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«Famiglia di ieri, famiglie di oggi. Affetti e legami nella vita intima»
Rita Biancheri, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all'Università di Pisa, ha recentemente pubblicato il volume "Famiglia di ieri, famiglie di oggi. Affetti e legami nella vita intima" (Edizioni ETS). Il volume tenta di rispondere ad alcune domande guardando alla famiglia come fenomeno sociale e non come istituzione immutabile nel tempo: siamo di fronte a una crisi della famiglia o ci sono altri modelli che ne analizzano funzioni e sentimenti? Le categorie con cui interpretiamo i cambiamenti e leggiamo il passato risentono della contrapposizione tra affettività e ragione, sminuendo la ricchezza delle relazioni e la complessità del soggetto?
Qui di seguito pubblichiamo l'introduzione al volume.
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Introduzione
Numerosi interrogativi, a partire dai problemi definitori e dai molteplici significati simbolici del termine famiglia, si pongono a chi studia la sfera privata e, in particolare, se si cerca di superare l'impasse, in un'ottica multidisciplinare, che ha pesato su questo argomento fino agli anni Ottanta. Da sempre terreno di scontri politici e ideologici, spazio dell'intimità ma anche agenzia di socializzazione primaria e luogo di formazione dell'identità, la sua realtà polimorfa e complessa – su cui insistono valori, aspettative, abitudini – si scontra con categorie poco idonee a comprenderne le trasformazioni.
Dalla retorica, che ha confuso la pratica con la sua rappresentazione, all'aumento del fenomeno inquietante della violenza domestica molte questioni richiedono interventi e politiche familiari, se non per risolvere, almeno per cercare di invertire il circolo vizioso in cui è intrappolato il nostro paese (Ferrera 2008): bassi tassi di fecondità e occupazione femminile intorno al 46%, con oscillazioni di alcuni decimali.
Siamo allora di fronte alla crisi (strutturale) della famiglia? Oppure questa deriva dalle discrasie tra realtà e sistemi di welfare non più in grado, non solo per la diminuzione delle risorse materiali, di rispondere, con equità, ai nuovi bisogni?
Sicuramente ci dobbiamo misurare con nuovi modi di stare insieme, ma questo richiede un diverso sforzo concettuale, quella tensione essenziale necessaria per assumere, all'interno dei propri schemi interpretativi, il nodo fondamentale intorno al quale la sociologia è chiamata ad operare che è la«diversità irriducibile di ciascun individuo». Se la nostra condizione quotidiana, è caratterizzata dalla molteplicità delle forme di vita sociale, come si può generalizzare riduttivamente, o meglio impropriamente, il declino della famiglia basandosi su dati esclusivamente quantitativi, o su modelli ritenuti validi per tutti?
Di conseguenza, «il luogo possibile e affascinante della ricerca» rimane il tentativo di individuare il senso della costruzione della nostra esistenza, in un mondo dove le appartenenze sono multiple, i comportamenti non sono determinati solo dalla razionalità strumentale, ma entra preponderante la forza delle passioni – uscita dall'occultamento che è stato compiuto – e, soprattutto, i condizionamenti delle istituzioni non agiscono più in modo prescrittivo e assoluto.
E come è possibile farlo negli «affari»sentimentali, in quei luoghi per eccellenza evanescenti e non soggetti ad alcun determinismo, se non quello dell'unicità del singolo e del momento in cui avviene l'incontro con l'Altro?
Abbiamo nelle pagine del volume «attraversato con consapevolezza» questo territorio incerto e sfuggente tenendo presente le numerose difficoltà fra cui quella di non cadere in sterili contrapposizioni con il passato. Se dal mondo chiuso dell'ordine sociale siamo passati all'universo infinito delle soggettività, come possiamo pensare di semplificare frettolosamente le risposte senza avvalerci del conforto della storia? Più di ieri e meno di domani, necessitiamo di una prospettiva diacronica, di uno sguardo lungo per leggere le trasformazione dell'affettività.
La famiglia deve, dunque, essere osservata come soggetto cruciale della storia e lente privilegiata attraverso cui raccontarne l'orizzonte teorico ed empirico dei mutamenti. Ambito economico e di interessi materiali, «mondo vitale» della solidarietà, dove si intrecciano i rapporti tra i generi e le generazioni; un sistema non affatto omogeneo in cui si combinano, in una molteplicità fenomenica, passato e presente, interessi privati e bene pubblico.
