Dalai Lama: incontro pubblico in piazza dei Cavalieri
Un incontro pubblico in piazza Cavalieri: si aprirà così, nella mattina di mercoledì 20 settembre, la visita del Dalai Lama a Pisa, ultima e più importante tappa del tour italiano che inizierà il 16 settembre a Taormina e poi continuerà a Messina, Palermo, Firenze per terminare nella città della Torre. Un evento organizzato da Comune di Pisa e Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia. Nei prossimi giorni saranno forniti ulteriori dettagli organizzativi. Il programma è visitabile a questo link.
La due giorni pisana del Dalai Lama continuerà nel pomeriggio del 20 settembre e per tutto il 21 settembre a Palazzo dei Congressi con il simposio internazionale “The Mindscience of Reality” organizzato dall'Università di Pisa e dall'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia.
«Le due giornate rappresentano la centralità della nostra città nella studio e nella ricerca sulle scienze della mente, tra neuroscienze, fisica e filosofia. E rinnovano il ruolo di Pisa come città vocata al dialogo tra culture e religioni – commenta il sindaco di Pisa Marco Filippeschi – La presenza del Dalai Lama, cittadino onorario della nostra città dal 1996, rinnova e rilancia al più alto livello il nostro legame con la comunità buddista e le sue espressioni più significative qual è l'Istituto Lama Tzong Kapa di Pomaia».
«Questa iniziativa – dichiara il rettore Paolo Mancarella – conferma il ruolo di Pisa come luogo di incontro tra culture diverse, che incoraggia e valorizza ogni sforzo di dialogo e di pace tra i popoli. Il simposio su "The Mindscience of Reality", organizzato dall'Ateneo pisano e dall'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, avrà un’impostazione multidisciplinare che coinvolgerà fisici, filosofi, psicologi, medici e, in particolare, neuroscienziati, e sarà un evento scientifico di rilevanza internazionale attraverso cui lanciare il concetto di “Mindscience” e un nuovo approccio di studio della mente». (Fonte Comune di Pisa).
Smart Grid più efficienti per sfruttare al meglio l’energia dei piccoli produttori
Realizzare Smart Grid capaci di distribuire in modo sempre più efficiente l’energia di numerosi piccoli produttori che eccede l’autoconsumo. E’ questo l’obiettivo del progetto CONNECT al quale partecipa il gruppo di ricerca guidato dal professore Giuseppe Iannaccone del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa attraverso il Consorzio Nazionale Interuniversitario per la Nanoelettronica (IUNET).
Appena finanziato all’interno del Joint Undertaking ECSEL, CONNECT (Innovative smart components, modules and appliances for a truly connected, efficient and secure smart grid) impegnerà per 36 mesi 19 partner provenienti da 5 diversi Paesi europei. Infineon, la maggiore società tedesca nel settore dei semiconduttori, coordina il progetto, mentre i partner industriali italiani sono STMicroelectronics ed ENEL.
“La rete elettrica tradizionale è unidirezionale, cioè distribuisce energia da pochi grandi impianti di produzione a molti consumatori – spiega Giuseppe Iannaccone -Oggi invece, abbiamo la necessità di avere una rete bidirezionale che possa trasportare anche l’energia immessa in rete da numerosi piccoli produttori attraverso, ad esempio, i pannelli solari o da impianti di produzione da altre fonti rinnovabili e che eccede l’autoconsumo”.
Questa produzione distribuita, però, è per definizione intermittente e la nuova rete deve quindi essere in grado di sopportare in modo flessibile e sicuro le forti variazioni della potenza elettrica immessa e trasportata. Per farlo, ed è questa una sfida di CONNECT, occorre sviluppare Smart Grid, cioè “reti intelligenti” sempre più efficienti capaci di gestire i picchi di richiesta e convogliare l’energia dove serve per evitare interruzioni di fornitura elettrica e ridurre il carico dove necessario con benefici anche per l’ambiente.
