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Domenica 25 marzo dalle 19,30 al Cinema Teatro Lumiere di Pisa (Vicolo del Tidi 6) va in scena il terzo appuntamento del cartellone “CantinaJazz – il Suono del Benessere” che avrà come protagonisti il carciofo e la birra. Sarà la prof. Manuela Giovannetti, direttrice del Centro Nutrafood dell’Università di Pisa, ad aprire la serata e a presentare le virtù nutraceutiche del carciofo e della birra. Seguiranno come sempre degustazioni e concerto.

L’appuntamento fa parte della rassegna multisensoriale "CantinaJazz - il Suono del Benessere" organizzata dall'Associazione Musicale Sinestesica in collaborazione con il "Centro interdipartimentale di ricerca nutraceutica e alimentazione per la salute dell'Università di Pisa NutraFood", il "Corso di Studio in Viticoltura ed Enologia dell'Università di Pisa" e il Cinema-Teatro Lumiere. L'iniziativa ha il patrocinio del Comune di Pisa e il supporto della Banca Popolare di Lajatico.

 

Fabbricare dispositivi elettronici sempre più piccoli, come i transistor, definendo materiali e strutture atomo per atomo, è possibile grazie a metodi di ingegneria quantistica. Lo dimostra una ricerca pubblicata su Nature Nanotechnology e condotta dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, l’Università di Texas a Dallas e dall’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, coinvolti nel progetto europeo Graphene Flagship. La ricerca apre prospettive sul futuro delle tecnologie digitali che potranno essere disegnate atomo per atomo tramite supercomputer in una fabbrica digitale.

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Da più di mezzo secolo, l’aumento della potenza dei computer è legato alla miniaturizzazione dei transistor, i dispositivi elementari presenti in ogni circuito elettronico. La miniaturizzazione ha consentito di inserire un numero maggiore di transistor, più veloci ed efficienti, in un singolo circuito e quindi di costruire calcolatori sempre più potenti. Oggi i transistor sono arrivati a dimensioni di poche decine di nanometri. Il nuovo studio dimostra che esiste una tecnica per procedere oltre, usando materiali bidimensionali per ottenere un controllo a livello di singolo atomo e arrivando a dimensioni di pochi nanometri.

Il team italo-statunitense ha delineato le possibili strategie per progettare e realizzare transistor intervenendo direttamente sulla struttura degli atomi attraverso la sovrapposizione di “fogli” di materiali bidimensionali. I materiali bidimensionali sono materiali il cui spessore è dato da pochi atomi, ma hanno una superficie molto ampia, che ha permesso ai ricercatori di creare strutture composite, costituite da fogli di materiali diversi e assemblati lateralmente e verticalmente. Le strutture così ottenute si chiamano eterostrutture, e possono essere verticali, se i materiali sono impilati uno sull’altro, oppure laterali, se gli strati di materiali bidimensionali vengono disposti l’uno accanto all’altro.

“Queste strutture ci permettono di fare una ingegneria quantistica – spiega Giuseppe Iannaccone, professore di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – ovvero di produrre artificialmente materiali e dispositivi completi, le cui proprietà elettroniche e le cui funzioni siano progettate e ottimizzate atomo per atomo”.

Il team ha dimostrato che con i materiali costruiti come eterostrutture laterali è possibile realizzare transistor e processori digitali, con prestazioni che potranno essere sempre più elevate. Tale tecnica potrà sostituire gli attuali metodi di miniaturizzazione dei dispositivi elettronici.

“Le tecnologie di fabbricazione dei materiali bidimensionali hanno fatto progressi notevoli negli ultimi anni, ma siamo ancora all’inizio dell’individuazione dei processi che ci permettono di fare crescere in laboratorio eterostrutture laterali – sottolinea Francesco Bonaccorso, ricercatore dell’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia – per questo motivo è estremamente utile esplorare le innumerevoli possibilità con simulazioni su larga scala, in modo da concentrare gli investimenti dove la probabilità di successo è massima”.

