Giacomo Lorenzini è il primo direttore del neonato Centro per lo studio del cambiamento climatico dell’Ateneo
Il professor Giacomo Lorenzini è il primo direttore del neonato Centro interdipartimentale di ricerca per lo studio degli effetti del cambiamento climatico (CIRSEC) dell’Università di Pisa. Docente di Patologia vegetale del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, e membro del Senato Accademico, il professore resterà in carica per i prossimi tre anni.
La mission del Centro è quella di promuovere, coordinare e svolgere studi e sostenere il trasferimento tecnologico sul tema del cambiamento climatico e attualmente vi aderiscono i dipartimenti di Biologia, Scienze politiche e Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, per un totale di 72 docenti.
“Per noi sarà prioritario confrontarci con i vari stakeholder, a cominciare dagli amministratori pubblici e dai policy maker su scala locale, regionale e nazionale – spiega Lorenzini – il Centro promuoverà inoltre eventi scientifici e corsi di formazione, aggiornamento e divulgazione rivolti a professionisti, produttori, associazioni e cittadini, e naturalmente una particolare attenzione sarà data anche all’educazione ambientale, con il coinvolgimento di insegnanti e alunni”.
La dieta degli abitanti di Luni nell’età tardo antica? Era molto ricca e a base di carne
Anfore per vino, olio e salse di pesce, vasellame da cucina e da tavola e, ancora, in grande quantità, ossa di animali residuo dei pasti. L’ultima campagna di scavi dell’Università di Pisa condotta a Luni ha portato alla luce nuovi reperti che documentano la vita quotidiana dei lunensi nell’età tardo antica fra VI e VII secolo dopo Cristo.
“E’ emerso che gli abitanti dell’area consumavano vino ed olio provenienti dai mercati mediterranei, in particolare dal Nord-Africa, dall’Asia minore e dalla fascia costiera siro-palestinese, e che avevano una dieta molto ricca, a base di carne – racconta la professoressa Simonetta Menchelli dell’Ateneo pisano che ha diretto gli scavi - lo studio dei reperti delle ossa e dei vasi da cucina ha evidenziato infatti un notevole consumo di maiale, ed anche di bovini ed ovini, oltretutto macellati in giovane età, indizio di una comunità con un alto tenore di vita”.
Gli scavi in corso
Complessivamente, la campagna di scavi che è terminata lo scorso ottobre ha interessato il settore meridionale di Luni, presso Porta Marina, e quello settentrionale, documentando una complessa stratificazione databile dall’epoca romana sino al VII-inizi dell’VIII secolo, quando la città passò dal dominio bizantino a quello dei Longobardi.
In particolare gli archeologi hanno portato in luce cospicui resti di due domus romane costruite agli inizi I sec. a.C. e già individuate negli anni precedenti. Nella domus meridionale sono stati ritrovati dei pavimenti a mosaico e, al di sotto, i resti di un’altra domus costruita intorno al 130 a.C., sulla quale fu costruita, ampliandola, quella del I secolo. Su quest’ultima residenza, nel corso del II secolo d.C. si impiantò un ulteriore edificio quadrangolare di notevoli dimensioni, diviso in almeno tre ambienti, per la cui sottopavimentazione furono utilizzati grossi frammenti di intonaco dipinto – prevalentemente di secondo stile pompeiano -, con tutta probabilità derivati dalla distruzione dei muri della domus sottostante. Il riutilizzo di strutture preesistenti è testimoniato anche nell’area della domus settentrionale, occupata nel IV-V sec. d.C. da un impianto artigianale per il lavaggio e la produzione di tessuti. Qui gli archeologi hanno individuato i resti di vari edifici costruiti in parte sfruttando i muri preesistenti e in parte con strutture lignee, in particolare tettoie rette da pali. Fra tutti è risultato particolarmente ben conservato un lungo ambiente rettangolare con il focolare al centro, una struttura tipica delle abitazioni di età tardo antica/altomedievale.
Un frammento di intonaco dipinto appena portato in luce
Gli scavi sono stati svolti in regime di concessione da parte della Soprintendenza Archeologica Liguria e in sinergia con il Museo Archeologico Nazionale di Luni. Hanno partecipato studenti dell’Università di Pisa, dell’Istituto Parentucelli Arzelà di Sarzana e del Liceo Costa di La Spezia, coordinati sul campo dal dottore Paolo Sangriso, con i dottori Stefano Genovesi, Alberto Cafaro, Silvia Marini, Rocco Marcheschi. In particolare, lo studio dei reperti archeoozoologici è stato eseguito da Julie Reynaert dell’Università di Ghent, con Traineeship Contract con l’Università di Pisa.
