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microstrutturaCon il suo progetto aiuterà a ottimizzare un nuovo metodo per generare energia elettrica pulita, sfruttando le competenze e i laboratori all'avanguardia dell'Imperial College di Londra. Antonio Bertei, assegnista di ricerca del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Università di Pisa, grazie a una borsa "Marie Curie", trascorrerà 24 mesi in Inghilterra per lavorare in un team internazionale che da più di 10 anni opera nel campo della ricerca sui sistemi elettrochimici destinati alla produzione di energia, come batterie e celle a combustibile. In particolare, il progetto di Bertei è uno studio finalizzato a estendere il tempo di vita operativa di un particolare sistema di generazione di energia elettrica ad alta efficienza - le celle a combustibile ad ossidi solidi - che oggi sono una delle tecnologie più promettenti nel settore dell'energia pulita.

"Il funzionamento di questo particolare tipo di dispositivo è attualmente limitato da fenomeni di degradazione dei materiali che ne causano una scarsa applicazione commerciale – spiega Antonio Bertei, 30 anni, originario di San Romano in Garfagnana (LU) - L'utilizzo di tecniche sperimentali e modellistiche del tutto innovative permetterà, con indagini a livello della nanoscala, di mettere in relazione le cause dei fenomeni degradativi con opportune contromisure, legate in particolare alla progettazione dei materiali, per superare i limiti attuali dello stato dell'arte della tecnologia". Bertei lavorerà presso il Department of Earth Science & Engineering dell'Imperial College sotto la supervisione del professor Nigel Brandon, portando con sé il suo bagaglio di esperienza e strumenti di simulazione nel campo della modellazione multiscala avanzata.

foto Antonio BerteiI fenomeni di degradazione che caratterizzano le celle a combustibile ad ossidi solidi sono causati da processi chimici, meccanici e microstrutturali che coinvolgono gli elettrodi. Il progetto mira a quantificare e disaccoppiare i vari meccanismi di degradazione attraverso un approccio combinato sperimentale e modellistico, che integra le migliori strumentazioni tomografiche per la ricostruzione tridimensionale della microstruttura degli elettrodi, con modelli meccanicistici capaci di predire l'evoluzione dei vari meccanismi degradativi nel tempo. La finalità della ricerca è quella di apportare modifiche microstrutturali degli elettrodi, in particolare attraverso l'infiltrazione di nanoparticelle ceramiche, con l'intento di limitare il decorso dei fenomeni degradativi e allungare la vita utile delle celle a combustibile fino ai target richiesti per la commercializzazione.

"Il progetto costituisce una sfida piuttosto complessa in un campo di ricerca multidisciplinare – commenta Bertei - Soltanto unendo le competenze e analizzando il sistema a ogni livello di scala è possibile riuscire nell'intento. Anche un piccolo miglioramento volto a favorire la commercializzazione delle celle a combustibile a ossidi solidi e la produzione di energia elettrica a partire da idrogeno potrà portare benefici a tutta la popolazione europea".

Nella foto in alto: Microstruttura di un elettrodo simulata con gli algoritmi sviluppati da Antonio Bertei.

Ne hanno parlato: 
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Nazione Pisa 
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VISITA Ricercatori ITERVerificare la sicurezza degli impianti nucleari studiando per la prima volta al mondo la condensazione del vapore in condizioni di vuoto. È questo il test che condurrà il laboratorio Scalbatraio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa su commissione dell'Iter Organization (IO) - un organismo internazionale, costituito da Unione Europea, USA, Russia, Cina, Giappone, India e Corea del Sud - per il reattore a fusione nucleare che sta costruendo a Cadarache, in Francia.

"Questo studio – spiega il professore Donato Aquaro dell'Ateneo pisano - è importante per la progettazione del componente VVSS (Vacuum Vessel Suppression System), fondamentale per la sicurezza del reattore. I ricercatori dell'IO, guidati dal dr. Meekins, hanno appena visitato il laboratorio Scalbatraio (foto) ed hanno assistito alle prove pre-operazionali dell'apparecchiatura in scala che abbiamo realizzato per simulare l'evento incidentale che potrebbe verificarsi nel reattore, mentre le prove effettive inizieranno entro il prossimo marzo e termineranno a fine maggio".

