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The Joint Research Centre (JRC) of the European Commission, whose mission is to provide independent scientific advice and support for the European Union strategy in the research sector, today met with the entire Pisan research system. The initiative started from talks between Professor Walter Ambrosini, President of the Second Cycle Degree Program in Nuclear Engineering, Francesco Marcelloni, Pro-Rector for Cooperation and International Relations, Lisandro Benedetti Cecchi, Pro-Rector for European and International Research, and Maria Betti, Director of the JRC’s Directorate G on Nuclear Safety and Security.

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Among the participants were Charlina Vitcheva, the JRC’s deputy general manager; several other JRC directors and experts; Monica Barni, vice-president of the Tuscany Region, as well as researchers from the University of Pisa, the Superior Normal School (Scuola Normale Superiore) of Pisa, the Sant'Anna Superior School, the National research Council (CNR), the National Institute of Nuclear Physics (INFN), the National Institute of Geophysics and Vulcanology (INGV) and the European Gravitational Observatory (EGO - VIRGO). The purpose of the meeting was to identify possibility areas for collaboration between the University of Pisa, along with all the other Pisan research institutions, and the Joint Research Center. The day was divided into several sessions dedicated to macro strategic research sectors for Europe - energy and environment, artificial intelligence, new materials and biotechnologies - with the aim of identifying a roadmap leading to agreements for future collaboration.

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"Ever since I took office as rector, I have strongly encouraged every action that aims to promote the research and international partnerships of this University - declared Paolo Mancarella, Rector of the University of Pisa - This workshop, whose main purpose is to investigate possible collaboration with the JRC, once again moves in that direction. I am very happy and honored that such an important organization as the JRC is here today in Pisa with some of its most authoritative members. Thanks to the efforts of our university, we have been able to bring together the entire Pisan research system and to present to the JRC all the numerous excellences that it boasts. The University of Pisa has always been a vital part of the city of Pisa and its territory and has always acted as a meeting point for the various institutions involved in research in the area, not least because many of the researchers present in these institutions were trained in the classrooms and laboratories of the University of Pisa." 

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"The JRC already works with over a thousand partners and it wants to develop its collaboration with areas of excellence and scientific ecosystems - commented Charlina Vitcheva - We are very happy to have met with the Pisan system of research today and we are sure that this initiative marks the beginning of a close collaboration with the JRC. Our goal is to see how we can benefit from shared research and partnerships among researchers, able to bring new approaches to innovative research areas and themes"

"When Professor Walter Ambrosini introduced us to Maria Betti and we started discussing the possibility of organizing a common event, we immediately saw it as a great opportunity for the University of Pisa and for the entire Pisan research system - adds Professor Francesco Marcelloni - We are very happy and honored that this workshop today has made it possible for us to present to the JRC the multiple research activities that take place at the University of Pisa and in all the other institutions present in the territory; and we sincerely hope that this first meeting will enable close collaboration in the future, which will allow, on the one hand, the research network to draw on the competences and knowledge present in the JRC and on the other, the JRC to use the numerous excellences present in Pisan system".

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Lunedì 28 maggio si è tenuta alle Scuderie Granducali di Seravezza una giornata di riflessione sulla Costituzione Italiana promossa dall’Amministrazione Comunale di Seravezza in collaborazione con la Fondazione Amadei e il Laboratorio di Cultura Costituzionale dell’Università di Pisa nell’ambito delle celebrazioni del 2 giugno. Un momento di ulteriore confronto e approfondimento dopo il partecipato convegno tenutosi lo scorso novembre nel ventennale della scomparsa di Leonetto Amadei.

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Dinanzi a una platea di studenti delle classi quinte di alcuni istituti versiliesi sono intervenuti Riccardo Tarabella, sindaco di Seravezza, Lucia Amadei, a nome della Fondazione Amadei e delle sorelle Anna e Marta, e il professor Saulle Panizza dell’Università di Pisa. Presenti in sala anche il vicesindaco Valentina Salvatori e il presidente del Consiglio Comunale Riccardo Biagi.

Nell'occasione è stata consegnata a tutti gli studenti una copia del volume a cura di Saulle Panizza “Costituzione repubblicana e dimensione sovranazionale”, edito dalla Pisa University Press, insieme a un attestato di partecipazione. Qui di seguito pubblichiamo l'introduzione al volume, a firma del professor Saulle Panizza.

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Introduzione


Per la duplice ricorrenza dei 70 anni dall’approvazione della Carta fondamentale e dei 20 anni dalla morte di Leonetto Amadei, il Comune di Seravezza (LU), la Fondazione Amadei e il Laboratorio di cultura costituzionale dell’Università di Pisa hanno organizzato una “Giornata di studio sulla Costituzione repubblicana”, aperta alle scuole e alla cittadinanza, che si è svolta lo scorso 15 novembre 2017, di cui si raccolgono qui gli atti. La cornice concettuale entro la quale si snodano gli interventi è offerta dalle considerazioni di Ugo De Siervo sulla nascita della Costituzione come vera “casa comune” per tutti i cittadini, di qualsiasi ceto sociale e di qualsiasi appartenenza culturale e politica, considerati come persone libere ed eguali, in un quadro di rigide garanzie per tutti.

image.pngOltre che sulla centralità dei primi tre articoli, dai quali si ricava la concezione di fondo del rapporto intercorrente fra i soggetti che compongono la comunità e l’organizzazione istituzionale, ma anche le caratteristiche di fondo del nostro regime democratico, il contributo di De Siervo si sofferma su altre tre innervature assai significative. Si tratta del rapporto fra lo Stato italiano e le confessioni religiose, delle questioni connesse alla scelta operata per un ordinamento repubblicano decentrato e caratterizzato dalla previsione di forti autonomie territoriali, e infine degli innovativi principi assunti per caratterizzare la convivenza con gli altri Stati e le organizzazioni internazionali.

