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Giovedì, 02 Marzo 2023 09:16

Resti di domus romane vicino alla Torre di Pisa

Pisa - Ritrovati i resti di alcune domus romane a due passi dalla Torre. Lo scavo archeologico in piazza Andrea Del Sarto, diretto dal professore Fabio Fabiani del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, ha preso avvio lo scorso settembre 2022 e, dopo un breve periodo di pausa, è stato riaperto nel gennaio 2023. Le indagini finora hanno messo in luce i resti di una o più domus romane degli inizi del I secolo d.C., provviste di pavimenti decorati ancora eccezionalmente conservati e spazi scoperti, probabilmente giardini fiancheggiati da portici. Le gronde erano bordate da gocciolatoi in terracotta, di cui faceva parte un frammento di testa di leone.

Tra le stanze meglio conservate c’è un triclinio, ossia una sala da pranzo, dove i convitati mangiavano e conversavano sdraiati su tre letti sistemati sui lati e sul fondo della stanza, attorno ad un riquadro pavimentale, una sorta di tappeto riccamente decorato. Fra gli ultimi ritrovamenti ci sono poi grandi quantità di frammenti dei rivestimenti delle pareti, in intonaco dipinto, che conservano colori estremamente vivaci e indicano il notevole livello di ricchezza degli abitanti. Molte poi le suppellettili: stoviglie che ancora recano il marchio di fabbrica di officine pisane del I secolo d.C., contenitori da trasporto per vino, olio e salse di pesce, lucerne, pedine da gioco, gemme incise e numerose monete.

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Frammento testa leone

Al momento, lo scavo ha riguardato solo una porzione della piazza, ma i resti delle strutture antiche si estendono sicuramente su tutta l'area. È verosimile che le domus appartenessero allo stesso quartiere residenziale di cui facevano parte le abitazioni già scavate nella vicina Piazza Dei Miracoli, fiancheggiando l’antico fiume Auser. Quest’ultimo, oggi scomparso dal paesaggio urbano, caratterizzava infatti, insieme all’Arno, la Pisa romana.

Lo scavo in Piazza del Sarto ha infatti indagato un ulteriore tratto di questo antico fiume, oltre a quello già scavato presso la stazione di Pisa San Rossore dove sono stati trovati i relitti delle ormai celebri imbarcazioni romane. Tra le sabbie del dell’antico alveo, sono state recuperate grandi quantità di contenitori da trasporto, merci di vario tipo e frammenti del fasciame ligneo di antiche imbarcazioni.

Mosaici rinvenuti negli scavi

Nei secoli seguenti quest'area venne progressivamente abbandonata. Nel IV secolo d.C., quando ormai le domus avevano cessato di essere utilizzate, questa zona della città continuò ad essere frequentata: ne sono prova i resti di strutture (muri e pavimenti in terra battuta) e le ceramiche che lo scavo ha permesso di recuperare. Tra fine IV-V secolo d.C., nell’area ormai diventata periferica si cominciarono a seppellire i defunti in semplici fosse scavate nella terra. Tra VI e VII secolo d.C., infine, la zona diventò un luogo di recupero di materiale da costruzione. In un momento in cui la città aveva evidentemente 'fame' di materiali per realizzare nuove opere, si dette avvio ad operazioni di smontaggio dei muri delle domus, per recuperarne le pietre. Le tracce di questo intervento sono lunghe e profonde trincee che attraversano tutto lo scavo.

L'occasione delle indagini archeologiche è stata offerta dagli scavi per la posa di condutture realizzati da Acque SpA. Allo scavo partecipano studenti e studentesse di Archeologia dell’Università di Pisa e non solo, assegnisti di ricerca, dottorandi e specializzandi.

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Mercoledì, 01 Marzo 2023 09:10

Il Museo di Storia Naturale digitalizza la collezione dei cetacei

Con l’apertura di un profilo Sketchfab, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa mette a disposizione di studenti, ricercatori e pubblico in generale, i modelli 3D dei propri reperti.
Sketchfab è una piattaforma web che consente di pubblicare, condividere, scoprire, acquistare e vendere contenuti 3D. Il sito consente agli utenti di visualizzare modelli 3D su qualsiasi browser mobile, browser desktop, device o visore per realtà virtuale. Gli utenti di Sketchfab possono scegliere di rendere i loro file 3D disponibili per la sola visualizzazione, per il download con licenze Creative Commons o di venderli nel negozio Sketchfab. Nell’ottica di mettere a disposizione e condividere il proprio patrimonio, il Museo ha deciso di rendere scaricabili gratuitamente i propri modelli per chi ne fa richiesta.

Immagine grampo
Modello 3D di uno dei reperti della collezione del Museo di Storia Naturale dell'Ateneo

Il progetto è stato coordinato da Simone Farina, referente dell’Area museale di Zoologia dei vertebrati in collaborazione con il professor Giovanni Bianucci del Dipartimento di Scienze della Terra. Al progetto hanno lavorato anche Marco Merella, dottorando di paleontologia, e due tesiste del corso di laurea in Scienze Naturali ed Ambientali, Giada Bernardini e Gaia Caneve.
Utilizzando uno scanner a luce strutturata in dotazione presso il Laboratorio di Paleontologia dei Vertebrati del Dipartimento è stato possibile digitalizzare molteplici reperti esposti nella Galleria dei cetacei del Museo. Al momento sulla piattaforma sono visualizzabili 30 modelli di cetacei attuali e fossili, ma altri modelli saranno disponibili a breve e l’intenzione è quella di aumentare nel tempo il numero di modelli 3D, anche attraverso la realizzazione di atlanti osteologici virtuali.
“La digitalizzazione del patrimonio, specialmente grazie ai modelli 3D, è sicuramente un’occasione per valorizzare le collezioni museali” afferma la professoressa Elena Bonaccorsi, Direttrice del Museo, “ma anche un’opportunità per attrarre nuovi pubblici e offrire modalità di fruizione alternative. Gli ultimi due anni, con gli accessi contingentati e le chiusure, hanno evidenziato infatti come sia possibile fruire delle collezioni anche in modo diverso e in un contesto interattivo. Pensiamo che il fatto di mettere a disposizione i modelli 3D sulla piattaforma e la possibilità di scaricarli gratuitamente, possa essere una risorsa importante soprattutto per gli studenti e i ricercatori di tutto il mondo, come dimostrano già l’interesse che si è sviluppato intorno al progetto e le interazioni sulla piattaforma.”

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