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Causa allerta meteo arancione per neve dalla mezzanotte di mercoledì 28 febbraio alle 18 di giovedì 1 marzo, emanata oggi dalla Protezione Civile, si comunica la sospensione dell’attività didattica all’Università di Pisa per l’intera giornata di giovedì 1 marzo. La sospensione riguarda lezioni, esami di profitto e ricevimento studenti. Saranno invece regolarmente svolte le sessioni di laurea già previste e saranno aperti tutti gli uffici amministrativi.

Per info e aggiornamenti www.comune.pisa.it
Per eventuali domande contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e consultare: www.comune.pisa.it/alertpisa

Il Rettore

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Leggi l'Ordinanza del Sindaco in cui si dispone la sospensione dell'attività didattica di tutte le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido e l'università, nel territorio comunale per il giorno 1/3/2018. 

 

meteo toscana






















 

 

 

 

 

 

 

Foto da Lamma.it

Analizzare la comunicazione politica sui social media e le interazioni tra politici, media, partiti e cittadini nel contesto della campagna elettorale per le ormai prossime elezioni del Parlamento. Con questi obiettivi è nato il progetto "PoliCom.Online" (http://www.policom.online), che è coordinato dai professori Roberta Bracciale, Massimiliano Andretta e Alessandro Lenci, dell'Università di Pisa, Cristopher Cepernich dell'Università di Torino, e Maurizio Tesconi dell'IIT del CNR di Pisa. Il progetto si avvale della collaborazione di MediaLaB (http://medialab.sp.unipi.it) del dipartimento pisano di Scienze politiche, dell'Osservatorio sulla comunicazione politica e pubblica (http://www.dcps.unito.it/do/home.pl) del dipartimento torinese di Studi politici, del CoLing Lab (http://colinglab.humnet.unipi.it) del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo pisano e dell'Istituto di Informatica e Telematica (http://www.iit.cnr.it) del CNR di Pisa.

I risultati delle attività di ricerca, pubblicati in esclusiva dal sito del quotidiano "la Repubblica", hanno riguardato innanzitutto uno speciale sulle "Emozioni politiche" nel linguaggio dei leader, in cui ognuno dei principali esponenti dei maggiori partiti è stato associato a otto indici che misurano la forza emotiva delle parole usate su Twitter e Facebook. Lo speciale è navigabile e interattivo all'indirizzo: https://goo.gl/WyJcRd e viene aggiornato tutte le settimane con i dati estratti dalle timeline dei leader su Facebook e Twitter (attualmente sono online le analisi delle settimane 31 gennaio–6 febbraio; 7-13 febbraio e 14-20 febbraio).
Il 15, 19 e 21 febbraio sono poi stati pubblicati tre articoli analitici dal titolo "Politici e social, le emozioni che non ti aspetti: cosa si nasconde nei post dei leader" (https://goo.gl/Z2c4ho), "Altro che milioni di follower: ecco quanti utenti seguono davvero i leader politici su Twitter" (https://goo.gl/wchcBF) e "Uguali o diversi? A confronto i programmi elettorali dei partiti in corsa per le politiche" (https://goo.gl/8WxUg7).

Anche negli ultimi giorni che ci dividono dal voto del 4 marzo, il progetto "PoliCom.Online" promette di affrontare nuovi e interessanti aspetti della campagna elettorale. Ulteriori approfondimenti e altre analisi sono disponibili sul sito del gruppo di ricerca: www.policom.online.

 gruppo Bracciale

Gruppo di ricerca
Università di Pisa
Roberta Bracciale, Massimiliano Andretta, Alessandro Lenci, Lucia Passaro, Antonio Martella, Cesar Crisosto, Alessandro Bondielli, Paola Imperatore, Luca Corchia, Chiara Visenti, Michele Toccafondo, Junio Aglioti Colombini, Giammario Spada, Giulia Giorgi, Calogero Dario Bufalino Maranella.

IIT CNR di Pisa
Maurizio Tesconi, Fabio Del Vigna, Piero Paolo Ciullo, Stefano Cresci, Salvatore Bellomo, Tiziano Fagni, Serena Tardelli, Michele Mazza, Viola Bachini (ISTI).

