Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa

A Pisa nasce il corso di dottorato (Ph.D) in Data Science. Università di Pisa, Scuola Normale, Scuola Sant’Anna, Scuola IMT Alti Studi Lucca e CNR, rilasceranno il massimo titolo accademico universitario, il diploma internazionale di Ph.D (equivalente a quello italiano di Dottore di Ricerca) nella disciplina che studia i “Big Data” e l’impatto che la “Data Science” ha sulla società e sulla scienza nel suo complesso.

big_data33333.jpg

 

È la prima volta che le cinque istituzioni formative e di ricerca rilasceranno un titolo accademico in maniera congiunta: uno sforzo collaborativo per garantire agli studenti del corso di dottorato in Data Science la possibilità di indagare tutte le possibili diramazioni teoriche e pratiche della disciplina. Otto il numero di posti messi a concorso per l’anno accademico 2017/2018, che avrà inizio il primo novembre; tre gli anni di durata del corso. Il bando è emanato dalla Scuola Normale e gli studenti che vinceranno il posto saranno a tutti gli effetti allievi “normalisti”, ma seguiranno corsi nelle varie istituzioni a Pisa e Lucca e sul diploma conseguito al termine del corso di studi campeggeranno i loghi delle 5 istituzioni universitarie e di ricerca coinvolte. Il dottorato, il cui coordinatore è il professor Dino Pedreschi, professore di Informatica all’Università di Pisa, accoglierà candidati provenienti da qualunque laurea magistrale, purché sostenuti da una solida motivazione e preparazione personale e una forte propensione verso lo studio degli aspetti quantitativi del proprio ambito di studio. Il corso è in lingua inglese.

"Esprimo grande soddisfazione per la nascita di questo dottorato altamente innovativo e multidisciplinare - ha commentato Dino Pedreschi - che consolida e rafforza l'ecosistema della ricerca di Pisa come culla della Data science. Ricordo che l'Ateneo pisano è stato il primo in Italia a promuovere, già nel 2002, la laurea magistrale in 'Data Science and Business Informatics' e che da allora i nostri laboratori hanno lanciato i primi progetti Europei di quella che oggi chiamiamo "Big data analytics". È dunque particolarmente significativo che la lunga storia di collaborazione fra le nostre cinque istituzioni sfoci oggi, e per la prima volta, in un titolo accademico congiunto. Nelle settimane scorse abbiamo collaborato alla stesura del rapporto del G7 delle Accademie sulla centralità della Data Science come fattore dirompente di sviluppo. Con questa questa nuova iniziativa del PhD in Data Science, Pisa si fa trovare pronta alla sfida".

data science presentazione dottorato

L’obiettivo nel nuovo Ph.D, il primo emanato in Italia (in contemporanea con l’Università di Bologna), è di formare la nuova generazione di ricercatori “data scientist”, in grado di sfruttare il patrimonio di dati per l’avanzamento delle conoscenze in tutte le discipline scientifiche. La professione del “data scientist” è in testa a tutte le classifiche dei nuovi lavori più ricercati, il recente rapporto “Il futuro del lavoro” del World Economic Forum la indica come l’unica in crescita costante, a livello globale, in tutti i settori scientifici e produttivi. Che cosa è un “data scientist”? Un mix fra informatico, statistico e narratore, in grado di acquisire e integrare i dati, estrarne senso e raccontare le storie che i dati suggeriscono, ad esempio attraverso la visualizzazione. Il tutto valutando gli aspetti etici e l’impatto sulla società e sulla scienza.

