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“Senza clamore e dissonanze” in queste semplici parole si può racchiudere il complesso lavoro dell’architetto pisano Roberto Mariani (1938-2001), sopito per più di un decennio in un apparente silenzio che invece ha molto da raccontare. Dall’inaugurazione venerdì 30 settembre alle ore 19 fino al 30 novembre si potrà visitare presso il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi a Pisa una mostra a lui dedicata, testimonianza della sua ricca attività professionale.

Roberto Mariani architetto

La mostra “Roberto Mariani architetto. Senza clamore e dissonanze”, a cura di Denise Ulivieri, Teresa Arrighetti, Sara Guazzelli, con un allestimento ideato dall’Associazione Culturale 120g, ripercorre le tappe principali del lavoro dell’architetto filtrato attraverso una scrupolosa analisi condotta nell’ampio archivio di Roberto Mariani. Nel corso della sua attività professionale, Mariani si occupa di design, edilizia, elabora proposte urbanistiche e partecipa a numerosi concorsi vincendo importanti premi di architettura.

Dalla sede della federazione del Partito Comunista Italiano in via Fratti (1964-1967), opera progettata con Francesco Tomassi, al recupero delle Corti di San Domenico in corso Italia (1987-1991, foto in alto); dalla sistemazione dell’isolato di via Titta Ruffo, via Garofani e corso Italia (1982-1991, foto in basso), al complesso residenziale di via Contessa Matilde, nell’area prima occupata dall’Istituto Opoterapico (1988-1991); dal complesso ippico “Scuderie Nuove” in località Barbaricina (1992-1993), al nuovo cimitero di Cascina (1975-1987); fino ad arrivare all’ultima sua opera, il Polo Didattico Giovanni Carmignani dell’Università di Pisa (1992-2003).

La mostra è accompagnata dal volume “Roberto Mariani architetto. Senza clamore e dissonanze”, a cura di Denise Ulivieri (Pisa University Press, 2016), che racconta l’avventura umana e professionale dell’architetto pisano e costituisce una necessaria guida critica al percorso espositivo.roberto mariani

“Uno nato al Portone”, come amava definirsi Mariani, un uomo di quartiere, un intellettuale con un profondo substrato culturale continuamente nutrito da una curiosità per l’architettura e per la vita. A quindici anni dalla sua scomparsa “l’attività professionale di Mariani rimane un significativo riferimento da seguire per trarne insegnamenti, comparazioni, stimoli o critiche, mai qualcosa di trascurabile”.

Sarà una laurea che varrà il doppio quella che Elisa Aprile, Benedetta Lassi e Margaret Petrarca conseguiranno il prossimo anno accademico, al rientro dal loro periodo di studio in Francia. Grazie all’accordo con l’Università di Aix-Marseille, infatti, le tre studentesse dell’Università di Pisa otterranno la laurea magistrale in “Linguistica e Traduzione” e parallelamente in “Traduction littéraire et transferts culturels”, aggiudicandosi uno dei 18 “titoli doppi o congiunti” che l’Ateneo pisano offre in collaborazione con università europee ed extra europee. Dopo aver frequentato il primo anno a Pisa, le tre ragazze sono partite per Aix en Provence, dove trascorreranno il loro secondo anno e prepareranno la tesi.

tre borsiste
Prima della partenza, al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, si è tenuta una piccola cerimonia di saluto per le tre borsiste. Le ragazze sono state salutate dal professor Mauro Tulli, direttore del dipartimento, Paola Cappellini, responsabile dell’Unità Cooperazione Internazionale, dalle professoresse Valeria Tocco, presidente del corso di laurea, e Francesca Fedi, responsabile CAI del dipartimento, e dai loro docenti di Lingua e Letteratura francese, tra cui Antonietta Sanna, responsabile del progetto del doppio titolo, Barbara Sommovigo, Charles Barone, Hélène de Jacquelot.

