Incarico per un medico veterinario libero professionista esperto nell’ambito della riproduzione dei piccoli animali
L’agricoltura sociale italiana approda in Corea del Sud
Dal 10 al 12 dicembre il professore Francesco Paolo Di Iacovo dell’Università di Pisa ha partecipato al “2019 Social Farming International Symposium: Social Farming and Welfare Reconciliation” su invito del MAFRA, il Ministero dell’Agricoltura della Corea del Sud. Il simposio aveva l’obiettivo di approfondire gli elementi innovativi delle pratiche di agricoltura sociale in Italia, raccogliendo suggerimenti per una sua diffusione in Corea del Sud. Gli aspetti che portano a guardare con crescente attenzione alla valorizzazione di risorse agro-zootecniche a fini socio-sanitari e inclusivi si legano a più fattori tra cui: il ripensamento del welfare pubblico a fronte della crisi di risorse, la necessità di organizzare servizi efficaci nelle aree rurali e periurbane, l’esigenza di rispondere in modo nuovo alla domanda di servizi più personalizzati per le persone.
Durante la missione coreana il professore Di Iacovo ha tenuto proprio sull’agricoltura sociale come metodo innovativo di creazione di valori pubblici e privati più seminari, oltre che nel Simposio Internazionale, presso la Seoul National University e nelle provincie di Cheongui e Wanju su invito delle locali amministrazioni provinciali.
Su questi temi il gruppo di ricerca coordinato dal professore Di Iacovo del Dipartimento di Scienze Veterinarie ha svolto azioni di ricerca, su scala nazionale e comunitaria, a partire dal 2002, anche valorizzando le strutture del CiRAA-UniPi. In questi anni il gruppo ha cumulato un bagaglio di acquisizioni, conoscenze e progetti innovativi che sono stati poi trasferiti sui territori e trovato traduzione nelle normative di riferimento regionali, nazionale (L.141/2015) e nel parere del Comitato Economico e Sociale Europeo.
Il professore Francesco Paolo Di Iacovo con il ViceMinistro dell’Agricoltura del Sud Corea
Di recente, a partire dalla valutazione dei dati realizzati nel progetto OrtiETICI presso il CiRAA e da quanto emerso in un lavoro di ricerca-azione realizzata con Coldiretti Torino sul territorio di quella provincia, è stato stimato il possibile impatto della diffusione delle pratiche di agricoltura sociale in Italia.
In particolare si tratterebbe della creazione di 5400 posti di lavoro per persone a bassa contrattualità, di servizi innovativi per 22 000 persone, di risparmi di investimento pubblico per circa 1 mild € per la creazione di nuovi posti di lavoro, della realizzazione di circa 0,5 mild € di prodotti di cibo civile (realizzati da pratiche di agricoltura sociale), l’equivalente di 60 milioni € riduzione spesa pubblica per servizi convenzionali, la creazione di maggiore benessere economico consumatori per un valore di circa 1,3 mild € e un generale miglioramento della qualità della vita per famiglie e comunità. Si tratta di esiti potenziali della diffusione di pratiche di innovazione sociale e diffusione dell’agricoltura sociale sul territorio nazionale italiano che si caratterizza per il fatto di legare la collaborazione di imprese agricole responsabili e la loro capacità di produrre valore economico, con quello della co-produzione di valore sociale ed etico, ripensando in profondità i processi di creazione di valori.
Ad Andrea Cerica l’edizione 2019 del Premio Pier Paolo Pasolini per la migliore tesi dottorale
La tesi dottorale di Andrea Cerica, discussa all’Università di Pisa con il professor Alessandro Grilli, ha vinto la trentacinquesima edizione del Premio Pier Paolo Pasolini, che ogni anno la Cineteca di Bologna, in collaborazione con il Centro Studi Pasolini di Casarsa, dedica alle tesi di laurea magistrale e di dottorato sulla vita e sull'opera del poeta e regista bolognese.
