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Comunicati stampa

L’Edizione 2019 della Scuola estiva della SIS si svolgerà a Firenze nei giorni 28 agosto-1 settembre 2019, presso il Centro Studi CISL, via della Piazzola, 71 Firenze ed avrà come titolo “Democrazie fragili – Populismo, razzismo, anti-femminismo”.

I sussidi di studio sono destinati, uno per ciascuno, a:

  • Laureate/i da non più di tre anni presso l’Università di Pisa con curricula coerenti all’oggetto del bando.
  • Dottorande/i iscritte/i a corsi di dottorato presso l’Università di Pisa,

e sono destinati a coprire integralmente le spese di iscrizione alla Scuola, i materiali didattici messi a disposizione della/del corsista, il vitto e l’alloggio in camera singola per l’intera durata della Scuola presso il Centro Studi suddetto.

Una delegazione dell’Università di Pisa, composta dal professor Francesco Marcelloni, prorettore per la Cooperazione e le relazioni internazionali, Laura Nelli, responsabile dell’Unità Promozione internazionale e Paola Capellini, responsabile dell’Unità Cooperazione internazionale, si è recata a Santo Domingo per firmare un accordo tra l'Università di Pisa e il Ministero dell’Educazione Superiore, Scienza e Tecnologia (MESCYT) della Repubblica Dominicana. La delegazione è stata accolta da Alejandrina German, ministra del MESCYT, da Narciso Reyes, viceministro per le Relazioni internazionali del MESCYT, da Alba Maria Cabral Peña-Gómez, ambasciatrice della Repubblica Dominicana in Italia e da Mario Beccia, funzionario dell’Ambasciata Italiana a Santo Domingo.

L’accordo prevede che il MESCYT finanzi venti borse di studio per gli studenti dominicani distribuite nelle coorti accademiche 2019-2021 all’interno di programmi di laurea magistrale nelle aree di Agricoltura e Veterinaria, Ingegneria, Scienze Giuridiche, Economiche e Sociali, Matematica, Fisica.
“Questo accordo – afferma il professor Marcelloni – è uno dei risultati di un costante lavoro effettuato negli ultimi mesi per incrementare le relazioni con i paesi latino americani. Grazie all’attività delle unità che si occupano della promozione e della cooperazione internazionale della nostra università e in particolare di Belkis Hernandez, sono stati organizzati numerosi incontri con le ambasciate dei paesi latino americani in modo da stabilire contatti con i loro ministeri dell’Educazione superiore e le loro università. Per quanto riguarda la Repubblica Dominicana, devo ringraziare l’ambasciatrice Maria Cabral Peña-Gómez, che ha creduto da subito in questo accordo e grazie al suo prezioso lavoro diplomatico lo ha reso possibile, e Johanne Peña Arias dell’ambasciata della Repubblica Dominicana a Roma”.
La delegazione dell’Università di Pisa ha anche incontrato esponenti di diverse università e istituti della Repubblica Dominicana (Universidad Nacional Pedro Henríquez Ureña, Universidad Iberoamericana, Instituto Tecnológico De Santo Domingo, Instituto Tecnológico De Las Americas, Autoridad Dominicana De Asuntos Marítimos, Sociedad Dominicana De Física, Universidad Católica Tecnológica De Barahona) con cui sono stati firmati accordi di collaborazione accademica e discusso future collaborazioni in vari ambiti, quali biologia marina, fisica, ingegneria, matematica, medicina, nanotecnologie, sismologia, turismo.
Il professor Marcelloni ha anche tenuto due conferenze riguardanti l’intelligenza artificiale, e in particolare l’estrazione automatica di opinioni dall’analisi dei tweet, presso l’Instituto Tecnológico De Las Americas e l’Universidad Nacional Pedro Henríquez Ureña. Le conferenze sono state anche un’occasione per presentare ai numerosi studenti presenti l’offerta didattica e le eccellenze dell’Università di Pisa.

Venerdì 7 giugno si è tenuto il workshop intitolato “ICT Innovation on Vehicular Technology and Applications” organizzato alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa e sponsorizzato dall’azienda vicentina Calearo Antenne SpA, leader nel settore della progettazione e produzione di antenne per applicazioni automotive. Hanno partecipato molte aziende, soprattutto toscane, ricercatori e docenti universitari. Un momento di incontro tra accademia e industria, per condividere la propria visione su veicoli a motore elettrico, auto a guida autonoma, treni ad alta velocità, comunicazioni V2X, 5G e comunicazioni veicolari, e reti di sensori per il controllo attivo dell’aerodinamica.

