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Grazie a un dispositivo che permette di eseguire test di qualità sull’acciaio prima della smaltatura, il gruppo di ricerca formato dalla Electrolux e dall’azienda spin off dell’Università di Pisa Letomec si è aggiudicata il premio SMAU per l’Innovazione 2016. Si chiama HELIOS II ed è uno strumento molto utile per le industrie produttrici di elettrodomestici che si devono occupare della prevenzione dei fenomeni di “fish-scaling”, consistenti nella formazione di piccole “bolle” di idrogeno sotto la smaltatura esterna delle parti in acciaio costituenti lo “chassis”, con conseguente distacco di “scaglie” che produce un inaccettabile effetto antiestetico ed espone l’elettrodomestico alla corrosione. Letomec è stata fondata dai professori Marco Beghini, Leonardo Bertini e Renzo Valentini, tutti docenti del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa.

«Il nostro dispositivo – spiega Renzo Valentini, ideatore di HELIOS II – si è rivelato in grado di fornire preventivamente informazioni affidabili circa la effettiva suscettibilità di una specifica fornitura di acciaio al “fish-scaling”. Il fenomeno è particolarmente insidioso in quanto l’idrogeno, che viene inevitabilmente introdotto nel materiale dai processi tecnologici di produzione, impiega tempo per diffondere nel metallo e formare le bolle, per cui il “fish-scaling” è suscettibile di presentarsi a distanza di giorni o addirittura mesi dalla costruzione dell’elettrodomestico».

L’affidabilità di HELIOS II è stata verificata attraverso una collaborazione, cui ha partecipato anche il dipartimento di Ingegneria civile e industriale, con una delle più importanti aziende produttrici di elettrodomestici, la Electrolux, nel corso della quale è stata riscontrata la eccellente capacità del dispositivo di individuare preventivamente e in tempi brevissimi le forniture di acciaio potenzialmente suscettibili di dare problemi, che in questo modo possono essere scartate prima della effettiva introduzione nel ciclo produttivo.

L’attività di ricerca condotta in collaborazione tra Electrolux e Letomec ha ricevuto il premio SMAU 2016 per l’innovazione come esempio di proficua sinergia tra grandi aziende produttrici e piccole imprese ad alto contenuto scientifico e tecnologico, operanti nella ricerca applicata. “Lo strumento messo a punto e alcune sue varianti già in avanzata fase di sviluppo – conclude Renzo Valentini – appaiono suscettibili di rilevanti applicazioni anche in numerosi altri settori industriali, quali l’industria 'automotive', quella aerospaziale, quella petrolifera e quella energetica, in cui si è osservato un crescente interesse all’impiego dell’idrogeno come vettore”.

Il 24 e 25 giugno, si terranno a Pisa due giornate dedicate alla medicina del sonno organizzate dal dottor Ugo Faraguna e dal professor Angelo Gemignani dell’Università di Pisa e dal dottor Michelangelo Maestri e dalla dottoressa Laura Palagini dell’AOUP. La presidenza del convegno è della dottoressa Enrica Bonanni e del professor Ubaldo Bonuccelli. Argomento delle due giornate saranno i disturbi del sonno, ormai sempre più frequenti nella società moderna, tanto da interessare più di un terzo della popolazione generale.

Nella giornata di venerdì 24, con ingresso libero nell’Aula Magna del Polo Carmignani, si terrà il simposio “11 minutes of Sleep in Pisa. Hot topics in Sleep Psycology and Health Care”. Il formato unico della giornata prevede interventi di 11 minuti, cui seguiranno 9 minuti di domande da parte degli altri relatori ed eventualmente del pubblico presente. L’evento è organizzato in due parti: una prima sezione sulle questioni di base della ricerca sul sonno, in cui si parlerà del sonno delle lucertole, degli effetti del sonno sulle sinapsi, della stretta relazione tra sonno e alimentazione con interventi dei migliori giovani ricercatori nel campo, provenienti da Oxford, Londra, Milano, Lione, Guilford. Nella seconda parte saranno invece affrontati temi dalla grande rilevanza clinica, quali i rapporti tra disturbi del sonno e patologia psichiatrica, il rapporto tra i disturbi respiratori durante il sonno e il declino cognitivo, la nuova legge relativa all’abilitazione alla guida dei soggetti affetti da apnee notturne. A seguire la consegna del prestigioso “Pisa Sleep Award”, che dal 1994 viene consegnato ogni due anni a medici e ricercatori che si sono contraddistinti per particolari meriti nel campo della ricerca sul sonno. Quest’anno il premio verrà consegnato a Pierre Maquet, docente presso il Cyclotron Research Centre, University of Liège.

