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Venerdì, 13 Gennaio 2023 10:01

L’ortoterapia diminuisce i livelli di stress in pazienti con anoressia nervosa

L’ortoterapia aiuta a diminuire lo stress in pazienti con anoressia nervosa di tipo restrittivo e ne migliora la percezione corporea e il disagio affettivo. La buona notizia arriva da uno studio pilota condotto da un gruppo di esperti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, degli Istituti di Fisiologia Clinica (IFC) e di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “A. Faedo” (ISTI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Pisa), della Fondazione IRCCS Stella Maris e della Clinica Riabilitativa dell’Infanzia e dell’Adolescenza “Gli orti di Ada” di Calambrone (Pisa).

 

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Specie vegetali oggetto della ricerca e coltivate dai pazienti allo scopo di consentire di stimolare le loro esperienze sensoriali: ipomea (a), lupino (b), alisso (c), tagete (d), antirrino (e), girasole (f), salvia (g), lavanda (h), melissa (i), mentuccia (j), prezzemolo (k), basilico (l), cavolo di Bruxelles (m), cavolfiore (n), zucca (o), ravanello (p), lattuga (q), zucchino (r).

La ricerca pubblicata sulla rivista Nutrients ha coinvolto un campione di ragazze adolescenti con una diagnosi di anoressia nervosa di tipo restrittivo e con un indice di massa corporea minore di 16. Per dodici settimane le pazienti hanno seguito, oltre al trattamento clinico convenzionale, anche un percorso di ortoterapia che prevedeva di coltivare ortaggi, piante ornamentali e officinali e di caratterizzarne forme, colori e odori. All’inizio e alla fine del trattamento le ragazze hanno ricevuto una valutazione psichiatrica ed è stato loro somministrato un test di identificazione olfattiva per valutare sia la sensorialità relativa agli odori, sia lo stress indotto. In particolare, quest’ultimo è stato valutato dai gruppi Cnr – gli ingegneri Lucia Billeci e Alessandro Tonacci dell’IFC-CNR e Sara Colantonio e Maria Antonietta Pascali dell’ISTI-CNR - attraverso la misurazione dei parametri di frequenza cardiaca e della sua variabilità tramite una fascia cardiaca, della conduttanza cutanea, e attraverso la mappatura termica del volto. I risultati sono stati paragonati a quelli ottenuti da un gruppo di pazienti sottoposte al solo trattamento clinico convenzionale. Le analisi statistiche delle variabili cliniche e fisiologiche hanno così mostrato che i livelli di risposta allo stress sono migliorati nel tempo solo nel gruppo che ha svolto ortoterapia.

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Certificato di “pollice verde” rilasciato al termine dell’esperienza orticolturale

“Al termine dell’esperienza alle partecipanti è stato rilasciato un ‘certificato di merito’ nominandole ‘pollici verdi’ – ha raccontato la professoressa Cristina Nali docente di Patologia vegetale dell’Università di Pisa - Impegnarsi nella pratica di accudire le piante porta a rilassare la mente e il corpo e a prendere responsabilità verso gli esseri viventi che stiamo coltivando. È così possibile, oltre ad accrescere la propria salute, anche imparare il concetto di sequenza temporale, i cicli colturali e la stagionalità dei prodotti”.

“L’anoressia nervosa di tipo restrittivo è un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione che porta al rifiuto di mangiare e di mantenere il peso corporeo nella norma, con persistente mancanza di riconoscimento della gravità della condizione di sottopeso ed è la principale causa di morte tra i disordini mentali – spiegano Olivia Curzio di IFC-CNR, Sandra Maestro della Clinica "Gli Orti di Ada" e Vittorio Belmonti di IRCCS Stella Maris – se come è noto le attività all’aria aperta e a contatto della natura hanno effetti benefici sul benessere psicofisico di tutte le persone, cominciano a essere noti studi clinici che dimostrano gli effetti positivi dell’ortoterapia sulla riduzione dei livelli di stress anche in soggetti psichiatrici”.

Complessivamente il team di ricerca era composto da Sandra Maestro, Nicola Zannoni della Clinica Riabilitativa dell’Infanzia e dell’Adolescenza "Gli Orti di Ada"; Vittorio Belmonti, Carlotta Francesca De Pasquale della Fondazione IRCCS Stella Maris; Lorenzo Cotrozzi, Cristina Nali, Francesca Venturi del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa; Lucia Billeci, Olivia Curzio, Maria-Aurora Morales, Alessandro Tonacci dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR; Sara Colantonio e Maria Antonietta Pascali dell’ Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “A. Faedo” del CNR.



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Venerdì, 13 Gennaio 2023 09:07

Il professor Carlo Baroni tra gli autori della perizia sul distacco del ghiacciaio della Marmolada

Carlo BaroniIl professor Carlo Baroni, ordinario di Geografia fisica e Geomorfologia al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, è fra gli esperti che hanno redatto la perizia tecnica sul distacco del ghiacciaio della Marmolada avvenuto lo scorso 3 luglio, provocando undici vittime sulla Regina delle Dolomiti. La relazione, presentata alla Procura di Trento, è a firma anche del professor Alberto Bellin, della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Trento, e ha avuto il contributo di altri tre docenti universitari. A ulteriore testimonianza del rilievo scientifico del gruppo di ricerca pisano, due di loro, Chiara Frassi e Maria Cristina Salvatore, sono sempre del Dipartimento di Scienze della Terra, mentre il terzo è Luca Carturan dell’Università di Padova. Alla perizia ha collaborato anche il ricercatore del Cnr, Andrea Berton.

Dalla perizia è emerso che, “sulla base delle conoscenze disponibili, l’evento non era prevedibile” e che "non è stato possibile identificare elementi che potessero, qualora osservati nei giorni precedenti, suggerire un alto rischio di crollo imminente”. Nella relazione si ricorda che il ghiacciaio della Marmolada in "soli 10 anni avrebbe perso oltre cinque metri di spessore medio e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio", dimezzando la sua estensione in poco più di 30 anni. Secondo gli esperti, a provocare il distacco di 6.480 metri cubi di ghiaccio è stato un insieme di fattori: dallo scioglimento della neve di superficie alla formazione di "bédière" (torrenti epiglaciali), che contribuiscono ad accrescere la disgregazione del ghiaccio. Le temperature elevate registrate da metà giugno hanno indotto un'intensa fusione, superficiale della neve residua, del nevato e del ghiaccio, comportando una riduzione di circa sette centimetri al giorno del ghiacciaio della Marmolada.

Il professor Carlo Baroni, che nel 2020 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino, massima onorificenza dall’Università di Pisa, nel corso della sua carriera ha contribuito in misura determinante allo sviluppo delle Scienze della Terra con i suoi studi sulla criosfera terrestre che ha condotto sia in ambiente alpino che nelle aree polari e, particolarmente, nel continente antartico. È autore di oltre 150 lavori scientifici pubblicati su prestigiose riviste indicizzate nazionali e internazionali, oltre che di numerose carte geomorfologiche e geologiche. L’attività di ricerca principale del professor Carlo Baroni ha riguardato la dinamica glaciale, i suoi effetti sulla morfologia terrestre, i suoi legami con l’ambiente e il clima in una prospettiva diacronica.

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