Le prestazioni dei nuovi materiali sono stati studiati tramite una sistema di “design” per l’ingegneria quantistica, cioè un sistema di simulazione a computer basato su super calcolatori e sofisticati software, i quali permettono di costruire dispositivi comprendenti migliaia di atomi. Grazie a queste simulazioni i ricercatori possono esplorare le caratteristiche e le potenzialità tecnologiche dei materiali e delle strutture ottenute dalla loro combinazione, realizzando una vera fabbrica virtuale. Una volta individuati i transistor più promettenti, sarà necessario verificare se la loro produzione su larga scala sia un obiettivo raggiungibile su scala industriale.

Dal 18 al 21 marzo, un gruppo di studenti dei dipartimenti Scienze Politiche e di Giurisprudenza dell’Università di Pisa hanno partecipato alle Giornate di studio italo-spagnole all’Università di Cadìz (Spagna), coordinate dai professori Rita Biancheri, Alfredo Fioritto e Josè Maria Perez Monguiò e organizzate nell’ambito dei progetti di internazionalizzazione dell’Ateneo pisano. Gli incontri, che proseguono da alcuni anni, promuovono uno scambio di esperienze non solo sul piano didattico ma anche sui contenuti delle ricerche e vedono gli studenti direttamente coinvolti nella formazione e nella crescita di una comunità che sia aperta al confronto e anche efficace sul piano dell’apprendimento dei contenuti professionalizzanti.

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I temi affrontati nell’ultima edizione sono stati rispettivamente: “La violencia social y mecanismos para su control: especial consideraciòn a la violencia de genero” e “Desafìos actuales del derecho administativo España-Italia”. Le riflessioni scientifiche, condivise dai docenti delle due università durante i seminari tenuti sia a Pisa che a Cadìz, saranno prossimamente pubblicati in un volume edito dalla Pisa University Press, con l’intento di stimolare il dibattito in ottica multidisciplinare e aprire ad un proficua comparazione sui contenuti discussi durante i lavori.

Le giornate si sono concluse con la visita al municipio di El Puerto Santa Maria dove il sindaco, David de la Encina Ortega, ha spiegato il funzionamento amministrativo del Comune e le attività dei diversi settori - in particolare l’organizzazione del servizio sociale - permettendo agli studenti di conoscere l’attuazione delle diverse policies.

Giovedì, 22 Marzo 2018 12:30

A Pisa i National Erasmus Games

Pisa ospita la quinta edizione dei National Erasmus Games, diventando per tre giorni capitale dello sport internazionale e dell’Erasmus. Per l’evento, che si terrà dal 23 al 25 marzo 2018 al Centro Universitario Sportivo di Pisa (CUS), sono attesi circa 330 studenti Erasmus che arriveranno da 19 città italiane dove stanno svolgendo la loro esperienza di mobilità. Strutturati come delle vere e proprie Olimpiadi Erasmus, i NEG prevedono che gli studenti delle sezioni del network italiano si sfidino nelle diverse discipline sportive previste (calcio a 5, volley, basket e beach volley) indossando non i colori della propria nazione d’origine, bensì quelli della città in cui svolgono il loro periodo di mobilità studio, che rappresenta per loro una seconda patria d’adozione.

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La presentazione dei NEG si è svolta nella Sala Baleari del Comune di Pisa, alla presenza del vicesindaco Paolo Ghezzi, di Francesco Marcelloni, prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali dell'Università di Pisa, Marco Zeo, responsabile organizzazione evento, Manuela Locci, responsabile progetti ESN Italia, Alessandro Griffi, presidente ESN Pisa.

La sezione dell’Erasmus Student Network di Pisa è riuscita ad aggiudicarsi l’organizzazione di questo importante evento grazie alla sinergia con tutti gli Enti del territorio, Università di Pisa, la Regione Toscana, il Comune di Pisa, il DSU Toscana, che hanno garantito il pieno supporto. Un successo che conferma la proiezione internazionale della città.

