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Comunicati stampa

Il 6 luglio alle 10, nel cortile del Palazzo "La Sapienza" si è svolta la cerimonia ufficiale di Saluto ai Professori Emeriti e di Conferimento dell’Ordine del Cherubino.

“È con una certa emozione – ha detto il Rettore, Paolo Mancarella, in apertura del suo discorso - che oggi torniamo a condividere due tra le cerimonie più sentite del nostro Ateneo, dopo mesi in cui la pandemia ci ha negato la possibilità di ritrovarci, come oggi, in momenti che rinforzano quel senso di comunità e di appartenenza così presente in tutti noi”.

“A emeriti e cherubini – ha proseguito - riconosciamo oggi il merito di aver mantenuto viva la fiamma dell’eccellenza grazie alla quale il nostro Ateneo non solo è tra le forze trainanti di un sistema universitario italiano sempre più apprezzato nel mondo, ma anche un nodo importante e autorevole nella rete globale delle Università e degli enti di ricerca”.

Dopo l’intervento del Rettore è seguito il saluto ai sette nuovi professori emeriti: Pietro Beltrami, Danilo Emilio De Rossi, Roberto Dvornicich, Manuela Giovannetti, Oronzo Mazzotta, Alfredo Mazzotti e Paolo Miccoli.
Il titolo di emerito è attribuito con decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca, su richiesta degli atenei, ai professori ordinari collocati a riposo con almeno venti anni di servizio che si sono distinti per l’eccellenza del loro curriculum scientifico e gli incarichi di rilievo ricoperti a livello nazionali e internazionali.

Emeriti: da sinistra Oronzo Mazzotta, Roberto Dvornicich, Manuela Giovannetti, Paolo Miccoli, Paolo Mancarella, Danilo Emilio De Rossi, Alfredo Mazzotti, Pietro Beltrami

La cerimonia si è poi conclusa con il conferimento dell’Ordine del Cherubino, l’unica onorificenza concessa dall’Università di Pisa a quei docenti che si sono distinti per i loro particolari meriti scientifici e culturali o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell’Ateneo.

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Cherubini: Carlo Baroni, Alessandro Poli, Gaetano Privitera, Rita Pardini, Luciana Dente, Paolo Mancarella, Marco Mazzoncini, Giovanna Marotta, Alessandro Balestrino, Gigliola Vaglini, Silvio Bianchi Martini, il fratello del professore Corrado Blandizzi che ha ritirato il cherubino alla memoria

I professori insigniti sono stati, in ordine di anzianità di chiamata: Alessandro Poli del dipartimento di Scienze veterinarie, Gaetano Privitera del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina, Giovanna Marotta del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, Carlo Baroni del dipartimento di Scienze della Terra, Gigliola Vaglini del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Alessandro Balestrino del dipartimento di Scienze Politiche, Silvio Bianchi Martini del dipartimento di Economia e Management, Rita Pardini del dipartimento di Matematica, Marco Mazzoncini del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari, Agro-ambientali, Luciana Dente del dipartimento di Biologia, Corrado Blandizzi dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, quest’ultimo alla memoria.

La cerimonia è andata in onda in streaming, per rivederla: https://www.youtube.com/watch?v=VlR0Tc-TRzM

 

 Il 6 luglio alle 10, nel cortile del Palazzo "La Sapienza" si tiene la cerimonia ufficiale di Saluto ai Professori Emeriti e Conferimento dell’Ordine del Cherubino.

L’Ordine del Cherubino è una onorificenza conferita dal Magnifico Rettore dell’Università di Pisa, in seguito a delibera del Senato Accademico, a professori ordinari dell’Ateneo pisano che abbiano contribuito ad accrescerne il prestigio per i loro particolari meriti scientifici o per il loro contributo alla vita ed al funzionamento dell’Università.
Il conferimento è accompagnato dalla consegna di un diploma e di una insegna nella quale è rappresentato il Cherubino con sei ali.

