In Maremma la peste (manzoniana) del Seicento era il “Mal di contagio”: rinvenuta negli archivi la prima attestazione di questa espressione
La prima attestazione nota dell’espressione “Mal di contagio” riferita alla peste del Seicento, quella raccontata da Manzoni ne "I promessi sposi", si trova nell’archivio di Castelnuovo Val di Cecina, e precisamente nelle carte riguardanti Sasso Pisano. Il documento, contemporaneo allo scoppia dell’epidemia che colpì la Maremma nel 1631-2, anticipa di 150 anni l’origine dell’espressione sinora attribuita da lessici e vocabolari a Gaetano Fabbri e alla sua "Lezione intorno alla cagione e alla natura della peste" pubblicata a Firenze nel 1722. La scoperta di questa matrice maremmana del “Mal di contagio” arriva da uno studio dell’italianista Marina Riccucci dell’Università di Pisa in uscita sulla rivista “Maritima”.
“E’ interessante notare che Alessandro Manzoni chiama la peste ora propriamente peste, ora contagio, ora semplicemente male, mai ‘mal di contagio’ – racconta Marina Riccucci – tornando invece alle origini dell’espressione dopo il Fabbri, la seconda attestazione si trova nel trattato 'Aggrandimenti delle scienze fisiche accaduti in Toscana' del medico e naturalista fiorentino Giovanni Torgioni Tozzetti (1712-1783), nonno dell’omonimo Giovanni che avrebbe sposato la celebre Fanny amata da Giacomo Leopardi”.
“Il trattato – continua Riccucci - vide le stampe nel 1780 e un fatto curioso è che il Torgioni Tozzetti soggiornò due volte a Castelnuovo Val di Cecina e nel suo Viaggi fatti in diverse parti della Toscana fece menzione proprio di Sasso Pisano”.
Nel saggio intitolato “Qualche postilla in margine alla peste del 1630: ‘spigolando’ nei documenti d’archivio tra Piombino e Sasso Pisano”, Marina Riccucci ricostruisce dunque il quadro storico-sociale della pandemia in Toscana focalizzando l’attenzione sulla determinata area periferica ed extraurbana.
La pandemia in Maremma arrivò dal nord: il 26 ottobre 1629 gli ufficiali di sanità di Firenze furono informati da Milano del rischio di peste; nel maggio del 1630 era già epidemia dichiarata nelle città più grandi del centro-nord, Bologna e Firenze incluse; nel novembre del 1630 la peste cominciò a diffondersi nelle campagne e nei piccoli borghi del contado toscano; nell’estate del 1631 Firenze era ormai sostanzialmente libera, ma il morbo, iniziò a infuriare a Lucca e a Pistoia e quindi, nell’autunno 1631, a sud, in Maremma.
Dalla storia locale Riccucci ricava così uno spaccato della grande storia nazionale, con il racconto di come una piccola comunità cercasse di vincere l’epidemia fra lazzaretti, cerusici, coloro cioè che materialmente si occupavano dei malati incidendo i bubboni, e medici che a dispetto del nome erano invece deputati a mansioni amministrative. La ricerca della professoressa Riccucci è stata infine possibile grazie ai volontari del GASP, il Gruppo Archeologico Sasso Pisano, che hanno materialmente e fisicamente scoperto l'archivio della peste.
“Il recupero e la valorizzazione della memoria e della storia del nostro territorio, anche attraverso la riscoperta delle carte d’archivio, è solo all’inizio – conclude Alberto Ferrini, sindaco di Castelnuovo di Val di Cecina – vogliamo infatti intraprendere una serie di interventi fra cui l’istituzione di borse di studio per giovani studiosi e da questo punto di vista il legame con l’Università di Pisa è certamente fondamentale”.
A un neolaureato del dipartimento di Scienze della Terra il premio con.Scienze
Edoardo Sanità, neolaureato del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa si è aggiudicato uno dei dieci premi dedicati alle migliori tesi di laurea magistrale d'Italia, nel corso della prima edizione (2019) del premio con.Scienze, promosso dalla Conferenza nazionale dei presidenti e dei direttori delle strutture universitarie di Scienze e Tecnologie.
La tesi di Edoardo Sanità, discussa nel settore geologico, tratta lo studio della struttura geologica del Massiccio del Marguareis (Alpi Marittime) e si intitola “Relationships between helmintoids flysch and briançonnais units along the italian-french boundary (Marguareis Massif, Maritime Alps).
Il premio, già indetto per la seconda edizione, consiste in 10 riconoscimenti in denaro da mille euro ciascuno per neolaureate e neolaureati dei corsi di laurea magistrale e in 6 premi in denaro da mille euro ciascuno da destinare a neodottoresse e neodottori di ricerca in Matematica, Fisica, Chimica, Scienze della Terra, Biologia e Informatica.
