Scoperta l’insorgenza di una nuova infezione parassitaria nel continente Nord Americano
Gli agenti patogeni, al pari degli uomini e di ogni altro essere vivente nel nostro pianeta, ‘viaggiano’ arrivando in aree dove prima non erano presenti: individuare tempestivamente questi fenomeni è dunque di cruciale importanza per tutelare la nostra salute. Una recente ricerca italo-canadese ha scoperto la comparsa in Nord America di un nuovo ceppo di un parassita, variante di un ceppo europeo, che sta provocando l'epidemia locale di una malattia sino ad ora riscontrata solo occasionalmente in quel continente. Si tratta dell’Echinococcosi alveolare (AE), una grave patologia causata dal verme piatto Echinococcus multilocularis che è trasmesso agli uomini da alcuni animali selvatici come la volpe e il coyote, o domestici come il cane. Lo studio, coordinato dal professore Alessandro Massolo del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa in collaborazione con le Università di Calgary e dell’Alberta, è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine, la più autorevole e citata rivista al mondo per la medicina.
Sfoglia la foto gallery:
“In tutto il Nord America continentale i casi di AE nell’uomo causati da infezioni acquisite localmente erano stati sinora solo due, uno nel 1927 in Canada e uno nel 1977 in USA, mentre gli altri casi rilevati erano pazienti che avevano contratto l’infezione all’estero – spiega il professore Alessandro Massolo dell’Università di Pisa - Il nostro studio, condotto dal 2013 al 2018, ha documentato comparsa di sette nuovi casi nella Provincia dell’Alberta, di cui tre riguardavano pazienti immunosoppressi, una condizione che di solito riduce a pochi mesi o un anno la velocità di manifestazione della patologia, che altrimenti impiega fino a una decina di anni a comparire, rendendo questi pazienti delle ‘sentinelle’ per l’insorgenza di un’epidemia”.
Attualmente in tutto il mondo si registrano ogni anno oltre 18,000 nuovi casi di AE di cui circa 200 solo in Europa. Nell’uomo l’echinococcosi alveolare è una malattia cronica, con esiti fatali in oltre il 90% dei casi se non curata, e del 16% se curata. Il parassita che la provoca esiste in diversi ceppi, e come hanno stabilito gli scienziati attraverso la sua caratterizzazione genetica, quello identificato in Nord America dal gruppo di ricerca del professore Massolo è una variante di quello europeo, notoriamente molto virulento nell’uomo. Questo nuovo ceppo, sempre secondo gli scienziati, sarebbe ormai il più comune nella fauna selvatica in quell’area del Canada (Alberta).
“Almeno cinque dei sette casi di AE ad Alberta sono stati causati da questo ceppo simil-europeo che presenta la mutazione di un gene mitocondriale mai riscontrata prima, il che suggerisce - conclude Massolo - che questo ceppo si sia ormai stabilito in quest’area del Nord America e che probabilmente siamo di fronte ai risultati di un processo recente di invasione parassitaria, con ovvie ricadute di salute pubblica; un’evidenza che dovrà certo indurre cambiamenti di classificazione del rischio per questa grave patologia in Nord America”.
Avviso di fabbisogno interno "Applicazioni della simulazione in chirurgia endovascolare e robotica, con particolare riferimento all’analisi di dati e pubblicazione degli stessi su riviste scientifiche”
Gli aerei del futuro: il nuovo video della serie “Raccontare la ricerca” dell’Università di Pisa
Come saranno gli aerei del futuro? Ce lo racconta l’ultima puntata di “Raccontare la ricerca”, la serie di video dedicata ai progetti e agli studi all’avanguardia portati avanti all’Università di Pisa.
Guarda Il video >>>> https://www.youtube.com/watch?v=MVEXRx9ixOg
Il professor Aldo Frediani e il gruppo di ricercatori della sezione aereospaziale del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, raccontano gli studi sugli aerei del futuro che hanno l'obiettivo di superare i limiti degli attuali velivoli e consentire in futuro uno sviluppo sostenibile dell’aviazione.
L'intera serie di "Raccontare la ricerca" è visibile a questo link.
Le piante a foglie rosse sono più resistenti agli stress rispetto a quelle a foglie verdi
Il ‘verde’ delle nostre città? Più è rosso e più è resistente. È questo quanto emerge da uno studio del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista “Frontiers in Plant Science”. Il team dei ricercatori coordinato dalla professoressa Lucia Guidi, direttore del Centro Nutrafood, ha infatti scoperto che le piante a foglie rosse si difendono meglio dagli stress ambientali, come siccità, stress luminoso e salinità, rispetto a quelle a foglie verdi.