Per chi non ha ricevuto l'invito è possibile seguire la cerimonia on line al link: http://call.unipi.it/EmeritiCherubini2020

Programma

Introduzione del Magnifico Rettore
Prof. Paolo M. Mancarella

Saluto ai Professori Emeriti

Pietro Beltrami
Danilo Emilio De Rossi
Roberto Dvornicich
Manuela Giovannetti
Oronzo Mazzotta
Alfredo Mazzotti
Paolo Miccoli

Cerimonia di conferimento dell’Ordine del Cherubino

Alessandro Poli, Dipartimento di Scienze veterinarie
Gaetano Privitera, Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina
Giovanna Marotta, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
Carlo Baroni, Dipartimento di Scienze della Terra
Gigliola Vaglini, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione
Alessandro Balestrino, Dipartimento di Scienze Politiche
Silvio Bianchi Martini, Dipartimento di Economia e Management
Rita Pardini, Dipartimento di Matematica
Marco Mazzoncini, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari, Agro-ambientali
Luciana Dente, Dipartimento di Biologia
Corrado Blandizzi, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Il 6 luglio alle 10, nel cortile del Palazzo "La Sapienza" (Via Curtatone e Montanara 15) si tiene la cerimonia ufficiale di Saluto ai Professori Emeriti e Conferimento dell’Ordine del Cherubino.
L’Ordine del Cherubino è l’unica onorificenza concessa dall’Università di Pisa a quei docenti che si sono distinti per i loro particolari meriti scientifici e culturali o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell’Ateneo.

Il programma della mattinata: https://www.unipi.it/index.php/unipieventi/event/5866-saluto-ai-professori-emeriti-e-conferimento-dell-ordine-del-cherubino

Sarà possibile seguire la cerimonia on line al link: http://call.unipi.it/EmeritiCherubini2020

Sono stati assegnati i premi banditi dell’Università di Pisa per l’organizzazione di iniziative scientifiche organizzate dai dottorandi e dalle dottorande dell’Ateneo, per un finanziamento totale di 53 mila euro. L’iniziativa è promossa con la finalità di sostenere lo sviluppo della ricerca, il confronto e la condivisione tra studiosi junior e senior di esperienze, pratiche e risultati ottenuti tramite l’organizzazione di convegni, workshop e giornate di studio.

"Come Ateneo siamo molto fieri di questa iniziativa, arrivata alla sua terza edizione – commenta la professoressa Marcella Aglietti, delegata del rettore ai Dottorati di ricerca – Per le dottorande e i dottorandi rappresenta una straordinaria opportunità di confronto e dibattito sui rispettivi temi di studio con i più prestigiosi esperti a livello europeo e internazionale, potenziando la disseminazione dei risultati delle loro indagini e favorendo la costruzione di network relazionali che potranno essere fondamentali per il loro futuro professionale".

Tutte e 15 le iniziative finanziate si terranno online e ad accesso gratuito, in modo da essere fruibili dal maggior numero possibile di interessati in totale sicurezza. I settori disciplinari coinvolti saranno dei più vari: dalla filosofia alla diagnostica clinica veterinaria, dalla genome editing all’analisi delle fasi di sviluppo di un farmaco, dall’innovazione nell’educazione avanzata ai live podcast sulle nuove frontiere dell’informatica. La kermesse di eventi si aprirà con la conferenza internazionale "Chemistry for the Future 2021”, organizzata dai dottorandi in Scienze chimiche e dei materiali e in corso proprio in questi giorni; mentre in autunno inoltrato si terranno, solo per ricordarne alcuni in ordine di graduatoria, il Seminario Nazionale dei Dottorandi e delle Dottorande in Scienze politiche, intitolato "Il sapere e la sua diffusione nell’età contemporanea”; il workshop "Multidisciplinary studies for sustainable agriculture: The European Green Deal” proposto dai dottorandi in Scienze agrarie, alimentari ed agro-ambientali; e il convegno "AMNIS. L'acqua tra la materialità e la parola” a cura degli allievi e allieve del dottorato in Scienze dell’antichità e archeologia e con la straordinaria partecipazione del Museo delle Navi di Pisa.

Tutte le iniziative finanziate sono consultabili a questo link.

Gruppi di persone dove nessuno interagisce con gli altri ma tutti guardano il proprio cellulare. Quante volte abbiamo visto questa scena o ne siamo stati protagonisti, parrebbe un controsenso e invece no. Perché guardare lo smartphone è un gesto altamente contagioso che rientra nei “fenomeni di mimica spontanea”: l’imitazione del comportamento altrui si manifesta entro 30 secondi al di là delle differenze di genere, età o livello di familiarità delle persone (estranei, conoscenti o parenti). È questo quanto emerge da uno studio pubblicato sul Journal of Ethology e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa, il primo che abbia mai applicato un approccio etologico all’uso dei telefonini.

“La mimica spontanea, come il contagio dalla risata o dello sbadiglio, è un fenomeno biologico che accresce la familiarità tra i soggetti avendo un ruolo nello sviluppo delle relazioni sociali – spiega la Veronica Maglieri dottoranda dell’Università di Pisa – Ma in questo caso, la mimica sembra produrre un risultato opposto, poiché attivando la nostra necessità di usare il cellulare anche quando siamo in compagnia, ci allontaniamo dalla realtà che stiamo vivendo, e veniamo traghettati verso una realtà completamente virtuale anche se siamo circondati da persone fisiche”.