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L’idea del workshop è nata nell’ambito di due progetti PRA (Progetti di Ricerca di Ateneo) finanziati dall’Ateneo pisano: CONCEPT (COmmunication and Networking for vehicular CybEr-Physical sysTems) e E-TEAM (Enabling TEchnologies for smArt vehicles and Mobility), coordinati rispettivamente dal professor Paolo Nepa e dal professor Sergio Saponara, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione, uno dei 180 dipartimenti in Italia ad aver ricevuto il titolo di “dipartimento di eccellenza” con il progetto CrossLab.

“Le diverse tematiche coinvolte nella progettazione e nello sviluppo dei veicoli del futuro impongono una stretta collaborazione tra accademia e industria, tra esperti di diversi settori scientifici e tecnologici, tra produttori di componenti per l’industria automobilistica e fornitori di servizi; entrambi i progetti PRA, CONCEPT e E-TEAM, condividono questa visione di network di persone”, ha sottolineato il professor Paolo Nepa.

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I due progetti PRA coinvolgono oltre trenta docenti e ricercatori di diversi settori scientifico disciplinari, quali Elettromagnetismo Applicato, Elettronica, Telecomunicazioni. “Ancora un esempio virtuoso di come l’interazione tra i vari gruppi di ricerca del nostro Ateneo porti ad ottenere risultati importanti nella nostra comunità”, ha aggiunto la professoressa Claudia Martini, prorettrice per la ricerca in ambito nazionale.

Per Calearo Antenne SpA è un’ulteriore spinta verso la ricerca e l’innovazione sul mondo automotive, un aspetto essenziale soprattutto per quelle aziende che realizzano gran parte del proprio fatturato all’estero. Il Centro ricerche di Isola Vicentina (VI) collabora da anni con il gruppo di ricerca del prefessor Paolo Nepa, docente di campi elettromagnetici e antenne, e ha finanziato un contratto per un ricercatore universitario che nei prossimi tre anni si occuperà di “Tecnologie abilitanti e antenne innovative per i sistemi di connettività wireless nel settore automotive”. “Il contributo dell’Università è importante per poter affrontare le nuove sfide che si presentano quotidianamente nel mondo dell’industria”, ha commentato Roberto Mestriner, Chief Executive Manager dell’azienda vicentina.

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“Il successo del Workshop è stato ottenuto grazie alle aziende e ai ricercatori che hanno voluto partecipare condividendo le proprie idee, i propri progetti, le proprie visioni sul mondo dell’automotive e del veicolare”, ha concluso Andrea Michel, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, tra gli organizzatori del workshop. “Soltanto una solida sinergia tra mondo della ricerca e imprese potrà dare maggiore slancio allo sviluppo di nuove tecnologie per migliorare la vita di tutti noi”.

È questo lo spirito condiviso dalle aziende intervenute, che sono state Calearo Antenne, Aitronik s.r.l, Pitom, PurePower Control, Magna Mechatronics, Autostrade Tech S.p.A, Intel, Marelli, Rheinmetall, Italcertifer S.p.A. Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Intecs, Evidence, ResilTech ed IDS. Gli organizzatori stanno già pensando alla prossima edizione del workshop.

