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A Napoli le carte scientifiche del matematico Guido Stampacchia
La storia della matematica italiana dopo la seconda guerra mondiale, con l'abbandono della tradizione autarchica e l'apertura alla collaborazione con le principali scuole internazionali, deve molto a Guido Stampacchia, il professore napoletano che nel corso della carriera ha insegnato nelle Università di Genova, Pisa, Roma e alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Per sottolineare il rapporto affettivo sempre mantenuto con la città di origine e allo stesso tempo il rilievo scientifico e culturale di Napoli, i figli e la famiglia hanno donato la raccolta di carte scientifiche di Guido Stampacchia all'Università "Federico II", depositandole al Dipartimento di Matematica intitolato a Renato Caccioppoli, maestro e amico del professore.
Le carte, in gran parte inedite, restituiscono quasi per intero il percorso biografico di Guido Stampacchia, che ha frequentato il Liceo Vico di Napoli prima di trasferirsi a Pisa nell'autunno del 1940 per iniziare gli studi universitari nell'Ateneo e alla Scuola Normale.
Partendo dagli anni di formazione pisana, con appunti delle lezioni interne della Normale, e passando per i successivi rapporti con Renato Caccioppoli (nella foto a lato con Guido Stampacchia) a Napoli, sede in cui ha avviato la carriera universitaria, i documenti si estendono a tutti gli anni Sessanta e Settanta, fino ad arrivare alla morte del professore avvenuta nel 1978. Emerse nella loro completezza solo di recente, le carte documentano per quei decenni l'intensa attività di relazione e collaborazione con matematici in Italia e fuori, sia attraverso la corrispondenza personale e scientifica, sia attraverso la raccolta di opere e articoli di matematici a lui contemporanei. Nella raccolta ci sono anche testi di Leonida Tonelli, di Carlo Severini, di Cesare Arzelà e, naturalmente, di Renato Caccioppoli; mentre tra i contemporanei spiccano le figure di Enrico Magenes e di Ennio De Giorgi e dei moltissimi altri, italiani e stranieri, con i quali la collaborazione è stata stretta, il più delle volte amicale.
Il fondo - composto da appunti di studio, preprint, estratti dei propri lavori dalle riviste scientifiche, schemi per conferenze e corsi tenuti nelle università di tutto il mondo: Stampacchia ha insegnato anche a New York, Minneapolis, Parigi, Chicago e Brighton - è completato da una sezione iconografica con foto e video che documentano l'aspetto conviviale e amicale di tanti rapporti scientifici.
In questo contesto Pisa ha avuto un ruolo essenziale nella vita e nel percorso scientifico di Guido Stampacchia. L'Università è stata la prima e anche l'ultima sede di lavoro, alla Facoltà di Ingegneria dove ha collaborato intensamente con Piero Villaggio, poi alla Scuola Normale, vicino di stanza di Aldo Andreotti e di Ennio De Giorgi. Dopo la prematura scomparsa nell'aprile del 1978, il direttore della Scuola, Edoardo Vesentini, volle sottolineare il progetto coltivato dal professor Stampacchia di "fare scuola" matematica a Pisa. Inoltre, il dipartimento di Matematica dell'Università gli ha intitolato un'aula della sua sede.
"Il Dipartimento di Matematica 'Renato Caccioppoli' della Federico II di Napoli - hanno ricordato i familiari di Guido - ha accettato con molta generosità la proposta della famiglia di ricevere e ordinare ulteriormente il fondo, per poi metterlo a disposizione degli studiosi. Si allarga così la documentazione finora a disposizione, con la quale la professoressa Silvia Mazzone ha pubblicato un pregevole profilo biografico e scientifico e steso una voce per la Treccani. Lo sviluppo e la ripresa della matematica italiana negli anni del secondo dopoguerra e il suo allacciare fecondi rapporti internazionali con altre scuole matematiche, trovano in queste carte ulteriori elementi di documentazione e occasione di ricerca."
Scoperte le proprietà anti-ipertensive della rucola, le stesse legate al suo tipico sapore pungente
La rucola aiuta a combattere l’ipertensione e le malattie cardiovascolari grazie ad un principio attivo in grado di abbassare la pressione arteriosa che conferisce a questa insalata proprio il suo caratteristico sapore pungente. La scoperta arriva dall’Università di Pisa dove un team di farmacologi guidato dal professore Vincenzo Calderone ha condotto lo studio in collaborazione con le università di Firenze e “Federico II” di Napoli e il “Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia” (CREA) di Bologna. La ricerca, pubblicata sul “British Journal of Pharmacology”, la rivista in campo farmacologico più prestigiosa a livello internazionale, ha infatti dimostrato le proprietà vasorilascianti ed anti-ipertensive dell’isotiocianato Erucina, un principio attivo prodotto dalla pianta come meccanismo di difesa e che conferisce alla rucola proprio il suo caratteristico sapore ed odore pungente.
“Quando le foglie di rucola vengono tagliate o masticate – spiega Alma Martelli ricercatrice dell’Università di Pisa e prima autrice della pubblicazione – i glucosinolati e l’enzima mirosinasi, entrano in contatto generando l’isotiocianato Erucina. Se quest’ultimo per la pianta è un meccanismo di difesa che serve per allontanare ad esempio gli animali, per l’uomo è invece un principio attivo di origine naturale in grado di rilassare la muscolatura dei vasi e di abbassare la pressione arteriosa attraverso il rilascio di un gastrasmettitore, il solfuro d’idrogeno”.
Da destra, Eugenia Piragine, Alma Martelli, Vincenzo Calderone, Valentina Citi e Lara Testai
I ricercatori hanno dimostrato le proprietà vasorilascianti ed anti-ipertensive dell’isotiocianato Erucina sia in vitro, su cellule di aorta umana e su vasi isolati, che in vivo, su animali spontaneamente ipertesi.
“Questa scoperta ha importanti ripercussioni in campo medico poiché per ottenere questi effetti antiipertensivi possiamo certamente somministrate il principio attivo purificato, sotto forma di integratore ma, almeno in parte, possiamo ottenere gli stessi effetti anche attraverso l’alimentazione - sottolinea Alma Martelli - infatti diversamente dalle altre piante appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae come il cavolo, il broccolo o il rafano, la rucola si può mangiare cruda così da non degradare l’enzima con la cottura e assicurare la sintesi di Erucina”.
La dottoressa Alma Martelli che ha condotto la ricerca, è ricercatrice in Farmacologia al Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa dal 2014. Già nel 2016 ha ricevuto un importante premio internazionale, il “Ciro Coletta Youg Investigator Award”, per le sue ricerche sugli isotiocianati e il solfuro d’idrogeno. Più di recente, nel marzo scorso, ha ricevuto il premio ”Best Oral communication Award” nell’ambito del congresso “Le Basi farmacologiche dei Nutraceutici” proprio per la ricerca sulle proprietà anti-ipertensive di Erucina.
La dottoressa Martelli lavora in un team guidato dal professore Vincenzo Calderone di cui fanno parte la professoressa Lara Testai e le dottoresse Valentina Citi ed Eugenia Piragine. Da anni il gruppo studia le proprietà cardiovascolari del solfuro d’idrogeno occupandosi anche di farmacologia dei composti di origine naturale, due filoni di ricerca che si sono uniti in questo lavoro appena pubblicato sul “British Journal of Pharmacology”.