“Questo maggiore resilienza – spiega Marco Landi ricercatore dell’Università di Pisa – è dovuta alla presenza di antociani, dei pigmenti da cui deriva proprio il rosso delle foglie, che fanno da ‘filtro’ nei confronti dei raggi solari esercitando un’azione fotoprotettiva, soprattutto nei momenti in cui le foglie sono più vulnerabili, cioè quando sono più giovani o senescenti”.
In particolare, l’analisi dei ricercatori si è concentrata su due genotipi di Prunus, a foglie verdi e rosse, dimostrando che queste ultime sopravvivono meglio in condizioni avverse proprio grazie ad una maggiore resistenza delle foglie in tutte le fasi di sviluppo. E così, come conseguenza della presenza di antociani, nel periodo autunnale le piante rosse mantengono le foglie un mese in più circa rispetto quelle verdi.
“Oltre agli aspetti più prettamente scientifici legati alla biosintesi degli antociani – conclude Landi - la ricerca fornisce delle indicazioni utili per selezionare le specie arboree più adatte per l’arredo urbano delle nostre città, un settore nel quale il nostro Dipartimento ha al suo attivo una ventina di anni di attività di ricerca e di didattica, soprattutto nell’ambito della laurea magistrale in Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio”.
La ricerca pubblicata su “Frontiers in Plant Science” è stata finanziata grazie ad un Progetti di Ricerca di Ateneo (PRA) e i risultati sono stati presentati nel corso del convegno “Il privilegio di essere rossi in condizioni di stress” che si è svolto all’Università di Pisa nel giugno scorso. Gli autori dello studio, insieme a Lucia Guidi e Marco Landi, sono Rossano Massai, Damiano Remorini, Fernando Malorgio, Paolo Vernieri, Tommaso Giordani, Cristina Nali, Elisa Pellegrini, Giovanni Rallo, ed Ermes Lo Piccolo per l’Università di Pisa e Giovanni Agati e Cristiana Giordano del CNR di Firenze.
Le piante a foglie rosse sono più resistenti agli stress rispetto a quelle a foglie verdi
Il ‘verde’ delle nostre città? Più è rosso e più è resistente. È questo quanto emerge da uno studio del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista “Frontiers in Plant Science”. Il team dei ricercatori coordinato dalla professoressa Lucia Guidi, direttore del Centro Nutrafood, ha infatti scoperto che le piante a foglie rosse si difendono meglio dagli stress ambientali, come siccità, stress luminoso e salinità, rispetto a quelle a foglie verdi.
Particolare di un nuovo germoglio ancora in attiva crescita durante l'inizio dell'autunno, presente solo in piante a foglia rossa
“Questo maggiore resilienza – spiega Marco Landi ricercatore dell’Università di Pisa – è dovuta alla presenza di antociani, dei pigmenti da cui deriva proprio il rosso delle foglie, che fanno da ‘filtro’ nei confronti dei raggi solari esercitando un’azione fotoprotettiva, soprattutto nei momenti in cui le foglie sono più vulnerabili, cioè quando sono più giovani o senescenti”.
In particolare, l’analisi dei ricercatori si è concentrata su due genotipi di Prunus, a foglie verdi e rosse, dimostrando che queste ultime sopravvivono meglio in condizioni avverse proprio grazie ad una maggiore resistenza delle foglie in tutte le fasi di sviluppo. E così, come conseguenza della presenza di antociani, nel periodo autunnale le piante rosse mantengono le foglie un mese in più circa rispetto quelle verdi.
“Oltre agli aspetti più prettamente scientifici legati alla biosintesi degli antociani – conclude Landi - la ricerca fornisce delle indicazioni utili per selezionare le specie arboree più adatte per l’arredo urbano delle nostre città, un settore nel quale il nostro Dipartimento ha al suo attivo una ventina di anni di attività di ricerca e di didattica, soprattutto nell’ambito della laurea magistrale in Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio”.
La ricerca pubblicata su “Frontiers in Plant Science” è stata finanziata grazie ad un Progetti di Ricerca di Ateneo (PRA) e i risultati sono stati presentati nel corso del convegno “Il privilegio di essere rossi in condizioni di stress” che si è svolto all’Università di Pisa nel giugno scorso. Gli autori dello studio, insieme a Lucia Guidi e Marco Landi, sono Giacomo Lorenzini, Rossano Massai, Damiano Remorini, Fernando Malorgio, Paolo Vernieri, Tommaso Giordani, Cristina Nali, Elisa Pellegrini, Giovanni Rallo, ed Ermes Lo Piccolo per l’Università di Pisa e Giovanni Agati e Cristiana Giordano del CNR di Firenze.
