Al Centro Avanzi la maratona creativa con gli allievi del Master in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico
Gli studenti della terza edizione del Master telematico di II livello in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico dell'Università di Pisa hanno partecipato a un hackathon presso il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" a San Piero a Grado. Questo centro, unico in Europa per dimensioni e diversificazione delle attività, è noto per il suo impegno verso la sostenibilità. Un hackathon è un evento in cui persone con diverse competenze si riuniscono per risolvere problemi in una maratona creativa. In questo contesto, rappresenta una forma di "challenge-based learning", ideale per promuovere il lavoro di squadra e l'innovazione in maniera rapida ed efficace. Gli studenti, attraverso un approccio collaborativo, hanno affrontato sfide complesse, generando soluzioni innovative in un breve lasso di tempo.
L’evento, a cui ha portato i suoi saluti il rettore Riccardo Zucchi, era strutturato per far lavorare in maniera collaborativa studenti sia in presenza che a distanza e si è focalizzato sulla progettazione eco-sostenibile del centro ospitante. I partecipanti, provenienti da 10 regioni italiane e con lauree magistrali in diverse aree, si sono suddivisi in cinque gruppi di lavoro per condurre un'analisi dettagliata del territorio. Attraverso interviste agli operatori del centro, tecnici e cittadini, hanno esplorato la mission del centro e raccolto dati anche tramite una ciclo-escursione. La presenza della Basilica romanica, a pochi passi dal Centro, ha fornito ulteriore valore storico e culturale all’osservazione mirata dei partecipanti.
Guidati da Sonia Massari, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali, e dal professor Alessio Cavicchi afferente allo stesso dipartimento e delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione, gli studenti hanno presentato proposte concrete per miglioramenti a livello sociale, gestionale, comunicativo e digitale del centro.
Tra i progetti e gli outcomes emersi, si segnalano:
- La creazione di un luogo per le famiglie e i bambini, accessibile e proiettato verso l'educazione agro-alimentare attraverso l'esperienza.
- Un'attività ibrida di orientamento e ricerca dedicata ai giovani adolescenti e ai nativi digitali, per permettere loro di utilizzare anche strumenti digitali per riappropriarsi del loro spazio nella natura.
- La trasformazione del centro in un luogo di eccellenza per la ricerca, attrattivo per ricercatori nazionali e internazionali, che include anche soluzioni per il cosiddetto "turismo della ricerca", che offre soluzioni innovative e tasting sul campo, nonché uno spazio di well-being per i ricercatori e le loro famiglie.
- Un luogo per il training, in particolare per donne innovatrici, per ritrovare fiducia nel lavoro agricolo e nell'impresa agricola, creando un ambiente per il networking e la nascita di ecosistemi rigenerativi.
“I progetti, esposti dai portavoce di ogni gruppo durante l'ultima giornata di lavoro aperta alla cittadinanza, hanno evidenziato nuove potenzialità per il Centro Enrico Avanzi, ponendo le basi per sviluppi futuri in termini di tecnologia, ricerca e innovazione, e promuovendolo come meta turistica complementare alla città di Pisa”, ha commentato il professor Angelo Canale, direttore del Centro di Ricerche Agro-ambientali "E. Avanzi".
“L'evento ha permesso agli studenti di instaurare nuovi rapporti, creare dialogo e collaborazione, esperienze che rimarranno impresse nella loro memoria – ha aggiunto la professoressa Cristina Nali, direttrice del Master - Il management del Centro Enrico Avanzi ora dispone di una preziosa raccolta di idee e proposte da valutare attentamente per il futuro sviluppo del centro”.
Il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" si distingue per la sua poliedrica natura, che combina didattica, ricerca e produzione agro-zootecnica con un forte impegno verso la sostenibilità. La maratona creativa di giugno ha rappresentato un'opportunità unica per mettere in evidenza questa diversificazione. Questo evento ha dimostrato come l'unione di diverse prospettive possa portare a soluzioni innovative e sostenibili, contribuendo a rendere il Centro un luogo ancora più dinamico e ricco di potenzialità per il futuro.
