La rendicontazione di sostenibilità secondo gli standard europei ESRS
Sede
Dipartimento di Economia e Management
Obbiettivo del Corso
Il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa propone il corso Executive in: “La rendicontazione di sostenibilità secondo gli standard europei ESRS”. Questo corso è progettato per fornire una comprensione approfondita delle nuove normative europee (Direttiva 2022/2464/UE, c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive, abbreviato “CSRD”) sulla rendicontazione di sostenibilità, che saranno obbligatorie per le grandi imprese europee a partire dal 1° gennaio 2025 (o già obbligatorie dal 1° gennaio 2024, per le imprese che redigevano la “Dichiarazione Non Finanziaria” in base alla Direttiva 2014/95/EU, “NFRD”).
Il corso approfondisce l’analisi degli standard di reporting sulla sostenibilità (European Sustainability Reporting Standards, in breve “ESRS”), con particolare riferimento agli standard tematici “ESG” (Environmental, Social, and Governance).
È rivolto a chi ha già esperienza ed a chi desidera aggiornarsi sulle ultime novità.
È articolato in nove moduli della durata di mezza giornata ciascuno e di un workshop.
Il corso si svolgerà in modalità “on line” attraverso la Piattaforma Microsoft Teams.
Il workshop si svolgerà in presenza.
Requisiti di Ammissione
Possono presentare domanda di ammissione coloro che sono in possesso di diploma di laurea di primo livello ai sensi del DM 509/99 e/o del DM 270/2004 o titoli equipollenti o superiori ai sensi del vecchio e nuovo ordinamento in qualsiasi disciplina. L’iscrizione al Corso di Perfezionamento è compatibile con la contemporanea iscrizione a Corsi di Laurea, Laurea Magistrale, a ciclo unico, Scuole di Specializzazione, Dottorati e Master. È altresì consentita la partecipazione a chi ha conseguito lauree triennali e/o magistrali all’estero negli ambiti disciplinari ritenuti dal Consiglio attinenti ai fini dell’ammissione al Corso.
Durata
Il corso inizierà il 25 Ottobre 2024 e terminerà il 2 Dicembre 2024.
Scadenza Domanda di Ammissione
15 Ottobre 2024
Costo
€ 1.800,00 per allievi ordinari e uditori
Bando e Moduli
Contatti
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Recupero record dopo sostituzione mini-invasiva della valvola tricuspide
È stato realizzato a Pisa il primo intervento in Italia, e il 25esimo al mondo, di sostituzione della valvola tricuspide con un innovativo tipo di protesi valvolare introdotta, senza bisogno di aprire il torace, attraverso un catetere inserito dall’inguine tramite la vena femorale.
Tecnicamente si è trattato di un intervento simile a quello realizzato a Massa, pochi giorni fa, da un’équipe composta da cardiologi interventisti dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e della Fondazione Monasterio. Le differenze principali, rispetto a quell’intervento, sono consistite nella forma, nel sistema di ancoraggio e nella presenza, nella nuova valvola, di una sorta di “foro di sfiato” che ne facilita l’adattamento al cuore: è infatti l’unica disegnata per adattarsi alla forma asimmetrica dell'anello tricuspidale, consentendo l’impianto anche in pazienti il cui ventricolo destro è molto indebolito.
L’équipe di Emodinamica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana – diretta da Marco De Carlo, associato di Malattie dell'apparato cardiovascolare all'Università di Pisa – ha impiantato la valvola in una paziente di oltre settant’anni affetta da una gravissima insufficienza della valvola tricuspide che le causava debolezza e affanno sempre più gravi. L’insufficienza tricuspidale, infatti, ha sintomi subdoli e viene spesso diagnosticata in fase avanzata, quando ormai diventa molto elevato il rischio operatorio.
