A Cisanello la posa della prima pietra nell’ospedale “Nuovo Santa Chiara”
Pisa, 13 dicembre 2019 - Oggi viene posata la prima pietra di un investimento complessivo di circa 500 milioni che restituirà a Pisa e alla Toscana uno dei più grandi e avanzati poli ospedalieri europei.
A metà ottobre l’Aoup (Azienda Ospedaliera Universitaria pisana) – dopo una fase interlocutoria di attesa del pronunciamento del Tar e del Consiglio di Stato (conseguente ai ricorsi degli operatori economici esclusi dall’aggiudicazione dell’appalto dell’11 aprile 2018) - ha stipulato il contratto delle opere propedeutiche con il raggruppamento temporaneo di imprese vincitore dell’appalto: Inso Capogruppo, Consorzio Integra, mandante, attraverso le imprese assegnatarie: CMB Società Cooperativa di Carpi (MO) e CMSA Società Cooperativa di Montecatini Terme (PT), e Gemmo, mandante.
Questa piantina fotografa dall’alto come sarà l’ospedale “Nuovo Santa Chiara”, una volta completato: in grigio e bianco i manufatti ancora da realizzare
Al termine di questi interventi preliminari, la cui durata è prevista in circa 6 mesi, verrà sottoscritto il contratto da 240 milioni di euro per le nuove costruzioni e di 130 milioni per la gestione e manutenzione. L’appalto prevede infatti, nell’arco temporale di circa 4 anni, la costruzione di edifici a uso sanitario e didattico e poi, per i successivi 9 anni, la gestione e manutenzione sia del patrimonio immobiliare di nuova edificazione sia di quello esistente nel presidio ospedaliero di Cisanello; la gestione e produzione del calore, la manutenzione di edifici e impianti, la logistica dei trasporti, comprese le attività di tutta la fase di start-up propedeutiche all’avviamento dell’intero complesso di Cisanello.
Il raggruppamento di imprese aggiudicatario dei lavori dovrà infatti attivare i nuovi edifici curando il trasferimento dei reparti sia dal presidio ospedaliero storico di Santa Chiara a Cisanello, sia all’interno dei vari padiglioni di Cisanello. Inoltre dovrà procedere all’acquisto e alla valorizzazione immobiliare del complesso monumentale del Santa Chiara, che sarà dismesso una volta realizzato il nuovo polo. Nel contratto è previsto il versamento, da parte del gruppo vincitore, di una caparra confirmatoria di 12,25 milioni per l’acquisto del Santa Chiara, di importo pari al 10% del valore stimato (circa 122,5 milioni di euro) in attesa della progettazione esecutiva dell’opera di riqualificazione urbanistica di tutto il complesso, che potrà essere acquistato a singoli lotti o in cordata con altri investitori, sempre nell’ambito della riconversione delineata nel progetto Chipperfield, vincitore nel 2007 del concorso di idee internazionale per la riqualificazione di tutta l’area a ridosso della Piazza dei Miracoli.
Il raggruppamento temporaneo di imprese che ha vinto l’appalto è composto da:
1) INSO Sistemi per le Infrastrutture Sociali S.p.A. (Capogruppo) - Via Giovanni del Pian dei Carpini 1 – Firenze
2) Consorzio INTEGRA Società Cooperativa (Mandante) - Via Marco Emilio Lepido 182/2 - Bologna. Imprese assegnatarie: CMB Società Cooperativa – Via Carlo Marx 101 Carpi (MO) e CMSA Società Cooperativa Via Ludovico Ariosto 3 Montecatini Terme (PT)
3) Gemmo S.P.A. (Mandante) - V.le dell'Industria 2 - Arcugnano (Vicenza)
Il progetto del nuovo ospedale ha subito variazioni negli ultimi anni, rispetto all’accordo di programma del 2005. Sono stati ripensati gli spazi in funzione della centralità del paziente, progettando un modello di ospedale a monoblocco orizzontale, con la concentrazione delle aree critiche (blocchi operatori e terapie intensive) su un unico piano, cercando di garantire percorsi di continuità e intensità di cure negli edifici adiacenti fra loro, in modo da ridurre al minimo gli spostamenti esterni dei pazienti e garantire la massima flessibilità e integrazione di professionisti, discipline e posti letto, che partiranno, una volta attivato l’intero complesso, da una base di 1100-1200 fino ad estendersi a 1600, in caso di particolari necessità, a seconda delle esigenze dell’area dell’emergenza o del comfort alberghiero.
