Canottaggio: quattro medaglie per il Cus Pisa ai Campionati Nazionali Universitari
Si sono svolti lo scorso week end a Genova, sul campo di gara di Prà, i Campionati Nazionali Universitari di Canottagio 2017. Un’edizione che ha visto grandi protagonisti il CUS Genova e il CUS Pavia che per la prima volta non ha dominato le gare universitarie cedendo il primo posto nella classifica generale proprio ai padroni di casa.
La selezione del Cus Pisa torna da Genova con 4 medaglie: 2 bronzi per Gianluca Manfredini (Singolo maschile 500 e 2000 m) e 2 medaglie d'argento per Emma Torre (singolo femminile 500 m. e 2000 m.). Una sfortunata Arianna Mazzoni non riesce a salire sul podio, conquistando per ben due volte il 4° posto, nel singolo femminile 500 m e nel doppio in coppia con Emma Torre. “Complimenti agli atleti – dichiara Mario Gioli, responsabile della sezione Canottaggio del Cus Pisa – che si sono fatti valere nelle acque di Genova. Quattro medaglie sono un buon risultato se si tiene conto che tanti nostri big hanno deciso di non partecipare perché impegnati con il ritiro della Nazionale in preparazione degli Europei e delle altre gare internazionali in programma”. (Fonte Ufficio stampa e comunicazione CUS).
Emma Torre con Antonio Giuntini, consigliere federale FIC Pisa
Gianluca Manfredini con il vicepresidente del CUSI Eugenio Meschi.
Un progetto di ricerca per studiare lo scheletro dell’“Uomo di Altamura”
Damiano Marchi e Giovanni Boschian, docenti del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, in collaborazione con antropologi della Sapienza Università di Roma, tra cui Giorgio Manzi, e dell’Università di Firenze, hanno ottenuto un finanziamento di 398.361 euro per il progetto “Rediscovering Altamura: advanced multidisciplinary investigations on the skeleton from the Lamalunga cave, Italy. The KARST project (Knowing the Altamura man thRough Science & Technology)”. L’obiettivo è studiare il fossile scoperto nel 1993 in una cavità carsica dell’Alta Murgia, presso Altamura (BA), conosciuto come l’“Uomo di Altamura”, che potrebbe essere il più completo scheletro di Neanderthal mai scoperto e il più antico esemplare da cui DNA endogeno sia stato estratto. Nonostante l’importanza di questo reperto, esso si trova tutt’ora nella grotta dove è stato rinvenuto ed è largamente incorporato in concrezione calcaree. Recentemente è stato possibile stabilire la cronologia del reperto che è compresa tra 172.000 ± 15.000 a 130.000 ± 2.000 anni fa.
Il fossile avvolto nelle concrezioni calcaree.
Il progetto ha una durata di tre anni, unisce le competenze dell’Università di Pisa, della Sapienza Università di Roma e dell’Università di Firenze, oltre a collaboratori esterni che operano sia in Italia che all’estero e in piena sinergia con la Soprintenenza Archeologia pugliesee intende effettuare un’indagine multidisciplinare che includa cronologia, biologia scheletrica, tafonomia ed ecologia. “La maggior parte delle ossa dello scheletro sono visibili sotto la concrezione calcarea, rendendo l’esemplare di Altamura uno dei rari esempi di scheletro ominino virtualmente completo prima dell’avvento delle sepolture intenzionali”, ha spiegato il professor Damiano Marchi, coordinatore del gruppo di Pisa.
Questo progetto utilizza un approccio multidisciplinare allo studio dell’“Uomo di Altamura” in modo da aumentare le nostre conoscenze dell’evoluzione umana in Europa durante il Peistocene Medio e Superiore. Il progetto ha anche l’importante scopo di promuovere la conservazione e la futura musealizzazione di questo importante reperto fossile.