Sabato 25 giugno i lavori si spostano nell’Aula Massart della Scuola Medica dell’Università di Pisa, in via Roma 55, dove si terrà il corso “Up to date in medicina del sonno. Disturbi del sonno come fattori transdiagnostici e loro implicazioni terapeutiche”. L’obiettivo del corso è aggiornare i medici sulle nuove evidenze riguardo ai rapporti tra disturbi del sonno e patologie neurologiche, metaboliche, cardiovascolari e psichiatriche e riguardo alle nuove indicazioni in ambito terapeutico.

L’Università di Pisa ha una lunga tradizione nella ricerca sul sonno che si identifica principalmente con la figura di Giuseppe Moruzzi, professore di Fisiologia umana dal 1946 al 1980. Gli allievi della sua Scuola hanno continuato a coltivare l’interesse per il sonno e i suoi misteri. «Il sonno rimane uno stato di vigilanza misterioso: nonostante tutti gli animali dormano e noi trascorriamo in media un terzo della nostra vita addormentati la sua funzione rimane sconosciuta - afferma la dottoressa Enrica Bonanni, responsabile del Centro per i disturbi del Sonno presso l’U.O. di Neurologia dell'AOUP diretta dal professor Ubaldo Bonuccelli – Se il sonno viene disturbato, come accade in patologie tanto preoccupanti quanto comuni quali l’insonnia e le apnee notturne, gli effetti sono devastanti. Inizialmente la vigilanza diurna viene compromessa, e a lungo termine la mancanza cronica di sonno ristoratore può far precipitare condizioni cliniche quali l’ipertensione, il diabete ma soprattutto portare a un deterioramento delle capacità cognitive fino a condizioni di demenza».

Dal 6 al 10 giugno il CiRAA (Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico-Avanzi”) ha ospitato educatori e formatori provenienti da vari Paesi europei (Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Regno Unito), coinvolti in percorsi di formazione formali e non formali e attivi nel settore agricolo e ambientale. Nel corso delle cinque giornate è stato realizzato un seminario sul tema dell’Agricoltura Sociale (AS) che ha visto la partecipazione di docenti e ricercatori del nostro ateneo e di altri soggetti, sia pubblici che privati, che da anni sono coinvolti a vario titolo nelle pratiche di AS. Sono state inoltre realizzate visite conoscitive ad alcune aziende agricole e associazioni presenti sul territorio toscano che nel tempo hanno sviluppato progetti di AS. Tra le realtà visitate, particolare attenzione è stata data al progetto Orti E.T.I.C.I. (acronimo di Orticoltura, Economia, Tecnica e Inclusione soCiale Innovativa), progetto nato dalla collaborazione tra soggetti del mondo del privato, del pubblico e del terzo settore con l’obiettivo di promuovere integrazione sociale attraverso la produzione di cibo e l’inserimento lavorativo di persone con bassa capacità contrattuale. I partner del progetto sono la Cooperativa Sociale Ponteverde Onlus, la Cooperativa sociale Arnera, l’azienda agricola BioColombini, il Centro di Ricerca Agro-Ambientale E. Avanzi (CiRAA), il dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa, l’Ateneo Pisano, costituiti in associazione temporanea di impresa (ATI).

Questa attività di formazione si inserisce nell’ambito del progetto Erasmus + dal titolo “Life From Soil”, che vede da settembre 2015 il coinvolgimento del CiRAA e il coordinamento locale da parte della dott.ssa Roberta Moruzzo. Obiettivo generale del progetto è quello di arrivare alla condivisione di conoscenze e di buone pratiche in ambito di agricoltura sociale e sostenibile, concentrandosi sui bisogni di formazione e istruzione di specifici gruppi target (formatori, insegnanti, professionisti e rappresentanti delle autorità locali coinvolti in percorsi di formazione formali e non formali e gruppi di persone vulnerabili - disoccupati, studenti, minoranze etniche svantaggiate, migranti).

Le attività del progetto saranno primariamente focalizzate sulla predisposizione, preparazione, testaggio e sulla diffusione degli strumenti di apprendimento (linee guida su best practice, corsi di formazione a moduli e dimostrazioni pratiche – pilot specifici e test - per la valutazione degli strumenti di apprendimento).

