Seasonal School Sant'Anna 2024/2025
L'edizione 2024/2025 della Seasonal School Sant'Anna prevede 26 corsi intensivi e interdisciplinari su temi di ricerca di frontiera destinati a studentesse e studenti meritevoli di tutto il mondo.
Sono previsti dei posti riservati destinati agli studenti Unipi, che potranno beneficiare anche di una riduzione del 10% della quota di partecipazione.
Informazioni al link: https://www.santannapisa.it/it/news/seasonal-school-corsi-intensivi-studentesse-e-studenti-di-talento-di-tutto-il-mondo
"Dalla penna al mic" - Workshop di scrittura comica di Mauro Fratini
Martedì 23 luglio al Leningrad Cafe si svolgerà il workshop di scrittura comica "Dalla penna al mic" a cura di Mauro Fratini.
La partecipazione è libera e gratuita.
L'evento è organizzato dall'Associazione La Locura e si svolge con i contributi per le attività studentesche dell'Università.
Campi Settembrini S-passo al Museo 2024
Da lunedì 26 agosto a venerdì 13 settembre si svolgeranno presso il Museo di Storia Naturale i Campi settembrini S-passo al Museo 2024, realizzati in collaborazione con l'associazione Feronia Guide Ambientali.
Il costo per la partecipazione è di 140 euro a settimana (dal lunedì al venerdì).
Tutte le informazioni al link: https://www.msn.unipi.it/it/eventi/s-passo-al-museo-2024-2/
La comunicazione medico-paziente nell’era digitale
Avviso: Il corso non è stato attivato leggi la comunicazione
Sede
Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia
Requisiti per l'ammissione
Sono ammessi a partecipare alla selezione i candidati, anche cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso, alla data di scadenza del Bando, del titolo di: Laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Laurea triennale delle Professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche (L/SNT1), sanitarie della riabilitazione (L/SNT2), sanitarie tecniche (L/SNT3), sanitarie della prevenzione (L/SNT4), Scienze e Tecniche di Psicologia clinica o titolo equivalente conseguito in Italia o all’estero. Il corso è aperto anche a persone che abbiano conseguito titolo di laurea di primo o secondo livello in altre discipline.
Obiettivi
Il corso di perfezionamento si propone di offrire un'analisi approfondita delle dinamiche comunicative nel contesto medico-paziente, mettendo in luce le sfide e le opportunità che la digitalizzazione presenta. Attraverso una serie di moduli articolati, verranno esplorate le competenze essenziali per navigare con successo in questo scenario sempre più digitale. Sarà esaminata in dettaglio l'importanza storica e attuale della comunicazione medicopaziente, con particolare enfasi sull'evoluzione nel tempo e sull'impatto sulle pratiche mediche moderne. Inoltre, saranno analizzati approfonditamente i principi della psicologia della comunicazione al fine di migliorare l'empatia e la comprensione reciproca tra medico e paziente. Sarà dedicata particolare attenzione all'acquisizione di competenze pratiche nell'utilizzo degli strumenti di comunicazione digitale disponibili nel settore sanitario. Oltre alla comunicazione verbale, si approfondirà l'importanza della comunicazione paraverbale, non verbale e scritta, nonché l'uso consapevole della voce e della paralinguistica per migliorare la chiarezza e l'efficacia del messaggio comunicato.
Durata
Il corso inizierà il 5 ottobre 2024 e terminerà il 25 gennaio 2025, per un totale di 50 ore - CFU 6.
I 7 moduli si svolgeranno rispettivamente il 5 ottobre, il 19 ottobre, il 16 novembre, il 30 novembre, il 21 dicembre, l'11 gennaio e il 25 gennaio.
Scadenza domanda di ammissione
16/09/2024
Numero posti disponibili
Massimo 60, minimo 15
Costo
Iscrizione ordinaria 570,00 euro
Ridotta per i dipendenti Unipi, Dipendenti AOUP e dipendenti e convenzionati ATNO 370 euro
Bando e moduli
- Bando
- Modulo A - Bollo su istanza di ammissione
- Modulo B- Bollo su attestato di frequenza
- Programmazione didattica
La batoniite eletta “Minerale dell’Anno” 2023 dalla International Mineralogical Association
L’International Mineralogical Association ha dichiarato “Minerale dell’Anno” 2023 la batoniite, studiata da un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Daniela Mauro del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e referente della Sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale. È la prima volta che il prestigioso riconoscimento, istituito nel 2014, viene attribuito ad una specie mineralogica scoperta in Italia.