Elisa Aprile, Benedetta Lassi, Margaret Petrarca, hanno superato una selezione basata sul merito (esami svolti e media dei voti) e sono le prime studentesse a partire nell’ambito di questo accordo. Le tre ragazze trascorreranno il secondo anno della magistrale in Francia, nel campus di Aix en Provence, dove lavoreranno anche alla tesi di laurea. La tesi sarà poi discussa in video conferenza Pisa-Aix en Provence, con una commissione mista, composta da docenti italiani e francesi.

saluto

Elisa Aprile, 25 anni, di Messina, dopo aver conseguito la laurea triennale nella sua città, si è trasferita a Pisa. Benedetta Lassi, 24 anni, di Empoli, ha studiato sempre a Pisa, mentre Margaret Petrarca, 24 anni, di Fornelli (Isernia), ha scelto Pisa dopo la laurea triennale a Viterbo. Le tre studentesse sono partite per la Francia con la borsa ottenuta attraverso il bando che l’Ateneo mette a disposizione per l’assegnazione di contributi di mobilità per l’acquisizione di CFU all’estero.

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Foto in alto, da sinistra, Elisa Aprile, Benedetta Lassi e Margaret Petrarca
Foto in basso, la piccola cerimonia di saluto per le tre borsiste al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica

È scomparso a Roma Carlo Azeglio Ciampi, già decimo Presidente della Repubblica, che è stato studente del nostro Ateneo prima alla Facoltà di Lettere, conseguendo la laurea nel 1941 come allievo della Scuola Normale, e poi alla Facoltà di Giurisprudenza, dove ha preso la seconda laurea nel 1946 discutendo una tesi dal titolo “La libertà delle minoranze religiose”.

"L'Università di Pisa - ha dichiarato il rettore Massimo Augello - si stringe alla signora Franca e alla sua famiglia nel ricordare con affetto, commozione e gratitudine la figura di Carlo Azeglio Ciampi, che fin da giovane aveva sviluppato un legame forte e intenso con il nostro Ateneo, la Scuola Normale e la città di Pisa".

Anche nei periodi successivi Carlo Azeglio Ciampi è tornato spesso a Pisa e nella "sua" Università. Nel 2006 è intervenuto alla cerimonia di conferimento del "Campano d'Oro" al suo grande amico, l'ex rabbino capo Elio Toaff, partecipando con la moglie Franca a una cerimonia intensa e sentita.

Nel 2010 la ripubblicazione della sua tesi di Giurisprudenza, da parte de “Il Mulino”, ha offerto l’occasione per tornare sulla formazione economico-giuridica dell’ex presidente della Repubblica con un convegno che si è svolto nel Palazzo della Sapienza, al quale Ciampi non ha potuto partecipare di persona per problemi di salute. In quell'occasione ha voluto inviare un messaggio di saluto, nel quale ricordava "la città e i luoghi dove si è compiuta in massima parte la mia formazione culturale e umana'".

Ripubblichiamo di seguito alcune immagini relative alla cerimonia del 2006 e l'intervento dell'allora preside di Giurisprudenza, Eugenio Ripepe.

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Carlo Azeglio Ciampi, dottore in Giurisprudenza a Pisa


ciampi1Sarebbe stato davvero imperdonabile se alla pubblicazione in volume - a oltre sessanta anni di distanza - della tesi di laurea di uno studente destinato a diventare Presidente della Repubblica, non fosse stato dato adeguato rilievo nella Facoltà nella quale quella tesi fu discussa. È per questo che al saluto e al ringraziamento che rivolgo agli studiosi che hanno accettato l’invito a prendere parte a questo incontro, dedicato appunto alla presentazione di quel volume, tengo ad aggiungere un ringraziamento particolare al nostro Pier Luigi Consorti, che dell’iniziativa si è fatto carico conducendola in porto con la consueta bravura.

Inutile sottolineare che la laurea in giurisprudenza conseguita nella nostra Facoltà da Carlo Azeglio Ciampi costituisce per noi motivo d’orgoglio; anche se nessuno ignora che i vincoli di affetto e di gratitudine che legano Ciampi a Pisa riguardano in primo luogo la Scuola Normale e la Facoltà di Lettere, delle quali fu allievo a cavallo tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40, quando si laureò, appunto, in lettere. Poi la guerra, l’immane tragedia della guerra, e le vicissitudini personali ad essa legate, la scelta di campo coraggiosa - e dalla parte giusta - e infine la decisione di iscriversi alla Facoltà di giurisprudenza del giovane Ciampi, per il quale forse proprio così cominciava l’età della prosa.