La centrale di Cadarache verrà completata entro i prossimi sei anni e quella di Pisa è una prima fase sperimentale al fine di garantire la sicurezza dell'impianto. L'apparecchiatura realizzata nel laboratorio Scalbatraio è in scala: la parte principale è la condensation tank sottovuoto di 2 metri diametro e 4 di altezza.

"Entro il 2015 e dopo i test condotti a Pisa – ha concluso il professore Aquaro - partirà un nuovo appalto a livello europeo per condurre gli esperimenti in scala 1:1 a cui parteciperemo con un'esperienza di ricerca già molto significativa sul campo".

Ne hanno parlato:
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endureQuali sono i veri bisogni delle imprese, di quali strumenti e servizi necessitano le startup europee per accrescere la loro resilienza e la loro competitività? Da queste domande parte l'indagine del progetto ENDuRE nato per la formazione e il supporto dei nuovi imprenditori che l'Università di Pisa, capofila del progetto, il Polo Tecnologico di Navacchio e CEDIT, agenzia formativa di Confartigianato Imprese Toscana, stanno in questi giorni conducendo in Italia nei confronti dei diversi target individuati dal progetto, a partire dagli studenti fino agli enti pubblici, passando per imprese, startupper e investitori. In contemporanea, la stessa indagine viene compiuta anche nel Regno Unito e in Danimarca da parte dei partner universitari e imprenditoriali coinvolti nel progetto.

L'obiettivo è proprio quello di verificare concretamente i bisogni degli attori dell'ecosistema dell'imprenditorialità e da quelli partire per costruire una struttura che aiuti a ridurre la probabilità di fallimento delle start up, stimolando altresì le imprese esistenti a crescere più velocemente e a superare il fenomeno della cosiddetta "Valle della Morte".

Gli elementi chiave del progetto sono: soluzioni innovative nello scouting di opportunità tecniche/ valutazioni tecniche e di mercato; pretotipazione, design concettuale, rafforzamento di prodotti e servizi e dei relativi modelli di business; mappatura della proprietà intellettuale, design around e competitive intelligence; prototipazione avanzata di prodotti e servizi.

riunione ENduREUna volta prodotto un approccio di tipo esperienziale (learning by doing), grazie anche alla collaborazione di carattere internazionale e ad un supporto strategico alle start up da parte di aziende di successo in un ambiente "win-win", sarà effettuato un test all'interno di una rete europea di università e imprese, dove sarà prodotto un insieme di strumenti didattici e pratici per garantirne la riproducibilità futura. Nella parte finale del progetto, che complessivamente ha una durata di due anni, una startup per ogni Paese (vincitrice del processo di selezione) sarà ospitata per due mesi da un'azienda straniera. Per quanto riguarda l'Italia l'azienda scelta avrà sede all'interno dell'Incubatore del Polo Tecnologico di Navacchio.

ENDuRE European Network of Design for Resilient Entrepreneurship, progetto finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma Erasmus+ KA2 "Cooperation and Innovation for Good Practices Knowledge Alliances for Higher Education" e risultato primo nella classifica dei progetti promossi per l'anno 2014, vede come partner, oltre all'Università di Pisa in qualità di capofila, quella del Surrey (Regno Unito) e Southern Denmark (Danimarca), una agenzia formativa toscana, CEDIT, e tre aziende Polo Tecnologico di Navacchio, Blu Ocean Robotics (Danimarca) e iVeridis (Regno Unito).

MooreIl successo di pubblico, 8 nomination e l'Oscar a Graham Moore per la miglior sceneggiatura non originale, hanno confermato The Imitation Game come uno dei grandi film del 2014. Il merito principale del film è quello di aver portato all'attenzione del grande pubblico la figura di Alan Turing, uno dei padri dell'informatica, e la macchina crittografica Enigma, che ha un posto di rilievo nella storia delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Il Museo degli Strumenti per il Calcolo dell'Università di Pisa ha colto al volo questa occasione, proponendo un mese di appuntamenti con mostre, incontri, proiezioni e laboratori didattici sui personaggi e le vicende di questa affascinante vicenda. Il dottor Giovanni A. Cignoni, del Museo degli Strumenti per il Calcolo - Fondazione Galileo Galilei, presenta il calendario delle iniziative.