La “data science” infatti è un cambio di paradigma che investe tutte le discipline scientifiche, spingendo verso la scoperta di conoscenze che emergono dalle enormi masse di dati disponibili. Conoscenze che possono suggerire agli scienziati nuovi modelli per comprendere più a fondo la complessità dei fenomeni sociali, economici, biologici, tecnologici, culturali, naturali. La disponibilità dei “big data” ha spinto verso la convergenza di discipline e tecnologie molto diverse: basi di dati e data mining, machine learning e intelligenza artificiale, sistemi complessi e network science, statistica e fisica statistica, analisi dei testi, matematica applicata. La “data science” nasce proprio dall’incontro di questa diversità multi-disciplinare.

data_science_3.jpg

A questo proposito, da tempo in Toscana si è coagulata intorno al nucleo dell’Università di Pisa, del CNR (Istituti ISTI e IIT) e delle Scuole Normale, Sant’Anna e IMT, una massa critica di ricercatori “data scientist” che hanno dato vita a numerosi progetti europei pioneristici in questo ambito. Due anni fa la Commissione Europea, nel programma Horizon 2020, ha scelto il consorzio a guida pisana “SoBigData.eu” per dar vita alla infrastruttura europea di ricerca sui Big Data, il “CERN” della Data Science. Il dottorato in “Data Science”, che vede collaborare i medesimi partner del consorzio, ribadisce l’importanza di questa collaborazione: i dottorandi potranno sperimentare i nuovi metodi in tutti gli ambiti disciplinari, facendo forza sull’esperienza sviluppata in questi anni dai partner. Tutte le istituzioni che collaborano al dottorato di Data Science contribuiranno in egual misura ad offrire agli studenti del corso i migliori standard di studio e ricerca, oltre che all’effettiva erogazione delle borse.

 

Foto in alto, da destra, Guido Caldarelli (IMT Lucca), Fabrizio Lillo (Università di Bologna), Marcella Aglietti (Università di Pisa), Vincenzo Barone (SNS), Dino Pedreschi (Università di Pisa), Pierdomenico Perata (Sant'Anna), Claudio Montani (CNR, Pisa), Fosca Giannotti (CNR, Pisa), il giornalista Massimo Marini.

Foto in basso, da destra, Marcella Aglietti (Università di Pisa), Vincenzo Barone (SNS), Dino Pedreschi (Università di Pisa), Pierdomenico Perata (Sant'Anna), Claudio Montani (CNR, Pisa), Fosca Giannotti (CNR, Pisa),

 

Una ricerca internazionale ha testato con esito positivo un nuovo farmaco per la cura dell’oftalmopatia correlata ai disturbi della tiroide, una malattia a tutt’oggi non trattata in modo soddisfacente. L’Università di Pisa, e in particolare la sezione dipartimentale di Medicina interna ad indirizzo immuno-endocrino diretta dal professor Alessandro Antonelli, è fra i partner dello studio che è stato pubblicato sul “New England Journal of Medicine”.

tiroide_inside.jpg

“Il teprotumumab, un anticorpo monoclonale – spiega Antonelli – è risultato efficace nel ridurre l’infiammazione ed anche la protusione oculare, cioè la sporgenza anomala del bulbo oculare, tipica dell’oftalmopatia e rappresenta perciò una nuova promettente opzione terapeutica per i pazienti affetti da questa patologia”.

Il farmaco è stato testato in uno studio multicentrico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo. Nella ricerca sono stati trattati 88 pazienti con l’obiettivo di osservare la risposta della patologia oculare alla terapia.

“Nei pazienti con oftalmopatia attiva – ha concluso Antonelli - il teprotumumab è risultato efficace nella terapia dell’oftalmopatia basedowiana, riducendo l’infiammazione ed anche la protusione oculare, e rappresenta perciò una nuova promettente opzione terapeutica in questi pazienti”.

Una ricerca internazionale ha testato con esito positivo un nuovo farmaco per la cura dell’oftalmopatia correlata ai disturbi della tiroide, una malattia a tutt’oggi non trattata in modo soddisfacente. L’Università di Pisa, e in particolare la sezione dipartimentale di Medicina interna ad indirizzo immuno-endocrino diretta dal professor Alessandro Antonelli, è fra i partner dello studio che è stato pubblicato sul “New England Journal of Medicine”.
“Il teprotumumab, un anticorpo monoclonale – spiega Antonelli – è risultato efficace nel ridurre l’infiammazione ed anche la protusione oculare, cioè la sporgenza anomala del bulbo oculare, tipica dell’oftalmopatia e rappresenta perciò una nuova promettente opzione terapeutica per i pazienti affetti da questa patologia”.
Il farmaco è stato testato in uno studio multicentrico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo. Nella ricerca sono stati trattati 88 pazienti con l’obiettivo di osservare la risposta della patologia oculare alla terapia.
“Nei pazienti con oftalmopatia attiva – ha concluso Antonelli - il teprotumumab è risultato efficace nella terapia dell’oftalmopatia basedowiana, riducendo l’infiammazione ed anche la protusione oculare, e rappresenta perciò una nuova promettente opzione terapeutica in questi pazienti”.

