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Il persistente fascino degli artisti americani e italiani per la cultura dell'antica Roma e del Rinascimento è il tema del convegno internazionale “The Course of Empires: American-Italian Cultural Relations, 1770-1980” che si svolge il 19-20 ottobre 2017 allo Smithsonian American Art Museum di Washington DC. Fra i curatori scientifici dell’evento, come unico storico dell’arte italiano nel comitato organizzatore, c’è Sergio Cortesini, ricercatore del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa.


William Thon Twilight in Rome

William Thon, Twilight in Rome

“Il convegno cerca di aggiornare e ampliare la nostra comprensione delle relazioni culturali americane-italiane dall'era della rivoluzione americana fino alla guerra fredda, invitando a discuterne una pluralità di studiosi internazionali con differenti approcci”, spiega Cortesini.

Tra gli argomenti che saranno toccati, il ruolo dell'Italia e l'Accademia Americana a Roma nel mantenere vive le tradizioni classiche e rinascimentali all’inizio del ventesimo secolo; un esame dei modi in cui la committenza pubblica del New Deal mantenne vivo l’innamoramento per la tradizione rinascimentale dell’affresco; e un'analisi del crescente scambio culturale tra Italia e Stati Uniti nell'era della guerra fredda, con l'inaugurazione della Biennale di Venezia e la formazione della galleria Peggy Guggenheim.

“Nella creazione di identità nazionali, entrambi i paesi si sono rivolti alla storia per ragioni analoghe – conclude Sergio Cortesini - trovare l'ispirazione per le pratiche politiche illuminate, individuare modelli di primato artistico, politico e economico e modalità di difesa dalla decadenza imperiale”.

Il convegno sarà visibile in webcast dal sito dello Smithsonian American Art Museum http://s.si.edu/empires.

cover_inside_copy.jpgIl professore Mario Aldo Toscano, per decenni ordinario di storia e teoria sociale nel nostro Ateneo e direttore del Dipartimento di Scienze Sociali, ha vinto il Premio Carlo Levi per la saggistica nazionale XX edizione 2017 con il libro "Lettere dal sud. Ricordare per esserci" (Asterios Editore).  La cerimonia di consegna del Premio sarà il 9 dicembre 2017 ad Aliano, in provincia di Matera.

Pubblichiamo di seguito una presentazione del volume a firma del professore Prof. Santino Bonsera, Presidente del Circolo "Spaventa Filippi".

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Il volume del prof. Mario Aldo Toscano – che è stato per decenni ordinario di storia e teoria sociale nel nostro Ateneo e Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali – utilizza la forma letterarai e simbolica delle lettere inviate ai lettori e comprende storie e memorie, le prime più rapide e drammatiche, le seconde più discorsive, problematiche, ironiche e paradossali. Lo stile è sempre molto suggestivo e la lettura densa di sorprese, e perciò varia e creativa. Dall'insieme delle vicende narrate emerge un quadro né meridionale né settentrionale, semplicemente umano sebbene con echi e suggestioni che sono collocabili in un sud non territoriale né fisico, ma in una specie di sud dell'anima, non privo di calore e di colore, di grandi limiti e di grandi possibilità sospese tra passato e futuro.

Temi cruciali sono riversati in storie brevi e personalizzati in figure che rimangono nella mente per la loro incisività e capacità espressiva. Il tema della famiglia, così presente nella cultura meridionale, si proietta nelle immagini dolenti di don Frediano e di Natuzzo (Nutuzzu), del prete Donn'Arcangelo (Diverse solitudini), di Elio (Evento sportivo). Il tema della religione viene trattato nella vicenda del giovane Gianadelio (Conversione), nei rapidissimi bozzetti di Don Graziano e dei giovani sposi (Contraddizioni). Il tema della politica ritorna nelle personalità drammatiche di Laviero (Evoluzione) e di Pancrazio (Biografia); quello dell'ambiente nelle descrizioni di casi assai particolari (Scenografie); quello della guerra nella mesta vicenda di donna Marietta (Un caso letterario); quello delle adozioni nella generosa figura di Anacleto Moradei (Aspettando la rivoluzione). C'è poi una discussione, sulla quale l'autore insiste da tempo, sulla fertilità intellettuale della provincia che è in grado di esprimere momenti poetici non privi di intensità e di significato (Amedeo Perilli), o della ricerca storiografica densa di passione locale ma non proprio localistica (Elogio di Egidio). Come si vede, il panorama è vasto e vario e sempre vicino alle cose della vita quotidiana, cosicché fatti e personaggi li sentite davvero prossimi alla vostra esperienza. E ciò si deve ad una qualità descrittiva e interpretativa veramente speciale e che mette insieme metodo scientifico e spirito letterario.