“L’Ateneo ha un doppio ruolo nel progetto CONNECT: da un lato svilupperemo chip capaci di convertire l’energia ad alta efficienza e dall’altro convertiremo reti distribuite di sensori e attuatori per il controllo dei consumi in piccole reti intelligenti – conclude Iannaccone - La trasformazione di un’infrastruttura tecnologica classica in un sistema intelligente capace di adattarsi sfruttando un flusso di informazioni in tempo reale è uno degli aspetti caratterizzanti la fase di sviluppo industriale che va sotto il nome di Industria 4.0”.
Smart Grid più efficienti per sfruttare al meglio l’energia dei piccoli produttori
Realizzare Smart Grid capaci di distribuire in modo sempre più efficiente l’energia di numerosi piccoli produttori che eccede l’autoconsumo. E’ questo l’obiettivo del progetto CONNECT al quale partecipa il gruppo di ricerca guidato dal professore Giuseppe Iannaccone del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa attraverso il Consorzio Nazionale Interuniversitario per la Nanoelettronica (IUNET).
Appena finanziato all’interno del Joint Undertaking ECSEL, CONNECT (Innovative smart components, modules and appliances for a truly connected, efficient and secure smart grid) impegnerà per 36 mesi 19 partner provenienti da 5 diversi Paesi europei. Infineon, la maggiore società tedesca nel settore dei semiconduttori, coordina il progetto, mentre i partner industriali italiani sono STMicroelectronics ed ENEL.
“La rete elettrica tradizionale è unidirezionale, cioè distribuisce energia da pochi grandi impianti di produzione a molti consumatori – spiega Giuseppe Iannaccone - Oggi invece, abbiamo la necessità di avere una rete bidirezionale che possa trasportare anche l’energia immessa in rete da numerosi piccoli produttori attraverso, ad esempio, i pannelli solari o da impianti di produzione da altre fonti rinnovabili e che eccede l’autoconsumo”.
Questa produzione distribuita, però, è per definizione intermittente e la nuova rete deve quindi essere in grado di sopportare in modo flessibile e sicuro le forti variazioni della potenza elettrica immessa e trasportata. Per farlo, ed è questa una sfida di CONNECT, occorre sviluppare Smart Grid, cioè “reti intelligenti” sempre più efficienti capaci di gestire i picchi di richiesta e convogliare l’energia dove serve per evitare interruzioni di fornitura elettrica e ridurre il carico dove necessario con benefici anche per l’ambiente.
“L’Ateneo ha un doppio ruolo nel progetto CONNECT: da un lato svilupperemo chip capaci di convertire l’energia ad alta efficienza e dall’altro convertiremo reti distribuite di sensori e attuatori per il controllo dei consumi in piccole reti intelligenti – conclude Iannaccone - La trasformazione di un’infrastruttura tecnologica classica in un sistema intelligente capace di adattarsi sfruttando un flusso di informazioni in tempo reale è uno degli aspetti caratterizzanti la fase di sviluppo industriale che va sotto il nome di Industria 4.0”.
Chiusura estiva 2017
Gli Uffici dell'Amministrazione dell'Università di Pisa rimarranno chiusi da lunedì 7 agosto (compreso) a venerdì 18 agosto (compreso).
Gli sportelli della Segreteria studenti, di Matricolandosi e della Segreteria post-laurea saranno chiusi al pubblico da lunedì 7 agosto (compreso) a martedì 22 agosto (compreso).
L’Unità Orientamento e sostegno agli studenti, composta da Ufficio USID - Unità di Servizi per l'Integrazione degli studenti con Disabilità e Sportello Dislessia e DSA, osserverà la stessa chiusura delle Segreterie a eccezione di lunedì 21 agosto 2017.
Nel periodo dal 24 luglio al 1° settembre non verrà effettuato il martedì pomeriggio il servizio di ricevimento del pubblico su appuntamento prenotabile mediante lo Sportello virtuale. I ticket aperti dagli utenti dello Sportello virtuale nel periodo dal 5 al 20 agosto 2017 potranno essere presi in esame dagli operatori a partire da lunedì 21 agosto 2017.
Lo sportello Welcome International Students! (WIS!) sarà chiuso da lunedì 7 agosto (compreso) a martedì 22 agosto (compreso).
Il Career Service d’Ateneo sarà chiuso da lunedì 7 agosto (compreso) a venerdì 18 agosto (compreso).
Inaugurato all’Università di Pisa il corso di specializzazione per insegnanti di sostegno
Al via il 31 luglio all’Università di Pisa il corso di specializzazione per formare gli insegnanti di sostegno destinati a classi con alunni con varie tipologie di disabilità in tutti gli ordini e gradi di istruzione, dall’infanzia alla secondaria. L’inaugurazione si è svolta di fronte alla platea degli allievi, docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento selezionati su alcune centinaia di domande per raggiungere la quota di 150 iscritti prevista dal Ministero.
“La nostra università – ha detto il rettore Paolo Mancarella salutando i partecipanti - è molto sensibile alla tematica del corso, tant’è che è stato istituito a livello di Ateneo con un taglio che prevede il confronto e la sinergia tra aspetti neuropsichiatrici e altri di carattere più propriamente pedagogico e didattico”. Il rettore ha quindi proseguito sottolineando l’attenzione dell’Università di Pisa ai problemi dell’inclusione e più in generale l’interesse al rapporto con la scuola e con i suoi docenti. Su tali temi gli hanno fatto eco subito dopo il professore Luca Fanucci, delegato del Rettore all’integrazione degli studenti e del personale con disabilità e DSA (disturbi specifici di apprendimento) e il professore Pietro di Martino, delegato del Rettore per la formazione degli insegnanti. Ha preso quindi la parola la direttrice del corso, la professoressa Maria Antonella Galanti, che dopo avere illustrato il percorso formativo e le peculiarità di quello pisano, a partire dalla particolare attenzione dedicata al linguaggio musicale e musicoterapico, ha delineato le difficoltà di una figura come quella dell’insegante di sostegno. “Si tratta di un percorso – ha detto Maria Antonella Galanti - che prepara a una professione complessa e di controversa definizione ancora oggi che ricorrono 40 anni dall’emanazione della Legge 577. Una legge che sanciva il diritto di inclusione dei ragazzi con disabilità di diverso tipo nella scuola di tutti, ma la cui interpretazione applicativa non è stata omogenea nelle varie scuole e nei diversi territori del nostro paese. L’insegnante specializzato nel sostegno è un docente esperto delle diverse tipologie di disabilità che possiede anche competenze più profonde in relazione all’intelligenza, alla memoria, all’attenzione e alle dinamiche di apprendimento. Potrebbe essere una risorsa per tutta la scuola mentre invece, paradossalmente, capita ancora oggi che venga vissuto come una figura secondaria rispetto alla classe e all’insegnante titolare.”
Il corso terminerà nel prossimo maggio-giugno 2018 con una tesi finale relativa a uno studio di caso e dopo un iter molto intenso di lezioni teoriche, laboratori e tirocini assistiti che è stato illustrato agli allievi, nei suoi aspetti tecnici dal dottor Luigi Diana per la segreteria didattica universitaria deputata ai percorsi di formazione degli insegnanti.
Precisazioni relative a un articolo del Tirreno sulle indagini in corso per un concorso a cattedra
In risposta all’articolo pubblicato dal Tirreno, edizione Pisa, domenica 30 luglio, si invia la seguente nota dell’Ateneo, con preghiera di pubblicazione.
*********
Alcune precisazioni relative all’articolo da voi pubblicato domenica scorsa sulle indagini in corso per un concorso a cattedra del nostro Ateneo.
La nostra volontà di fare chiarezza sulla vicenda è testimoniata dalla pronta trasmissione di tutti gli atti in nostro possesso alla Procura della Repubblica e dall’immediata attivazione della nostra Commissione etica.
La sospensione del procedimento interno è frutto della norma (art. 23 del codice etico) che prevede, per evitare inutili sovrapposizioni e risparmiare tempo e risorse, l’opportunità di non procedere per i medesimi fatti per cui è in corso un procedimento penale.
A fronte delle istanze della Commissione che, in concomitanza con l’indagine della Procura si trovava nell’impossibilità di svolgere una esauriente attività istruttoria, il rettore non poteva far altro che rinviare la procedura interna all’esito di quella penale.
Questo, com’è facile capire, nulla toglie alla ferma intenzione di questa amministrazione di chiarire ogni aspetto della vicenda che ha riguardato la dottoressa Giulia Romano, fornendo alla Magistratura ogni supporto e collaborazione.
Al via in Ateneo il corso di specializzazione per insegnanti di sostegno
E' iniziato il 31 luglio all’Università di Pisa il corso di specializzazione per formare gli insegnanti di sostegno destinati a classi con alunni con varie tipologie di disabilità in tutti gli ordini e gradi di istruzione, dall’infanzia alla secondaria. L’inaugurazione si è svolta di fronte alla platea degli allievi, docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento selezionati su alcune centinaia di domande per raggiungere la quota di 150 iscritti prevista dal Ministero.
“La nostra università – ha detto il rettore Paolo Mancarella salutando i partecipanti - è molto sensibile alla tematica del corso, tant’è che è stato istituito a livello di Ateneo con un taglio che prevede il confronto e la sinergia tra aspetti neuropsichiatrici e altri di carattere più propriamente pedagogico e didattico”.
Il rettore ha quindi proseguito sottolineando l’attenzione dell’Università di Pisa ai problemi dell’inclusione e più in generale l’interesse al rapporto con la scuola e con i suoi docenti. Su tali temi gli hanno fatto eco subito dopo il professore Luca Fanucci, delegato del rettore all’integrazione degli studenti e del personale con disabilità e DSA (disturbi specifici di apprendimento) e il professore Pietro di Martino, delegato del rettore per la formazione degli insegnanti.
Ha preso quindi la parola la direttrice del corso, la professoressa Maria Antonella Galanti, che dopo avere illustrato il percorso formativo e le peculiarità di quello pisano, a partire dalla particolare attenzione dedicata al linguaggio musicale e musicoterapico, ha delineato le difficoltà di una figura come quella dell’insegante di sostegno.
“Si tratta di un percorso – ha detto Maria Antonella Galanti - che prepara a una professione complessa e di controversa definizione ancora oggi che ricorrono 40 anni dall’emanazione della Legge 577. Una legge che sanciva il diritto di inclusione dei ragazzi con disabilità di diverso tipo nella scuola di tutti, ma la cui interpretazione applicativa non è stata omogenea nelle varie scuole e nei diversi territori del nostro paese. L’insegnante specializzato nel sostegno è un docente esperto delle diverse tipologie di disabilità che possiede anche competenze più profonde in relazione all’intelligenza, alla memoria, all’attenzione e alle dinamiche di apprendimento. Potrebbe essere una risorsa per tutta la scuola mentre invece, paradossalmente, capita ancora oggi che venga vissuto come una figura secondaria rispetto alla classe e all’insegnante titolare.”
Il corso terminerà nel prossimo maggio-giugno 2018 con una tesi finale relativa a uno studio di caso e dopo un iter molto intenso di lezioni teoriche, laboratori e tirocini assistiti che è stato illustrato agli allievi, nei suoi aspetti tecnici dal dottor Luigi Diana per la segreteria didattica universitaria deputata ai percorsi di formazione degli insegnanti.
Precisazioni relative a un articolo del Tirreno sulle indagini in corso per un concorso a cattedra
Qui di seguito pubblichiamo la nota dell'Ateneo in risposta all’articolo apparso sul Tirreno, edizione Pisa, domenica 30 luglio, dal titolo «Concorso "pilotato" il rettore sospende l'inchiesta interna».
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Alcune precisazioni relative all’articolo da voi pubblicato domenica scorsa sulle indagini in corso per un concorso a cattedra del nostro Ateneo.
