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Giovedì, 06 Febbraio 2020 10:36

Ricercatori dell’Ateneo a “casa” del Dalai Lama per presentare i loro studi sulla meditazione

Si è appena conclusa la missione di alcuni docenti dell’Università di Pisa presso il Kalachakra Institute for Meditation di Dharamsala, in India, dove hanno preso contatti per condurre ricerche sugli effetti di alcune pratiche meditative avanzate sull’attività cerebrale. Invitati a partecipare a una serie di incontri con H.E. Choekyi Nangpa Rimpoche, recentemente eletto a capo di una delle quattro scuole del buddismo tibetano (la Scuola Jonang), il professor Angelo Gemignani e il dottor Ciro Conversano del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica e il professor Bruno Neri del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione hanno avuto la possibilità di essere ricevuti dal Dalai Lama nella sua residenza privata di Dharamsala per presentare i loro studi.

Tutti insieme al Dalai Lama.jpeg
La delegazione pisana ricevuta dal Dalai Lama.

«La collaborazione con il Kalachakra Institute for Meditation ci darà la possibilità di incrociare l’esperienza in prima persona con l’osservazione dei correlati neuronali, in particolare, con lo studio dei tracciati elettroencefalografici registrati nel corso delle sessioni di meditazione (la cosiddetta neurofenomenologia di Francisco Varela) – spiegano i ricercatori – A questo fine la collaborazione di meditatori avanzati, in grado di generare, in maniera precisa e ripetibile, stati di coscienza non ordinari, precisamente codificati nell’ambito della secolare tradizione della scuola di appartenenza, costituisce un valore aggiunto prezioso e insostituibile per la ricerca in oggetto. Nella fattispecie, la collaborazione col Khalachakhra Institute consentirà di lavorare con meditatori avanzati che praticano alcune tecniche esoteriche, tramandate solo per via orale da maestro a discepolo, che permetterebbero di accedere al controllo del rapporto mente/corpo e quindi di indagare quello che il filosofo australiano David Chalmers ha definito col termine “hard problem” (il problema difficile)».

Dalai Lama e Choekyi Nangpa alla sua sinistra con i Ricercatori Pisani.jpeg
Dalai Lama e alla sua sinistra Choekyi Nangpa, con i ricercatori pisani.

Il momento più coinvolgente e intenso della missione è coinciso con l’udienza privata che il Dalai Lama ha voluto dedicare all’incontro con i ricercatori pisani che ha rivisto dopo oltre due anni dal Simposio “The Mindscience of Reality” del 2017, nel corso del quale l’Univesità di Pisa gli aveva conferito la laurea magistrale honoris causa in Psicologia clinica e della salute. Il Dalai Lama li ha ricevuti, insieme ai loro accompagnatori, presso la sua residenza privata di Dharamsala, trattenendosi con loro per oltre 90 minuti, nel corso dei quali ha chiesto di essere informato sul progresso delle loro ricerche e ha fornito preziosi suggerimenti per una migliore comprensione delle tecniche e degli effetti delle principali pratiche contemplative tipiche del buddismo tibetano.

I tre ricercatori Pisani con H.E. Choekyi Nangpa.jpg
Da sinistra: Bruno Neri, Ciro Conversano, H.E. Choekyi Nangpa e Angelo Gemignani.

Il confronto tra gli aspetti esperenziali e quelli osservabili in maniera oggettiva è stato il principale argomento dei numerosi colloqui che si sono sviluppati nel corso della settimana di permanenza a Dharamsala. Uno spazio significativo è stato dedicato alle possibili applicazioni alla riduzione dello stress cronico (o distress) e all’incremento del benessere interiore, di alcune tecniche di training mentale, quali i protocolli basati sulla mindfulness, nate e sviluppatesi nell’alveo delle pratiche contemplative del buddismo tibetano. Il programma degli incontri è stato tanto intenso quanto inconsueto, seppure in linea con il paradigma alternativo al quale si è improntata l’attività del gruppo di ricerca pisano fin dai tempi del “The Mindscience of Reality” Symposium del 2017.

Uno dei temi del Symposium era stato, infatti, quello del recupero dell’esperienza in prima persona quale elemento irrinunciabile e irriducibile per una comprensione dei fenomeni di coscienza, che non si limiti allo studio dei soli correlati neuronali. Uno degli elementi caratterizzanti l’attività di ricerca è stato, fin dal 2016, con la firma della convenzione con l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia e poi nel 2018 con l’Università Tibetana di Sera Jey, il coinvolgimento di istituzioni che affondano le loro radici nella tradizione plurimillennaria dello studio della coscienza sia sul fronte teorico che su quello esperenziale.

