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Giovedì, 06 Giugno 2019 07:46

Studio del lupo in Provincia di Pisa: una sfida per raggiungere una coesistenza possibile con l’uomo

Il lupo come risorsa del territorio, come presenza che aiuti a valorizzare le tipicità locali, fino a diventare una “caratteristica” di eccellenza per i suoi prodotti e un’attrazione culturale e naturalistica: è questo l’approccio innovativo che propone uno studio del gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa coordinato da Antonio Felicioli. Da ottobre 2018 sta conducendo una indagine su cinque esemplari di lupo (accertati geneticamente) presenti nel territorio che ricade nei comuni di Crespina-Lorenzana e Casciana Terme-Lari, area fortemente antropizzata, ma in cui questo piccolo branco ha trovato il suo habitat naturale.

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Immagine di lupo da fototrappola.

Guarda il video con le immagini di lupi ripresi dalle fototrappole.


Questa nuova indagine si colloca nell’ambito di una ricerca più vasta sull’impatto del lupo nelle attività zootecniche iniziata nel 2010 e si basa su un approccio multidisciplinare volto allo studio degli spostamenti mediante fototrappolaggio, identificazione degli individui con tecniche molecolari su campioni fecali, monitoraggio sanitario, dieta e ricerca di geni codificanti l’antibiotico resistenza in microrganismi isolati da campioni fecali. Il tutto avviene in una logica di partecipazione, cioè con l’attiva collaborazione dei portatori di interesse locale, tra cui allevatori di pecore, cavalli, vacche e polli, associazioni venatorie locali e Federcaccia regionale e agriturismi, che intravedono in questo progetto una possibile riposta a un fenomeno che sempre più spesso viene trattato come “emergenza” e che adesso può diventare una risorsa per tutti.

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Antonio Felicioli (a destra) con la dottoranda Francesca Coppola e il laureando Samuele Baldanti.


«Il territorio di Crespina-Lorenzana e Casciana Terme-Lari è caratterizzato da intense attività produttive e ludico-ricreative, come zootecnia, pastorizia, taglio del bosco, forme organizzate di caccia al cinghiale (braccata), cicloturismo, equiturismo, ricerca di funghi e turismo culturale – spiega Felicioli – L’intento è quello di recepire e conciliare il nuovo Piano Lupo Nazionale, proposto dal Ministero dell’ambiente e che sarà prossimamente valutato in conferenza Stato-Regioni, con le piccole realtà territoriali dove questo affascinante predatore vive». Tra le azioni previste dal nuovo Piano Lupo nazionale per assicurare la persistenza del lupo in Italia e minimizzare i conflitti con le attività antropiche, c’è anche la volontà di esplorare forme di indennizzo alternativo e integrativo individuabili come “contributi a priori” per gli allevatori che operano in aree di presenza accertata del lupo, in modo da ridurre le eventuali ricadute economiche sulle loro attività.

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Francesca Coppola e Samuele Baldanti.


«Con il nostro studio miriamo a costruire una narrativa della coesistenza uomo-lupo capace di mediare gli interessi collettivi e spostare la presenza del lupo da fattore negativo a una nuova opportunità per la valorizzazione delle risorse naturali e dei prodotti di questi piccoli paesi – conclude Felicioli – Dunque prodotti locali di qualità, che oltre a essere biologici, hanno il valore aggiunto di essere ottenuti nel rispetto della presenza del lupo; inoltre un turismo naturalistico capace di attrarre sul territorio amanti della natura e fotografi, interessati a vivere un’esperienza ravvicinata con un animale divenuto leggendario nell’immaginario collettivo».


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Altre info:

Gruppo di Lavoro: Antonio Felicioli (referente scientifico), Francesca Coppola, Claudia Russo, Samuele Baldanti, Giuseppe Vecchio, Filippo Fratini, Barbara Turchi, Fabio Macchioni, Stefania Perrucci, Marco Salvadori, Francesco Riccioli, Lucia Casini

Claudia Russo, Silvana Mattiello, Carlo Bibbiani, Alessandro Baglini, Paolo Bongi & Claudia Facchini (2014), Impact of Wolf (Canis Lupus) on Animal Husbandry in an Apennine Province, Italian Journal of Animal Science, 13:3, 3303, DOI: 10.4081/ijas.2014.3303

Barbara Turchi,1 Marta Dec,2 Fabrizio Bertelloni,1 Stanisław Winiarczyk,3 Sebastian Gnat,4 Flavio Bresciani,1 Fabio Viviani,5 Domenico Cerri,1 and Filippo Fratini1, Antibiotic Susceptibility and Virulence Factors in Escherichia coli from Sympatric Wildlife of the Apuan Alps Regional Park (Tuscany, Italy), MICROBIAL DRUG RESISTANCE Volume 00, Number 00, 2019 ª Mary Ann Liebert, Inc. DOI: 10.1089/mdr.2018.0191, in press.