Nuove costruzioni
La parte da edificare (manufatti in bianco e grigio nella piantina), denominata “secondo potenziamento”, sarà collegata al monoblocco esistente da un attraversamento, che accoglierà nuove degenze e blocco operatorio, con un unico grande ingresso, che avrà funzioni di orientamento-smistamento dei flussi fra utenza, personale sanitario e logistica. Una volta a regime, l’attività assistenziale verrà tutta concentrata in questa parte di nuova costruzione, collegata al Dea-Dipartimento emergenza-accettazione (edificio 31) e al monoblocco (rappresentato oggi dagli edifici 8, 9, 10, 30 e presto, con un ponte di collegamento, anche con il 13 e il 29) mentre i padiglioni dell’area vecchia di Cisanello (edifici 1,2,3,5) saranno destinati ad altre funzioni. Nelle previsioni c’è anche l’abbattimento dell’edificio 6, permettendo così la realizzazione del “Parco storico” nel sedime del vecchio sanatorio di Cisanello.
Verranno poi costruiti la piastra diagnostica, il centro prelievi, il palazzo direzionale con gli uffici amministrativi, gli stabili destinati a cucina-mensa, le centrali di energia, i magazzini e gli edifici universitari (polo didattico e scienze mediche di base).
Consistente anche la dotazione di aree a verde e alberate che si vanno ad aggiungere alla creazione di due parchi: uno nella parte vecchia, il “Parco storico” e uno nell’area golenale nella zona dei campi sportivi, il “Parco fluviale”. Il tutto per mitigare l’impatto ambientale del costruendo complesso ospedaliero.
In quest’area sarà realizzata anche una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri che verrà utilizzata, in alternativa a quella posizionata sopra il tetto del Dea, per tutta la durata del cantiere, come evidenziato nel video allegato relativo allo svolgimento del cantiere in costruzione.
Accessi
Attualmente sono 6 i varchi attraverso i quali si entra in ospedale:
Ingresso 1 – Pronto soccorso: riservato a mezzi di soccorso e sanitari, mezzi autorizzati e pedoni (non sarà più praticabile non appena verrà installata la recinzione del cantiere);
Ingresso 2 – Piazza Nuovo Santa Chiara: riservato ai soli pedoni;
Ingresso 3 – Via Martin Lutero: riservato ai soli pedoni;
Ingresso 4 – Porta carraia Via Luzi: riservato a mezzi sanitari, autorizzati e pedoni;
Ingresso 5 – Porta carraia Morgue – riservato a mezzi sanitari e pompe funebri;
Ingresso 6 – Porta logistica via di Piaggia: riservata a mezzi, ditte, fornitori autorizzati e pedoni.
