina e chirurgia, Marcello Giorgi, della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Roberto Dvornicich, della facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, Carlo Bartolozzi, della facoltà di Medicina e chirurgia, Giuliano Massimo Barale, della facoltà di Lettere e filosofia, Francesco Tolari, della facoltà di Medicina Veterinaria, Franco Bonsignori, della facoltà di Giurisprudenza, Bruno Neri, della facoltà di Ingegneria, Gian Mario Cazzaniga, della facoltà di Lingue e letterature straniere.
La mattinata è stata aperta dai saluti del rettore Massimo Mario Augello che, dopo aver ricordato le origini antiche dell’onorificenza, si è soffermato sul significato più profondo dell’incontro. “Quello di oggi – ha detto – non deve essere considerato solamente un appuntamento ricco di storia e di tradizione: esso è piuttosto la rappresentazione di una realtà di eccellenza che ha caratterizzato e caratterizza tuttora il nostro Ateneo in ambito scientifico ed è anche proiettato nel futuro, fornendo ai giovani che hanno intrapreso la faticosa, ma affascinante strada della ricerca, un esempio da tenere presente, un obiettivo da raggiungere”. Subito dopo, rivolgendosi direttamente ai premiati, ha affermato che “i vostri percorsi scientifici sono quindi un chiaro esempio della ricchezza e complessità della ricerca che si svolge all’Università di Pisa, e che fa sì che il nostro Ateneo sia stabilmente considerato tra i migliori d’Italia nelle classifiche nazionali e internazionali con alcune discipline che sono ai vertici delle graduatorie europee e mondiali”.
Nel suo discorso il rettore ha sviluppato una riflessione sul momento vissuto dall’Università di Pisa e più in generale dal sistema universitario italiano e, pur cosciente delle persistenti difficoltà, ha voluto inviare un segnale di coesione e ottimismo. “L’Università di Pisa, così come l’intero sistema universitario italiano, sta attraversando una fase particolarmente delicata, di cui non si intravedono, almeno nel breve periodo, possibili sbocchi positivi. Non dobbiamo farci scoraggiare da questo dato di fatto, ma dobbiamo anzi trovare nell’orgoglio legato alla nostra storia e al nostro presente, solide motivazioni per costruire un futuro all’altezza delle nostre tradizioni.”
Dopo aver sintetizzato alcune delle linee strategiche della governance dell’Ateneo, il professor Augello ha concluso ricordando che, nel viaggio verso la costruzione del futuro, coloro che operano all’interno dell’istituzione devono “dimostrare di saper attingere al patrimonio di idee, valori e principi, presenti nella nostra gloriosa tradizione, sulla base dei quali guardare al futuro con rinnovato ottimismo”.
A Calci inaugurate due nuove sale didattico-espositive
Due nuove sale didattico-espositive, dedicate ai minerali del territorio toscano e al mondo invisibile dei protisti, vanno ad arricchire la vasta collezione scientifica del Museo di storia naturale e del territorio dell’Università di Pisa, che ha sede nella Certosa di Calci. I nuovi spazi sono stati inaugurati nell’ambito di una giornata di studi a cui sono intervenuti i professori Paolo Orlandi, del dipartimento di Scienze della terra, che ha tenuto una relazione su “Le ricchezze minerarie della Toscana: 2000 anni tra storia e scienza”, e Graziano Di Giuseppe, del dipartimento di Biologia, che ha parlato di “Microrganismi al Museo: i protisti in una nuova dimensione della divulgazione scientifica”. Dopo le relazioni inaugurali si è svolta la visita guidata alle nuove sale e successivamente il workshop dal titolo “Un progetto pilota per la divulgazione scientifica della conoscenza dei protisti”, organizzato dalla Società italiana di protistologia onlus.
L’apertura delle nuove sale si inserisce nell’ambito della politica didattica del Museo, in continua evoluzione ed espansione, che propone progetti e percorsi di educazione ambientale e scientifica rivolti innanzitutto alle scuole, ma anche a tutto il pubblico interessato ad approfondimenti culturali e scientifici.
Quanti minerali servono per fare un cellulare o un’automobile? Quanti minerali incontriamo tutti i giorni, anche nelle nostre case? E quanti ne utilizziamo grazie agli strumenti che la tecnologia, vecchia e nuova, costruisce per renderci la vita più semplice? L’esposizione dal titolo “La ricchezza mineraria della Toscana”, dedicata ai “minerali utili”, vuole rispondere anche a queste domande, partendo dalla storia estrattiva millenaria della nostra regione attraverso le sue emergenze più significative. Le mineralizzazioni a pirite della Toscana meridionale, le miniere di ematite dell’Isola d’Elba, i filoni argentiferi delle Alpi Apuane sono alcuni esempi di questa storia, testimoniata dai campioni esposti nelle vetrine.
Questi minerali hanno favorito lo sviluppo delle grandi civiltà etrusca e romana e fino alla metà del XX secolo hanno rappresentato un’importante risorsa per il nostro territorio. Oggi, venuto meno l’interesse economico per queste mineralizzazioni, permane l’importante patrimonio storico, scientifico e museologico da studiare e valorizzare.
La mostra è stata curata dal dipartimento di Scienze della terra, in particolare dai professori Paolo Orlandi, Massimo D’Orazio, Cristian Biagioni ed Elena Bonaccorsi, e dal Museo con Massimo Cerri.
Anche la nuova sala didattico-espositiva di Protistologia parte da alcuni quesiti: Chi sono i protisti? Qual è la loro importanza evolutiva e quale il loro interesse in campo ecologico e sanitario? Questi microorganismi unicellulari per primi hanno acquisito una struttura simile a quella delle nostre cellule e, per questo, sono considerati gli artefici del più grande salto evolutivo nella storia degli organismi viventi. Come indicatori di qualità dell’ambiente sono inoltre considerati di enorme interesse sanitario e rivestono grande importanza negli interventi istituzionali di sanità pubblica. Tra di loro, infatti, troviamo gli agenti infettivi di malattie come la malaria, la toxoplasmosi e la leishmaniosi.
La sala è stata realizzata nell’ambito di un progetto finanziato dal MIUR, che ha come partner esecutivi, oltre al Museo, la Società italiana di protistologia onlus e l’Associazione nazionale insegnanti di scienze naturali.