V° edizione Botanical School
“Co_Co_24 - Contesti e Convergenze botaniche: la botanica nei grandi temi di attualità”, è il titolo della quinta edizione di BotS – Botanical School, il percorso di formazione e aggiornamento organizzato all’Orto e Museo Botanico rivolto ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. In questa edizione vengono affrontati in chiave botanica aspetti di economia, di uso sostenibile delle risorse naturali, di effetti antropici connessi alla perdita di biodiversità. L’obiettivo è incrementare la visione multidisciplinare rispetto alle questioni ambientali e alla conservazione del patrimonio ambientale, certi che lo studio dell’ambiente e della sua evoluzione sono imprescindibilmente collegati alla conoscenza della biodiversità, dei servizi ecosistemici e del capitale naturale. Il percorso è valido per il riconoscimento di crediti formativi.
Leggi i dettagli
Veterinaria: nasce a Pisa la prima laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili
Formare laureati capaci di assicurare la transizione da un modello produttivo a forte impatto ambientale ad uno con elevato grado di sostenibilità. È questo l’obiettivo della nuova laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili in partenza al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa che mercoledì 24 luglio aprirà le immatricolazioni per il nuovo anno accademico.
“Il mondo delle produzioni animali è sempre più attento alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, per assicurare alimenti di elevata qualità globale e, allo stesso tempo, che siano prodotti nel rispetto degli animali, delle persone e della natura – spiega il professor Marco Mariotti, presidente del nuovo corso di studio - In questa prospettiva diviene strategica la formazione di laureati magistrali che siano in grado di favorire e gestire la transizione ecologica e tecnologica in atto nella zootecnia contemporanea. Laureati che devono essere dotati di approfondite conoscenze sull’allevamento sostenibile delle diverse specie animali, sulle produzioni e sulla valutazione degli impatti che ne derivano”.
Una vista della sede del Dipartimento di Scienze Veterinarie a San Pietro a Grado
Ad accesso libero, il nuovo corso di laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili (Classe LM-86) nasce proprio con queste finalità e prevede un percorso di studi, della durata di due anni, durante il quale le studentesse e gli studenti avranno modo di sviluppare conoscenze e competenze nei vari ambiti delle scienze agro-zootecniche.
Tra i punti salienti del corso: allevamento sostenibile di monogastrici, poligastrici, piccole specie, specie acquatiche e invertebrati; tecnologie eco-compatibili e innovazioni tecniche; benessere animale e basso impatto ambientale; biosicurezza e strategie di gestione sanitaria degli allevamenti; qualità, sicurezza e valorizzazione dei prodotti agro-alimentari.
L’acquisizione delle varie competenze previste dal corso di studio avverrà tramite lezioni teoriche, seminari di approfondimento tenuti da liberi professionisti e dialoghi tra gli studenti ed esperti del settore. Previste anche esercitazioni in aula o in laboratorio e lezioni fuori sede presso allevamenti, aziende agro-zootecniche, industrie mangimistiche, industrie alimentari e laboratori di ricerca.
Per conseguire la laurea sarà necessario, infine, svolgere un tirocinio curriculare, finalizzato alla messa in pratica degli strumenti teorici acquisiti, e discutere una tesi sperimentale su un argomento in accordo con un docente del corso di studio.
I principali sbocchi occupazionali sono rappresentati da: aziende zootecniche e agro-zootecniche; industrie mangimistiche; industrie di costruzioni e di impiantistica zootecnica; aziende alimentari; aziende ed enti di consulenza e di certificazione; enti pubblici e privati, associazioni di categoria della filiera zootecnica e associazioni di consumatori; attività libero-professionale come dottore Agronomo e Forestale, previo conseguimento della relativa abilitazione all'esercizio della professione; insegnamento nelle scuole secondarie, previa partecipazione alle prove di ammissione per i percorsi di formazione.
