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Comunicati stampa
Giovedì, 08 Febbraio 2018 11:15

Apertura straordinaria della Domus Mazziniana

In occasione dell’anniversario della Repubblica Romana, proclamata il 9 febbraio 1849, la Domus Mazziniana effettuerà un’apertura straordinaria al pubblico nei giorni di venerdì, sabato e domenica prossimi, con visite guidate al museo e alla biblioteca dell’Istituto e, in particolare la domenica  mattina, con laboratori dedicati alle famiglie in collaborazione con l'Associazione "CorreLaMente".

L’apertura straordinaria sarà una vera e propria prova generale in vista dell’inaugurazione dell’anno mazziniano che avverrà, come da tradizione, il prossimo 10 marzo, anniversario della morte di Giuseppe Mazzini avvenuta a Pisa nel 1872.

Sarà dunque un anno particolarmente denso di impegni per la Domus che – dopo un lungo periodo di commissariamento – è ritornata alla gestione ordinaria, con un nuovo Consiglio d’amministrazione presieduto dal rettore dell’Università, Paolo Mancarella. Il programma del 2018 si svilupperà, in stretta sinergia con l’Ateneo, lungo due assi portanti: le celebrazioni per il 70° anniversario della Costituzione e quelle per il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara, a conferma del forte legame tra il Risorgimento e la Repubblica che è alla base della stessa mission della Domus Mazziniana.

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Una particolare attenzione sarà dedicata, come nella tradizione della Domus, al mondo della scuola, con tre appuntamenti nei pomeriggi prossima settimana dedicati in maniera specifica ai docenti e alla presentazione dell’attività didattica della Domus Mazziniana.

Le visite guidate avverranno su prenotazione:
Venerdì 9 febbraio: ore 15.30-16;30
Sabato 10 e domenica 11: ore 9.30-11.30 e 15-16.30

Laboratori per famiglie: domenica 11, ore 11

Incontri per i docenti:
Lunedì 12, mercoledì 14 e venerdì 16, dalle ore 15 alle 16.30.

Per informazioni e prenotazioni: www.domusmazziniana.it, tel: 050-24174,Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per i docenti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

copertina Eduardo De Filippo o della comunicazione difficile (Cuepress, 2018) è l’ultimo libro di Anna Barsotti, ordinario di Discipline dello Spettacolo presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere del nostro Ateneo dove insegna “Storia del Teatro e dello Spettacolo” e “Drammaturgia e Spettacolo”.

Gli interessi scientifici della professoressa Barsotti si orientano dalla drammaturgia alla messinscena, all’attore, alle lingue teatrali (con specifico riferimento ai rapporti lingua-dialetto). In particolare, su De Filippo ha scritto il volume Eduardo drammaturgo (1988, Premio Nazionale di critica “Luigi Russo”), e per Einaudi ha curato la nuova edizione della Cantata dei giorni dispari (1995) e della Cantata dei giorni pari (1998) e pubblicato la monografia Eduardo (2003); suo anche il volume Eduardo, Fo e l’attore-autore del Novecento (2007).

Pubblichiamo di seguito una nota di presentazione e due estratti dal volume Eduardo De Filippo o della comunicazione difficile, a firma della professoressa Barsotti.

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Come per i suoi coetanei (non solo) europei, Ionesco e Beckett, il problema centrale novecentesco è, per Eduardo, la comunicazione difficile, talvolta impossibile, fra uomo e uomo, individuo e società, io e mondo. All’origine forse, per tutti, Pirandello; eppure il nostro è un attore-autore, figlio d’arte (oltre che naturale) d’una tradizione partenopea che dal bilinguismo dialetto/lingua ha tratto vigore e resistenza, oscillando fra i due poli. Questo libro ripercorre le tappe d’una drammaturgia eduardiana che va oltre; per la sua radicalità attorica concretizza il problema tematizzandolo, e inaugura una contaminazione teatrale multilinguistica, tra affabulazioni e silenzi, con punte d’espressionismo librate sul confine ambiguo fra reale e fantastico. Raggiunge quindi una sua complessa originalità, proiettandosi nell’oggi. Completa il volume un’ampia Nota su edizioni e varianti e una Bibliografia essenziale ma aggiornata.