Ma anche di quest’altro periodo “pisano” della sua vita, e non solo di quello della Normale e degli studi letterari, il livornese Ciampi avrebbe conservato un affettuoso ricordo, come ha dichiarato più volte, e da ultimo nel corso dell’incontro avuto qualche anno fa con i giovani della Scuola Superiore S. Anna, del quale è rimasta traccia nel “Sant’Anna News”, il bel periodico pubblicato dall’Associazione degli ex allievi della Scuola. In quell’occasione il presidente Ciampi tenne a sottolineare il debito di gratitudine che sentiva di avere nei confronti della Facoltà di Giurisprudenza di Pisa; cosa del resto perfettamente comprensibile, perché proprio agli studi compiuti per ottenere la sua seconda laurea fu in gran parte dovuta la formazione iniziale di quel mirabile bagaglio di competenze economico-giuridiche, incessantemente arricchitosi negli anni, che gli ha consentito di ricoprire in modo esemplare le altissime cariche alle quali è stato via via chiamato.

Oltre tutto, i giorni dell’immediato dopoguerra che lo videro frequentare la nostra Facoltà qui in Sapienza costituirono anche per ragioni private un periodo cruciale per il giovane ufficiale in congedo, che proprio in quel periodo “mette famiglia”, come allora si usava dire (anche se nella vita da civil servant - quale è sempre stato - di questo italiano atipico - quale pure è sempre stato - invano si cercherebbe una qualche traccia dell’italico “avere famiglia”). Un panorama di macerie, non solo materiali, alle spalle; un orizzonte fatto più di speranze che di certezze: questa l’Italia di quegli anni. E a distanza di tempo, appare quasi sorprendente che, nonostante tutto, in quell’Italia un giovane come Carlo Azeglio Ciampi abbia potuto imboccare la sua strada in salita - come sono, o dovrebbero essere, tutte le strade che portano in alto - e percorrerla fino in fondo, o meglio fino in cima, con nessun altro sostegno che quello delle sue qualità e dei suoi meriti.

Purtroppo il presidente Ciampi non può essere oggi con noi, come fino all’ultimo aveva sperato, perché i piccoli acciacchi dell’età lo hanno trattenuto a Roma. Ma ci chiede di considerarlo idealmente presente, e ha voluto rivolgerci l’indirizzo di saluto che ora vi leggo, che è assai più di un semplice indirizzo di saluto:

ciampi2Desidero innanzitutto esprimere il mio più vivo ringraziamento alle tre istituzioni accademiche pisane che hanno promosso un incontro dedicato al tema della libertà delle minoranze religiose, tema oggetto della mia tesi di laurea in giurisprudenza nel lontano 1946. L’attenzione che in questa occasione la città e i luoghi dove si è compiuta in massima parte la mia formazione culturale e umana riservano a quel mio giovanile lavoro mi onora e mi emoziona. È, per me, un riannodare legami mai spezzati; una trama in cui memorie e sentimenti si intrecciano con volti e personaggi, molti dai tratti ancora nitidissimi, altri resi più sfocati dal tempo. Popolano tutti il mondo dei ricordi che custodisco più gelosamente. A Pisa, negli anni della Normale, come ho più volte ricordato, ho appreso l’alfabeto della libertà, attraverso la lezione che Croce impartiva con le sue opere e con l’azione. A una più matura consapevolezza degli ideali di libertà e democrazia avrebbe provveduto il contatto diretto, quotidiano con i Maestri della mia stagione pisana. Lavoravo alla tesi di laurea in giurisprudenza, mentre si accendeva la discussione sui contenuti di quello che sarebbe stato l’articolo 7 della Costituzione. In proposito, più di una volta mi tornavano in mente la violenza e la villania con cui Mussolini aveva reagito, nel maggio del 1929, all’intervento del senatore Croce contro il Concordato, annoverandolo tra “gli imboscati della storia”; tra coloro che “per impotenza creatrice, non potendo cioè fare la storia prima di scriverla, si vendicano dopo diminuendola senza pudore”.Da quando mi ero avvicinato per la prima volta alla Storia d’Europa di Croce – alla sua “religione della libertà” erano passati meno di dieci anni: un tempo non lunghissimo, ma quasi un’era geologica, per gli eventi, le esperienze attraverso i quali ero passato, e con me milioni di italiani, giovani e meno giovani. Gli anni di guerra, il tempo confuso e atroce seguito all’8 settembre 1943 avevano impresso per sempre nelle nostre coscienze il sigillo della libertà, del rifiuto di ogni discriminazione, del primato della persona umana e della sua dignità sempre e dovunque. Con questi pensieri, con questi sentimenti consideratemi tra di voi, con voi, a questo incontro per il quale rinnovo ancora il mio grazie ai promotori, agli organizzatori, ai relatori e ai presenti tutti. E a tutti giunga il mio saluto più affettuoso”.

