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50 students coming from 20 different countries are enrolled in the Foundation Course edition 2020/2021 at the University of Pisa. It is one of a few Italian Programmes allowing non-EU students to fulfil the minimum learning requirements the Italian Law lays down for university enrollment. Due to the Covid-19 emergency, the first part of the Course will be provided online and the students will attend classes from many different countries such as Indonesia, Pakistan, Kazakhstan, Egypt, Uzbekistan, Brazil, Peru, Russia, Lebanon, Kuwait, Ecuador, Thailand, Rwanda, Belorussia, Azerbaijan, Kirgizstan, Sri Lanka, Bangladesh, Botswana, Ukraine.

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A “Virtual Welcome Day” opened online the new edition of the Foundation Course with the participation of all the students and coordinators of the University of Pisa: Prof Silvia Bruti, director of the University Language Centre, Prof Arturo Marzano, coordinator of the Foundation Course Humanities, Prof Marco Polini, coordinator of the Foundation Course Science, Paola Cappellini, Head of the International Cooperation Unit, Adio Terranova and Arianna Biancani as Logistic Coordinators.

Despite the difficulties and the international uncertainty due to the pandemic  emergency, the University of Pisa has reached a great result with 50 enrolled students, 20 more than last year: “the current situation has had in the last months and still has severe consequences even on students mobility, precluding in - presence class attendance to the many students concerned – states the Vice Rector for International Cooperation and Relations, Prof Francesco Marcelloni, - the online opening of the Foundation Course represents the commitment of the University of Pisa to contrast the epidemic emergency and all the difficulties related with the  Visa application. The University of Pisa undertakes to guarantee the continuity of such an important international programme and reassure the students and their families allowing the online attendance until the end of the programme in the event that in-presence activities are not feasible. Our aim is obviously to start in-presence activities as soon as the Covid emergency will give the opportunity, hopefully at the beginning of the new year.   

The Foundation course is a one-year programme including two different courses (Humanities e Science) aiming at personal skills implementation and learning requirements fulfillment of international students applying for enrollment at Italian Universities. For both courses, an Italian Language course is provided to achieve the B2 level, which is mandatory to access any Degree Programme in Italian language.

For the assessment of their background competences, all students will attend the online Italian admission test on 9 September 2020; in addition, the students of the Science course will also attend a math test in the following days. Online classes will start on 16 September 2020.

Sono ben 50 e provengono da 20 paesi i ragazzi iscritti all’edizione 2020/2021 del Foundation Course dell’Università di Pisa, uno dei pochi programmi italiani che offre la possibilità agli studenti extra UE di mettersi in regola con i requisiti minimi richiesti dalla nostra legislazione per l’iscrizione all’università. A causa dell’emergenza Covid-19, il corso si svolgerà almeno nella prima parte dell’anno in via telematica, con lezioni che saranno seguite dai paesi più diversi: i ragazzi provengono infatti da Indonesia, Pakistan, Kazakhstan, Egitto, Uzbekistan, Brasile, Perù, Russia, Libano, Kuwait, Ecuador, Thailandia, Rwanda, Bielorussia, Azerbaijan, Kirgizistan, Sri Lanka, Bangladesh, Botswana, Ucraina.

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La nuova edizione del Foundation Course è stata inaugurata a distanza con un “Virtual Welcome Day” che ha coinvolto tutti i partecipanti e i referenti dell’Ateneo che seguono il progetto: la professoressa Silvia Bruti, direttrice del Centro Linguistico Interdipartimentale, il professor Arturo Marzano, coordinatore del Foundation Course Humanities, il professor Marco Polini, coordinatore del Foundation Course Science, la dott.ssa Paola Cappellini, responsabile dell’Unità cooperazione internazionale, il dott. Adio Terranova e la dott.ssa Arianna Biancani, referenti organizzativi del Foundation Course.

