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Al via le immatricolazioni ai corsi di laurea dell’Università di Pisa per l’anno accademico 2024-2025, con tante novità in arrivo e una procedura da poter svolgere interamente online, con informazioni sul portale Matricolandosi. Dal 24 luglio, al Polo Fibonacci, è aperto anche il Centro Matricolandosi, punto di riferimento per studenti e famiglie in cerca di informazioni sull’offerta didattica, sulle scadenze e sui servizi, oltre che di assistenza sulle procedure on line e orientamento sulla scelta del corso da seguire.

Nel giorno di apertura del Centro, ha portato i suoi saluti ai primi studenti arrivati per immatricolarsi il prorettore per la Didattica Giovanni Paoletti: “Nell’ultimo anno la nostra Università ha confermato di saper coniugare tradizione, innovazione e attrattività nei confronti di studenti e studentesse da tutta Italia. Stiamo lavorando molto per rinnovare la nostra offerta, con particolare attenzione alla qualità della didattica e al supporto agli studenti, soprattutto quelli del primo anno. Un augurio e un caloroso benvenuto a tutti e a tutte coloro che stanno per cominciare il loro cammino universitario insieme a noi”.  

Sono 144 i corsi di laurea, triennale, magistrale e a ciclo unico che quest’anno vanno a comporre l’offerta didattica dell’Università di Pisa, con alcune importanti novità: i nuovi corsi di laurea magistrale, nelle more dell’accreditamento ministeriale, in “Comunicazione, Media e Tecnologie” del Dipartimento di civiltà e forme del sapere, e in “Informatics for Digital Health” presso il Dipartimento di Informatica. Una nuova veste anche per la laurea triennale in “Lingue, letterature e comunicazione interculturale”, del Dipartimento di Filologia, linguistica e letteratura, per la magistrale in “Sistemi Zootecnici Sostenibili” del Dipartimento di Scienze Veterinarie e per la magistrale in “Storia dell’arte”, nel Dipartimento di Civiltà e forme del sapere. Inoltre ci sono alcune novità relative a due corsi di laurea magistrale per le professioni sanitarie, Scienze infermieristiche e ostetriche e Scienze riabilitative delle professioni sanitarie, che si rinnovano con la collaborazione della Scuola Superiore Sant’Anna.

Il Centro Matricolandosi resterà aperto fino al 7 agosto, per riprendere poi la sua attività dal 26 agosto e dovrà essere raggiunto dai nuovi immatricolati esclusivamente su appuntamento per la consegna della carta “Studente della Toscana”, una tessera magnetica che permette a chi frequenta uno degli atenei della regione di accedere a tutti i servizi del diritto allo studio, indipendentemente dall’università alla quale è iscritto.

Per quanto riguarda le immatricolazioni, sarà possibile perfezionare l’iter entro il 30 di settembre: da ottobre è previsto il pagamento di una mora di 50 euro, da novembre di 100 euro e da dicembre di 150 euro, con esclusione del pagamento della mora per i vincitori dei concorsi per i corsi a numero chiuso. Oltre il 31 dicembre 2024 non sarà più possibile immatricolarsi ai corsi di laurea triennale e ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico dell’Università di Pisa.

Ogni immatricolato può usufruire di un tutorato di accoglienza pensato per aiutare le matricole a inserirsi nell’ambiente universitario. Inoltre, ogni Dipartimento offre un servizio di tutorato alla pari, in cui degli studenti “senior” si mettono a disposizione degli studenti più giovani per fornire informazioni di qualsiasi genere e per aiutare a sciogliere dubbi e difficoltà di carattere sia organizzativo sia didattico.

Entro il 6 settembre gli studenti iscritti o che intendano iscriversi ai corsi di laurea triennale, laurea magistrale e magistrale a ciclo unico possono presentare domanda per le borse di studio e i posti alloggio all’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario. Da metà settembre e fino al 31 ottobre potrà essere presentata la domanda per la riduzione delle tasse, da compilare on line tramite il portale Alice. Oltre tale termine, la domanda di riduzione potrà comunque essere presentata previo pagamento di una ammenda.