Università di Torino
Cristopher Cepernich, Marinella Belluati, Giulianno Bobba, Antonella Seddone.

copertina Eduardo De Filippo o della comunicazione difficile (Cuepress, 2018) è l’ultimo libro di Anna Barsotti, ordinario di Discipline dello Spettacolo presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere del nostro Ateneo dove insegna “Storia del Teatro e dello Spettacolo” e “Drammaturgia e Spettacolo”.

Gli interessi scientifici della professoressa Barsotti si orientano dalla drammaturgia alla messinscena, all’attore, alle lingue teatrali (con specifico riferimento ai rapporti lingua-dialetto). In particolare, su De Filippo ha scritto il volume Eduardo drammaturgo (1988, Premio Nazionale di critica “Luigi Russo”), e per Einaudi ha curato la nuova edizione della Cantata dei giorni dispari (1995) e della Cantata dei giorni pari (1998) e pubblicato la monografia Eduardo (2003); suo anche il volume Eduardo, Fo e l’attore-autore del Novecento (2007).

Pubblichiamo di seguito una nota di presentazione e due estratti dal volume Eduardo De Filippo o della comunicazione difficile, a firma della professoressa Barsotti.

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Come per i suoi coetanei (non solo) europei, Ionesco e Beckett, il problema centrale novecentesco è, per Eduardo, la comunicazione difficile, talvolta impossibile, fra uomo e uomo, individuo e società, io e mondo. All’origine forse, per tutti, Pirandello; eppure il nostro è un attore-autore, figlio d’arte (oltre che naturale) d’una tradizione partenopea che dal bilinguismo dialetto/lingua ha tratto vigore e resistenza, oscillando fra i due poli. Questo libro ripercorre le tappe d’una drammaturgia eduardiana che va oltre; per la sua radicalità attorica concretizza il problema tematizzandolo, e inaugura una contaminazione teatrale multilinguistica, tra affabulazioni e silenzi, con punte d’espressionismo librate sul confine ambiguo fra reale e fantastico. Raggiunge quindi una sua complessa originalità, proiettandosi nell’oggi. Completa il volume un’ampia Nota su edizioni e varianti e una Bibliografia essenziale ma aggiornata.

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Lo scorcio dal dentro consentirà all’attore-autore di mettere in scena anche la vita fuori: in quella sua Napoli-arnia, mai o quasi mai la città delle ville arroccate e isolate dai giardini, ma comunque la si spacchi, in verticale – i piani alti, i quinti piani – o in orizzontale – i bassi dei ceti più emarginati –, attraversata da odori, profumi o puzze interfamigliari, fiori caffè ragù fritture o mondezze, e collegata dal perpetuo chiamarsi, parlarsi, dimenarsi da un’apertura all’altra, sia finestra o porta o terrazza.

Rifiutare il linguaggio comunicante, per Eduardo, significa rifiutare il mondo: Calogero […] si rinchiude in quel dialogo privato con la scatola – vaso di Pandora e talismano – che è un monologo eterno, elastico, infinito […]. La didascalia finale richiama quella visionica di Natale in casa Cupiello; ma il borghese è senza eredi, nessun altro uomo può più intenderne il messaggio […]: egli parla soltanto con la scatola di un palcoscenico […]. La conclusione della Grande magia coincide, stavolta, con la fantasia solipsistica del protagonista: il finale di partita si chiude con l’allucinata vittoria dell’illusione, divenuta tanto alienante da doversi sostituire alla realtà.

Anna Barsotti

casadei cover"Biologia della letteratura. Corpo, stile, storia" (il Saggiatore, 2018) è l'ultimo libro di Alberto Casadei, ordinario di Letteratura italiana al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica del nostro Ateneo.

Il professore Casadei si è occupato di testi dal Tre al Cinquecento, e di poesia e narrativa contemporanee, anche in una prospettiva comparatistica e teorica. Fra i suoi ultimi studi, Poetiche della creatività. Letteratura e scienze della mente (2011), Dante oltre la “Commedia” (2013), Letteratura e controvalori. Critica e scritture nell’era del web (2014), Ariosto: i metodi e i mondi possibili (2016).

Pubblichiamo di seguito un estratto dalla premessa del volume.