Su quest’ultimo aspetto, una particolare sottolineatura è riservata alla “copertura costituzionale” offerta dall’articolo 11 della Costituzione all’adesione dell’Italia al progressivo processo di federalizzazione dell’Europa, che ha permesso al nostro Paese di partecipare fin dall’inizio al percorso di superamento di quelle profonde lacerazioni fra le nazioni europee, che per secoli sono state alla base di contrapposizioni e gravissimi conflitti.

Il contributo di chi scrive rappresenta la rielaborazione delle considerazioni fatte nel segmento più di tipo didattico della Giornata di studio, rivolto specificamente alle scuole del territorio. Anche in considerazione dei partecipanti e dell’approssimarsi della fine della legislatura, si è ritenuto utile approfondire la natura democratica della forma di Stato delineata dai Costituenti con una riflessione sul voto, i suoi caratteri e, soprattutto, la sua configurazione come diritto-dovere. Dopo averne ripercorso l’attuazione in epoca repubblicana, l’analisi ha riguardato la tendenza ormai pressoché costante alla diminuzione del numero dei votanti e alla connessa espansione del c.d. “partito dell’astensione”.

Alcune considerazioni statistiche sulle serie storiche del voto nelle varie espressioni (politico, regionale, europeo) restituiscono un’immagine sul trend complessivo di lungo periodo, che permette di operare una periodizzazione della propensione al voto (e, correlativamente, all’astensione) nelle diverse fasi storiche. In questo senso, i dati degli anni più recenti non possono non essere valutati con preoccupazione, mentre lo stesso risultato del marzo 2018, pur salutato da più parti con particolare soddisfazione, non sembra in realtà segnale di una reale inversione di rotta.

Alle tappe salienti del disegno di integrazione comunitaria è dedicato il contributo di Gianluca Famiglietti, che ripercorre gli allargamenti, ma anche le criticità di questo cammino. Vengono richiamati, in particolare, i passaggi giurisprudenziali più significativi, soprattutto della nostra Corte costituzionale, fino ad arrivare alla recente vicenda “Taricco” e alla tematica dei c.d. “controlimiti”, che evidenziano il permanere di difficoltà anche significative nello sviluppo del percorso comunitario.

Particolarmente sintomatica di tali criticità è senza dubbio la vicenda “Brexit”, sulla quale si sofferma il contributo di Fabio Pacini, collocandola esemplarmente in chiusura di una analisi più generale sulla crisi della rappresentanza politica nell’attuale momento storico. Si esaminano le difficoltà emerse in epoca recente nella relazione tra rappresentanti e rappresentati, con la tendenza da parte delle stesse istituzioni, in primo luogo quelle parlamentari, a una spettacolarizzazione della loro attività, quale (tentativo di) risposta alle istanze che provengono da un elettorato sempre più propenso a un approccio con i luoghi del potere privo di una reale intermediazione partitica. 

Sugli specifici rapporti tra istituzioni europee e nazionali si sofferma l’analisi di Massimiliano Malvicini, che dedica una particolare sottolineatura al ruolo e agli strumenti dei parlamenti nazionali. Senza nascondere le difficoltà di un quadro assai composito, il contributo si spinge ad esaminare l’attualità più recente del nostro Paese, dove la riforma del regolamento del Senato intervenuta sul finire della XVII legislatura ha quanto meno interrotto, almeno per ora, la tradizionale “non ricettività” dei regolamenti alle trasformazioni del sistema istituzionale circostante, riguardando, nella fattispecie, anche aspetti di rilievo del raccordo tra l’ordinamento unitario e quello nazionale.

Il lavoro di Giuseppe Campanelli, infine, sofferma lo sguardo sull’altro versante, oltre quello dell’ordinamento eurounitario, delle relazioni sovranazionali del nostro Paese, vale a dire il rapporto con la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), in particolare alla luce della giurisprudenza costituzionale più recente.

In essa, un ruolo di rilievo assume la sentenza n. 49/2015, in cui la Corte si è espressa nei termini di un predominio assiologico della nostra Costituzione sulla Convenzione, ciò che impone prioritariamente di dare alla legge un senso conforme alla Costituzione. Assai significativo è il passaggio in cui la Corte riconosce che l’eventualità di un contrasto tra le due tipologie di interpretazione adeguatrice (rispetto alla Costituzione e rispetto alla Convenzione) è piuttosto remota, in quanto il più delle volte, l’auspicabile convergenza degli operatori giuridici verso approcci condivisi, quanto alla tutela dei diritti inviolabili dell’uomo, offrirà una soluzione del caso concreto capace di conciliare i principi desumibili da entrambe le fonti, ma in ipotesi estreme il giudice dovrà obbedienza anzitutto alla Carta repubblicana. Così come appaiono di interesse le osservazioni conclusive, secondo cui un’espressa affermazione del predominio assiologico della Costituzione sulla CEDU e della subordinazione dell’interpretazione convenzionalmente conforme a quella costituzionalmente conforme può costituire un fattore di rallentamento del dialogo tra le Corti e tra gli ordinamenti.

Si tratta, come è possibile notare fin da queste osservazioni preliminari, di profili differenti affrontati nei vari contributi, il cui esame congiunto, però, costringe a interrogarsi sulla rappresentatività delle istituzioni, nazionali e sovranazionali, sui rapporti tra esse e sugli ostacoli che il cammino di integrazione ancora incontra.

