Estensione della rete GARR sul territorio livornese
L’Assessora all’Università e all’Innovazione del Comune di Livorno Barbara Bonciani e il Rettore dell’Università di Pisa Paolo M. Mancarella esprimono soddisfazione per i risultati raggiunti nell’estensione della rete GARR (la rete italiana a banda ultralarga dedicata alla comunità dell’istruzione, della ricerca e della cultura) sul territorio livornese.
Dal 29 ottobre scorso, il Polo universitario dei Sistemi Logistici è collegato direttamente all’Università di Pisa in fibra ottica a 10 Giga, rispetto a quella a 100 Megabit del passato. A ciò va aggiunto il collegamento del CED del Comune di Livorno all’Università di Pisa, che apre interessanti prospettive tra cui il collegamento degli Istituti scolastici e dei Centri di ricerca del territorio livornese al POP territoriale della rete GARR, gestito dall’Università. Di grande importanza in questo contesto è l’interesse manifestato dal Comune di Livorno di affidare al Green Data Center dell’Università di Pisa il ruolo di Disaster Recovery per le funzioni ICT critiche.
Ad oggi gli Istituti scolastici secondari di Livorno sono stati tutti predisposti per la connessione alla rete GARR (istituto Vespucci, Istituto Nautico Cappellini, Liceo Enriquez, Liceo Cecioni, Istituto musicale Mascagni, Istituto tecnico industriale Galilei, Istituto per Geometri Buontalenti). Molti istituti scolastici si sono già attivati e stanno eseguendo i lavori di collegamento alla rete con l’aiuto dei tecnici del Comune di Livorno e dell’Università di Pisa.
Al fine di favorire il collegamento alla rete GARR di tutti i centri di ricerca presenti in città, afferenti al Polo della Logistica e dell’Alta tecnologia sono stati inclusi nel collegamento all’infrastruttura in fibra ottica, oltre ai centri di ricerca presenti presso lo Scoglio della Regina, anche quelli afferenti al complesso di Dogana D’Acqua; complesso che come specifica l’assessora Barbara Bonciani non era stato inserito nel progetto iniziale. L’intervento per la connessione di Dogana d’Acqua è oggi invece stato affidato e dovrebbe essere ultimato entro fine anno.
Il Rettore Mancarella esprime “grande soddisfazione per la realizzazione di questa importante iniziativa, partita alcuni anni fa e che è stata portata a termine con il contributo del prorettore per l’Informatica dell’Università di Pisa prof. Paolo Ferragina e di numerosi tecnici UniPI della direzione Infrastrutture Digitali e del Comune di Livorno. Si apre così un nuovo scenario che propone interessanti prospettive di sinergia con il territorio livornese ove l’Ateneo pisano svolgerà ancora di più un ruolo centrale non soltanto a livello di ricerca e formazione, ma anche per l’innovazione territoriale.”
Per l’Assessora Bonciani “I risultati ottenuti nel completamento del GARR e sul Disaster Recovery favoriscono l’innovazione del territorio livornese, oltre ad offrire un contributo rilevante alla formazione universitaria e scolastica. Allo stesso tempo questi risultati sono stati resi possibili grazie alla collaborazione costante e proficua fra Amministrazione Comunale e Università di Pisa, e in particolare dai tecnici afferenti ad entrambe le Amministrazioni che hanno svolto un ottimo lavoro”.
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L'Ateneo piange la scomparsa del professor Alberto Bionda
Se n'è andato improvvisamente, probabilmente e fortunatamente, senza neppure accorgersene Alberto Bionda, Ricercatore della ex Facoltà di Medicina dell'Università di Pisa in pensione da alcuni anni: un uomo che ha lasciato un segno del suo passaggio.
