L’Università di Pisa ricorda il professor Romano Lazzeroni
Lunedì 27 gennaio alle ore 9,30, nell’Aula Magna Nuova della Sapienza (Via Curtatone e Montanara, 15), si svolgerà la commemorazione di Romano Lazzeroni, Professore Emerito del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, storico docente di Glottologia e di Sanscrito presso l'Università di Pisa, insignito dell’ordine del Cherubino nel 1978.
L’Ateneo pisano intende in tal modo onorare la memoria di uno studioso che ha segnato la carriera universitaria di tanti giovani e che nel contempo ha partecipato attivamente alla vita accademica, ricoprendo vari ruoli con costante dedizione e brillanti capacità.
Dopo il Rettore, Paolo Mancarella, e il Direttore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica Rolando Ferri, prenderanno la parola alcuni colleghi e amici di Romano Lazzeroni che hanno condiviso con lui molti anni di vita accademica: Marco Pasquali, Paolo Miccoli, Carlo Da Pozzo, Umberto Laffi, Alfonso Maurizio Iacono, Saverio Sani, Franco Fanciullo, Filippo Motta e Giovanna Marotta.
Avviso di fabbisogno interno per lo svolgimento dell’“Attività di tutoraggio, supporto organizzativo e gestionale”, nell’ambito del progetto Master in “Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione”
Avviso di fabbisogno interno per n. 1 incarico di psicologo nell’ambito del progetto “Strudenti con DSA”
Avviso di fabbisogno interno per una unità di personale per la promozione delle attività del Sistema Museale di Atene
Avviso di fabbisogno interno per l'incarico: "Studio di sistemi energetici ad elevata efficienza a servizio del laboratorio di prossima realizzazione di Ingegneria sanitaria ambientale"
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Marco Raugi - Delegato per la sostenibilità - Prorettore per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico
Borsa di studio di durata 8 mesi, dal titolo: “Algoritmi di ottimizzazione non lineare continua e combinatoria"
Le stelle di neutroni come laboratorio per studiare la materia: ricercatori Unipi risolvono l'hyperon puzzle
Le stelle di neutroni sono gli oggetti macroscopici più densi dell'universo e rappresentano degli incomparabili laboratori naturali per investigare i costituenti della materia e le loro interazioni in condizioni fisiche estreme che non possono essere realizzate in nessun laboratorio terrestre. La struttura di questi corpi celesti è assai complessa ed in parte non completamente nota.
Secondo gli scienziati, nella regione più interna della stella, il cosiddetto core, oltre ai neutroni e ai protoni (detti collettivamente nucleoni), sarebbero presenti altre particelle subatomiche fra cui gli iperoni. Questi ultimi sono appunto i protagonisti dello studio che Ignazio Bombaci (foto a destra) e Domenico Logoteta dell’Università di Pisa hanno svolto in collaborazione con Isaac Vidaña della Sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
La ricerca, appena pubblicata sull’European Physical Journal, propone infatti una soluzione del cosiddetto “hyperon puzzle”, un paradosso scientifico che riguarda la relazione fra la massa delle stelle di neutroni e la presenza di iperoni al loro interno. Ci sono infatti delle stelle di neutroni la cui massa misurata è più grande di quanto previsto teoricamente considerata la presenza degli iperoni. Queste particelle infatti rendono la materia “più soffice” e di conseguenza diminuiscono la massa limite al di sopra della quale una stella di neutroni collassa in un buco nero.
Per spiegare il puzzle i fisici dell’Ateneo pisano hanno quindi ipotizzato la presenza di una forza a tre corpi fra nucleoni e iperoni che avrebbe un duplice effetto sulle proprietà della materia stellare: fa sì che gli iperoni si formino nel core stellare a densità più alte e inoltre ne riduce notevolmente la concentrazione.
“Questi due effetti combinati – conclude il professor Ignazio Bombaci – fanno aumentare la pressione all’interno della stella, ossia fanno diventare “più dura” la materia stellare il che rende possibile ottenere stelle iperoniche, cioè stelle di neutroni contenenti iperoni, che hanno masse in accordo con i valori misurati, risolvendo in tal modo l’hyperon puzzle”.
Le stelle di neutroni come laboratorio per studiare la materia a densità estreme: ricercatori dell’Università di Pisa risolvono il cosiddetto “hyperon puzzle”
Le stelle di neutroni sono gli oggetti macroscopici più densi dell'universo e rappresentano degli incomparabili laboratori naturali per investigare i costituenti della materia e le loro interazioni in condizioni fisiche estreme che non possono essere realizzate in nessun laboratorio terrestre. La struttura di questi corpi celesti è assai complessa ed in parte non completamente nota. Secondo gli scienziati, nella regione più interna della stella, il cosiddetto core, oltre ai neutroni e ai protoni (detti collettivamente nucleoni), sarebbero presenti altre particelle subatomiche fra cui gli iperoni. Questi ultimi sono appunto i protagonisti dello studio che Ignazio Bombaci e Domenico Logoteta dell’Università di Pisa hanno svolto in collaborazione con Isaac Vidaña della Sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. La ricerca, appena pubblicata sull’European Physical Journal, propone infatti una soluzione del cosiddetto “hyperon puzzle”, un paradosso scientifico che riguarda la relazione fra la massa delle stelle di neutroni e la presenza di iperoni al loro interno. Ci sono infatti delle stelle di neutroni la cui massa misurata è più grande di quanto previsto teoricamente considerata la presenza degli iperoni. Queste particelle infatti rendono la materia “più soffice” e di conseguenza diminuiscono la massa limite al di sopra della quale una stella di neutroni collassa in un buco nero.
Per spiegare il puzzle i fisici dell’Ateneo pisano hanno quindi ipotizzato la presenza di una forza a tre corpi fra nucleoni e iperoni che avrebbe un duplice effetto sulle proprietà della materia stellare: fa sì che gli iperoni si formino nel core stellare a densità più alte e inoltre ne riduce notevolmente la concentrazione.
“Questi due effetti combinati – conclude il professor Ignazio Bombaci – fanno aumentare la pressione all’interno della stella, ossia fanno diventare “più dura” la materia stellare il che rende possibile ottenere stelle iperoniche, cioè stelle di neutroni contenenti iperoni, che hanno masse in accordo con i valori misurati, risolvendo in tal modo l’hyperon puzzle”.