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Lo scorcio dal dentro consentirà all’attore-autore di mettere in scena anche la vita fuori: in quella sua Napoli-arnia, mai o quasi mai la città delle ville arroccate e isolate dai giardini, ma comunque la si spacchi, in verticale – i piani alti, i quinti piani – o in orizzontale – i bassi dei ceti più emarginati –, attraversata da odori, profumi o puzze interfamigliari, fiori caffè ragù fritture o mondezze, e collegata dal perpetuo chiamarsi, parlarsi, dimenarsi da un’apertura all’altra, sia finestra o porta o terrazza.

Rifiutare il linguaggio comunicante, per Eduardo, significa rifiutare il mondo: Calogero […] si rinchiude in quel dialogo privato con la scatola – vaso di Pandora e talismano – che è un monologo eterno, elastico, infinito […]. La didascalia finale richiama quella visionica di Natale in casa Cupiello; ma il borghese è senza eredi, nessun altro uomo può più intenderne il messaggio […]: egli parla soltanto con la scatola di un palcoscenico […]. La conclusione della Grande magia coincide, stavolta, con la fantasia solipsistica del protagonista: il finale di partita si chiude con l’allucinata vittoria dell’illusione, divenuta tanto alienante da doversi sostituire alla realtà.

Anna Barsotti

Giovedì, 08 Febbraio 2018 11:09

Apertura straordinaria della Domus Mazziniana

In occasione dell’anniversario della Repubblica Romana, proclamata il 9 febbraio 1849, la Domus Mazziniana effettuerà un’apertura straordinaria al pubblico nei giorni di venerdì, sabato e domenica prossimi, con visite guidate al museo e alla biblioteca dell’Istituto e, in particolare la domenica mattina, con laboratori dedicati alle famiglie in collaborazione con l'Associazione "CorreLaMente".
L’apertura straordinaria sarà una vera e propria prova generale in vista dell’apertura dell’anno mazziniano che avverrà, come da tradizione, il prossimo 10 marzo, anniversario della morte di Giuseppe Mazzini avvenuta a Pisa nel 1872.
Sarà dunque un anno particolarmente denso di impegni per la Domus che – dopo un lungo periodo di commissariamento – è ritornata alla gestione ordinaria, con un nuovo Consiglio d’amministrazione presieduto dal rettore dell’Università, Paolo Mancarella. Il programma del 2018 si svilupperà, in stretta sinergia con l’Ateneo, lungo due assi portanti: le celebrazioni per il 70° anniversario della Costituzione e quelle per il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara, a conferma del forte legame tra il Risorgimento e la Repubblica che è alla base della stessa mission della Domus Mazziniana.
Una particolare attenzione sarà dedicata, come nella tradizione della Domus, al mondo della scuola, con tre appuntamenti nei pomeriggi prossima settimana dedicati in maniera specifica ai docenti e alla presentazione dell’attività didattica della Domus Mazziniana.

Il giorno 23 febbraio 2018, alle ore 16.00, riapre al pubblico, completamente rinnovata, la Galleria dei mammiferi del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa nella Certosa di Calci (via Roma, 79 Calci (PI))
In esposizione una collezione di enorme rilievo scientifico: quasi trecento esemplari, tra quelli appartenenti alla collezione storica del Museo e quelli frutto della recente acquisizione della collezione Barbero. L'importante allestimento ha richiesto lunghi mesi di lavoro per il personale coinvolto, in particolare per il delicato restauro degli esemplari storici, molti dei quali risalenti alla prima metà dell'Ottocento, e per lo studio della collezione stessa, che comprende specie rare e ad alto rischio di estinzione.
L'esposizione, suddivisa in due parti, darà un'idea completa della sistematica di questo gruppo, della biodiversità nel mondo e dello stato di conservazione delle specie in natura. La prima sala ospiterà monotremi, marsupiali, bradipi, formichieri, armadilli, pangolini e carnivori, con particolare rilievo dato ai felidi. La seconda sala, un corridoio lungo 60 metri con vetrate e allestimenti su entrambi i lati, ospiterà invece gli ungulati. Tra questi, specie provenienti da tutto il mondo: cervi, stambecchi, mufloni e numerose antilopi africane con esemplari spettacolari come l'Eland gigante (la più grande antilope esistente).
In occasione dell'inaugurazione, dopo i saluti istituzionali, sono previsti tre interventi: Simone Farina, curatore della sezione Vertebrati del Museo, Alessandro Tosi, direttore scientifico del Museo della Grafica, Spartaco Gippoliti, zoologo conservazionista (Società Italiana per la Storia della Fauna "G. Altobello").
In seguito è prevista la visita alla nuova galleria. L’esposizione è stata realizzata anche grazie al sostegno della Fondazione Pisa.