L'équipe medica guidata da Marco De Carlo
Il giorno precedente all’intervento, l’impianto è stato provato con un simulatore dotato di un cuore di silicone identico a quello della paziente, ottenuto con la stampa in 3D sulla base della TAC. L’intervento è stato quindi effettuato in soli settanta minuti dall’équipe composta da Marco De Carlo, Cristina Giannini e Alessandro Sticchi, con la guida dell’ecocardiografia tridimensionale affidata a Paolo Spontoni e Matteo Mazzola – tutti della sezione Laboratorio emodinamica – e con l’assistenza anestesiologica di Augusta Danella, dell'unità operativa Anestesia e rianimazione Ctv. Era presente in sala operatoria anche l’inventore della protesi valvolare, Georg Lutter, docente di Cardiochirurgia alla facoltà di Medicina dell'Università Christian Albrechts di Kiel (CAU), in Germania.
L’impianto della protesi è stato tollerato benissimo dal cuore della paziente, che è stata riportata nella sua camera di degenza senza bisogno di un ricovero in terapia intensiva, né di farmaci endovenosi. Il giorno successivo all’operazione si è alzata e dopo soli tre giorni è tornata a casa: un tempo di recupero record per l’intervento di sostituzione valvolare tricuspidalica.
“Il nostro gruppo – sottolinea Marco De Carlo – si conferma ai vertici nazionali ed europei negli interventi “transcatetere”, mini-invasivi, sulle valvole cardiache. Ci ha fatto particolarmente piacere il complimento dell’inventore della valvola: “Avete un grande team, estremamente motivato, di cui abbiamo apprezzato la positività e la dedizione”. Nei prossimi mesi l’Emodinamica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana sarà protagonista di uno studio clinico internazionale mirato a dimostrare i benefici di questo dispositivo”.
Esprime grande soddisfazione anche la direttrice generale dell’Aoup, Silvia Briani: “Questi risultati sono il frutto della competenza, dell’entusiasmo e del lavoro di squadra di medici, infermieri, tecnici, coordinatori degli studi clinici, operatori socio-sanitari. E della squadra fa parte anche chi, in Azienda, ha fatto in modo che questa innovativa protesi valvolare, non ancora in commercio, fosse disponibile per la nostra paziente, che non aveva altre opzioni terapeutiche in grado di risolvere la sua grave insufficienza tricuspidale”.
Classifica di Shanghai degli atenei nel mondo: l’Università di Pisa sale sul podio in Italia
L’Università di Pisa sale sul podio in Italia dopo la Sapienza di Roma e a pari merito con l’Università di Milano e si conferma fra i primi 200 atenei su scala mondiale secondo l’Academic Ranking of World Universities (ARWU). La classifica della Shanghai Ranking Consultancy, una delle più accreditate agenzie di rating internazionale per la valutazione di università ed enti di ricerca, è appena uscita con la nuova edizione aggiornata al 2024. Rispetto al 2023 Pisa cresce nella produttività scientifica, sia in assoluto che pro-capite e migliora anche a livello nazionale, era fra i primi 4 lo scorso anno, mantenendo invece il posizionamento globale nella fascia tra il 151° e il 200° posto.
Sono state oltre 2.500 le università scrutinate complessivamente dall’agenzia asiatica e di queste soltanto 1.000 sono rientrate in classifica, con 42 presenze italiane. Al primo posto mondiale rimane l’Università di Harvard, seguita dalla Stanford University e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), una top ten globale interamente dominata da atenei degli Stati Uniti, ad eccezione della britannica Cambridge, posizionata al quarto posto.
“Come le Olimpiadi ci hanno mostrato che il nostro Paese è una potenza ben equilibrata nello sport, la classifica di ARWU ci mostra un sistema universitario nazionale forte nella ricerca - ha commentato il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone - ARWU usa un criterio che premia la ricerca di punta per selezionare i primi 1000 atenei del mondo (su circa 33mila): 42 di questi sono italiani, ben distribuiti geograficamente, 51 tedeschi, 62 britannici. L’Università di Pisa va bene in questa classifica, il secondo posto a parimerito con la statale di Milano è un ottimo risultato, anche grazie al matematico Enrico Bombieri che ha studiato a Milano ed era professore nella nostra università quando ha ricevuto la medaglia Fields.”
