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Lunedì, 24 Aprile 2023 11:17

Il cordoglio dell'Area medica Unipi per la tragica scomparsa della dottoressa Barbara Capovani

Il presidente della Scuola di Medicina, professor Emanuele Neri, il direttore del Dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica, professor Angelo Gemignani, il direttore del Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia, professor Aldo Paolicchi, e il direttore del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, professor Stefano Taddei, esprimono il profondo cordoglio dell’area medica universitaria per la tragica scomparsa della dottoressa Barbara Capovani.

La dottoressa Capovani era una persona speciale, che sapeva unire le competenze professionali a una carica umana non comune, elementi fondamentali per potersi occupare di un ambito così difficile e complesso quale la salute mentale a livello territoriale. La sua testimonianza è riuscita persino a superare il limite estremo della morte, grazie alla sua volontà di donare gli organi. Grazie a questo gesto di generosità finale, Barbara potrà continuare ad aiutare il prossimo al quale ha sempre dedicato la sua vita.

Tuttavia, al di là di tutte le doverose manifestazioni di cordoglio, quanto è accaduto alla nostra Collega Barbara sconvolge in modo particolare le nostre coscienze in quanto sottolinea ulteriormente la precarietà delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari. E’ inaccettabile che chi svolge con dedizione, competenza e amore un compito così difficile come quello di essere responsabile della psichiatria territoriale possa essere esposto alla folle violenza proprio di coloro verso i quali si presta l’opera di aiuto e cura. Ed è ancora più doloroso pensare che questo avvenimento non è assolutamente una novità, ma è ormai la normalità nella cronaca quotidiana.

In questo momento il nostro pensiero è esclusivo per Barbara Capovani, e siamo vicini a tutti i suoi cari che lascia con un vuoto incolmabile. Ma eventi come questi ci obbligano ad assumerci le proprie responsabilità, ciascuno nel suo ambito di azione, in modo da sensibilizzare le istituzioni a prendere tutti quei provvedimenti necessari perché gli operatori sanitari possano finalmente svolgere il proprio compito in sicurezza e serenità.

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Venerdì, 21 Aprile 2023 06:40

Cinema e filosofia si incontrano nella sala dell'Arsenale

locandina filosofia Cinema homeQuattro appuntamenti con il grande cinema d’autore visto dalla prospettiva di filosofi e filosofe. Si apre giovedì 27 aprile alle 20.30, con la proiezione di Tre colori - Film rosso di Krzysztof Kieślowski introdotto da Alessandra Fussi - presidente del corso di studi aggregato di Filosofia e Filosofia e Forme del Sapere dell’Università di Pisa -, Filosofia al Cinema: la nuova rassegna nata dalla collaborazione tra l’ateneo pisano e il Cinema Arsenale.

“L’idea – spiega Fussi, ideatrice del programma - è quella di incontrare ogni volta un film dalla prospettiva di filosofi e filosofe che provengono da discipline diverse. Apriremo la rassegna con Tre colori - Film rosso che chiude magistralmente la trilogia di Kieślowski sui colori e i concetti della Rivoluzione francese, il rosso rappresenta la fraternità. La proiezione sarà l’occasione per affrontare da una prospettiva filosofica la questione del voyeurismo come cifra del cinema e il ruolo del caso, che disegna imprevedibili vie d’amore e fratellanza fra personaggi che inizialmente si respingono”.

Dopo Film rosso, sarà poi la volta di Rashomon, di Akira Kurosawa (leone d’oro al miglior Film al Festival di Venezia nel 1951), che sarà proiettato il 4 maggio con un’introduzione di Maurizio Iacono che, prendendo spunto dalla trama del film, in cui un episodio di sangue viene raccontato da quattro personaggi in modi radicalmente diversi, affronterà il tema della verità e dell’interpretazione.

L’11 maggio sarà la volta di Giovanni Paoletti, che rifletterà sul concetto di tempo nel film Interstellar di Christopher Nolan, in cui un’umanità affamata e flagellata da fenomeni meteorologici disastrosi deve trovare vie di scampo in altri mondi. Centrale nel film il rapporto fra spazio, tempo e identità personale.

Infine, il 18 maggio, Donatella Fantozzi affronterà da una prospettiva pedagogica La forma dell'acqua, diretto da Guillermo del Toro (Leone d’Oro al Festival di Venezia nel 2017). Ambientato nel 1962 a Baltimora, il film segue le vicende di una donna emarginata e affetta da mutismo che, in un laboratorio governativo di massima sicurezza, riesce a comunicare con una creatura anfibia umanoide che subisce torture nel laboratorio, e fa di tutto per salvarla.

La rassegna, che proseguirà in autunno, si rivolge in primo luogo a studenti e studentesse in filosofia, ma è aperta a chiunque sia interessato.

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