È giunto alla sua ottava edizione PhD+, il percorso centrato sul trasferimento tecnologico che insegna a pensare innovativo e a trasformare le idee in impresa. Con un nuovo record di iscritti – gli allievi del 2018 sono 194 - anche quest’anno i settori disciplinari di provenienza sono stati ripartiti tra ingegneria, scienze giuridiche economiche e sociali al pari con scienze matematiche, fisiche e della natura. Si conferma quindi che gli studenti hanno recepito la rilevanza multidisciplinare e trasversale del percorso che quest’anno si svolgerà dal 6 febbraio all’8 marzo presso il nuovo Polo de Le Benedettine a San Palo in Ripa d’Arno. Per l’edizione 2018 diversi iscritti provengono anche dalle Scuole Superiori Universitarie del territorio in quanto il PhD+ sarà parte integrante, quale offerta formativa di partenza, del nascente progetto Contamination Lab Pisa (Clab).
All’inaugurazione del corso hanno portato i loro saluti il rettore Paolo Mancarella, il prorettore per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico Marco Raugi, il delegato per la promozione delle iniziative di spin off, start up e brevetti Leonardo Bertini. A seguire, il giornalista Luca Daddi, caposervizio de Il Tirreno, ha moderato una tavola rotonda su giovani, impresa e innovazione a cui hanno partecipato Giovanni Polidori, di A11 Venture, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei deputati e presidente di Symbola Fondazione per le qualità italiane, e Andrea Santagata, Head of Digital Magazine, Periodici Italia, Gruppo Mondadori.
Importante novità di quest’anno è che i partecipanti saranno chiamati a collaborare in team che competeranno per rispondere a diverse call for ideas. I team vincitori riceveranno premi in denaro erogati da Pisamo, azienda che gestisce la mobilità urbana del comune di Pisa, Camera di Commercio di Pisa ente particolarmente attivo nel sostegno e promozione dell’imprenditorialità nel territorio pisano e Centro Innovazione Impresa SanPaolo di Torino il collegamento di Intesa San Paolo con Le Università per la ricerca e l’analisi delle soluzioni innovative presenti sul mercato. Una dimostrazione di quanto sia riconosciuta la validità di PhD+ nel panorama dell’attività di formazione all’imprenditoria giovanile, non solo tra gli enti del territorio ma anche a livello nazionale.

È giunto alla sua ottava edizione PhD+, il percorso centrato sul trasferimento tecnologico che insegna a pensare innovativo e a trasformare le idee in impresa. Con un nuovo record di iscritti – gli allievi del 2018 sono 194 - anche quest’anno i settori disciplinari di provenienza sono stati ripartiti tra ingegneria, scienze giuridiche economiche e sociali al pari con scienze matematiche, fisiche e della natura.

Si conferma quindi che gli studenti hanno recepito la rilevanza multidisciplinare e trasversale del percorso che quest’anno si svolgerà dal 6 febbraio all’8 marzo presso il nuovo Polo de Le Benedettine a San Palo in Ripa d’Arno. Per l’edizione 2018 diversi iscritti provengono anche dalle Scuole Superiori Universitarie del territorio in quanto il PhD+ sarà parte integrante, quale offerta formativa di partenza, del nascente progetto Contamination Lab Pisa (Clab).