Il ranking ARWU è elaborato sulla base di sei indicatori: i premi Nobel e le Medaglie Fields di ex studenti (Alumni) o di ricercatori della singola università (Award), il numero di ricercatori altamente citati affiliati presso l’Ateneo (Hi-Ci), le pubblicazioni su “Nature & Science” (N&S), le pubblicazioni sulle riviste più citate nelle aree tecnico-scientifico e sociale (PUB), più un ulteriore indicatore che rapporta i precedenti cinque parametri allo staff accademico, fornendo una sorta di produttività di pro-capite (PCP).
“Una considerazione generale è d’obbligo nella lettura dei risultati: ogni classifica ha le proprie regole e metodologie, non sempre trasparenti, per questo non deve sorprendere che una istituzione ottenga valutazioni diverse nei vari ranking – conclude Iannaccone – e tuttavia, pur con questi limiti, le classifiche sono uno strumento importante perché orientano le scelte di studentesse e studenti e ci permettono di comprendere punti di forza e di debolezza su cui lavorare per continuare a migliorare”.
Classifica di Shanghai degli atenei nel mondo: l’Università di Pisa sale sul podio in Italia
L’Università di Pisa sale sul podio in Italia dopo la Sapienza di Roma e a pari merito con l’Università di Milano e si conferma fra i primi 200 atenei su scala mondiale secondo l’Academic Ranking of World Universities (ARWU). La classifica della Shanghai Ranking Consultancy, una delle più accreditate agenzie di rating internazionale per la valutazione di università ed enti di ricerca, è appena uscita con la nuova edizione aggiornata al 2024. Rispetto al 2023 Pisa cresce nella produttività scientifica, sia in assoluto che pro-capite e migliora anche a livello nazionale, era fra i primi 4 lo scorso anno, mantenendo invece il posizionamento globale nella fascia tra il 151° e il 200° posto.
Sono state oltre 2.500 le università scrutinate complessivamente dall’agenzia asiatica e di queste soltanto 1.000 sono rientrate in classifica, con 42 presenze italiane. Al primo posto mondiale rimane l’Università di Harvard, seguita dalla Stanford University e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), una top ten globale interamente dominata da atenei degli Stati Uniti, ad eccezione della britannica Cambridge, posizionata al quarto posto.
“Come le Olimpiadi ci hanno mostrato che il nostro Paese è una potenza ben equilibrata nello sport, la classifica di ARWU ci mostra un sistema universitario nazionale forte nella ricerca - ha commentato il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone - ARWU usa un criterio che premia la ricerca di punta per selezionare i primi 1000 atenei del mondo (su circa 33mila): 42 di questi sono italiani, ben distribuiti geograficamente, 51 tedeschi, 62 britannici. L’Università di Pisa va bene in questa classifica, il secondo posto a parimerito con la statale di Milano è un ottimo risultato, anche grazie al matematico Enrico Bombieri che ha studiato a Milano ed era professore nella nostra università quando ha ricevuto la medaglia Fields.”
Il ranking ARWU è elaborato sulla base di sei indicatori: i premi Nobel e le Medaglie Fields di ex studenti (Alumni) o di ricercatori della singola università (Award), il numero di ricercatori altamente citati affiliati presso l’Ateneo (Hi-Ci), le pubblicazioni su “Nature & Science” (N&S), le pubblicazioni sulle riviste più citate nelle aree tecnico-scientifico e sociale (PUB), più un ulteriore indicatore che rapporta i precedenti cinque parametri allo staff accademico, fornendo una sorta di produttività di pro-capite (PCP).
“Una considerazione generale è d’obbligo nella lettura dei risultati: ogni classifica ha le proprie regole e metodologie, non sempre trasparenti, per questo non deve sorprendere che una istituzione ottenga valutazioni diverse nei vari ranking – conclude Iannaccone – e tuttavia, pur con questi limiti, le classifiche sono uno strumento importante perché orientano le scelte di studentesse e studenti e ci permettono di comprendere punti di forza e di debolezza su cui lavorare per continuare a migliorare”.
