Giovane ricercatore dell’Ateneo premiato per i suoi studi sul controllo delle zanzare
Giovanni Benelli, assegnista di ricerca del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, ha vinto il premio della Fondazione Maria Teresa e Alessandro Ghigi bandito dall’Accademia delle Scienze di Bologna in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna. La cerimonia di consegna si è svolta il 3 aprile a Bologna nel corso della quale Giovanni Benelli ha tenuto una conferenza dal titolo “Dengue, Zika virus e zanzare: nuove sfide per un controllo eco-sostenibile”.
L’Accademia delle Scienze di Bologna, presieduta dal professore Ferruccio Trifirò, ha motivato l’assegnazione del premio sottolineando l’importante contributo del giovane ricercatore nel campo dell’etologia e del controllo delle zanzare come vettori di malattie di interesse medico e veterinario. Giovanni Benelli (foto) è infatti autore di numerosi contributi scientifici sull’argomento, tutti su riviste con elevato impact factor, collabora con più di quaranta gruppi di ricerca nazionali e internazionali e svolge il ruolo di editor per importanti riviste di settore, tra cui Acta Tropica, Parasitology Research, e PeerJ.
“La ricerca in questo campo è fondamentale, ogni anno milioni di persone muoiono a causa di patogeni e parassiti trasmessi dalle zanzare – spiega il ricercatore dell’Ateneo pisano - questi insetti infatti veicolano alcune tra le più importanti malattie del nostro tempo, tra cui la malaria, ma anche i virus dengue, West Nile, chikungunya, e Zika, il cui impatto è devastante, in particolare nei confronti delle popolazioni rurali nelle aree più povere del nostro pianeta”.
Giovane ricercatore dell’Università di Pisa premiato per i suoi studi sul controllo delle zanzare
Giovanni Benelli, assegnista di ricerca del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, ha vinto il premio della Fondazione Maria Teresa e Alessandro Ghigi bandito dall’Accademia delle Scienze di Bologna in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna. La cerimonia di consegna si è svolta il 3 aprile a Bologna nel corso della quale Giovanni Benelli ha tenuto una conferenza dal titolo “Dengue, Zika virus e zanzare: nuove sfide per un controllo eco-sostenibile”.
L’Accademia delle Scienze di Bologna, presieduta dal professore Ferruccio Trifirò, ha motivato l’assegnazione del premio sottolineando l’importante contributo del giovane ricercatore nel campo dell’etologia e del controllo delle zanzare come vettori di malattie di interesse medico e veterinario. Giovanni Benelli è infatti autore di numerosi contributi scientifici sull’argomento, tutti su riviste con elevato impact factor, collabora con più di quaranta gruppi di ricerca nazionali e internazionali e svolge il ruolo di editor per importanti riviste di settore, tra cui Acta Tropica, Parasitology Research, e PeerJ.
“La ricerca in questo campo è fondamentale, ogni anno milioni di persone muoiono a causa di patogeni e parassiti trasmessi dalle zanzare – spiega il ricercatore dell’Ateneo pisano - questi insetti infatti veicolano alcune tra le più importanti malattie del nostro tempo, tra cui la malaria, ma anche i virus dengue, West Nile, chikungunya, e Zika, il cui impatto è devastante, in particolare nei confronti delle popolazioni rurali nelle aree più povere del nostro pianeta”.
Alla Gipsoteca una conferenza sugli scavi archeologici al Palazzo della Sapienza
Mercoledì 19 aprile, alle ore 16.00, la Gipsoteca di Arte Antica dell'Università di Pisa, in piazza San Paolo all’Orto, ospita la conferenza "Archeologia «in progress». Lavori in corso nel Palazzo della Sapienza", dove saranno illustrati i risultati degli scavi archeologici sotto lo storico palazzo dell’Ateneo. Nell’occasione si parlerà anche dello scavo alle Terme di Nerone e, più in generale, dell’archeologia del III millennio.
Intervengono Maria Letizia Gualandi, Claudia Rizzitelli, Marcella Giorgio, Giuseppe Clemente. La conferenza è organizzata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno e con l'Archeoclub d'Italia – sede di Pisa.