Mobilità e parcheggi
La mobilità interna ed esterna, già profondamente modificata in questi anni, una volta completato il nuovo ospedale verrà rivoluzionata perché all’interno circoleranno quasi esclusivamente mezzi elettrici. All’esterno prenderà progressivamente forma la grande area di sosta a più livelli, il cosiddetto ‘sigaro’ (parcheggio B), antistante e sottostante agli edifici nuovi, che si allungherà, per complessivi 1.600 posti, lungo tutta la superficie, dall’Edificio 10 all’attuale parcheggio A (ponte alle Bocchette). Anche quest’ultimo, che dispone di 1.400 posti, una volta completate le nuove costruzioni diventerà limitrofo all’ospedale, così come il parcheggio C San Biagio (450 posti). All’interno del perimetro ospedaliero sarà invece disponibile un’area di sosta (D) riservata ai mezzi di soccorso, sanitari, aziendali e delle ditte che hanno servizi appaltati. Ci saranno inoltre 50 posti riservati ai portatori di handicap e un centinaio per le ammissioni/dimissioni ospedaliere. Tutte queste aree di sosta saranno servite, come già avviene ora, dalle varie linee di bus navetta che fanno la spola dai parcheggi alle fermate vicine ai vari padiglioni sanitari. Inoltre verrà completato un sistema di videosorveglianza h24 collegato alla sala operativa della vigilanza mentre sono già stati installati i cancelli di recinzione ad apertura automatica. Saranno previsti sistemi di rilevazione dei flussi di accesso con display informativi alle sbarre e alle pensiline dei bus sulla disponibilità di posti auto e sugli orari delle linee urbane. Spazio anche alla mobilità alternativa con rastrelliere coperte per bici e motocicli. Si calcola che, una volta a regime, il nuovo ospedale ospiterà un flusso quotidiano di circa 15mila persone (fra pazienti, visitatori, dipendenti, studenti e docenti, fornitori, etc…). Si tratta di un’operazione di importanza strategica enorme per la collettività e per il servizio sanitario regionale perché consentirà, da un lato, di riqualificare una delle aree di maggiore pregio storico della città (Santa Chiara), dall’altro di eliminare definitivamente la frammentazione dei reparti ospedalieri su due presidi e di concentrare tutto il nocciolo dell’area assistenziale, didattica e della ricerca in un moderno monoblocco ispirato agli standard di qualità, sicurezza e risparmio energetico fra i più avanzati in Europa.
Oggi, con la posa della prima pietra, si dà il via a uno dei cantieri più importanti in Italia e una delle più grandi trasformazioni urbanistiche per Pisa, visto che si sposteranno contestualmente ospedale e università, dopo secoli di ubicazione nel centro storico della città. Dopo un lungo e complesso lavoro condiviso - che ha impegnato negli ultimi anni insieme all’AOUP, Comune, Regione, Università di Pisa, Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario, Sovrintendenza, Provincia, USL territoriale, ARPAT, Ufficio fiumi e fossi, Comune di San Giuliano Terme, ANAC e altri enti – con la realizzazione del Nuovo ospedale Santa Chiara si aggiunge un altro tassello strategico nel programma di rinnovamento degli ospedali della Toscana (edm).
«L’epoca dell’individualismo affettivo. Come cambiano le dinamiche di coppia»
È uscito in libreria il volume "L’epoca dell’individualismo affettivo. Come cambiano le dinamiche di coppia” (Edizioni ETS) di Rita Biancheri, professoressa associata di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Pisa.
Il volume offre una panoramica esauriente dei principali cambiamenti nei sentimenti e nei legami amorosi, nella nuova cornice, dai confini incerti, della parità tra i generi, restituendo la ricchezza delle diverse letture attraverso un’analisi critica dei contributi più significativi della sociologia contemporanea.
Qui di seguito pubblichiamo l’introduzione al volume a firma della professoressa Rita Biancheri.
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Cos’è la coppia al giorno d’oggi? Siamo ancora condizionati dal mito del possibile incontro con la propria anima gemella, per cui ricerchiamo affannosamente questa completezza in un incontrollato desiderio di fusione, oppure viviamo da intimi estranei in una relazione “a tempo”, nel disincanto affettivo per non perdere la nostra libertà?
Un’ambivalenza disabilitante che oscilla tra completa dedizione e disimpegno emotivo, tra ricerca di autenticità e solitudine, oscurando la nostra capacità di riflessività nel costruire una possibile e duratura unione a due. Il volume intende esplorare quali sono stati i principali fattori che hanno contribuito ai cambiamenti nelle famiglie, ma soprattutto nelle dinamiche di coppia. In particolare, l’istruzione e l’inserimento delle donne nel mercato occupazionale rappresentano il punto di svolta del passaggio dalla famiglia tradizionale, con la divisione dei ruoli tra i generi, a quella a doppio reddito, dove il tema della conciliazione dei tempi di vita diventa centrale sia per la condivisione del lavoro di cura nella sfera privata sia per l’ambito pubblico, dai servizi di welfare all’organizzazione del lavoro produttivo nelle aziende.
Residui del passato e nuove realtà coesistono tuttora senza escludersi e si incrociano continuamente l’un con l’altro nelle diverse esperienze esistenziali e nella costruzione delle identità. La pluralità degli approcci, il contributo della letteratura diventano importanti contaminazioni a favore di una conoscenza più approfondita delle interazioni che avvengono all’interno delle mura domestiche. Comprendere le origini di molti comportamenti individuali, anche in tema di affettività, nello spazio più ampio della cornice sociale, può essere significativo per la lettura degli esiti di relazioni conflittuali che possono portare anche alla violenza.
Nell’epoca dell’individualismo affettivo, così definito da Stone, scompaiono i matrimoni di convenienza e la libertà di scegliere diventa l’elemento fondante di una ritrovata intimità dei sentimenti, ma questo ha implicato una maggiore instabilità dell’istituzione familiare, rendendo l’amore un luogo di disincanto e l’incontro un’illusione, se non ne ripensiamo, come ci invitano a fare gli Autori e le Autrici a cui abbiamo fatto riferimento nel testo, le modalità per una ritrovata intesa. Un’ambivalenza che oscilla tra dedizione completa e disimpegno, tra ricerca di autenticità e insicurezza ontologica oscurando la nostra capacità di riflessività nel costruire un possibile e duraturo rapporto di coppia.
Ci troviamo, quindi, di fronte ad una realtà polimorfa e complessa su cui insistono valori, aspettative, abitudini che richiedono una revisione delle categorie con cui finora si sono analizzati i legami nella sfera privata. Se troppo spesso la retorica sulla famiglia ha confuso la pratica con la sua rappresentazione, oggi ci dobbiamo misurare con nuovi modi di stare insieme e con forme diverse che vanno dalla reciproca condivisione al freddo distacco. Qui le differenze diventano più sottili e imprendibili, allora come possiamo interpretare non riduttivamente le diverse tensioni fra l’amore romantico totalizzante e il desiderio di libertà e autonomia così presente in ciascuno di noi?
Fuori dai vincoli istituzionali e dalla tradizione regolatrice per cui in ogni relazione siamo presenti e assenti particolarmente negli affari sentimentali, luoghi per eccellenza evanescenti e solo all’apparenza non soggetti ad alcun determinismo, se intendiamo quindi affrontare questo territorio incerto e sfuggente, dobbiamo tenere presenti le numerose difficoltà fra cui quella di non cadere in sterili contrapposizioni con il passato.
Nelle condizioni di ambivalenza e di vuoto della modernità, l’incertezza sempre di più occupa un posto significativo e non è soltanto la precarietà economica e lavorativa a condizionarla, bensì è l’insoddisfazione sentimentale ad attribuire il maggior senso di infelicità al nostro essere nel mondo.
In epoca di relazioni più paritarie e simmetriche i diversi percorsi possono risultare più difficili da comporre, far emergere aspetti di disagio e inquietudine è senz’altro utile per comprendere i contorni incerti e sfumati degli attuali processi.
Con simili obiettivi ho proposto un itinerario che non intende affatto gettare nello sconforto le giovani generazioni, tutt’altro, la volontà è proprio quella di proporre una riflessione critica attraverso la quale costruire in maniera consapevole la propria esistenza; fuori dai condizionamenti mediatici, dai modelli virtuali e consumistici a cui abbiamo lasciato la parola. È proprio su un territorio così rilevante che non dobbiamo permetterci di non sentire voci autorevoli. L’articolazione dei diversi capitoli, infatti, propone una risposta calda all’epoca dell’individualismo affettivo attraverso l’impegno e il riconoscimento dell’altro/a, in una dialettica costruttiva e paritaria a favore di una complicità positiva. Solo partendo dalla democratizzazione della coppia, dall’eliminazione dei detriti della storia sulla gerarchia tra i sessi potremmo eliminare la sabbia dagli ingranaggi di un motore che, perpetuando le discriminazioni, contribuisce ad una delle più gravi violazione dei diritti umani, quella della violenza sulle donne.