In ricordo di Andrea Camilleri
È morto questa mattina Andrea Camilleri, lo scrittore, drammaturgo e regista siciliano che era ricoverato dal 17 giugno in terapia intensiva dopo essere stato colpito da infarto. Il 26 maggio del 2005 l'Università di Pisa gli aveva conferito la laurea specialistica honoris causa in "Sistemi e progetti di comunicazione". Andrea Camilleri è stato più volte ospite dell'Ateneo: già nel 2004, con un incontro tenutosi il 19 novembre nell'Aula Magna della Sapienza e organizzato dalla facoltà di Lettere e Filosofia, era venuto a presentare la sua ultima opera edita da Mondadori, i "Romanzi storici e civili".
Il 6 giugno 2009 Camilleri era poi tornato a Pisa protagonista di un grande evento del Giugno pisano, organizzato per le celebrazioni dell'Anno galileiano da Unversità di Pisa, Comune di Pisa e Fondazione Teatro di Pisa: Camilleri aveva condotto una "Intervista impossibile a Galileo Galilei" interpretato dall'attore Roberto Scarpa. La serata era stata aperta da un “Elogio del Cannocchiale” tenuto dal professor Alfonso Maurizio Iacono, allora preside della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Sul sito Unipi sono disponibili i testi della Lectio Magistralis che Andrea Camilleri tenne il 26 maggio 2005, dal titolo "Le fabbriche del credere”, della Laudatio del professor Maurizio Alfonso Iacono, dal titolo "Il corso delle cose è sinuoso", e del discorso dell'allora rettore Marco Pasquali. È inoltre a disposizione il video della cerimonia di conferimento della laurea HC.
Ci ha lasciato Claudio Naranjo, uno dei maestri dello studio della psiche
Alcuni giorni fa è scomparso Claudio Naranjo, psichiatra, psicoterapeuta e antropologo cileno più volte ospite dell’Università di Pisa dove ha tenuto seminari per gli studenti di Psicologia. Qui di seguito pubblichiamo un ricordo di Naranjo a firma del professor Angelo Gemignani.
***************
Claudio Naranjo, un “cercatore di Verità”, uno dei maestri dello studio della psiche, è morto a Berkeley, in California, a 86 anni. A partire dalla giovane età, Naranjo ha esplorato le profondità dell’animo umano attraverso la meditazione, l’uso di sostanze psicotrope, e della Gestalt fino arrivare, tra le altre cose, alla creazione dell’enneagramma, un noto modello comprensivo della personalità umana. Esplorando moltissimi campi del sapere, e fondendo l’amore per la conoscenza con il lavoro per la trasformazione della persona, Claudio Naranjo ha posto la liberazione dell’uomo al centro di ogni percorso terapeutico e spirituale, trasformando ed arricchendo uno degli approcci più significativi tra le psicoterapie cosiddette “umanistiche”, la Gestalt del maestro Fritz Perls, nella nuova “Gestalt Viva”. La sua opera terapeutica si è principalmente sviluppata nel programma SAT (“Seekers After Truth”), un programma di formazione olistica psico-spirituale per lo sviluppo personale e professionale, un percorso di crescita e di autoconoscenza che ha raggiunto oggi, dopo oltre quaranta anni di sperimentazione in America Latina e in Europa, una vastissima capacità trasformativa e terapeutica.
La spiritualità, la psicoterapia e l’educazione costituiscono per Naranjo tre aspetti di un medesimo tema, quello dello sviluppo umano. In particolare, riferendosi all’educazione, Naranjo ha precisato che prima di tutto essa deve essere un’“educazione del cuore”, una vera e propria rivoluzione radicale dell’atteggiamento umano e della società moderna: il male e la sofferenza infatti non sarebbero insite nell’essere umano, ma sono piuttosto il prodotto della repressione che la civiltà ha operato sugli istinti naturali e sulla spontaneità.
In questo contesto, l’Università di Pisa ha incontrato il Maestro cileno in tre eventi, nell’ambito dei Leading Themes in Psychology, organizzati dalla psicologia accademica pisana per gli studenti afferenti ai corsi di studio triennale e magistrale in Psicologia clinica e della salute. Nel 2016, l’evento “Incontro con Claudio Naranjo” svolto presso il Palazzo dei Congressi di Pisa, ha costituito il primo passo per la definizione della terapia della Gestalt come “antidoto alla sofferenza universale”, ripercorrendo con testimonianze dirette i rapporti con il suo fondatore Fritz Perls, fino ad arrivare ad auspicare a un cambiamento radicale del pensiero educativo e degli educatori stessi nei confronti dei giovani. Nel 2017, Claudio Naranjo ha presentato una lezione sulla “Dimensione della coscienza: una teoria unificata della meditazione e dell’esperienza psichedelica”. Nel suo intervento, oltre a esporre le varie dimensioni della coscienza, ha guidato meditazioni di gruppo al fine di far provare in prima persona quanto appena descritto. Infine, nel 2018, con il titolo dell’evento voluto dallo stesso Naranjo, “Il distacco dal mondo come chiave per la porta del cielo”, egli già preludeva a una approfondita analisi della morte, interpretando il concetto del distacco anche attraverso la chiave di lettura delle filosofie orientali.