Da settembre attività anche in presenza per 79 corsi di laurea su 141
borsa di studio e approfondimento, su: “Applicazione di Tecnologie informatiche BIM alla definizione di modelli strutturali in muratura”
Bando per la selezione per una borsa di ricerca "Isolamento, identificazione e quantificazione di funghi di interesse fitopatogeno"
Bando borsa di studio "Analisi strutturale del circuito impianto sperimentale VVPSS al fine della predisposizione del fascicolo INAIL"
Bando per l’attribuzione di una borsa di studio e approfondimento trimestrale sul tema ” Problematiche e possibili soluzioni per macchine elettriche operanti in condizioni ambientali gravose”
Covid-19: the causes of the poor prognosis in patients with diabetes have been identified
Patients with diabetes are particularly at risk in the case of infection with Covid-19, especially as this syndrome is often accompanied by other pathologies such as hypertension, cardiovascular disease and obesity. This is what emerges from a study carried out by 4th year residents from the Scuola di specializzazione in Endocrinologia e Malattie del metabolismo at the University of Pisa and published in Lancet Diabetes & Endocrinology. The article contains a systematic assessment of the reasons why Covid-19 implicates a worse prognosis and higher death rate, often 2 or 3 times higher, in patients with diabetes mellitus than in non-diabetic patients.
The study was carried out by Dr. Matteo Apicella, Dr. Maria Cristina Campopiano, Dr. Michele Mantuano and Dr. Laura Mazoni, coordinated by Dr. Alberto Coppelli (Section of Diabetes and Metabolic Diseases of the AOUP) and by Professor Stefano Del Prato (photo on the right), professor of Endocrinology and Chief of the Section.
From the outset of the pandemic, scientific studies on the risks from Covid-19 have focused on patients with diabetes precisely because of their intrinsic ‘vulnerability’, whether it be diabetes mellitus type 2 or type 1. Age, sex and ethnicity were also noted to be amongst the many concomitant risk factors. Anti-cholesterol drugs and antiviral treatment may modulate the risks but the limitations to their use and the potential interaction with anti-Covid-19 treatment must be carefully managed. Finally, the acute respiratory syndrome caused by Covid-19 can lead to metabolic complications in patients with diabetes such as diabetic ketoacidosis or the onset of hyperglycaemia in those patients with undiagnosed or recently discovered diabetes, once they are admitted to hospital.
Primo semestre 2020/2021: modalità della didattica in via di definizione
Le informazioni specifiche sullo svolgimento delle attività didattiche di questo corso di studio nel primo semestre 2020/21 saranno disponibili non appena possibile.
Una tecnologia per sviluppare nuove terapie per la rigenerazione nervosa
Dopo tre anni di ricerche si è concluso un progetto coordinato dalla professoressa Vittoria Raffa del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa che aveva lo scopo di studiare i meccanismi di rigenerazione del sistema nervoso indotta da stimoli meccanici. I risultati raggiunti sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Neuroscience in un articolo dal titolo “Extremely Low Forces Induce Extreme Axon Growth”. Al progetto di ricerca, intitolato “Mechanotransduction of neurons: a future strategy for the regeneration of spinal cord lesions?” e finanziato dalla Fondazione Wings for Life, ha partecipato anche la University of Seattle.
Il gruppo di ricerca della professoressa Raffa, formato da Alessandro Falconieri, Sara De Vincentiis, Vincenzo Scribano, Samuele Ghignoli, Luciana Dente dell’Ateneo pisano e Nathan Sniadecki e Nikita Taparia dell’Università di Seattle, ha dimostrato che l’applicazione di stimoli meccanici esogeni di intensità uguale o inferiore a quelli generati in vivo è un potente stimolo per la maturazione dei neuroni e per l’accrescimento e la ramificazione dell’assone, prolungamento principale della cellula nervosa responsabile della conduzione degli impulsi nervosi.
Il gruppo ha sviluppato un metodo basato sull’utilizzo di nanoparticelle per applicare sull’assone forze meccaniche estremamente piccole capaci di indurre una crescita assonale estrema, superiore a quella indotta da stimoli chimici. Inoltre, gli studi più recenti del gruppo hanno in parte chiarito i meccanismi molecolari responsabili della crescita assonale mediata da stimoli meccanici (stretching).
“La metodologia proposta dal nostro gruppo si basa sull’utilizzo di particelle già approvate per uso clinico e campi magnetici non invasivi – spiega la professoressa Raffa – Si aprono dunque prospettive future per l’impiego di questa metodologia al trattamento di lesioni nervose e, in particolare, di lesioni spinali, grazie al supporto ricevuto dalla Fondazione Wings for Life. Il neuroscienziato Paul Weiss fu il primo ad ipotizzare nel 1941 che la forza meccanica che si origina dall’accrescimento della massa corporea è un segnale che stimola l’allungamento dell’assone. A 80 anni da tale intuizione, la comunità ha finalmente a disposizione una tecnologia per studiare tale fenomeno e sfruttarlo per la progettazione di nuove terapie per la rigenerazione nervosa”.