Al progetto degli scavi hanno inoltre partecipato il professore Adriano Ribolini del Dipartimento Scienze della Terra (con gli studenti della Laurea Magistrale in Geofisica di Esplorazione ed Applicata) per le indagini Ground Penetrating Radar volte all’individuazione delle strutture sepolte e il professore Vincenzo Palleschi del CNR di Pisa per le rilevazioni mediante drone per la modellazione delle strutture in 3D.
I risultati della campagna archeologica sono stati presentati nel corso di un open day, sabato 20 ottobre, con visite guidate agli scavi, esposizione dei reperti e punti informativi sulla metodologia, gli strumenti e le tecniche utilizzate. L’evento ha registrato un notevole successo di pubblico, con la partecipazione di oltre 170 visitatori.
INVITO STAMPA L’ICT non è roba da donne?
Venerdì 9 novembre alla scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa si parlerà di questione di genere e rivoluzione digitale, i colleghi giornalisti sono invitati a intervenire alle 11
Venerdì 9 novembre dalle 10 nell’aula magna Pacinotti della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa (Largo Lucio Lazzarino), sei scienziate si racconteranno a studenti e studentesse universitarie e delle scuole superiori. L’occasione è l’incontro “L’ICT non è roba da donne?”.
Saranno presenti, le organizzatrici, Lucia Pallottino e Maria Sabrina Greco, Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione di Pisa, Nicoletta De Francesco, prorettrice Vicaria dell’Università di Pisa, Mirella Cocchi presidentessa del comitato Pari Opportunità della Regione Toscana, Giuseppe Anastasi, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Paolo Pesciatini assessore all’innovazione del Comune di Pisa.
Scienziate e rappresentanti delle istituzioni saranno disponibili a rispondere alle domande dei giornalisti alle 11.00.
Programma
Registrazione 10:00 - 10:30
Saluti Istituzionali 10:30 - 11.20
Cristiana Rita Alfonsi (Regione Toscana)
Paolo Pesciatini (Assessore all'Innovazione Comune di Pisa)
Nicoletta De Francesco (Prorettrice Vicaria Università di Pisa)
Alberto Landi (Preside della Scuola di Ingegneria Università di Pisa)
Nadia Pisanti (Comitato Unico di Garanzia Università di Pisa)
Mirella Cocchi (Commissione Regionale Pari Opportunità della Toscana)
Giuseppe Anastasi (Direttore Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione)
Introduzione 11.20 - 11.30
Lucia Pallottino (Università di Pisa)
Interventi 11:30 - 13.00
Mariagrazia Dotoli (Politecnico di Bari): Viviamo in un mondo Automatico: presentazione, prospettive ed esperienze della "hidden technology"
Maria Sabrina Greco (Università di Pisa): Il radar e il fantastico mondo delle telecomunicazioni
Tiziana Catarci (Università la Sapienza di Roma): Un altro genere di ICT
Pranzo 13.00 - 14.00
Interventi 14:00 - 15.30
Dajana Cassioli (Università degli Studi dell'Aquila, WIE AG IEEE Italy Section): I servizi ICT innovativi per la valorizzazione del patrimonio culturale a L’Aquila
Chiara Bodei e Linda Pagli (Università di Pisa): Informatica: un paese per donne
Barbara Mazzolai (Istituto Italiano di Tecnologia): I robot del futuro? sono soffici e bioispirati!
Discussione e conclusioni 15:30 - 16.10
Il professore Lorenzini primo direttore del neonato Centro per lo studio del cambiamento climatico
Il professor Giacomo Lorenzini è il primo direttore del neonato Centro interdipartimentale di ricerca per lo studio degli effetti del cambiamento climatico (CIRSEC) dell’Università di Pisa. Docente di Patologia vegetale del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, e membro del Senato Accademico, il professore resterà in carica per i prossimi tre anni.
La mission del Centro è quella di promuovere, coordinare e svolgere studi e sostenere il trasferimento tecnologico sul tema del cambiamento climatico e attualmente vi aderiscono i dipartimenti di Biologia, Scienze politiche e Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, per un totale di 72 docenti.
“Per noi sarà prioritario confrontarci con i vari stakeholder, a cominciare dagli amministratori pubblici e dai policy maker su scala locale, regionale e nazionale – spiega Lorenzini – il Centro promuoverà inoltre eventi scientifici e corsi di formazione, aggiornamento e divulgazione rivolti a professionisti, produttori, associazioni e cittadini, e naturalmente una particolare attenzione sarà data anche all’educazione ambientale, con il coinvolgimento di insegnanti e alunni”.