Questi eventi, che hanno riscosso un enorme successo tra i partecipanti, hanno evidenziato un interesse crescente da parte della comunità scientifica e terapeutica verso tematiche che fino a pochi anni fa erano considerate di confine, se non pseudoscientifiche, tra cui lo studio degli stati non ordinari di coscienza e delle loro applicazioni terapeutiche, e che prelude ad un rinascimento futuro della ricerca in questi ambiti, a cui il Maestro Naranjo ha, senza ombra di dubbio, significativamente contribuito.
Angelo Gemignani
Incarico presso il Sistema Museale di Ateneo per la realizzazione di prodotti audiovisivi e multimediali per la promozione delle attività dei musei universitari e dell’attività dell’Erbario
Conferenza sulla “mente criminale”
Com’è fatto il cervello di chi uccide? E quali sono le caratteristiche peculiari di una mente criminale? Queste domande saranno al centro di una conferenza del professore Kent Kiehl dell’Università del New Mexico che si svolgerà giovedì 18 luglio alle ore 15 nell’aula Vitali della Scuola Medica dell’Università di Pisa (Via Roma, 55). L’incontro, gratuito e aperto al pubblico, è organizzato in collaborazione con il Corso di Laurea in Psicologia Clinica e si intitola "Mente Criminale: una prospettiva neurobiologica e psicologica”.
Kent Kiehl è un esperto di fama mondiale per lo studio dei criminali psicopatici, autore del best-seller “The psychopathic whisperer”, tradotto in italiano con il titolo “L’uomo che sussurra agli psicopatici”, nel quale racconta le storie e i risultati di oltre vent’anni di osservazione e studio di autori dei crimini più efferati, molti dei quali assunti agli onori delle cronache di tutto il mondo. Lo scienziato collabora da alcuni anni con il gruppo di ricerca della professoressa Silvia Pellegrini dell’Università di Pisa sulle basi neurobiologiche e i fattori genetici che modulano il comportamento sociale e antisociale.
Dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus 90.000 euro per 60 borse a studenti Unipi
Sono stati consegnati negli scorsi giorni i contributi di studio che la Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus ha stanziato a favore degli studenti dell'Università di Pisa, iscritti a corsi di laurea e a corsi di laurea magistrale, che si trovino in condizioni di svantaggio fisico, psichico, sociale o familiare o in condizioni economiche disagiate. Alla cerimonia, che si è svolta nell’Aula Fratelli Pontecorvo del Polo Fibonacci, erano presenti il rettore Paolo Mancarella, la professoressa Antonella Del Corso in qualità di prorettrice agli Studenti e il dottor Michele Sala, consigliere di amministrazione della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus.
L'iniziativa ripropone le altre analoghe che sono già state realizzate in collaborazione con l'Ateneo pisano per gli anni accademici 2011/'12 e 2015/'16.
Nel ringraziare la Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus per la sensibilità e l'impegno dimostrati, il rettore Paolo Mancarella ha sottolineato che “la finalità del contributo rivolto alle fasce più deboli e disagiate della popolazione studentesca è benemerita e ci ricorda che anche in tempi in cui rischiano di prevalere sentimenti di chiusura e di egoismo è bene aprirsi alla generosità che possa dare a tutti pari opportunità per emergere. Per questo siamo molto grati alla Fondazione e mi preme sottolineare che l’inclusione del nostro Ateneo tra i destinatari di questa azione è un riconoscimento implicito di una qualità che siamo contenti di esprimere e facciamo di tutto per mantenere e migliorare.”
Tra le finalità della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus c'è l'intervento a favore dell'istruzione, dell'arte e della cultura, con particolare riguardo a situazioni di difficoltà e disagio. Per questo la Fondazione ha sviluppato da diversi anni collaborazioni con più di quaranta atenei, elargendo oltre 2200 contributi di studio a favore di studenti in condizioni di svantaggio. "Ci rende particolarmente orgogliosi questo il messaggio con cui il dottor Michele Sala ha terminato il suo intervento - avere la possibilità di accompagnare al successo formativo studenti in difficoltà. Questa iniziativa non vuol essere solo una forte testimonianza di attenzione, di vicinanza e di sensibilità sociale, ma rappresenta un vero e proprio atto di giustizia sostanziale che da un lato favorisce il diritto allo studio a giovani in condizioni economiche e familiari svantaggiate e dall’altro realizza un vero e proprio investimento a favore dell’intera società”.