Individuata negli anni Ottanta del secolo scorso da un gruppo di ricercatori, la batoniite era rimasta, fino ad oggi, un vero e proprio rompicapo mineralogico. Solo lo scorso anno gli studiosi dell’Ateneo pisano sono riusciti a definirne la struttura e la complessa cristallochimica. Una scoperta resa possibile anche grazie dalla recente installazione, presso i laboratori pisani, di un diffrattometro a raggi X per cristallo singolo del Centro per l’Integrazione della Strumentazione scientifica dell’Università di Pisa (CISUP).
Batoniite, aggregato di cristalli tabulari bianchi associati a un solfato di Al e Fe resinoso, poco cristallino e non identificato. Collezione Museo di Storia Naturale, Università di Pisa. Foto D. Mauro
Le indagini condotte dall’equipe guidata dalla dottoressa Mauro hanno così definito la formula chimica di questa nuova specie mineralogica: Al8(SO4)5(OH)14(H2O)18·5H2O, oltre ad averne individuato la struttura, una delle più complesse mai descritte fra i minerali oggi noti e caratterizzata dal poli-oxo-catione [Al8(OH)14(H2O)18]10+. Quest’ultimo era stato finora osservato solo in fasi sintetiche ottenute durante lo studio del comportamento geochimico dell’alluminio in soluzione acquosa.
La scoperta fatta dai ricercatori dell’Università di Pisa, oltre a raccontarci qualcosa in più sul ciclo geochimico dell’alluminio, uno degli elementi più abbondanti del nostro pianeta, ci illumina ancora una volta sulla bellezza della natura che, con gli adeguati mezzi tecnologici, si svela in tutta la sua complessità.
Ritrovato nella miniera abbandonata di Cetine di Cotorniano, in provincia di Siena, il minerale è stato consegnato ai ricercatori pisani dal collezionista Massimo Batoni, nel quadro di una collaborazione fra il Dipartimento di Scienze della Terra e gli appassionati dell’Associazione Mineralogica Fiorentina (AMF) e dell’Associazione Mineralogica Prato e Pistoia (AMPP). E proprio a Massimo Batoni è stata dedicata questa specie, per i suoi contributi alla conoscenza della mineralogia italiana.
In azzurro il gruppo di ottaedri centrati dall’alluminio. In rosso e in celeste sono rappresentati, rispettivamente, i gruppi (OH) e (H2O). Questo è l’elemento strutturale caratterizzante della batoniite ovvero il poli-oxo-catione [Al8(OH)14(H2O)18]10+
Il premio “Minerale dell’Anno”, finalizzato a riconoscere il minerale di maggior interesse scientifico la cui pubblicazione sia avvenuta nell’anno solare precedente, è stato istituito nel 2014 dall’International Mineralogical Association, un gruppo internazionale rappresentativo delle società mineralogiche nazionali di quasi 40 differenti paesi.
Ogni anno vengono approvate circa 100 nuove specie mineralogiche, le quali passano al vaglio di una commissione di esperti, la Commission on New Minerals, Nomenclature and Classification. Sono poi questi stessi esperti, tramite votazione segreta, a indicare il “Minerale dell’Anno”.
La batoniite è il primo “Minerale dell’Anno” italiano, ed è la quinta nuova specie minerale scoperta nella miniera di Cetine di Cotorniano, dopo brizziite, cetineite, onoratoite e rosenbergite.
La descrizione completa del nuovo minerale è stata pubblicata sull'European Journal of Mineralogy: https://ejm.copernicus.org/articles/35/703/2023/
La batoniite eletta “Minerale dell’Anno” 2023 dalla International Mineralogical Association
L’International Mineralogical Association ha dichiarato “Minerale dell’Anno” 2023 la batoniite, studiata da un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Daniela Mauro del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e referente della Sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale. È la prima volta che il prestigioso riconoscimento, istituito nel 2014, viene attribuito ad una specie mineralogica scoperta in Italia.