Giovedì, 15 Giugno 2017 09:20

Soft robotics al servizio dell'uomo

"Soft robotics al servizio dell'uomo" è il titolo del nuovo video di "Raccontare la ricerca", il progetto comunicativo promosso dall'Ateneo in collaborazione con il dipartimento di Civiltà e forme del sapere, che racconta i principali progetti scientifici promossi all'Università di Pisa.

Il video racconta le ricerche del Centro "Enrico Piaggio" e in particolare le tecnologie della Soft Robotics, robotica soffice che si adatta all'ambiente e alle persone che le stanno intorno, presentate e raccontate da Arti Ahluwalia, Antonio Bicchi e Matteo Bianchi.

"Raccontare la ricerca" è una serie di video che affrontano, in modo semplice, ma scientificamente rigoroso, grandi temi di interesse generale su cui l'Università di Pisa sta sviluppando importanti ricerche, mostrando i volti e le parole di chi quotidianamente si impegna nell'attività di studio e avvicinando i cittadini e la comunità accademica ad argomenti spesso complessi o molto specialistici.

L'intera serie è visibile a questo link: http://bit.ly/2mNFIwd

L’Università di Pisa ha conferito un dottorato honoris causa in Scienze cliniche e traslazionali al professor John Paul Bilezikian, capo della Divisione di Endocrinologia e direttore del programma di Malattie metaboliche delle ossa alla Columbia University di New York, unanimemente considerato uno dei più autorevoli esperti nel campo del metabolismo fosfo-calcico, in particolare delle malattie delle paratiroidi e dell’osteoporosi.

bilezi2

La cerimonia di conferimento si è aperta con il saluto del rettore Paolo Mancarella, con la lettura della Motivazione da parte del professor Stefano Del Prato, coordinatore del dottorato di ricerca in Scienze cliniche e traslazionali dell’Università di Pisa, e con la laudatio di Claudio Marcocci, professore del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale. Dopo il conferimento del dottorato honoris causa da parte del rettore, il professor John Paul Bilezikian ha tenuto la lectio magistralis dal titolo “Disorders of the parathyroid glands: new concepts and insights over 40 years”. Al termine della cerimonia, la giovane concertista
Lucilla Rose Mariotti, già vincitrice dell’International Music Competition di Salzburg – Grand Prize Virtuoso 2016, ha offerto un omaggio musicale a tutti i presenti, riscuotendo un generale e convinto apprezzamento.

bilezi1

Da più di 15 anni il professor John Paul Bilezikian collabora con l'endocrinologia pisana e in particolare con il professor Claudio Marcocci, avendo contribuito in maniera sostanziale prima alla crescita e poi alla visibilità scientifica del gruppo. Grazie alla condivisione delle esperienze cliniche, gli studi pisani dell'Ateneo e dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria sono stati accolti e pubblicati su prestigiose riviste internazionali.

Nel saluto introduttivo, il rettore Mancarella ha ricordato che "la scuola pisana di endocrinologia - la cui storia si sviluppa a partire dagli anni '60 grazie al contributo di luminari quali i professori Cataldo Cassano, Fabio Tronchetti, Lidio Baschieri e più di recente Aldo Pinchera e Enio Martino - è oggi il punto di riferimento per le malattie tiroidee e paratiroidee non solo in Italia ma in tutta Europa. Questa eccellenza si è creata nel tempo, grazie soprattutto all'impulso dato al processo di internazionalizzazione e al continuo confronto con i più autorevoli studiosi della materia, tra i quali il professor Bilezikian ha un ruolo centrale".