La tesi, intitolata “Pasolini e i poeti antichi. Scuola, poesia, teatri”, è stata selezionata da una commissione composta da Marco Antonio Bazzocchi (presidente), Luciano de Giusti, Massimo Fusillo, Hervé Joubert-Laurencin e Niva Lorenzini. I motivi della scelta sono dovuti all’ampiezza del lavoro, al profondo scavo filologico e teorico condotto, al taglio originale con cui Cerica dispone i risultati attraverso un ampio arco cronologico che va dalla formazione scolastica dell’autore fino all’ultima opera, “Petrolio”.
Nella motivazione si legge: “La tesi presenta una grande competenza intorno ai testi classici ma anche la capacità di incrociare le letture dell’antico con le suggestioni moderne, entrando nello specifico del metodo di lavoro dell’autore. Si segnalano per esempio le letture dei lirici greci e la loro influenza sui primi testi casarsesi, oppure il tema del tragico e il rapporto con le analisi di De Martino, e infine il capitolo finale in cui la ripresa di Luciano si dimostra fondamentale nella costruzione tonale di “Petrolio” e nell’individuazione del codice serio-comico”.
Andrea Cerica, nato a Venezia nel 1990, si è laureato in Scienze dell’Antichità presso l’Università Ca’ Foscari discutendo una tesi sul “Vangelo” di Pasolini, premiata con una menzione speciale dalla giuria del XXX Premio internazionale per tesi di laurea magistrale e di dottorato sull’opera e sulla vita di Pier Paolo Pasolini nel 2014. Vincitore nel 2015 della borsa Pegaso della Regione Toscana, nel 2019 si è addottorato in Scienze dell'Antichità (curriculum filologico) presso l'Università di Pisa, con la tesi “Pasolini e i poeti antichi. Scuola, poesia, teatri” con cui ha vinto il Premio Pasolini. Si è occupato di storia della filologia classica, letterature comparate, cinema (pasoliniano) e pubblicità, pubblicandone gli esiti sulle riviste specialistiche e in volumi collettanei. Attualmente insegna italiano, storia e geografia in un liceo di Venezia-Mestre, latino e greco presso un'associazione culturale mestrina, ed è assistente alla didattica presso il Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dell'Università Ca' Foscari (per i corsi di Introduzione alla cultura classica).
L'Università di Pisa ha formato nel corso degli ultimi decenni diversi studiosi e studiose che hanno dato importanti contributi allo studio critico di Pier Paolo Pasolini. Già nel 2017 il Premio Pier Paolo Pasolini era stato attribuito alla tesi magistrale di Lavinia Mannelli, laureatasi all’Università di Pisa con un lavoro dedicato al rapporto tra Pasolini e Dostoevskij.
Indagine sul Benessere Organizzativo del Personale Docente e del Personale Tecnico-Amministrativo dell'Università di Pisa - Report 2018
Il report "Indagine sul Benessere Organizzativo del Personale Docente e del Personale Tecnico-Amministrativo dell'Università di Pisa" in calce alla pagina e consultabile tramite credenziali di Ateneo, ha l'obiettivo di presentare i risultati dei questionari sul benessere organizzativo rivolti al personale tecnico-amministrativo e docente dell'Università di Pisa.
Ad Andrea Cerica l’edizione 2019 del Premio Pier Paolo Pasolini per la migliore tesi dottorale
La tesi dottorale di Andrea Cerica, discussa all’Università di Pisa con il professor Alessandro Grilli, ha vinto la trentacinquesima edizione del Premio Pier Paolo Pasolini, che ogni anno la Cineteca di Bologna, in collaborazione con il Centro Studi Pasolini di Casarsa, dedica alle tesi di laurea magistrale e di dottorato sulla vita e sull'opera del poeta e regista bolognese.
La tesi, intitolata “Pasolini e i poeti antichi. Scuola, poesia, teatri”, è stata selezionata da una commissione composta da Marco Antonio Bazzocchi (presidente), Luciano de Giusti, Massimo Fusillo, Hervé Joubert-Laurencin e Niva Lorenzini. I motivi della scelta sono dovuti all’ampiezza del lavoro, al profondo scavo filologico e teorico condotto, al taglio originale con cui Cerica dispone i risultati attraverso un ampio arco cronologico che va dalla formazione scolastica dell’autore fino all’ultima opera, “Petrolio”.