Per condividere e sviluppare conoscenze, stabilire gemellaggi e collaborazioni durevoli, il progetto svilupperà attività di apprendimento e insegnamento transnazionali, attraverso percorsi di mobilità coinvolgendo oltre 40 formatori ed educatori.

colgate webIl 17 e 18 giugno si è svolto, presso l’Auditorium Nuovo Rettorato dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara, il XV Congresso della Commissione nazionale dei corsi di studi in Igiene dentale. Durante l’evento la Commissione nazionale ha conferito al gruppo di ricerca dell’Ateneo Pisano, guidato dalla professoressa Maria Rita Giuca il “Premio di Ricerca Colgate 2016” come miglior protocollo di ricerca dal titolo “Approccio evidence-based alla prevenzione e gestione delle lesioni cariose attraverso il sistema ICDAS (The International Caries Detection and Assessment System), i principi del CAMBRA (Caries management by risk assessment) in età pediatrica, adolescenziale e adulta, e ripercussioni sulla qualità della vita”.

La carie dentale è ancora un problema diffuso di salute orale nella maggior parte dei paesi, a qualsiasi età, è una patologia a carattere evolutivo che comporta una demineralizzazione del tessuto duro del dente. Recenti studi hanno dimostrato che il fattore principale è l’assunzione di zuccheri, ma la patologia insorge anche per la presenza di microrganismi cariogeni presenti nella placca batterica.

Lo studio ha lo scopo di valutare in maniera epidemiologica la presenza di lesioni cariose nelle tre fasce di età e valuterà se, attraverso le procedure terapeutiche preventive da parte dell’igienista dentale, si assiste a un miglioramento per quanto riguarda la comparsa e l’evoluzione della carie dentale.

Fanno parte del gruppo di ricerca premiato anche il dott. Marco Pasini, borsista, il dott. Marco Miceli e il dott. Giancarlo Cosseddu, igienisti dentali presso la U.O di Odontostomatologia e Chirurgia del Cavo Orale Universitaria diretta dal professor Mario Gabriele.

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Negli scorsi giorni si è tenuta in Rettorato la presentazione del master in Gestione dell'amministrazione digitale – GAD, alla presenza del direttore generale dell'Ateneo, Riccardo Grasso, e della dottoressa Maria Pia Giovannini, responsabile dell'Area "Pubblica amministrazione" dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AGID). DSC2426

Il nuovo master del dipartimento di Giurisprudenza, che ha come partner le società Anci Innovazione, Infocert, Iur.Ap e il Circolo dei Giuristi telematici, propone un percorso formativo che affronta, attraverso lezioni frontali e case study pratici, tutti gli aspetti normativi e tecnologici che stanno trasformando le amministrazioni italiane in amministrazioni digitali. Questa trasformazione avrà un importante impatto sulla vita dei cittadini e delle imprese e potrebbe costituire una leva per lo sviluppo economico della nazione. Per rendere concreta tale trasformazione, c'è bisogno di nuove competenze e di una formazione specifica: quello che il master GAD intende dare.

Il master, come evidenziato dal suo direttore, il professor Alfredo Fioritto, intende formare figure professionali che potranno operare come responsabili dei sistemi informativi e della sicurezza informatica delle pubbliche amministrazioni e delle imprese; responsabili della gestione documentale e della conservazione dei dati e documenti; responsabili della trasparenza e responsabili della privacy. Sarà utile anche per le figure professionali più tradizionali che devono sempre più operare in contesti tecnologicamente molto avanzati: si pensi ad avvocati, commercialisti, ingegneri e architetti esperti in PA digitale o agli esperti e operatori del settore sanitario.
Come evidenziato dalla professoressa Monica Palmirani, docente dell'Università di Bologna, c'è sempre più bisogno che la PA abbia funzionari in grado di gestire i procedimenti in un quadro interdisciplinare dal momento che, come ha affermato il professor Andrea Pertici, docente dell'Università di Pisa, il tema dell'innovazione e dell'informatizzazione nella pubblica amministrazione, di cui pure si parla da lungo tempo, è, oggi, quanto mai centrale. "Esso - ha affermato il professore pisano - deve essere ulteriormente implementato: alcuni dei provvedimenti adottati risultano infatti non propriamente soddisfacenti – penso ad esempio al FOIA – che è comunque importante sviluppare nel modo più efficace possibile in sede applicativa".

