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A 'Buongiorno Regione' la ricerca pisana sulla disabilità intellettiva
Nell’ambito della settimana dedicata alla raccolta fondi della Fondazione Telethon, che si tiene dall'11 al 18 dicembre, la trasmissione Buongiorno Regione di RAI 3 ha dato spazio alla ricerca coordinata dal professor Massimiliano Andreazzoli, del Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa, che lo scorso anno si era aggiudicato un finanziamento triennale Telethon per studiare le basi molecolari di una forma di disabilità intellettiva associata a disturbi dello spettro autistico, dovuta a mutazioni nel gene Setd5.
All'interno dei laboratori di Biologia cellulare e dello sviluppo, il professor Andreazzoli ha presentato i risultati del primo anno di ricerca, che è stato dedicato alla generazione e all’analisi di un modello della malattia umana negli embrioni di zebrafish.
Guarda il servizio di Buongiorno Regione.
Guarda il servizio del TGR Toscana.
Quest'ultimo è un piccolo pesce d’acquario che rappresenta un modello molto utile per studiare questa forma di malattia, perché condivide con i mammiferi, uomo incluso, le fasi fondamentali dello sviluppo del cervello e i geni che controllano questi eventi. I dati ottenuti evidenziano che una riduzione della quantità di Setd5 induce i neuroni del cervello embrionale ad andare incontro a morte cellulare. Le prime informazioni sul meccanismo d’azione di questa proteina indicano che questo effetto possa essere mediato dalla specifica capacità di Setd5 di modificare gli istoni, proteine che interagiscono con il DNA regolandone la trascrizione. Gli esperimenti futuri saranno quindi volti ad approfondire questa analisi e a estenderla a studi comportamentali.
I finanziamenti Telethon hanno anche permesso di potenziare il gruppo di ricerca coordinato dal professor Andreazzoli, consentendo a una ricercatrice italiana, specializzatasi all’estero, di rientrare nel nostro paese portando un prezioso contributo agli studi in corso. Oltre al professor Andreazzoli, fanno parte del gruppo di ricerca le dottoresse Viviana Guadagni, Cecilia Pucci e Chiara Gabellini e il dottor Davide Martini (nella foto da sinistra a destra).
Ecco il 'Latte Sostenibile', frutto di un progetto coordinato dal Centro Enrico Avanzi
Il “Latte Sostenibile” Selezione Mugello, marchio dell’azienda Centrale del Latte della Toscana S.p.A. e frutto di un progetto finanziato dalla regione Toscana e coordinato scientificamente dal Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa, ha ricevuto il premio Italian Resilience Award (IRA) per il 2016. Il riconoscimento, promosso da EcoNewsweb.it, Primaprint e Kyoto Club con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e dell’ANCI, viene assegnato ogni anno ai Comuni e alle aziende che si sono impegnati in attività a favore dello sviluppo sostenibile.
“Al centro del progetto di filiera CASET, il cui capofila è stata la Centrale del Latte della Toscana S.p.A. e che abbiamo coordinato dal punto di vista scientifico – spiega il professore Marcello Mele direttore del Centro “Enrico Avanzi” - c’era la produzione di latte dell’area del Mugello, con particolare riguardo alla sostenibilità del processo produttivo e alle innovazioni di mercato collegate alla responsabilità ambientale, sociale ed etica”.
Insieme alla Centrale del latte di Firenze, Pistoia, Livorno (oggi Centrale del Latte della Toscana S.p.A.), alla Società Agricola Poggiale e all’Università di Firenze, il Centro “Enrico Avanzi” ha sviluppato un sistema per la stima delle emissioni di gas ad effetto serra nelle aziende di bovine lattifere del Mugello. In particolare, la valutazione della sostenibilità aziendale ha tenuto conto degli aspetti agro-ambientali, socioeconomici ed etici con particolare riguardo al benessere animale. Il progetto, terminato nel 2014, ha generato un protocollo di filiera e una dichiarazione ambientale di prodotto per comunicare ai consumatori le caratteristiche del latte e sottolineare l’impegno delle aziende della filiera al rispetto dell’ambiente e della qualità dei prodotti. A progetto concluso il Centro “Enrico Avanzi” continua a collaborare con la centrale del latte nel monitoraggio della filiera.