In Piazza Torricelli 4 è inoltre aperto per gli studenti internazionali il WIS! (Welcome International Students!), lo sportello a cui devono rivolgersi tutti i possessori di titolo di studio conseguito all'estero (titolo di scuola secondaria superiore, laurea di primo livello, laurea magistrale), che intendono immatricolarsi all'Università di Pisa. Per l'a.a. 2024-2025, il WIS! è attivo online e in presenza, dal 18 luglio 2024 al 28 febbraio 2025. Per prenotare un appuntamento con il Wis! è necessario utilizzare il sistema di prenotazione tramite Calendly, almeno un giorno prima. Maggiori informazioni a questo link.

Alleanza tra l’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna per formare gli infermieri del futuro. Presentata giovedì 25 luglio, presso l’Ospedale Santa Chiara di Pisa, la nuova laurea magistrale congiunta in ‘Scienze infermieristiche e ostetriche (WIO-LM)’ e il nuovo ordinamento della magistrale in ‘Scienze riabilitative delle professioni sanitarie (WRB-LM)’. Entrambi i percorsi, dal prossimo anno accademico, vedranno potenziato il settore scientifico disciplinare dell’area manageriale, senza trascurare le esigenze nell’ambito della ricerca applicata.

“Chi da oggi si immatricolerà ai nostri corsi di laurea magistrale in ‘Scienze infermieristiche ed ostetriche’ e in ‘Scienze riabilitative delle professioni sanitarie’, potrà avvalersi di un percorso di studio completamente rinnovato e in grado di rispondere alle nuove esigenze del nostro sistema sanitario – ha commentato il Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa – Un intervento necessario, in particolare per quanto riguarda la formazione dei futuri infermieri che aspirano ad assumere funzioni dirigenziali. La Missione 6 del PNRR ha, infatti, introdotto notevoli cambiamenti nel ruolo e nelle competenze che deve possedere questa figura professionale, che è sempre più chiamata ad assumersi una parte fondamentale nella presa in carico e nell’organizzazione dell’assistenza ai cittadini”.

“Il dirigente infermieristico del futuro dovrà essere un professionista altamente formato, che oltre a competenze assistenziali avanzate, dovrà possedere anche spiccate abilità di tipo manageriale, organizzativo, amministrativo e comunicativo, così da essere in grado di gestire e monitorare i bisogni del cittadino, coordinando i diversi servizi – ha aggiunto Zucchi – È da queste considerazioni che è nata l’idea di dar vita a una laurea congiunta con la Scuola Sant’Anna. Una collaborazione nella quale mi piace intravedere anche un ulteriore mattone di quel ‘Sistema Pisa’ di cui auspico da tempo la nascita”.

“La Scuola Superiore Sant’Anna svolge attività di ricerca e formazione nel campo del management sanitario da oltre 20 anni – ha detto Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – In particolare, negli ultimi 5 anni la Scuola, sia nell’ambito del Centro Interdisciplinare di Health Science che del Laboratorio MES Management e Sanità, ha approfondito lo studio sui modelli organizzativi dell’assistenza infermieristica quale componente chiave per l’evoluzione e la sostenibilità dei sistemi sanitari per il futuro. I docenti e ricercatori della Scuola Sant’Anna, sono pronti a contribuire con i colleghi di Unipi a questa nuova sfida formativa”.

“In questa prospettiva – ha aggiunto la rettrice – per la Scuola Superiore Sant’Anna la collaborazione con l’Università di Pisa per l’attivazione della laurea magistrale congiunta in ‘Scienze infermieristiche e ostetriche’, rappresenta un impegno e una prospettiva di rilevanza strategica, non solo per la formazione di questa tipologia di professionisti sanitari, ma per l’intera organizzazione del sistema sanitario, soprattutto nella sua componente territoriale. I futuri laureati in infermieristica saranno chiamati sempre più a svolgere ruoli di leadership all'interno delle strutture sanitarie con responsabilità specifiche per migliorare l'efficienza operativa, la gestione delle risorse e l’assistenza coordinata del paziente. I docenti e ricercatori della Scuola Sant’Anna, sono pronti a contribuire con i colleghi di Unipi a questa nuova sfida formativa”.

Per quanto riguarda la laurea magistrale in ‘Scienze riabilitative e delle professioni sanitarie (WRB-LM)’  il nuovo ordinamento prevede un percorso di studi finalizzato allo sviluppo di competenze nell’ambito dei processi assistenziali avanzati e processi gestionali, formativi e di ricerca, in uno degli ambiti pertinenti alle diverse professioni sanitarie ricomprese nella classe: fisioterapisti, podologi, logopedisti, tecnici di riabilitazione psichiatrica, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, educatori professionali sanitari.