Il conferimento del dottorato honoris causa suggella dunque l''importante ruolo di leader di Bilezikian nell''ambito delle malattie delle paratiroidi e del metabolismo fosfo-calcico, conferendo al dottorato stesso, diretto dal professor Stefano Del Prato, un''ulteriore caratteristica di eccellenza e di internazionalizzazione. Questo riconoscimento contribuirà a rafforzare i rapporti tra l'endocrinologia pisana e la Columbia University e offrirà nuove opportunità di formazione e scambio culturale con la possibilità di stage a New York per studenti, dottorandi e specializzandi in Endocrinologia del nostro Ateneo.

bilezi3

 

La psichiatra Liliana Dell’Osso dell’Università di Pisa ha fatto il suo ingresso fra le “Top Italian Women Scientists”. Il gruppo, promosso dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), riunisce 76 eccellenze al femminile, scienziate italiane impegnate nella ricerca biomedica, nelle scienze cliniche e nelle neuroscienze.

donne scienza copertina

La loro testimonianza di donne e ricercatrici è adesso in un e-book, edito sempre da Onda, e scaricabile gratuitamente dal sito dell’osservatorio.

Nel volume emergono i profili di scienziate selezionate a partire dalla classifica dei Top Italian Scientists (TIS), un censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo. Donne di “impatto” quindi non solo perché attraverso il loro lavoro si sono conquistate una posizione di tutto rilievo in questa sorta di hit parade della scienza, ma anche perché il loro operare incide in modo fondamentale sulla società e sui progressi della conoscenza.

La psichiatra Liliana Dell’Osso dell’Università di Pisa ha fatto il suo ingresso fra le “Top Italian Women Scientists”. Il gruppo, promosso dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), riunisce 76 eccellenze al femminile, scienziate italiane impegnate nella ricerca biomedica, nelle scienze cliniche e nelle neuroscienze. La loro testimonianza di donne e ricercatrici è adesso in un e-book, edito sempre da Onda, e scaricabile gratuitamente dal sito dell’osservatorio (www.ondaosservatorio.it/ondauploads/2017/06/LIBRO-RICERCATRICI.pdf). Nel volume emergono i profili di scienziate selezionate a partire dalla classifica dei Top Italian Scientists (TIS), un censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo. Donne di “impatto” quindi non solo perché attraverso il loro lavoro si sono conquistate una posizione di tutto rilievo in questa sorta di hit parade della scienza, ma anche perché il loro operare incide in modo fondamentale sulla società e sui progressi della conoscenza.

Mercoledì 14 giugno, alla Gipsoteca di Arte Antica, in Piazza San Paolo all’Orto, si è tenuta la presentazione del Rapporto della Banca d'Italia sull'Economia della Toscana. L'evento è stato organizzato dall’Università di Pisa e dalla Banca d’Italia, in collaborazione con il dipartimento di Economia e Management. La giornata è stata aperta dai saluti di Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell’Ateneo pisano, Giuseppe Genovese, vicedirettore della sede di Firenze della Banca d’Italia, Paolo Comune Compagnoni, direttore della filiale di Livorno della Banca d’Italia, Silvio Bianchi Martini direttore del dipartimento di Economia e Management.

banca_italia_1.jpeg
La professoressa Nicoletta De Francesco durante i saluti istituzionali.

Silvia Del Prete e Guglielmo Barone, della divisione Analisi e ricerca economica territoriale della sede di Firenze della Banca d’Italia, hanno poi presentato il Rapporto. Sono poi seguiti gli interventi di Ada Carlesi, docente di Finanza aziendale del dipartimento di Economia e Management, Francesco Oppedisano, Founder & CEO di Netresults, Stefano Luisotti, Founder & CEO di Welcome Italia, e Luca Spataro docente di Scienza delle Finanze, dipartimento di Economia e Management.

Qui di seguito pubblichiamo una sintesi del Rapporto elaborata dalla Banca d'Italia.

*********

L'economia della Toscana

La congiuntura in Toscana
In Toscana nel 2016 l’attività economica è cresciuta a un ritmo moderato, analogo a quello nazionale. Si tratta del terzo anno con-secutivo di crescita del prodotto. La dinamica ha beneficiato del consolidamento dei consumi e dell’apporto del canale estero, a fronte della debolezza degli investimenti. Per l’anno in corso le imprese si attendono un leggero aumento del fatturato e una so-stanziale stabilità dell’accumulazione di capitale; le banche prefigu-rano un aumento della domanda di credito e un lieve irrigidimento dei criteri di offerta.