Saulle Panizza

 

Quattordici medaglie in totale: cinque dalle gare di canottaggio (svolte a Taranto) che anticipano come di consueto l’inizio dei Campionati Nazionali Universitari e nove nell’edizione 2018 dei Cnu in Molise: un bottino di tutto rispetto per il Cus Pisa che ha partecipato alle competizioni nazionali universitarie di Campobasso con una delegazione di circa 70 persone fra atleti e allenatori, misurandosi con gli sportivi degli altri atenei nelle discipline sportive in programma. Il CUS Pisa ha partecipato alle finali con la sue selezioni di atleti universitari vincendo un totale di 5 medaglie d'oro, 6 d'argento e 3 di bronzo negli sport della Canoa e Canottaggio, Atletica Leggera, Taekwondo, Karate, Pugilato e Lotta.

Oro Naldi.jpegElisa Naldi, medaglia d'oro nel salto in lungo.


“Le medaglie conquistate in Molise – dichiara il professor Marco Gesi, prorettore per i rapporti con gli enti del territorio, con delega alle attività sportive dell’Università di Pisa – sono motivo di grande soddisfazione per il Cus Pisa che programma i CNU nel segno dell’attenta ed oculata selezione degli atleti partecipanti alle gare. Le cinque medaglie d’oro che incoronano cinque nostri atleti come campioni universitari nazionali, danno lustro alla nostra comunità accademica e sono motivo d’orgoglio per l’Università di Pisa, che ha intenzione di continuare a investire sempre di più sulla promozione dello sport universitario, considerando l’attività motoria parte integrante della vita dello studente”.

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La selezione di atletica leggera del CUS Pisa.

Anche il neo commissario del Cus Pisa Marco Treggi esprime soddisfazione per il risultato: “Mi sono insediato alla vigilia di questi Campionati Nazionali Universitari seguendo da Pisa i ragazzi che hanno partecipato e che hanno conseguito dei risultati lusinghieri tenendo alta la bandiera del Cus Pisa. Ringrazio loro, gli allenatori e tutta l’organizzazione tecnica. Sono già il primo tifoso del Cus Pisa – continua Treggi - e nel mio ruolo di commissario spero di far crescere il Cus, nel numero di iscritti e in tutte le sue discipline con una spinta particolare ai ragazzi disabili che vorranno fare attività nel centro universitario. Il connubio studio sport ha una valenza formidabile per la formazione degli studenti: su tutto questo con il rettore Prof. Mancarella ho una perfetta intesa e convergenza di intenti”.

Di seguito le medaglie conquistate degli atleti-universitari del Cus Pisa:

Oro

Carlotta Niola, canottaggio (singolo femminile 1000m. esordienti);
Elisa Naldi, salto in lungo;
Francesco Gaddini, lotta libera (categoria peso 70 kg);
Francesca Oliveri, taekwondoo (categoria 57 kg);
Marvin Ademaj, pugilato (categoria maschile 91 kg);

Argento

Umberto Mignemi, canottaggio (singolo maschile pesi leggeri);
Erica Marchetti, salto in alto;
Francesca Boccia, medaglia d’argento;
Irene Spagnoli, pugilato (categoria femminile 64 kg);
Filippo Rimanti, pugilato (categoria 75 kg);
Serena Bonuccelli, karate (specialità Kata femminile senior);

Bronzo

Emma Torre e Gaia Fabozzi, canottaggio (doppio femminile 500 m.);
Emma Torre, canottaggio (singolo femminile senior 500 m.);
Emma Torre, canottaggio (singolo femminile senior 2000 m.).

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La selezione di pallacanestro del CUS Pisa.

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La selezione canoa e canottaggio del CUS Pisa.

In occasione dell’evento “Le aziende investono nelle Telecomunicazioni”, organizzato dal corso di studio in Ingegneria delle Telecomunicazioni alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa, sono stati premiati i vincitori delle 20 borse di studio, ciascuna dell’importo di 1.000 euro, assegnate ai migliori studenti immatricolati alla laurea triennale in Ingegneria delle Telecomunicazioni nell’anno accademico 2016/2017.

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L’iniziativa è nata dalle sollecitazioni ricevute una serie di aziende che operano nel settore, finalizzate ad attivare azioni specifiche per promuovere le immatricolazioni a Ingegneria delle Telecomunicazioni. L’importanza strategica del settore delle telecomunicazioni, che continua a essere trainante per l’economia nazionale e internazionale, sta rendendo sempre più forte ed urgente la necessità di incoraggiare i giovani a intraprendere i loro studi in quest’area dell’ingegneria. La mancanza di figure adeguatamente preparate su queste tematiche potrebbe infatti mettere a rischio lo sviluppo di questo ambito tecnologico.

“Questa iniziativa costituisce di fatto un primo importante passo verso la definizione di un nuovo modello di relazioni tra università e aziende che operano nel campo delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni (Information and Communication Technologies, ICT). Desidero perciò ringraziare tutte le Società - ha dichiarato il presidente del corso di studio, professor Giuliano Manara - che hanno reso possibile questa iniziativa a favore non solo del nostro settore, ma anche del diritto allo studio. Queste borse aprono la strada ad un’armoniosa e proficua collaborazione con le aziende, sia nell’interesse dell’industria, che della comunità scientifica e di quella studentesca, che nell’immediato futuro auspico possa crescere sempre di più”.

Le aziende e gli enti che hanno contribuito all’istituzione delle borse sono: Welcome Italia, TT Tecnosistemi, Netresults, Cloud4Wi SpA di Pisa, Gruppo Pasquali Microwave Systems s.r.l di Firenze, RICO di Castelfidardo, Ancona, Free Space s.r.l., Gruppo SECO S.p.A. di Arezzo, IDS Ingegneria dei Sistemi.