Veterinaria: nasce a Pisa la prima laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili
Formare laureati capaci di assicurare la transizione da un modello produttivo a forte impatto ambientale ad uno con elevato grado di sostenibilità. È questo l’obiettivo della nuova laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili in partenza al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa che mercoledì 24 luglio aprirà le immatricolazioni per il nuovo anno accademico.
“Il mondo delle produzioni animali è sempre più attento alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, per assicurare alimenti di elevata qualità globale e, allo stesso tempo, che siano prodotti nel rispetto degli animali, delle persone e della natura – spiega il professor Marco Mariotti, presidente del nuovo corso di studio - In questa prospettiva diviene strategica la formazione di laureati magistrali che siano in grado di favorire e gestire la transizione ecologica e tecnologica in atto nella zootecnia contemporanea. Laureati che devono essere dotati di approfondite conoscenze sull’allevamento sostenibile delle diverse specie animali, sulle produzioni e sulla valutazione degli impatti che ne derivano”.
Ad accesso libero, il nuovo corso di laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili (Classe LM-86) nasce proprio con queste finalità e prevede un percorso di studi, della durata di due anni, durante il quale le studentesse e gli studenti avranno modo di sviluppare conoscenze e competenze nei vari ambiti delle scienze agro-zootecniche.
Tra i punti salienti del corso: allevamento sostenibile di monogastrici, poligastrici, piccole specie, specie acquatiche e invertebrati; tecnologie eco-compatibili e innovazioni tecniche; benessere animale e basso impatto ambientale; biosicurezza e strategie di gestione sanitaria degli allevamenti; qualità, sicurezza e valorizzazione dei prodotti agro-alimentari.
L’acquisizione delle varie competenze previste dal corso di studio avverrà tramite lezioni teoriche, seminari di approfondimento tenuti da liberi professionisti e dialoghi tra gli studenti ed esperti del settore. Previste anche esercitazioni in aula o in laboratorio e lezioni fuori sede presso allevamenti, aziende agro-zootecniche, industrie mangimistiche, industrie alimentari e laboratori di ricerca.
Per conseguire la laurea sarà necessario, infine, svolgere un tirocinio curriculare, finalizzato alla messa in pratica degli strumenti teorici acquisiti, e discutere una tesi sperimentale su un argomento in accordo con un docente del corso di studio.
I principali sbocchi occupazionali sono rappresentati da: aziende zootecniche e agro-zootecniche; industrie mangimistiche; industrie di costruzioni e di impiantistica zootecnica; aziende alimentari; aziende ed enti di consulenza e di certificazione; enti pubblici e privati, associazioni di categoria della filiera zootecnica e associazioni di consumatori; attività libero-professionale come dottore Agronomo e Forestale, previo conseguimento della relativa abilitazione all'esercizio della professione; insegnamento nelle scuole secondarie, previa partecipazione alle prove di ammissione per i percorsi di formazione.
Gallicano Project: ritrovati i resti della Pieve San Cassiano
Il terreno di Gallicano, in Garfagnana, restituisce i preziosi resti della Pieve di San Cassiano, riportati alla luce dagli archeologi della divisione di paleopatologia dell'Università di Pisa impegnati nel Gallicano Project, diretto dal prof. Antonio Fornaciari del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Edificato nell’XI secolo, dell'imponente edificio, abbandonato nel XIV secolo e ormai completamente scomparso alla vista, non si avevano più notizie documentali dalla fine del Quattrocento.
"La Pieve di Gallicano era a capo di un vasto territorio che corrispondeva alla porzione apuana della val di Serchio, nella bassa Garfagnana, e aveva ben 23 enti religiosi alle sue dipendenze - spiega il professor Antonio Fornaciari - Grazie agli scavi condotti fino ad oggi, sappiamo che la chiesa, nella sua fase romanica era larga 18 metri e lunga circa 23, dotata di un'abside e di tre navate intervallate da due file di quattro colonne".