Nella seconda parte del testo, trovate una guida per un viaggio in Basilicata che non è privo di analisi di grande acume sulla complicata situazione urbanistico-economico-sociale del capoluogo, su Matera, su Valsinni e la sua sventurata poetessa, Isabella Morra, su Metaponto, Venosa, la Valle dell'Agri e così via. Niente di celebrativo o di retorico: si tratta di un viaggio del pensiero attraverso le immagini e le rievocazioni e nel quale potreste riconoscere sequenze da voi vissute nella semplicità delle vostre osservazioni talvolta casuali. Un modello sintetico avanza per tappe e vi porta, in una modalità esèressiva tra reale e virtuale, verso problematiche assai attuali. Nello scritto su Viggiano (VigGiano bifronte!), siete indotti a meditare su ciò che si potrebbe fare per il bene pubblico se solo si assumesse una visione meno campanilistica, egoistica, improduttiva, e su quali traguardi di civiltà si possano raggiungere con risorse che solo casualmente, essendo provenienti dal sottosuolo, possono essere assegnate ad amministrazioni locali. Ovviamente salvaguardando in primo luogo, con le metodiche più avanzate e raffinate, la salute fisica e morale dei residenti. L'espediente che viene utilizzato, alquanto parodistico, è quello di una storiografia avvenire che suona una specie di dichiarazione di insufficienza radicale sull'oggi, e su ciò che non si fa per quanto ci siano abbondanti mezzi materiali - provenienti dalla risorse petrolifere - per farlo. La delusione transita nell'amarezza delle occasioni perdute a causa delle mediocrità della politica locale e della sordità degli stessi maggiori organismi produttivi nazionali, incapaci di programmare oltre gli orizzonti più ristretti di un provincialismo inaspettato, vista la loro proiezione internazionale. Esiste un privato nel pubblico, e questo deriva dalla scarsa qualità delle classi di governo sia della realtà sociale che di quella economica.

Un reportage sulla vita intellettuale e accademica in Sardegna, descritta con la consueta verve umoristica e con annotazioni ulteriori molto meditative; e un ultimo dialogo in stile platonico sul consumismo chiudono il testo. Il consumismo ha un'implicazione molto forte per paesi e regioni, come quelle meridionali, coinvolte nei noti processi di assistenzialismo. L'accenno alla cultura piccolo-borghese che impedisce grandi progetti e soprattutto visioni che permettano di avanzare verso il futuro è ben chiaro.

Il volume, per quanto apparentemente descriva il presente e il passato, è contro l'inclinazione retrospettiva e per un'accoglienza delle sfide che ci attendono con la dignità che compete a chi sa ancora costruire la storia. In questo senso le storie e le memorie riportate sollecitano la Storia, e documentano i meriti di un autore originale, che il Premio Carlo Levi - che segue al premio Scanno, al premio Basilicata e al premio Torre di Castruccio - consacra con un ultimo riconoscimento di grande rilevanza nazionale.

Prof. Santino Bonsera
Presidente del Circolo "Spaventa Filippi"

Ambasciatore del cinema italiano in Sud America e Israele per parlare della lingua italiana dei film. Nel quadro della XVII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, il professore Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa è stato invitato dagli Istituti Italiani di Cultura di vari paesi a tenere un ciclo di lezioni e conferenze. Gli appuntamenti in totale sono nove, dal 16 al 26 ottobre, e toccano città come Buenos Aires, Bogotà, Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa. Di fronte ad una platea di studenti e amanti del cinema italiano, Franceschini parlerà della lingua nei film. Le pellicole sulle quali si soffermerà sono “La grande guerra” di Mario Monicelli (1959), “Il sorpasso” di Dino Risi (1962) e “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola (1974).

La commedia all’italiana rappresenta e aiuta a comprendere la storia e il costume dell’Italia del Novecento – spiega Franceschini - Questo è vero anche per il rapporto tra lingua e società, che conosce sviluppi decisivi proprio negli anni Sessanta del secolo scorso”.

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E così nella “La grande guerra”, ad esempio, emerge un’Italia caratterizzata, a livello degli strati subalterni, dall’uso di dialetti o varietà regionali, mentre l’uso dell’italiano è proprio delle élites colte. Tra i due poli ci sono però alcuni “umili” capaci di padroneggiare (entro certi limiti) i codici linguistici più elevati, come fanno i tre protagonisti, interpretati da Gassman, Sordi e Silvana Mangano.

Altro caso emblematico è quello del “Il sorpasso”, road movie ante litteram (tanto che, intitolato in inglese “The Easy Life”, è stato ripreso da “Easy Rider”), di fatto l’epopea del boom italiano degli anni Sessanta. In questo film risalta il nuovo volto linguistico dell’Italia: rispetto agli anni Cinquanta, il dialetto non è più predominante, ma a esso si sostituisce non solo l’italiano ‘ufficiale’ ma, spesso, un intreccio tra l’italiano e i vari dialetti, favorito dall’accresciuta mobilità sociale e territoriale. Stesso rispecchiamento anche in “C’eravamo tanto amati” dove la distribuzione tra i sei protagonisti di italiano e dialetto, italiano standard e dialetto più stretto riflette i cambiamenti della società e delle sue modalità espressive.