Mercoledì, 30 Maggio 2018 10:15

Il ’68 al di là del mito

 

Il Sessantotto nella storia, al di là della cronaca e del mito. E’ questo il nucleo centrale del convegno internazionale “1968-2018. Cinquant’anni dopo. Il Sessantotto nella storia” che si svolge all’Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore il 31 maggio e il 1 giugno.
“L’intenzione che ci ha guidato è quella di portare un contributo alla storicizzazione del Sessantotto – spiegano Luca Baldissara e Alessandro Breccia dell’Ateneo pisano curatori dell’evento - Si tratta cioè di emanciparlo dalle ricostruzioni autobiografiche e di costume, di affrancarlo dalle celebrazioni e dalle ricostruzioni cronachistiche, al fine di portarlo “dentro” la storia. In questo senso, la prospettiva non può che essere di lungo periodo, centrata sul Sessantotto ma volta a coglierne ascendenze ed eredità; e transnazionale, tesa a spiegare l’estensione geografica e la simultaneità dei tanti Sessantotto nazionali, che insieme diedero luogo ad un fenomeno globale”.
Nel corso del convegno, studiosi provenienti da vari paesi europei e dagli Stati Uniti, fra cui Paul Ginsborg, Michele Battini e Beverly Silver, si confronteranno su una serie di interrogativi tesi a comprendere la natura profonda del Sessantotto. Si trattò di una mobilitazione di massa per abbattere il sistema? Oppure di una crisi di crescita della società capitalistica occidentale, prodotta dai rapidi processi di modernizzazione degli anni Sessanta? Oppure ancora, dell’inizio del declino del modello di società che è stato definito fordista-keynesiano?
Sono tre le sessioni previste - Storici e storia del Sessantotto; Movimenti antisistema o agenti della modernizzazione?; La società del '68, la società del Sessantotto - che si svolgeranno rispettivamente giovedì 31 maggio alle 15 nella Gipsoteca di Arte Antica (piazza San Paolo all’Orto), venerdì 1 giugno alle 9 nella Sala degli Stemmi della Scuola Normale Superiore (Piazza dei Cavalieri) e dalle 15 di nuovo in Gipsoteca.
In occasione del convegno sarà distribuita gratuitamente sino ad esaurimento copie una edizione a stampa, appositamente curata dall’Ateneo, delle “Tesi della Sapienza”, il documento simbolo elaborato a Pisa nel febbraio del 1967 e considerato il punto d’avvio delle proteste studentesche che sfociarono da lì a pochi mesi.
Il convegno fa parte delle iniziative che l’Università di Pisa ha dedicato al Sessantotto, a cominciare da una giornata di studio proprio in occasione dei 50 anni delle “Tesi della Sapienza” nel febbraio dello scorso anno. Seguiranno altre iniziative, fra cui, in autunno, una giornata sul Sessantotto a Pisa e una mostra al Museo della Grafica.

Mercoledì, 30 Maggio 2018 10:01

Il ’68 al di là del mito

Il Sessantotto nella storia, al di là della cronaca e del mito. È questo il nucleo centrale del convegno internazionale “1968-2018. Cinquant’anni dopo. Il Sessantotto nella storia” che si svolge all’Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore il 31 maggio e il 1 giugno.

“L’intenzione che ci ha guidato è quella di portare un contributo alla storicizzazione del Sessantotto – spiegano Luca Baldissara e Alessandro Breccia dell’Ateneo pisano curatori dell’evento - Si tratta cioè di emanciparlo dalle ricostruzioni autobiografiche e di costume, di affrancarlo dalle celebrazioni e dalle ricostruzioni cronachistiche, al fine di portarlo “dentro” la storia. In questo senso, la prospettiva non può che essere di lungo periodo, centrata sul Sessantotto ma volta a coglierne ascendenze ed eredità; e transnazionale, tesa a spiegare l’estensione geografica e la simultaneità dei tanti Sessantotto nazionali, che insieme diedero luogo ad un fenomeno globale”.

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Nel corso del convegno, studiosi provenienti da vari paesi europei e dagli Stati Uniti, fra cui Paul Ginsborg, Michele Battini e Beverly Silver, si confronteranno su una serie di interrogativi tesi a comprendere la natura profonda del Sessantotto. Si trattò di una mobilitazione di massa per abbattere il sistema? Oppure di una crisi di crescita della società capitalistica occidentale, prodotta dai rapidi processi di modernizzazione degli anni Sessanta? Oppure ancora, dell’inizio del declino del modello di società che è stato definito fordista-keynesiano?

Sono tre le sessioni previste - Storici e storia del Sessantotto; Movimenti antisistema o agenti della modernizzazione?; La società del '68, la società del Sessantotto - che si svolgeranno rispettivamente giovedì 31 maggio alle 15 nella Gipsoteca di Arte Antica (piazza San Paolo all’Orto), venerdì 1 giugno alle 9 nella Sala degli Stemmi della Scuola Normale Superiore (Piazza dei Cavalieri) e dalle 15 di nuovo in Gipsoteca.

In occasione del convegno sarà distribuita gratuitamente sino ad esaurimento copie una edizione a stampa, appositamente curata dall’Ateneo, delle “Tesi della Sapienza”, il documento simbolo elaborato a Pisa nel febbraio del 1967 e considerato il punto d’avvio delle proteste studentesche che sfociarono da lì a pochi mesi.

Il convegno fa parte delle iniziative che l’Università di Pisa ha dedicato al Sessantotto, a cominciare da una giornata di studio proprio in occasione dei 50 anni delle “Tesi della Sapienza” nel febbraio dello scorso anno. Seguiranno altre iniziative, fra cui, in autunno, una giornata sul Sessantotto a Pisa e una mostra al Museo della Grafica.