La dieta degli abitanti di Luni nell’età tardo antica? Era molto ricca e a base di carne
Anfore per vino, olio e salse di pesce, vasellame da cucina e da tavola e, ancora, in grande quantità, ossa di animali residuo dei pasti. L’ultima campagna di scavi dell’Università di Pisa condotta a Luni ha portato alla luce nuovi reperti che documentano la vita quotidiana dei lunensi nell’età tardo antica fra VI e VII secolo dopo Cristo.
“E’ emerso che gli abitanti dell’area consumavano vino ed olio provenienti dai mercati mediterranei, in particolare dal Nord-Africa, dall’Asia minore e dalla fascia costiera siro-palestinese, e che avevano una dieta molto ricca, a base di carne – racconta la professoressa Simonetta Menchelli dell’Ateneo pisano che ha diretto gli scavi - lo studio dei reperti delle ossa e dei vasi da cucina ha evidenziato infatti un notevole consumo di maiale, ed anche di bovini ed ovini, oltretutto macellati in giovane età, indizio di una comunità con un alto tenore di vita”.
Complessivamente, la campagna di scavi che è terminata lo scorso ottobre ha interessato il settore meridionale di Luni, presso Porta Marina, e quello settentrionale, documentando una complessa stratificazione databile dall’epoca romana sino al VII-inizi dell’VIII secolo, quando la città passò dal dominio bizantino a quello dei Longobardi.
In particolare gli archeologi hanno portato in luce cospicui resti di due domus romane costruite agli inizi I sec. a.C. e già individuate negli anni precedenti. Nella domus meridionale sono stati ritrovati dei pavimenti a mosaico e, al di sotto, i resti di un’altra domus costruita intorno al 130 a.C., sulla quale fu costruita, ampliandola, quella del I secolo. Su quest’ultima residenza, nel corso del II secolo d.C. si impiantò un ulteriore edificio quadrangolare di notevoli dimensioni, diviso in almeno tre ambienti, per la cui sottopavimentazione furono utilizzati grossi frammenti di intonaco dipinto – prevalentemente di secondo stile pompeiano-, con tutta probabilità derivati dalla distruzione dei muri della domus sottostante. Il riutilizzo di strutture preesistenti è testimoniato anche nell’area della domus settentrionale, occupata nel IV-V sec. d.C. da un impianto artigianale per il lavaggio e la produzione di tessuti. Qui gli archeologi hanno individuato i resti di vari edifici costruiti in parte sfruttando i muri preesistenti e in parte con strutture lignee, in particolare tettoie rette da pali. Fra tutti è risultato particolarmente ben conservato un lungo ambiente rettangolare con il focolare al centro, una struttura tipica delle abitazioni di età tardo antica/altomedievale.
Gli scavi sono stati svolti in regime di concessione da parte della Soprintendenza Archeologica Liguria e in sinergia con il Museo Archeologico Nazionale di Luni. Hanno partecipato studenti dell’Università di Pisa, dell’Istituto Parentucelli Arzelà di Sarzana e del Liceo Costa di La Spezia, coordinati sul campo dal dottore Paolo Sangriso, con i dottori Stefano Genovesi, Alberto Cafaro, Silvia Marini, Rocco Marcheschi. In particolare, lo studio dei reperti archeoozoologici è stato eseguito da Julie Reynaert dell’Università di Ghent, con Traineeship Contract con l’Università di Pisa.
Al progetto degli scavi hanno inoltre partecipato il professore Adriano Ribolini del Dipartimento Scienze della Terra (con gli studenti della Laurea Magistrale in Geofisica di Esplorazione ed Applicata) per le indagini Ground Penetrating Radar volte all’individuazione delle strutture sepolte e il professore Vincenzo Palleschi del CNR di Pisa per le rilevazioni mediante drone per la modellazione delle strutture in 3D.
I risultati della campagna archeologica sono stati presentati nel corso di un open day, sabato 20 ottobre, con visite guidate agli scavi, esposizione dei reperti e punti informativi sulla metodologia, gli strumenti e le tecniche utilizzate. L’evento ha registrato un notevole successo di pubblico, con la partecipazione di oltre 170 visitatori.
Fig.1. Gli scavi in corso.
Fig. 2. Un frammento di intonaco dipinto appena portato in luce
Fig. 3. Un’abitazione tardoantica in corso di scavo.
Fig. 4. L’open day a Luni (20 ottobre 2018)
Lo zen e l’arte della lotta alla corruzione
Lo zen e l’arte della lotta alla corruzione (Altraeconomia, 2018) è l’ultimo libro di Lucio Picci e Alberto Vannucci. I due autori, esperti a livello internazionale sul tema della corruzione, insegnano rispettivamente alle università di Bologna e Pisa. Alberto Vannucci dirige inoltre il Master universitario in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, in collaborazione con Libera e Avviso Pubblico.