KA171 2024
Mobility of higher education students and staff supported by external policy funds
Unipi Team Leader: Giovanni Federico Gronchi, Vice Rector for Cooperation and International Relations
This action supports physical and blended mobility of higher education students and staff from/to third countries not associated to Erasmus+. Students in all study fields and cycles can take part in a study period or traineeship abroad. Higher education teaching and administrative staff can take part in professional development activities abroad, as well as staff from the field of work in order to teach and train students or staff at higher education institutions.
Coordinator: Università di Pisa
Start date: 01-08-2024
End date: 31-07-2027
EU Grant: 250.326,00 €
Project website: http://erasmuspluska107.unipi.it/
Grotta in Liguria rivela le cause del caldo eccezionale della Terra 400mila anni fa (e fa da monito oggi)
In Europa c’erano i pre-neandertaliani, l’emisfero settentrionale della Terra aveva meno ghiaccio di oggi e il livello del mare era circa 10 metri più alto. Siamo nel paleolitico inferiore, 400mila anni fa, un periodo chiamato MIS 11c, il più caldo del nostro pianeta negli ultimi milioni di anni.
Secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, a cui ha partecipato la professoressa Elisabetta Starnini dell’Università di Pisa, la causa di questa eccezionale fase climatica del nostro pianeta sarebbe da rintracciare nel riscaldamento dei mari (a sua volta dovuta a un complesso intreccio di fattori).
La ricerca si è basata su una carota lunga due metri prelevata dalla Grotta della Bàsura in Liguria e analizzata utilizzando la tecnica di datazione uranio-torio ad alta precisione. Il reperto ha consentito di ricostruire la storia ambientale dell'Europa meridionale da 480.000 a 360.000 anni fa e di risolvere un enigma paleoclimatico noto come "paradosso MIS 11c" che per lungo tempo ha impegnato studiose e studiosi. Il caldo della Terra 400mila anni fa non sarebbe infatti giustificato dai livelli di radiazioni solari e di gas serra.
“Oggi come allora la radiazione solare non era particolarmente forte, ma il nostro studio dimostra come il riscaldamento prolungato degli oceani da solo possa causare un collasso della piattaforma glaciale e un innalzamento del livello del mare senza richiedere temperature atmosferiche estremamente elevate o concentrazioni di gas serra”, spiega Starnini.
“Il clima passato è quindi di massima importanza per comprendere il futuro del nostro pianeta e il ruolo che i cambiamenti climatici estremi possono aver giocato nell’evoluzione umana. – conclude Starnini– basti pensare che dopo la fine del MIS 11 l’Europa inizia ad essere popolata da una nuova specie: l’uomo di Neanderthal”.
Elisabetta Starnini è docente di Preistoria e Protostoria del dipartimento di Civiltà e forme del Sapere dell’Università Pisa e da anni lavora alla Grotta della Bàsura. La ricerca alla quale ha collaborato è frutto di progetto internazionale e interdisciplinare, guidato dal Dipartimento di Geoscienze dell’Università Nazionale di Taiwan che ha coinvolto ricercatori di 20 enti di ricerca in Europa, Stati Uniti e Asia.
Professor Walter Grassi is the First Italian to Receive the Prestigious Max Jakob Award for Thermal Sciences
The University of Pisa is pleased and proud to announce that Professor Walter Grassi (photo), formerly Full Professor of Technical Physics at the Department of Energy, Systems, Territory, and Constructions Engineering (DESTEC), has received the Max Jakob Memorial Award in Los Angeles, one of the highest international recognitions for thermal sciences, awarded jointly by the American Society of Mechanical Engineers (ASME) and the American Institute of Chemical Engineers (AIChE). The award's hall of fame includes scholars who, since 1960, have contributed to major advancements in the field of heat transfer, and now, for the first time, it includes an Italian.
Professor Grassi has conducted pioneering research, both theoretical and experimental, on the thermofluidynamic effects of electric and gravitational force fields. Among his achievements, he successfully obtained nucleate boiling in the absence of gravity through appropriate electric fields. For his studies in microgravity, he utilized unique experimental platforms such as sounding rockets (in Sweden), drop towers (in Japan), and parabolic flights (in France). In Antarctica, he contributed to the energy design solutions for the Italian base Terra Nova Bay and the international base Concordia.