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Il tavolo dei relatori, da sinistra Paolo Mancarella, Marco Raugi, Leonardo Bertini, Luca Daddi, Ermete Realacci, Andrea Santagata e Giovanni Polidori


All’inaugurazione del corso hanno portato i loro saluti il rettore Paolo Mancarella, il prorettore per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico Marco Raugi, il delegato per la promozione delle iniziative di spin off, start up e brevetti Leonardo Bertini. A seguire, il giornalista Luca Daddi, caposervizio de Il Tirreno, ha moderato una tavola rotonda su giovani, impresa e innovazione a cui hanno partecipato Giovanni Polidori, di A11 Venture, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei deputati e presidente di Symbola Fondazione per le qualità italiane, e Andrea Santagata, Head of Digital Magazine, Periodici Italia, Gruppo Mondadori.

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La platea dei nuovi iscritti


Importante novità di quest’anno è che i partecipanti saranno chiamati a collaborare in team che competeranno per rispondere a diverse call for ideas. I team vincitori riceveranno premi in denaro erogati da Pisamo, azienda che gestisce la mobilità urbana del comune di Pisa, Camera di Commercio di Pisa ente particolarmente attivo nel sostegno e promozione dell’imprenditorialità nel territorio pisano e Centro Innovazione Impresa SanPaolo di Torino il collegamento di Intesa San Paolo con le Università per la ricerca e l’analisi delle soluzioni innovative presenti sul mercato. Una dimostrazione di quanto sia riconosciuta la validità di PhD+ nel panorama dell’attività di formazione all’imprenditoria giovanile, non solo tra gli enti del territorio ma anche a livello nazionale.




L’Università di Pisa ha dato il suo sostegno alla candidatura, avanzata dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana, del centro di ricerca ENEA sul lago del Brasimone come sede per realizzare un impianto di ricerca sulla tecnologia della fusione nucleare. Il progetto, denominato Divertor Tokamak Test facility (DTT), è già stato approvato dal Consorzio europeo EuroFusion e, se accolto, permetterà di studiare materiali, componenti e soluzioni ingegneristiche per futuri sistemi di produzione di energia sicura, pulita, economica e affidabile. In particolare, la costruzione di un Tokamak consentirà di riprodurre le condizioni operative del divertore di un reattore nucleare a fusione, con l'obiettivo di verificarne le capacità di rimozione della potenza termica generata dal plasma e scaricata sullo stesso divertore.
Nel sito di Brasimone, che si trova sull'Appennino bolognese a pochi chilometri dal confine toscano, potrebbe essere così realizzato un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo e di rilievo strategico per la competitività dell’industria italiana, con un investimento complessivo di 500 milioni di euro in 7 anni e con ricadute occupazionali stimate in 1.600 unità. Tra queste, circa 250 ricercatori sarebbero impegnati per 25 anni nelle diverse attività sperimentali dell'impianto, aggiungendosi alle 90 persone del gruppo di ricerca sulla fusione nucleare che già da anni lavorano su progetti in questo ambito.
In tale gruppo sono coinvolti i ricercatori dell'Università di Pisa, in particolare dell’Area nucleare del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, che collaborano attivamente alle attività di ricerca e sviluppo del reattore nucleare a fusione, sia direttamente attraverso il supporto scientifico per la costruzione a Cadarache in Francia del reattore ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), sia contribuendo a sviluppare le ricerche all’interno del Consorzio EuroFusion, cui è affidato il coordinamento dei progetti europei sulla fusione nucleare. Molte attività sono svolte in collaborazione proprio con l’ENEA del Brasimone, essendo l'Ateneo pisano “Linked Third Party” di ENEA nel consorzio EuroFusion.
"La collaborazione dei ricercatori pisani con l’ENEA di Brasimone - ha sottolineato il professor Nicola Forgione, docente di Impianti nucleari e responsabile scientifico dell'Università di Pisa in EuroFusion - ha consentito di raggiungere importanti traguardi a livello internazionale, sia nel campo dello sviluppo dei reattori nucleari a fissione di quarta generazione, sia per quanto riguarda i reattori nucleari a fusione. Inoltre, i progetti in atto consentono di formare diversi dottorandi e assegnisti di ricerca della nostra Università su apparecchiature sperimentali presenti nel Centro emiliano”.