“Per la Scuola di Medicina – ha detto il professor Emanuele Neri (presidente della Scuola) – si tratta di ulteriore passo in avanti nella qualità della formazione per le Professioni sanitarie. La Scuola si è impegnata a mantenere un costante canale di comunicazione con gli ordini professionali, proprio per comprendere le emergenti esigenze di formazione; i due corsi di laurea magistrale, rinnovati nella forma e nei contenuti consento di offrire agli studenti la possibilità di accedere a ruoli di coordinamento e gestionali, sempre più richiesti nell’ambito sanitario, anche alla luce di una Sanità che cambia e chiede sempre maggiori competenze”.

Alla presentazione delle rinnovate lauree magistrali in ‘Scienze infermieristiche e ostetriche (WIO-LM)’ e ‘Scienze riabilitative delle professioni sanitarie (WRB-LM)’ sono intervenuti anche Giovanni Paoletti, prorettore per la didattica dell’Università di Pisa; Silvia Briani, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana-AOUP; Giacomo Corsini, direttore sanitario dell’Azienda USL Toscana Nord-Ovest; Angelo Baggiani, presidente del corso di studio in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università di Pisa; Paolo Domenico Parchi, presidente del corso di studio in Scienze riabilitative e delle professioni sanitarie dell’Università di Pisa.

Al via il programma Erasmus Italia con l’Università di Pisa in prima fila grazie ad un piano di accordi appena siglato con le Università di Pavia, Padova e Federico II Napoli. Studentesse e studenti che frequentano corsi di laurea magistrale o a ciclo unico potranno partire per varie le destinazioni già dal secondo semestre del prossimo anno accademico 2024/25. In totale la mobilità riguarderà fino a 385 persone, 5 in entrata ed in uscita per ogni ateneo. Il soggiorno potrà essere da tre a sei mesi con un contributo mensile per gli aventi diritto di 600 euro. Si può fare domanda a partire dal 5 agosto, tutte le informazioni per partecipare si trovano sul sito dell’ateneo.

“Il programma Erasmus Italia è finanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca con 3 milioni di euro per quest’anno che diventeranno 7 il prossimo, in Europa c’è solo la Spagna che ha un’esperienza analoga – dice Giovanni Paoletti, prorettore per la Didattica dell’Università di Pisa – si tratta di una occasione importante per potenziare la propria formazione in vista della preparazione della tesi, studentesse e studenti potranno lavorare con gruppi di ricerca di altri atenei e aumentare il proprio bagaglio di contatti e relazioni utili anche dopo la laurea”.

La selezione delle candidature avverrà con gli stessi criteri generali dell’Erasmus internazionale. Il decreto ministeriale prevede poi la possibilità di assegnazione della borsa agli gli studenti e le studentesse ammessi al programma con ISEE inferiore a 36.000 euro. Per l’Università di Pisa sono coinvolti nel programma Erasmus Italia 13 dipartimenti e 38 corsi di laurea fra magistrale e a ciclo unico a coprire i diversi ambiti: Agraria e Veterinaria, discipline umanistiche, Ingegneria, Medicina e Farmacia, Scienze giuridiche e sociali e Scienze matematiche, fisiche e della natura.

“L’accordo stipulato con le Università di Pavia, Padova e Federico II Napoli – conclude Paoletti – è solo il primo passo, abbiamo già in cantiere di espandere la rete con gli atenei di Roma Tre per Filosofia, Italianistica, del Salento per Fisica e Torino per Filologia classica e Storia. I primi studenti si stanno già organizzando per venire a Pisa o andare negli altri Atenei della convenzione, segno di un interesse e di una curiosità che ci fanno piacere.”

Al via il programma Erasmus Italia con l’Università di Pisa in prima fila grazie ad un piano di accordi appena siglato con le Università di Pavia, Padova e Federico II Napoli. Studentesse e studenti che frequentano corsi di laurea magistrale o a ciclo unico potranno partire per varie le destinazioni già dal secondo semestre del prossimo anno accademico 2024/25. In totale la mobilità riguarderà fino a 385 persone, 5 in entrata ed in uscita per ogni ateneo. Il soggiorno potrà essere da tre a sei mesi con un contributo mensile per gli aventi diritto di 600 euro. Si può fare domanda a partire dal 5 agosto, tutte le informazioni per partecipare si trovano sul sito dell’ateneo.

