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L’enigma mineralogico dello zolfo dei Monti Livornesi nel video documentario del Museo di Storia Naturale
“Le collezioni museali non sono soltanto custodi del nostro passato, ma sono anche fucine di idee per le ricerche del futuro”. Questa affermazione trova una sua espressione nel video “Lo zolfo dei Monti Livornesi. Storia di un enigma mineralogico”, realizzato dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra e il Polo Multimediale del Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC). Partendo da un insolito esemplare di zolfo conservato nelle collezioni mineralogiche dell’Ateneo pisano e proveniente dai Monti Livornesi, i ricercatori hanno effettuato una serie di indagini di carattere storico e geologico per cercare di comprenderne la reale provenienza.
In questo studio essi hanno collaborato con esperti naturalisti e collezionisti di minerali attivi sul territorio. Dalle pagine ingiallite dei lavori del geologo Igino Cocchi, ai resti di una collina che non esiste più, attraverso il materiale da costruzione dell’Acquedotto Lorenese che serviva la città di Livorno, i ricercatori hanno dovuto mettere assieme le disordinate tessere di un puzzle che le vicende geologiche ed umane avevano contribuito a confondere. Dalla speranza di aver trovato le tessere giuste, allo sconforto di non averle collocate correttamente, sino alla idea rivelatrice che porta all’eccitazione della scoperta, il video ripercorre le vicende che hanno condotto ad individuare una nuova ed interessante località mineralogica ricca di campioni di zolfo ma che apre una nuova serie di problematiche geologiche che dovranno essere oggetto di future ricerche scientifiche.
Il video è stato realizzato nell’ambito della iniziativa nazionale “Lo zolfo in Italia”, promossa dalla Commissione Musei della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, in occasione dell’Anno della Mineralogia 2022 proclamato dalla International Mineralogical Association. Esso quindi fa parte di una delle iniziative rivolte alla Terza Missione organizzate dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra. La realizzazione del video si è avvalsa delle competenze professionali del personale del CIDIC, che ne ha curato la regia, le riprese e il montaggio. Si tratta della seconda "fruttuosa" collaborazione tra i due centri di Ateneo. L’anteprima del video “Lo zolfo dei Monti Livornesi. Storia di un enigma mineralogica” è stata proiettata in occasione del convegno “Mineralogia della Toscana: 150 anni dopo” che si è svolto presso la sede del Museo di Storia Naturale sabato 21 maggio. Oltre che sulla pagina Youtube del Museo di Storia Naturale, il video sarà anche visibile durante la mostra temporanea “Lo zolfo in Italia” che si terrà dal 6 giugno al 2 ottobre 2022.
Lo zolfo dei Monti Livornesi – Storia di un enigma mineralogico
(video documentario di 8'03’’).
Idea e progettazione: Daniela Mauro, Cristian Biagioni
Sceneggiatura: Daniela Mauro, Cristian Biagioni
Regia: Alessio Sbrana
Riprese drone: GCAVCOM
Interpreti in ordine di apparizione: Daniela Mauro, Franco Sammartino, Riccardo Torri, Massimo D’Orazio, Cristian Biagioni
Ringraziamenti: Azienda Agricola Biologica Cordecimo 2, di Vitale Fabrizio e Carlotta Miniati; Patrizia Gargani, proprietaria dei terreni dove si apre la Buca delle Fate.
Inaugurata la nuova sede dell’Università di Pisa a Tashkent
Con un corso di laurea in Geologia erogato in lingua inglese, l’Università di Pisa inizia la sua avventura in Uzbekistan, dove la scorsa settimana ha inaugurato la sua prima sede estera nella capitale Tashkent. All’inaugurazione era presente una delegazione dell’Università di Pisa formata dal prorettore alla didattica, Marco Abate, il prorettore alla cooperazione e relazioni internazionali, Francesco Marcelloni, il direttore della Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi, il precedente direttore di Scienze della Terra, Sergio Rocchi, la presidentessa del corso di laurea in Scienze Geologiche, Anna Gioncada. La sede si trova all’interno della nuova area che ospiterà il Comitato di Stato per la Geologia e le Risorse Minerarie dell’Uzbekistan.
La sede vista dall'esterno.
L’Università di Pisa avrà a disposizione 7 aule attrezzate che possono ospitare fino a 50 studenti ognuna, laboratori didattici e laboratori di ricerca dotati di moderne attrezzature, una mensa e un dormitorio che può ospitare fino a 600 studenti. La sede sarà gestita in collaborazione con il Comitato di Stato e con l’Università di Scienze Geologiche dell’Uzbekistan. Oltre al corso di laurea in Geologia, in futuro potranno essere affiancati altri corsi di studio.
I locali della mensa.
“È la prima volta che l’Università di Pisa varca i confini nazionali – dichiara Francesco Marcelloni – per portare la sua esperienza e la sua eccellenza in uno dei paesi del Centro Asia, che più sta investendo nell’educazione superiore dei suoi molti giovani. La sede, che non avrà alcun costo per l’Università di Pisa, consentirà di formare 50 geologi ogni anno e di attivare collaborazioni strette tra i geologi uzbeki e i geologi dell’Università di Pisa e contribuirà a rafforzare il legame tra l’Italia e l’Uzbekistan. L’apertura di questa sede si affianca alle tante iniziative intraprese in questi ultimi anni per far conoscere sempre di più l’Università di Pisa all’estero, al fine di promuovere collaborazioni con altre università e attrarre studenti, ricercatori e investitori stranieri a Pisa, generando una forte ricaduta sul territorio.”
“L’Uzbekistan è un paese estremamente ricco di risorse minerarie – aggiunge Luca Pandolfi – e fortemente interessato a una loro gestione in un quadro di sviluppo sostenibile. La collaborazione con il Comitato di Stato uzbeko è quindi di grande interesse per la ricerca di base e applicata della nostra università nell’ambito delle discipline geologiche. La visita a Tashkent è stata l’occasione non solo per visitare le strutture che ospiteranno i futuri studenti nella nuova sede e mettere a punto la parte logistica necessaria all'apertura del corso di laurea, ma anche per gettare le basi di una stretta e proficua cooperazione scientifica”.