"Lo scavo - prosegue Fornaciari - ha permesso inoltre di individuare i resti di un edificio anteriore all’XI secolo, intorno al quale si dispongono alcune sepolture a cassa litica e a fossa semplice. Si tratta, con ogni probabilità, della pieve altomedievale che venne distrutta e inglobata nella più grande fabbrica 'romanica' nel corso dell’XI secolo".
“I risultati ottenuti in queste prima quattro settimane – conclude il direttore degli scavi – non sarebbero stati possibili senza la disponibilità dei proprietari dei terreni, Giovanna Verciani, Luigi Guazzelli e Sabrina Poli, che hanno aderito con entusiasmo al progetto archeologico, e la collaborazione di tutta la comunità di Gallicano. In particolare, di Fabrizio Riva, Sauro Simonini e Alvaro Simonini che, assieme ad altri abitanti, ci hanno aiutato nell’organizzazione del cantiere. A tutti loro vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, così come un grande ringraziamento va alla sezione di Gallicano dell’Istituto Storico Lucchese ed al Comune di Gallicano”.
Avviato il 15 giugno scorso, il Gallicano Project conclude così la sua prima campagna di scavo con importantissimi risultati. Oltre ai resti della chiesa di San Cassiano, infatti, gli archeologi dell'Università di Pisa hanno riportato alla luce anche un’ampia area cimiteriale annessa alla Pieve, con sepolture che coprono un arco temporale che va dall’alto Medioevo al XIII secolo.
Grazie alle analisi dei resti scheletrici rinvenuti, sarà adesso possibile conoscere la dieta, le malattie e le abitudini di vita della popolazione locale nel corso dei secoli. Così da ricostruire la storia demografica e sanitaria della popolazione di Gallicano e contribuire a svelare il potenziale informativo di un sito centrale per la ricostruzione degli assetti insediativi dell’area garfagnina tra alto e basso medioevo.
Guidati sul campo dalle dott.sse Letizia Cavallini e Rossella Megaro e dai dott. Francesco Coschino ed Alan Farnocchia, hanno preso parte agli scavi alcuni studenti del corso triennale in Scienze dei Beni Culturali, della Laurea Magistrale in Archeologia e della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Pisa: Alessio Andreazzoli, Alessia Bonfanti, Roberta Callipari, Pietro Franci, Maria Laura Genchi, Lucrezia Migotto, Letizia Pellicci, Giorgia Ranieri. Il progetto archeologico beneficia, inoltre, della collaborazione degli storici medievisti Ilaria Sabbatini (Università degli Studi di Palermo) e Paolo Tomei (Università di Pisa), di Monica Bini (Università di Pisa) per gli studi geomorfologici e di Adriano Ribolini (Università di Pisa) per gli studi geofisici.
Eseguito in accordo con la Soprintendenza SABAP di Lucca e Massa Carrara (funzionaria di riferimento la dott.ssa Marta Colombo), il Gallicano Project può contare sul sostegno del Comune di Gallicano, dell'Unione dei Comuni della Garfagnana, dell'Istituto Storico Lucchese - Sezione di Gallicano, dell’ARVO Archivio Digitale del Volto Santo, di Toscana Matildica, dell’Università degli Studi di Palermo e dello Young Historians Festival.
Per maggiori informazioni: https://www.gallicano.paleopatologia.it
Gallicano Project: ritrovati i resti della Pieve San Cassiano
Il terreno di Gallicano, in Garfagnana, restituisce i preziosi resti della Pieve di San Cassiano, riportati alla luce dagli archeologi della divisione di paleopatologia dell'Università di Pisa impegnati nel Gallicano Project, diretto dal prof. Antonio Fornaciari del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Edificato nell’XI secolo, dell'imponente edificio, abbandonato nel XIV secolo e ormai completamente scomparso alla vista, non si avevano più notizie documentali dalla fine del Quattrocento.
"La Pieve di Gallicano era a capo di un vasto territorio che corrispondeva alla porzione apuana della val di Serchio, nella bassa Garfagnana, e aveva ben 23 enti religiosi alle sue dipendenze - spiega il professor Antonio Fornaciari - Grazie agli scavi condotti fino ad oggi, sappiamo che la chiesa, nella sua fase romanica era larga 18 metri e lunga circa 23, dotata di un'abside e di tre navate intervallate da due file di quattro colonne".