Nei loro interventi sia i rappresentanti dei partner (Marco Di Luzio per Infocert, Silvia Rigacci per Anci Innovazione e Fernanda Faini per il Circolo Giuristi Telemetici) sia i docenti responsabili dei moduli formativi (i professori Francesco Barachini e Tommaso Greco dell'Ateneo pisano, e il dottor Giuseppe Corasaniti, magistrato della Corte di Cassazione) hanno evidenziato come sia oramai imprescindibile la conoscenza degli strumenti informatici della PA da parte degli operatori non solo pubblici, ma anche privati. In tale ottica il master GAD, primo master in Italia ad affrontare con un approccio interdisciplinare tali tematiche, mira a fornire specifiche e approfondite competenze e conoscenze per la gestione del cosiddetto e-Government. Strettamente collegato all'avvio del master è il prossimo lancio di una rivista scientifica sui temi dell'innovazione, pubblicata dalla Pisa University Press, che raccoglierà autorevoli contributi di studiosi nazionali e internazionali oltre ai paper elaborati dagli studenti nel corso del master.
Nelle sue conclusioni il dottor Grasso ha sottolineato il contributo che l'Università di Pisa, attraverso il master GAD, può offrire per dare attuazione alle sfide innovative lanciate dal legislatore per una nuova e più vicina pubblica amministrazione.

Il Distretto Leo 108 La, associazione giovanile dei Lions Clubs, ha donato alla Biblioteca di matematica, informatica e fisica dell'Ateneo dei nuovi dispositivi per ipovedenti, che permetteranno da un lato di ingrandire secondo necessità le parole scritte e dall'altro di tradurre in modo sintetico i testi scritti in testi vocali. La donazione del Leo Club rientra nel progetto "Unileo4light", che mira a incentivare il proseguimento del percorso di studi dei ragazzi disabili, in modo da facilitare il loro inserimento nel mondo del lavoro. Già negli anni scorsi, l’associazione aveva donato dispositivi simili all’Università di Pisa.

La cerimonia di inaugurazione dei nuovi dispostivi si è svolta lunedì 20 giugno, alla presenza del professor Paolo Mancarella, neoeletto come prossimo rettore dell'Università di Pisa e che in passato aveva seguito tali iniziative in qualità di responsabile dell'Unità di Servizi per l'Integrazione degli studenti con Disabilità (USID), del professor Giuseppe Buttazzo, presidente del Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA), dei rappresentanti del Leo Club, dell'USID e dello SBA.

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Il 10 giugno, a Roma, un giovane studioso pisano, il dottor Raffaele Ciampi, ha ricevuto il “Premio Internazionale G. Salvatore 2016” che l’Accademia dei Lincei assegna a chi abbia fornito un contributo fondamentale alla ricerca nell’ambito della fisiopatologia della tiroide. Ciampi è assegnista del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa e si occupa da anni di studiare le basi molecolari del carcinoma tiroideo nell’ambito del gruppo di ricerca condotto dalla professoressa Rossella Elisei, dell’unità operativa di Endocrinologia dell'Aoup, diretta dal professor Paolo Vitti.

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La premiazione è avvenuta durante l’adunanza solenne di chiusura dell’anno accademico dell’Accademia alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro dell’istruzione, università e ricerca Stefania Giannini e del ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini. A Ciampi sono giunti i complimenti dell'assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Stefania Saccardi, che gli ha anche fatto gli “auguri per il proseguimento della sua attività di ricerca, particolarmente preziosa perché va nella direzione di individuare terapie sempre più mirate ed efficaci per i pazienti affetti da tumore”.

Ciampi ha svolto parte della sua attività negli Stati Uniti, nel laboratorio del professor Yuri Nikiforov. La sua ricerca ha portato alla scoperta di un riarrangiamento cromosomico del gene BRAF, oncogene chiave nella carcinogenesi umana. Lo stesso meccanismo di attivazione dell’oncogene BRAF è stato successivamente confermato anche in altri tipi di tumore, come il melanoma ed alcuni tumori del cervello.

Attualmente Ciampi si sta occupando di un altro tipo di tumore che colpisce la tiroide: il carcinoma midollare, tumore le cui cause genetiche sono ancora in parte sconosciute. La conoscenza di tali cause risulta indispensabile per individuare nuovi target che possano essere utilizzati nelle “terapie a bersaglio”. (Fonte Ufficio stampa AOUP).