Individuata negli anni Ottanta del secolo scorso da un gruppo di ricercatori, la batoniite era rimasta, fino ad oggi, un vero e proprio rompicapo mineralogico. Solo lo scorso anno gli studiosi dell’Ateneo pisano sono riusciti a definirne la struttura e la complessa cristallochimica. Una scoperta resa possibile anche grazie dalla recente installazione, presso i laboratori pisani, di un diffrattometro a raggi X per cristallo singolo del Centro per l’Integrazione della Strumentazione scientifica dell’Università di Pisa (CISUP).
Le indagini condotte dall’equipe guidata dalla dottoressa Mauro hanno così definito la formula chimica di questa nuova specie mineralogica: Al8(SO4)5(OH)14(H2O)18·5H2O, oltre ad averne individuato la struttura, una delle più complesse mai descritte fra i minerali oggi noti e caratterizzata dal poli-oxo-catione [Al8(OH)14(H2O)18]10+. Quest’ultimo era stato finora osservato solo in fasi sintetiche ottenute durante lo studio del comportamento geochimico dell’alluminio in soluzione acquosa.
La scoperta fatta dai ricercatori dell’Università di Pisa, oltre a raccontarci qualcosa in più sul ciclo geochimico dell’alluminio, uno degli elementi più abbondanti del nostro pianeta, ci illumina ancora una volta sulla bellezza della natura che, con gli adeguati mezzi tecnologici, si svela in tutta la sua complessità.
Ritrovato nella miniera abbandonata di Cetine di Cotorniano, in provincia di Siena, il minerale è stato consegnato ai ricercatori pisani dal collezionista Massimo Batoni, nel quadro di una collaborazione fra il Dipartimento di Scienze della Terra e gli appassionati dell’Associazione Mineralogica Fiorentina (AMF) e dell’Associazione Mineralogica Prato e Pistoia (AMPP). E proprio a Massimo Batoni è stata dedicata questa specie, per i suoi contributi alla conoscenza della mineralogia italiana.
Il premio “Minerale dell’Anno”, finalizzato a riconoscere il minerale di maggior interesse scientifico la cui pubblicazione sia avvenuta nell’anno solare precedente, è stato istituito nel 2014 dall’International Mineralogical Association, un gruppo internazionale rappresentativo delle società mineralogiche nazionali di quasi 40 differenti paesi.
Ogni anno vengono approvate circa 100 nuove specie mineralogiche, le quali passano al vaglio di una commissione di esperti, la Commission on New Minerals, Nomenclature and Classification. Sono poi questi stessi esperti, tramite votazione segreta, a indicare il “Minerale dell’Anno”.
La batoniite è il primo “Minerale dell’Anno” italiano, ed è la quinta nuova specie minerale scoperta nella miniera di Cetine di Cotorniano, dopo brizziite, cetineite, onoratoite e rosenbergite.
La descrizione completa del nuovo minerale è stata pubblicata sull'European Journal of Mineralogy: https://ejm.copernicus.org/articles/35/703/2023/
Con le donne al comando si respira un’aria migliore, letteralmente
La qualità dell’aria è migliore se le donne comandano le istituzioni. La notizia arriva da uno studio condotto all’Università di Pisa e pubblicato sull’European Journal of Political Economy. L’analisi ha riguardato 230 regioni di 27 Paesi dell’Unione europea.
“I nostri risultati evidenziano una relazione positiva tra l'empowerment politico delle donne e la qualità dell'aria – spiega una delle autrici dello studio, la professoressa Lisa Gianmoena del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - Questo suggerisce che le donne, quando occupano posizioni di potere, tendono ad adottare politiche ambientali più rigide e orientate verso la sostenibilità rispetto alle regioni governate da uomini e questo fenomeno può essere attribuito alla loro maggiore sensibilità e al loro impegno sociale”.
In particolare, questa correlazione positiva risulta evidente in numerose regioni del Nord Europa, tra cui Finlandia, Irlanda, Estonia, Svezia e Danimarca, mentre la maglia nera va alla Polonia, Ungheria e Romania. In Italia, la Valle d’Aosta si distingue per la qualità dell’aria migliore, mentre la Lombardia registra i livelli peggiori.