Grande è la soddisfazione dell’Università di Pisa che, nonostante le difficoltà e il clima di incertezza internazionale dovuto all’emergenza sanitaria, per questa edizione ha raggiunto l’iscrizione di 50 studenti, ben 15 in più rispetto allo scorso anno: “L’attuale situazione ha avuto nei mesi scorsi e sta tuttora avendo gravi ripercussioni anche sulla mobilità studentesca, impedendo di fatto la possibilità a molti studenti interessati di partecipare fisicamente alle attività didattiche – commenta il professor Francesco Marcelloni, prorettore alla cooperazione e alle relazioni internazionali – Con la decisione di attivare il Foundation Course a distanza, il nostro Ateneo ha voluto affrontare l’emergenza epidemiologica e la conseguente difficoltà di ottenere i visti, e garantire la continuità di svolgimento di un programma internazionale così importante, rassicurando gli studenti e i loro familiari e garantendo lo svolgimento delle lezioni online fino al termine del programma, qualora non fosse possibile tornare fisicamente in aula. Naturalmente, l’obiettivo resta comunque quello di riattivare le lezioni in presenza non appena l’emergenza Covid lo permetterà, auspicabilmente già dall’inizio del prossimo anno”.

Il Foundation Course è un programma della durata di un anno, suddiviso in due percorsi principali (Humanities e Science), il quale ha lo scopo di integrare la preparazione e colmare le eventuali lacune formative degli studenti internazionali intenzionati a iscriversi presso una università italiana. Nell’ambito di entrambi i percorsi, è previsto anche lo studio della lingua italiana per il raggiungimento del livello B2, requisito indispensabile per l’accesso a un corso di laurea tenuto in lingua italiana.

Al fine di valutare il livello di conoscenza di partenza, il giorno 9 settembre tutti gli studenti sono stati sottoposti on line al test d’ingresso di italiano e nei prossimi giorni gli studenti del percorso in Science dovranno sostenere il test di matematica. Le lezioni a distanza cominceranno mercoledì 16 settembre.

L'Università di Pisa, l'European Gravitational Observatory (EGO) e la collaborazione scientifica Virgo hanno siglato un accordo per la condivisione dei dati sull'andamento del moto ondoso nel Mar Tirreno. Accedendo ai dati sull'attività sismica registrati dall'interferometro Virgo negli ultimi 15 anni, i biologi dell'Università potranno studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sull'erosione delle coste e gli ecosistemi marini e contribuire alla previsione della crescita del livello del mare nei prossimi anni.

Coi suoi due bracci di 3 chilometri adagiati nella campagna pisana, vicino Cascina, l'interferometro Virgo non è solo uno dei tre più grandi e sensibili rivelatori di onde gravitazionali al mondo. Proprio per rivelare le oscillazioni dello spazio-tempo, generate a milioni o addirittura miliardi di anni luce dalla Terra, i fisici di Virgo hanno bisogno infatti di riconoscere (e se possibile schermare il rivelatore da) tutti i 'rumori' di origine umana o ambientale, che potrebbero coprire i flebili segnali gravitazionali: vibrazioni sismiche e moti delle maree, suoni e perturbazioni di origine umana, come aerei, attività agricole o industriali, fino ai minimi movimenti periodici della crosta terrestre o ai 'battiti' delle pale eoliche.

Si tratta di una sfida scientifica e tecnologica incredibile, che consente oggi al rivelatore di misurare variazioni di lunghezza dei suoi bracci più piccole del diametro di un protone: un miliardesimo di milionesimo di metro.

"Allo stesso tempo questa estenuante caccia alle perturbazioni esterne, rende l'interferometro e il corollario di sensori di cui si serve, un grande e sensibilissimo orecchio in ascolto del contesto ambientale in cui è immerso – dice Stavros Katsanevas, direttore dell'European Gravitational Observatory di Pisa - E, potenzialmente, trasforma Virgo ed EGO in uno straordinario laboratorio per studiare i fenomeni dell'ambiente: ad esempio l'attività sismica o l'andamento delle maree e i moti ondosi nei pressi della costa toscana."

Un'opportunità che non si è lasciata sfuggire il Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa, impegnato da sempre nello studio dell'ecosistema marino in prossimità delle coste toscane.