"Lo scavo - prosegue Fornaciari - ha permesso inoltre di individuare i resti di un edificio anteriore all’XI secolo, intorno al quale si dispongono alcune sepolture a cassa litica e a fossa semplice. Si tratta, con ogni probabilità, della pieve altomedievale che venne distrutta e inglobata nella più grande fabbrica 'romanica' nel corso dell’XI secolo".
“I risultati ottenuti in queste prima quattro settimane – conclude il direttore degli scavi – non sarebbero stati possibili senza la disponibilità dei proprietari dei terreni, Giovanna Verciani, Luigi Guazzelli e Sabrina Poli, che hanno aderito con entusiasmo al progetto archeologico, e la collaborazione di tutta la comunità di Gallicano. In particolare, di Fabrizio Riva, Sauro Simonini e Alvaro Simonini che, assieme ad altri abitanti, ci hanno aiutato nell’organizzazione del cantiere. A tutti loro vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, così come un grande ringraziamento va alla sezione di Gallicano dell’Istituto Storico Lucchese ed al Comune di Gallicano”.
Avviato il 15 giugno scorso, il Gallicano Project conclude così la sua prima campagna di scavo con importantissimi risultati. Oltre ai resti della chiesa di San Cassiano, infatti, gli archeologi dell'Università di Pisa hanno riportato alla luce anche un’ampia area cimiteriale annessa alla Pieve, con sepolture che coprono un arco temporale che va dall’alto Medioevo al XIII secolo.
Grazie alle analisi dei resti scheletrici rinvenuti, sarà adesso possibile conoscere la dieta, le malattie e le abitudini di vita della popolazione locale nel corso dei secoli. Così da ricostruire la storia demografica e sanitaria della popolazione di Gallicano e contribuire a svelare il potenziale informativo di un sito centrale per la ricostruzione degli assetti insediativi dell’area garfagnina tra alto e basso medioevo.
Guidati sul campo dalle dott.sse Letizia Cavallini e Rossella Megaro e dai dott. Francesco Coschino ed Alan Farnocchia, hanno preso parte agli scavi alcuni studenti del corso triennale in Scienze dei Beni Culturali, della Laurea Magistrale in Archeologia e della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Pisa: Alessio Andreazzoli, Alessia Bonfanti, Roberta Callipari, Pietro Franci, Maria Laura Genchi, Lucrezia Migotto, Letizia Pellicci, Giorgia Ranieri. Il progetto archeologico beneficia, inoltre, della collaborazione degli storici medievisti Ilaria Sabbatini (Università degli Studi di Palermo) e Paolo Tomei (Università di Pisa), di Monica Bini (Università di Pisa) per gli studi geomorfologici e di Adriano Ribolini (Università di Pisa) per gli studi geofisici.
Eseguito in accordo con la Soprintendenza SABAP di Lucca e Massa Carrara (funzionaria di riferimento la dott.ssa Marta Colombo), il Gallicano Project può contare sul sostegno del Comune di Gallicano, dell'Unione dei Comuni della Garfagnana, dell'Istituto Storico Lucchese - Sezione di Gallicano, dell’ARVO Archivio Digitale del Volto Santo, di Toscana Matildica, dell’Università degli Studi di Palermo e dello Young Historians Festival.
Borse di studio 2024/2025 del DSU
L'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana ha pubblicato il bando per l'assegnazione delle borse di studio e posto alloggio per l'anno accademico 2024/2025 a cui potranno partecipare gli studenti in possesso dei requisiti economici previsti consultabile a questo link.
Gli studenti iscritti o che intendano iscriversi ai corsi di laurea triennale, magistrale e magistrale a ciclo unico possono presentare le richieste fino alle ore 13,00 del 6 settembre 2024
Per effettuare domanda è necessario collegarsi allo Sportello Studenti accedendo tramite SPID
Sul portale sono reperibili tutte le informazioni in merito e il richiedente deve inserire i dati relativi alla Dichiarazione Sostitutiva Unica valida per le prestazioni per il Diritto allo Studio Universitario che va sottoscritta entro il termine perentorio del 6 settembre 2024 pena l’esclusione dal concorso.