Nell'itinerario che abbiamo disegnato per affrontare un ambito di studio così sfaccettato, cercando di non ridurre la complessità attraverso una semplificazione monocausale dei fenomeni, e cercando di non intorbidire le acque per poter guardare dentro la «scatola chiusa» del quotidiano domestico, abbiamo fatto numerose soste nel pensiero di autori e autrici, ritenuti significativi, riportando ampi brani delle loro opere e fornire a chi legge ulteriore materiale di analisi.
Vola in Antartide una seconda spedizione dell’Università di Pisa
Dopo la partenza di un mese fa dei tre studiosi alla ricerca di meteoriti, il 24 dicembre sono volati in Antartide altri due geologi del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, inseriti nella XXVIII missione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA): si tratta della dottoressa Chiara Montomoli e del professor Natale Perchiazzi, affiancati nella loro attività dal professor Rodolfo Carosi, dell'Università di Torino, che con i loro studi tenteranno di capire attraverso quali processi geologici l'Antartide abbia acquisito la sua attuale configurazione e di ricostruirne la storia nelle varie ere geologiche.
I ricercatori di Scienze della Terra si dedicheranno allo studio del continente antartico così come appare oggi: una vasta area emersa (più grande dell'Europa) ricoperta quasi totalmente da ghiaccio, ma sotto al quale, contrariamente a quanto avviene nell'Artide, esistono rocce che in numerosi punti emergono dal ghiaccio stesso, sono cioè "in affioramento", soprattutto lungo le zone periferiche del continente e in corrispondenza delle fasce montuose. La zona in cui si concentra l'attività di ricerca dei geologi italiani è la porzione settentrionale della Terra Vittoria (Northern Victoria Land), un'estesa regione che si affaccia sulla costa occidentale del Mare di Ross (Ross Sea), proprio a sud della Nuova Zelanda.
L'attività dei ricercatori dell'Ateneo pisano si focalizzerà sulle rocce testimoni di una fase cruciale della storia dell'Antartide, quella che risale al Giurassico, intorno a 180-170 milioni di anni fa. Gli obiettivi principali sono l'acquisizione di una vasta serie di nuovi dati, stratigrafici, sedimentologici, paleontologici, strutturali, petrografici e geocronologici, che consentiranno una migliore caratterizzazione delle successioni vulcano-sedimentarie Triassico-Giurassiche che affiorano lungo la catena Transantartica nella Terra Vittoria. Particolarmente interessanti possono essere le conclusioni relative ai cambiamenti climatici a scala globale verificatisi a seguito dell'attività magmatica avvenuta nel Giurassico inferiore.
L'attività di ricerca farà perno sulla base Italiana del PNRA "Mario Zucchelli", gestita dall'ENEA, che si trova sulla costa del Mare di Ross, nella Baia Terra Nova. Un'attenta pianificazione preliminare dell'attività in Antartide ha permesso di selezionare una serie di affioramenti rocciosi su cui si concentrerà l'attività dei ricercatori. Le località da esplorare saranno raggiunte con una serie di escursioni giornaliere in elicottero, allo scopo di effettuare campionamenti sugli affioramenti rocciosi e chiarire le relazioni e le giaciture delle rocce affioranti.
L'attività di ricerca in Antartide dell'Ateneo Pisano si sviluppa in un vasto insieme di discipline, dalla chimica, alla biologia, alle scienze della terra, con gruppi di ricerca che hanno una notevole esperienza pluriennale di attività in questo ambiente unico in natura. Le ricerche si svolgono nel rispetto degli accordi internazionali previsti dal cosiddetto Patto Antartico, che prevede di "utilizzare" l'Antartide come un grande laboratorio senza interessi di tipo economico o militare seguendo progetti scientifici nazionali e internazionali approvati dallo SCAR (Scientific Committee for the Antarctic Research) che è l'ente scientifico mondiale che esamina e approva i programmi di studio in Antartide.
Durante il periodo di svolgimento della missione (24 dicembre-8 febbraio) sarà cura dei ricercatori pubblicare un "diario" delle loro attività sulla pagina Facebook http://www.facebook.com/SpedizioneInAntartide.
Ne hanno parlato:
CorriereFiorentino.it
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it
ilReporter.it
PisaToday.it
Greenreport.it