L’Università di Pisa ha dato il suo sostegno alla candidatura, avanzata dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana, del centro di ricerca ENEA sul lago del Brasimone come sede per realizzare un impianto di ricerca sulla tecnologia della fusione nucleare. Il progetto, denominato Divertor Tokamak Test facility (DTT), è già stato approvato dal Consorzio europeo EuroFusion e, se accolto, permetterà di studiare materiali, componenti e soluzioni ingegneristiche per futuri sistemi di produzione di energia sicura, pulita, economica e affidabile. In particolare, la costruzione di un Tokamak consentirà di riprodurre le condizioni operative del divertore di un reattore nucleare a fusione, con l'obiettivo di verificarne le capacità di rimozione della potenza termica generata dal plasma e scaricata sullo stesso divertore.

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Nel sito di Brasimone, che si trova sull'Appennino bolognese a pochi chilometri dal confine toscano, potrebbe essere così realizzato un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo e di rilievo strategico per la competitività dell’industria italiana, con un investimento complessivo di 500 milioni di euro in 7 anni e con ricadute occupazionali stimate in 1.600 unità. Tra queste, circa 250 ricercatori sarebbero impegnati per 25 anni nelle diverse attività sperimentali dell'impianto, aggiungendosi alle 90 persone del gruppo di ricerca sulla fusione nucleare che già da anni lavorano su progetti in questo ambito.

In tale gruppo sono coinvolti i ricercatori dell'Università di Pisa, in particolare dell’Area nucleare del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, che collaborano attivamente alle attività di ricerca e sviluppo del reattore nucleare a fusione, sia direttamente attraverso il supporto scientifico per la costruzione a Cadarache in Francia del reattore ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), sia contribuendo a sviluppare le ricerche all’interno del Consorzio EuroFusion, cui è affidato il coordinamento dei progetti europei sulla fusione nucleare. Molte attività sono svolte in collaborazione proprio con l’ENEA del Brasimone, essendo l'Ateneo pisano “Linked Third Party” di ENEA nel consorzio EuroFusion.

"La collaborazione dei ricercatori pisani con l’ENEA di Brasimone - ha sottolineato il professor Nicola Forgione, docente di Impianti nucleari e responsabile scientifico dell'Università di Pisa in EuroFusion - ha consentito di raggiungere importanti traguardi a livello internazionale, sia nel campo dello sviluppo dei reattori nucleari a fissione di quarta generazione, sia per quanto riguarda i reattori nucleari a fusione. Inoltre, i progetti in atto consentono di formare diversi dottorandi e assegnisti di ricerca della nostra Università su apparecchiature sperimentali presenti nel Centro emiliano”.

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Nella foto in alto: Il professor Nicola Forgione al centro, con a destra il professor Sandro Paci e gli altri componenti del gruppo di ricerca.

Nella foto in basso: lo stesso gruppo di ricerca con il professor Donato Aquaro, ex direttore del dipartimento di Ingegneria civile e industriale.

Assistenza, didattica, formazione, ricerca. Questi gli ambiti in cui si svilupperà la collaborazione tra Regione Toscana e le tre Università di Firenze, Pisa e Siena, in base al protocollo d'intesa siglato stamani dal presidente della Regione, presente l'assessore al diritto alla salute, e i rettori delle tre Università: Luigi Dei (Firenze), Francesco Frati (Siena), Paolo Maria Mancarella (Pisa).

I precedenti protocolli firmati tra Regione e Università toscane negli anni passati hanno contribuito a garantire qualità e sostenibilità del Servizio sanitario regionale, ad assicurare la qualità e la congruità della formazione del personale medico e sanitario rispetto ai fabbisogni, a promuovere lo sviluppo della ricerca biomedica e la valorizzazione dei risultati. Con questo protocollo, i firmatari intendono confermare e sviluppare sedi, strumenti e metodi per rafforzare la collaborazione tra SSR e Università in tema di integrazione tra attività assistenziali, formative e di ricerca.