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Da sempre il cinema attinge alla Storia. A volte ci sono vicende così dense che quasi non si crede siano ispirate a fatti veri, quella di Alan Turing è una: personalità complessa, grande matematico, uno dei padri dell'informatica, protagonista insieme a una macchina dal nome intrigante di Enigma di una delle battaglie più segrete della Seconda Guerra Mondiale.
Il film The Imitation Game è l'ultimo che ha ripreso la storia di Alan Turing e dell'Enigma, ottenendo un ottimo successo di pubblico, 8 nomination e infine l'Oscar a Graham Moore per la miglior sceneggiatura non originale.
Come tutte le opere di narrativa "ispirate a una storia vera", il film ha raccolto anche molte critiche per non aver esposto i fatti esattamente come si svolsero. Ma un conto è raccontare la Storia, un altro fare un film per Hollywood, sono due mestieri diversi e al secondo dobbiamo concedere un certo numero di licenze. Ne va del nostro divertimento al cinema.
Il riconoscimento ottenuto agli Academy Awards è meritato perché, sebbene a volte semplificati, a volte esagerati, i fatti e i dettagli inseriti nel film sono davvero tanti e dimostrano un gran lavoro di documentazione e di incastro. Insomma, congratulazioni e, soprattutto, grazie.
Grazie perché il film ha portato (o riportato) all'attenzione del grande pubblico una storia complessa, che nelle sue conseguenze generali (l'informatica) e particolari (gli usi della crittografia) ci tocca da vicino nei nostri quotidiani contatti con le tecnologie dell'informazione.
poster TuringAl Museo degli Strumenti per il Calcolo dell'Università di Pisa non potevamo chiedere di meglio: l'interesse e la curiosità suscitati dal film sono stati il nostro punto di partenza per proporre al pubblico approfondimenti e discussioni proprio giocando a svelare le differenze fra realtà e immaginazione narrativa. La costruzione del programma di eventi che proponiamo è stata anche un'occasione per consolidare collaborazioni e avviarne di nuove, per coinvolgere esperti del settore e artisti già toccati dall'argomento.
Porteremo un "Enigma I" a Pisa così da vederla in originale. È il risultato di un'intesa (non solo formale) con il Museo Storico della Comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico, un museo con una ricchissima collezione e con molti punti di contatto con il nostro. Alla mostra proporremo anche tavole dalla graphic novel di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni, riprendendo un discorso che avevamo iniziato due anni fa approfittando di una vicinanza di mostre al S. Matteo.
Con il Cinema Arsenale, già partner dell'ultima edizione della "Notte dei Vecchi Videogiochi", abbiamo organizzato una rassegna di film: The Imitation Game, ovviamente, poi Enigma (2001) e Breaking the Code (1996), gli ultimi due variazioni sul tema, rispettivamente, più e meno fantasiose e più e meno note al pubblico – la seconda sottotitolata per l'occasione.
In quattro incontri al Museo approfondiremo le differenze fra il film e la storia vera. In altri due avremo il piacere di ospitare il professor emerito Fabrizio Luccio, che ci farà una storia ragionata della crittografia da Leon Battista Alberti fino ai giorni nostri, e il tenente colonnello dei Carabinieri, ing. Marco Mattiucci, che ci racconterà la crittografia fra i diritti alla riservatezza e le necessità delle indagini.
E poi approfondimenti scritti sul Cactus di paginaQ e dialoghi con il pubblico in diretta streaming dal Teatro Rossi Aperto, dove ci ritroveremo con radiocicletta.it ma ospiti di amici nuovi. Insomma, un programma che insieme all'Università – il Sistema Museale e il Museo, il progetto HMR, i corsi di laurea in Informatica e in Ingegneria informatica – coinvolge molti altri soggetti impegnati in un progetto che, partendo da scienza, tecnologia e storia, fa animazione culturale a tutto tondo.
Tutte le informazioni, il programma dettagliato e le inziative per le scuole: http://hmr.di.unipi.it/TuringEnigma

Giovanni A. Cignoni
Museo degli Strumenti per il Calcolo - Fondazione Galileo Galilei

galileo I ricercatori dell'Università di Pisa hanno realizzato il software per controllare il buon funzionamento dei satelliti del sistema di navigazione Galileo, la versione europea del più noto GPS statunitense. Il lavoro, commissionato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA), è durato per tutto il 2014 ed è stato svolto nel laboratorio di elaborazione dei segnali per telecomunicazioni coordinato dal professore Marco Luise (a destra nella foto) del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione. Dall'inizio del 2015 è quindi partita la raccolta e l'interpretazione dei dati provenienti dallo spazio da parte dei ricercatori dell'Ateneo pisano e del Centro ESTEC dell'ESA.

