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Sono partite il 25 luglio le immatricolazioni all'Università di Pisa, che per il prossimo anno accademico propone un’offerta formativa ampliata, comprensiva di 60 corsi di laurea triennale, 9 corsi a ciclo unico e 69 corsi magistrali. Le novità per il 2019/2020 sono la laurea magistrale in Diritto dell’innovazione per l’impresa e le istituzioni e la laurea triennale in Ingegneria per il design industriale. Quest’anno per i nuovi immatricolati ci sarà anche un omaggio speciale: al momento del ritiro del libretto universitario, ai ragazzi verrà consegnata una borraccia in metallo personalizzata con il logo Unipi. L’operazione rientra nelle politiche di sostenibilità ambientale promosse dall’Ateneo che mirano a ridurre l’uso delle bottigliette di plastica all’interno dell’Università.
“La nostra Università è da sempre impegnata nella ricerca sullo sviluppo sostenibile, e abbiamo sia singoli insegnamenti sia corsi di studio che preparano gli studenti a guardare al mondo in quest’ottica fornendo loro gli strumenti tecnici necessari per poter realizzare uno sviluppo sostenibile – commenta il prorettore alla didattica Marco Abate – Il rispetto dell’ambiente parte anche dai gesti quotidiani: per questo abbiamo voluto lanciare questa iniziativa, come segnale di come sia possibile fare molto anche cambiando solo di poco le nostre abitudini”.
Con l'avvio delle immatricolazioni è stato inaugurato il Centro Matricolandosi, che insieme allo sportello "Welcome International Students!" (WIS!) ogni anno accoglie al Polo Fibonacci, in via Buonarroti 4, gli studenti italiani e internazionali che scelgono di iscriversi all'Ateneo pisano. Oltre al Centro Matricolandosi è attivo anche il relativo portale web (http://matricolandosi.unipi.it), pensato per essere fruito anche attraverso i dispositivi mobili, ed è disponibile un'applicazione che permette di calcolare in tempo reale l’importo delle tasse da pagare, con il semplice inserimento del voto di maturità e dell’ISEE. Per le matricole è anche disponibile, in formato cartaceo o pdf, la guida “UNIpiù” contenente le “Istruzioni per l’uso” dell’Università di Pisa che possono aiutare concretamente i nuovi studenti a entrare al meglio nella vita quotidiana universitaria, così diversa da quella scolastica a cui sono abituati.
Per il prossimo anno accademico ci sono anche importanti novità in tema di tasse universitarie: in linea con la politica adottata da sempre dall’Ateneo, orientata verso una diminuzione della contribuzione universitaria sopratutto per le classi meno abbienti, sono stati confermati gli importi massimi delle tasse previsti per lo scorso anno e si è innalzato la fascia della “no tax area” da 22.000 a 23.000 euro, che esonera totalmente lo studente dal pagamento del contributo annuale.
Inoltre, al fine di rendere più semplici, sicuri, trasparenti e veloci tutti i pagamenti verso l’Ateneo compresi quelli relativi alle tasse universitarie, è stato attivato il sistema di pagamenti elettronici “PagoPA”, che consente l’utilizzo di diversi canali, quali carta di credito, conto web, Paypal, sportello ATM, tabaccheria, sportello bancario e della modalità di versamento on line o di persona presso uno degli esercenti autorizzati.
Anche quest’anno, il servizio di immatricolazione ripropone la procedura elimina-code: una volta effettuato il pagamento e seguita la procedura online, gli studenti devono solo perfezionare l’immatricolazione e fissare dalla fine di settembre un appuntamento per ritirare il libretto e la “Carta Unica Regionale dello Studente”, la tessera magnetica che permette a chi frequenta uno degli atenei della Toscana di accedere a tutti i servizi offerti dagli Atenei toscani e dall'Azienda regionale per il diritto allo studio, indipendentemente dall’università alla quale è iscritto. La Carta serve per accedere a tutti i servizi universitari e come “borsellino elettronico”, cioè come tessera ricaricabile per accedere al servizio mensa.

Gli agenti patogeni, al pari degli uomini e di ogni altro essere vivente nel nostro pianeta, ‘viaggiano’ arrivando in aree dove prima non erano presenti: individuare tempestivamente questi fenomeni è dunque di cruciale importanza per tutelare la nostra salute. Una recente ricerca italo-canadese ha scoperto la comparsa in Nord America di un nuovo ceppo di un parassita, variante di un ceppo europeo, che sta provocando l'epidemia locale di una malattia sino a ora riscontrata solo occasionalmente in quel continente. Si tratta dell’Echinococcosi alveolare (AE), una grave patologia causata dal verme piatto Echinococcus multilocularis che è trasmesso agli uomini da alcuni animali selvatici come la volpe e il coyote, o domestici come il cane. Lo studio, coordinato dal professor Alessandro Massolo del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa in collaborazione con le Università di Calgary e dell’Alberta, è stato pubblicato sul “New England Journal of Medicine”, la più autorevole e citata rivista al mondo per la medicina.
“In tutto il Nord America continentale i casi di AE nell’uomo causati da infezioni acquisite localmente erano stati sinora solo due, uno nel 1927 in Canada e uno nel 1977 in USA, mentre gli altri casi rilevati erano pazienti che avevano contratto l’infezione all’estero – spiega il professore Alessandro Massolo dell’Università di Pisa - Il nostro studio, condotto dal 2013 al 2018, ha documentato comparsa di sette nuovi casi nella Provincia dell’Alberta, di cui tre riguardavano pazienti immunosoppressi, una condizione che di solito riduce a pochi mesi o un anno la velocità di manifestazione della patologia, che altrimenti impiega fino a una decina di anni a comparire, rendendo questi pazienti delle ‘sentinelle’ per l’insorgenza di un’epidemia”.
Attualmente in tutto il mondo si registrano ogni anno oltre 18.000 nuovi casi di AE di cui circa 200 solo in Europa. Nell’uomo l’echinococcosi alveolare è una malattia cronica, con esiti fatali in oltre il 90% dei casi se non curata, e del 16% se curata. Il parassita che la provoca esiste in diversi ceppi, e come hanno stabilito gli scienziati attraverso la sua caratterizzazione genetica, quello identificato in Nord America dal gruppo di ricerca del professore Massolo è una variante di quello europeo, notoriamente molto virulento nell’uomo. Questo nuovo ceppo, sempre secondo gli scienziati, sarebbe ormai il più comune nella fauna selvatica in quell’area del Canada (Alberta).
“Almeno cinque dei sette casi di AE ad Alberta sono stati causati da questo ceppo simil-europeo che presenta la mutazione di un gene mitocondriale mai riscontrata prima, il che suggerisce - conclude Massolo - che questo ceppo si sia ormai stabilito in quest’area del Nord America e che probabilmente siamo di fronte ai risultati di un processo recente di invasione parassitaria, con ovvie ricadute di salute pubblica; un’evidenza che dovrà certo indurre cambiamenti di classificazione del rischio per questa grave patologia in Nord America”.

Homo naledi aveva una locomozione unica nel panorama evolutivo umano: la biomeccanica del femore rivela infatti che sul terreno aveva un’andatura bipede simile a quella dell’uomo moderno, mentre le caratteristiche dell’arto superiore, in particolare le dita arcuate, indicano una vita arboricola e dunque la capacità di arrampicarsi e di spostarsi fra gli alberi.
La notizia arriva da due nuovi studi del professor Damiano Marchi del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e del team internazionale che nel 2015 ha annunciato la scoperta questa nuova specie di ominina. Gli scienziati hanno infatti recentemente pubblicato due nuove ricerche su Homo naledi. La prima, coordinata dal professor Marchi, è apparsa sul "Journal of Human Evolution" e riguarda proprio la biomeccanica del femore.
“Lo studio sulla biomeccanica dell’arto inferiore – spiega il professor Marchi –, il primo mai realizzato sinora, mostra una combinazione di caratteri unica: Homo naledi era infatti una specie impegnata in una locomozione di tipo bipede sul terreno, ma con un pattern di carico dell’arto inferiore diverso da qualsiasi altra specie ominina, il che potrebbe derivare dalla sua particolare anatomia postcraniale.’’
La seconda ricerca, pubblicata sull’ "American Journal of Physical Anthropology", descrive il nuovo ritrovamento di tre femori nella Camera di Lesedi, una caverna vicina alla Camera di Dinaledi dove sono avvenuti i ritrovamenti principali.
“I resti dell’arto inferiore rinvenuti nella Camera di Lesedi – aggiunge il professor Marchi – sono morfologicamente simili a quelli rinvenuti nella Camera di Dinaledi, con piccole differenze che aumentano la nostra conoscenza sulla variabilità all’interno della specie. Riteniamo che il ritrovamento identifichi due individui di cui uno parzialmente articolato, a differenza dei ritrovamenti della Camera di Dinaledi in cui le ossa non erano in connessione anatomica’’.
Questi due studi costituiscono un importante contributo per aumentare la conoscenza di Homo naledi, la nuova specie di ominino i cui resti sono stati portati alla luce tra il 2013 e il 2014 nel sistema di caverne denominato Rising Star in Sudafrica. Il professor Marchi è stato l’unico italiano a partecipare all’impresa scientifica che ha raccontato nel libro “Il mistero di Homo naledi. Chi era e come viveva il nostro lontano cugino africano” (Mondadori, 2016).