La Cappella Sistina prima del Giudizio Universale
Consulente scientifico per un’impresa del tutto inedita, ricostruire la Cappella Sistina così come appariva prima che Michelangelo vi dipingesse il Giudizio Universale. E’ appena uscito nei cinema italiani “Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D”, la prima trasposizione cinematografica mai realizzata sull’artista urbinate. Un film prodotto da Sky, in collaborazione con Musei Vaticani e Magnitudo film e distribuito da Nexo Digital, al quale ha collaborato il professore Vincenzo Farinella, storico dell’arte all’Università di Pisa. Il suo compito è stato proprio quello di guidare la ricostruzione la Cappella Sistina così come apparve la notte del 26 dicembre 1519, quando vi furono esposti i primi sette arazzi di Raffaello, oggi custoditi nella Pinacoteca Vaticana.
“A quel tempo la parete d’altare era affrescata con opere del Perugino e di Michelangelo, andate distrutte quando quest’ultimo affrescò il Giudizio Universale e di cui sono state tramandate solo scarne testimonianze e disegni”, spiega Vincenzo Farinella.
Ad un primo sguardo profano, quello che colpisce guardando la parete ricostruita nel film è la presenza di due finestre, intorno alle quali si collocano i vari affreschi. Il posto d'onore, sopra all'altare, era occupato da una finta pala d'altare ad affresco del Perugino, raffigurante l'Assunzione della Vergine, alla presenza del committente, il pontefice Sisto IV della Rovere. Al di sopra prendevano avvio i due grandi cicli di affreschi che fasciavano tutte e quattro le pareti della Cappella: le Storie di Mosè a sinistra e le Storie di Cristo a destra, entrambe realizzate dal Perugino, che poi sulle pareti lunghe si sarebbe trovato a collaborare con altri artisti del calibro di Botticelli, e Domenico Ghirlandaio. Ancora sopra cominciava la sequenza dei quattro pontefici, probabilmente affrescata sempre dal Perugino e infine in alto due lunette dipinte da Michelangelo con una serie di grandiosi antenati di Cristo.
Per ricostruire più fedelmente possibile l’effetto scenico rispetto alle scarne testimonianze pervenute, insieme al professor Farinella hanno lavorato un artista professionista, Marco Romano che ha ridipinto le opere, e un team creativo esperto in ricostruzioni grafiche 3D evolute e visual effects interno a Sky.
“Il risultato che si è voluto ottenere, con questa ricostruzione, non è una ricomposizione filologica di un insieme perduto per sempre, ma un effetto di credibile spettacolarità”, spiega Vincenzo Farinella che ha raccontato più nello specifico come si è arrivati alla ricostruzione della parete.
“Per proporre una credibile ricostruzione, ovviamente ipotetica, di questa parete, in mancanza di disegni o incisioni che ci forniscano una visione d'insieme, ci si è fondati su varie fonti: un disegno peruginesco che ritrae fedelmente l'aspetto dell'Assunta sull'altare e varie incisioni e disegni cinquecenteschi tratti dalle due lunette michelangiolesche” - ha detto il professore dell’Ateneo pisano.
In mancanza di copie sicure, è stato invece più complesso ricreare la parte degli affreschi delle Storie di Mosè e di Cristo e dei quattro pontefici. Questi ultimi sono stati immaginati a partire da altri "ritratti" di Pontefici dipinti da Perugino sulle altre pareti della Sistina, mentre per la Natività si è partiti da altre scene simili realizzate da Perugino nel corso della sua carriera.
“Per il Ritrovamento di Mosè – conclude Vincenzo Farinella - in mancanza di credibili precedenti perugineschi, si è pensato di partire dall'analoga scena affrescata nelle Logge di Raffaello, ipotizzando che Raffaello, in quella composizione, potesse aver tenuto presente la scena affrescata quasi quarant'anni prima dal suo "maestro" nella Cappella Sistina”.
Ne hanno parlato:
Ansa.it
Lastampa.it
Corriere della Sera
La Repubblica Firenze
Il Tirreno
Corriere Fiorentino
La Cappella Sistina prima del Giudizio Universale
Consulente scientifico per un’impresa del tutto inedita, ricostruire la Cappella Sistina così come appariva prima che Michelangelo vi dipingesse il Giudizio Universale. E’ appena uscito nei cinema italiani “Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D”, la prima trasposizione cinematografica mai realizzata sull’artista urbinate. Un film prodotto da Sky, in collaborazione con Musei Vaticani e Magnitudo film e distribuito da Nexo Digital, al quale ha collaborato il professore Vincenzo Farinella, storico dell’arte all’Università di Pisa. Il suo compito è stato proprio quello di guidare la ricostruzione la Cappella Sistina così come apparve la notte del 26 dicembre 1519, quando vi furono esposti i primi sette arazzi di Raffaello, oggi custoditi nella Pinacoteca Vaticana.
