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Mercoledì, 21 Dicembre 2022 10:18

Le nuove parole della pandemia

elisa_Mattiello.jpgLockdown, smart working, Long covid, no vax, booster, ma anche termini come covidiot, dall’unione di covid e idiot, o coronababies, cioè i bambini concepiti durante la pandemia, o ancora quarantini, il cocktail casalingo per sbarcare la quarantena. Le nuove parole nate con la pandemia di Covid-19 sono al centro dell’ultimo libro della professoressa Elisa Mattiello (foto) del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, Linguistic Innovation in the Covid-19 Pandemic, pubblicato con la Cambridge Scholars Publishing. Il volume indaga l’influenza della pandemia sulla lingua inglese, fra neologismi e parole già esistenti che hanno assunto nuovi significati. Di fatto un’esplosione di innovazioni lessicali che è diventato un fenomeno globale contaminando anche l’italiano, basti pensare proprio al termine Covid-19, una nuova parola che deriva da un acronimo, Coranavirus disease, cioè malattia, con 19 per l’anno dell’insorgenza.

“L'idea di questo libro nasce dalla constatazione che la pandemia non ha cambiato soltanto le nostre vite, le nostre abitudini, ma anche il nostro linguaggio” – dice Elisa Mattiello.

La professoressa è partita dallo studio di diversi corpora, cioè collezioni di testi orali o scritti relativi al Covid-19 ripresi in particolare da giornali e media, ed ha quindi individuato un centinaio di nuove parole. Di queste circa la metà ha un’alta frequenza d’uso (più di mille attestazioni) e si candida per restare stabilmente nel vocabolario, mentre altre parole, con occorrenze medie o effimere (meno di cento attestazioni) rientrano nei termini occasionali.

“La lingua cambia in molti modi diversi – conclude Mattiello - Si evolve, si espande, ma soprattutto si rinnova, adattandosi alle nuove realtà e circostanze. Storicamente, disastri naturali, guerre e altri eventi importanti hanno dimostrato di avere un impatto enorme sull'innovazione linguistica. La pandemia di Covid-19 non ha fatto eccezione”.

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Martedì, 20 Dicembre 2022 10:44

Terza laurea per Jacopo Favarin

Jacopo Favarin laurea_cover.jpgÈ il terzo obiettivo universitario che raggiunge, oltre a master e specializzazioni, per i quali ha studiato anche all’estero. Jacopo Favarin ha conseguito la laurea triennale in Lettere antiche al Dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Pisa, pochi giorni fa, discutendo una tesi di storia dell’egittologia con la professoressa Marilina Betrò e conseguendo il voto di 100.

Jacopo è un ragazzo speciale, non solo per i numerosi traguardi di studio raggiunti ma anche perché soffre di una malattia degenerativa, la Corea di Huntington, che affronta con il sostegno degli operatori che lo seguono al centro Le Vele, il centro polifunzionale socio-assistenziale della Fondazione Dopo di Noi - ente di scopo della Fondazione Pisa - attiva sul fronte dell’assistenza e riabilitazione a persone con disabilità.

Il brillante percorso di studi universitari di Jacopo, che ha 33 anni ed è nato a Pontedera, è iniziato con la laurea triennale in Scienze politiche nel 2012 (voto 110/110 Lode), è proseguito con la laurea magistrale in Scienze politiche - relazioni internazionali nel 2018, sempre con voto finale 110/110 e lode. Nel 2013 Favarin aveva frequentato un master a Maastricht in Studi Europei e nel 2014 aveva conseguito una specializzazione in Diritti Umani al Parlamento Europeo. La voglia di continuare a studiare lo ha poi portato a iscriversi a Lettere antiche.

Jacopo dal 2018 è inserito presso il centro Le Vele, dove vive. Da subito ha manifestato la volontà di impegnarsi nel percorso di studi universitari e trovato il necessario supporto nelle azioni quotidiane, nella riabilitazione e nello studio. Il centro Le Vele è una struttura residenziale accreditata al sistema socio–sanitario regionale che opera nel campo dell’assistenza socio–sanitaria, socio–assistenziale, educativa e riabilitativa. Il centro Le Vele nasce da un progetto della Fondazione Pisa, che dopo aver finanziato la realizzazione della struttura l’ha affidata in gestione al proprio ente di scopo, la Fondazione Dopo di Noi, che ha come sua mission l’assistenza alle categorie deboli svantaggiate.

“Sono molto contento dell’obiettivo raggiunto – racconta Jacopo – e non ho intenzione di fermarmi, anzi prestissimo inizierò a frequentare i corsi per proseguire gli studi per la laurea magistrale in Orientalistica. Ringrazio gli operatori del centro Le Vele, che ogni giorno mi seguono e mi aiutano. Ringrazio anche l’Università di Pisa, nella persona del delegato del Rettore per gli studenti con disabilità, il professor Luca Fanucci, e il dottor Alfonso Curreri, dell’Ufficio servizio per l’inclusione degli studenti con disabilità (USID), che mi ha supportato nelle procedure amministrative”.

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