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Mercoledì, 12 Luglio 2017 13:13

“Welcome to Pisa” colora i palazzi del quartiere di Porta a Mare

A partire dalla prossima settimana, writers di fama internazionale faranno di alcuni edifici di Porta a Mare la loro superficie di disegno. Un’ondata di colori, diffusa per tutto il quartiere, darà un nuovo volto a una delle aree urbane più dinamiche della città con il primo festival di street art "Welcome to Pisa".

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«Un'iniziativa pienamente inserita nelle linee di politica culturale che stiamo perseguendo, in costante dialogo col territorio, che lascerà in un quartiere ricco di storia e di futuro delle vere e proprie testimonianze monumentali: un contributo alla costruzione di una nuova identità e di ulteriori vocazioni – dichiara l’assessore alla cultura Andrea Ferrante - Pisa può vantare la presenza di "Tuttomondo" e reiterando questa nuova esperienza può costruire in pochi anni un vero e proprio percorso di arte urbana, che certamente potrà sviluppare nel tempo una sua propria attrattività. Un ringraziamento a curatore e ad artisti, che hanno accettato di realizzare questo progetto con spirito di gratuità, e ai sostenitori».

Dal canale mediceo, alle grandi fabbriche della Pisa industriale che furono distrutte dai bombardamenti, alle lotte operaie, Porta a Mare è testimone di parti decisive della storia pisana remota e recente e rappresenta uno dei principali accessi alla città. Oggi, con la ripresa della cantieristica ai Navicelli, l'abbattimento dell'incile e la dislocazione di nuove funzioni urbane, il quartiere è nel pieno di una riqualificazione urbanistica. “Welcome to Pisa” vuole essere un ulteriore passo nel percorso di rinnovamento.

Lo scopo è quello di trasformare il quartiere di Porta a Mare in un distretto di arte contemporanea al fine di promuoverne la diffusione urbana, condividerla e viverla, attraverso 4 obiettivi principali: city beautification (arte come espressione pubblica di bellezza al servizio di tutti), riqualificazione urbana (vincere il degrado e l’anonimato del quartiere), partecipazione attiva della comunità e attrazione turistica. Proprio queste finalità bene innestano il festival nel contesto della città, segnando un collegamento diretto Proprio queste finalità bene innestano il festival nel contesto storico, culturale, artistico e religioso della città, dialogando con l’arte e l’architettura romanica e gotica, “bibbie a cielo aperto”, e segnando un collegamento diretto con la grande scultura in acciaio corten “Stele” di mauro staccioli del 2007 e, a maggior ragione, con il murale “Tuttomondo” di Keith Haring del 1989; da questo luogo ormai iconografico sarà costruito negli anni un percorso artistico che, sulle tracce delle antiche mura e del “trammino”, condurrà all’interno del quartiere per permettere alla comunità e a quei “venticinque visitatori” di manzoniana memoria di riscoprirne l’identità.

Il festival “Welcome to Pisa” è ideato e promosso dal Comune di Pisa, in collaborazione con il curatore Gian Guido Maria Grassi e l'associazione Casa della città Leopolda. La direzione esecutiva dei lavori è affidata a Roberto Pasqualetti, dirigente alla qualità e al restauro dei beni storico artistici. “Welcome to Pisa” ha un partner di primo livello nell’Università di Pisa, che permetterà ai suoi studenti di effettuare tirocini formativi presso l’organizzazione del festival. L'iniziativa gode anche di un entusiastico e rilevante contributo di sponsor e sostenitori privati (Saint Gobain, Caparol) che promette di accrescersi ulteriormente.

«Dando il suo contributo a questa iniziativa, L’Università adempie alle sue funzioni formative, permettendo agli studenti del corso di laurea in Discipline dello Spettacolo di effettuare tirocini formatici curriculari – spiega la prorettrice agli studenti Antonella Del Corso - Inoltre, l’Università dimostra di essere una risorsa per la città può e deve cogliere. Noi siamo sempre pronti a promuovere la collaborazione tra gli studenti e le realtà del territorio, perciò siamo fieri di partecipare a quest’iniziativa».

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Il percorso partecipativo si è avviato con il confronto con i residenti, il Ctp2, le imprese e le associazioni del quartiere. La presentazione ufficiale del progetto al quartiere di Porta a Mare è avvenuta il 10 giugno, durante le celebrazioni di “Porta a Mare in festa”. «Il quartiere ha accolto fin da subito con entusiasmo il progetto – dichiara Bendetta di Gaddo, presidente del Ctp 2 - Dopo aver visto i bozzetti preparatori possiamo dire che i soggetti delle opere saranno coerenti con la storia del nostro quartiere e questo ci rende ancora più interessati e felici dell’iniziativa»