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Da sinistra: il vicesindaco Paolo Ghezzi, Manuela Locci, responsabile progetti ESN Italia, Marco Zeo, responsabile organizzazione evento, Alessandro Griffi, presidente ESN Pisa, Francesco Marcelloni, prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali. 

Nella mattinata di venerdì 23 marzo si terrà la cerimonia di apertura presso il CUS, durante la quale verranno presentate le squadre partecipanti che sfileranno tutte insieme, divise per delegazioni cittadine, in una vera e propria Flag Parade, dando inizio ufficiale all’evento. A seguire, inizieranno i tornei e le partite si terranno tutte presso le strutture del CUS, che ha dato il suo pieno appoggio e sostegno logistico e istituzionale all’evento.

Durante i NEG verrà inoltre implementato anche un altro progetto internazionale, ExchangeAbility, con cui da anni il network nazionale dell’ESN intende dimostrare che l’Erasmus e lo sport sono accessibili a tutti. Per tale motivo sarà organizzata, in collaborazione con la sezione pisana dell’AIPD Associazione Italiana Persone Down, una partita di calcio a 5 fra gli studenti internazionali e i ragazzi con sindrome di Down.

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I NEG
I Neg, meglio conosciuti come Olimpiadi Erasmus, sono un evento sportivo a carattere nazionale che Erasmus Student Network Italia promuove ogni anno e organizza assieme alle sezioni locali dell’associazione. Durante i giochi studenti stranieri provenienti da tutti gli Atenei italiani si sfideranno in varie discipline sportive rappresentando non la loro nazione di provenienza, bensì i colori della città che li ospita durante il loro periodo di mobilità. Le squadre vincitrici per ogni disciplina guadagnano il diritto di partecipare agli International Erasmus Games, che, svolgendosi in maniera analoga, raccolgono partecipanti da ogni nazione d’Europa.

LA STORIA
Fin dai suoi albori, Erasmus Student Network Italia ha rivolto la propria attenzione all’organizzazione di progetti sportivi, raccogliendo l’invito dell'Unione Europea che ha inserito tra gli obiettivi del nuovo programma Erasmus+ la promozione dello sport di base riconoscendo lo sport come momento importante d’integrazione sociale e culturale.

ESN PISA
L’ESN - Erasmus Student Network è un’associazione studentesca di volontariato no profit che si occupa dell’integrazione degli studenti stranieri giunti in città col programma di scambio internazionale “Erasmus+”.

Giovedì, 22 Marzo 2018 11:12

Robert Doisneau. Pescatore d'immagini

Dal 23 marzo al 17 giugno 2018, il Museo della Grafica presenta la mostra Robert Doisneau. Pescatore d’immagini. Curata dall’Atelier Robert DoisneauFrancine Deroudille e Annette Doisneau – in collaborazione con Piero Pozzi, prodotta e realizzata da Di Chroma Photography, ViDi - Visit Different, l’esposizione  offre l’occasione di ammirare, attraverso una suggestiva selezione di 70 immagini in bianco e nero, l’universo creativo del grande fotografo francese.

Nel raffinato allestimento delle sale di Palazzo Lanfranchi, il percorso espositivo si apre con l’autoritratto del 1949 e ripercorre i motivi più cari a Doisneau, conducendo il visitatore in un’emozionante passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, nei bistrot e nelle gallerie d’arte della capitale francese.I soggetti prediletti delle sue fotografie sono, infatti, i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere in questa città senza tempo. Nelle parole dell’artista: “Le meraviglie della vita quotidiana sono così eccitanti; nessun regista può ricreare l’inaspettato che si trova nelle strade”.

 

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Doisneau ha lasciato l’immagine della Parigi più vera, ormai scomparsa e fissata solo nell’immaginario collettivo: quella dei bistrot e dei clochards, delle antiche professioni e dei mercati a Les Halles, dei caffè esistenzialisti di Saint Germain des Prés punto d’incontro per intellettuali, artisti, musicisti, attori, poeti, come Jacques Prévert, che con Doisneau condivise un’amicizia fraterna e testimoniata dallo scatto Prévert au guéridon, che lo ritrae seduto al tavolino di un bar con il fedele cane e l’ancor più fedele sigaretta.