 

Mercoledì, 30 Maggio 2018 08:01

Google premia un progetto per le scuole a Pisa

L'Università di Pisa raggiunge un nuovo importante traguardo: Google finanzierà un progetto rivolto allo sviluppo del Pensiero Computazionale destinato ai docenti delle discipline scientifiche e tecnologiche delle scuole secondarie superiori. Il progetto, uno dei tre vincitori del Google Educator Grant Award in Italia, è stato ideato da Paolo Ferragina e Fabrizio Luccio professori del Dipartimento di Informatica dell’Ateneo pisano ed è supportato dal Comune di Pisa e dalla Fondazione Innovazione e Sviluppo Imprenditoriale della Camera di Commercio di Pisa. Il grant segue altri finanziamenti destinati alla ricerca scientifica che Google ha nel tempo erogato allo stesso Dipartimento.

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Il concetto di pensiero computazionale ha acquisito una rilevanza grandissima negli anni più recenti. Nato agli albori dell’informatica ha ricevuto il battesimo ufficiale in un articolo pubblicato nel 2006 da Jeanette M. Wing, direttrice del Dipartimento di Computer Science dell’Università Carnegie Mellon degli Stati Uniti, e successivamente ha innescato una serie di studi e progetti didattici in tutto il mondo. Ricordando le parole di Jeanette Wing, il professor Fabrizio Luccio osserva che “il pensiero computazionale riflette il modo con cui gli esseri umani e non i computer ragionano: non si propone cioè di portare gli uomini a ragionare come computer ma esattamente il contrario”. Infatti, il Pensiero Computazionale è inteso come attitudine mentale a descrivere, analizzare e risolvere problemi (problem solving) progettando algoritmi che possano poi essere sperimentati su un calcolatore. Pertanto, “nel progettare il percorso formativo – sottolinea il professor Luccio – abbiamo pensato che fosse fondamentale partire dalla formulazione e risoluzione di problemi alla lavagna prescindendo inizialmente dall'uso del calcolatore, come proprio delle discipline scientifiche. Il concetto di partenza è dunque l’algoritmo e non la sua formulazione come un programma, o coding”.

Il progetto, della durata di sei mesi (da ottobre 2018 a marzo 2019), prevede dieci lezioni frontali tenute da docenti universitari e altrettante attività di laboratorio ad esse correlate. Il punto focale, evidenzia il professor Paolo Ferragina, sarà quello di “descrivere in un linguaggio matematico elementare problemi reali e loro soluzioni algoritmiche che nascono in vari ambiti in cui l’impiego dell’informatica è oggi fondamentale quali crittografia, motori di ricerca, bioinformatica, reti sociali, intelligenza artificiale, big data e robotica. Ampio spazio verrà riservato alla discussione con i partecipanti su come le nozioni presentate in classe potranno essere trasferite nell’insegnamento della scuola secondaria di cui proprio i partecipanti sono gli esperti. Così, le attività laboratoriali saranno declinate in due modi: alcuni docenti realizzeranno in linguaggio Python gli algoritmi visti in classe con l’aiuto di personale universitario e membri del club CoderDojo di Pisa, altri potranno approfondire alcuni argomenti e progettare moduli, possibilmente multi-disciplinari, che siano utilizzabili direttamente in classe con gli studenti delle scuole.”

Il percorso formativo, accreditato dal MIUR e disponibile sulla piattaforma Sofia, coinvolgerà inizialmente le scuole dell’area pisana e, per motivi logistici, potrà essere frequentato al più da cento partecipanti ai quali non sarà richiesta alcuna conoscenza pregressa di informatica, ma sarà diffuso anche in streaming tramite la piattaforma Mediateca dell’Università di Pisa così che possa essere fruito da docenti di altri istituti superiori della Toscana e di altre regioni. Tutto il materiale didattico sarà reso disponibile pubblicamente sul sito del corso.

“L'Università di Pisa è da sempre sensibile alle iniziative rivolte alle scuole – dichiara il rettore Paolo Mancarella - Questo progetto conferma come Pisa sia ormai un riferimento per la formazione informatica, dalle scuole superiori fino ai percorsi universitari. L’informatica poi è la disciplina che mi ha portato a Pisa, quindi la soddisfazione per me è doppia. Per questo ringrazio di cuore, a nome mio personale e di tutto l’Ateneo, i colleghi e amici Paolo Ferragina e Fabrizio Luccio che, ancora una volta, hanno saputo dare lustro alla nostra Università”.

Come già osservato, il progetto conta sul supporto del Comune e della Fondazione ISI. L’assessora Marilù Chiofalo commenta: “Con il suo sistema di educazione e alta formazione e ricerca dal nido all’Università, Pisa è la città dell’umanesimo scientifico di Galileo, dove la conoscenza prodotta in attività di ricerca viene applicata a tecnologie digitali o analogiche per migliorare la vita delle persone di ogni età, a partire dalle dimensioni fondamentali dei processi di apprendimento e del funzionamento del sistema di educazione e istruzione, della salute, del lavoro in un potentissimo circolo virtuoso. A Pisa, i luoghi educativi diventano laboratori di ricerca universitari, e il sistema pubblico di ricerca diventa attrattivo per quello privato con partnership inedite sia nella visione che nell’investimento di risorse. L’innovativa avventura introdotta da questo progetto ideato dall’Università di Pisa, in partnership con il Comune, la Fondazione ISI e Google, è un altro straordinario e unico biglietto da visita per la nostra città nel mondo”.