 

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Sabato 18 giugno, si è svolto a Pisa, con grande successo, Toscana DojoCon 2016, evento patrocinato dal Comune e dall’Università di Pisa e da altre importanti realtà del nostro territorio. È stato questo il primo incontro tra tutti i mentori della Toscana che, con il loro impegno nell’ambito di Coderdojo, rete mondiale per la diffusione gratuita della programmazione digitale ai giovani, insegnano ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie (dai 7 ai 17 anni) a diventare programmatori attivi e creativi. Il messaggio che passa in modo chiaro, anche ai più giovani, è che esiste un modo divertente e consapevole di utilizzare le tecnologie che va oltre l’utilizzo passivo a cui siamo abituati. 

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Un’intera giornata, dunque, dedicata alla programmazione e al coding, con talk e workshop per educatori e formatori e attività pomeridiane per i bambini. Numerosi e interessanti i temi trattati dai relatori del workshop, nel corso dell’intensa mattinata che si è svolta a Palazzo Boilleau e alla quale hanno partecipato anche i professori dell’Università di Pisa Antonio Cisternino, Daria Coppola, Paolo Ferragina, Stefano Giordano, Roberto Grossi e il Prof. Antonio Augiero dell’Università di Siena. L’importanza del pensiero computazionale per lo sviluppo di capacità inter-relazionali e linguistiche, l’opportunità per l’Informatica di entrare a far parte dei saperi di base, le novità introdotte dall’Internet delle Cose e dalle board programmabili nell’ambito della didattica, la chiave di volta che il cooperative learning e la tecnologia mobile rappresenteranno nel futuro dell’educazione, le olimpiadi di informatica come esempio di competizione positiva tra i giovani. Anche l’organizzazione dell’evento è stata made in Unipi, coordinata dal gruppo di studenti universitari e dottorandi che gestisce il Pisa CoderDojo, una realtà presente da marzo 2015 e in espansione.

Gli interventi degli insegnanti delle scuole – tra cui Anna Mariani - e di alcuni giovani ricercatori che operano in italia e all’estero – in particolare, Carmelo Presicce dell’MIT Media Lab – hanno sottolineato l’importanza della comunicazione e della didattica della programmazione per rendere i bambini e i ragazzi di oggi consapevoli delle opportunità a loro disposizione. Un momento di incontro, conoscenza e condivisione con l’obiettivo di accendere qualcosa di nuovo per la città e per la Regione e di dimostrare che la voglia di cambiare c’è e parte dai giovani.

A partire dalle 16.30, invece, una bella squadra di oltre 50 bambine e bambini provenienti da ogni parte della regione si è radunata in Piazza dei Cavalieri per cimentarsi in attività di programmazione più o meno ardue. L’entusiasmo ha contagiato tutti, compresi gli insegnanti, i genitori e i turisti di passaggio, grazie alla sapiente guida dei mentori dei CodeDojo di tutta la regione (Bagno a Ripoli, Empoli, Firenze, Grosseto, Lucca, Massa-Carrara, Sesto Fiorentino, Valdarno) e ovviamente di quelli di Pisa, ai quali va il merito dell’iniziativa.

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Sono 40 gli studenti dell’Università di Pisa che si sono aggiudicati il contributo di 100.000 euro messo a disposizione dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus per ragazzi che si trovano in situazioni di disagio fisico, psichico, sociale, familiare o economico.

Alla cerimonia di consegna, che si è svolta lunedì 20 giugno al Polo Fibonacci, erano presenti i membri della commissione giudicatrice che hanno valutato le 69 domande pervenute: Rosalba Tognetti, prorettore per gli studenti dell’Università di Pisa, Michele Sala, vicepresidente della Fondazione, e Luigi Rivetti, responsabile del settore Studenti dell’Ateneo. In relazione alla tipologia e al livello di disagio rappresentato, l’importo assegnato va da 1.500 a 3.000 euro. Già nel 2011 la Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus aveva erogato 33 borse di studio per studenti disagiati dell’Università di Pisa.

«L’iniziativa della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus è un’azione concreta di sostegno al diritto allo studio – ha commentato il prorettore Rosalba Tognetti – Le borse sono state assegnate a giovani che, nonostante le difficoltà, si stanno impegnando nel conseguire un titolo di studio importante come la laurea. Questi ragazzi hanno infatti dimostrato di essere studenti meritevoli e di aver conseguito un numero minimo di crediti formativi per ogni anno di iscrizione».

«La Fondazione, nel suo piccolo, mira a rendere concreto ed esigibile il diritto allo studio alle ragazze e ai ragazzi che si trovano in particolari situazioni di disagio, contribuendo così a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, come da previsione costituzionale – ha aggiunto Michele Sala – Aprire le porte agli studi universitari significa altresì dare importanza al vivere in una società civile e colta».

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