Dal 28 luglio al 2 agosto, alla Fortezza da Basso a Firenze, si tiene il 57° convegno annuale dell’Association for Computational Linguistics, la più importante associazione scientifica internazionale per la linguistica computazionale, la scienza che studia come dotare i computer della capacità di comprendere e usare il linguaggio naturale come gli esseri umani.
Il convegno fiorentino, il primo dell’ACL a tenersi in Italia e il più grande mai tenuto, prevede 660 presentazioni alla conferenza principale in 6 sessioni parallele, 21 tra workshop e conferenze satellite per più di 3200 iscritti in totale. Tra i temi più presenti nel programma ci sono gli agenti conversazionali in grado di dialogare con gli esseri umani, la traduzione automatica, l’uso dei metodi di “deep learning”, ma anche aspetti etici legati alle tecnologie del linguaggio. Di grande attualità sono le nuove tecnologie per combattere l’uso improprio e offensivo del linguaggio sui social, e per gestire conversazioni tra medico e paziente.
La conferenza, sponsorizzata da tutte le “Big Companies” del Web (Amazon, Apple, Baidu, Facebook, Google, ecc.), è stata organizzata a livello locale da Alessandro Lenci (Università di Pisa), Bernardo Magnini (Fondazione Bruno Kessler, Trento) e Simonetta Montemagni (Istituto di Linguistica Computazionale “A. Zampolli del CNR, Pisa).

Giovedì 25 luglio, alle ore 11.30, in occasione dell'apertura di “Matricolandosi” - il centro per le immatricolazioni dell’Università di Pisa – i colleghi giornalisti sono invitati a partecipare a un incontro in cui saranno illustrate le principali novità per l’anno accademico 2019/2020. Nell’occasione sarà presente il prorettore alla didattica Marco Abate.
L’appuntamento è nell’Edificio E del Polo Fibonacci, in Largo Bruno Pontecorvo, dove sarà possibile incontrare anche le future matricole che verranno a iscriversi.

Il professor Carlo Petronio, professore ordinario di Geometria al Dipartimento di Matematica, è il nuovo prorettore vicario dell’Università di Pisa. “Ho chiesto al professor Petronio la disponibilità a ricoprire la carica di prorettore vicario – ha detto il rettore Paolo Mancarella – alla luce del suo alto profilo scientifico e avendone apprezzato, in questi anni in cui è stato membro del Senato Accademico, le qualità umane e professionali, la lealtà e soprattutto il suo grande senso istituzionale, dote imprescindibile per ricoprire un tale ruolo. Penso anche che il professor Petronio saprà mettere a disposizione dell’Ateneo il suo bagaglio di esperienze maturate prima come presidente di corso di laurea e poi come direttore del Dipartimento di Matematica”.

sirsi eleonora1La professoressa Eleonora Sirsi del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa è stata invitata a svolgere, nella mattina del 30 luglio, un’audizione dinanzi alla Commissione agricoltura e produzione agroalimentare del Senato con riferimento all’affare assegnato n.200 (affare sulla questione inerente alle nuove biotecnologie in agricoltura). Il tema è oggetto da tempo del lavoro di ricerca di Eleonora Sirsi come dimostrano le numerose pubblicazioni e la monografia “Ogm e agricoltura. Evoluzione del quadro normativo - Strategie di comunicazione - Prospettive dell’innovazione” (Editoriale scientifica 2017). Già nel 2016, nella passata legislatura, Eleonora Sirsi era stata convocata per un’audizione sul tema (affare 591 “Nuove tecnologie in agricoltura”) dalla Commissione agricoltura del Senato. 

 

Lunedì, 29 Luglio 2019 09:39

Rapporto di sostenibilità 2019

Introduzione

Paolo Maria Mancarella, Rettore dell'Università di Pisa

L’Università di Pisa vuole essere soggetto attivo e responsabile nelle complesse dinamiche di sviluppo della società, assumendo un ruolo sempre più centrale e propositivo per la crescita del suo territorio di riferimento e cogliendo le grandi direttrici che caratterizzeranno l’innovazione a livello nazionale e internazionale. Questo nella convinzione che la capacità di intercettare le esigenze fondamentali che provengono dai mutamenti sociali ed economici sia compito ineludibile di un Ateneo che, forte di una tradizione secolare, sappia proiettarsi nel futuro.

La visione che l’Ateneo ha sviluppato negli ultimi anni non può prescindere da una particolare sensibilità per il tema della sostenibilità. Siamo consapevoli che il nostro contributo al mantenimento del benessere attuale nel futuro dipende dalla nostra capacità di investire bene nel capitale umano, notoriamente rappresentato da istruzione e ricerca, senza esimerci dal lavorare ogni giorno per lasciare a chi verrà un’Istituzione di qualità capace di generare cultura.

Nello Statuto e, di recente, nel Piano Strategico e negli altri documenti di programmazione, la nostra Università ha fatto propria e rilanciato la cultura della sostenibilità, valorizzando un percorso che è partito dall’adesione alla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile. Si intende così contribuire al progresso culturale, civile ed economico del Paese, attraverso il perseguimento dell’istruzione e dell’apprendimento, il sostegno alla ricerca di eccellenza, la promozione – tramite l’ascolto dei portatori di interesse – del trasferimento delle conoscenze: il tutto nel contesto di uno sviluppo equilibrato e sostenibile dei territori.

L’Università di Pisa, attraverso il perseguimento delle sue attività istituzionali relative alla didattica, alla ricerca e alla cosiddetta “terza missione”, può svolgere un ruolo fondamentale per l’affermazione di una cultura della sostenibilità che arrivi a permeare profondamente la società, sia nell’educazione del singolo cittadino sia nella formazione di impresa, consentendo quel cambiamento di paradigma necessario per affrontare le esigenze della collettività e tutelare i diritti delle attuali e delle future generazioni. È un cammino che intendiamo percorrere attraverso le attività di formazione dirette alle future generazioni di docenti, ricercatori e professionisti, e ancor di più attraverso le ricadute immediate che le attività di ricerca, di trasferimento delle conoscenze, di promozione culturale e di gestione hanno sul territorio in cui sono radicate.

Il presente Rapporto di Sostenibilità costituisce una tappa importante di questo cammino, come strumento che aiuta a mettere a fuoco i punti di forza e di debolezza del nostro Ateneo nella costruzione condivisa dello sviluppo sostenibile, equilibrato e responsabile, condizione indispensabile per assicurare il futuro della nostra società.

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Lunedì, 29 Luglio 2019 08:58

Aggiungi un fiore a tavola (da mangiare)

Sono buoni, fanno bene alla salute e promettono di diventare una nota coloratissima nei nostri piatti. Parliamo dei fiori commestibili che sono al centro di Antea, un progetto di ricerca europeo al quale collabora anche l’Università di Pisa con i dipartimenti di Farmacia e di Scienze Agrarie, alimentari e agroambientali.

L’obiettivo di Antea è quello di sostenere la filiera emergente dei fiori eduli nell’area compresa fra Italia e Francia facendo evolvere la più antica produzione di fiori ornamentali come soluzione alla crisi degli ultimi anni del comparto della floricoltura. Nell’ambito di Antea il compito dei ricercatori dell’Ateneo pisano è quello di analizzare le oltre 40 specie selezionate per il progetto, compresi lo studio della composizione organica e delle caratteristiche organolettiche delle piante, i test allergologici e microbiologici per garantire la innocuità al consumo e infine anche l’individuazione delle tecnologie per la conservazione e il confezionamento delle preparazioni alimentari.

 

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“Le proprietà nutraceutiche dei fiori sono dovute alla presenza di composti salutari per la dieta umana, come i polifenoli, i più importanti con attività antiossidante oltre alla vitamina C e antociani, che sono anche i principali responsabili della colorazione,– spiega Laura Pistelli, docente dell’Ateneo pisano - al momento le nostre analisi stanno riguardando alcune varietà di salvia che hanno fiori (e talvolta anche foglie) che profumano di ananas, pesca o ribes e una specie di geranio dal sapore di limone”.

In particolare, le dottoresse Laura Pistelli e Ilaria Marchioni del dipartimento di Scienze Agrarie, alimentari e agroambientali si occupano delle analisi nutrizionali delle 40 specie, mentre la professoressa Luisa Pistelli e la dottoressa Basma Najar del dipartimento di Farmacia sono impegnate nell’individuazione dei composti volatili che determinano l’aroma dei fiori.


“Da anni i nostri gruppi di ricerca collaborano per valorizzare delle piante aromatiche e medicinali – conclude Laura Pistelli – e lo studio dei fiori eduli è filone di ricerca molto promettente, i fiori sono infatti una fonte alimentare da riscoprire e sempre più utilizzata anche dai grandi chef, dunque è necessario individuare le loro caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche affinché possano essere meglio apprezzati dal pubblico”.

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