Le imprese
Nell’industria il fatturato per le imprese con più di 20 addetti è aumentato dell’1,3 per cento; le vendite sui mercati esteri sono cresciute a un ritmo doppio. Le imprese dei servizi hanno beneficiato dell’aumento dei consumi e dei flussi turistici, in parte accolti in abitazioni private che, negli ultimi anni, sono diventate un’importante componente dell’offerta ricettiva. L’attività delle costruzioni ha invece ristagnato, nonostante l’impulso derivante dalla crescita delle transazioni immobiliari. L’elevata incertezza sulle prospettive del quadro congiunturale e l’ancora moderato grado di utilizzo degli impianti hanno frenato gli investimenti. Le esportazioni sono cresciute dello 0,6 per cento. La dinamica regionale risente dell’erraticità delle vendite legate a commesse pluriennali di nautica e di macchinari e della variabilità del prezzo dell’oro. Al netto di queste componenti la crescita sarebbe stata sensibilmente superiore. La redditività è nel complesso migliorata, a vantaggio della capacità di autofinanziamento e della liquidità, con una conseguente attenuazione della domanda di credito. I finanziamenti bancari alla fine dell’anno sono risultati in lieve calo rispetto a 12 mesi prima.

Il mercato del lavoro
Il mercato del lavoro ha beneficiato della moderata crescita dell’economia: gli occupati sono aumentati (0,6 per cento): l’espansione nell’industria in senso stretto e quella, più contenuta, nei servizi, ha più che compensato il nuovo calo nelle costruzioni. L’incremento ha riguardato in misura più accentuata la fascia dei lavoratori più anziani, anche a seguito delle recenti riforme pensionistiche, ma ha interessato anche i lavoratori più giovani. L’aumento dell’occupazione si è associato a quello delle persone in cerca di lavoro e al calo degli inattivi, anche per il progressivo miglioramento delle prospettive occupazionali. Il tasso di disoccupazione è così leggermente salito, al 9,5 per cento.

Le famiglie
Le famiglie Il miglioramento delle condizioni occupazionali ha sostenuto i redditi da lavoro, favorendo l’incremento dei consumi di beni durevoli (5,7 per cento) e delle transazioni immobiliari (20,0), in un contesto di maggior fiducia sulle prospettive economiche da parte dei consumatori. Le famiglie hanno finanziato tali spese anche ricorrendo all’indebitamento: il credito al consumo e i mutui sono saliti (6,1 e 1,8 per cento, rispettivamente), anche grazie a politiche di offerta distese. Il basso costo opportunità di detenere moneta ha favorito, come in passato, la crescita dei conti correnti. Il valore dei titoli a custodia nel portafoglio delle famiglie è diminuito; il risparmio si è indirizzato soprattutto verso le forme gestite, a fronte del calo delle componenti obbligazionaria e azionaria.

I finanziamenti all’economia
Al termine del 2016 i prestiti all’economia sono rimasti sugli stessi livelli di un anno prima. Per le famiglie la dinamica è stata positiva (2,6 per cento), riflettendo sia l’aumento della spesa per l’acquisto di beni durevoli e di abitazioni sia condizioni di offerta ancora distese. I finanziamenti al settore produttivo hanno invece segnato un leggero calo ( 0,8), riconducibile prevalentemente alla debole domanda per investimenti; come in passato, per le imprese meno rischiose il credito è invece cresciuto. Dal lato dell’offerta le politiche sono rimaste nel complesso invariate, sebbene le banche abbiano mantenuto criteri d’impiego ancora selettivi verso le imprese più fragili sotto il profilo finanziario.