Sostenibilità ambientale in Europa: al via il progetto BEYOND, coordinato dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa
Ha preso il via il progetto BEYOND: "Boosting and Enhancing YOungs’ Next generation awareness for E.S.G. values Development" (Action: KA220-HED), coordinato dal Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Pisa con responsabile scientifico il professor Luca Spataro, che ha ricevuto un finanziamento di 400.000 euro dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+.
A fianco all’Ateneo pisano saranno partner di questo nuovo progetto l’Università degli Studi di Messina, la San Pablo CEU University Foundation (Spagna) e la Nuertingen-Geislingen University (NGU - Germania), insieme a una rete di partner associati chiamati a collaborare nelle diverse azioni di BEYOND: il Forum per la Finanza Sostenibile, il Stockholm Environment Institute, la Conformis in Finance Srl e la Ceore S.r.l.
Il progetto BEYOND, di durata triennale, mira a colmare il divario tra l'azione dell’UE sulla sostenibilità ambientale e i suoi destinatari, migliorando la conoscenza degli interventi UE e le competenze ESG (Environmental, Social, Governance) tra i laureati. Questa iniziativa affronta questioni interdisciplinari cruciali per l'attuazione efficace delle politiche europee, integrando competenze legali, finanziarie ed economiche. Accademici, studenti, professionisti, investitori, imprese e società civile saranno coinvolti attraverso attività di studio, divulgazione e formazione con approcci innovativi e strumenti digitali.
Negli anni passati, il Dipartimento ha già coordinato e partecipato con successo a diversi progetti di ricerca finanziati dall'UE in ambito Erasmus+, come il progetto "Assessing the EU Strategy on Green Finance and ESG factors" e "Development and Harmonisation of Socially Responsible Investment in European Union", sempre sotto il coordinamento scientifico del prof. Luca Spataro, ordinario di Scienza delle finanze dell’Ateneo pisano.
“Queste esperienze hanno consolidato le nostre competenze e rafforzato le collaborazioni internazionali, ponendoci in una posizione di rilievo nel panorama internazionale della ricerca sulla crescita e la finanza sostenibili – ha dichiarato il professor Luca Spataro – Questo nuovo finanziamento, pertanto, rappresenta un riconoscimento importante del lavoro svolto dal nostro gruppo di lavoro e ci permetterà di continuare, anche con l'ingresso di nuovi partner, a contribuire attivamente allo sviluppo delle competenze ESG tra i nostri studenti e tra diversi stakeholder nel territorio e in altri paesi europei, obiettivo fondamentale per affrontare le sfide future della sostenibilità".
Inaugurato a Casa Pacinotti il nuovo Laboratorio di Archeologia dell’Università di Pisa
La casa natale di Antonio Pacinotti in via Santa Maria 24 diventa la nuova sede del Laboratorio di Archeologia afferente al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e apre le sue porte a studenti e ricercatori che studiano i reperti provenienti dalle missioni archeologiche dell’Ateneo. L’edificio, dove nel 1841 nacque il professore di Fisica conosciuto in tutto il mondo per aver inventato la dinamo elettrica, è stato inaugurato alla presenza del Rettore Riccardo Zucchi, che ha poi visitato i locali dello stabile totalmente rinnovato grazie ad accuratissimi lavori di restauro conservativo e adeguamento funzionale, iniziati nel 2020 e terminati a fine 2023.
Immagini di Casa Pacinotti prima e dopo i lavori: a sinistra la facciata, a destra la parte sul retro.