Interprete convinto degli insegnamenti della Scuola del Professor Gabriele Monasterio e paladino della Clinica Medica, Alberto aveva naturalmente assorbito la serietà di comportamento, la passione per lo studio della Medicina e l’attenzione alla cura dei malati. Molto colto, aveva veramente una formazione universitaria e da universitario si comportava sia con i pazienti per i quali approfondiva costantemente la diagnosi, sia con gli studenti ai quali si dedicava con passione insegnando, oltre alla Medicina, anche l’attenzione al comportamento, al rispetto, alla presa in carico ed alla forma. Si era dato anima e corpo all’educazione dei giovani post-laurea, sia nella Medicina d’Urgenza, sia nei corsi di Infermieristica.
Anche recentemente aveva sostenuto un realistico progetto di interazione tra ospedale e territorio che avrebbe permesso, se realizzato, di migliorare – o meglio di realizzare – una assistenza integrata ed una reale presa in carico dei pazienti cronici.
Dopo il suo soggiorno negli USA era rientrato a Pisa portando metodiche innovative per la terapia e la diagnosi delle dislipidemie mantenendo contatti con i principali centri italiani ed internazionali.
Amico, anche fraterno, di persone che hanno avuto ruoli importanti nella Facoltà di Medicina e nell'Ateneo Pisano, non ha mai approfittato della amicizia per ottenere privilegi o scalare posizioni, che, a suo modo di vedere, non gli competevano, ma, piuttosto, si è preoccupato dello sviluppo dell’area medica pisana partecipando alle decisioni più importanti degli ultimi anni.
Per i suoi non numerosi amici era una persona con caratteristiche così inconsuete, che la definizione di “unica” è stavolta appropriata. Nette e sostanzialmente irrevocabili le sue decisioni; smisurato il suo amore per la Medicina e per l'insegnamento; ferree le regole che imponeva a sé e agli altri e che aveva imparato nella sua famiglia, orientando i suoi comportamenti sempre secondo logiche rigide, lineari, improntate alla più assoluta onestà.
Carattere difficile, quello di Alberto, anche per i suoi veri amici. Qualunque cosa pensasse, se anche avesse potuto urtare la suscettibilità del suo interlocutore, se era importante che venisse resa nota, la diceva. L'espressione di “non avere peli sulla lingua”, usata frequentemente, quando si parlava di Alberto era veramente calzante. Di Alberto sapevi sempre che cosa pensasse di te e che cosa pensasse di qualsiasi situazione.
Ha lasciato la Medicina, ma ha continuato a studiarla e ha trasmesso l'amore della Medicina alla figlia Alessandra. Alessandra e Guglielmo, i figli ai quali dedicava i suoi pensieri, in un difficile equilibrio tra una presenza di supporto e di stimolo anche critico, talvolta ingombrante e la consapevolezza della necessità di osservare a distanza, senza intervenire, ma solo essere disponibile.
Per molti anni Alberto ha sofferto per una patologia sostanzialmente congenita, per la quale ha dovuto subire numerosi interventi, sempre sopportati con riservatezza e stoicismo.
Negli ultimi anni aveva trovato pace e serenità ritirandosi ad Ornavasso nella sua Valla natia, ristrutturando la casa di famiglia e immaginando di poter vivere tra la Val d'Ossola e la Toscana, che lo aveva adottato e dove vive ancora la sua famiglia. Più volte ci aveva parlato della sua idea di acquistare una casa sulla costa a sud di Livorno, e di comprare una barca per veleggiare durante la bella stagione, magari con il figlio Guglielmo.
Purtroppo, tutto è finito, proprio quando noi, i suoi amici più cari, parlando della sua imminente venuta in Toscana (Covid-19 permettendo), stavamo organizzando una cena che mancava ormai da molto tempo. Il suo cuore si è spento in un modo che gli sarebbe piaciuto e non solo perché non lo ha fatto soffrire (Alberto era uomo capace di sopportare la sofferenza), ma, soprattutto, per non arrecare disturbo a nessuno: da figlio di un vero carabiniere voleva e sapeva stare al servizio degli altri, ma non voleva che gli altri si mettessero al suo.
Gli Amici della Scuola di Medicina