“A quel tempo la parete d’altare era affrescata con opere del Perugino e di Michelangelo, andate distrutte quando quest’ultimo affrescò il Giudizio Universale e di cui sono state tramandate solo scarne testimonianze e disegni”, spiega Vincenzo Farinella.
Ad un primo sguardo profano, quello che colpisce guardando la parete ricostruita nel film è la presenza di due finestre, intorno alle quali si collocano i vari affreschi. Il posto d'onore, sopra all'altare, era occupato da una finta pala d'altare ad affresco del Perugino, raffigurante l'Assunzione della Vergine, alla presenza del committente, il pontefice Sisto IV della Rovere. Al di sopra prendevano avvio i due grandi cicli di affreschi che fasciavano tutte e quattro le pareti della Cappella: le Storie di Mosè a sinistra e le Storie di Cristo a destra, entrambe realizzate dal Perugino, che poi sulle pareti lunghe si sarebbe trovato a collaborare con altri artisti del calibro di Botticelli, e Domenico Ghirlandaio. Ancora sopra cominciava la sequenza dei quattro pontefici, probabilmente affrescata sempre dal Perugino e infine in alto due lunette dipinte da Michelangelo con una serie di grandiosi antenati di Cristo.
Per ricostruire più fedelmente possibile l’effetto scenico rispetto alle scarne testimonianze pervenute, insieme al professor Farinella hanno lavorato un artista professionista, Marco Romano che ha ridipinto le opere, e un team creativo esperto in ricostruzioni grafiche 3D evolute e visual effects interno a Sky.
“Il risultato che si è voluto ottenere, con questa ricostruzione, non è una ricomposizione filologica di un insieme perduto per sempre, ma un effetto di credibile spettacolarità”, spiega Vincenzo Farinella che ha raccontato più nello specifico come si è arrivati alla ricostruzione della parete.
“Per proporre una credibile ricostruzione, ovviamente ipotetica, di questa parete, in mancanza di disegni o incisioni che ci forniscano una visione d'insieme, ci si è fondati su varie fonti: un disegno peruginesco che ritrae fedelmente l'aspetto dell'Assunta sull'altare e varie incisioni e disegni cinquecenteschi tratti dalle due lunette michelangiolesche” - ha detto il professore dell’Ateneo pisano.
In mancanza di copie sicure, è stato invece più complesso ricreare la parte degli affreschi delle Storie di Mosè e di Cristo e dei quattro pontefici. Questi ultimi sono stati immaginati a partire da altri "ritratti" di Pontefici dipinti da Perugino sulle altre pareti della Sistina, mentre per la Natività si è partiti da altre scene simili realizzate da Perugino nel corso della sua carriera.
“Per il Ritrovamento di Mosè – conclude Vincenzo Farinella - in mancanza di credibili precedenti perugineschi, si è pensato di partire dall'analoga scena affrescata nelle Logge di Raffaello, ipotizzando che Raffaello, in quella composizione, potesse aver tenuto presente la scena affrescata quasi quarant'anni prima dal suo "maestro" nella Cappella Sistina”.
Più grande è il comune più efficiente è la gestione della spesa
L’efficienza della spesa pubblica dei comuni va di pari passo con la loro grandezza e popolosità, in altre parole grande è bello, almeno in Toscana. E’ questo quanto emerge da una ricerca appena pubblicata sulla rivista “Socio-Economic Planning Sciences” e condotta da tre studiose, Laura Carosi dell’Università di Pisa, Giovanna D'Inverno dell’IMT di Lucca e Letizia Ravagli dell’IRPET.