Per realizzare lo studio, il team, composto dai docenti Elisabetta Palagi e Dimitri Giunchi, la dottoranda Veronica Maglieri e lo studente magistrale Marco Germain Riccobono, ha osservato gruppi persone ignare della ricerca controllando il loro comportamento dopo essere stati esposti a due diversi stimoli. In un caso gli sperimentatori prendevano il loro smartphone e lo manipolavano per almeno 5 secondi guardando direttamente lo schermo illuminato. Nell’altro eseguivano esattamente le stesse azioni, fatta eccezione per lo sguardo (e quindi l’attenzione), che non era diretto verso lo schermo illuminato, ma altrove. Il risultato è stato che nel primo caso, con un’altissima frequenza, le persone prendevano i loro smartphone e si mettevano a guardarli entro 30 secondi. Secondo i ricercatori la molla che fa scattare il contagio è dunque l’attenzione, mentre la mera manipolazione del telefonino non è sufficiente a evocare un fenomeno di mimica spontanea.

“Oggi il 44.81% della popolazione mondiale, circa 3.5 miliardi di persone, possiede e usa regolarmente uno smartphone, se da un lato la funzione di questi device è di connettere le persone dall’altro il loro uso può aumentare l’isolamento sociale – conclude la professoressa Elisabetta Palagi - comprendere i meccanismi etologici alla base di questi fenomeni può quindi aiutare a capire come i differenti contesti sociali influenzino i comportamenti individuali e favoriscano situazioni di dipendenza e distacco dalla realtà”.


Gruppi di persone dove nessuno interagisce con gli altri ma tutti guardano il proprio cellulare. Quante volte abbiamo visto questa scena o ne siamo stati protagonisti, parrebbe un controsenso e invece no. Perché guardare lo smartphone è un gesto altamente contagioso che rientra nei “fenomeni di mimica spontanea”: l’imitazione del comportamento altrui si manifesta entro 30 secondi al di là delle differenze di genere, età o livello di familiarità delle persone (estranei, conoscenti o parenti). È questo quanto emerge da uno studio pubblicato sul Journal of Ethology e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa, il primo che abbia mai applicato un approccio etologico all’uso dei telefonini.


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“La mimica spontanea, come il contagio dalla risata o dello sbadiglio, è un fenomeno biologico che accresce la familiarità tra i soggetti avendo un ruolo nello sviluppo delle relazioni sociali – spiega la Veronica Maglieri dottoranda dell’Università di Pisa – Ma in questo caso, la mimica sembra produrre un risultato opposto, poiché attivando la nostra necessità di usare il cellulare anche quando siamo in compagnia, ci allontaniamo dalla realtà che stiamo vivendo, e veniamo traghettati verso una realtà completamente virtuale anche se siamo circondati da persone fisiche”.

Per realizzare lo studio, il team, composto dai docenti Elisabetta Palagi e Dimitri Giunchi, la dottoranda Veronica Maglieri e lo studente magistrale Marco Germain Riccobono, ha osservato gruppi persone ignare della ricerca controllando il loro comportamento dopo essere stati esposti a due diversi stimoli. In un caso gli sperimentatori prendevano il loro smartphone e lo manipolavano per almeno 5 secondi guardando direttamente lo schermo illuminato. Nell’altro eseguivano esattamente le stesse azioni, fatta eccezione per lo sguardo (e quindi l’attenzione), che non era diretto verso lo schermo illuminato, ma altrove. Il risultato è stato che nel primo caso, con un’altissima frequenza, le persone prendevano i loro smartphone e si mettevano a guardarli entro 30 secondi. Secondo i ricercatori la molla che fa scattare il contagio è dunque l’attenzione, mentre la mera manipolazione del telefonino non è sufficiente a evocare un fenomeno di mimica spontanea.

“Oggi il 44.81% della popolazione mondiale, circa 3.5 miliardi di persone, possiede e usa regolarmente uno smartphone, se da un lato la funzione di questi device è di connettere le persone dall’altro il loro uso può aumentare l’isolamento sociale – conclude la professoressa Elisabetta Palagi - comprendere i meccanismi etologici alla base di questi fenomeni può quindi aiutare a capire come i differenti contesti sociali influenzino i comportamenti individuali e favoriscano situazioni di dipendenza e distacco dalla realtà”.


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