"Grazie al nostro software – ha spiegato Marco Luise – possiamo tenere costantemente sotto controllo i segnali emessi dai satelliti Galileo monitorandone in tempo reale l'accuratezza e la stabilità, parametri fondamentali per garantire la precisione dei navigatori satellitari. La visualizzazione dei dati avviene mediante Marco Luise Carmine Vitiello appositi diagrammi che misurano i parametri di "qualità" dei satelliti in modo da segnalare precocemente eventuali malfunzionamenti".

L'Ateneo pisano ha una lunga tradizione di cooperazione con l'ESA nei vari campi della scienza e dell'ingegneria necessarie allo sviluppo e al completamento della costellazione di satelliti Galileo, dal lancio e al controllo di un satellite, allo sfruttamento dei dati prodotti dagli strumenti di bordo.

"Questa campo di ricerca – ha detto Carmine Vitiello (a sinistra nella foto), giovane dottorando di 27 anni del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e fra gli sviluppatori del progetto - mi ha permesso di accrescere le mie competenze sia di carattere teorico che pratico e mi ha aiutato a progredire al meglio nel mio percorso di studi. L'ESA si è detta molto soddisfatta del mio lavoro e spero che vi siano opportunità di questo tipo anche in futuro".

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
RepubblicaFirenze.it
Nazione.it
Tirreno.it
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CorriereComunicazioni.it
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StampToscana.it
PaginaQ.it
PisaInformaFlash.it
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PianetaUniversitario.it
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mappaParte dal Laboratorio MAPPA dell'Università di Pisa, che si occupa di metodologie digitali applicate all'archeologia, il primo progetto italiano di Data-Volumes, con una serie di pubblicazioni tematiche aperte ai contributi di tutti coloro che lavorano nel campo archeologico. Un Data-Volume, che riprende i più avanzati progetti internazionali di condivisione dei dati della ricerca archeologica, è un tipo di pubblicazione che unisce un livello più tradizionale di sintesi interpretativa, in cui l'archeologo illustra i dati raccolti all'interno di un quadro di ricostruzione storica, a un livello più innovativo, in cui pubblica i dati di scavo (i cosiddetti "dati grezzi"), che sono alla base delle interpretazioni e delle ricostruzioni proposte.

"Il nostro laboratorio - spiega la professoressa Maria Letizia Gualandi, responsabile di MAPPA - lancia una nuova sfida al mondo archeologico italiano, quella di raccontare le proprie scoperte, condividendone liberamente i dati affinché chiunque - funzionari del MIBACT, ricercatori, studiosi, professionisti, appassionati e curiosi - possa usufruirne per contribuire ad ampliare e rilanciare il valore del patrimonio archeologico nazionale. Del resto MAPPA è, fin dalle origini, all'avanguardia nell'opera di diffusione della cultura open data dei beni archeologici e ha creato il primo e unico repository italiano di dati archeologici aperti: il MOD (Mappa Open Data archaeological archive)".

scavi archeologiciI volumi, provvisti di codice ISBN come qualunque pubblicazione a stampa, saranno rilasciati gratuitamente in formato digitale open access o potranno essere acquistati in formato cartaceo con modalità print on demand. I dati di scavo, parte integrante di ogni contributo, saranno pubblicati come open data nell'archivio MOD e vedranno riconosciuta la piena paternità intellettuale di ciascun autore attraverso l'uso di licenze CC-BY e CC-BY-SA e mediante l'attribuzione permanente di codici DOI.