"In effetti sia le attività umane che i cambiamenti climatici – dice Lisandro Benedetti-Cecchi, professore di Ecologia e prorettore alla Ricerca Europea e Internazionale dell'Università di Pisa - sono fra i principali fattori che influenzano la biodiversità marina costiera. Riuscire però a misurare e identificare con precisione l'impatto dei diversi fattori in gioco, richiede l'analisi di set di dati molto ampi e diversificati, prodotti da osservazioni su lunghi periodi delle interazioni tra fenomeni ambientali ed organismi marini."

Ciò che EGO e Virgo possono fornire ai biologi dell'Università di Pisa è una misura diretta dell'impatto delle onde sulla linea di costa, che si riverbera nei sensori sismici dell'interferometro. Inoltre la grande risoluzione temporale dei dati resi disponibili dai fisici, permetterà ad un team che vede la collaborazione tra biologi e geologi dell'Ateneo pisano di costruire modelli più precisi dell'erosione delle coste e prevedere quanto il cambiamento climatico possa intensificare in futuro temporali, eventi metereologici estremi o correnti marine più calde e l'impatto di esse sulla biodiversità marina costiera.

"Il confronto con i dati, che raccogliamo da oltre 20 anni, sulle popolazioni di alghe e invertebrati lungo il litorale livornese – sostiene Lisandro Benedetti-Cecchi - potrebbe aiutarci a stabilire un collegamento, non ancora ben studiato, tra i cambiamenti climatici globali e le variazioni della biodiversità marina lungo le coste. E a definire anche quanto e se effettivamente la presenza di micro- e macro-organismi marini contribuisca a mitigare l'impatto dell'erosione costiera."

Inoltre comparando la serie storica di dati biologici e quelli raccolti negli ultimi 15 anni da Virgo sarà possibile determinare con più precisione le variazioni del livello del mare in passato e quindi contribuire alle proiezioni sulla crescita di questo livello nei prossimi anni.

"Negli ultimi decenni abbiamo raccolto e archiviato un set di dati ambientali (sismici, meteorologici, di inquinamento elettromagnetico...) pressoché unico per vastità e continuità temporale – dice Giovanni Losurdo, spokesperson della collaborazione scientifica internazionale che opera Virgo – Sono convinto che la condivisione di questi dati e la collaborazione interdisciplinare, produrrà nei prossimi anni sviluppi interessanti e importanti innovazioni in molti campi inaspettati."

"In questa direzione il nostro primo e più naturale interlocutore è l'Università di Pisa – conclude Stavros Katsanevas, direttore di EGO - ed è per questo che siamo particolarmente felici della firma di questo accordo. Con l'auspicio che sia un ulteriore tassello alla connessione sempre più stretta e proficua tra tutte le eccellenze scientifiche e tecnologiche della Toscana."

 

Sono arrivati nella prima mattinata di venerdì 11 settembre all’aeroporto di Fiumicino i venti rifugiati destinatari di borse di studio che proseguiranno il loro percorso accademico in dieci atenei italiani grazie al progetto University Corridors for Refugees.

Gli studenti, tra cui una donna, provengono da Eritrea, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, e sono stati selezionati sulla base del merito accademico e della motivazione, attraverso un bando pubblico, da una commissione di selezione individuata da ciascuna università. Una volta completato il periodo di quarantena reso obbligatorio dall’emergenza Coivd-19, gli studenti inizieranno il loro percorso universitario presso le Università di Cagliari, Firenze, L’Aquila, Milano (Statale), Padova, Perugia, Pisa, Roma (Luiss), Sassari, e Venezia (IUAV).

Tra loro ci sono anche due ragazzi originari dell’Eritrea e già rifugiati in Etiopia che verranno a studiare all’Università di Pisa. Uno di loro frequenterà la laurea magistrale in Exploration and applied Geophysics, l’altro la laurea magistrale in Computer Science and Networking.

Il progetto, che vede la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, di Caritas Italiana e Diaconia Valdese, è reso possibile anche grazie al sostegno dell’Università di Bologna (promotrice della prima edizione del progetto nel 2019) e di un’ampia rete di partner in Etiopia (Gandhi Charity) e in Italia che assicureranno il supporto necessario agli studenti per tutta la durata del programma di laurea magistrale.