La qualità del credito
La qualità del credito ha continuato a mostrare segnali di miglioramento: il flusso di nuovi prestiti deteriorati in rapporto al totale dei crediti è calato sensibilmente: nel 2016 è stato pari al 3,2 per cento, un valore inferiore di oltre un punto rispetto a quello di un anno prima. La flessione ha riguardato sia le famiglie sia, soprattutto, le imprese. Anche lo stock di prestiti deteriorati è diminuito, al 24 per cento, pur rimanendo su livelli storicamente molto elevati a causa del forte accumulo verificatosi negli anni della crisi. Alla fine del 2016 circa la metà del valore delle posizioni deteriorate risultava già svalutato.

Gli approfondimenti
Il rapporto contiene diversi approfondimenti sia sulla congiuntura sia su aspetti più strutturali dell’economia toscana:
• L’impatto economico della tramvia di Firenze.
• Il mercato delle locazioni turistiche. Il caso Airbnb.
• La giustizia civile in regione: evoluzioni recenti.
• Esportazioni e domanda potenziale.
• Credito per classe di rischio e dimensione delle imprese.
• I tempi di rientro nell’occupazione.
• L’occupazione nell’industria bancaria.
• L’andamento della domanda e dell’offerta di credito.
• La gestione delle funzioni fondamentali nei piccoli comuni.
• L’applicazione dell’imposta di soggiorno nei comuni.

banca_italia_2.jpeg
Silvia Del Prete e Guglielmo Barone, della divisione Analisi e ricerca economica territoriale della sede di Firenze della Banca d’Italia.

banca_italia_3.jpeg
Il pubblico presente in Gipsoteca.

 

Mercoledì 14 giugno, alla Gipsoteca di Arte Antica, in Piazza San Paolo all’Orto, si terrà la presentazione del Rapporto della Banca d'Italia sull'Economia della Toscana. L'evento è organizzato dall’Università di Pisa e dalla Banca d’Italia, in collaborazione con il dipartimento di Economia e Management. La giornata si aprirà alle 10.30 con i saluti di Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell’Ateneo pisano, Giuseppe Genovese, vicedirettore della sede di Firenze della Banca d’Italia, Paolo Comune Compagnoni, direttore della filiale di Livorno della Banca d’Italia, Silvio Bianchi Martini, direttore del dipartimento di Economia e Management.
Alle 10.50 seguirà la presentazione del Rapporto con Silvia Del Prete e Guglielmo Barone della divisione Analisi e ricerca economica territoriale, Banca d’Italia, sede di Firenze. Alle 11.30 sono previsti gli interventi di Ada Carlesi, docente di Finanza aziendale del dipartimento di Economia e Management, Francesco Oppedisano, Founder & CEO di Netresults, Stefano Luisotti, Founder & CEO di Welcome Italia, e Luca Spataro docente di Scienza delle Finanze, dipartimento di Economia e Management.
I RAPPRESENTANTI DELLA BANCA D'ITALIA SARANNO A DISPOSIZIONE DEI COLLEGHI GIORNALISTI PER ILLUSTRARE I CONTENUTI DEL RAPPORTO ALLE ORE 10,15.

Mercoledì 14 giugno, alle ore 16.30, nell’Aula Magna della Scuola medica, in via Roma 55, si terrà la cerimonia di conferimento del dottorato honoris causa in Scienze cliniche e traslazionali al professor John Paul Bilezikian, capo della Divisione di Endocrinologia e direttore del programma di Malattie metaboliche delle ossa alla Columbia University di New York, unanimemente considerato uno dei più autorevoli esperti nel campo del metabolismo fosfo-calcico, in particolare delle malattie delle paratiroidi e dell’osteoporosi.
La cerimonia si aprirà con il saluto del rettore Paolo Mancarella, cui seguirà la lettura della motivazione da parte del professor Stefano Del Prato, coordinatore del dottorato di ricerca in Scienze cliniche e traslazionali dell’Università di Pisa. Subito dopo ci saranno la laudatio pronunciata da Claudio Marcocci, professore del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, e la lectio magistralis di John Paul Bilezikian, dal titolo “Disorders of the parathyroid glands: new concepts and insights over 40 years”.
Al termine della cerimonia l’Orchestra dell’Università di Pisa, diretta dal Maestro Manfred Gianpietro, offrirà un omaggio musicale.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa