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Progetti di ricerca europei: boom di finanziamenti nel triennio 2017-2019
I dati [1] sui progetti di ricerca europei vinti dall’Università di Pisa nel corso del 2019 evidenziano un consolidamento del trend in crescita e, nel confronto tra l’ultimo triennio (2017-2019) - nel quale sono stati attivati dall’attuale governance di Ateneo gli incentivi alla progettazione europea - e il precedente triennio (2014-2016) mostrano una fortissima crescita, con un significativo “boom” dei progetti coordinati dal nostro Ateneo.
I progetti di ricerca europei vinti dall’Università di Pisa sono 163 (nell’arco temporale della programmazione europea in corso, ovvero dal 2014 ad oggi), per un contributo europeo complessivo pari a 55 milioni di euro: soltanto nel 2019 sono stati vinti 47 nuovi progetti europei di ricerca, di cui 37 nell’ambito di Horizon 2020 e 10 in ulteriori programmi europei (PRIMA, ERA-NET COFUND, LIFE ed ESA), per un finanziamento complessivo di 17,2 milioni di euro, confermando la media annuale di finanziamenti europei per la ricerca triplicata rispetto agli anni precedenti (nel 2015, 2016, 2017 si attestava sui 6 milioni di euro).
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Nell’ultimo anno sono ulteriormente cresciuti i progetti coordinati dal nostro Ateneo: 17 nel 2019 a fronte dei 12 vinti nel 2018, con una percentuale di progetti coordinati sulla totalità dei progetti vinti che è salita dal 22,27% nel 2018 al 36,17% nel 2019:
Fig. 5
Di grande rilievo è la crescita della capacità progettuale europea del nostro Ateneo che emerge dal confronto tra i dati del triennio 2014-2016 e i dati del triennio 2017-2019, nel quale sono stati attivati gli incentivi alla progettazione europea: raddoppiato il tasso di successo (n° progetti finanziati/n° proposte presentate), che dal 10,09% (2014-2016) è salito al 22,33%; più che raddoppiati, da 44 a 119, i progetti di ricerca finanziati dall'Unione Europea e balzati da 6 a ben 34 quelli vinti in qualità di coordinatori:
Fig. 6
Fig. 7
Fig. 8
Il contributo complessivo ottenuto dall’Unione Europea per i progetti di ricerca è triplicato tra il primo ed il secondo triennio, crescendo da 13,1 a 41,7 milioni di euro ed è quasi sestuplicato per i progetti coordinati, saltando da 3,3 a 19,8 milioni di euro:
Fig. 9
Fig. 10
Altrettanto significativo è il dato relativo ai più prestigiosi finanziamenti europei per la ricerca di eccellenza, i grant conferiti dallo European Research Council: i 6 ERC grant attivi ad oggi presso il nostro Ateneo sono stati ottenuti nel triennio 2017-2019:
Fig. 11
Tali risultati sono certamente il frutto dell’impegno sempre crescente dei nostri docenti nella progettazione europea e della loro capacità di esprimere al meglio le nostre eccellenze di ricerca.
Senza dubbio, inoltre, gli ottimi risultati dell’ultimo triennio si devono anche all’investimento attuato dal nostro Ateneo con le misure di incentivazione e supporto alla progettazione europea attivate dal 2017, investimento che già in soli 3 anni ha mostrato il benefico effetto moltiplicatore di risorse e di opportunità:
- BIHO, il Bando Incentivi di Ateneo Horizon e Oltre che premia il coordinamento dell’Università di Pisa di progetti di ricerca europei: tra il 2017 e il 2019 sono stati assegnati ai docenti di UNIPI 67 incentivi, per un investimento dell’Ateneo di oltre 2,9 milioni di euro;
- il servizio di supporto alla redazione di proposte progettuali, attivato dal 2018 presso la Direzione Servizi per la Ricerca e il Trasferimento Tecnologico: dall’avvio del servizio sono state prese in carico 254 proposte progettuali (189 soltanto nel 2019), di cui 27 sono state finanziate e, tra queste, 14 in qualità di coordinatori;
- la misura di incentivazione della chiamata diretta, in termini di punti organico, come professore associato/ordinario per i vincitori dei finanziamenti ERC ha già permesso alla nostra Università di acquisire 2 brillanti studiosi con i loro prestigiosi grant, ai quali nel 2020 se ne aggiungerà un terzo, portando così a sette gli ERC grant attivi presso il nostro Ateneo;
- Net4UNIPI, il Bando per la partecipazione a network europei per la ricerca attivato nel 2019, volto a rafforzare gli interessi del nostro Ateneo in tavoli e consessi europei, anche per incrementare il numero di proposte progettuali: le 4 nuove adesioni a reti particolarmente strategiche si aggiungono al “portafoglio” di reti, associazioni e tavoli in ambito di ricerca e politiche della ricerca alle quali il nostro Ateneo già aderisce attivamente;
- nel 2019 è stata infine realizzata la prima procedura relativa alla misura di incentivazione che prevede il cofinanziamento, in termini di punti organico, di un ricercatore ai sensi dell’art. 24, comma 3, lett. b), legge 240/2010 per il dipartimento ed il settore scientifico-disciplinare del docente responsabile scientifico di un progetto Horizon 2020 coordinato a livello europeo dall’Università di Pisa.
L’auspicio è di continuare a rafforzare, anche in vista del prossimo programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027, Horizon Europe, la competitività internazionale dell’Ateneo nel produrre ricerca e innovazione di eccellenza.
I dati appena illustrati dimostrano che l’investimento messo in atto dal nostro Ateneo è già stato ampiamente “ripagato” dagli eccellenti risultati ottenuti, sia in termini finanziari che di crescita di competenze progettuali e di capacità competitiva del nostro Ateneo.
Per approfondimenti
I progetti europei di ricerca dell’Università di Pisa
Gli ERC Grant vinti all’Università di Pisa
Il sostegno dell’Università di Pisa alla progettazione e al networking europei
[1] I dati, aggiornati al 3 gennaio 2020, sono estratti dal Funding & Tenders Portal, il portale della Commissione europea che veicola i bandi di Horizon 2020 e di alcuni altri programmi e iniziative europee di finanziamento, come le principali Public-Private Partnership e Joint Technlogies Intiatives: 3rd Health Programme, Asylum, Migration and Integration Fund, Internal Security Fund Police, Research Fund for Coal & Steel, Rights, Equality and Citizenship Programme, Union Civil Protection Mechanism, Clean Sky 2, Bio-Based Industries JU, Euratom, ECSEL, IMI2.
A tali dati sono stati aggiunti i dati pervenuti alla Direzione Servizi per la Ricerca ed il Trasferimento Tecnologico relativi ai progetti vinti dal nostro Ateneo in risposta ai bandi competitivi dei programmi europei PRIMA e LIFE, della European Space Agency (ESA) ed ai bandi della tipologia ERA NET COFUND.
SOS tartarughe nel Mediterraneo: al via progetto europeo per proteggerle
Droni per le ricognizioni aeree, una App per segnalare gli avvistamenti e un piccolo esercito di cento tartarughe equipaggiate con appositi trasmettitori satellitari per tracciarne gli spostamenti in tutto il Mediterraneo. Sono questi alcuni degli strumenti al servizio degli scienziati impegnati in “LIFE MEDTURTLES”, un nuovo progetto europeo che ha l’obiettivo di proteggere due specie a rischio che popolano i nostri mari: la tartaruga comune (Caretta caretta) e quella verde (Chelonia mydas). Il progetto, appena partito e coordinato dai professori Paolo Casale e Paolo Luschi del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, è stato finanziato con circa 3 milioni di euro dalla UE sino al 2023. Dal punto di vista geografico, LIFE MEDTURTLES riguarderà Albania, Italia (in particolare il Mar Adriatico), Spagna, Tunisia e Turchia.
Una tartaruga equipaggiata di un trasmettitore satellitare
“Queste due specie di tartarughe – dice Paolo Casale - soprattutto durante il periodo giovanile, frequentano l’intero bacino del Mediterraneo compiendo tragitti estremamente variabili che le espongono a grandi rischi, in primo luogo la pesca che rappresenta di gran lunga per loro la minaccia più rilevante”.
Per proteggere le tartarughe gli scienziati metteranno in atto una serie di azioni concrete a partire dall’identificazione dei siti di nidificazione in Spagna e Albania. Qui la sfida sarà difendere queste aree dai predatori naturali, dalle inondazioni e dall’impatto antropico, con misure che potranno andare dallo spostamento dei nidi in spiagge idonee sino al recupero delle uova per far completare la schiusa in apposite incubatrici. I ricercatori lavoreranno inoltre per ridurre l’impatto antropico nei siti di foraggiamento in mare, coinvolgendo direttamente i pescatori di Spagna, Italia, Tunisia, Turchia e Albania. Ai pescatori verranno dati di attrezzi da pesca modificati per diminuire le catture accidentali insieme alle indicazioni su come trattare le tartarughe comunque catturate in modo da ridurre la mortalità successiva al rilascio. Il progetto prevede anche una campagna di sensibilizzazione per evitare l’abbandono in mare di pezzi di attrezzi da pesca che costituiscono un pericolo grave per le tartarughe e sull’importanza di smaltirli in modo appropriato. Infine, i pescatori verranno informati sulle aree maggiormente frequentate dalle tartarughe marine.
“Ricaveremo le informazioni sulla distribuzione spaziale delle tartarughe grazie all’integrazione di diverse fonti di rilevazione – spiega Paolo Casale – quindi con ricognizioni aeree con droni, monitorando gli spostamenti di circa 100 tartarughe equipaggiate con apposite trasmittenti e direttamente da pescatori attraverso un approccio collaborativo di ‘citizen science’”.
“Le attività previste dal progetto si inquadrano pienamente nelle linee di ricerca attive presso il nostro dipartimento di Biologia, nel quale sono da tempo in corso studi sulla biologia e la conservazione delle tartarughe marine, con particolare attenzione alle loro migrazioni e ai movimenti in genere – conclude Paolo Luschi - L’esperienza ultraventennale che abbiamo sviluppato in quest’ambito, che si realizza soprattutto nell’impiego e sviluppo di avanzate tecniche di telemetria satellitare per animali marini, fornirà una solida base di conoscenze per la buona riuscita del progetto appena iniziato”.
“LIFE MEDTURTLES”, si affianca ed estende geograficamente “LIFE EUROTURTLES” un progetto europeo già in corso che riguarda Grecia, Cipro, Italia, Slovenia, Croazia e Malta. I partner di LIFE MEDTURTLES sono: Fondazione cetacea Onlus (Italia), Facultèé des Sciences de Sfax (Tunisia), Herpetofauna Albanian Society (Shoqata Herpetofauna Shqiptare) (Albania), Pamukkale Bilim Merkezi Derneği (Turchia), Universitat de Valencia (Spagna).