Il primo Data-Volume, intitolato MAPPA DATA Note 1, sarà dedicato alla scoperta del sottosuolo delle città italiane: i contributi dovranno arrivare entro il 6 aprile e l'uscita è programmata per giugno, in occasione dell'annuale convegno pisano "Opening the Past".Il testo della call è su: http://mappaproject.arch.unipi.it/?page_id=3060.
Per maggiori informazioni: www.mappaproject.org

Ne hanno parlato:
Nazione Pisa
TirrenoPisa.it
PisaInformaFlash.it
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"In questo momento di profondo dolore per la nostra comunità universitaria, desidero rivolgere un caro saluto ai familiari del professor Pierangelo Terreni e ricordare una figura esemplare di docente che, con la sua attività, ha contribuito a rinnovare la grande tradizione dell'Università di Pisa, ampliando il prestigio di cui gli studi ingegneristici pisani godono nel mondo". Con queste parole, il rettore Massimo Augello ha concluso il ricordo del professor Pierangelo Terreni durante l'odierna seduta del Senato Accademico, in cui ha ripercorso la biografia accademica e scientifica dell'ex preside di Ingegneria.

Il professor Terreni è stato ricordato dal professor Massimo Ceraolo, presidente della Scuola di Ingegneria: "Pierangelo Terreni, persona di grande spicco scientifico e umano, lascia in tutti i colleghi di Ingegneria un ricordo indelebile. Tutti lo hanno conosciuto e apprezzato come collega, come preside di Facoltà, e in moltissimi casi come amico sincero". Il professore ha poi rievocato il suo rapporto personale con l'ex preside: "il mio primo contatto con il professor Terreni - ha detto Massimo Ceraolo - risale al tempo della mia tesi di laurea: mi fornì il programma di calcolo, che poi ho usato per la tesi, e preziose indicazioni sul suo utilizzo. Mi mise immediatamente a mio agio. Il mio ultimo contatto è delle scorse settimane, perché insieme abbiamo predisposto un progetto di ricerca congiunto: qui l'intesa personale e umana, fra colleghi entrambi maturi, è stata massima. In mezzo vi sono stati trent'anni di eccellente collaborazione scientifica e umana. La sua scomparsa lascia un grande vuoto anche nella mia vita".

Anche il professor Giovanni Corsini, direttore del dipartimento di Ingegneria dell'informazione, ha voluto testimoniare la sua profonda stima e l'affetto per il professor Terreni: "Ieri mattina - ha scritto - è venuto improvvisamente a mancare il professor Pierangelo Terreni, lasciando in tutti noi, colleghi, ex allievi e amici del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione un vuoto incolmabile, un dolore profondo. Non si è mai pronti a dare l'estremo saluto ad un amico, ad un collega col quale si è lavorato per anni condividendo obiettivi, progetti, ma nel caso di Pierangelo l'incredulità è lo stato d'animo che più si accompagna al rimpianto inconsolabile per un uomo che tanto ha dato all'Ateneo Pisano, in oltre quarant'anni di attività: professore Ordinario di Elettronica dal 1999, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica, ispiratore di numerose iniziative nell'ambito del trasferimento tecnologico in favore delle Aziende e del Territorio Pisano, insignito dell'Ordine del Cherubino. Soprattutto, però, Pierangelo Terreni va ricordato come Preside della Facoltà di Ingegneria e come uno dei più appassionati e convinti sostenitori della nascita della Scuola di Ingegneria: naturale prosecuzione della ormai secolare tradizione Pisana nel campo degli studi ingegneristici. Al nostro dolore si unisce quello di tutta la comunità scientifica che fa riferimento al Gruppo Italiano di Elettronica nell'ambito della quale Pierangelo Terreni ha svolto importanti compiti di rappresentanza e coordinamento. Alla Famiglia, alla moglie Lucia e alla figlia Barbara in particolare, giunga l'abbraccio di tutti i Colleghi e del Personale del Dipartimento come estremo segno di stima e affetto, profondi e sinceri".

I funerali del professor Terreni si terranno giovedì 19, alle ore 9.30, nella chiesa del Sacro Cuore, in Via Bonanno Pisano, angolo via Diotisalvi.