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Se, come già diceva Paul Cézanne, «il colore è il luogo dove s’incontrano il nostro cervello e l’universo» (aforisma non a caso citato da Maurice Merleau Ponty nel suo L'occhio e lo spirito), allo stesso modo è lecito affermare che lo stile indirizza le propensioni biologiche a un’esigenza higher level, quella di rendere le forme convenzionali (i ritagliamenti introdotti nel continuum materiale, come le fisionomie dei corpi e degli oggetti) attrattive e capaci di veicolare nuclei di senso: un’operazione che può risultare conscia o inconscia, o forse, per usare una categoria inventata da Arthur Schnitzler, persino ‘medioconscia’, situandosi su un livello di transizione tra diverse dimensioni di coscienza che sembrerebbe il più adatto all’elaborazione artistica.

L’inserimento dei processi artistici in un continuum biologico-storico-culturale consente di spiegare meglio la componente essenziale per il cambiamento di status di un oggetto (non solo testuale, e non solo verbale) da semplice entità d’uso a opera adeguata per un riuso autonomo nel tempo. Grazie allo stile, inteso appunto come un’elaborazione higher level a partire da forme riconoscibili, non ci si limita a indicare sottili discrimini fra ciò che è creazione e ciò che rimane nel campo della scoperta o dell’invenzione ma si toccano i fondamenti del rapporto dell’artista con il mondo.

Alberto Casadei

fermi copertina libroE’ uscito per i tipi della Pisa University Press “Se il risultato è contrario all'ipotesi. I manoscritti giovanili di Enrico Fermi, un tesoro dell'Università di Pisa”. Nel volume sono pubblicati per la prima volta le copie fotografiche e autografe dei testi di Fermi, nove articoli usciti sulla rivista “Nuovo cimento” che vanno dal 1921 al 1924, corredati da un apparato critico con saggi di Giuseppe Pierazzini, Nadia Robotti, Francesco Guerra, Marco Maria Massai e Paolo Rossi.

Pubblichiamo di seguito la premessa a firma del rettore Paolo Mancarella.

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Il titolo di questa pubblicazione è ispirato da una frase di Enrico Fermi: “Ci sono soltanto due possibili conclusioni: se il risultato conferma le ipotesi, allora hai appena fatto una misura; se il risultato è contrario alle ipotesi, allora hai fatto una scoperta”. Già, le scoperte spesso si fanno proprio guardando oltre.

Nelle pagine che precedono le riproduzioni anastatiche degli scritti di Fermi, un vero e proprio tesoro custodito dalla nostra Università grazie a una donazione dei Lions, leggerete di un giovane molto dotato che si laurea con lode in Fisica all’età di 21 anni che però, nel suo soggiorno pisano, quando non frequenta le nostre aule, è attivo protagonista di imprese insospettabili.

Mette a frutto le sue doti di scalatore, collaudate nei dì di festa sulle vicine Alpi Apuane, per inerpicarsi, in piazza dei Cavalieri, sulla statua di Cosimo e ornargli il capo con un cilindro piumato. In questa sua attività parallela è addirittura collaudatore di ordigni tanto innocui quanto maleodoranti che si presteranno successivamente a una vasta diffusione.

Si conferma che il genio è espressione di una vivacità umana che trova anche altri modi per esprimersi e fa piacere sapere che il giovanissimo Enrico abbia potuto vivere i suoi anni pisani frequentando la spensieratezza. Negli anni successivi avrà modo di sviluppare il suo straordinario talento in un contesto ben diverso, gli anni bui del fascismo.

Com’è noto, colse l’occasione della consegna del Nobel (precocissima anche quella, aveva 37 anni) per allontanarsi definitivamente dall’Italia per un esilio non certo volontario. Sua moglie, Laura Capon, era ebrea e proprio poche settimane prima era stato promulgato il primo regio decreto per la “difesa della razza” che, ironia del destino, fu firmato proprio qui, nella Pisa dei suoi anni più allegri, da Vittorio Emanuele III. Era il settembre del 1938. Anche recuperare la memoria di questi episodi, pur nel loro contrasto e forse proprio per quello, può aiutarci a comprendere meglio il senso della vita e dell’umanità di un genio.

Non mi rimane che citare coloro che hanno ideato e curato questa pubblicazione, realizzata da Pisa University Press, Casa Editrice della nostra Università, e gli autori dei testi (i professori Francesco Guerra, Marco Maria Massai, Giuseppe Pierazzini, Nadia Robotti, Paolo Rossi) a cui, oltre al piacere della lettura e della scoperta di tante informazioni per me inedite, come si vede, ho attinto molto. A loro un grazie di cuore.