"Le parti sottoscrittrici - si legge nel protocollo - intendono confermare lo spirito di fattiva collaborazione e l'impegno a sviluppare metodi e strumenti di collaborazione, tra sistema socio-sanitario integrato regionale e sistema didattico scientifico universitario, che esprimano la comune volontà di perseguire in modo congiunto obiettivi di qualità, efficienza, efficacia e competitività del servizio sanitario pubblico, e di promuovere e sviluppare contestualmente la qualità e la congruità rispetto alle esigenze assistenziali, alle attività di formazione del personale medico e sanitario e alla ricerca clinica e preclinica". L'integrazione tra SSR e sistema universitario, precisa il protocollo, si realizza attraverso le Aziende ospedaliero universitarie (AOU). E attraverso l'identificazione di progettualità condivise tra Regione Toscana e Università, e anche attraverso la partecipazione dell'Università alla programmazione socio-sanitaria integrata regionale. AOU e Università perseguono obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità.

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Il presidente della Regione ha sottolineato che questo protocollo è la base della collaborazione tra Servizio sanitario toscano e le Università per assistenza, formazione e sviluppo della ricerca. Ciò che qui è dato per scontato non lo è nel resto del Paese. In molte classifiche la Toscana è ai primi posti come qualità del Servizio sanitario regionale. Secondo le statistiche, il 50% dipende dall'organizzazione, il 50% dal personale. E il personale lo forma l'Università, che quindi dà un contributo fondamentale alla formazione. Questo protocollo ci dà sfide nuove, in un contesto di innovazione che negli ultimi tempi ha impresso un'accelerazione e prodotto una svolta. L'assessore al diritto alla salute ha ricordato come questo protocollo contenga elementi di innovatività, a cominciare dal fatto che per la prima volta viene stipulato dalla Regione con tutte e tre le Università insieme. Il protocollo integra assistenza, formazione e ricerca, e sempre più l'Università è parte importantissima dell'impegno per dare qualità, valore, efficienza al Servizio sanitario regionale.

"Non è un'esperienza tanto comune che Università e Regione dialoghino in maniera così serrata - ha evidenziato il rettore dell'Università di Firenze Luigi Dei - L'università, ha detto, mette le proprie eccellenze a disposizione della qualità del Servizio sanitario regionale, e questo lo si fa attraverso una programmazione congiunta". Il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Maria Mancarella, ha ringraziato tutti quanti hanno collaborato, ricordato che non si è trattato di un percorso semplice, e sottolineato nuovamente l'importanza di un protocollo unico dei tre Atenei con la Regione Toscana. Soddisfazione e gratificazione ha espresso anche il rettore dell'Università di Siena, Francesco Frati, per questa firma che è un punto di arrivo in un percorso di avvicinamento che ha visto tutti coinvolti, perché dietro al documento c'è già un grande lavoro di collaborazione che consente di elevare il livello di prestazioni che il SSR offre ai cittadini. Anche Frati ha ricordato che la nostra regione ha uno dei migliori servizi sanitari che ci sono in Italia, e questo si deve sia alla parte politica che alla qualità dei docenti delle nostre Università.

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Ecco alcuni dei punti salienti del protocollo.

Assistenza
Le Università concorrono al raggiungimento degli obiettivi di salute ed inclusione sociale fissati dalla programmazione integrata socio sanitaria regionale. Le attività di assistenza sono una componente inscindibile della didattica e della ricerca. La rete regionale dell'assistenza comprende i poli integrati per la didattica costituiti dall'insieme delle strutture sanitarie pubbliche, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e dalle strutture private accreditate con le quali le Università stipulano le specifiche convenzioni.

Attività didattica e formativa
La valorizzazione delle risorse professionali esistenti all'interno del SSR è garantita dalla rete formativa del SSR stesso: il sistema delle Aziende sanitarie che si avvale della collaborazione delle Università toscane. La rete formativa regionale partecipa all'attività didattica esercitando docenza, tutoraggio e altre attività. Le Università si impegnano nell'applicazione degli indirizzi assunti dalla Commissione regionale per la formazione.
Con accordi specifici, sarà possibile attivare intese tra le Università e le Asl, per realizzare modelli didattici omogenei sul territorio regionale e di Area vasta.
Regione e Università concordano sull'esigenza di mettere a disposizione sedi idonee a supporto della rete formativa per lo svolgimento di corsi di laurea per le professioni sanitarie e per le scuole di specializzazione anche presso strutture ospedaliere e territoriali di Aziende sanitarie diverse dalle AOU di riferimento.