He has coordinated numerous research programs for the Ministry of University and Research, the Italian National Agency for New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development (ENEA), the National Research Council (CNR), the European Union, the Italian Space Agency (ASI), and the European Space Agency (ESA). He has also held various significant positions, including ESA Coordinator for boiling research, President of the Italian Geothermal Union (UGI), and President of the Energy Agency of the Tuscany Region. At the University of Pisa, he has served as Department Director, Board Member, Academic Senator, PhD Program President, and Rector's Delegate for Energy.
Walter Grassi has mentored Paolo Di Marco, Daniele Testi, Paolo Conti, and Eva Schito, current faculty members of DESTEC, who have significantly collaborated with him at various stages of their careers. On the 16th of July Professor Testi attended the award ceremony in Los Angeles and accepted the Jakob Award on his behalf at the annual ASME Congress on heat transfer, fluid engineering, and energy sustainability.
Il prof. Grassi primo italiano a ricevere il Premio Max Jakob
Il professore Walter Grassi (foto), già ordinario di Fisica tecnica presso il dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DESTEC), ha ricevuto il Premio Max Jakob Memorial Award, uno dei più alti riconoscimenti mondiali per le scienze termiche, conferito congiuntamente dall'American Society of Mechanical Engineers (ASME) e dall'American Institute of Chemical Engineers (AIChE). Nell'albo d'oro del premio figurano studiosi che, dal 1960, hanno contribuito ai principali avanzamenti nella disciplina dello scambio termico, e ora, per la prima volta, vi compare anche un italiano,
Il professore Grassi ha condotto ricerche pionieristiche, sia teoriche sia sperimentali, sugli effetti termofluidodinamici dei campi di forza di volume elettrico e gravitazionale. Tra i suoi successi, è riuscito a ottenere ebollizione nucleata in assenza di gravità mediante opportuni campi elettrici. Per gli studi in microgravità, ha utilizzato piattaforme sperimentali uniche come razzi sonda (in Svezia), torri di caduta (in Giappone) e voli parabolici (in Francia). In Antartide, ha contribuito alle soluzioni energetiche per la base italiana Terra Nova Bay e per quella internazionale Concordia.
Ha coordinato numerosi programmi di ricerca per il MURST, l'ENEA, il CNR, l'Unione Europea, l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha inoltre ricoperto vari ruoli di rilievo, tra cui Coordinatore per l'ESA delle ricerche sull'ebollizione, Presidente dell'Unione Geotermica Italiana (UGI) e Presidente dell'Agenzia Energetica della Regione Toscana. Per l'Università di Pisa ha ricoperto le cariche di Direttore di Dipartimento, Consigliere d'Amministrazione, Senatore Accademico, Presidente di Corso di Dottorato e Delegato del Rettore per l'Energia.
Walter Grassi è stato il mentore di Paolo Di Marco, Daniele Testi, Paolo Conti ed Eva Schito, attuali docenti del DESTEC, che hanno collaborato sostanzialmente, in diverse fasi della carriera, alle sue ricerche. Proprio il professore Testi, pochi giorni fa, ha partecipato a Los Angeles alla cerimonia di premiazione che si è svolta lo scorso 16 luglio e ha ritirato il Premio Jakob in vece sua, in occasione dell'annuale Congresso ASME su scambio termico, ingegneria dei fluidi e sostenibilità energetica.
L'Università di Pisa esprime le sue più sentite congratulazioni al professore Walter Grassi per questo prestigioso riconoscimento, che dà lustro al nostro Ateneo e a tutta la comunità italiana della fisica tecnica.