Sono stati individuati i primi edifici che ospiteranno su facciate o muri perimetrali esterni le opere dei writers; gli artisti, tutti giovanissimi, nati tra il 1975 e il 1989, sono riconosciuti a livello internazionale e hanno già lasciato il segno in altre città con le loro opere di street art. I murales saranno realizzati grazie al consenso dei privati che hanno deciso di concedere una parete del proprio edificio per ospitare le opere dei writers. Interventi a cura degli stessi artisti saranno inoltre realizzati nell'area dei Navicelli, col sostegno di Navicelli S.p.A., dove i pilastri del raccordo A12 diverranno una vera e propria galleria a cielo aperto, “il corridoio vasariano della modernità”! Infine, la partecipazione dei residenti, durante le fasi di lavoro, si realizzerà eventi specifici e informali che daranno modo ai writers di relazionarsi con la cittadinanza.

Sarà garantita una continua informazione sui social sulla pagina facebook stART – Welcome to Pisa e sarà realizzato un video-documentario dell'intero percorso. e sarà realizzato un documentario dell'intero percorso dal titolo “Welcome to Pisa: radici di una nuova identità” che è già stato ammesso a partecipare ad importanti concorsi cinematografici come il LFFEC 2018. Il Festival andrà avanti per tutta l’estate e terminerà alla fine di settembre con una festa-vernissage, momento di sintesi delle due anime della manifestazione: comunità e arte.

«L’idea è nata dall’incontro con l’assessore Andrea Ferrante e dall’amicizia con l’artista Teo Pirisi, dall’unione della volontà politica di una riqualificazione urbana, culturale e sociale del quartiere di Porta a mare con una visione pubblica dell’arte – spiega il curatore Gianguido Maria Grassi - È così iniziato un percorso che ha portato alla scelta delle superfici su cui intervenire e alla selezione di alcuni artisti, italiani e stranieri, figurativi e astratti, che raggiungessero sensibilità eterogenee. Di fondamentale aiuto è stata stART, gruppo di giovani ragazzi che hanno sostenuto con entusiasmo e varie competenze l’iniziativa. Come diceva Victor Hugo: “ci sono due cose in un edificio, il suo uso e la sua bellezza; l’uso appartiene al proprietario, la bellezza a tutti: distruggerlo è dunque oltrepassare i propri diritti”».

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Mercoledì, 12 Luglio 2017 07:34

A Elodie Cornez il premio tesi del Laboratorio "Cecille"

Foto Elodie CornezÈ stato assegnato a Elodie Cornez, allieva della Scuola di dottorato di ricerca in Storia, Orientalistica e Storia delle arti, in cotutela tra la professoressa Anna Barsotti, dell’Università di Pisa, e il professor Giorgio Passerone, dell’Università di Lille, il premio tesi 2016 del Laboratorio "Cecille", “Centre d’Etude en Civilisation, Language et Littératures Etrangère EA 4074”.

Elodie Cornez, 31 anni, ora docente all’Università di Lille 3, ha concluso il percorso di studi teatrali, compiuto presso l’Università di Lille, a Pisa e a Lille. Il titolo della tesi di dottorato è “Les langues du théâtre italien contemporain". La tesi affronta con grande perizia multidisciplinare la questione del teatro italiano che riusa creativamente i dialetti nell'ultimo trentennio del Novecento, procedendo però da impostazioni storicamente e teoricamente più ampie (definizione del periodo cronologico di studio e mappatura geografica) secondo uno schema di progressivo approfondimento, cui ha contribuito il soggiorno pisano e la frequentazione dei corsi di Storia del teatro e dello spettacolo e di Drammaturgia e spettacolo (con la professoressa Anna Barsotti come co-tutor).

All'origine, l'interesse per i rapporti lingua-dialetto che segnalano non solo l'Italia, ma il teatro italiano, nel panorama transnazionale; e l'identificazione di una particolarità di questo teatro che ne connota il carattere originale, la figura dell'attore-autore. L’itinerario che ha condotto la Cornez all'approfondimento di un corpus di attori-autori deriva da una cartografia ampia, pur soffermandosi su Paolini, Celestini, Enzo Moscato, Emma Dante e Spiro Scimone. La novità della ricerca consiste anche nel non etichettare i singoli artisti – tutti accomunati dal riuso dei dialetti nelle rispettive lingue teatrali – con formule da cui loro stessi intendono evadere, ad esempio quella del “teatro di narrazione” (che pure implica personaggi come Celestini e Paolini). I capitoli a ciascuno dedicati potrebbero, d'altro canto, figurare come altrettante monografie. Dal punto di vista della lingua teatrale, perno della sua ricerca, la tesi giunge a conclusioni – comunque lasciate aperte – innovative, notando come i confini fra le lingue si siano aperti nella società italiana, con un arricchimento plurilinguistico che accoglie suggestioni dai dialetti delle diverse regioni (reinventati artisticamente) o anche dalle lingue straniere.

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