“Il programma Erasmus Italia è finanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca con 3 milioni di euro per quest’anno che diventeranno 7 il prossimo, in Europa c’è solo la Spagna che ha un’esperienza analoga – dice Giovanni Paoletti, prorettore per la Didattica dell’Università di Pisa – si tratta di una occasione importante per potenziare la propria formazione in vista della preparazione della tesi, studentesse e studenti potranno lavorare con gruppi di ricerca di altri atenei e aumentare il proprio bagaglio di contatti e relazioni utili anche dopo la laurea”.


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La selezione delle candidature avverrà con gli stessi criteri generali dell’Erasmus internazionale. Il decreto ministeriale prevede poi la possibilità di assegnazione della borsa agli gli studenti e le studentesse ammessi al programma con ISEE inferiore a 36.000 euro. Per l’Università di Pisa sono coinvolti nel programma Erasmus Italia 13 dipartimenti e 38 corsi di laurea fra magistrale e a ciclo unico a coprire i diversi ambiti: Agraria e Veterinaria, discipline umanistiche, Ingegneria, Medicina e Farmacia, Scienze giuridiche e sociali e Scienze matematiche, fisiche e della natura.

“L’accordo stipulato con le Università di Pavia, Padova e Federico II Napoli – conclude Paoletti – è solo il primo passo, abbiamo già in cantiere di espandere la rete con gli atenei di Roma Tre per Filosofia, Italianistica, del Salento per Fisica e Torino per Filologia classica e Storia. I primi studenti si stanno già organizzando per venire a Pisa o andare negli altri Atenei della convenzione, segno di un interesse e di una curiosità che ci fanno piacere.”

“Mi auguro che la stazione radiotelegrafica Marconi a Coltano venga finalmente recuperata, è un pezzo di storia, l'ideale sarebbe che diventasse un centro di ricerca, un hub per start-up e spin-off dell'Università di Pisa, perché il posto si presta bene, è abbastanza fuori dal centro, ma non molto. Certo ci vogliono investimenti e forse si potrebbero anche trovare nel privato. Problemi burocratici a parte, se tutti spingiamo nella stessa direzione forse alla fine, dopo tanto parlare, dopo tanti anni, potremmo riuscire a concretizzare qualcosa”.

L’appello per il recupero della stazione radiotelegrafica Marconi a Coltano arriva dal professore Agostino Monorchio dell’Università di Pisa subito dopo un Simposio internazionale a Firenze di metà luglio sulla scienza delle onde radio aperto da una testimonianza video di Elettra Marconi, figli del grande scienziato.

“Per registrare l’intervista – racconta Monorchio, fra gli organizzatori del Simposio - siamo andati a Roma ospiti a casa sua, una abitazione che è rimasta come negli anni Trenta, niente è cambiato in quel salotto da cui Marconi nel 1931 mandò il segnale per illuminare il Cristo Redentore a Rio de Janeiro.”

Leggi l’intervista completa su UnipiNews > https://www.unipi.it/index.php/news/item/28561-6g-e-screening-medici-direttamente-dal-cellulare-ecco-la-frontiera-della-ricerca-sui-campi-elettromagnetici

Martedì 30 luglio e mercoledì 31 luglio al Polo Fiere di Lucca si svolge la seconda sessione di prove per l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e Protesi dentaria e in Medicina Veterinaria, programmate. Gli iscritti per l’Università di Pisa sono circa 1.300, di cui 950 per Medicina e 350 per Veterinaria, in lieve calo rispetto alla sessione di maggio in cui erano stati complessivamente oltre 1.400. I posti provvisoriamente assegnati, in attesa che vengano confermati dal Ministero, sono 333 per Medicina e Chirurgia, 40 in più dell'anno scorso; per Odontoiatria e Protesi Dentaria sono 22; per Medicina Veterinaria sono 69.