Rita Biancheri
Inaugurato l’anno dottorale all’Università di Pisa
Il 12 dicembre l’Università di Pisa ha festeggiato il PhDay 2019 per dare il benvenuto ai 280 nuovi allievi del primo anno dei 23 corsi di dottorato attivati in Ateneo (senza contarne un’altra dozzina in convenzione con altri Atenei toscani e italiani). Nel corso della giornata, che si è svolta al Palazzo dei congressi di Pisa, è stata illustrata l’offerta formativa organizzata per assicurare l'alta formazione di questi giovani ricercatori: oltre 180 ore di corsi specializzati, differenziati per settori scientifici e dedicati all'approfondimento degli ambiti più innovativi della conoscenza. Sono state altresì esposte le opportunità che l'Ateneo mette in campo quanto a mobilità internazionale, perfezionamento linguistico e acquisizione di competenze per la valorizzazione della ricerca e l’imprenditorialità.
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La cerimonia di inaugurazione è stata introdotta da un intervento musicale dell'Orchestra di Ateneo e, ai saluti del rettore Paolo Mancarella, è seguito l'intervento di Lidia Borrell-Damián, segretaria generale dell’associazione che riunisce i maggiori enti di ricerca pubblici europei, “Science Europe”, che ha illustrato le strategie vincenti per raggiungere i più alti livelli della ricerca internazionale, mettendo in guardia dalle pur numerose difficoltà di un percorso, spesso, ad ostacoli.
“Un tempo il dottorato apriva quasi esclusivamente le porte per una carriera accademica – ha detto il rettore Paolo Mancarella - oggi quel modello è finito e questo titolo, infatti, permette di conseguire una formazione specialistica e, insieme, una capacità di risolvere problemi complessi, formando le persone che dovranno dirigere la trasformazione della società, basandosi sui valori del merito, della conoscenza, delle pari opportunità fra donne e uomini, senza discriminazioni di genere o condizione, affermando i principi della giustizia e della responsabilità”.
Inaugurato l’anno dottorale all’Università di Pisa
Il 12 dicembre l’Università di Pisa ha festeggiato il PhDay 2019 per dare il benvenuto ai 280 nuovi allievi del primo anno dei 23 corsi di dottorato attivati in Ateneo (senza contarne un’altra dozzina in convenzione con altri Atenei toscani e italiani). Nel corso della giornata, che si è svolta al Palazzo dei congressi di Pisa, è stata illustrata l’offerta formativa organizzata per assicurare l'alta formazione di questi giovani ricercatori: oltre 180 ore di corsi specializzati, differenziati per settori scientifici e dedicati all'approfondimento degli ambiti più innovativi della conoscenza. Sono state altresì esposte le opportunità che l'Ateneo mette in campo quanto a mobilità internazionale, perfezionamento linguistico e acquisizione di competenze per la valorizzazione della ricerca e l’imprenditorialità.
La cerimonia di inaugurazione è stata introdotta da un intervento musicale dell'Orchestra di Ateneo e, ai saluti del Rettore Paolo Mancarella, è seguito l'intervento di Lidia Borrell-Damián, segretaria generale dell’associazione che riunisce i maggiori enti di ricerca pubblici europei, “Science Europe”, che ha illustrato le strategie vincenti per raggiungere i più alti livelli della ricerca internazionale, mettendo in guardia dalle pur numerose difficoltà di un percorso, spesso, ad ostacoli.
“Un tempo il dottorato apriva quasi esclusivamente le porte per una carriera accademica – ha detto il rettore Paolo Mancarella - oggi quel modello è finito e questo titolo, infatti, permette di conseguire una formazione specialistica e, insieme, una capacità di risolvere problemi complessi, formando le persone che dovranno dirigere la trasformazione della società, basandosi sui valori del merito, della conoscenza, delle pari opportunità fra donne e uomini, senza discriminazioni di genere o condizione, affermando i principi della giustizia e della responsabilità”.
BeComedy UK!
Giovedì 19 dicembre, alle ore 21:30, presso il LeningradCafè, via Silvestri 5 Pisa, si svolgerà uno show comico in inglese: i comici si esibiranno nella forma teatrale della "Stand Up Comedy", quindi solo asta e microfono.
Sulla scena un collettivo comico emergente apparso in un articolo su SirK Magazine, guidato magistralmente da Marco Di Pinto: BeComedy UK! Chiamati al microfono saranno gli anglofoni Salvatore Zappia, Eddie Murchy, Giorgia Fumo e, reduce dal Edinburgh Festival Fringe, Tiziano La Bella. Presenta Marco Di Pinto.