“Siamo estremamente felici per questo straordinario risultato”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Con questa iniziativa l’Italia dimostra di voler essere all’avanguardia nell’individuare soluzioni innovative per la protezione dei rifugiati”. Solo il 3% dei rifugiati a livello globale ha accesso all’istruzione superiore, secondo il rapporto UNHCR intitolato Coming Together for Refugee Education, pubblicato la scorsa settimana. Una tendenza che può essere invertita, anche con i Corridoi Universitari.

Entro il 2030 l’UNHCR si pone l’obiettivo di raggiungere un tasso di iscrizione del 15% a programmi di istruzione superiore per i rifugiati in paesi d’accoglienza e paesi terzi anche attraverso l’ampliamento di vie di accesso sicure che tengano in considerazione i bisogni specifici e le legittime aspirazioni dei rifugiati di costruire il loro futuro in dignità.

Sono arrivati nella prima mattinata di venerdì 11 settembre all’aeroporto di Fiumicino i venti rifugiati destinatari di borse di studio che proseguiranno il loro percorso accademico in dieci atenei italiani grazie al progetto University Corridors for Refugees.

Gli studenti, tra cui una donna, provengono da Eritrea, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, e sono stati selezionati sulla base del merito accademico e della motivazione, attraverso un bando pubblico, da una commissione di selezione individuata da ciascuna università. Una volta completato il periodo di quarantena reso obbligatorio dall’emergenza Coivd-19, gli studenti inizieranno il loro percorso universitario presso le Università di Cagliari, Firenze, L’Aquila, Milano (Statale), Padova, Perugia, Pisa, Roma (Luiss), Sassari, e Venezia (IUAV).

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Foto UNHCR/Valerio Muscella.

Tra loro ci sono anche due ragazzi originari dell’Eritrea e già rifugiati in Etiopia che verranno a studiare all’Università di Pisa. Uno di loro frequenterà la laurea magistrale in Exploration and applied Geophysics, l’altro la laurea magistrale in Computer Science and Networking.

Il progetto, che vede la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, di Caritas Italiana e Diaconia Valdese,  è reso possibile anche grazie al sostegno dell’Università di Bologna (promotrice della prima edizione del progetto nel 2019) e di un’ampia rete di partner in Etiopia (Gandhi Charity) e in Italia che assicureranno il supporto necessario agli studenti per tutta la durata del programma di laurea magistrale.

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Foto UNHCR/Valerio Muscella.

“Siamo estremamente felici per questo straordinario risultato”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Con questa iniziativa l’Italia dimostra di voler essere all’avanguardia nell’individuare soluzioni innovative per la protezione dei rifugiati”. Solo il 3% dei rifugiati a livello globale ha accesso all’istruzione superiore, secondo il rapporto UNHCR intitolato Coming Together for Refugee Education, pubblicato la scorsa settimana. Una tendenza che può essere invertita, anche con i Corridoi Universitari.

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Foto UNHCR/Valerio Muscella.

Entro il 2030 l’UNHCR si pone l’obiettivo di raggiungere un tasso di iscrizione del 15% a programmi di istruzione superiore per i rifugiati in paesi d’accoglienza e paesi terzi anche attraverso l’ampliamento di vie di accesso sicure che tengano in considerazione i bisogni specifici e le legittime aspirazioni dei rifugiati di costruire il loro futuro in dignità.

Coi suoi due bracci di 3 chilometri adagiati nella campagna pisana, vicino Cascina, l’interferometro Virgo non è solo uno dei tre più grandi e sensibili rivelatori di onde gravitazionali al mondo. Proprio per rivelare le oscillazioni dello spazio-tempo, generate a milioni o addirittura miliardi di anni luce dalla Terra, i fisici di Virgo hanno bisogno infatti di riconoscere (e se possibile schermare il rivelatore da) tutti i ‘rumori’ di origine umana o ambientale, che potrebbero coprire i flebili segnali gravitazionali: vibrazioni sismiche e moti delle maree, suoni e perturbazioni di origine umana, come aerei, attività agricole o industriali, fino ai minimi movimenti periodici della crosta terrestre o ai ‘battiti’ delle pale eoliche. Si tratta di una sfida scientifica e tecnologica incredibile, che consente oggi al rivelatore di misurare variazioni di lunghezza dei suoi bracci più piccole del diametro di un protone: un miliardesimo di milionesimo di metro.