Il prof. Grassi primo italiano a ricevere il Premio Max Jakob
Il professore Walter Grassi (foto), già ordinario di Fisica tecnica presso il dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DESTEC), ha ricevuto il Premio Max Jakob Memorial Award, uno dei più alti riconoscimenti mondiali per le scienze termiche, conferito congiuntamente dall'American Society of Mechanical Engineers (ASME) e dall'American Institute of Chemical Engineers (AIChE). Nell'albo d'oro del premio figurano studiosi che, dal 1960, hanno contribuito ai principali avanzamenti nella disciplina dello scambio termico, e ora, per la prima volta, vi compare anche un italiano,
Il professore Grassi ha condotto ricerche pionieristiche, sia teoriche sia sperimentali, sugli effetti termofluidodinamici dei campi di forza di volume elettrico e gravitazionale. Tra i suoi successi, è riuscito a ottenere ebollizione nucleata in assenza di gravità mediante opportuni campi elettrici. Per gli studi in microgravità, ha utilizzato piattaforme sperimentali uniche come razzi sonda (in Svezia), torri di caduta (in Giappone) e voli parabolici (in Francia). In Antartide, ha contribuito alle soluzioni energetiche per la base italiana Terra Nova Bay e per quella internazionale Concordia.
Ha coordinato numerosi programmi di ricerca per il MURST, l'ENEA, il CNR, l'Unione Europea, l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha inoltre ricoperto vari ruoli di rilievo, tra cui Coordinatore per l'ESA delle ricerche sull'ebollizione, Presidente dell'Unione Geotermica Italiana (UGI) e Presidente dell'Agenzia Energetica della Regione Toscana. Per l'Università di Pisa ha ricoperto le cariche di Direttore di Dipartimento, Consigliere d'Amministrazione, Senatore Accademico, Presidente di Corso di Dottorato e Delegato del Rettore per l'Energia.
Walter Grassi è stato il mentore di Paolo Di Marco, Daniele Testi, Paolo Conti ed Eva Schito, attuali docenti del DESTEC, che hanno collaborato sostanzialmente, in diverse fasi della carriera, alle sue ricerche. Lo scorso 16 luglio il professore Testi ha partecipato alla cerimonia di premiazione a Los Angeles e ha ritirato il Premio Jakob in vece sua, in occasione dell'annuale Congresso ASME su scambio termico, ingegneria dei fluidi e sostenibilità energetica.
L'Università di Pisa esprime le sue più sentite congratulazioni al professore Walter Grassi per questo prestigioso riconoscimento, che dà lustro al nostro Ateneo e a tutta la comunità italiana della fisica tecnica.
Inaugurato a Casa Pacinotti il nuovo Laboratorio di Archeologia dell’Università di Pisa
La casa natale di Antonio Pacinotti in via Santa Maria 24 diventa la nuova sede del Laboratorio di Archeologia afferente al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e apre le sue porte a studenti e ricercatori che studiano i reperti provenienti dalle missioni archeologiche dell’Ateneo. L’edificio, dove nel 1841 nacque il professore di Fisica conosciuto in tutto il mondo per aver inventato la dinamo elettrica, è stato inaugurato alla presenza del Rettore Riccardo Zucchi, che ha poi visitato i locali dello stabile totalmente rinnovato grazie ad accuratissimi lavori di restauro conservativo e adeguamento funzionale, iniziati nel 2020 e terminati a fine 2023.
"Grazie ad un grande lavoro di squadra oggi inauguriamo questa struttura che soddisfa un’esigenza fondamentale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – ha commentato il rettore Riccardo Zucchi durante l'inaugurazione – Mi congratulo con tutti coloro che hanno portato a termine quest'opera che credo sia punto di partenza per un ulteriore salto di qualità per lo studio e la ricerca in campo archeologico”. Il restauro dell'edificio ha permesso infatti di riunire in un unico contesto tutte le attività del settore archeologico e orientalistico, precedentemente allocate in alcuni edifici non di proprietà dell'Ateneo.
L'edificio ospita le attività di ricerca condotte dai docenti delle diverse discipline relative all'archeologia del Mediterraneo e del Vicino Oriente, titolari di progetti di scavo e ricognizione, ma vi si svolgono anche attività didattiche, in un'apposita aula destinata alle esercitazioni curricolari ed extracurricolari, legate ai corsi di laurea triennale, magistrale (Archeologia e Orientalistica), alla Scuola di specializzazione in Beni Archeologici e al dottorato in Scienze dell'Antichità e Archeologia.