Paolo Mancarella
Rettore dell’Università di Pisa

 

Dopo la grande affluenza dello scorso sabato, la Biblioteca di Filosofia e Storia mette a disposizione degli studenti nuove sale aperte fino alle 20, per un totale di 120 posti.

Accogliendo le richieste dei ragazzi, l’Università di Pisa ha infatti recentemente attuato il progetto di prolungare l’orario di apertura della biblioteca in via Pasquale Paoli nei pomeriggi del sabato - fino alle ore 20 appunto - garantendo i servizi bibliotecari di prestito e consultazione. Tale progetto è stato avviato in forma sperimentale a partire da sabato 20 gennaio e si protrarrà fino alla fine di giugno 2018.

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pianodigitale.pngDal 18 al 20 gennaio a Bologna si è svolto "Futura", un evento organizzato da Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) per fare il punto sui primi dueanni del Piano Nazionale Scuola Digitale e rilanciare le politiche per l’innovazione del sistema educativo. Fra i partecipanti ai lavori c'era anche Andriano Fabris, ordinario di Filosofia morale al dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che in questi anni è stato consulente del MIUR per il Piano Nazionale Scuola Digitale sul tema dell'etica delle tecnologie, con particolare riferimento al loro utilizzo in ambito didattico.

Pubblichiamo di seguito un suo breve intervento.

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In che modo l’utilizzo dei dispositivi tecnologici può contribuire all’apprendimento nel caso delle giovani generazioni? Lo può fare per tutte le discipline? Lo può fare qualunque sia l’età degli studenti? Sono domande che da tempo interessano non solo gli studiosi dell’educazione, ma anzitutto gli insegnanti.

Le risposte che a tali domande sono state fornite, in vari paesi del mondo, risultano talvolta diverse fra loro. Comune, però, è la consapevolezza che sia necessario affrontare il problema. Ecco perché il MIUR ha istituito un gruppo di lavoro che ha individuato alcune linee guida sull’argomento. Ho fatto parte di questo gruppo – composto da scienziati, filosofi, pedagogisti, insegnanti, ricercatori – e ho contribuito a redigere il “decalogo” che è stato presentato lo scorso fine settimana.

Di che cosa si tratta? Il punto di partenza è dato dalla constatazione che gli strumenti tecnologici non sono semplicemente dei mezzi di comunicazione, ma costituiscono le chiavi d’accesso a un ambiente che è caratterizzato da una grande attrattività, che incide in maniera profonda nelle vite degli studenti e che non può essere semplicemente rigettato o messo in concorrenza rispetto all’ambiente formativo. La competizione, infatti, sarebbe già perduta in partenza.

Perciò è necessario pensare a una didattica che includa, non già che escluda l’utilizzo dei devices tecnologici, e che se ne serva. Dev’essere perseguita cioè una vera e propria integrazione del loro uso nel contesto della formazione. La questione centrale, però, riguarda come dev’essere concepita e realizzata questa inclusione. Ci dev’essere infatti un punto di equilibrio tra le esigenze dell’apprendimento e le opportunità a cui danno accesso gli apparati tecnologici. Si tratta di opportunità che hanno di solito risvolti ludici o commerciali. L’apprendimento è certo altra cosa. Proprio perciò è necessario distinguere un uso pubblico e un uso personale degli strumenti digitali, e regolamentarli in maniera adeguata e condivisa.

Su questi punti il dibattito si sta oggi sviluppando. Ed è un bene: perché sarebbe non solo illusorio, ma proprio sbagliato, assumere nei confronti delle tecnologie un atteggiamento proibizionistico. Sarebbe come, di fronte all’esistenza di disturbi alimentari, costringere tutti al digiuno, invece che educare a corrette forme di nutrizione.