Profilo accademico e scientifico del professor Pierangelo Terreni

Pierangelo TerreniNato nel 1948 a San Miniato, il professor Pierangelo Terreni si è laureato in Ingegneria Elettronica alla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa nell'anno accademico 1972/'73 e dal 1975 ha prestato servizio al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione della nostra Università. Nel 1993 è stato nominato professore ordinario di Elettronica applicata.
Il professor Terreni ha ricoperto la carica di Vice Preside della Facoltà di Ingegneria dal 2003 al 2008 e quella di Preside dal 2008 al 2012 - anno in cui le Facoltà sono state abolite. Sempre nel quadriennio 2008-2012 è stato membro del Senato Accademico.
È stato insignito dell'Ordine del Cherubino nel 2004.
Nel corso della carriera, il professor Terreni ha tenuto diversi insegnamenti e ricoperto rilevanti incarichi istituzionali, impegnandosi con competenza e passione nel campo della didattica, della ricerca e del trasferimento tecnologico.
L'importante attività scientifica del professor Terreni ha riguardato vari settori dell'elettronica. Per molti anni, si è occupato della progettazione VLSI, lavorando in particolare alla progettazione di sistemi ad alte prestazioni per l'elaborazione digitale in tempo reale. Successivamente, gli interessi scientifici del professor Terreni si sono rivolti ai sistemi embedded e ai sistemi misti analogico-digitale. Nell'ultimo periodo, il professor Terreni si stava occupando di studi su sistemi fotovoltaici e su sistemi innovativi di propulsione per veicoli, approfondendo lo studio dei sistemi di controllo di veicoli elettrici.

tallio firma protocolloC'è il dipartimento di Scienze della terra, con il direttore Michele Marroni, tra i firmatari del Protocollo d'intesa regionale che istituisce una cabina di regia per contrastare la contaminazione da tallio a Pietrasanta e Valdicastello. Insieme alla Regione, rappresentata dal presidente Enrico Rossi, e all'Ateneo, il documento è stato sottoscritto dalla Provincia di Lucca, dal Comune di Pietrasanta, dall'Istituto di chimica dei composti organo-metallici del Cnr di Pisa, da Asl, Ars, Ait e Gaia s.p.a.
"Nel mondo - ha commentato il presidente Rossi - casi di questo tipo sono rarissimi e l'impostazione che abbiamo dato come Regione Toscana, insieme a tutti i soggetti coinvolti, è una delle più avanzate. Abbiamo messo al lavoro tutte le forze disponibili, perché si affrontasse il problema nel modo scientificamente più corretto. Penso che questo caso potrà fare scuola per il futuro: ogni ente che oggi ha firmato ha il compito di portare a fattor comune le proprie conoscenze, allo scopo di dare poi risultati che certamente non potranno arrivare prima di un determinato lasso di tempo".
Elevate concentrazioni di tallio erano state scoperte, prima nell'ambiente, successivamente nella rete idropotabile - da alcuni ricercatori del dipartimento di Scienze della terra: Cristian Biagioni, Massimo D'Orazio, Roberto Giannecchini, Riccardo Petrini, Simone Vezzoni - nell'area di Valdicastello Carducci, Comune di Pietrasanta, caratterizzata da zone minerarie dismesse e da abbondanza di acque sotterranee. Ora il dipartimento è chiamato a partecipare allo studio ambientale finalizzato alla caratterizzazione delle acque e dei suoli dell'area interessata, nell'ottica degli interventi di bonifica.
gruppo ricercaIn particolare, l'accordo istituisce una cabina di regia, presieduta dal sindaco di Pietrasanta, che avrà il compito di coordinare le attività di contrasto alla contaminazione da tallio della zona di Valdicastello e Pietrasanta. La cabina di regia opererà attraverso due gruppi di lavoro: uno per la parte ambientale, cui partecipa il dipartimento di Scienze della terra, insieme ad Arpat, Ait e Gaia, e l'altro per le indagini di carattere sanitario. In entrambi i gruppi di lavoro partecipano rappresentanti dei comitati dei cittadini.
Gli studi avviati dal dipartimento pisano, che continueranno di concerto con gli altri enti, dimostrano come la ricerca scientifica possa rappresentare uno strumento essenziale nella conoscenza e nella gestione del territorio e delle risorse, con dirette implicazioni sulla qualità della vita dei cittadini.