Lo studio è partito dall’analisi dei bilanci comunali del 2011 pubblicati dal Ministero degli Interni che sono stati integrati con altre informazioni, prevalentemente dati ISTAT. Dal punto di vista geografico sono stati presi in considerazione tutti i comuni toscani, tranne quelli di Castiglion Fiorentino e Monterotondo Marittimo per mancanza di dati, e quelli di Firenze, Bucine e Vergemoli perché considerati “outliers”, cioè con caratteristiche troppo distanti dalle altre municipalità toscane.
L’analisi ha quindi valutato separatamente l’efficienza di cinque funzioni chiave nell’ambito dell’attività dei comuni che corrispondono al 73% della spesa globale municipale: “Amministrazione generale”, “Servizi Educativi”, “Servizi sociali”, “Manutenzione delle strade e mobilità locale” e “Polizia municipale”. I singoli punteggi di efficienza ottenuti sono stati poi aggregati, seguendo due metodologie differenti, così da avere un unico indice di efficienza globale. L’ultima fase della ricerca è stata quindi dedicata all’individuazione delle variabili che hanno un’influenza diretta sui risultati di efficienza come la dimensione, la collocazione geografica, la vocazione economica e l’assetto socio-politico.
“Questo lavoro si inserisce all’interno del dibattito sia scientifico che istituzionale sul rapporto tra dimensione dei comuni ed efficienza della spesa pubblica – spiega Laura Carosi, professoressa del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - dalla nostra analisi emerge che, almeno per quanto concerne la realtà toscana, al crescere della dimensione comunale aumentano i punteggi di efficienza, risultati che sono in linea con le misure intraprese dall’autorità regionale volte a ridurre l’attuale frammentazione del territorio toscano e/o ad incentivare attività di cooperazione tra i comuni più piccoli per l’espletamento di alcune funzioni”.
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La cartina mostra la distribuzione geografica dei punteggi di efficienza globale ottenuti dall’analisi: le zone più intensamente colorate sulla mappa corrispondono ai comuni che riportano i punteggi di efficienza globale più alti.
Più un comune è grande più è efficiente la gestione della spesa pubblica
L’efficienza della spesa pubblica dei comuni va di pari passo con la loro grandezza e popolosità, in altre parole grande è bello, almeno in Toscana. E’ questo quanto emerge da una ricerca appena pubblicata sulla rivista “Socio-Economic Planning Sciences” e condotta da tre studiose, Laura Carosi dell’Università di Pisa, Giovanna D'Inverno dell’IMT di Lucca e Letizia Ravagli dell’IRPET.
Lo studio è partito dall’analisi dei bilanci comunali del 2011 pubblicati dal Ministero degli Interni che sono stati integrati con altre informazioni, prevalentemente dati ISTAT. Dal punto di vista geografico sono stati presi in considerazione tutti i comuni toscani, tranne quelli di Castiglion Fiorentino e Monterotondo Marittimo per mancanza di dati, e quelli di Firenze, Bucine e Vergemoli perché considerati “outliers”, cioè con caratteristiche troppo distanti dalle altre municipalità toscane. L’analisi ha quindi valutato separatamente l’efficienza di cinque funzioni chiave nell’ambito dell’attività dei comuni che corrispondono al 73% della spesa globale municipale: “Amministrazione generale”, “Servizi Educativi”, “Servizi sociali”, “Manutenzione delle strade e mobilità locale” e “Polizia municipale”. I singoli punteggi di efficienza ottenuti sono stati poi aggregati, seguendo due metodologie differenti, così da avere un unico indice di efficienza globale.
L’ultima fase della ricerca è stata quindi dedicata all’individuazione delle variabili che hanno un’influenza diretta sui risultati di efficienza come la dimensione, la collocazione geografica, la vocazione economica e l’assetto socio-politico.
“Questo lavoro si inserisce all’interno del dibattito sia scientifico che istituzionale sul rapporto tra dimensione dei comuni ed efficienza della spesa pubblica – spiega Laura Carosi, professoressa del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - dalla nostra analisi emerge che, almeno per quanto concerne la realtà toscana, al crescere della dimensione comunale aumentano i punteggi di efficienza, risultati che sono in linea con le misure intraprese dall’autorità regionale volte a ridurre l’attuale frammentazione del territorio toscano e/o ad incentivare attività di cooperazione tra i comuni più piccoli per l’espletamento di alcune funzioni”.