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“Da qualche anno i test d’ingresso sono diventati un momento importante per tanti ragazzi e ragazze che si apprestano a iniziare il loro percorso universitario – ha detto il professore Giovanni Paoletti, prorettore per la Didattica dell’Ateneo pisano presente a Lucca - Al di là delle inevitabili criticità che la procedura incontra a livello nazionale, ci impegniamo come Ateneo ad offrire loro il miglior ambiente possibile per svolgere la prova con serenità e il giusto spirito. Un sincero in bocca al lupo, dunque, e aspettiamo a settembre tutti coloro che verranno a Pisa!”.

Da quest’anno le prove di Medicina e Medicina Veterinaria hanno cambiato completamente volto rispetto al sistema dei TOLC dello scorso anno, tornando al test cartaceo sostenuto in due date distinte in presenza, il 28 maggio ed il 30 luglio per Medicina ed Odontoiatria, il 29 maggio ed il 31 luglio per Veterinaria. Gli studenti potevano scegliere di partecipare ad una sola o ad entrambe le prove e quindi scegliere il test migliore tra quelli svolti.
I test 2024 si compongono di 60 quesiti, con 100 minuti a disposizione, suddivisi in quattro sezioni: lettura e conoscenze acquisite negli studi (4 domande), ragionamento logico e problemi (5), biologia (23), chimica (15), fisica e matematica (13). La graduatoria dei test sarà unica e nazionale e sarà pubblicata il 10 settembre, ordinata in base al miglior risultato ottenuto dai candidati.

Una cerimonia intima, ma dall'alto valore simbolico, a testimonianza di una comunità universitaria che sa dare valore al merito dei suoi studenti. Si è tenuta giovedì 25 luglio, presso l'Aula Magna Pacinotti della Scuola di Ingegneria dell'Università di Pisa, la consegna della Laurea Magistrale in Ingegneria aerospaziale alla memoria di Shradha Ghosh, studentessa scomparsa pochi giorni prima dell'appello in cui doveva laurearsi con una tesi sulla valutazione dei rischi dei sistemi di velivoli senza pilota: "Risk Assessment of Specific Category UAV Systems".

"Tra le mille difficoltà, tipiche della maggior parte degli studenti stranieri che accogliamo nei nostri percorsi di studio, Shardha Ghosh era riuscita ad inserirsi autonomamente nel mondo del lavoro qui in Italia e, allo stesso tempo, aveva deciso, con determinazione, di portare a conclusione i suoi studi, cosa anche questa non semplicissima - ha ricordato durante la cerimonia il suo relatore, prof. Mario Chiarelli, presentando brevemente il lavoro di tesi di Shradha - Vi era riuscita e mancava davvero pochissimo per ottenere formalmente il titolo di laurea magistrale. L'ultimo contatto che ho avuto con lei risale al 29 marzo 2024 per la firma del frontespizio elettronico della sua tesi. Ero in attesa di una sua e-mail per fissare un appuntamento per le ultime, classiche, indicazioni utili per la preparazione della discussione del suo lavoro di tesi. La notizia della sua scomparsa mi ha davvero sconcertato".

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La figura della giovane studentessa indiana è stata poi ricordata anche da Luigi Iadaresta della Efort Robotics S.r.l. - dove la ragazza lavorava come Sales engineer -, a cui il presidente del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale, professor Fabrizio Paganucci, ha affidato il diploma di laurea alla memoria affinché lo consegni alla famiglia di Shradha Ghosh, residente in India.

“È impossibile, in poche parole, rendere partecipi tutti della fortuna che abbiamo ad avere nel nostro gruppo una persona come Shradha, che fin da subito è riuscita a contagiarci col suo entusiasmo e il suo modo di essere - ha detto Iadaresta nel suo intervento - Per tutti noi, Shradha non era una semplice collega, ma una giovane professionista perfettamente calata nel suo ruolo, con spiccate doti di leadership. Tutto questo unito, ovviamente, all’inesperienza dovuta alla sua giovane età, le aveva permesso di essere benvoluta da tutti. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme. Ci rimane, però, il prezioso ricordo di aver condiviso un tratto della nostra vita professionale con una persona speciale".

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“Conferire a Shradha Ghosh la laurea in memoria era il minimo che potessimo fare di fronte a un dolore così grande come quello di una giovane vita che si interrompe - ha detto il prorettore per la didattica dell’Università di Pisa, prof. Giovanni Paoletti, durante la cerimonia -  È un modo per darle almeno simbolicamente il riconoscimento che ha meritato, ma soprattutto per raccoglierci come comunità attorno a lei, ai suoi cari e alle persone che l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene nella sua vita in Italia. Shradha è stata un’allieva brillante e per l'Università di Pisa è stato un onore averla fra i nostri studenti.”