Quasi a rimarcare il carattere affettuoso del suo messaggio, il Presidente si firma informalmente Carlo Ciampi. “Consideratemi tra di voi, con voi, a questo incontro per il quale rinnovo ancora il mio grazie ai promotori, agli organizzatori, ai relatori e ai presenti tutti...”.

No, caro Presidente: siamo noi a doverle dire grazie per quello che ha fatto in tutti questi anni, per come ha rappresentato l’Italia, per quello che ha rappresentato e rappresenta per l’Italia. E grazie, da ultimo, anche per queste sue parole: per quello che ha voluto dirci, naturalmente, ma anche, appunto, per le parole adoperate per dirlo. “...La violenza e la villania con cui Mussolini aveva reagito all’intervento del senatore Croce...”: ecco, queste parole forti sono in realtà parole che danno conforto perché sono le parole di un uomo che è rimasto evidentemente immune da quella rapida mitridatizzazione che ha finito col privare molti italiani della capacità di indignarsi di fronte a ciò che non può non indignare, a cominciare dall’arroganza e dalla volgarità che sembrano diventate pane quotidiano nella vita politica e istituzionale di oggi. Grazie per aver riproposto un termine forse non a caso desueto: villania.

Ecco, anche chiamare villania la villania può essere una lezione preziosa; e così pure sottolineare implicitamente che la villania (come del resto la tracotanza, la pacchianeria, l’improntitudine) non cessa di essere tale solo perché riconducibile a un Capo di Governo che magari si era munito di ghette e cilindro al momento dell’investitura. Non solo per questo, naturalmente, ma anche per questo, grazie al presidente Ciampi. Nel leggere il suo messaggio quando lo ho ricevuto, e nel rileggerlo ora per voi, confesso che mi sono tornate alla mente certe parole dell’epigrafe dettata per i partigiani di Valenza da un poeta forse sopravvalutato ieri, ma certo sottovalutato oggi, Salvatore Quasimodo: Di questi uomini / non resti mai povera l’Italia.

Ma, se devo essere sincero, mi sono tornate alla mente con una variante: Di questi uomini / resta sempre più povera l’Italia.
 

Eugenio Ripepe

Edifici di età basso medievale, una vasta necropoli che risale all’epoca in cui bizantini e longobardi combattevano per il possesso della nostra penisola e poi ceramiche, monete d’argento e una piccola rarità, parte di un raffinato stampo per produrre anelli in oro o bronzo. Sono questi alcuni dei ritrovamenti emersi durante l’ultima campagna di scavo a San Genesio, borgo medievale in provincia di Pisa che un tempo si trovava lungo la via Francigena e che fu distrutto dai samminiatesi nel 1248.

La campagna si è svolta questa estate e ha coinvolto il Comune di San Miniato e l’Università di Pisa, con il professore Federico Cantini che ha diretto gli scavi condotti da un gruppo di dottori di ricerca e studenti dei corsi di laurea in scienze dei beni culturali e archeologia (foto sotto). I dati raccolti permetteranno di ricostruire l’impianto urbanistico del borgo di San Genesio nella fase di crescita economica che caratterizzò il periodo a cavallo tra XII e XIII secolo, quando doveva apparire come una serie di grandi edifici affacciati sulla “strada pisana”, che attraversava il Valdarno unendo Pisa a Firenze.scavi san genesio web

“Questa stessa strada in prossimità della pieve di San Genesio, riportata alla luce negli anni precedenti, si allargava sino a diventare una vera e propria piazza, fatta di ghiaia, dove confluiva anche la via Francigena - ha spiegato Federico Cantini - uno spazio pubblico da cui passarono, tra il X e il XIII secolo, imperatori, vescovi e i rappresentanti delle città e delle grandi famiglie signorili della Toscana, che scelsero proprio il borgo di San Genesio come sede di importanti diete e concili”.