Nella foto il vincitore del Premio Pasolini, Andrea Cerica.
Nella motivazione si legge: “La tesi presenta una grande competenza intorno ai testi classici ma anche la capacità di incrociare le letture dell’antico con le suggestioni moderne, entrando nello specifico del metodo di lavoro dell’autore. Si segnalano per esempio le letture dei lirici greci e la loro influenza sui primi testi casarsesi, oppure il tema del tragico e il rapporto con le analisi di De Martino, e infine il capitolo finale in cui la ripresa di Luciano si dimostra fondamentale nella costruzione tonale di “Petrolio” e nell’individuazione del codice serio-comico”.
Andrea Cerica, nato a Venezia nel 1990, si è laureato in Scienze dell’Antichità presso l’Università Ca’ Foscari discutendo una tesi sul “Vangelo” di Pasolini, premiata con una menzione speciale dalla giuria del XXX Premio internazionale per tesi di laurea magistrale e di dottorato sull’opera e sulla vita di Pier Paolo Pasolini nel 2014. Vincitore nel 2015 della borsa Pegaso della Regione Toscana, nel 2019 si è addottorato in Scienze dell'Antichità (curriculum filologico) presso l'Università di Pisa, con la tesi “Pasolini e i poeti antichi. Scuola, poesia, teatri” con cui ha vinto il Premio Pasolini. Si è occupato di storia della filologia classica, letterature comparate, cinema (pasoliniano) e pubblicità, pubblicandone gli esiti sulle riviste specialistiche e in volumi collettanei. Attualmente insegna italiano, storia e geografia in un liceo di Venezia-Mestre, latino e greco presso un'associazione culturale mestrina, ed è assistente alla didattica presso il Dipartimento di Filosofia e Beni culturali dell'Università Ca' Foscari (per i corsi di Introduzione alla cultura classica).
L'Università di Pisa ha formato nel corso degli ultimi decenni diversi studiosi e studiose che hanno dato importanti contributi allo studio critico di Pier Paolo Pasolini. Già nel 2017 il Premio Pier Paolo Pasolini era stato attribuito alla tesi magistrale di Lavinia Mannelli, laureatasi all’Università di Pisa con un lavoro dedicato al rapporto tra Pasolini e Dostoevskij.
SOS ghiacciai: il professor Baroni dell’Università di Pisa unico italiano fra i firmatari della lettera-denuncia pubblicata sulla rivista Nature
Dal 1960, i ghiacciai del nostro Pianeta hanno perso più di 9.000 gigatonnellate di ghiaccio, l’equivalente di uno strato spesso 20 centimetri esteso quanto la Spagna, e la previsione è che scompariranno quasi del tutto entro il 2300, con un conseguente e drammatico innalzamento del livello del mare in tutto il globo. E’ questo l’allarmante scenario che emerge da una lettera appello pubblicata a dicembre sulla rivista Nature e firmata da 38 scienziati di tutto il mondo fra cui, unico Italiano, il professor Carlo Baroni, geologo dell’Università di Pisa.
“Il tasso attuale di fusione dei ghiacciai provocato dal cambiamento climatico atto è senza precedenti – spiega Carlo Baroni - moltissime catene montuose perderanno la maggior parte dei loro ghiacciai entro questo secolo, la fusione attuale è già responsabile dell’innalzamento del livello del mare di quasi 3 centimetri”.
La lettera pubblicata su Nature è stata redatta lo scorso agosto a Zurigo durante il meeting del World Glacier Monitoring Service al quale il professor Baroni ha partecipato in qualità di rappresentante del Comitato Glaciologico Italiano (CGI). Il documento è stato quindi inviato a Patricia Espinosa, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, per favorire il monitoraggio e le ricerche sui ghiacciai quali sensibili sentinelle del clima.