La prima fase della ricerca consisterà in un periodo di monitoraggio della grotta di Lamalunga per determinarne il microclima. In seguito, si effettuerà uno studio preliminare in-situ delle ossa per acquisire i primi dati e determinare la fattibilità dell’estrazione delle varie ossa. Una volta pianificata e portata a termine l’estrazione, in laboratorio i reperti verranno sottoposti ad acquisizioni digitali ad alta risoluzione (micro-TAC, sincrotrone) a cui seguirà un dettagliato studio morfologico e funzionale. Verranno effettuate anche analisi del DNA antico, isotopiche e della morfologia dentale. L’ultima fase del progetto prevede la creazione delle condizioni ideali per la coservazione e la musealizzazione del reperto.
Territorio sopra la grotta di Lamalunga.
Il professor Tommaso Simoncini eletto presidente della Emas
Il professor Tommaso Simoncini, professore di Ginecologia e Ostetricia al dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa e direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia 1 dell’Aoup, è stato eletto presidente della Emas-European menopause and andropause society durante l’11º congresso tenutosi recentemente ad Amsterdam, che ha radunato oltre mille partecipanti da oltre 70 Paesi del mondo.
La Emas è la principale società scientifica europea che si occupa della salute della donna, ed in particolare dei problemi legati alla menopausa e all’invecchiamento. È particolarmente attiva nel promuovere la ricerca e l’aggiornamento professionale in questa area attraverso innovativi canali digitali e multimediali e ha lanciato programmi di educazione medica avanzata nel campo della salute della donna per i principali paesi europei. Emas è anche particolarmente attenta allo sviluppo dei giovani ricercatori, per i quali ha creato un programma di tutoraggio a distanza chiamato Jump-Junior mentorship program. La società scientifica promuove anche campagne di sensibilizzazione mirate allo sviluppo di una moderna medicina di genere e a creare strumenti per abbattere gli ostacoli in campo sociale e professionale che interessano il sesso femminile, collaborando con gruppi di interesse in tutta Europa. (Fonte Ufficio Stampa AOUP).
Nella foto: il professor Simoncini insieme al past-president, la professoressa Irene Lambrinoudaki, dell’Università di Atene.
"Follow your Passion": l'esperienza dell’U-PHOS team nello spazio
Cosa hanno in comune un gruppo di giovani studenti dell’Università di Pisa, recentemente protagonisti di un esperimento scientifico nella base spaziale di Kiruna in Svezia, e Kristian Ghedina, il discesista italiano più premiato nella storia della Coppa del Mondo di sci alpino? La risposta è la “passione”, quella che è stata raccontata il 25 maggio al Polo Fibonacci, nel corso dell’evento intitolato “Follow your Passion” in cui i protagonisti sono stati proprio i ragazzi dell’U-PHOS team e lo sciatore Ghedina. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’azienda Dainese, leader nella protezione e sicurezza nel mondo degli sport dinamici e main sponsor di U-PHOS.
L’incontro è nato per divulgare i risultati dell’esperimento svedese: il filo conduttore della mattinata è stata la “passione” con cui si affrontano le sfide più imponenti e si raggiungono traguardi ritenuti impossibili. Nell’occasione sono intervenuti anche la professoressa Antonella Del Corso, prorettrice per gli studenti che ha portato i saluti del rettore Paolo Mancarella, Marcello Bencini di Dainese e Kristian Ghedina, che ha raccontato la sua esperienza di campione sportivo.
L'U-PHOS team
Per la seconda volta consecutiva, un gruppo di studenti dell’Università di Pisa ha partecipato al programma REXUS/BEXUS montando il proprio esperimento sul razzo sonda che è volato lo scorso 16 marzo dalla base Spaziale Esrange di Kiruna, al nord della Svezia. Gli studenti del team U-PHOS hanno lavorato intensamente per due anni e, al momento del lancio, hanno ottenuto un risultato “100% successful”. L’esperimento voleva dimostrare il funzionamento in condizioni di milligravità di una PHP (Pulsating Heat Pipe), un tubo di diametro millimetrico ripiegato con, all’interno, un fluido bifase. Questo dispositivo di scambio termico, caratterizzato da una grande semplicità produttiva e quindi un basso costo che determina poi un coefficiente prestazioni-costo molto alto, si è dimostrato funzionante anche se il team sta ancora analizzando i dati ottenuti.