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Didascalia figura:
La cartina mostra la distribuzione geografica dei punteggi di efficienza globale ottenuti dall’analisi: le zone più intensamente colorate sulla mappa corrispondono ai comuni che riportano i punteggi di efficienza globale più alti.
Link all’articolo scientifico:
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S003801211630009X
Presentato all'Università di Pisa il simposio internazionale su The Mindscience of Reality
Dal 20 al 21 settembre l’Università e la città di Pisa saranno centro mondiale degli studi sulla mente, grazie al simposio internazionale “The Mindscience of Reality”, a cui parteciperanno studiosi di fama internazionale nel campo delle Neuroscienze, della Fisica e della Filosofia, che daranno vita a un dibattito multidisciplinare sulla Scienza della Mente. Ospite d’onore d’eccezione sarà il Dalai Lama, che il 20 mattina avrà un incontro pubblico con studenti e cittadinanza, prima di prendere parte alle tre sezioni in cui si articolerà il convegno. “Questa iniziativa – hanno anticipato il rettore Paolo Mancarella e i professori che coordinano il comitato organizzatore – conferma il ruolo di Pisa come luogo di incontro tra culture diverse, che incoraggia e valorizza ogni sforzo di dialogo e di pace tra i popoli”.
La presentazione del simposio internazionale su "The Mindscience of Reality", organizzato dall'Ateneo pisano e dall'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, si è tenuta mercoledì 12 aprile al Rettorato di Pisa, con la partecipazione del rettore Paolo Mancarella, del direttore dell'Istituto Lama Tzong Khapa, Filippo Scianna, del sindaco Marco Filippeschi e dei docenti che coordinano l'iniziativa, Angelo Gemignani, Alfonso Maurizio Iacono e Bruno Neri.
L’origine del simposio è nella convenzione firmata all'inizio del 2016 tra l’Università di Pisa e l'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia - uno dei centri di studi e pratica del Buddismo Mahayana più importanti in Europa e punto di riferimento per le comunità tibetane in Occidente, che ha favorito sinergie e convergenze sullo studio della mente, nell’ottica di un confronto tra l’approccio occidentale e quello tipico delle tradizioni contemplative e della cultura tibetana. Il primo ambito di cooperazione è stato il master universitario in “Neuroscienze, Mindfulness e Pratiche Contemplative”, esperienza unica in Europa e tra le pochissime nel mondo di collaborazioni di questo tipo.
Nel dicembre scorso, una delegazione dell’Ateneo, costituita dai professori Gemignani e Neri, ha accolto l’invito del Dalai Lama a partecipare allo “Emory Tibet Symposium”, che si è tenuto a Mundgod, in India. Dall’incontro con il Dalai Lama è partita l’idea di organizzare a Pisa, in collaborazione con l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, un evento scientifico di rilevanza internazionale, attraverso cui lanciare il concetto di “Mindscience”, che comprende lo studio della mente sia dal punto di vista “oggettivo” che da quello esperienziale e introspettivo per distinguerlo da quello di “Neuroscience”, tipico dell’Occidente e incentrato sulle metodologie di indagine in terza persona e sullo studio dei correlati neuronali.
Il simposio pisano, che avrà un’impostazione necessariamente multidisciplinare coinvolgendo fisici, filosofi, psicologi, medici e, in particolare, neuroscienziati, si articolerà in tre sessioni: “Mindscience and Quantum Physics”, “Mindscience versus Neuroscience” e “Mindscience and Philosophy”. Per ciascuna di esse sono previsti gli interventi di due o tre studiosi di livello internazionale, seguiti da un dibattito animato da un panel di esperti a cui parteciperà il Dalai Lama. “Il concetto che vorremmo proporre, sottoporre a critiche e discussioni – spiegano i docenti coordinatori - è che per una comprensione completa dei fenomeni mentali, della Coscienza in primis, bisogna integrare (Mindscience) lo studio in terza persona nel quale abbiamo fatto enormi progressi negli ultimi anni in Occidente utilizzando gli strumenti delle Neuroscienzee, con l'analisi in prima persona, l'introspezione, le pratiche contemplative che rivolgono la loro attenzione all’esperienza interiore, piuttosto che a quella esterna”.