Osservatorio Regionale per la Formazione Medica
Il protocollo istituisce l'Osservatorio Regionale per la Formazione Medico-Specialistica, cui spetta la definizione e la verifica degli standard di attività assistenziali dei medici in formazione specialistica, ed è tenuto a fornire elementi di valutazione all'Osservatorio Nazionale. L'Osservatorio è composto da 7 docenti universitari, 7 dirigenti sanitari, 3 rappresentanti dei medici in formazione specialistica, uno per ogni Università, il direttore della Direzione regionale competente in materia di diritto alla salute.

Ricerca, sperimentazione clinica e innovazione
Regione e Università promuovono e sostengono le attività di ricerca, favorendo il trasferimento dei risultati nell'ambito del Sistema sanitario, per rendere disponibile ai cittadini l'accesso a costi sostenibili alle innovazioni più avanzate. Relativamente alle attività di ricerca, Regione e Università si impegnano a promuovere l'approccio di genere e la salute globale e a garantire attenzione alla specificità in ambito pediatrico, alla medicina rigenerativa e dei trapianti.
Tra gli obiettivi individuati dal protocollo in tema di ricerca, favorire l'accesso delle attività di ricerca e di sviluppo tecnologico alle procedure di finanziamento nazionali e internazionali; trasferire alla pratica assistenziale i risultati della ricerca.
Regione e Università individuano l'Ufficio regionale per la Valorizzazionje dei Risultati della Ricerca biomedica e farmaceutica (UVaR) quale supporto al coordinamento e alla realizzazione delle linee strategiche.

Partecipazione dell'Università alla programmazione socio-sanitaria integrata regionale
Le Università contribuiscono all'elaborazione degli atti della programmazione sanitaria a tre livelli: regionale, di Area vasta e in ambito aziendale.

Finanziamento delle aziende ospedaliero-universitarie
La Regione classifica le AOU nella fascia di presidi a più elevata complessità assistenziale e riconosce alle medesime i maggiori costi indotti sulle attività assistenziali dalle funzioni di didattica e di ricerca. Al sostegno economico-finanziario delle attività svolte dalle AOU concorrono risorse messe a disposizione sia dall'Università sia dal Fondo sanitario regionale.

Strutture assistenziali
Le attività e le relative strutture assistenziali sono individuate sulla base di soglie operative, consistenti nei livelli minimi di attività necessaria per assicurare efficacia assistenziale ed economicità nell'impiego delle risorse professionali.

La libera professione
Le Aziende organizzano l'attività libero professionale all'interno delle proprie strutture, e si impegnano a definire una regolamentazione interna in merito all'attività libero professionale dei medici in formazione specialistica.

(fonte: Ufficio stampa Regione Toscana)

È stata discussa per la prima volta in videoconferenza con gli Stati Uniti una tesi di laurea del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa: la tesista Valentina Nardi, originaria di Carrara, ha presentato il suo lavoro in collegamento con la Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, da dove ha partecipato il professor Amir Lerman, direttore della “Chest Pain and Coronary Physiology Clinic”, Division of Ischemic Heart Disease and Critical Care, Department of Cardiovascular Medicine.
Il titolo della tesi, che ha avuto come relatore il professor Stefano Taddei, docente di Medicina interna al dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Ateneo pisano, era “Nuovi predittivi di eventi clinici avversi in pazienti sottoposti a endoaterectomia carotidea: studio longitudinale di coorte”. Lo studio ha valutato in modo retrospettivo il potere predittivo dell’acido urico e dell’infiammazione nel predire gli eventi cardiovascolari maggiori in circa 500 pazienti sottoposti a endoarterectomia. Il lavoro di Valentina Nardi è stato quello di creare il date-base e mettere a punto un algoritmo di studio che potesse calcolare il valore predittivo delle variabili studiate. La studentessa ha svolto la ricerca dal 1 giugno al 31 dicembre 2017 a Rochester con la borsa del corso di laurea per le tesi all’estero e con una borsa del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale.

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