Il diploma di dottoressa magistrale in Ingegneria aerospaziale è stato consegnato dal Presidente del corso di studi, prof. Fabrizio Paganucci. Alla cerimonia ha preso parte anche Michelangela Ionna e Lionello Lattanzi, la famiglia italiana che ha accolto Shradha in Italia, una commissione di docenti del corso di studi in Ingegneria aerospaziale e la Direttrice del Dipartimento di Ingegneria civile e industriale, prof.ssa Maria Vittoria Salvetti.

Il futuro viaggia sulle onde radio e il punto sullo stato dell’arte a livello mondiale c’è stato nei giorni scorsi a Firenze. Dal 14 al 19 luglio alla Fortezza da Basso si è svolto l'International Symposium on Antennas and Propagation and ITNC-USNC-URSI Radio Science Meeting, il primo mai tenuto fuori dagli Stati Uniti.
Oltre 2mila ingegneri, fisici, ricercatori e ricercatrici provenienti da 59 paesi si sono confrontati sugli ultimi progressi del settore. Fra i partecipanti per l’Università di Pisa c’erano i professori Giuliano Manara e Agostino Monorchio, quest’ultimo nella veste di Conference Chair. Senza dimenticare naturalmente i moltissimi studenti e le studentesse del corso di laurea in ingegneria delle Telecomunicazioni che, come volontari, hanno contribuito alla buona riuscita del simposio.

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I professori Manara e Monorchio insieme agli studenti volontari del Simposio

Professore Monorchio, quali sono i principali sviluppi emersi dal convegno che potranno avere un peso sulla vita delle persone?
Gli spunti sono stati moltissimi, ad esempio si parla già del 6G, che promette maggiore efficienza e risparmio energetico. L’idea è di utilizzare delle superfici intelligenti al posto delle antenne, si potrebbero prevedere in futuro dei quadri o delle pareti che mandano il segnale dove non c’è, consentendo così di risparmiare potenza. Poi naturalmente ci sono le comunicazioni satellitari e i radar, senza dimenticare l'uso dei campi elettromagnetici nell'ambito biomedicale, una nuovissima frontiera. Potremo farci gli screening con il telefonino o con gli orologi smart, che tra l’altro già ci sono, dotati di sensori in grado di rivelare moltissimi parametri fisiologici, e in futuro potremo fare visite mediche sempre più accurate anche da remoto.

Dove si colloca Pisa in questo quadro, quale è la tradizione di studi dell’Ateneo?
Tutto è cominciato nell’87 con il professore Giuliano Manara arrivato da Firenze, io e Paolo Nepa, anche lui oggi professore all’Università di Pisa, abbiamo seguito il suo primo corso e da lì abbiamo creato, posso dire con orgoglio, una scuola. Adesso abbiamo un gruppo di dieci persone, tra ricercatori e docenti, molto valido internazionalmente come attestano numerosi riconoscimenti ricevuti, fra cui la IEEE Fellowship dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers conferita a me e al professor Manara.

A livello mondiale dov'è che si fa ricerca in questo campo?
Il settore può sembrare di nicchia, ma in realtà è alla base di ogni tecnologia che utilizzi segnali elettromagnetici, come per gli ambiti già ricordati, cioè telecomunicazioni, radar, internet, biomedicale. In questo senso le eccellenze sono abbastanza distribuite nel mondo, chiaramente gli americani la fanno da padroni, ma in realtà anche gli italiani occupano una buona posizione. Prima che i cinesi si aprissero al nostro mondo scientifico, l'Italia era la seconda nazione dopo gli Stati Uniti per produzione scientifica nel settore. Una tradizione che certo porta anche il nome di Guglielmo Marconi.