In prossimità dell’edificio religioso è emersa poi un’area cimiteriale basso medievale (foto sotto) con decine di sepolture in una zona già utilizzata con funzione funeraria nella seconda metà del VI secolo.cimitero san genesio

“Lo scavo – ha concluso Federico Cantini - è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei proprietari dell’appezzamento di terreno su cui si svolgono le indagini, i signori Giusti e Toni, che lo hanno messo a disposizione degli archeologi, per il secondo anno consecutivo, dimostrando una non comune sensibilità verso la ricerca”.

locandina piuma copy

Per "Piuma”, la nuova opera del regista pisano Roan Johnson laureato e addottorato all’Università di Pisa, è arrivato il giorno del debutto alla 73° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Il film, uno dei tre italiani in concorso, sarà proiettato questa mattina alla stampa e in serata al pubblico, con spettacoli previsti alle 19.30 e alle 20.15. L’uscita nelle sale è programmata invece per il 20 ottobre.

"Piuma” è il quarto film di Roan Johnson, scrittore, regista, sceneggiatore e autore del documentario “L’uva migliore” realizzato nel 2012 in collaborazione con l’Università di Pisa, un lavoro che ha poi ispirato film “Fino a qui tutto bene”.

La trama del nuovo film racconta di due diciottenni e una gravidanza inattesa che stravolgerà le loro vite. Il cast del film include Luigi Fedele, Blu Yoshimi, Michela Cescon, Sergio Pierattini, Francesco Colella, Brando Pacitto, Francesca Turrini, Bruno Squeglia, Francesca Antonelli, Maria Clara Alonso e Massimo Reale.

Così Roan Johnson aveva commentato la selezione del film a Venezia. «È inutile girarci intorno: andare in concorso a Venezia è un sogno per chiunque faccia cinema. Andarci con Piuma, però, ha un sapore speciale. Ho scritto questa storia con Ottavia, Davide e Carlotta per esorcizzare una grande paura che condividevamo: fare un figlio. La chiave è stata trovare una storia come quella di due ragazzi come Ferro e Cate: così siamo riusciti a prendere le giuste distanze, rendendo drammaturgico il conflitto che volevamo raccontare. E come loro, anche noi ci salveremo se giocheremo la carta della leggerezza e dell’autoironia, se al pessimismo di questo mondo rilanceremo con l’ottimismo se non della volontà, almeno dell’incoscienza e del sogno».

Roan PiumaLa trama ufficiale:
Quando arrivano le difficoltà il Samurai se ne rallegra. Forse è perché è scemo, direbbe Cate. No, risponderebbe Ferro: è che quando l’acqua sale, la barca fa altrettanto. E per Ferro e Cate saranno i nove mesi più burrascosi delle loro vite, anche se loro non hanno ancora capito la tempesta che sta arrivando: alla bambina ci penseranno quando nasce. E poi comunque devono preparare la maturità insieme al Patema e agli altri amici, il viaggio in Spagna e Marocco, vogliono pensare all’estate più lunga della loro vita, alla casa dove stare insieme, ai loro sogni di diciottenni. E a non essere pronti non sono solo Ferro e Cate ma anche i loro genitori: quelli di Ferro, che prima li aiutano e poi vanno in crisi sfiorando il divorzio; quelli di Cate, più assenti e in difficoltà di lei. Tutti alle prese, loro malgrado, con un nipote e una responsabilità in arrivo con quindici anni di anticipo. Insomma, di solito ci si mette trenta o quarant’anni per essere pronti a diventare genitori, Ferro e Cate hanno solo nove mesi. E purtroppo un figlio non ti aspetta. Tu puoi essere pronto o meno ma lui arriverà. Ma se rimani leggero come una piuma e con il cuore dalla parte giusta, allora forse ce la puoi fare.