“Vorrei sottolineare – ha concluso Baroni – che la lettera riprende in parte anche gli argomenti della "Carta dell'Adamello" sottoscritta dal nostro Ateneo e firmata la scorsa estate dai Rettori di numerose Università italiane, dal Club Alpino Italiano (CAI) e dal CGI, che impegna le istituzioni aderenti a promuovere la formazione e la ricerca sul cambiamento climatico in atto, a testimonianza del grande impegno degli scienziati su questo tema”.
Il vice-ministro per gli Investimenti e Commercio Estero dell’Uzbekistan in visita alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa
Lo scorso 14 dicembre il vice-ministro per gli Investimenti e Commercio Estero dell’Uzbekistan, dr. Shukhrat Vafaev, ha visitato la scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa per conoscere le attività di ricerca sulle energie rinnovabili, tema di grande interesse nel suo paese, e per valutare la possibilità di stipulare accordi di cooperazione con l’Ateneo pisano.
L’incontro è stato organizzato dal professore Fabio Fantozzi, docente del “Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DESTEC)” e vi hanno partecipato i professori Francesco Marcelloni, prorettore alla Cooperazione e Relazioni Internazionali, Massimo Ceraolo e Lorenzo Ferrari.
Nel corso della visita, il tema centrale sono state soprattutto le ricerche rivolte al contenimento dei consumi nel settore civile. Alla fine dell’incontro il professore Marcelloni ha quindi rapidamente illustrato anche altri settori di potenziale interesse per l’Uzbekistan. Il ministro, che è stato invitato a Pisa nel corso della conferenza internazionale “Italy and Central Asia” che si è svolta il 13 dicembre a Roma al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si è dichiarato colpito dalle tante attività di altissimo livello e si è detto felice di promuovere collaborazioni tra il suo paese e l’Ateneo pisano.
Presentato il calendario ufficiale 2020 dell'Università di Pisa
È stato presentato mercoledì 18 dicembre nell’atrio di Palazzo Vitelli, alla presenza del rettore Paolo Mancarella, il calendario ufficiale 2020 dell'Università di Pisa, realizzato con le 12 immagini che sono state selezionate nell'ambito del concorso fotografico “Scatto matto! Racconta la tua Università", riservato agli studenti dell'Ateneo.
Il calendario, che sarà distribuito al personale dell'Ateneo, è nato da un'idea di Francesco Giorgelli, membro del Comitato Unico di garanzia e responsabile Cultura del Centro Ricreativo Dipendenti Universitari, idea subito raccolta dall’Ateneo. La proposta, con il coordinamento dell'Ufficio comunicazione e la collaborazione della Pisa University Press, è stata sviluppata attraverso il concorso fotografico a premi "Scatto matto!", che ha avuto come tema l'illustrazione e l'interpretazione dei vari aspetti della vita dell'Ateneo, visti anche in rapporto con il contesto cittadino e il territorio pisano. Al concorso, aperto tra luglio e ottobre, hanno partecipato 268 candidati con più di 700 fotografie.
Nell'occasione sono stati premiati i 12 autori delle foto vincitrici, ognuno dei quali riceverà una somma di 500 euro a titolo di rimborso per l'opera di creatività prestata. Gli studenti, selezionati da una Commissione presieduta dalla professoressa Sandra Lischi, delegata per la Comunicazione e la Diffusione della Cultura, e il titolo indicato per l'opera sono: Daniele Andreozzi, Alla fine del tunnel; Sofia Ballati, Il futuro a portata di mano; Eugeniu Caminschi, Facendo pratica; Giulia Foli, Leggi te stesso; Myriam Iannotta, Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza; Vittorio Lami, Pietà universitaria; Federico Mara, Accendiamo i riflettori; Giorgia Masi, Le distrazioni del viaggio; Sara Salaris, Il cerchio della Sapienza; Serena Toninelli, Il tragitto più bello; Emilia Ventura, 50 sfumature di green; Francesco Zigliotto, Sole e pioggia al Dipartimento di Matematica.