Per la Fondazione ISI il presidente Valter Tamburini ha espresso “grande soddisfazione per l’approvazione di questo progetto che, fin da subito, abbiamo ritenuto di grande importanza per migliorare la capacità degli insegnanti di trasferire ai propri studenti l’attitudine mentale alla soluzione dei problemi, capacità fondamentale per promuovere l’imprenditorialità nei giovani. Aumentare la propensione all’imprenditoria è un obiettivo molto ambizioso della Fondazione e può essere raggiunto solo attraverso un cambio di mentalità nei giovani che passa proprio dalla costruzione di quelle abilità fondamentali che un imprenditore deve avere, tra cui il problem solving. La Fondazione consapevole dell’importanza di lavorare in questa direzione in collaborazione con gli istituiti scolastici, si farà parte attiva nella promozione del progetto affinché quanti più docenti possibile possano aderirvi".

Il sito del progetto: http://ilpensierocomputazionale.di.unipi.it.

 

 

Ospitato nell’Aula magna nuova della Sapienza appena restituita alla città, si è tenuto all’Università di Pisa il convegno “Una battaglia e il suo mito”, due giornate di studio organizzate nell’ambito delle celebrazioni per il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara. Dopo i saluti del rettore Paolo Mancarella e del presidente del Consiglio comunale Ranieri Del Torto, è intervenuta la professoressa Emanuela Navarretta, direttrice del dipartimento di Giurisprudenza, che ha voluto dare testimonianza del forte valore simbolico che la riapertura, sia pure provvisoria e non ancora inaugurale, della Sapienza riveste per il dipartimento di Giurisprudenza e per tutta l’Università (leggi tutto l’intervento).

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Il convegno ha visto la partecipazione di studiosi provenienti dalle tre università toscane, nonché da altre università e centri di ricerca nazionali e stranieri. Era articolato in tre sessioni, l’ultima delle quali, in programma nella mattinata di mercoledì 30 maggio, è stata ospitata alla Domus Mazziniana. Le tre sessioni erano incentrate sul contributo che l’Università di Pisa dette alla cultura e al movimento risorgimentale, alle caratteristiche delle reti di cospiratori e volontari che animarono le battaglie dell’epoca e ai loro rapporti con gli eserciti ufficiali degli Stati impegnati nel processo di unificazione nazionale e, infine, alla battaglia di Curtatone e Montanara, ai suoi protagonisti e ai suoi echi nell’opinione pubblica dell’epoca e nella memoria della comunità nazionale. 

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La prima sessione, presieduta dal professor Pierluigi Barrotta e introdotta da Monica Lupetti, membro del Senato Accademico e del Comitato per le celebrazioni del 170° di Curtatone e Montanara, ha ospitato l’orazione inaugurale del professor Romano Paolo Coppini (nella foto in basso) dal titolo “Combattere, e non lamentare, Italia imponeva”, e poi gli interventi di Marco Manfredi (Istoreco, Livorno), Andrea Addobbati (Università di Pisa) e Antonio Chiavistelli (Università di Torino). La seconda sessione, presieduta da Pietro Finelli, direttore della Domus Mazziniana, ha visto gli interventi di Fabio Bertini (Coordinamento nazionale Associazioni risorgimentali), Hubert Heyriès (Université Paul-Valéry Montpellier 3), Costantino Cipolla ed Emanuele Cerutti (Università di Bologna), Donatella Cherubini (Università di Siena). All’ultima, presieduta da Francesca Fedi (Università di Pisa), sono intervenuti Paolo Benvenuto (Università di Pisa), Fulvio Conti (Università di Firenze) e Alessandro Breccia (Università di Pisa).

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Nella suggestiva cornice dell’aula magna storica del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, si è svolta venerdì 25 maggio la giornata studio su “La propagazione delle specie legnose: dalle ricerche di Filiberto Loreti ai giorni nostri”. L’iniziativa era dedicata alla memoria del professore Loreti, a lungo docente di Coltivazioni Arboree nell’ateneo pisano, in occasione del primo anniversario della sua scomparsa. L’incontro è stato organizzato congiuntamente tra l’Università di Pisa e la Sezione Centro-ovest dell’Accademia dei Georgofili. All’evento, che ha visto la commossa presenza dei familiari del professore Loreti, hanno preso parte numerosissimi colleghi e amici del docente, oltre a un folto e interessato pubblico di tecnici ed esperti del settore, nonché di studenti delle lauree magistrali del Dipartimento.

 

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Il tavolo dei relatori. Da sinistra: prof. Amedeo Alpi, Presidente della Sezione Centro-Ovest dell’Accademia dei Georgofili; Prof. Alberto Pardossi, Direttore del Dip.to Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Università di Pisa; prof. Rolando Guerriero; prof. Stefano Morini; il prof. Rossano Massai (Foto Paolo Giannotti, Università di Pisa).



In avvio dei lavori, dopo i saluti del professore Alberto Pardossi, Direttore del Dipartimento e del professore Rossano Massai, in rappresentanza del Rettore Paolo Mancarella, il professore Amedeo Alpi ha tracciato un commovente profilo umano e scientifico del professore Loreti, ricordando anche le proprie esperienze di vita, di studio e di ricerca che lo hanno accomunato a lui nel corso della sua lunga carriera. Rolando Guerriero, collega di studio e di lavoro e amico pluridecennale del professore Loreti, ha presentato il volume che avevano in preparazione al momento della sua scomparsa e che è stato da lui portato a termine per ricordare i dodici anni di attività pisana del professore Franco Scaramuzzi, fondatore dell’ex Istituto di Coltivazioni Arboree di Pisa, già Rettore dell’Università di Firenze dal 1979 al 1991 e Presidente Onorario dell’Accademia dei Georgofili, da lui presieduta dal 1986 al 2014, e loro indiscusso e indimenticato maestro. Al termine della presentazione il professore Franco Scaramuzzi è intervenuto per ripercorrere l’evoluzione degli ultimi 50 anni degli studi agrari universitari italiani, mettendo in evidenza le tappe prestigiose raggiunte nelle epoche passate e mettendo in guardia i giovani presenti dal rischio di un progressivo abbandono delle tematiche dell’agricoltura da parte dei ricercatori. Il professore Scaramuzzi ha rivolto infine un saluto affettuoso alla famiglia del professore Loreti e ha ringraziato tutti per l’organizzazione della giornata e per la presentazione del volume a lui dedicato.