Tra i capolavori più celebri esposti a Pisa anche Le Baiser de l'Hôtel de Ville, foto del 1950 che ritrae una giovane coppia che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre la gente cammina veloce e distratta. L’opera, per lungo tempo identificata come un simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio per la rivista americana Life e per questo chiese ai due giovani di posare per lui. Nelle sale di Palazzo Lanfranchi è inoltre possibile ammirare Les pains de Picasso, in cui l’artista spagnolo, vestito con la sua tipica maglietta a righe, gioca a farsi ritrarre seduto al tavolo della cucina davanti a dei pani che surrogano, con la loro forma, le sue mani.

 



Come sottolinea Andrea Ferrante, Assessore alla Cultura del Comune di Pisa e Presidente del Museo della Grafica: "Una mostra importante per cui ci aspettiamo una forte partecipazione. Pisa, che negli stessi mesi ospiterà altri eventi di notevole caratura, sarà meta obbligata per tutti gli appassionati della grande fotografia".


Note biografiche
Robert Doisneau (1912-1994)Noto oggi al grande pubblico, Doisneau, dopo essersi diplomato all’École Estienne, scopre la fotografia da giovane, mentre lavora in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici. Nel 1931 è operatore da Vigneau e, nel 1934, fotografo per le officine Renault da cui viene licenziato cinque anni più tardi per assenteismo. Nel 1939 diviene fotografo-illustratore free-lance e nel 1946 entra definitivamente nell’agenzia Rapho. Nel 1974 la Galleria Chateau d’Eau di Toulouse espone le sue opere e, a partire dagli anni Settanta, ottiene i primi importanti riconoscimenti. Da allora le sue fotografie vengono pubblicate, riprodotte e.  vendute in tutto il mondo.
Autore di un grande numero di opere (gli archivi di Robert Doisneau comprendono circa 450.000 fotografie), Doisneau è diventato il più illustre rappresentante della fotografia “umanista” in Francia. Le sue immagini sono oggi conservate nelle più grandi collezioni in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e sono esposte in tutto il mondo.

 

Venerdì 23 marzo alle 15 si inaugura la nuova serra tropicale dell’Orto e Museo botanico dell’Università di Pisa (Via Luca Ghini, 5). Dopo i saluti istituzionali delle autorità accademiche sono previsti gli interventi della professoressa Chiara Bodei, presidente del Sistema Museale di Ateneo e del professore Lorenzo Peruzzi, direttore dell’Orto e Museo Botanico. Al termine della cerimonia seguirà una visita guidata della serra che sarà aperta e visitabile gratuitamente, come tutto l’Orto botanico, anche sabato 24 e domenica 25 marzo dalle 9 alle 17 (ultimo ingresso alle 16) in occasione delle Giornate Fai di Primavera.
“La serra tropicale è stata ristrutturata dal punto di vista edilizio durante il triennio 2012-2014 – spiega Lorenzo Peruzzi - successivamente è iniziata la progettazione per il nuovo allestimento che ora comprende 150 specie vegetali arbustive ed arboree provenienti dalle aree tropicali del Pianeta, quelle cioè comprese tra i tropici del Cancro e del Capricorno e caratterizzate da temperature elevate durante tutto l'anno”.
In particolare, l’allestimento segue un criterio geografico e ogni aiuola rappresenta un continente per riunire assieme il maggior numero possibile di specie della medesima provenienza, sia di ambienti forestali che di savana. Inoltre, un piccolo spazio vicino all’ingresso è dedicato specificatamente a una collezione di epifite tropicali, tra le quali spiccano alcuni bellissimi esemplari di orchidee.
Tra le altre piante presenti ci sono poi specie rare o a rischio di estinzione come Cycas circinalis e Cycas taiwaniana, esclusive, rispettivamente dell’India meridionale e della Cina meridionale.
Ma la scelta è stata anche quella di ospitare specie molto conosciute, perché coltivate come piante d’appartamento, che in natura però assumono portamenti imponenti, ben diversi da quelli che siamo abituati a vedere nelle nostre abitazioni. Ne sono esempi Chamaedorea elegans, il ben noto Ficus benjamina e la Kenzia, Howea forsteriana, specie esclusiva dell’Isola di Lord Howe, nell’Oceano Pacifico.
Per quanto riguarda l’allestimento, i lavori sono stati coordinati e realizzati sotto la supervisione del direttore dell’Orto e Museo Botanico, Lorenzo Peruzzi, del curatore dell’Orto, Giuseppe Pistolesi e del conservatore del Museo, Lucia Amadei. Hanno collaborato i giardinieri dell’Orto Luca Ciampi, Andrea Giannotti e Otello Malfatti; Luca Davini e Alberto Trinco del Servizio Civile Regionale 2017; Roberta Vangelisti per le realizzazioni grafiche e Leonardo Cocchi per i cartellini identificativi delle piante.