In quest'ottica, il Dalai Lama – che non ha più alcun ruolo politico, essendosi spogliato del titolo di Capo del Governo Tibetano in esilio – è il riferimento universalmente riconosciuto del Buddismo Tibetano che fa riferimento alla tradizione Mahayana e, al contempo, uno studioso della Scienza della Mente molto interessato a unire la sapienza millenaria profondamente radicata nella sua cultura con le più recenti acquisizioni della scienza in tutti i campi. Sono, infatti, numerosi i libri che pubblicano gli atti di convegni multidisciplinari organizzati dalla Fondazione “Mind and Life”, che ha sponsorizzato e organizzato numerosi incontri del Dalai Lama con scienziati di tutte le discipline. Lo stesso Dalai Lama ha sempre sostenuto che “nel momento in cui la scienza entrasse in contraddizione con qualcuna delle nostre convinzioni, sarà necessario riconsiderarle con senso critico e, se necessario, modificarle”.
“Le giornate di studio - ha concluso il sindaco Marco Filippeschi - rappresentano la centralità che l'Università di Pisa intende dare ad uno dei temi di ricerca più rilevanti della nostra epoca. I cambiamenti rapidissimi e così profondi determinati dalla rivoluzione digitale, che non conosce confini, hanno implicazioni importanti per le neuroscienze, cambiano tutto. Dai modi di relazionarsi, ai sistemi e ai tempi di percezione, di elaborazione e di risposta del nostro cervello. Implicazioni fondamentali, dunque, che hanno una potentissima rilevanza sociale. Anche con questa consapevolezza, ritengo che la relazione tra le scienze della mente e l'esperienza delle pratiche contemplative e d'introspezione, proprie di una cultura profondamente radicata come quella buddista, è una prova feconda. Inoltre, la presenza preziosa del Dalai Lama, cittadino onorario di Pisa, rinnova e rilancia al più alto livello il nostro legame con la comunità buddista e le sue espressioni più significative qual è l'Istituto Lama Tzong Kapa di Pomaia".
Al via il ciclo di incontri della mostra Uomo Virtuale. La fisica esplora il corpo
Partirà il prossimo 18 aprile il ciclo di incontri in cui esperti di livello internazionale tratteranno, da diversi punti di vista, i temi sviluppati nella mostra ‘Uomo Virtuale’, come l’innovazione in medicina, le grandi sfide legate alla ricerca sul cervello e sulla mente e la cura dei tumori con acceleratori di particelle.
Il 18 aprile al Polo Carmignani, il ciclo sarà aperto, alla presenza del Rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, dall’incontro intitolato “Fisica e Medicina: diagnosi e cure nel terzo millennio”, al quale interverranno Antonio Zoccoli, fisico delle particelle e vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Giovanni Cioni, neuropsichiatra infantile e direttore scientifico dell’IRCCS Stella Maris, e Alberto Del Guerra, direttore della scuola di specializzazione in fisica medica e co-curatore della mostra. Il dibattito sarà moderato da Silvia Bencivelli, giornalista e saggista.
Venerdì 28 aprile interverranno sul tema “Qual è il cambiamento che ci serve? Ricerca e innovazione in medicina” Maria Chiara Carrozza, docente di bioingegneria industriale, Paolo Gazzaniga, direttore del Centro Studi di Assobiomedica e Gilberto Corbellini, filosofo e storico della Medicina dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma.
Nel mese di maggio il tema “Curare con le particelle. La cura dei tumori e fisica delle particelle ” sarà trattato da Marco Durante, direttore a Trento del centro TIFPA-INFN e, ancora nel mese di maggio, chiuderà il ciclo “Capire il cervello. La ricerca alla soglia dela mente”, con Giacomo Rizzolatti neuroscienziato dell’Università di Parma, Massimo Piattelli Palmerini, filosofo della mente dell’University of Arizona e Marco Cattaneo direttore della rivista Le Scienze.
Uomo Virtuale. La fisica esplora il corpo è dedicata all’esplorazione del corpo umano e alle tecnologie che, nate dalla ricerca fondamentale, ci hanno permesso di scrutare con occhi nuovi il nostro corpo, cambiando per sempre la medicina e diventando indispensabili per la cura, la terapia e la diagnosi. L’allestimento integra strumenti antichi, touchscreen, exhibit interattivi, video di approfondimento, infografiche, visori 3D, videoproiezioni artistiche e suggestive installazioni multimediali che animano un percorso immersivo, realizzato in collaborazione esperti di interaction design e video-arte. La mostra copre una superficie complessiva di 800 mq ed è organizzata in sette tappe: Segnali fisici, Guardare attraverso, Le immagini del corpo, Luce e particelle per curare, Capire il cervello, Diventare bionici, Dalle cellule alle persone. Attraverso queste aree tematiche, si snoda un percorso che, partendo dall’antichità, narra una storia, lunga secoli e scandita dalle scoperte e dalle invenzioni che hanno segnato il progresso in medicina. La mostra curata dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), promossa da Fondazione Palazzo Blu, e realizzata in collaborazione con Assobiomedica, Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, Associazione “La Nuova Limonaia”, CNR Area della Ricerca di Pisa e Istituto Nazionale di Ottica, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore S. Anna, IRCSS Stella Maris è aperta al Palazzo Blu di Pisa fino al 2 luglio 2017.
Al via il ciclo di incontri della mostra “Uomo Virtuale. La fisica esplora il corpo”
Partirà il prossimo 18 aprile il ciclo di incontri in cui esperti di livello internazionale tratteranno, da diversi punti di vista, i temi sviluppati nella mostra ‘Uomo Virtuale’, come l’innovazione in medicina, le grandi sfide legate alla ricerca sul cervello e sulla mente e la cura dei tumori con acceleratori di particelle.
Martedì 18 aprile al Polo Carmignani, il ciclo sarà aperto, alla presenza del rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, dall’incontro intitolato “Fisica e Medicina: diagnosi e cure nel terzo millennio”, al quale interverranno Antonio Zoccoli, fisico delle particelle e vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Giovanni Cioni, neuropsichiatra infantile e direttore scientifico dell’IRCCS Stella Maris, e Alberto Del Guerra, direttore della scuola di specializzazione in fisica medica e co-curatore della mostra. Il dibattito sarà moderato da Silvia Bencivelli, giornalista e saggista.
Venerdì 28 aprile interverranno sul tema “Qual è il cambiamento che ci serve? Ricerca e innovazione in medicina” Maria Chiara Carrozza, docente di bioingegneria industriale, Paolo Gazzaniga, direttore del Centro Studi di Assobiomedica e Gilberto Corbellini, filosofo e storico della Medicina dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma.
Nel mese di maggio il tema “Curare con le particelle. La cura dei tumori e fisica delle particelle ” sarà trattato da Marco Durante, direttore a Trento del centro TIFPA-INFN e, ancora nel mese di maggio, chiuderà il ciclo “Capire il cervello. La ricerca alla soglia dela mente”, con Giacomo Rizzolatti neuroscienziato dell’Università di Parma, Massimo Piattelli Palmerini, filosofo della mente dell’University of Arizona e Marco Cattaneo direttore della rivista Le Scienze.
Uomo Virtuale. La fisica esplora il corpo è dedicata all’esplorazione del corpo umano e alle tecnologie che, nate dalla ricerca fondamentale, ci hanno permesso di scrutare con occhi nuovi il nostro corpo, cambiando per sempre la medicina e diventando indispensabili per la cura, la terapia e la diagnosi. L’allestimento integra strumenti antichi, touchscreen, exhibit interattivi, video di approfondimento, infografiche, visori 3D, videoproiezioni artistiche e suggestive installazioni multimediali che animano un percorso immersivo, realizzato in collaborazione esperti di interaction design e video-arte. La mostra copre una superficie complessiva di 800 mq ed è organizzata in sette tappe: Segnali fisici, Guardare attraverso, Le immagini del corpo, Luce e particelle per curare, Capire il cervello, Diventare bionici, Dalle cellule alle persone. Attraverso queste aree tematiche, si snoda un percorso che, partendo dall’antichità, narra una storia, lunga secoli e scandita dalle scoperte e dalle invenzioni che hanno segnato il progresso in medicina. La mostra curata dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), promossa da Fondazione Palazzo Blu, e realizzata in collaborazione con Assobiomedica, Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, Associazione “La Nuova Limonaia”, CNR Area della Ricerca di Pisa e Istituto Nazionale di Ottica, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore S. Anna, IRCSS Stella Maris è aperta al Palazzo Blu di Pisa fino al 2 luglio 2017.