Successivamente, il professore Stefano Morini, per moltissimi anni titolare dell’insegnamento di Tecniche Vivaistiche dell’Università di Pisa, ha ripercorso le tappe fondamentali delle ricerche nell’ambito della propagazione delle specie legnose, a partire dai lavori di Scaramuzzi negli anni ‘50, passando per le esperienze di Loreti insieme ad Hartmann e Sachs in California, fino ai giorni nostri. I traguardi accumulati dei decenni, soprattutto nel campo della micropropagazione, costituiscono ancora oggi un patrimonio di conoscenze importantissimo a livello internazionale, fondamentale anche sotto il profilo pratico-applicativo.

Di seguito il dottor Maurizio Lambardi, dell’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA) del CNR, e responsabile del Gruppo di Lavoro della Società di Ortoflororutticoltura Italiana “Micropropagazione e tecnologie in vitro”, ha sviluppato una dettagliata sintesi dello stato attuale e delle principali innovazioni che sono state introdotte nella micropropagazione delle specie arboree, sottolineando i vantaggi che da questa tecnica possono derivare.

Il professore Eddo Rugini, della Università della Tuscia (Viterbo), ha quindi focalizzato l’attenzione sulle principali applicazioni biotecnologiche che possono essere sviluppate nell’ambito delle colture in vitro di tessuti vegetali. Il relatore ha inoltre tracciato un quadro significativo delle possibilità applicative delle nuove tecnologie geniche e degli aspetti negativi legati alla moratoria sugli OGM, che sta fortemente penalizzando l’Italia, a favore di moltissimi paesi concorrenti, non solo europei.

Un argomento più specialistico, ma di estremo interesse per l’economia e lo sviluppo del settore frutticolo è stato magistralmente affrontato da un grande studioso, collega e amico del professore Loreti, il professore Carlo Fideghelli, a lungo Direttore dell’ex Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma (oggi CREA-OFA): l’evoluzione e le prospettive del miglioramento genetico dei portinnesti delle specie da frutto. Sull’argomento, Fideghelli, insieme al professore Loreti, ha pubblicato anni or sono un’importante monografia, tutt’oggi fonte bibliografica irrinunciabile per gli esperti del settore. Fideghelli si è soffermato sulla eccezionale rivoluzione delle tecniche di allevamento delle piante arboree da frutto che l’uso di portinnesti clonali selezionati ha consentito di raggiungere.

Un altro settore strategico delle produzioni agrarie legnose, il vivaismo ornamentale - che vede nel comprensorio di Pistoia e di Pescia l’area di maggiore importanza economica non solo italiana - è stato affrontato dal professore Francesco Nicese, docente dell’Università di Firenze. Il relatore ha offerto un excursus esaustivo sulle principali tecniche di propagazione vegetativa oggi utilizzate nell’ambito delle produzioni vivaistiche ornamentali a livello applicativo e industriale, soffermandosi sui limiti e sulle potenzialità di aggiornamento di ciascuna di esse.

La giornata è stata conclusa con l’intervento del dottor Pier Luigi Pasqualetto, titolare della Società Agricola Meristema, di Cascine di Buti, il più grande laboratorio di micropropagazione della Toscana e uno dei più importanti d’Italia. Pasqualetto - allievo, insieme al professore Nicese e altri colleghi, del primo ciclo del dottorato di ricerca in Ortoflorofrutticoltura, fortemente voluto dal professore Loreti - ha descritto la sua esperienza professionale: attraverso le competenze sviluppate e maturate, in Italia e all’estero, durante il corso di dottorato, è riuscito a dare vita a una attività produttiva di alto livello, che da trenta anni rappresenta un esempio di successo nel panorama nazionale.

Infine i professori Alpi e Massai hanno congedato il numeroso pubblico ringraziando i relatori per l’eccellente livello delle presentazioni e i presenti per l’attenzione e la partecipazione dimostrati che saranno un ricordo commovente e indelebile in memoria dello scomparso professore Filiberto Loreti.