“Allo stesso tempo questa estenuante caccia alle perturbazioni esterne, rende l’interferometro e il corollario di sensori di cui si serve, un grande e sensibilissimo orecchio in ascolto del contesto ambientale in cui è immerso – dice Stavros Katsanevas, direttore dell’European Gravitational Observatory di Pisa - E, potenzialmente, trasforma Virgo ed EGO in uno straordinario laboratorio per studiare i fenomeni dell’ambiente: ad esempio l’attività sismica o l’andamento delle maree e i moti ondosi nei pressi della costa toscana.”

Un’opportunità che non si è lasciata sfuggire il dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, impegnato da sempre nello studio dell’ecosistema marino in prossimità delle coste toscane. “In effetti sia le attività umane che i cambiamenti climatici – dice Lisandro Benedetti-Cecchi, professore di Ecologia e prorettore alla Ricerca Europea e Internazionale dell’Università di Pisa - sono fra i principali fattori che influenzano la biodiversità marina costiera. Riuscire però a misurare e identificare con precisione l’impatto dei diversi fattori in gioco, richiede l’analisi di set di dati molto ampi e diversificati, prodotti da osservazioni su lunghi periodi delle interazioni tra fenomeni ambientali ed organismi marini.”

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Ciò che EGO e Virgo possono fornire ai biologi dell’Università di Pisa è una misura diretta dell’impatto delle onde sulla linea di costa, che si riverbera nei sensori sismici dell’interferometro. Inoltre la grande risoluzione temporale dei dati resi disponibili dai fisici, permetterà ad un team che vede la collaborazione tra biologi e geologi dell’Ateneo pisano di costruire modelli più precisi dell’erosione delle coste e prevedere quanto il cambiamento climatico possa intensificare in futuro temporali, eventi metereologici estremi o correnti marine più calde e l’impatto di esse sulla biodiversità marina costiera.
“Il confronto con i dati, che raccogliamo da oltre 20 anni, sulle popolazioni di alghe e invertebrati lungo il litorale livornese – sostiene Lisandro Benedetti-Cecchi - potrebbe aiutarci a stabilire un collegamento, non ancora ben studiato, tra i cambiamenti climatici globali e le variazioni della biodiversità marina lungo le coste. E a definire anche quanto e se effettivamente la presenza di micro- e macro-organismi marini contribuisca a mitigare l’impatto dell’erosione costiera."

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Inoltre comparando la serie storica di dati biologici e quelli raccolti negli ultimi 15 anni da Virgo sarà possibile determinare con più precisione le variazioni del livello del mare in passato e quindi contribuire alle proiezioni sulla crescita di questo livello nei prossimi anni.
“Negli ultimi decenni abbiamo raccolto e archiviato un set di dati ambientali (sismici, meteorologici, di inquinamento elettromagnetico…) pressoché unico per vastità e continuità temporale – dice Giovanni Losurdo, spokesperson della collaborazione scientifica internazionale che opera Virgo – Sono convinto che la condivisione di questi dati e la collaborazione interdisciplinare, produrrà nei prossimi anni sviluppi interessanti e importanti innovazioni in molti campi inaspettati.”

“In questa direzione il nostro primo e più naturale interlocutore è l’Università di Pisa – conclude Stavros Katsanevas, direttore di EGO - ed è per questo che siamo particolarmente felici della firma di questo accordo. Con l’auspicio che sia un ulteriore tassello alla connessione sempre più stretta e proficua tra tutte le eccellenze scientifiche e tecnologiche della Toscana.”

Nella foto in alto: da sinistra, Katsanevas, Benedetti-Cecchi, Losurdo e Alberto Castelli, direttore del dipartimento di Biologia, alla firma dell'accordo (autore: @MassimoDAndrea).
Nella foto in basso: l'interferometro VIRGO.

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