“In questo caso – conclude Franceschini - l’opposizione tra i due poli, italiano e dialetto (romanesco), è ben chiara, ad esempio, nel dialogo che contrappone Gianni Perego-Gassman, avvocato e industriale senza scrupoli, italofono e sempre pronto a stigmatizzare gli altrui difetti linguistici, al vecchio Romolo Catenacci-Fabrizi che, pur arricchitosi con l’edilizia, non rinuncia al romanesco e lo usa anzi come scudo difensivo e segnale identitario. Un bell’esempio di intreccio tra italiano e dialetto lo mostra invece Antonio-Manfredi, verso la fine del film: - Che tte pare... li posti a scòla so’ ssolo ducento! La domanda è la seguente. Che vvolemo fa’?... E allora entriamo tutti assieme, nominiamo un comitato unitario di lotta ... e occupàmo la scòla!“.

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Un fine settimana in cui Pisa e la sua Università sono stati protagonisti. A cominciare dal grande successo dell'Internet Festival, un'edizione ricchissima con oltre 200 eventi sparsi in tutta la città. E per rivivere momenti ed emozioni guarda le FOTO, il VIDEO DELL'ALZABANDIERA e i servizi sul Tg3 Toscana della Rai (1 e 2).

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Grande entusiasmo anche per l'11° edizione della Cetilar Pisa Half Marathonche da quest’anno ha avuto nel comitato organizzatore anche l’Università di Pisa e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.  Domenica 8 ottobre la partenza lungo un percorso compreso tra Via Contessa Matilde e Piazza dei Miracoli. 1.500 ateleti in gara e ospite d'onore Carlo Verdone, testimonial dell’Associazione per Donare la Vita Onlus, che ha postato su facebook un selfie di fronte al Rettorato che ha totalizzato 15mila "mi piace". Per rivedere i momenti della manifestazione ecco le FOTO e il servizio Rai sul TG3 Toscana.

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Sabato 7 ottobre si è svolta anche la cerimonia di consegna del "Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani" che è stato assegnato alla storica della musica italiana Margaret Murata, mentre il "Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani per la Scienza" lo ha vinto lo scienziato Lorenzo Moretta. Il Premio Galilei Giovani è andato invece a cinque giovani studiosi fra cui, per l'Ateneo pisano, il dottor Iacopo Fabiani, specialista in Cardiologia, assegnista e dottorando di ricerca dell'Università di Pisa. Le FOTO della cerimonia sono sul profilo Facebook dell'Università.

 

Il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica annuncia con profonda commozione l’improvvisa scomparsa del collega Arrigo Stara, professore associato di Teoria della letteratura nell’Ateneo di Pisa.

Arrigo Stara2Nato a Roma nel 1959, il professor Stara si era laureato con Enrico Ghidetti e aveva lavorato a Bologna con Mario Lavagetto e a Pisa con Remo Ceserani e Francesco Orlando. Nella sua intensa carriera di studioso, si era dedicato alla letteratura italiana del primo Novecento, in particolare alla produzione di Umberto Saba, di cui aveva curato i due Meridiani della Mondadori, Tutte le poesie (1988) e Tutte le prose (2001), oltre al carteggio con Joachim Flescher, Lettere sulla psicoanalisi (Studio Editoriale, 2001). La sua ricerca aveva toccato diversi generi e aree tematiche, tra cui il saggismo e il bestiario novecentesco, il personaggio romanzesco (cui aveva dedicato il pregevole volume L’avventura del personaggio, Le Monnier, 2004) e i rapporti tra letteratura e psicanalisi (Letteratura e psicanalisi, Laterza 2001), che stava sviluppando attraverso originali percorsi nel pensiero freudiano.

I docenti del dipartimento lo ricordano, insieme al personale tecnico-amministrativo, non solo come eccellente studioso, ma come collega leale e sincero, presenza discreta ma sempre preziosa. Ai suoi studenti rimarrà il ricordo di un maestro attento e scrupoloso, capace di trasmettere loro la passione per lo studio della letteratura.

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#IF2017 ha preso il via giovedì 5 ottobre alle ore 15.30 alle Logge dei Banchi: GUARDA LE FOTO e il VIDEO DELL'ALZABANDIERA

Sono le fake news (come nascono, come si riconoscono e come si “smontano”) uno dei fili conduttori di Internet Festiva ed è #sentiment la parola chiave di questa settima edizione, che si apre con un super ospite, Juan Fontcuberta, uno dei fotografi più famosi al mondo, intervistato dal giornalista Michele Smargiassi proprio in tema di “Post-verità: immagini di troppo e immagini mancanti”, giovedì 5 ottobre alle 18.30 al Cinema Arsenale. A chiudere #IF2017 sarà una “vera fake news”: grazie all’installazione progettata dall’architetto Luigi Formicola di Fondazione Sistema Toscana, domenica 8 ottobre dalle 18, sul Ponte di Mezzo si assisterà a una nevicata senza paragoni, a beneficio di fake-selfie e video da condividere sul web. In mezzo a questi due eventi, tanti momenti di approfondimento, entertainment e analisi delle dinamiche economiche e sociali della Rete.