Il Laboratorio di Archeologia ospitato a Casa Pacinotti si compone di diverse sezioni che occupano il primo e il secondo piano dell'immobile, vale a dire Archeologia classica, Archeologia medievale, Preistoria e Protostoria, Etruscologia, Egittologia, Archeologia del Vicino Oriente, Topografia e Archeologia Subacquea, Metodologie della ricerca archeologica. Sono inoltre presenti un Laboratorio di Restauro, nel quale si svolgono le necessarie operazioni di pulitura e ripristino dei materiali archeologici oggetto di studio, e un Laboratorio di Microscopia, nel quale è possibile svolgere analisi di dettaglio su campioni di materiale organico e inorganico.
"Questo è un luogo che permetterà di fare ottima ricerca, riunendo al suo interno l'archeologia dell'Università di Pisa, dalla preistoria alla più recente archeologia contemporanea – ha aggiunto Federico Cantini, docente di Archeologia cristiana e medievale e delegato del rettore per la Promozione della ricerca nel settore delle scienze sociali e umanistiche – Questo è un bene per i ricercatori, che potranno dialogare tra di loro, ma soprattutto per gli studenti, i quali avranno accesso a conoscenze diverse ma complementari nello stesso luogo".
“È una grade soddisfazione arrivare alla fine del mio mandato vedendo inaugurata e in funzione questa struttura così importante dove tutti i nostri laboratori hanno finalmente una sede unitaria – ha proseguito il professore Simone Maria Collavini, direttore del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – Ringrazio il Rettore e l'Ateneo per l'attenzione data all'area dell'archeologia, che si è manifestata anche nell'introduzione del progetto ProArcheo che co-finanzia le attività di scavo assieme al Dipartimento".
“Siamo molto contenti e grati all'Ateneo che ha permesso di rinnovare la vocazione di questo edificio, destinato alla ricerca fin dal XVIII secolo – ha concluso Lisa Rosselli, docente di Etruscologia e responsabile del Laboratorio di Archeologia – Avere riuniti in un solo edificio i laboratori delle nostre varie discipline, dall’Archeologia del Mediterraneo a quella del Vicino Oriente, permette adesso di potenziare sia le attività di ricerca che quelle di didattica”.
Il professor Francesco Leccese, prorettore per l’Edilizia, ha infine dato alcuni dettagli dell’intervento di restauro: “Rallentati dalla pandemia, i lavori sono durati circa tre anni per un investimento attorno ai 2.5 milioni di euro. Complessivamente si tratta di una superficie di 800 mq organizzata in tre piani, dove trovano spazio laboratori e aule didattiche e che si aggiungono ai 3800 mq già a disposizione del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Da sottolineare l’abbattimento delle barriere architettoniche interne all’edificio, che agevola l’accesso ai laboratori e ai vari spazi di Casa Pacinotti”.
L’intervento sull’edificio è stato progettato e diretto dal gruppo di lavoro composto dall’architetta Elisa Chicca e dagli ingegneri Saverio Zingarelli, Massimiliano Micheletti, Simone Guastini e Luca Ulivelli.
Cenni storici sull'edificio
L’edificio “Casa Pacinotti” si colloca nel centro storico della città di Pisa, affianco alla Domus Galileiana. L’edificazione del fabbricato risale probabilmente alla prima metà del XVIII secolo ed è la prima sede della cattedra di fisica Sperimentale dell’Ateneo Pisano istituita nel 1748 per volere di Granduca Francesco I. Il palazzo fu dichiarato monumento nazionale con Regio Decreto n°1020 del 04/06/1934 in quanto vi nacque e visse l’illustre fisico Antonio Pacinotti.
Attualmente, la costruzione presenta due corpi di fabbrica: l’edificio storico principale, la vera Casa Pacinotti, e una parte più recente, realizzata intorno al 1955-1957. Il fabbricato ha certamente subito intorno agli anni ’50 degli interventi di riparazione dei danni conseguenti al secondo conflitto mondiale. Allo stesso periodo risale l’ampliamento, tramite la realizzazione di una nuova parte in struttura a telaio di calcestruzzo armato e tamponamenti esterni in mattoni faccia vista, appositamente progettato per ospitare lo spettrometro di massa del Laboratorio di Geologia Nucleare.