pomodoro rosso coverFrom research laboratories to the table. The Department of Agriculture, Food and Environment of the University of Pisa made an agreement with the nursery farm l'Ortofruttifero, in San Giuliano Terme, Pisa, for the production of 10,000 plantlets of tomato "SuperBio" in 2015, and 70,000 in 2016.
The tomato "SuperBio" has been conceived after a multidisciplinary study of the University of Pisa, coordinated by prof. Manuela Giovannetti (photo), carried out by scientists from Agriculture, Medicine and Biology sectors and published on the international scientific journal "British Journal of Nutrition" in 2012.
Prof. Giovannetti, now the director of the Interdepartmental Research Center Nutrafood-Nutraceuticals and Food for Health, explains "Our research showed that cultivation methods may affect food nutraceutical value. Indeed, the concentration of phytochemicals, molecules produced by plants which have important protective and preventive properties against diverse human diseases, may increase when plants are grown together with beneficial microrganisms which establish with them a special type of symbiosis called "mycorrhiza".
Prof Manuela Giovannetti DiRETTORE NUTRAFOODThe research, carried out in the laboratories of the University of Pisa, showed that tomato fruits produced by mycorrhizal plants (i. e. plants living in association with beneficial symbionts) contain higher concentrations of lycopene (+18.5%), calcium (+15%), potassium (+11%), phosphorus (+60%) and zinc (+28%), compared with traditionally grown tomatoes.
"Tomatoes produced by biologically grown plants inoculated with their symbiotic microrganisms – concluded Manuela Giovannetti – showed also a higher antiestrogenic power, and represent an example of ecological and sustainable food production, able to reduce the use of chemical fertilizers and pesticides, obtaining safe and high quality food, which is an important societal issue strongly demanded by both consumers and producers".

pomodoro rossoDai laboratori di ricerca alla tavola. Il dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa ha stipulato una convenzione con l'azienda l'Ortofruttifero di San Giuliano Terme in provincia di Pisa per la produzione in vivaio di 10.000 piantine di pomodoro "SuperBio" per il 2015, che saliranno a 70.000 nel 2016.

Il pomodoro "SuperBio" è nato di uno studio multidisciplinare dell'Ateneo pisano, coordinato dalla professoressa Manuela Giovannetti (foto), condotto da docenti di Agraria, Medicina e Biologia e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale "British Journal of Nutrition"nel 2012.

"Questa ricerca - ha spiegato Giovannetti, che dirige il Centro Interdipartimentale di Ricerca Nutrafood-Nutraceutica e Alimentazione per la Salute dell'Ateneo pisano – ha dimostrato che i metodi di coltivazione possono influenzare il valore salutistico dei cibi prodotti. Infatti il contenuto in fitochimici, molecole prodotte dalle piante che hanno importanti proprietà protettive e preventive nei confronti di diversi tipi di malattie umane, può aumentare se le piante crescono insieme a microrganismi benefici che stabiliscono con loro un particolare tipo di simbiosi chiamata 'micorriza".

Prof Manuela Giovannetti DiRETTORE NUTRAFOODLo studio, condotto nei laboratori dell'Università di Pisa su piante di pomodoro ha dimostrato che i frutti prodotti dalle piante "micorrizate" (cioè che vivono in associazione con i microrganismi benefici simbionti) contengono concentrazioni più elevate di licopene (+18,5%), calcio (+15%), potassio (+11%), fosforo (+60%) e zinco (+28%) rispetto ai pomodori prodotti tradizionalmente.

"I pomodori prodotti da piante coltivate biologicamente e con i loro microrganismi simbionti – ha concluso Manuela Giovannetti – mostrano anche un più elevato potere anti-estrogenico, e rappresentano un esempio di produzione ecologica e sostenibile del cibo, capace di ridurre l'uso di fertilizzanti chimici e pesticidi, ottenendo cibo di alta qualità e con alto valore nutraceutico, un tema di grande interesse sociale, fortemente richiesto da consumatori e produttori".

Ne hanno parlato:
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa
La Libertà Piacenza
La Gazzetta del Sud - Catanzaro
La Gazzetta del Sud
Tirreno.it
RepubblicaFirenze.it
AnsaToscanaSpeciali.it
AdnKronos.com
Nazione.it
Focus.it
Panorama.it
IlFattoQuotidiano.it
InToscana.it
StampToscana.it
LiberoQuotidiano.it
AgenziaImpress.it
GreenMe.it
GreenReport.it
QuiNewsPisa.it
VillaggioGlobale.it
AgroNotizie.it
AgricolturaOggi.it
NewsFood.it
PisaToday.it
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PisaInformaFlash.it

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