Trailer:

 

L'Università di Pisa è sempre presente sul podio italiano del prestigioso Academic Ranking of World Universities (www.shanghairanking.com/), elaborato dalla "Jiao Tong" University di Shanghai e giunto nel 2016 alla 14a edizione. L'Ateneo pisano si piazza tra il 201° e il 300° posto al mondo, preceduto da Roma "La Sapienza" e da Padova, che occupano le posizioni tra 151° e 200° posto. Dopo Pisa, che totalizza uno score di 16,81, si piazzano nella stessa fascia gli atenei di Torino (16,47), Bologna (15,99), Politecnico di Milano (15,86), Milano (15,55) e Firenze (14,83). Ancora più indietro, nelle posizioni dal 301° al 500° posto, ci sono altre 11 università italiane.

In generale, l'Italia piazza 19 atenei tra i primi 500 al mondo, perdendo una unità rispetto allo scorso anno, in una classifica dominata dalle università degli Stati Uniti, con 137 tra le prime 500, seguite dalla Cina (54), in prepotente ascesa, dalla Germania (38) e dal Regno Unito (37).

Gli indicatori presi in esame dall'ARWU di Shanghai sono rigorosi e comprendono i premi Nobel e i riconoscimenti accademici ricevuti, la qualità della ricerca (paper pubblicati e ricercatori più citati) e le performance rispetto al numero degli iscritti. In particolare sono sei i parametri su cui si basa la classifica: premi internazionali di ex studenti (10%) o di ricercatori della singola Università (20%), le citazioni di pubblicazioni scientifiche in Thomson-Reuters (20%), le pubblicazioni "Nature & Science" (20%), le pubblicazioni tecnologico-sociali (20%). Questi parametri sono poi confrontati con lo staff accademico, dando un ulteriore parametro di produttività pro-capite (10%).

"La classifica di Shanghai, che per ampiezza di parametri e per metodologia utilizzata è la più autorevole al mondo – ha commentato il rettore Massimo Augello – conferma la buona qualità media del sistema universitario italiano, che piazza 19 atenei tra i primi 500 al mondo, dietro solo alle superpotenze rappresentate da Stati Uniti, Cina, Germania e Regno Unito e a poca distanza da Australia e Francia, che ne hanno rispettivamente 23 e 22. Di contro, preoccupa ancora una volta l’incapacità del nostro Paese di valorizzare le sue punte di eccellenza, se consideriamo che da diversi anni non abbiamo più una nostra rappresentante tra le prime 100 università al mondo, cosa che quest’anno è riuscita a ben 18 nazioni. L’ARWU ribadisce, inoltre, i risultati già emersi dagli altri principali ranking elaborati da istituti internazionali, che posizionano l'Ateneo pisano ai primi posti in Italia e individuano un gruppo molto ristretto di università che sono stabilmente al vertice della graduatoria nazionale. A questo proposito, va anche considerato il fatto che sia gli atenei che ci precedono, sia quelli che ci seguono in classifica hanno potuto utilizzare negli scorsi anni centinaia di milioni di euro aggiuntivi a testa per potenziare le diverse attività, non avendo rispettato, a differenza dell’Università di Pisa, il limite del 20% nel rapporto tra tasse studentesche e Fondo di Finanziamento Ordinario”.

È stato assegnato al professor Mirko Tavoni, docente di Linguistica italiana all’Università di Pisa, il prestigioso Forschungspreis, il premio che la Fondazione Alexander von Humboldt, istituzione che sostiene la cooperazione scientifica tra il mondo della ricerca tedesco e quello straniero, consegna a studiosi di fama internazionale. Il professor Tavoni ha ricevuto il premio dal presidente della Humboldt Stiftung, il professor Helmut Schwarz, nel corso di una cerimonia tenutasi allo Schloss Charlottenburg di Berlino giovedì 7 luglio nell’ambito del meeting annuale della Fondazione.

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Queste le motivazioni del riconoscimento: “Il professor Mirko Tavoni è uno dei più eminenti studiosi di Dante Alighieri nel panorama internazionale. La sua autorità come massimo esperto di storia della lingua italiana si riflette nella combinazione di grande attenzione dedicata ai testi, alla storia della letteratura e della cultura, all’epistemologia del Medioevo e della prima Età moderna in Italia. In Germania il professor Tavoni svolgerà la sua ricerca sugli aspetti visionari della Divina Commedia presso la Freie Universität di Berlino”.