"Grazie ad un grande lavoro di squadra oggi inauguriamo questa struttura che soddisfa un’esigenza fondamentale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – ha commentato il rettore Riccardo Zucchi durante l'inaugurazione – Mi congratulo con tutti coloro che hanno portato a termine quest'opera che credo sia punto di partenza per un ulteriore salto di qualità per lo studio e la ricerca in campo archeologico”. Il restauro dell'edificio ha permesso infatti di riunire in un unico contesto tutte le attività del settore archeologico e orientalistico, precedentemente allocate in alcuni edifici non di proprietà dell'Ateneo.
Da sinistra: Lisa Rosselli, Federico Cantini, il rettore Riccardo Zucchi, Simone Maria Collavini.
L'edificio ospita le attività di ricerca condotte dai docenti delle diverse discipline relative all'archeologia del Mediterraneo e del Vicino Oriente, titolari di progetti di scavo e ricognizione, ma vi si svolgono anche attività didattiche, in un'apposita aula destinata alle esercitazioni curricolari ed extracurricolari, legate ai corsi di laurea triennale, magistrale (Archeologia e Orientalistica), alla Scuola di specializzazione in Beni Archeologici e al dottorato in Scienze dell'Antichità e Archeologia.
Il Laboratorio di Archeologia ospitato a Casa Pacinotti si compone di diverse sezioni che occupano il primo e il secondo piano dell'immobile, vale a dire Archeologia classica, Archeologia medievale, Preistoria e Protostoria, Etruscologia, Egittologia, Archeologia del Vicino Oriente, Topografia e Archeologia Subacquea, Metodologie della ricerca archeologica. Sono inoltre presenti un Laboratorio di Restauro, nel quale si svolgono le necessarie operazioni di pulitura e ripristino dei materiali archeologici oggetto di studio, e un Laboratorio di Microscopia, nel quale è possibile svolgere analisi di dettaglio su campioni di materiale organico e inorganico.
"Questo è un luogo che permetterà di fare ottima ricerca, riunendo al suo interno l'archeologia dell'Università di Pisa, dalla preistoria alla più recente archeologia contemporanea – ha aggiunto Federico Cantini, docente di Archeologia cristiana e medievale e delegato del rettore per la Promozione della ricerca nel settore delle scienze sociali e umanistiche – Questo è un bene per i ricercatori, che potranno dialogare tra di loro, ma soprattutto per gli studenti, i quali avranno accesso a conoscenze diverse ma complementari nello stesso luogo".
“È una grade soddisfazione arrivare alla fine del mio mandato vedendo inaugurata e in funzione questa struttura così importante dove tutti i nostri laboratori hanno finalmente una sede unitaria – ha proseguito il professore Simone Maria Collavini, direttore del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – Ringrazio il Rettore e l'Ateneo per l'attenzione data all'area dell'archeologia, che si è manifestata anche nell'introduzione del progetto ProArcheo che co-finanzia le attività di scavo assieme al Dipartimento".
“Siamo molto contenti e grati all'Ateneo che ha permesso di rinnovare la vocazione di questo edificio, destinato alla ricerca fin dal XVIII secolo – ha concluso Lisa Rosselli, docente di Etruscologia e responsabile del Laboratorio di Archeologia – Avere riuniti in un solo edificio i laboratori delle nostre varie discipline, dall’Archeologia del Mediterraneo a quella del Vicino Oriente, permette adesso di potenziare sia le attività di ricerca che quelle di didattica”.
Il professor Francesco Leccese, prorettore per l’Edilizia, ha infine dato alcuni dettagli dell’intervento di restauro: “Rallentati dalla pandemia, i lavori sono durati circa tre anni per un investimento attorno ai 2.5 milioni di euro. Complessivamente si tratta di una superficie di 800 mq organizzata in tre piani, dove trovano spazio laboratori e aule didattiche e che si aggiungono ai 3800 mq già a disposizione del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Da sottolineare l’abbattimento delle barriere architettoniche interne all’edificio, che agevola l’accesso ai laboratori e ai vari spazi di Casa Pacinotti”.
L’intervento sull’edificio è stato progettato e diretto dal gruppo di lavoro composto dall’architetta Elisa Chicca e dagli ingegneri Saverio Zingarelli, Massimiliano Micheletti, Simone Guastini e Luca Ulivelli.