La nostra volontà di fare chiarezza sulla vicenda è testimoniata dalla pronta trasmissione di tutti gli atti in nostro possesso alla Procura della Repubblica e dall’immediata attivazione della nostra Commissione etica.
La sospensione del procedimento interno è frutto della norma (art. 23 del codice etico) che prevede, per evitare inutili sovrapposizioni e risparmiare tempo e risorse, l’opportunità di non procedere per i medesimi fatti per cui è in corso un procedimento penale.
A fronte delle istanze della Commissione che, in concomitanza con l’indagine della Procura si trovava nell’impossibilità di svolgere una esauriente attività istruttoria, il rettore non poteva far altro che rinviare la procedura interna all’esito di quella penale.
Questo, com’è facile capire, nulla toglie alla ferma intenzione di questa amministrazione di chiarire ogni aspetto della vicenda che ha riguardato la dottoressa Giulia Romano, fornendo alla Magistratura ogni supporto e collaborazione.
Scavi alle terme di Nerone: nuova luce sulla storia cittadina
Venerdì 28 luglio si è conclusa la prima campagna degli scavi archeologici presso le terme di Nerone, condotti dall’Università di Pisa sotto la direzione scientifica della professoressa Maria Letizia Gualandi, docente di Archeologia classica, grazie al finanziamento del Comune di Pisa e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio delle province di Pisa e Livorno.
Lo scavo è stato reso finanziato con 40mila euro dall’Amministrazione Comunale e costituisce il primo passo per la creazione di un parco archeologico nell’area che da Largo del Parlascio arriva fino a San Zeno. L’obiettivo è quello di far conoscere alla cittadinanza il patrimonio artistico dell’età romana, e anche di creare un nuovo polo culturale di attrazione turistica.
«Dati i risultati interessanti ottenuti con questa prima campagna di scavi - dichiara l'assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli - l'Amministrazione rinnova il suo impegno per un nuovo progetto di scavi il prossimo anno, con l'obiettivo di portare a conoscenza la storia più antica della città. In più, l'Amministrazione attraverso l'acquisizione dei terreni tra via San Zeno e le Mura, da privati o dall'Università, intende creare un'area verde e di valorizzazione del patrimonio archeologico».
Lo scavo, a cui hanno partecipato gli studenti del corso di laurea in Beni Culturali e del corso di laurea magistrale in Archeologia come complemento pratico della loro preparazione, ha permesso di acquisire nuove e importanti informazioni storiche sull’edificio termale e sulla vicina porta del Parlascio, che si apriva sul circuito delle mura medievali.
Due le aree di scavo aperte in Largo del Parlascio. Una è quella in prossimità delle “Terme di Nerone”, nella quale sono emerse nuove strutture murarie, di cui non avevamo conoscenza, che delimitano altri ambienti del complesso di età romana. In particolare, l’analisi dei materiali rinvenuti permette di raccontare le vicende dell’edificio nel corso del medioevo. Ad esempio, è stata individuata una piccola area, all’aperto, che ospitava un forno per attività artigianali (ancora de definire quali). Inoltre, si è visto che gli edifici romani furono demoliti alla metà del XVI secolo, quando tutta l’area di Largo del Parlascio subì profonde modifiche.
In quel periodo, la vecchia porta del Parlascio fu chiusa, fu costruito il Bastione e aperta Porta a Lucca. Una trasformazione urbanistica di cui porta i segni anche la seconda area di scavi, addossata alle Mura medievali. Si è rinvenuto l’edificio della gabella, dove si pagava l’imposta di ingresso in città, databile tra il XII e il XIII secolo, con una serie di ristrutturazioni che arrivano fino alla prima metà del XVI secolo. Ancora oggi è possibile osservare l’impronta delle falde del tetto sulle Mura. L’acqua piovana era raccolta in una vicina cisterna, individuata durante le indagini. Inoltre è stata rinvenuta la strada di ingresso in città, databile al XIV secolo, con il suo marciapiede in mattoni.
Tutte queste strutture furono abbattute con i lavori urbanistici di metà XVI secolo, e l’area del Parlascio divenne zona ortiva, suddivisa in proprietà private.