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Giovedì, 06 Febbraio 2020 10:29

Le ricerche dell'Ateneo sul cambiamento climatico

agrochimica_inside.jpgE' uscita on line, liberamente scaricabile in formato pdf, una pubblicazione della Pisa University Press sulle ricerche condotte all'Università di Pisa in tema di cambiamento climatico. La raccolta intitolata The researches of the University of Pisa in the field of the effects of climate change è il frutto del primo incontro del neonato Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio degli Effetti del Cambiamento Climatico (CIRSEC) che si è svolto a dicembre scorso.

Pubblichiamo di seguito una presentazione della pubblicazione del professore Giacomo Lorenzini Direttore del CIRSEC.

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Nonostante la persistente presenza di fenomeni di ‘negazionismo’, la comunità scientifica è ormai concorde che sia in atto una preoccupante serie di fenomeni che coinvolgono diversi aspetti del nostro clima. Non si tratta soltanto di evidenze di tipo strumentale, ma vi sono dimostrazioni di natura fisica (es. il progressivo ritiro dei ghiacciai) e biologica (es. l’allungamento di cicli dei vegetali). E’ altrettanto pacifico che sono le attività umane (e soprattutto la combustione di materiali fossili a fini energetici) ad avere un ruolo determinante nella genesi di tali variazioni, ed è la prima volta che prendiamo atto che variazioni climatiche intervengono non solo a causa di processi naturali di lungo periodo.

Le nuove condizioni climatiche rischiano di avere impatti importanti sulla nostra storia, sulla geografia e su tutte le nostre attività quotidiane, con inevitabili riflessi sulla salute di tutti gli organismi viventi e sul loro benessere. Il clima influenza i rapporti sociali (es. migrazioni), lo stato psicologico (aggressività, disturbi mentali, cognizione) e le condizioni economiche (agricoltura, pesca, turismo), per non parlare degli aspetti ecologici in senso lato e, inevitabilmente, i cambiamenti climatici interferiscono con tutti questi processi, sì da costituire una minaccia per il nostro futuro.

Anche in Italia abbiamo subito recentemente situazioni critiche in termini di “ondate di calore”, eventi piovosi estremi ed alluvioni e incendi forestali che si ritiene possano essere correlati appunto con i cambiamenti climatici in corso.Azioni di contrasto si devono basare innanzitutto su nuove politiche energetiche, ma, ad esempio, anche i nostri comportamenti alimentari dovrebbero essere ridiscussi. Nel frattempo siamo chiamati ad adottare strategie per minimizzare già nel breve periodo l’impatto degli scenari climatici presenti e di quelli previsti. Per raggiungere questi obiettivi dobbiamo meglio conoscere la natura e l’intensità degli effetti fenomeno.

Recentemente si è costituito presso l’Università di Pisa il Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio degli Effetti del Cambiamento Climatico dell'Università di Pisa, che raccoglie le competenze di 100 ricercatori, afferenti a 13 dipartimenti. Lo scorso 6 dicembre si è svolto l’evento di presentazione, basato su 36 relazioni, che letteralmente spaziano dalla ‘A’ (Antropocene) alla ‘Z’ (zoonosi). E non poteva essere diversamente, in quanto le variazioni climatiche in atto condizionano infiniti aspetti delle condizioni sanitarie e del benessere degli organismi viventi e dell’ambiente che li ospita. Sette le sessioni: salute umana e animale, agroecosistemi, biosistemi naturali terrestri, temi geologici, biologia marina, aspetti economici, sociali e politici.

Tutti i contributi scientifici sono raccolti in uno special issue di Agrochimica, edito dalla Pisa University Press, dal titolo “The researches of the University of Pisa in the field of the effects of climate change, reperibile on-line e liberamente scaricabile (formato pdf) in configurazione open access.
Particolarmente curiosa è la copertina del volume, che raffigura i dati della serie italiana delle ormai famose “warming stripes”, ovvero rappresentazioni cromatiche delle temperature medie degli ultimi 120 anni. Anche gli scettici (‘negazionisti’) devono prendere atto che le medie degli anni recenti sono inequivocabilmente superiori ai valori del secolo scorso. E se aumenta la temperatura si innescano reazioni a catena che coinvolgono fenomeni biologici, chimici e fisici che implicano conseguenze a medio-lungo termine di difficile individuazione e dagli effetti non sempre facilmente prevedibili. C’è necessità di approfondire questi argomenti e l’Università di Pisa è pronta a continuare a dare il proprio contributo.

Giacomo Lorenzini
Direttore CIRSEC UniPI

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