«Il riconoscimento conferma con evidenza l’alto livello internazionale della ricerca umanistica espressa dall’università italiana e il fatto che tale livello è riconosciuto da istituzioni internazionali prestigiose», ha commentato il professore, che l’8 luglio ha poi partecipato all’incontro dei ricercatori italiani in Germania e dei vincitori di premi e borse Humboldt con la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini presso l'Ambasciata italiana di Berlino. Mirko Tavoni ha curato l’edizione del De vulgari eloquentia per il primo volume delle Opere di Dante pubblicato nella collana “I Meridiani” Mondadori (2011). Fra le sue pubblicazioni più recenti: Qualche idea su Dante, pubblicato dal Mulino (2015). Il professore è anche presidente del consorzio ICoN, una rete di 18 università che opera in convenzione con il ministero degli Affari esteri, nota per la promozione e diffusione della lingua e della cultura dell'Italia nel mondo attraverso tecnologie telematiche.

laura mascaroÈ stato assegnato a una laureata dell’Università di Pisa la terza edizione del Premio nazionale “Amato Lamberti” destinato agli autori delle migliori tesi di laurea sul contrasto alla criminalità organizzata. Laura Mascaro, che ha conseguito il titolo nel febbraio 2016 presso il dipartimento di Storia e Civiltà del sapere, è stata selezionata tra decine di candidati per la tesi “Lamezia Terme e la 'ndrangheta. Omicidi di mafia e assetti geocriminali (1985-2015)”, discussa con Gianluca Fulvetti, ricercatore di Storia contemporanea dell’Ateneo.

La cerimonia di premiazione si è svolta lunedì 27 giugno a Palazzo San Giacomo di Napoli alla presenza del sindaco Luigi De Magistris, Roselena Glielmo, moglie di Amato Lamberti (giornalista e politico scomparso nel 2012, fondatore dell'Osservatorio sulla Camorra della Fondazione Colasanto) e Amedeo Zeni, coordinatore dell’Associazione Amato Lamberti. Il premio, assegnato anche a Diego Gavini dell’Università Tor Vergata di Roma per la migliore tesi di dottorato, è stato consegnato dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti, presidente della Commissione scientifica del premio.

premio laura mascaroIl lavoro di Laura Mascaro è una ricostruzione inedita della storia criminale di Lamezia Terme, in cui sono state pazientemente rintracciate le famiglie di 'ndrangheta più importanti, le loro relazioni e azioni in un trentennio caratterizzato da tre feroci guerre di mafia. Come si legge nelle carte della Commissione parlamentare antimafia “a Lamezia vi operano alcune delle 'ndrine più sanguinarie della Calabria”.

Attraverso la ricostruzione di determinati delitti di sangue, nella tesi è stata mostrata la pesante contaminazione del tessuto economico, politico e sociale. Sono stati indicati anche nomi di attori della “zona grigia” - medici, assicuratori, imprenditori, politici - che hanno concorso, anche recentemente e operando in luoghi anche diversi dalla Calabria (Toscana, Veneto, Irlanda), all'accrescimento del potere e della ricchezza degli 'ndranghetisti. Laura Mascaro ha potuto contare sulla piena collaborazione dei componenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Catanzaro.

Alla cerimonia erano presenti anche gli altri componenti della Commissione scientifica del premio, Nino Daniele, assessore alla cultura del Comune di Napoli, i docenti dell’Università Federico II di Napoli Enrica Amaturo, Gabriella Gribaudi, Giuseppe Acocella, Luciano Brancaccio, Annamaria Zaccaria, il professor Isaia Sales, dell’Università Suor Orsola Benincasa, e il giornalista Arnaldo Capezzuto.

laura mascaro napoli

premio pisa donna 2016Si è svolta sabato mattina la cerimonia di consegna del Premio Pisa Donna 2016. Giunto alla sua XXIX edizione il premio viene attribuito ogni anno dal Sindaco di Pisa su indicazione del Consiglio Cittadino delle Pari Opportunità a donne di ordinaria straordinarietà, che con personalità e determinazione hanno saputo combinare, in modo così specificamente femminile, competenze, esperienze, passione, intelligenza emotiva, unite spesso a una umanità nell'operare al servizio degli altri fatta della capacità di chiamare le cose con il proprio nome e di mettere cose e persone in relazione.