"Da parte dell'Università di Pisa l'impegno e il coinvogimento sono sempre maggiori - afferma la professore Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell'Università di Pisa - una parte significativa di IF2017 si svolge alle Benedettine, un complesso che abbiamo recentemente restaurato e che ospiterà una serie di installazioni e i consueti T-Tour".

Sono infatti oltre 50 le attività per gli studenti, quest’anno concentrate nel Centro Congressi le Benedettine, antico monastero risalente alla fine del XIV secolo, chiuso al culto alla fine degli anni ’60 e recentemente restaurato con aule, auditorium, terrazzi, porticati e un caveau di banca destinato ad attività formative ed eventi. I primi ad essere ospitati saranno i T-Tour di #IF2017, dedicati all’uso consapevole dei social network, laboratori di lingua cinese, riciclo dei dispositivi hi-tech e anche un Restart Party, per imparare a riparare le nostre “appendici elettroniche”.

"Non dobbiamo dimenticare che il Festival ha una grande vocazione formativa e un forte radicamento nella ricerca scientifica - ha aggiunto Nicoletta De Francesco -  e dunque l'impegno dell'Univesità si concentra proprio su giovani e ricerca, con tre pomeriggi di incontri alle Benedettine con docenti, dottorati e studenti per parlare di scienza così come, sempre in tema di giovani, venerdì a parleremo di Erasmus con Sofia Corradi, conosciuta in Italia e in Europa con il soprannome di 'Mamma Erasmus', e il vice ministro Mario Giro".

 

La conferenza stampa pisana di #IF2017 di mercoledì 4 ottobre: da sinistra Andrea Zavanella (Camera di Commercio di Pisa), Nicoletta De Francesco (prorettore vicario Università di Pisa), Marco Filippeschi (sindaco Comune di Pisa), Iacopo Di Passio (presidente Fondazione Sistema Toscana), Domenico Laforenza (direttore IIT-CNR)

 

Ma ecco, nel dettaglio, i percorsi e le aree tematiche più imporatanti di #IF2017

FAKE NEWS, POST VERITA’ E DEMOCRAZIA - In tema “fake news” attesi alcuni tra i più noti “cacciatori di bufale” al mondo, tra cui Paolo Attivissimo e l’ex responsabile della comunicazione strategica della Casa Bianca con Obama, Graham Brookie (venerdì 6). Nell’ambito della sezione Odi@amo attesi i contributi della giovanissima star del web Luciano Spinelli (17 anni), Stella Pulpo (nota per il blog “Memorie di una vagina”), Eleonora Olivieri, Maurizio Tesconi, Matt Stokes. L’esplorazione delle emozioni sarà declinata anche sotto forma di “Follia della Rete”, attraverso l’attualizzazione di Ariosto a cura di Lina Bolzoni. Un viaggio fra parole e immagini, a cui seguirà la proiezione, in prima nazionale, del video delle letture dell’Orlando Furioso da parte di alcune fra le più interessanti voci del teatro italiano, con la presenza dal vivo di Peppe Servillo (sabato 7).

DALLA PRIVACY ALL’ANTITERRORISMO - Al centro di #IF2017 anche la Cybersecurity, sia dal punto di vista dell’Intelligence e delle operazioni di antiterrorismo, che dal punto di vista della sicurezza informatica, dei sistemi di autodifesa delle aziende, degli hacker indipendenti. Gli incontri, coordinati dalla giornalista Carola Frediani, avranno tra i protagonisti alcuni tra i maggiori esperti a livello internazionale e un importante contributo di Emergency, che presenterà la campagna contro la guerra WARS/WAS: Potremo mai sostituire WAR con WAS?, protagonista anche di #Peacetherapy, un’installazione ad alto impatto sotto la Loggia dei Banchi.

ARTE IN RETE - Tante le installazioni, oltre a quella di Emergency: alle Benedettine “The iceberg” esplora il darkweb, “La macchina” l’interazione uomo-macchina, “Heart sync” pulsa secondo il ritmo cardiaco di chi la visita, “Wize Mirror” ci dà un assaggio dei dispositivi diagnostici del futuro interpretando i segni del volto, “Cronos” cattura istantanee del Festival. Alle Logge dei Banchi trovano spazio anche il gigantesco “GRUNF” (“dio dell’Era digitale” fatto di scarti), “Egg sentiment” e “Face2face”, parte del progetto IF Remix sul riuso artistico di materiale delle scorse edizioni di IF.

I BIG DATA E L’IMPRESA 4.0 - Riflettori puntati, poi, sull’influenza dei Big Data nell’approccio al mercato di milioni di aziende nel mondo e sulla trasformazione manifatturiera determinata dalla produzione 4.0. Tra i relatori Vesselin Popov del Cambridge Judge Business School dove conduce progetti tra big data e psicometria predittiva applicata al business e alle community. Altri interventi di Luigi Serio, Anna Giunta, Matteo Vignoli.

WEB MARKETING E 30 ANNI DI .IT - Registro .it festeggia i suoi 30 anni e come sempre guarda alle imprese: nella Scena Digitale del Teatro Lux il giovedì è dedicato al web marketing con Matteo Flora, Gianluca Diegoli, Alessandra Farabegoli, Enrico Marchetto; il sabato spazio alle startup early stage con il Bootstrap in collaborazione con Startupitalia! e il gran finale domenica pomeriggio con "1987/2017: trent'anni di .it", con le storie di Sonia Peronaci, Gazzetta.it, Luca Dini (vanityfair.it), Francesca Barbieri (fraintesa.it), Dirk Pinamonti (CartaSì) e molti altri. Da non perdere il focus sulle nuove frontiere dell’advertising con The day after Carosello, incontro condotto dal direttore di IF2017, Claudio Giua, in cui si analizzeranno i nuovi trend in materia di investimenti pubblicitari. Dalla programmatic advertising per arrivare alle pubblicità moleste e occulte, fino alle più irriverenti campagne di marketing, capaci di conquistare migliaia di follower online (come il caso delle Onoranze Funebri Taffo).

LEGGI, DIRITTI E PIRATI - Copyright e tutela della creatività saranno al centro degli incontri sotto l’insegna Leggi, diritti e pirati, a cura di Fernanda Faini e Dianora Poletti. Tra gli ospiti coinvolti: Giovanni Buttarelli, Alberto Maria Gambino, Antonio Nicita, Giangiacomo Olivi, Mario Bonafé, Francesco Paolo Micozzi, Raffaele Barberio, Marco Bani, Guido Scorza, Isabella Splendore, Fulvio Sarzana.

NUOVE FRONTIERE DEL TURISMO - Due approfondimenti saranno dedicati a uno dei settori chiave del nostro Paese, il turismo. Nel primo si parlerà di accessibilità turistica per i disabili, nel secondo l’attenzione sarà tutta per le nuove frontiere dello storytelling nella promozione dei territori. Argomento a cui si legherà l’area tematica Cibo: etica, piacere e bellezza, per analizzare le problematiche legate all’esigenza di difendere le colture locali, promuovere le diversità dei prodotti, potenziare i mercati di prossimità grazie alla tecnologia e contribuire alla sostenibilità ambientale ed economica. E per capire perché “La pizza non è una bufala” (sabato 7).

TRA MUSICA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA - Lo stato della ricerca in Italia sarà il filo rosso di RIFF: Ricerca, Innovazione, Filosofia e Futuro, format innovativo in cui i responsabili di aziende, atenei e centri studi di eccellenza si confronteranno sul tema della crescita del nostro paese, intervallati da musica e comicità. Tra i relatori coinvolti: Google Engineering con Prabhakar Raghavan, Miguel Benasayag autore del libro “Cervello aumentato, uomo diminuito”, il chirurgo Ugo Boggi, il sociologo politico Joan Subirats.

AGENDA DIGITALE - La Regione Toscana presenterà varie case history legate alle politiche giovanili, a partire da Giovani Sì, agenda digitale e altre iniziative di settore. La Regione sarà inoltre presente con uno spazio alle Logge dei Banchi per illustrare i servizi online. Presso lo stand sarà possibile anche acquisire la propria identità digitale SPID.

GAMEBOX E MARATONE DI SVILUPPO - Ampio lo spazio che IF2017 dedicherà al gaming: nell’area Gamebox sono previste due maratone di sviluppo (jam) per adulti e per bambini, oltre a laboratori, incontri e workshop.

CINEMA, TEATRO E LENIN IN OLOGRAMMA - Teatro, musica, cinema e letteratura all’insegna dell’innovazione saranno protagonisti del programma culturale di #IF2017 (vedi scheda). Da segnalare: lo spettacolo teatrale Rivoluzione 17, curato da I Sacchi di Sabbia, che porterà in scena nientemeno che l’ologramma di Lenin; gli incontri Anelli, ghirlande e scale: l’illusione e il paradosso di Gödel, Escher, Bach, una serie di dialoghi pensati per esplorare l’intreccio che lega arte, musica e matematica.

PAGINE DI CARTA E PAGINE VIRTUALI, TUTTI I LIBRI DI IF2017 - Ricca la sezione Book(e)book, dedicata al tema #sentiment e innovazione, che porterà a IF2017, tra gli altri, Tommaso Novi, con Mi sono scavato la casa, libro autobiografico in uscita insieme a un webgame (sabato 7), Roberto Emanuelli con E allora baciami, Simone Cosimi con Nasci, cresci, posta (venerdì 6), Il Lercio con Lo sporco che fa notizia, Stella Pulpo con Fai uno squillo quando arrivi (sabato 7), Massimo Sideri e Umberto Ambrosoli con Diritto all’oblio, dovere della memoria. L’etica della società interconnessa, Remo Bodei con Geometria delle passioni (domenica 8). Ilenia Zodiaco e Matteo Fumagalli ci guideranno, invece, alla scoperta di Booktube, il canale YouTube animato da chi ama leggere e condividere.

Internet Festival è promosso da Regione Toscana, Comune di Pisa, Registro.it e Istituto di Informatica e Telematica del Cnr, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale Superiore insieme a Camera di Commercio di Pisa, Provincia di Pisa e Associazione Festival della Scienza. La progettazione e l’organizzazione sono a cura di Fondazione Sistema Toscana. Il direttore del Festival è Claudio Giua. Project leader Adriana De Cesare (Fondazione Sistema Toscana). Anna Vaccarelli (IIT-CNR) e Gianluigi Ferrari (Università di Pisa) coordinano rispettivamente il comitato esecutivo e scientifico.

dellamea_copy.jpgOggi la Gipsoteca ospita il convegno di studi "Luciano Della Mea. Un inquieto intellettuale nell’Italia del secondo ’900", organizzato dalla Biblioteca Franco Serantini, in collaborazione con l'Università di Pisa, la Fondazione di studi storici “Filippo Turati” di Firenze e l'Istituto De Martino di Sesto Fiorentino.

Il convegno fa parte del programma "Pisa e il 68”, un ciclo di iniziative dedicate ad approfondire il contesto del '68, curate dall'Ateneo, il Comune di Pisa, la Biblioteca Franco Serantini, il Cinema Arsenale e la Scuola Normale Superiore.

Pubblichiamo di seguito il saluto introduttivo del rettore dell'Ateneo Paolo Mancarella.

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Porto volentieri il mio saluto a questa giornata di studio che ancora una volta attesta l’importante impegno della Biblioteca Franco Serantini nella valorizzazione e trasmissione della nostra memoria storica e nel ripensamento di materiali e di testimonianze da far vivere anche nelle nuove generazioni. Ci tengo a dire che la collaborazione fra l’Università di Pisa e questa istituzione si è rafforzata con le recenti iniziative sui 50 anni delle “Tesi della Sapienza” in febbraio, proprio qui alla Gipsoteca, che hanno annunciato una stagione di incontri e iniziative che avranno un momento centrale nel convegno sul 1968 organizzato a Pisa dall’Università in collaborazione con la Scuola Normale e altre istituzioni cittadine nella primavera 2018.

Non ho mai avuto il bene di conoscere Luciano Della Mea ma, naturalmente, ho avuto modo di entrare in rapporto con lui attraverso il suo lavoro e le testimonianze di suoi amici e compagni che collocavano la sua figura, con un’aura quasi leggendaria, come fratello maggiore di una generazione che, con un sussulto forte, ha cambiato molte cose in questo paese e che, a Pisa, ha avuto forse la prima scintilla e l’epicentro. Mi pare di aver capito che fosse una persona da maneggiare con delicatezza: per motivi apparentemente opposti era, mi dicono, ispido e fragile.
Sentii parlare di lui quando venni a Pisa, era il 1977, e un nuovo sussulto si stava preparando con altri, diversi e forse meno nobili padri.

La sua figura, anche nella fisiognomica, rendeva l’idea di quello che fu un cardine per la politica degli anni del nostro dopoguerra: l’intellettuale. Al contrario di altri, però, non fu mai organico a qualcosa, non ne trasse mai alcuna convenienza, ma seguì, con una propensione che coniugava curiosità e rispetto, le vite e i pensieri di coloro che, come lui, avevano iniziato la vita in salita forse per consentire anche a loro, i “Senzastoria”, un riscatto che lui era riuscito ad ottenere attraverso tante tormentate vicende e un lavoro costante e puntiglioso.

Emblematico di questo fu il suo impegno per Franco Serantini, il giovane anarchico ucciso inerme sui nostri lungarni. Una responsabilità che era già iniziata ben prima di quel tragico episodio e che gli aveva fatto accogliere il giovanissimo studente sardo orfano di affetti nella sua famiglia, per le gite al mare, per i pranzi della domenica, come se vedesse in lui un’immagine speculare di se stesso ragazzo.

Anche per questo, dopo l’omicidio, il suo mobilitarsi, assieme a quello di Umberto Terracini e Lelio Basso, per impedire che l’orrore fosse nascosto, come si tentò di fare, risultò decisivo.
Non voglio dilungarmi su aspetti ed episodi che certamente c’è chi tratterà con maggiore conoscenza e competenza di me.

Voglio solo rammentare qualcosa che, senza averne coscienza, mi aveva fatto incontrare il pensiero trasmesso da questo intellettuale inquieto prima del mio arrivo a Pisa. Furono le parole di una canzone, per me ragazzino milanese, ancor oggi indelebili. Ascoltate chissà in quale cantina da un tipo con gli occhiali spessi e una voce indecifrabile e affannata. Era un testo dialettale, sporco e politicamente scorretto, come si direbbe oggi, scritto e cantato – seppi poi – dal primo dei tanti fratelli minori di Luciano Della Mea, quello vero: Ivan. Una storia disperata di periferia dove si raccontava di un gatto ammazzato, “El me gatt” e che si concludeva con due versi: “L’è la giustissia che me fa tort/ Ninetta è viva ma el gatt l’è mort” (È la giustizia che mi fa torto/ Ninetta e viva ma il gatto è morto).