Due interventi all’avanguardia effettuati negli ultimi mesi confermano la S.D. di Emodinamica dell’Azienda ospedaliera pisana come centro europeo di riferimento per il trattamento percutaneo – senza cioè incisione chirurgica – della patologia cardiaca strutturale, e in particolare per quella valvolare. L’equipe diretta dalla professoressa Anna Sonia Petronio ha eseguito due impianti di valvola mitralica (Tendyne) inserendo una cannula nell’apice del ventricolo sinistro attraverso una piccola incisione della parete toracica, senza interrompere la circolazione corporea. I pazienti sono stati dimessi dopo una breve degenza post-operatoria senza la necessità di una riabilitazione cardiologica.
«Siamo uno tra i pochi centri in Italia ed Europa che ha iniziato a impiantare, mediante la collaborazione con la Cardiochirurgia e la Cardioanestesia, protesi valvolari mitraliche per via transcatetere – spiega la professoressa Petronio – Questo ci sta permettendo di curare con buoni risultati pazienti che per l'elevato rischio cardiochirurgico non avrebbero avuto alcuna alternativa terapeutica».
Ad oggi sono stati effettuati circa 1000 interventi di impianto percutaneo di protesi valvolari aortiche per il trattamento della stenosi aortica e più di 200 interventi di impianto di riparazione dell’insufficienza valvolare mitralica. La S.D. di Emodinamica è tra i pionieri per il trattamento percutaneo della valvola tricuspidale, nuova frontiera della cardiopatia strutturale. Tali risultati hanno fatto sì che la struttura sia stata e sia tuttora coinvolta in importanti studi multicentrici di carattere internazionale, e rappresenti un centro di sperimentazione per nuovi device e nuove tecniche di carattere innovativo in questo campo.
In ragione della esperienza maturata in questo settore, il Centro è da alcuni anni sede di corsi di formazione rivolti a professionisti del settore sia italiano che estero, europeo e non, offrendo ai medici la possibilità di poter partecipare attivamente alle procedure ed è coinvolto da due anni nel master del Sant’Anna per l’interventistica strutturale.
Il rettore Paolo Mancarella sottolinea che «si tratta di un’ulteriore dimostrazione che i nostri professionisti in questo settore sono un’eccellenza a livello internazionale. Per mantenere tali livelli e progredire ulteriormente, è necessario però sostenere con le dovute risorse – umane, finanziarie e logistiche – gruppi come quello coordinato dalla prof.ssa Petronio, a cui va il mio ringraziamento a nome di tutta la comunità accademica. Come è ormai prassi consolidata, Unipi e AOUP sapranno condividere ulteriori pecorsi di sviluppo del settore, contrastando qualunque forma di resistenza alla prevalenza sempre e comunque del merito, nel quale credo fermamente».

Immagine3Due interventi all’avanguardia effettuati negli ultimi mesi confermano la S.D. di Emodinamica dell’Azienda ospedaliera pisana come centro europeo di riferimento per il trattamento percutaneo – senza cioè incisione chirurgica – della patologia cardiaca strutturale, e in particolare per quella valvolare. L’equipe diretta dalla professoressa Anna Sonia Petronio ha eseguito due impianti di valvola mitralica (Tendyne) inserendo una cannula nell’apice del ventricolo sinistro attraverso una piccola incisione della parete toracica, senza interrompere la circolazione corporea. I pazienti sono stati dimessi dopo una breve degenza post-operatoria senza la necessità di una riabilitazione cardiologica.

«Siamo uno tra i pochi centri in Italia ed Europa che ha iniziato a impiantare, mediante la collaborazione con la Cardiochirurgia e la Cardioanestesia, protesi valvolari mitraliche per via transcatetere – spiega la professoressa Petronio – Questo ci sta permettendo di curare con buoni risultati pazienti che per l'elevato rischio cardiochirurgico non avrebbero avuto alcuna alternativa terapeutica».

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Impianto di protesi mitralica transcatetere con la Collaborazione del gruppo della Cardiochirurgia e della Cardioanestesia.

Ad oggi sono stati effettuati circa 1000 interventi di impianto percutaneo di protesi valvolari aortiche per il trattamento della stenosi aortica e più di 200 interventi di impianto di riparazione dell’insufficienza valvolare mitralica. La S.D. di Emodinamica è tra i pionieri per il trattamento percutaneo della valvola tricuspidale, nuova frontiera della cardiopatia strutturale. Tali risultati hanno fatto sì che la struttura sia stata e sia tuttora coinvolta in importanti studi multicentrici di carattere internazionale, e rappresenti un centro di sperimentazione per nuovi device e nuove tecniche di carattere innovativo in questo campo.

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Personale della SD di Emodinamica diretta dalla professoressa Anna Sonia Petronio.

In ragione della esperienza maturata in questo settore, il Centro è da alcuni anni sede di corsi di formazione rivolti a professionisti del settore sia italiano che estero, europeo e non, offrendo ai medici la possibilità di poter partecipare attivamente alle procedure ed è coinvolto da due anni nel master del Sant’Anna per l’interventistica strutturale.

Il rettore dell'Università di Pisa Paolo Mancarella sottolinea che «si tratta di un’ulteriore dimostrazione che i nostri professionisti in questo settore sono un’eccellenza a livello internazionale. Per mantenere tali livelli e progredire ulteriormente, è necessario però sostenere con le dovute risorse – umane, finanziarie e logistiche – gruppi come quello coordinato dalla professoressa Petronio, a cui va il mio ringraziamento a nome di tutta la comunità accademica. Come è ormai prassi consolidata, Unipi e AOUP sapranno condividere ulteriori pecorsi di sviluppo del settore, contrastando qualunque forma di resistenza alla prevalenza sempre e comunque del merito, nel quale credo fermamente».

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L'equipe di Cardiochirurgia e il team Tendyne.