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Mercoledì, 05 Giugno 2019 10:00

Lezione fuori sede per gli studenti Unipi nei musei europei

Lezioni fuori sede per un gruppo di studenti dell'Università di Pisa che dal 25 maggio e per sei giorni sono stati in Belgio e Olanda dove hanno potuto visitare il Rijksmuseum di Leiden e il Musées royaux des Arts et d'Histoire de Brussels. I tredici studenti del corso Storia Sociale e Cultura Materiale dell'Antico Egitto (laurea magistrale OEVO: Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente) accompagnati dal professore Gianluca Miniaci e dal dottor Mattia Mancini hanno così potuto sperimentare direttamente la museologia applicata alla cultura materiale dell'antico Egitto. L'iniziativa è stata finanziata con i fondi speciali per la didattica di Ateneo.

Riportiamo di seguito il resoconto del viaggio scritto da una delle studentesse, Martina Brentan.

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Tra mummie e statuine di ippopotami: alla scoperta della Cultura Materiale egiziana da Leiden a Bruxelles

 

Siamo in un’asettica stanza di vetro e il dr. Luc Delvaux - curatore della sezione egizia del Musée Art & Histoire di Bruxelles - scosta lentamente il velo bianco che copre qualcosa disposto su un lettino: è il corpo mummificato di una donna vissuta quasi 2000 anni fa, in corso di restauro e quindi nascosto a tutti gli altri visitatori.

Le espressioni di stupore sui nostri volti tradiscono l’emozione di questa esperienza esclusiva; solo una delle tante vissute durante il ciclo di lezioni fuori sede del corso di ”Storia Sociale e Cultura Materiale Egiziana’’ che hanno impegnato per 6 giorni, tra Olanda e Belgio, 13 studenti -  Adriano Alfieri, Martina Betti, Martina Brentan, Giorgia Cipriani, Sonia Curti, Ramona D’Alfonso, David Gnesi, Federica Leonardis, Francesco Missiroli, Gabriella Rodriguez, Maria Tricomi, Lobna Youssef e Veronica Zampedri - accompagnati dal professor Gianluca Miniaci e dal Dr. Mattia Mancini.

Il viaggio, partito il 25 maggio, prevedeva la possibilità di svolgere lezioni in importanti istituzioni straniere, come l’Università di Leiden dove studiosi del calibro del Prof. Olaf Kaper e dei dottori Koen Donker Van Heel, Miriam Müller, Renate Dekker e Ben Haring ci hanno illustrato le molteplici ricerche dell’ateneo nel campo dell’egittologia.

Alla didattica frontale si è unita anche molta attività pratica grazie alla visita di due tra le collezioni egizie più importanti del mondo - Bruxelles e Leiden - accompagnati direttamente dai rispettivi curatori. Ed è così che la dott.ssa Petra Hogenboom - assistente curatrice del Rijksmuseum van Oudheden Museum - grazie a uno schermo touchscreen ci ha svelato il segreto di un’enorme mummia di coccodrillo: le bende ricreate in 3D improvvisamente spariscono mostrando non uno, ma due corpi di rettili adulti e di dozzine di cuccioli!

Nei depositi dei due musei abbiamo anche avuto la fortuna di toccare letteralmente con mano alcuni oggetti, facendo pratica nel maneggiare, descrivere e studiare antichissimi reperti. Basti pensare al momento in cui, sotto gli occhi attenti del professore, ognuno di noi ha potuto tenere in mano e osservare da vicino una figurina di ippopotamo in faience risalente a oltre 4000 anni fa.

Tutte queste esperienze, pensate nell’ottica di lezioni di museologia applicata ai contesti egittologi, non solo hanno accresciuto il nostro bagaglio culturale ma ci hanno permesso di provare aspetti caratteristici e pratici della vera attività professionale che speriamo diventerà, un giorno, il nostro futuro.

Martina Brentan

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