A proposito di Marconi, la figlia Elettra, classe 1930, ha inaugurato il convegno con una testimonianza video, quale il senso del suo intervento?
E’ stata un'esperienza bellissima, per registrare l’intervista siamo andati a Roma ospiti a casa sua, una abitazione che è rimasta come negli anni Trenta, niente è cambiato in quel salotto da cui Marconi nel 1931 mandò il segnale per illuminare il Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Elettra Marconi ci ha raccontato di quando era piccola e praticamente viveva a bordo dello yacht Elettra con suo padre. Fra gli episodi della sua infanzia ha ricordato quella volta che aiutò il padre a stendere i teli davanti alla plancia del comandante per un esperimento di navigazione al buio, con il solo ausilio di boe dotate di segnali radio. Ma soprattutto ha detto e sottolineato più volte che suo padre voleva che le sue invenzioni fossero usate per salvare vite umane, a beneficio dell'umanità, non per distruggerla, e non possiamo che concordare con questa visione.

Anche a Pisa c’è una traccia importante di Marconi, mi riferisco alla stazione radiotelegrafica a Coltano da anni in stato di abbandono, quale futuro auspica per questo luogo?
Mi auguro che venga finalmente recuperata, è un pezzo di storia, l'ideale sarebbe che diventasse un centro di ricerca, un hub per start-up e spin-off dell'Università di Pisa, perché il posto si presta bene, è abbastanza fuori dal centro, ma non molto. Certo ci vogliono investimenti e forse si potrebbero anche trovare nel privato. Problemi burocratici a parte, se tutti spingiamo nella stessa direzione forse alla fine, dopo tanto parlare, dopo tanti anni, potremmo riuscire a concretizzare qualcosa.

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Il gruppo di ricerca del laboratorio Antenne, Microonde, EMC del Dipartimento di ingegneria dell'informazione

Martedì, 30 Luglio 2024 07:05

Che cosa è la Public History

Manifesto-tag-cloud-small-small.jpgA giugno scorso la professoressa Enrica Salvatori del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Ateneo è stata eletta presidente della Associazione Italiana di Public History (AIPH). Studiosa di storia specializzata nell’età di mezzo e in cultura digitale, Enrica Salvatori insegna nei corsi di laurea di Storia, Archeologia e Informatica Umanistica. Convinta che lo storico debba impegnarsi per far percepire l’utilità sociale del suo mestiere nel tempo ha cominciato ad occuparsi di Storia Digitale e Storia Pubblica, ossia dei nuovi modi di poter “condividere” la storia con il resto del mondo.

 

Professoressa Salvatori, che cosa è la Public History e quale è la specificità di questa disciplina nel contesto italiano?

La Public History (Storia pubblica) è un campo delle scienze storiche a cui aderiscono coloro che svolgono attività attinenti alla ricerca, alla comunicazione e alla pratica della storia, come alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico, materiale e immateriale. Tali attività si realizzano "con e per" diversi pubblici, tanto all’interno quanto all’esterno degli ambiti accademici e istituzionali, nel pubblico e nel privato. In sostanza la Public History è allo stesso tempo un insieme di pratiche e una corrente di pensiero, che invita gli storici a lavorare insieme a pubblici diversi, condividendo, non semplificando, la complessità del ragionamento storico, portando le persone "dentro" quella stessa complessità con iniziative che mirino a renderle partecipi della scrittura della storia. L'Italia è la prima nazione europea ad aver creato un'associazione nazionale dedicata alla Public History, l'AIPH appunto, nata nel 2016 con il sostegno della International Federation for Public History (IFPH) e della Giunta Centrale per gli Studi Storici (ora Giunta Storica Nazionale). Nel giugno del 2017 a Ravenna si è tenuto il primo congresso nazionale, che nel 2018 è stato replicato proprio all'Università di Pisa. Quest'anno a Roma si è svolto il nostro sesto incontro.


Quali sono i progetti di Public History che ha portato avanti in questi anni e quelli futuri?