Sembra una via di mezzo tra un bilancio e un presagio, i fratelli Della Mea avevano e avrebbero incontrato molte volte i torti della giustizia: senza mai rassegnarsi, però.

Alla loro memoria un saluto grato.
A tutti voi un grazie e buon lavoro.

 

 

 

 

Marianne Hepp Come riporta l’articolo del quotidiano svizzero “Freiburger Nachrichten", la professoressa Marianne Hepp del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa è stata eletta per il quadriennio 2017-2021 presidente dello IDV (Internationaler Deutschlehrerverband), l’Associazione Internazionale Docenti di Tedesco. Il nuovo mandato conferma la carica che Marianne Hepp ricopre dal 2009 al vertice di un’istituzione che riunisce attualmente 94 associazioni nazionali di docenti di Tedesco L2 in 85 paesi di tutti i continenti, dedicandosi a questioni di politica culturale e linguistica. Nel suo ruolo di presidente, la professoressa Hepp cura le relazioni internazionali miranti alla promozione e diffusione della lingua e cultura tedesca tra i paesi in cui è lingua ufficiale e il resto del mondo.

Marianne Hepp è professore associato di Lingua e traduzione tedesca. I suoi interessi di ricerca sono rivolti alla morfologia e alla formazione della parola nel tedesco e al rapporto tra generi testuali di uso quotidiano e generi letterari. Dal 2009 si occupa di politica linguistica, con particolare riguardo per la situazione del tedesco come lingua straniera nel mondo.

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L'articolo sul quotidiano svizzero “Freiburger Nachrichten".

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Cosa è emerso dalle indagini archeologiche in Sapienza e alle Terme di Nerone? Quali storie raccontano le tracce del passato che stanno tornando alla luce attraverso un accurato lavoro di scavi? Di tutto questo si parlerà mercoledì 27 settembre, alle ore 18, nell’Auditorium di Palazzo Blu, in un incontro in cui saranno illustrati i primi risultati delle ricerche condotte grazie alla proficua collaborazione tra Università di Pisa, Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Pisa e Livorno e Comune di Pisa. Oltre alle nuove scoperte, saranno proposte alcune ricostruzioni tridimensionali, attraverso le quali ciascuno potrà entrare in contatto diretto con la storia plurimillenaria della città. L’iniziativa fa parte di “Aspettando BRIGHT”, il ciclo di eventi che nel corso di questo mese accompagneranno alla “Notte dei Ricercatori” in programma venerdì 29 settembre.

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A dare il benvenuto e portare i saluti istituzionali ci saranno Cosimo Bracci Torsi, presidente della Fondazione Palazzo Blu che collabora a questa iniziativa, Marco Filippeschi, sindaco di Pisa, Paolo Mancarella, rettore dell’Università di Pisa, Andrea Muzzi, soprintendente presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno. A seguire interverranno Maria Letizia Gualandi, docente di Archeologia classica all’Università di Pisa, Claudia Rizzitelli, funzionario archeologo della Soprintendenza, Fabio Fabiani, docente a contratto di Urbanistica e architettura classica dell’Ateneo pisano. Modera Lisandro Benedetti-Cecchi, prorettore per la ricerca europea e internazionale dell’Università di Pisa. Al termine dell’incontro sarà offerto un aperitivo ai partecipanti.

Verso l'archeologia del futuro
L’archeologia del futuro è virtuale e partecipata, esce dai musei e invade nuovi spazi, ripropone il passato attraverso ricostruzioni e realtà virtuali che vanno ad aggiungersi (e talvolta a completare) le visite ai siti archeologici. Non a caso oggi si parla di «archeologia pubblica», rivolta in primo luogo alle comunità di cittadini che, attraverso il lavoro degli studiosi, possono ‘rivivere’ la storia. Fino a non molto tempo fa l’archeologia si è concentrata principalmente sullo studio e la valorizzazione di monumenti e opere d’arte. Oggi invece l’interesse primario degli archeologi è studiare e raccontare la vita degli uomini del passato, ricostruendo le relazioni sociali complesse che hanno caratterizzato le comunità antiche.

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Conseguenza di questo nuovo approccio è in primo luogo la valorizzazione di siti e contesti archeologici magari meno scenografici, ma ricchi di ‘vissuto’, come la Sapienza o le Terme di Nerone a Pisa, rendendo i visitatori partecipi delle ‘storie’ conservate in quei siti.

Tutto ciò oggi è possibile grazie a tecnologie che permettono di ‘vedere’ anche ciò che non è più conservato o non è accessibile: banche dati che consentono di gestire quantità impressionanti di informazioni, sistemi GIS (Geographic Information Systems) che permettono di raccogliere e rappresentare dati relativi al paesaggio e all’ambiente naturale, modelli 3D che sostituiscono i tradizionali rilievi bidimensionali. E non è solo la ricerca a trarne beneficio, ma anche la valorizzazione dei resti archeologici, che diventano realmente ‘accessibili’ al pubblico, che può ‘vederli’ così com’erano quando erano ancora in vita attraverso vere e proprie visite virtuali.