Le 12 immagini premiate resteranno esposte nell'atrio di Palazzo Vitelli per tutto il periodo natalizio.
"Questo concorso - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - ci ha dato l’opportunità di rileggere e (ri)conoscere la nostra Università attraverso lo sguardo di chi la vive più intensamente: voi studenti. Ma questa piccola competizione è stata anche il nostro modo di invitarvi a creare, con le immagini, nuove relazioni tra l’Ateneo, la città e il suo territorio, al fine di rinnovare quel senso di appartenenza che vi lega alla realtà che avete intorno”.
Il vice-ministro per gli Investimenti e Commercio Estero dell’Uzbekistan in visita alla Scuola di Ingegneria
Lo scorso 14 dicembre il vice-ministro per gli Investimenti e Commercio Estero dell’Uzbekistan, dr. Shukhrat Vafaev, ha visitato la scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa per conoscere le attività di ricerca sulle energie rinnovabili, tema di grande interesse nel suo paese, e per valutare la possibilità di stipulare accordi di cooperazione con l’Ateneo pisano.
Alcuni momenti della visita
L’incontro è stato organizzato dal professore Fabio Fantozzi, docente del “Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DESTEC)” e vi hanno partecipato i professori Francesco Marcelloni, prorettore alla Cooperazione e Relazioni Internazionali, Massimo Ceraolo e Lorenzo Ferrari.
Nel corso della visita, il tema centrale sono state soprattutto le ricerche rivolte al contenimento dei consumi nel settore civile. Alla fine dell’incontro il professore Marcelloni ha quindi rapidamente illustrato anche altri settori di potenziale interesse per l’Uzbekistan. Il ministro, che è stato invitato a Pisa nel corso della conferenza internazionale “Italy and Central Asia” che si è svolta il 13 dicembre a Roma al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si è dichiarato colpito dalle tante attività di altissimo livello e si è detto felice di promuovere collaborazioni tra il suo paese e l’Ateneo pisano.
SOS ghiacciai: lettera-denuncia pubblicata su Nature
Dal 1960, i ghiacciai del nostro Pianeta hanno perso più di 9.000 gigatonnellate di ghiaccio, l’equivalente di uno strato spesso 20 centimetri esteso quanto la Spagna, e la previsione è che scompariranno quasi del tutto entro il 2300, con un conseguente e drammatico innalzamento del livello del mare in tutto il globo. E’ questo l’allarmante scenario che emerge da una lettera appello pubblicata a dicembre sulla rivista Nature e firmata da 38 scienziati di tutto il mondo fra cui, unico Italiano, il professor Carlo Baroni, geologo dell’Università di Pisa.
Careser Glacier (Ortles-Cevedale, Alpi Retiche) il 25 luglio 2003 (a sinistra) e l'11 agosto 2019 (a destra); foto di Luca Carturan (Università di Padova)
“Il tasso attuale di fusione dei ghiacciai provocato dal cambiamento climatico atto è senza precedenti – spiega Carlo Baroni - moltissime catene montuose perderanno la maggior parte dei loro ghiacciai entro questo secolo, la fusione attuale è già responsabile dell’innalzamento del livello del mare di quasi 3 centimetri”.
La lettera pubblicata su Nature è stata redatta lo scorso agosto a Zurigo durante il meeting del World Glacier Monitoring Service al quale il professor Baroni ha partecipato in qualità di rappresentante del Comitato Glaciologico Italiano (CGI). Il documento è stato quindi inviato a Patricia Espinosa, segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, per favorire il monitoraggio e le ricerche sui ghiacciai quali sensibili sentinelle del clima.
“Vorrei sottolineare – ha concluso Baroni – che la lettera riprende in parte anche gli argomenti della "Carta dell'Adamello" sottoscritta dal nostro Ateneo e firmata la scorsa estate dai Rettori di numerose Università italiane, dal Club Alpino Italiano (CAI) e dal CGI, che impegna le istituzioni aderenti a promuovere la formazione e la ricerca sul cambiamento climatico in atto, a testimonianza del grande impegno degli scienziati su questo tema”.