Effettivamente tanti, perché la Public History era nelle mie corde ben prima che venissi a conoscenza dell'esistenza di questa disciplina nata oltreoceano e che si fondasse la stessa Associazione, soprattutto grazie al mio impegno nelle Digital Humanities e nel corso di laurea di Informatica Umanistica. Infatti, ogni anno il mio corso di Storia Pubblica Digitale alla Magistrale fa realizzare agli studenti un progetto concreto: l'ultimo in ordine di tempo una mostra virtuale e partecipata sulla Cancel Culture avente per oggetto la statua di Costanzo Ciano conservata alla Spezia.
Tra i miei primi grandi progetti direi TraMonti. Itinerari di generazioni lungo i crinali della Val di Vara (2011): che ho gestito come P.I. di un consorzio di comuni: la produzione di articoli scientifici è andata di pari passo con la narrazione e la condivisione dei risultati, accessibili grazie a due volumi e un WebGIS con le evidenze di interesse storico-archeologico; fondamentale un archivio Web delle testimonianze-video degli abitanti sul “sapere locale” e sull’alluvione che nel 2011 ne ha colpito le esistenze e cancellato parte del patrimonio. Nel 2020 è poi terminato un progetto di cui sono estremamente orgogliosa: l'edizione digitale del Codice Pelavicino, edizione scientifica di un manoscritto del XIII secolo concepita e realizzata in modo che potesse al tempo stesso essere utile agli studiosi e favorire la partecipazione attiva del pubblico interessato.
Se si guarda al futuro il prossimo impegno è verso il mondo della Rievocazione, con il corso di perfezionamento Il rievocatore come Public Historian che partirà a ottobre 2024. Il corso è indirizzato a chi intende apprendere gli strumenti necessari per operare consapevolmente nella partecipazione, organizzazione, allestimento, promozione di eventi rievocativi che si fondino sulla ricerca storica e archeologica. Per questo motivo si richiama esplicitamente ai metodi e alle pratiche della Public History, nella convinzione che la rievocazione ricostruttiva possa costituire una settore importante per la condivisione della storia e la valorizzazione corretta del patrimonio culturale.


Pensa che lo “storico pubblico” possa diventare un vero e proprio lavoro al di là dell’accademia?

Non solo lo penso, lo so. In questi anni di attività come docente e membro dell'AIPH ho incontrato diversi laureati in storia o in discipline vicine (come archivistica o archeologia ad esempio) che lavorano già come Public Historian, magari senza essere ufficialmente riconosciuti come tali (questa è una delle finalità dell'Associazione): nell'ambito della Rievocazione come organizzatori o co-organizzatori di eventi, nella progettazione di festival, nella didattica laboratoriale, nella predisposizione di mostre per enti pubblici e privati, in sostanza in tutte le attività legate alla promozione del patrimonio culturale e del territorio. Non solo, le pratiche della public history, portando fuori dell'Università gli strumenti per la comprensione critica dei contesti storici e dei processi in atto, aiutano le comunità ad affrontare la complessità del presente, favorendo la comprensione e l’incontro fra persone che provengono da luoghi ed esperienza diverse e che sono portatrici di memorie talvolta contrastanti. Questo, credo, risponde in pieno alla Terza Missione dell'Università.
La strada innovativa dello "storico pubblico" rispetto alla semplice divulgazione o "buona comunicazione" della storia sta proprio nel suo impegno per il coinvolgimento diretto dei diversi pubblici in attività di condivisione e di scrittura della storia. Per farlo deve però possedere non solo una ottima preparazione da storico, ma anche essere capace di dialogare e mediare con istituzioni, enti, gruppi, comunità e portatori di interesse, organizzare iniziative che promuovano il loro coinvolgimento oltre che conoscere i nuovi media e i principali strumenti dell'infosfera.

 

Quali gli obiettivi di questo suo mandato da presidente dell’AIPH?

L’associazione che ho ereditato ha ormai passato la prima fase pionieristica e sta avviandosi verso l’età matura, in cui deve aver ben chiari gli scopi e i bisogni dei suoi associati. Da un lato non siamo, e mai saremo, una associazione corporativa, orientata solo verso il mondo universitario, ma dobbiamo comunque promuovere la formazione di Public Historian nelle sedi appropriate. Abbiamo bisogno di esprimere linee guida condivise riguardanti il codice etico e lo statuto scientifico della Public History e contemporaneamente promuovere la professionalità dello storico nell’arena pubblica. Una serie di sfide importanti che passano attraverso la promozione di convegni tematici interdisciplinari con forte coinvolgimento di tutte le realtà non accademiche, la promozione delle buone pratiche di Public History, la fondazione di una rivista, la promozione della disciplina nelle scuole e infine la creazione di sinergie con le altre Società storiche. Crediamo, infatti, molto nel fare rete con chi ha a cuore l'avanzamento degli studi storici, che siano intesi in maniera tradizionale o innovativa.
Un compito non piccolo, ma che per fortuna mi vede affiancata da un Consiglio Direttivo di altissima qualità e dal supporto costante del presidente uscente, nonché fondatore dell'AIPH, Serge Noiret.

 

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