Il premio quest’anno è stato assegnato ex aequo a Maria Grazia Bongiorni, medico cardiochirurga dell’AOUP conosciuta in campo internazionale per la sua tecnica innovativa di estrazione degli elettrocateteri multifunzionanti tecnica che viene indicata nel mondo come il “metodo pisano”; e a Elena Carpi, docente dell’Università di Pisa ricercatrice sofisticata della lingua spagnola e nel contempo donna d'azione. Nel silenzio, con estrema sobrietà, ha aiutato e sostenuto tanti ragazzi e ragazze nelle situazioni più disparate.

«In un momento in cui abbiamo nel nostro paese bisogno di riferimenti per affermare una classe dirigente formata ed impegnata – ha dichiarato il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi - consegniamo un riconoscimento a due donne che dimostrano come si possa essere d’esempio. Due fronti, quello della cultura scientifica e quello della cultura umanistica, entrambi fondamentali e al servizio della comunità. Due eccellenze, abilmente selezionate dal Consiglio Cittadino per le Pari Opportunità, in una città che offre spunti culturali altissimi e che proprio grazie a persone come la dott. Bongiorni e la professoressa Carpi riesce a stare all’avanguardia e a rinnovarsi nell’alta specializzazione. Non è questione di poco conto: la qualità degli studi e dell’insegnamento giocano un ruolo fondamentale per la crescita personale degli individui e per la crescita di tutta la società italiana, tanto più in un momento cosi pieno di incertezze come quello che il referendum inglese ci ha consegnato».

Alla cerimonia erano presenti, oltre alle premiate, il Sindaco Marco Filippeschi; la presidente del Consiglio Cittadino Pari Opportunità Valeria Di Bartolomeo; l’assessora Marilù Chiofalo; il Presidente del Consiglio Comunale Ranieri Del Torto e la presidente della Commissione Cultura Alessandra Mazziotti.

Al termine della cerimonia, dal terrazzo di Palazzo Gambacorti è stato esposto un drappo rosso per ricordare la tragedia dei femminicidi, grazie alle signore del negozio Creativy box di via La Nunziatina che lo hanno realizzato e donato. (Fonte Comune di Pisa).

Nella foto, da sinistra: Maria Grazia Bongiorni, il sindaco Marco Filippeschi, Elena Carpi e l'assessore Marilù Chiofalo.

voices logo 3Porre le basi di una nuova storia sociale dall’Antico Egitto dove non siano al centro i faraoni e le regine ma la gente comune. È questa la sfida della conferenza internazionale Voices, images, and artefacts of ancient craftsmen/women: encountering the material producers of Middle Bronze Age Egypt (2000- 1500 BC)” che si svolge a Parigi il 23 e 24 giugno con il patrocinio dell’Università di Pisa e il contributo della sezione di Scienze Storiche e Filologiche dell’École Pratique des Hautes Études.

Il convegno rappresenta il momento conclusivo di S.H.A.P.E. – Seeing and Hearing the Ancient Producers of Egypt progetto di ricerca internazionale “Marie Curie” di Gianluca Miniaci, ricercatore senior dell’Ateneo pisano (nella foto in basso), che dopo aver conseguito il dottorato a Pisa, ha maturato il suo percorso accademico presso l’University College di Londra, il British Museum, l’École Pratique des Hautes Études di Parigi e il museo del Louvre.

“Per la prima volta, studiosi da tutta Europa si concentreranno sui modi di rappresentazione degli artigiani e sulla percezione che essi avevano del loro stessi – racconta Gianluca Miniaci - portando al centro del dibattito la società egiziana attraverso un approccio multidisciplinare: oltre a egittologi, infatti, saranno presenti anche archeometri, storici del mondo greco e del vicino oriente antico, e antropologi”.

Scopo principale della conferenza è, innanzitutto, definire il profilo degli artigiani antico-egiziani a partire dal lessico e l’iconografia usati, assieme agli artefatti prodotti da essi stessi, così da poter stilare un vero e proprio identikit dell’artigiano egiziano del Medio Regno in termini di competenze, scelte tecniche e stilistiche, posizione sociale, età e persino genere. In secondo luogo, l’intento sarà quello di tracciare le possibili forme di circolazione di idee tra gli artigiani e definire le relazioni sociali e tecnologiche nate nei centri di produzione.

 

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