Pubblichiamo di seguito alcuni estratti dall’introduzione del libro.
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Per raggiungere un obiettivo di conoscenza, nello Zen ci si deve distanziare da esso, per guardare altrove e, in un certo senso, scartare di lato. E così, per lottare contro la corruzione noi sosteniamo che sia utile, anzi, indispensabile, fare qualcosa di simile e ragionare soprattutto d’altro. Solo per questa via, andando al di là del pensiero corrente, si può alla fine raggiungere il Satori, ovvero, la comprensione della verità dello Zen. E in modo analogo, per questa via indiretta e “orientale”, si può costruire un piano credibile per combattere seriamente la corruzione.
Il lettore troverà in questo libro da una parte leggerezza e distacco, e dall’altra, serietà e preoccupazione. Crediamo che atteggiamenti così contrastanti non solo possano, ma anzi, in un certo senso, debbano coesistere. Solo distanziandosi dal problema, evitando reazioni istintive spesso inutili o peggio dannose, per quanto provocate da un comprensibile sdegno morale; solo guardando altrove, senza perdere l’orientamento su quali siano le ragioni e le nostre finalità ultime, possono nascere nuove idee e proposte sensate per affrontare il problema.
Proposte indirizzate a chi? Non certo “al Principe”. Questo libro non è rivolto a chi governa per un semplice motivo, lo stesso chealimenta la contraddizione insita nella natura stessa della lotta alla corruzione. Se la corruzione rappresenta un equilibrio perverso che chiama in causa tutti i cittadini, soluzioni calate dall’alto e in un certo senso tecnocratiche, indipendenti da una consapevolezza diffusa e da un consenso popolare, sono quasi sempre inutili, velleitarie e inconcludenti.
Le nostre proposte sono rivolte invece alle italiane e agli italiani, con un duplice auspicio. Primo, che i cittadini imparino a riconoscere meglio la natura di un problema complesso e dalle mille sfaccettature. E, di conseguenza, a non farsi abbindolare da ricette miracolistiche che vengono spesso spacciate per soluzioni risolutive, e che tali non sono.
Noi speriamo che le proposte che avanziamo, sicuramente eterodosse rispetto alle ricette semplificate che vanno per la maggiore, possano divenire il fondamento di richieste rivolte “alla politica”, ma anche - in una certa misura - a ciascun gruppo e formazione sociale. E che rappresentino un metro di giudizio per valutare la credibilità dei programmi e delle proposte avanzate nel dibattito pubblico.
Dovremo però procedere con ordine. Così nel primo capitolo porremo le basi per l’analisi successiva, cercando di chiarire che cosa sia la corruzione: solo definendone il concetto possiamo porci il problema di misurarne l’entità, e quindi di valutarne effetti e cause da un lato, possibili strumenti di contrasto dall’altro. Della misurazione della corruzione ci occupiamo nel secondo capitolo, le cui conclusioni sono fin d’ora riassumibili con un messaggio semplice e un po’ scoraggiante: la corruzione è un problema complicato, tutte le misure di cui disponiamo sono non solo imperfette, ma potenzialmente fuorvianti, e dunque vanno prese con le molle. Attingendo da più fonti d’informazione tentiamo comunque di dare una risposta a una domanda che sicuramente interessa molti: quanta corruzione c’è in Italia, e com’è cambiata nel tempo. Armati della nostra conoscenza, per quanto imperfetta, circa la diffusione del malaffare, e sulle sue caratteristiche, nel terzo capitolo ne consideriamo cause ed effetti, quasi sempre legati tra loro fino ad alimentare veri e propri “circoli viziosi”. Nel quarto capitolo ci occupiamo di come siano strutturate le politiche anticorruzione nei due pilastri della repressione e della prevenzione. Dedichiamo infine l’ultimo capitolo, il quinto, a descrivere quelle caratteristiche “Zen” che a nostro avviso quelle politiche dovrebbero assumere.
E da qui ad allora - si rassicuri il lettore - si incontreranno molteplici divagazioni che sicuramente faranno perdere la strada - perché, e valga come primo kōan (affermazione paradossale, e pratica meditativa Zen) da noi inventato -: “per scoprire la propria destinazione, è necessario perdersi”.
Lucio Picci e Alberto Vannucci
INVITO E COMUNICATO STAMPA Gli studenti dell’Università di Pisa incontrano le imprese metalmeccaniche di Confindustria Livorno - Massa Carrara
Si svolgerà giovedì 8 novembre dalle ore 9.30 presso l’Aula Magna del Polo didattico delle Piagge di Pisa il secondo incontro fra le imprese di Confindustria Livorno-Massa Carrara e l’Università di Pisa. Dopo il comparto chimico, è ora la volta delle imprese metalmeccaniche, che si racconteranno agli studenti del quarto e quinto anno dei corsi di laurea di Ingegneria meccanica, elettronica, elettrica, gestionale e aerospaziale dell'Università di Pisa, nonché a quelli del dipartimento di Economia e Management.
Le imprese Magna Closures, Pierburg Pump Technology Italy, SKF Industrie, Kayser Italia, Leonardo, Nuovo Pignone, P.E.S., Tenaris Dalmine porteranno la propria testimonianza, evidenziando le figure e le competenze professionali di cui hanno bisogno e i progetti di ricerca mirati al trasferimento tecnologico tra università e imprese.
I dipartimenti dell’Università di Pisa a loro volta presenteranno alle imprese la loro offerta di ricerca indirizzata al trasferimento tecnologico per consolidare ed ampliare il rapporto col mondo imprenditoriale.
Durante l’incontro è inoltre previsto uno spazio nel quale altre imprese associate a Confindustria Livorno-Massa Carrara potranno incontrare gli studenti, nello specifico Arcelor Mittal, Elettromar, Euro Motor Service, Prometec, Sime, Sintecnica Engineering, SMS Operations Italia.
Einstein a Flatlandia
"Einstein a Flatlandia" è il titolo della conferenza che Giancarlo Cella terrà giovedì 8 novembre alle 21 al Museo degli Strumenti di Fisica della Cittadella Galileiana (Via Bonanno Pisano, 2, Pisa). Il professore Cella dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - sezione di Pisa accompagnerà il pubblico in un viaggio alla scoperta dello spazio-tempo curvo, dei buchi neri e delle onde gravitazionali. Punto di partenza il romanzo Flatlandia: racconto fantastico a più dimensioni scritto nel 1884 dall’inglese Edwin Abbott in cui si narra di un mondo bidimensionale, spassosa parodia della società vittoriana.
L'incontro, a ingresso gratuito e organizzato in collaborazione l’associazione culturale La Nuova Limonaia e la Ludoteca Scientifica, fa parte del ciclo “I giovedì della Cittadella Galileiana”, cinque appuntamenti di giovedì dall’11 ottobre al 15 novembre che hanno come filo conduttore l’intersezione e lo scambio tra saperi.
Spettacolo di Giocoleria
Sabato 10 novembre, dalle 18, in occasione della Notte Blu di Pisa nelle vie del centro storico, si tiene uno spettacolo di giocoleria con artisti pisani.
L’evento, organizzato dall’associazione BEATS, è realizzato con il contributo finanziario dell'Università di Pisa per le attività autogestite degli studenti.
Per informazioni: https://www.facebook.com/uiilillio7/
Psicologia perinatale: aspetti normali e patologici
Sede
Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica
Obiettivi
Il corso ha l’obiettivo di:
- formare figure professionali che possono operare nell’ambito delle strutture ospedaliere, assistenziali, territoriali, domiciliari con competenze medico-psicologiche in ambito perinatale per un approccio integrato alla cura della persona;
- fornire le conoscenze teoriche e pratiche necessarie all’assistenza alla perinatalità tramite un’equipe integrata e multidisciplinare di operatori medici, sanitari e socio-sanitari;
- fornire gli strumenti utili per la valutazione del benessere psicofisico dei genitori nel periodo perinatale;
- creare figure professionali che possono progettare interventi clinici, assistenziali e di ricerca in ambito perinatale in un’ottica integrata medico-psicologica.
Requisiti per l'ammissione
Sono ammessi i candidati, anche cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso, alla data di scadenza del Bando, del seguente Diploma di Laurea o titolo equivalente conseguito in Italia o all’estero:
- Laurea Triennale o Magistrale in Psicologia
- Laurea in Medicina e Chirurgia
- Laurea in Professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche, della riabilitazione, della prevenzione e tecniche
- Laurea in Scienze della Formazione
- Laurea triennale o magistrale in Scienze del servizio sociale.
Durata
Il corso inizierà il 15 febbraio 2023 e terminerà il 20 giugno 2023. Per un totale di 60 ore - CFU 6
Scadenza domanda di ammissione
31 gennaio 2023
Costo
Iscrizione ordinaria 620 euro
Avviso:
Il corso non verrà attivato per mancato raggiungimento del numero minimo di iscrivibili.
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Bando e moduli