«Come sempre avviene negli scavi archeologici - sostiene la professoressa Gualandi - se hanno trovato risposta alcune domande storiche che avevano suggerito l’indagine, numerosi sono i nuovi interrogativi che motivano il proseguimento della ricerca. La conoscenza dell’estensione del complesso termale e degli edifici medievali rinvenuti incoraggiano infatti ad estendere lo scavo, anche al fine di valutare la possibilità di un ampliamento dell’area archeologica».
Disvelato il murales Re-Nasci
Si alza il sipario su Re-Nasci, la monumentale opera dell’artista statunitense Gaia, che costituisce il primo degli interventi murari che andranno a comporre la galleria urbana del Welcome To Pisa Festival.
Un monumento al lavoro, quello realizzato da Gaia, che ripercorre la storia del quartiere operaio di Porta a Mare, da Cosimo I de’Medici alla fondazione dello stabilimento di Saint-Gobain, avvenuto nel 1889, riuniti in un affresco corale sullo sfondo di un paesaggio tipico dell’iconografia rinascimentale.
Molto sentita la partecipazione da parte degli abitanti di Porta a Mare che, ieri sera, hanno partecipato insieme al rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, al critico d’arte Philippe Daverio e l’ingegner Davide Quattrini di Saint-Gobain, al brindisi organizzato da Saint-Gobain in occasione della presentazione di Re-Nasci, a cui Gaia ha simbolicamente dato le ultime pennellate per offrire ai presenti l’opportunità di osservare la sua performance dal vivo.
«Sono molto contento. Si conclude la prima parte di un percorso iniziato più di un anno fa grazie all’incontro con l’assessore alla cultura del comune di Pisa Andrea Ferrante e l’amico e artista Teo Pirisi, in arte Moneyless ̶ spiega il curatore della mostra Gian Guido Maria Grassi ̶ . Si tratta del primo intervento realizzato nell’ambito della prima edizione del Welcome to Pisa Festival che, nell’ottica di dare vita a un percorso partecipato con la comunità, celebra il lavoro e i lavoratori. Nei prossimi giorni proseguiremo con il secondo e il terzo intervento, che ci accompagneranno fino a settembre. Welcome to Pisa ̶ conclude ̶ vuole proseguire la tradizione nata con la realizzazione muro da parte di Keith Haring, trasformando la città in un distretto di arte contemporanea dal respiro internazionale».
«Si completa il primo tassello di un progetto ambizioso che sta cambiando il volto di Porta a Mare ̶ fa sapere l’assessore alla cultura Andrea Ferrante ̶ . Il tema del lavoro e della sua trasformazione, così legato alla storia del quartiere, dà un'impronta ancor più significativa all'impresa. Gaia conferma la grande statura intellettuale ed artistica che abbiamo avuto modo di conoscere e ammirare in queste settimane. La sua opera rafforza la dimensione di internazionalità di un festival di arte pubblica che lascerà il segno».
Intanto sono partiti i lavori per la realizzazione della seconda opera muraria che sarà firmata dall’artista Teo Pirisi, in arte Moneyless.
ANDREW PISACANE, in arte, GAIA
Gaia è cresciuto a New York City e si è laureato presso il Maryland Institute College of Art a Baltimora. Le sue opere ed installazioni sono state esposte in tutto il mondo, in particolare presso il Baltimore Museum of Art, la Rice Gallery e il Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto. Recensioni delle sue creazioni di Street Art sono presenti in vari libri sull'arte urbana, tra cui Beyond the Street: The 100 Leading Figures in Urban Art, (Berlin, 2010) e Outdoor Gallery (New York, 2014). Gaia vive e lavora a Baltimora, ma trascorre la maggior parte del suo tempo viaggiando e dipingendo murales in tutto il mondo
Gaia è stato recentemente inserito da Forbes tra i trenta artisti under 30 più promettenti ed è stato chiamato a studiare e dipingere a Nuova Delhi per conto dello Stato.
Le foto sono state realizzate da Carlo Regoli.