Il team U-PHOS dell’Università di Pisa è l’unico italiano a essere stato selezionato nella categoria “Rocket” dall’ESA, ramo Educational e ad aver partecipato alla Campagna di lancio a marzo 2017. Inoltre, dalle statistiche del programma REXUS/BEXUS, i gruppi studenteschi italiani che nella storia hanno lanciato un esperimento sul razzo sonda sono stati cinque, due dei quali sviluppati all’Università di Pisa (PHOS e U-PHOS), segno di un forte interesse dell’Ateneo a partecipare a progetti di ricerca scientifica spaziale.
I componenti del team pisano, supportato dal dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC), dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) e dal Dipartimento di Ingegneria civile e industriale (DICI), sono 19: Pietro Nannipieri, Giulia Becatti, Alessandro Viglione, Eugenio Ferrato, Andrea Catarsi, Paolo Di Giorgio, Lorenzo Quadrelli, Lorenzo Barsocchi, Pietro Guardati, Federico Nesti, Francesco Zanaboni, Martina Anichini, Stefano Piacquadio, Gabriele Meoni, Paolo Fattibene, Edoardo Pratelli, Luca Buoni, Edoardo Mancini, Federico Celi. I professori a supporto del progetto sono Sauro Filippeschi, Luca Fanucci, Federico Baronti, Paolo Di Marco, Salvo Marcuccio, Carlo Bartoli.
Per altre informazioni su U-PHOS:
https://www.facebook.com/events/1881796002037440/?fref=ts
https://www.facebook.com/uphosproject/
http://www.uphos.ing.unipi.it/it/
Estudiantes de América Latina - Proyecto Inclinados
Becas de estudio para estudiantes latinoamericanos:
«Il soprannaturale letterario» di Francesco Orlando
A sette anni dalla scomparsa, esce per Einaudi un inedito di Francesco Orlando, grande teorico della letteratura e illustre docente dell'ateneo pisano.
Francesco Orlando ha insegnato a Pisa dal 1982 al 2006, ottenendo nel 1995 il conferimento della prima cattedra italiana di teoria della letteratura. A curare il volume Il soprannaturale letterario. Storia logica forme sono i suoi allievi Stefano Brugnolo, anche lui professore all'Università di Pisa, e Luciano Pellegrini insieme a Valentina Sturli.
Pubblichiamo di seguito una presentazione del volume a firma di Stefano Brugnolo.
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È uscito il due maggio presso Einaudi un nuovo libro di Francesco Orlando Il soprannaturale letterario. Storia logica forme. È il primo inedito, che viene pubblicato a sette anni dalla morte dello studioso.
Per vent'anni Orlando ha studiato e tenuto corsi su questo tema, ma a parte un breve testo apparso nel primo volume dell'opera collettiva Il romanzo, a cura di Franco Moretti (Einaudi, 2001), non era rimasta altra traccia scritta ed edita di quel suolavoro che pure aveva lasciato tanti vividi ricordi in generazioni di studenti pisani. I curatori del volume (Stefano Brugnolo, Luciano Pellegrini, Valentina Sturli) hanno lavorato per riportare alla luce e proporre ai lettori una ricerca che era giunta ad un punto notevole e pressoché conclusivo di elaborazione. Lo hanno fatto lavorando prima di tutto sulle registrazioni di un corso dell’anno accademico 2005-2006, audioregistrato da Giuseppe Zaccagnini, ma anche su altro materiale (scalette, appunti, ecc.).
Come è noto Orlando preparava con estrema cura i suoi corsi che si basavano su uno schema assolutamente chiaro e ben articolato. Non solo: questo schema costituiva già in nuce l’indice di quello che poi sarebbe diventato un libro, concepito e articolato, come gli altri, prima di tutto nei corsi universitari. Il volume che esce ora per Einaudi può essere pensato come il primo tentativo di proporre una teoria sistematica del soprannaturale dopo quella di Tzvetan Todorov nel suo libro La letteratura fantastica (1970). A distanza di 47 anni esce dunque un saggio che rimette in discussione certe assunzioni di Todorov e comunque dialoga da pari a pari con lui. Ci piace pensare che da questo momento in poi saranno molti gli studiosi di quella enorme galassia che passa sotto il nome generico di fantastico che potranno avvalersi utilmente di questo nuovo studio orlandiano così pieno di spunti pratici.