L'attività autogestita è svolta con il contributo finanziario dell'Università di Pisa (rif. 2179)
Avviso di fabbisogno interno per il supporto alla ricerca nell’ambito del progetto “New strategies for diagnostic, therapeutic and clinical care in Neurological diseases”
Incarico di lavoro autonomo presso la Direzione Servizi per la didattica e l’internazionalizzazione – OFA di matematica di base in modalità e-learning
“Cenerentola e Pigmalione”, il divismo femminile nel cinema
“Cenerentola e Pigmalione. Raffigurare e narrare il divismo femminile nel cinema” è il titolo di un convegno internazionale organizzato dall’Università di Pisa che si svolge il 12 e 13 dicembre al Centro congressi Le Benedettine (Piazza S. Paolo a Ripa D'Arno, 16, Pisa). Dal cinema muto a quello contemporaneo, le due giornate esplorano il ricorrere di archetipi fiabeschi e mitologici nel divismo femminile in Italia, sia dentro i film (i personaggi femminili come sono narrati dalle sceneggiature) che e fuori dalla pellicola (stampa quotidiana, stampa specializzata, scrittura di sé, radio, televisione e social network).
Il convegno curato da Chiara Tognolotti, ricercatrice dell’Ateneo pisano, è organizzato nel quadro del progetto di ricerca "I tempi delle strutture. Resilienze, accelerazioni e percezioni del cambiamento (nello spazio euro-mediterraneo)" del Dipartimento di eccellenza di Civiltà e forme del sapere, in collaborazione con FAScinA – Forum annuale delle studiose di cinema e audiovisivi, e con il patrocinio di CUC – Consulta Universitaria del Cinema e AIRSC – Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema.
"Scatto matto! Racconta la tua Università": i vincitori del concorso fotografico
La Commissione giudicatrice ha selezionato i vincitori del concorso fotografico "Scatto matto! Racconta la tua Università" (disposti in ordine puramente alfabetico):
- Andreozzi Daniele, Alla fine del tunnel
- Ballati Sofia, Il futuro a portata di mano
- Caminschi Eugeniu, Facendo pratica
- Foli Giulia, Leggi te stesso
- Iannotta Myriam, Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza
- Lami Vittorio, Pietà universitaria
- Mara Federico, Accendiamo i riflettori
- Masi Giorgia, Le distrazioni del viaggio
- Salaris Sara, Il cerchio della Sapienza
- Toninelli Serena, Il tragitto più bello
- Ventura Emilia, 50 sfumature di green
- Zigliotto Francesco, Sole e pioggia ad Dipartimento di Matematica
Leggi il verbale dell'esito del concorso
Mercoledì 18 dicembre alle ore 12 a Palazzo Vitelli (Lungarno Pacinotti, 43) alla presenza del Rettore si terrà una piccola cerimonia di consegna dei premi e di presentazione del calendario Unipi 2020.
Tesi sulla riqualificazione di piazza Cavalca a Vicopisano vince il premio “Gino Melani”
E’ il dottor Raffaele Bonsignori il vincitore della seconda edizione del premio di studio istituito dall’Università di Pisa su proposta del Comune di San Miniato e intitolato alla memoria del dottor Gino Melani, imprenditore sociale nel settore della manutenzione del verde, prematuramente scomparso. La cerimonia si è svolta il 10 dicembre nell’aula magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano, in occasione dell’appello di laurea magistrale in “Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio”.
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Raffaele, classe 1994 e attualmente impegnato in un tirocinio post-curriculare presso lo studio agronomico-paesaggista Laura Gatti a Milano, ha vinto grazie alla sua tesi “TreeSprawl – Una piazza verde per Vicopisano” svolta con il tutoraggio dei professori Francesco Monacci e Elisa Pellegrini e, come correlatore, l’architetto Debora Agostini. Il lavoro, che sarà la base per la riqualificazione di piazza Domenico Cavalca a Vicopisano, è stato particolarmente apprezzato dalla Giunta comunale e dai cittadini vicaresi che sono stati coinvolti sin dall’inizio del percorso progettuale, tramite la compilazione di questionari al fine di comprendere i loro desiderata, che hanno costituito la base della proposta.