Per realizzare lo studio ricercatori e ricercatrici hanno lavorato alla costruzione di un dataset a livello regionale che integrasse empowerment politico femminile e dati ambientali. Questa impostazione è stata fondamentale anche perché nel contesto europeo le condizioni ambientali e sociali possono variare notevolmente tra le diverse zone e sono poi le autorità sub-nazionali ad essere maggiormente responsabili dell’applicazione di direttive e standard ambientali nazionali e sovranazionali. Per quanto riguarda le donne, è stato utilizzato l’Indice di Empowerment Politico delle Donne (WPEI), considerando la loro presenza a vari livelli di governo (nazionale, regionale e locale).
“Per assicurarci che il rapporto tra empowerment politico femminile e qualità aria non fosse una "correlazione spuria", cioè puramente casuale – conclude Gianmoena - abbiamo testato altre variabili economiche e non economiche come lo sviluppo economico, il livello di istruzione, le innovazioni in tecnologie verdi, l'ideologia politica e la densità di popolazione. Tuttavia la relazione positiva tra empowerment politico femminile e qualità dell’aria è rimasta significativa, confermando la robustezza del risultato”.
Lisa Gianmoena è autrice dell’articolo insieme al collega Vicente Rios, docente del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano. Entrambi collaborano con il centro di ricerca REMARC (Responsible Management Research Center) dell’Università di Pisa. Gli altri autori sono la dottoranda Izaskun Barba e il professore Pedro Pascual entrambi del dipartimento di Economia della Università Pública de Navarra, Spagna.
Con le donne al comando si respira un’aria migliore, letteralmente
La qualità dell’aria è migliore se le donne comandano le istituzioni. La notizia arriva da uno studio condotto all’Università di Pisa e pubblicato sull’European Journal of Political Economy. L’analisi ha riguardato 230 regioni di 27 Paesi dell’Unione europea.
“I nostri risultati evidenziano una relazione positiva tra l'empowerment politico delle donne e la qualità dell'aria – spiega una delle autrici dello studio, la professoressa Lisa Gianmoena del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - Questo suggerisce che le donne, quando occupano posizioni di potere, tendono ad adottare politiche ambientali più rigide e orientate verso la sostenibilità rispetto alle regioni governate da uomini e questo fenomeno può essere attribuito alla loro maggiore sensibilità e al loro impegno sociale”.
In particolare, questa correlazione positiva risulta evidente in numerose regioni del Nord Europa, tra cui Finlandia, Irlanda, Estonia, Svezia e Danimarca, mentre la maglia nera va alla Polonia, Ungheria e Romania. In Italia, la Valle d’Aosta si distingue per la qualità dell’aria migliore, mentre la Lombardia registra i livelli peggiori.
A sinistra la distribuzione geografica della qualità dell'aria, a destra distribuzione geografica del potere politico femminile
Per realizzare lo studio ricercatori e ricercatrici hanno lavorato alla costruzione di un dataset a livello regionale che integrasse empowerment politico femminile e dati ambientali. Questa impostazione è stata fondamentale anche perché nel contesto europeo le condizioni ambientali e sociali possono variare notevolmente tra le diverse zone e sono poi le autorità sub-nazionali ad essere maggiormente responsabili dell’applicazione di direttive e standard ambientali nazionali e sovranazionali. Per quanto riguarda le donne, è stato utilizzato l’Indice di Empowerment Politico delle Donne (WPEI), considerando la loro presenza a vari livelli di governo (nazionale, regionale e locale).
“Per assicurarci che il rapporto tra empowerment politico femminile e qualità aria non fosse una "correlazione spuria", cioè puramente casuale – conclude Gianmoena - abbiamo testato altre variabili economiche e non economiche come lo sviluppo economico, il livello di istruzione, le innovazioni in tecnologie verdi, l'ideologia politica e la densità di popolazione. Tuttavia la relazione positiva tra empowerment politico femminile e qualità dell’aria è rimasta significativa, confermando la robustezza del risultato”.
Lisa Gianmoena è autrice dell’articolo insieme al collega Vicente Rios, docente del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano. Entrambi collaborano con il centro di ricerca REMARC (Responsible Management Research Center) dell’Università di Pisa. Gli altri autori sono la dottoranda Izaskun Barba e il professore Pedro Pascual entrambi del dipartimento di Economia della Università Pública de Navarra, Spagna.