Adriano Fabris

Da sabato 20 gennaio la Biblioteca di Filosofia e Storia dell’Università di Pisa, situata a Palazzo Carità in via Pasquale Paoli 9, prolungherà il proprio orario di apertura. Tutti i sabati, infatti, la Biblioteca, finora aperta fino alle ore 13, proseguirà l’apertura al pubblico fino alle ore 20, con il servizio di prestito e consultazione.

 biblio home

Inoltre è stata riaperta, dopo i lavori di riqualificazione, l'aula studio posta al piano terra di Palazzo Curini-Galletti, in via Santa Maria 89, che è composta da due piccoli ambienti per complessivi 25 posti banco. Lo spazio, ripristinato dopo alcuni anni di chiusura e dopo ristrutturazione anche dei servizi igienici, fa parte di un edificio che ospita alcune aule dell'area umanistica e dei laboratori del Centro Linguistico d'Ateneo. La sala sarà aperta dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 19.

aula studio1

aspettando_america.jpgÈ uscito per i tipi della Pisa University Press "Aspettando America" di Maxim D. Shrayer, scritto memorialistico ambientato nel 1987, a cura del professore Stefano Garzonio, ordinario di Slavistica al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica.

Pubblichiamo di seguito la Nota alla traduzione italiana.

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Quasi trent’anni fa, nell’anno 1987, arrivai (per la prima volta) in Italia da Mosca. Avevo vent’anni ed ero un rifugiato. Venni qui perché l’Italia aveva aperto i confini e dato ospitalità a decine di migliaia di ebrei che sfuggivano alle persecuzioni – proprio come quando, nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale e della Shoah, l’Italia aveva di fatto consentito a migliaia di sopravvissuti ebrei, per lo più provenienti dall’Europa dell’Est, di entrare, riunirsi, per poi ripartire alla volta di Israele.

Prima arrivai a Roma, nel giugno del 1987, e poi trascorsi oltre due mesi a Ladispoli, una località costiera vicina alla più famosa Cerveteri, che è nota per i suoi tumuli, ossia le tombe etrusche. Arrivai in Italia e mi innamorai del paese e della gente. Questo amore – e questa gratitudine – mi sono rimasti nel cuore per sempre.

Aspettando America, il libro che presento oggi, è la storia di come ho lasciato la Russia, ho aspettato in transito prima di entrare in America, e mi sono innamorato dell’Italia mentre cercavo di rimettere insieme gli elementi essenziali della mia stessa identità – le mie radici ebraiche e quelle russe. Questo è un libro sulla separazione e sull’ingresso in un mondo nuovo.

Sono grato alla mia brava traduttrice, la dottoressa Rita Filanti, al professor Stefano Garzonio, che ha curato il testo e lo ha arricchito di una lucida ed elegante postfazione, e a Pisa University Press per aver dato al mio libro una ospitale casa italiana.

Maxim D. Shrayer
26 August 2017
South Chatham, Massachusetts

cover.pngCarla Dente e Francesca Fedi, docenti del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica sono le curatrici di Journeys through Changing Landscapes. Il volume è il primo di una collana della Pisa University Press che nasce dal progetto di ricerca "Dislocazioni Trasnazionali. Scenari in movimento, individui e comunità, testi ed oggetti idee critiche".

Pubblichiamo di seguito una breve presentazione del libro a firma della professoressa Carla Dente, direttrice della collana.

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È uscito il primo volume della collana Viaggi per scene in movimento, che pubblicherà volumi monografici e collettanei tesi ad esplorare la dinamica transnazionale della ricerca letteraria e linguistica. Journeys through Changing Landscapes è il primo frutto di un progetto di ricerca cui hanno collaborato studiosi di varie nazionalità che frequentano ambiti disciplinari diversi. Tale ricerca a più voci ha trovato coerenza nella prospettiva teorica e analitica della mobilità culturale e nella comune volontà di porre in evidenza itinerari, disseminazioni e scambi che hanno suscitato atti creativi letterari e linguistici e stimolato una più ampia riflessione critica.

Gli studiosi coinvolti hanno superato confini disciplinari e nazionali nell’atto di dare conto della complessità di fenomeni rilevanti per la comprensione della realtà europea: realtà da sempre fatta di incontri, scontri, integrazioni e scarti, e oggi più che mai in divenire perché sottoposta ai contraccolpi della globalizzazione.

I collaboratori al volume danno conto di una varietà di fenomeni che includono migrazioni di individui e di comunità (e i loro effetti sulle culture di contatto), formazioni linguistiche e forme di ibridizzazione, influenze culturali e letterarie, circolazione di miti e di testi, traduzioni e riscritture. Fenomeni spesso interrelati, rivelatori di nuclei fertili di dialogo incrociato fra culture, che richiedono un continuo ripensamento degli strumenti critici indispensabili per interpretare testi e linguaggi.

Carla Dente

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