Il XXI Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato a Roma nei giorni scorsi da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario al quale aderiscono 75 atenei, conferma l’attrattività dell’Università di Pisa. Quasi la metà dei laureati magistrali proviene da fuori regione con percentuali occupazionali più alte e maggiori guadagni rispetto sia alla media toscana che a quella nazionale.

I laureati 2018 dell'Università di Pisa coinvolti nel Rapporto sono stati 7.300: si tratta di 3.930 di primo livello, 2.429 magistrali biennali e 924 a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma. Più di un terzo di loro (34.4%) arriva da fuori della Toscana, quota che sale al 43.5% per quanto riguarda i magistrali biennali, ma Pisa rispetto al dato regionale e a quello nazionale registra una quota più bassa di laureati con cittadinanza estera. I laureati pisani sono inoltre più bravi dei loro colleghi, avendo un miglior voto medio di laurea, ma più lenti, con una minore percentuale di studenti che riescono ad acquisire il titolo di laurea entro gli anni di corso. Altri aspetti con qualche criticità, soprattutto ai fini della prospettiva occupazionale, riguardano la percentuale di studenti che svolge tirocini curriculari, che si reca all'estero per studiare e che associa allo studio esperienze di lavoro, tutti dati inferiori alle medie nazionali.

Sostanzialmente in linea con i dati toscani e italiani, i laureati dell'Ateneo pisano si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria e del rapporto costruito con i docenti, con una percentuale che tocca rispettivamente l’86.7% e l'84.5%. Il 69.9% degli intervistati si iscriverebbe di nuovo all’università, confermando sia il corso di studio che l’ateneo.

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L’indagine sulla condizione occupazionale ha analizzato le performance dei laureati triennali e magistrali usciti nel 2017 e contattati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati magistrali usciti nel 2013 e coinvolti dopo cinque anni. Per quanto riguarda i laureati triennali – complessivamente una coorte di 3878 laureati – l’indagine si è focalizzata su coloro che non si sono mai iscritti a un successivo corso di laurea (il 33,9% della popolazione).

Il tasso di occupazione dei laureati triennali a un anno dalla laurea - che comprende anche la quota di coloro che sono in formazione retribuita, secondo le indicazioni dell’Istat - è del 70,6%, lievemente in aumento rispetto alla rilevazione dello scorso anno. Il 20,9% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 39,5% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 17,2% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore e così via). La retribuzione media dei laureati pisani, di 1.132 euro mensili netti, è superiore a quanto guadagnano in media i colleghi della Toscana (1.108 euro) ma inferiore rispetto all'Italia (1.232 euro). Il 58.6% di questi laureati, considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che viene effettivamente svolto.

Il tasso di occupazione sale al 73.8% per i laureati di secondo livello dell'Ateneo pisano (76.8% tra i laureati magistrali biennali e 65.6% per i laureati magistrali a ciclo unico), un dato lievemente migliore rispetto a quello toscano (73%) e italiano (69.4%). Più alta è anche la retribuzione media, che per i pisani è di 1.292 euro mensili netti, contro i 1.234 euro della Toscana e i 1.232 euro su base nazionale.

A cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’86,2% (85,8% per i magistrali biennali e 87,6% per i magistrali a ciclo unico). Il 56.4% di questi ultimi è assunto con contratto a tempo indeterminato, mentre i laureati che svolgono un lavoro non standard sono il 18.4%, il 16.9% svolge un lavoro autonomo. Sul piano delle retribuzioni, l'Università di Pisa si conferma come un ottimo investimento, registrando una media di guadagno netto mensile di 1.562 euro, contro i 1.469 euro della Toscana e i 1.459 euro dell'Italia. I settori di maggior impiego sono quelli dei servizi (72.6%) e dell’industria (25.5%).

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“Anche quest’ultima indagine mette in evidenza come il conseguimento di un titolo universitario rappresenti un valore aggiunto che può dare un vantaggio lavorativo e retributivo consistente – ha dichiarato il professor Rossano Massai, delegato al Job Placement - L’Università di Pisa sta contribuendo ad accrescere il numero di laureati con una buona preparazione. Tuttavia un numero sempre crescente si dichiara propenso ad andare a lavorare all’estero. Sta al sistema produttivo italiano fare in modo che l’elevata preparazione dei nostri laureati rimanga nel nostro paese evitando che tante energie e tante competenze vengano assorbite da altri paesi”.

Leggi la scheda con il Rapporto 2018 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati dell'Università di Pisa.

Il XXI Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato a Roma nei giorni scorsi da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario al quale aderiscono 75 atenei, conferma l’attrattività dell’Università di Pisa. Quasi la metà dei laureati magistrali proviene da fuori regione con percentuali occupazionali più alte e maggiori guadagni rispetto sia alla media toscana che a quella nazionale.
I laureati 2018 dell'Università di Pisa coinvolti nel Rapporto sono stati 7.300: si tratta di 3.930 di primo livello, 2.429 magistrali biennali e 924 a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma. Più di un terzo di loro (34.4%) arriva da fuori della Toscana, quota che sale al 43.5% per quanto riguarda i magistrali biennali, ma Pisa rispetto al dato regionale e a quello nazionale registra una quota più bassa di laureati con cittadinanza estera. I laureati pisani sono inoltre più bravi dei loro colleghi, avendo un miglior voto medio di laurea, ma più lenti, con una minore percentuale di studenti che riescono ad acquisire il titolo di laurea entro gli anni di corso. Altri aspetti con qualche criticità, soprattutto ai fini della prospettiva occupazionale, riguardano la percentuale di studenti che svolge tirocini curriculari, che si reca all'estero per studiare e che associa allo studio esperienze di lavoro, tutti dati inferiori alle medie nazionali.
Sostanzialmente in linea con i dati toscani e italiani, i laureati dell'Ateneo pisano si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria e del rapporto costruito con i docenti, con una percentuale che tocca rispettivamente l’86.7% e l'84.5%. Il 69.9% degli intervistati si iscriverebbe di nuovo all’università, confermando sia il corso di studio che l’ateneo.
L’indagine sulla condizione occupazionale ha analizzato le performance dei laureati triennali e magistrali usciti nel 2017 e contattati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati magistrali usciti nel 2013 e coinvolti dopo cinque anni. Per quanto riguarda i laureati triennali – complessivamente una coorte di 3878 laureati – l’indagine si è focalizzata su coloro che non si sono mai iscritti a un successivo corso di laurea (il 33,9% della popolazione).
Il tasso di occupazione dei laureati triennali a un anno dalla laurea - che comprende anche la quota di coloro che sono in formazione retribuita, secondo le indicazioni dell’Istat - è del 70,6%, lievemente in aumento rispetto alla rilevazione dello scorso anno. Il 20,9% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 39,5% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 17,2% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore e così via). La retribuzione media dei laureati pisani, di 1.132 euro mensili netti, è superiore a quanto guadagnano in media i colleghi della Toscana (1.108 euro) ma inferiore rispetto all'Italia (1.232 euro). Il 58.6% di questi laureati, considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che viene effettivamente svolto.
Il tasso di occupazione sale al 73.8% per i laureati di secondo livello dell'Ateneo pisano (76.8% tra i laureati magistrali biennali e 65.6% per i laureati magistrali a ciclo unico), un dato lievemente migliore rispetto a quello toscano (73%) e italiano (69.4%). Più alta è anche la retribuzione media, che per i pisani è di 1.292 euro mensili netti, contro i 1.234 euro della Toscana e i 1.232 euro su base nazionale.
A cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’86,2% (85,8% per i magistrali biennali e 87,6% per i magistrali a ciclo unico). Il 56.4% di questi ultimi è assunto con contratto a tempo indeterminato, mentre i laureati che svolgono un lavoro non standard sono il 18.4%, il 16.9% svolge un lavoro autonomo. Sul piano delle retribuzioni, l'Università di Pisa si conferma come un ottimo investimento, registrando una media di guadagno netto mensile di 1.562 euro, contro i 1.469 euro della Toscana e i 1.459 euro dell'Italia. I settori di maggior impiego sono quelli dei servizi (72.6%) e dell’industria (25.5%).
“Anche quest’ultima indagine mette in evidenza come il conseguimento di un titolo universitario rappresenti un valore aggiunto che può dare un vantaggio lavorativo e retributivo consistente – ha dichiarato il professor Rossano Massai, delegato al Job Placement - L’Università di Pisa sta contribuendo ad accrescere il numero di laureati con una buona preparazione. Tuttavia un numero sempre crescente si dichiara propenso ad andare a lavorare all’estero. Sta al sistema produttivo italiano fare in modo che l’elevata preparazione dei nostri laureati rimanga nel nostro paese evitando che tante energie e tante competenze vengano assorbite da altri paesi”.
La scheda completa con il Rapporto 2018 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati dell'Università di Pisa è disponibile sul sito del Career Service, all'indirizzo: https://www.unipi.it/index.php/indagini-e-studi/item/15455-indagine-occupazionale-2018-sui-laureati

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