Università di Pisa: a Gianluigi Albano la European Young Chemist’s Award 2024 Gold Medal
È Gianluigi Albano, Ricercatore presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, il vincitore della prestigiosa European Young Chemist’s Award 2024 Gold Medal per la categoria Early Career Researcher. La EYCA 2024 Gold Medal – il riconoscimento più importante a livello europeo per giovani chimici - è stata consegnata al ricercatore dell’Ateneo pisano durante la cerimonia conclusiva del 9th EuChemS Chemistry Congress. Albano è risultato vincitore del Premio a fronte di centinaia di candidature provenienti da tutta Europa, grazie alla sua eccellente attività di ricerca nel campo della chimica organica.
L’European Young Chemist’s Award (EYCA), istituito nel 2008 ed assegnato con cadenza biennale, si pone come obiettivo di dare visibilità alla ricerca svolta da giovani scienziati che lavorano in istituzioni europee nel campo delle scienze chimiche. Tale Premio intende onorare ed incoraggiare giovani chimici la cui attività di ricerca mostra un alto livello di eccellenza ed innovazione. L’EYCA prevede due diverse classi di concorso: la categoria PhD, riservata a dottorandi, e la categoria Early Career Researcher, riservata a giovani ricercatori fino ad 8 anni dal conseguimento del Dottorato di Ricerca.
Giunto alla sua nona edizione, il Premio EYCA 2024 è stato assegnato da EuChemS con la sponsorizzazione di Società Chimica Italiana (SCI), Royal Society of Chemistry (RSC) e Chemistry Europe. Il processo di valutazione delle candidature è stato strutturato in due fasi. Nella prima, sono stati valutati il Curriculum Vitae ed il lavoro di ricerca del candidato, sulla base dei seguenti criteri: eccellenza dell’attività di ricerca nel campo delle scienze chimiche; originalità ed indipendenza del contributo del candidato; profonda conoscenza dello stato dell’arte; prospettive future della propria ricerca. Al termine di tale valutazione sono stati selezionati 6 Finalisti per ciascuna categoria, che hanno avuto la possibilità di presentare la propria attività di ricerca davanti alla Giuria Valutatrice durante il 9th EuChemS Chemistry Congress, tenutosi a Dublino (Irlanda) dal 7 all’11 luglio 2024.
Università di Pisa: a Gianluigi Albano la European Young Chemist’s Award 2024 Gold Medal
È Gianluigi Albano, Ricercatore presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, il vincitore della prestigiosa European Young Chemist’s Award 2024 Gold Medal per la categoria Early Career Researcher. La EYCA 2024 Gold Medal – il riconoscimento più importante a livello europeo per giovani chimici - è stata consegnata al ricercatore dell’Ateneo pisano durante la cerimonia conclusiva del 9th EuChemS Chemistry Congress. Albano è risultato vincitore del Premio a fronte di centinaia di candidature provenienti da tutta Europa, grazie alla sua eccellente attività di ricerca nel campo della chimica organica.
L’European Young Chemist’s Award (EYCA), istituito nel 2008 ed assegnato con cadenza biennale, si pone come obiettivo di dare visibilità alla ricerca svolta da giovani scienziati che lavorano in istituzioni europee nel campo delle scienze chimiche. Tale Premio intende onorare ed incoraggiare giovani chimici la cui attività di ricerca mostra un alto livello di eccellenza ed innovazione. L’EYCA prevede due diverse classi di concorso: la categoria PhD, riservata a dottorandi, e la categoria Early Career Researcher, riservata a giovani ricercatori fino ad 8 anni dal conseguimento del Dottorato di Ricerca.
Giunto alla sua nona edizione, il Premio EYCA 2024 è stato assegnato da EuChemS con la sponsorizzazione di Società Chimica Italiana (SCI), Royal Society of Chemistry (RSC) e Chemistry Europe. Il processo di valutazione delle candidature è stato strutturato in due fasi. Nella prima, sono stati valutati il Curriculum Vitae ed il lavoro di ricerca del candidato, sulla base dei seguenti criteri: eccellenza dell’attività di ricerca nel campo delle scienze chimiche; originalità ed indipendenza del contributo del candidato; profonda conoscenza dello stato dell’arte; prospettive future della propria ricerca. Al termine di tale valutazione sono stati selezionati 6 Finalisti per ciascuna categoria, che hanno avuto la possibilità di presentare la propria attività di ricerca davanti alla Giuria Valutatrice durante il 9th EuChemS Chemistry Congress, tenutosi a Dublino (Irlanda) dal 7 all’11 luglio 2024.