Cenni storici sull'edificio
L’edificio “Casa Pacinotti” si colloca nel centro storico della città di Pisa, affianco alla Domus Galileiana. L’edificazione del fabbricato risale probabilmente alla prima metà del XVIII secolo ed è la prima sede della cattedra di fisica Sperimentale dell’Ateneo Pisano istituita nel 1748 per volere di Granduca Francesco I. Il palazzo fu dichiarato monumento nazionale con Regio Decreto n°1020 del 04/06/1934 in quanto vi nacque e visse l’illustre fisico Antonio Pacinotti.
Attualmente, la costruzione presenta due corpi di fabbrica: l’edificio storico principale, la vera Casa Pacinotti, e una parte più recente, realizzata intorno al 1955-1957. Il fabbricato ha certamente subito intorno agli anni ’50 degli interventi di riparazione dei danni conseguenti al secondo conflitto mondiale. Allo stesso periodo risale l’ampliamento, tramite la realizzazione di una nuova parte in struttura a telaio di calcestruzzo armato e tamponamenti esterni in mattoni faccia vista, appositamente progettato per ospitare lo spettrometro di massa del Laboratorio di Geologia Nucleare.
Proposte sostenibili per l’evento “AgroInnova”, l’appuntamento dedicato all’innovazione nel settore agroalimentare
Si è tenuto presso l’Antico Ristoro Le Colombaie di San Miniato l’evento “AgroInnova: Connettiamo Idee, Creiamo Futuro”, un appuntamento dedicato all’innovazione nel settore agroalimentare che ha riunito studenti, ricercatori e imprese del territorio. L’evento, organizzato grazie alla collaborazione tra CNA Pisa, Contamination Lab Pisa, Università di Pisa e Terre di Pisa, ha rappresentato un’importante occasione di confronto e networking per tutti i partecipanti.
I partecipanti sono stati accolti dai saluti e dagli interventi di Daniele Fagiolini, chef e titolare del ristorante, Sabrina Perondi di CNA e Alessio Cavicchi, responsabile scientifico del Contamination Lab. Protagonisti sono stati poi gli studenti del Contamination Lab attualmente impegnati nella realizzazione delle loro idee di impresa, gli imprenditori che collaborano con lo chef Fagiolini nell’organizzazione di alcune iniziative e la componente universitaria (staff del C-Lab, il professor Federico Niccolini e la ricercatrice post-doc Annapia Ferrara).
Con la “Challenge”, una sfida incentrata sulla “Festa nell’Aia sostenibile”, i partecipanti hanno potuto elaborare proposte innovative e sostenibili per la realizzazione dell’edizione del 2025 di questo evento, che vede tutti gli anni la partecipazione di centinaia di visitatori che si ritrovano a San Miniato per conoscere il valore dei prodotti a KM0. Durante questa sessione, i produttori hanno dialogato con la comunità accademica e hanno condiviso le loro esperienze, per comprendere come sviluppare questa collaborazione e trovare soluzioni sostenibili nell’organizzazione di eventi nelle aree rurali. La realizzazione delle proposte ha coinvolto tutti i partecipanti in lavori di gruppo, culminando nella presentazione delle idee sviluppate. Ogni gruppo ha avuto l’opportunità di esporre la propria proposta, ricevendo feedback preziosi da parte degli imprenditori presenti.
“L’evento "AgroInnova", il primo di una serie che proseguirà nel corso del prossimo anno accademico, ha dimostrato ancora una volta come la co-creazione e il dialogo tra studenti, ricercatori e imprese possa generare nuove idee e progetti, contribuendo a costruire un futuro sostenibile per il nostro territorio a partire dall’educazione dei giovani – ha commentato il professor Alessio Cavicchi – Ringrazio CNA per aver promosso questo format e confermo la disponibilità di Unipi ad accogliere ulteriori idee da parte di tutte le associazioni di imprenditori interessate, non solo in ambito rurale o agroalimentare”.