Sono state inaugurate lunedì 28 maggio, nel Palazzo della Sapienza, le celebrazioni che l'Università di Pisa dedica al 170° anniversario della battaglia risorgimentale di Curtatone e Montanara. "La partecipazione dei professori e studenti universitari pisani e degli altri volontari toscani alla battaglia del 29 maggio 1848 - ha detto in apertura il rettore Paolo Mancarella - ha connotato il processo risorgimentale a livello nazionale, contribuendo nello stesso tempo a definire l’identità dell'Università e della città di Pisa, anche attraverso il ricordo di quell’episodio trasformatosi nel tempo in una tradizione sentita e alimentata. Nel 170° anniversario della battaglia, l’Università di Pisa ha voluto ribadire e rilanciare il suo impegno a tenerne viva la memoria. Le iniziative pisane e le tante altre organizzate in diverse città d'Italia testimoniano l'impegno che le nostre Istituzioni avvertono in modo distinto a tramandare il ricordo della battaglia e a mantenere vivi i valori e gli ideali che a essa si ricollegano".
Prima dell'apertura ufficiale delle celebrazioni, la mattinata è iniziata al Camposanto monumentale, dove la delegazione dell'Ateneo e i rappresentanti degli altri comuni coinvolti nelle iniziative hanno reso omaggio a Ottaviano Fabrizio Mossotti, a Leopoldo Pilla e agli altri caduti della battaglia, con la deposizione delle corone alla loro memoria. Subito dopo il corteo si è spostato nel cortile del Palazzo della Sapienza dove, alla presenza delle autorità, con l'apertura delle celebrazioni sono state deposte delle corone ai caduti di Curtatone e Montanara. Nell'occasione il Coro dell'Università di Pisa, diretto dal maestro Stefano Barandoni, ha eseguito alcuni brani musicali risorgimentali.
Nel pomeriggio, alle ore 15, il Polo delle Benedettine ha ospitato il dibattito scientifico dal titolo “Alle origini dell'Italia civile: il Risorgimento e la battaglia di Curtatone e Montanara”, mentre alle ore 17, sempre alle Benedettine, è stata aperta la Mostra “Addio, mia bella, addio. L'Università di Pisa e la memoria di Curtatone e Montanara”. In serata, alle ore 21.30, al Teatro Verdi si è svolto lo spettacolo del Crocchio Goliardi Spensierati dal titolo "Gli studenti pisani a Curtatone. L'epopea del '48 in musica e vernacolo". La regia è stata di Lorenzo Gremigni, con musiche eseguite dal Coro dell’Università di Pisa.
Le celebrazioni per il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara proseguiranno nei prossimi giorni, fino al 3 giugno, con un convegno, una rassegna cinematografica, spettacoli e lezioni in prosa, per arrivare a un’edizione speciale della regata Pisa-Pavia.
In particolare, martedì 29 nell'Aula Magna Nuova della Sapienza e mercoledì 30 alla Domus Mazziniana si svolgerà il convegno dal titolo “Una battaglia e il suo mito, convegno per il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara”.
Il 1 giugno nella Sala dei Mappamondi del Rettorato saranno presentati gli equipaggi della Regata Pisa-Pavia, che si terrà sabato 2 giugno alle ore 16 sul fiume Arno. Domenica 3 giugno, infine, gli Arsenali Repubblicani accoglieranno la lezione in prosa su "Io vorrei che a Metternicche" di Franco Farina, con la partecipazione della compagnia di studenti universitari “I Nosodi” e con l'accompagnamento musicale della Filarmonica Pisana e del coro del liceo Scientifico Ulisse Dini di Pisa.

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“Il cortile della Sapienza cornice ideale per ricordare il patrimonio di valori incarnati dai volontari di Curtatone e Montanara”
Così il rettore Mancarella ha inaugurato le celebrazioni per il 170° della battaglia, mentre il prorettore Salvatore ha descritto il progetto di riqualificazione del Palazzo

“Ho voluto con forza che le celebrazioni per il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara potessero tenersi nella cornice del Palazzo della Sapienza, riaperto, seppure parzialmente e provvisoriamente, a sei anni esatti dalla sua chiusura. Questo Palazzo, il suo cortile con lo splendido porticato sono il cuore del nostro Ateneo e simbolo plastico di sapere, cultura e conoscenza. E conoscenza è sempre anche comprensione, consapevolezza, saggezza, libertà di pensiero, di cui tanto abbiamo bisogno oggi per contrastare le derive alle quali assistiamo quotidianamente nel nostro mondo, derive che vanno nella direzione opposta rispetto al patrimonio ideale che siamo chiamati a ricordare in questi giorni”. Con queste parole il rettore Paolo Mancarella ha dato il via ufficiale alle celebrazioni per il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara, con un articolato programma di iniziative che si protrarranno fino al 3 giugno.
Nelle prossime settimane e ancor più dopo l’estate, la Sapienza tornerà a ospitare le attività quotidiane dell’Università, in particolare quelle del Dipartimento di Giurisprudenza, della Biblioteca Giuridica e del Sistema Bibliotecario di Ateneo. “In autunno - ha aggiunto il rettore - organizzeremo la vera inaugurazione della nuova Sapienza, magari in coincidenza con la ripresa di un’altra tradizione, sospesa proprio sei anni fa, quella dell’inaugurazione dell’anno accademico”.
Subito dopo il prorettore all’Edilizia, Walter Salvatore, ha descritto il progetto di riqualificazione del Palazzo e sintetizzato l’utilizzo a cui sarà destinato entro la partenza del nuovo anno accademico. “I lavori – ha ricordato - sono andati avanti per più di due anni, con un costo complessivo di quasi 12 milioni di euro. Gli interventi hanno riguardato l’intero edificio, mirati principalmente al suo consolidamento strutturale e alla risoluzione del forte degrado manutentivo del fabbricato, incluso il cortile e il loggiato interni, alla realizzazione di una nuova scala a servizio di tutti i piani con sostituzione dell’attuale ascensore, alla realizzazione delle compartimentazioni antincendio, nonché dell’impianto meccanico e dell’impianto idrico antincendio. Non ultimo è stato predisposto il restauro completo della facciata e dei relativi infissi”.
Dal punto di vista distributivo, il progetto complessivo ha mantenuto la suddivisione tra Università e Biblioteca Universitaria Pisana, confermando a ciascuna gli spazi precedenti alla chiusura. “Nella porzione di pertinenza universitaria - ha concluso il prorettore - sono stati realizzati la sede della Biblioteca Giuridica, che consentirà a breve la riorganizzazione funzionale e la riunificazione di tutte le varie distinte entità bibliotecarie dell’area giuridica e socio-politica attualmente dislocate in più sedi, un polo didattico, per far fronte alle attuali esigenze dei corsi di laurea magistrale e post-laurea, e gli uffici da destinare al Dipartimento di Giurisprudenza per la direzione e la segreteria amministrativa e al Servizio Bibliotecario di Ateneo”.

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