 

È stata inaugurata all’Orto e Museo botanico dell’Università di Pisa una nuova serra tropicale. La nuova serra sarà aperta e visitabile gratuitamente, come tutto l’Orto botanico, anche sabato 24 e domenica 25 marzo dalle 9 alle 17 (ultimo ingresso alle 16) in occasione delle Giornate FAI di Primavera. Ad accogliere i visitatori nella nuova struttura c’erano il direttore dell’Orto botanico Lorenzo Peruzzi, e la presidentessa del Sistema Museale d’Ateneo Chiara Bodei.

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“La serra tropicale è stata ristrutturata dal punto di vista edilizio durante il triennio 2012-2014 – spiega Lorenzo Peruzzi – successivamente è iniziata la progettazione per il nuovo allestimento che ora comprende 150 specie vegetali arbustive e arboree provenienti dalle aree tropicali del Pianeta, quelle cioè comprese tra i tropici del Cancro e del Capricorno e caratterizzate da temperature elevate durante tutto l'anno”.

 

In particolare, l’allestimento segue un criterio geografico e ogni aiuola rappresenta un continente per riunire assieme il maggior numero possibile di specie della medesima provenienza, sia di ambienti forestali che di savana. Inoltre, un piccolo spazio vicino all’ingresso è dedicato specificatamente a una collezione di epifite tropicali, tra le quali spiccano alcuni bellissimi esemplari di orchidee.

Tra le altre piante presenti ci sono poi specie rare o a rischio di estinzione come Cycas circinalis e Cycas taiwaniana, esclusive, rispettivamente dell’India meridionale e della Cina meridionale.
Ma la scelta è stata anche quella di ospitare specie molto conosciute, perché coltivate come piante d’appartamento, che in natura però assumono portamenti imponenti, ben diversi da quelli che siamo abituati a vedere nelle nostre abitazioni. Ne sono esempi Chamaedorea elegans, il ben noto Ficus benjamina e la Kenzia, Howea forsteriana, specie esclusiva dell’Isola di Lord Howe, nell’Oceano Pacifico.

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Un momento dell'inaugurazione.

Per quanto riguarda l’allestimento, i lavori sono stati coordinati e realizzati sotto del professore Lorenzo Peruzzi, del curatore dell’Orto, Giuseppe Pistolesi e del conservatore del Museo, Lucia Amadei. Hanno collaborato i giardinieri dell’Orto Luca Ciampi, Andrea Giannotti e Otello Malfatti; Luca Davini e Alberto Trinco del Servizio Civile Regionale 2017; Roberta Vangelisti per le realizzazioni grafiche e Leonardo Cocchi per i cartellini identificativi delle piante.

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La presidentessa del Sistema Museale d’Ateneo Chiara Bodei e il direttore dell’Orto botanico Lorenzo Peruzzi.

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Da sinistra, Lucia Amadei, Giuseppe Pistolesi, Luca Davini, Luca Ciampi, Andrea Giannotti, Alberto Trinco.

 

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