 

L’Università di Pisa ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Psicologia clinica e della salute a Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, in occasione della visita che il Premio Nobel ha fatto a Pisa per partecipare al simposio internazionale “The Mindscience of Reality”.

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La cerimonia si è svolta giovedì 21 settembre al Palazzo dei Congressi: è stata aperta dai saluti del rettore Paolo Mancarella, cui sono seguite la lettura delle Motivazioni da parte del professor Angelo Gemignani, presidente del Consiglio aggregato del corso di laurea magistrale in Psicologia clinica e della salute, la Laudatio tenuta dalla professoressa Amy Cohen Varela, responsabile di “Mind and Life” Europe, e, dopo il conferimento della laurea honoris causa da parte del rettore, la Lectio Magistralis del Dalai Lama. Tra i presenti vi era anche l’attore Richard Gere, che è un affezionato discepolo del Dalai Lama.

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"Tenzin Gyatso - ha detto il rettore Paolo Mancarella nel saluto introduttivo - è qui come studioso della Scienza della Mente molto interessato a unire la sapienza millenaria della sua cultura con le più recenti acquisizioni scientifiche. Questo pensiero, che appare ai nostri occhi occidentali così laico e razionale, è quello che ha accompagnato il suo importante e rigoroso lavoro di ricerca ed è per questo che il Senato Accademico dell’Università di Pisa ha deliberato il conferimento della laurea honoris causa. È tradizione di questa libera Università conferire questo titolo accademico a personalità che si siano distinte nel lavoro scientifico a prescindere da altro. Nel caso di specie, gli viene riconosciuto il fondamentale contributo in tutti i settori disciplinari della Psicologia".

Nelle Motivazioni del conferimento, il professor Angelo Gemignani ha ricordato che “il Dalai Lama è considerato la più autorevole guida spirituale della tradizione Tibetana del Buddhismo Mahāyāna e, fino a oggi, ha ricevuto numerosi premi, lauree e dottorati honoris causa come riconoscimento del suo messaggio di pace, non-violenza, responsabilità universale e compassione, armonia inter-religiosa e integrazione tra scienza e spiritualità. Nel 1989 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Pace”. Più in particolare, il professor Gemignani ha evidenziato come “i contributi che il Dalai Lama ha apportato alla Psicologia Scientifica Occidentale, e alle discipline ad essa legate, sono vastissimi, mentre per quanto attiene la Psicologia Clinica, il suo lavoro si inserisce appieno nel recente paradigma della ‘Terza Generazione di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale’, contribuendo significativamente al suo sviluppo”. In definitiva, ha concluso, “l’intervento psicologico del Dalai Lama, mirato alla riduzione della sofferenza umana, non si lascia guidare unicamente dal modello buddhista, ma ha dimostrato un’eccezionale apertura alle conoscenze della psicologia scientifica occidentale mediante collaborazioni con illustri scienziati di tutto il mondo”.

La professoressa Amy Cohen Varela ha detto che “siamo qui per onorare un intrepido, infaticabile e acuto esploratore della realtà umana... Il lungo percorso compiuto dal Dalai Lama, dal luogo di nascita in un villaggio di campagna nella provincia di Amdo, è la dimostrazione del potere dell’equanimità e della compassione come unica soluzione con cui si possono dissolvere i conflitti e la violenza. Questo atteggiamento gioiosamente compassionevole e senza paura lo ha reso un leader morale rispettato e amato in tutto il mondo”.

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Nella sua Lectio Magistralis, infine, il Dalai Lama ha ringraziato l'Università di Pisa, sottolineando che “questo riconoscimento, che mi viene conferito da una delle più eminenti e storiche università europee, rappresenta una formidabile conferma del mio continuo sforzo di creare un ponte tra le scoperte riguardanti le scienze della mente dell’antica India e la psicologia contemporanea”. Si è quindi soffermato sui benefici dell’integrazione tra scienza e pratica contemplativa in ambito clinico: "l’applicazione della mindfulness e delle pratiche riguardanti l’amorevole gentilezza e la compassione - ha concluso - si stanno mostrando particolarmente efficaci. Le tecniche derivate dalle tradizioni contemplative vengono utilizzate con successo per trattare condizioni cliniche, quali la depressione, il dolore cronico, le dipendenze e il disturbo post-traumatico da stress”.

Foto in alto, il Dalai Lama con toga e tocco, alla sua sinistra il rettore Paolo Mancarella, alla sua destra alla sua destra Nicoletta de Francesco, prorettore vicario

Foto al centro, il Dalai Lama in toga e tocco e alla sua destra il rettore Paolo Mancarella

Foto in basso, la sala al Palazzo dei Congressi durante il conferimento

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