Ma va subito aggiunto che anche in questo caso Orlando non si limita a fare teoria ma propone singole e serrate analisi di opere e autori capitali della nostra tradizione: da Dante a Ariosto, fino a James e Kafka, passando per Goethe e i fratelli Grimm. I testi sono riconsiderati secondo la nuova prospettiva teorica proposta che si dimostra capace di rivelare imprevisti livelli di significato. Vale infine la pena di ricordare un ultimo aspetto che rende questo libro speciale: proprio perché è ricavato dai corsi di Orlando esso reca testimonianza delle sue capacità di didatta e oratore. I lettori pisani che l'hanno conosciuto e frequentato potranno perciò apprezzare più e meglio degli altri la straordinarietà di una voce che ancora rimpiangiamo di non poter più ascoltare.
Stefano Brugnolo
I bioingegneri dell’Ateneo fra i "padri" dell’Homo Creatus
Ci sono anche i bioingegneri dell’Università di Pisa fra i padri dell’Homo Creatus che da maggio fa ufficialmente parte dell’esposizione permanente del “Museon”, il Museo della Cultura e della Scienza de L’Aia nei Paesi Bassi.
Accanto ai modelli dell’Homo Neanderthalensis, dell’Homo erectus, dell’Homo habilis e di Lucy, l’Homo Creatus rappresenta l’ultimo step dell’evoluzione umana e mostra tutte le parti del corpo che possono essere ricostruite e rigenerate grazie alle più recenti tecniche di biofabbricazione e stampa tridimensionale bio-inspirata come ad esempio strutture ossee, cartilagini o condotti vascolari. A svilupparlo è stato un pool di venti istituti di ricerca europei selezionati dal Ministero della Cultura e della Scienza olandese che rappresentano l’eccellenza del settore. E fra questi anche il gruppo di Biofabrication diretto dal professore Giovanni Vozzi del Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa che ha realizzato e donato le costole in resina biocompatibile.
“Devo ammettere che inizialmente la richiesta da parte del Museon di partecipare alla realizzazione di Homo Creatus - racconta Giovanni Vozzi- mi lasciò un po’ interdetto. Infatti , riuscire a trasmettere al pubblico senso dell’evoluzione umana e della scienza applicata alla salute dell’uomo semplicemente tramite l’esposizione di parti anatomiche ricostruite tridimensionalmente con materiali similari biocompatibili mi sembrava di difficile lettura per un pubblico non sempre avvezzo alle nuove scoperte scientifiche”.
La scelta concordata con i partner europei è stata quindi quella di realizzare accanto all’Homo Creatus un vero e proprio percorso interattivo per mostrare il grande lavoro che c’è dietro la realizzazione di ogni singola protesi, ma anche tutti i limiti delle attuali tecnologie biomedicali. Grazie a dei touch-screen, i visitatori possono così toccare le varie parti del corpo che sono riproducibili, vedere come si realizzano le protesi e persino stamparne in diretta alcune in 3D.
“Per me ed il mio gruppo è stato emozionante partecipare a questo progetto perché abbiamo cercato per quanto di nostra competenza di rendere più facilmente comprensibile il nostro lavoro di ricerca e di sperimentazione - ha concluso Vozzi - il Centro Piaggio dell’Ateneo è uno dei pochi in Italia che porta avanti la ricerca nell’ambito della Biofabrication e posso anche affermare con certezza che è stato anche il primo ad aver aperto la strada a questa nuova branca della ricerca, dal momento che nel 2010 fui l’unico ricercatore italiano a partecipare attivamente in qualità di socio fondatore alla istituzione della International Society for Biofabrication”.
COMUNICATO INVITO STAMPA: Inaugurazione delle nuova Galleria Storica del Museo di Storia Naturale
Venerdì 26 maggio alle 17 si inaugura la nuova Galleria Storica al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa (Via Roma, 79, Calci), una riapertura che è stata possibile grazie al contributo della Fondazione Pisa. Ai saluti del direttore del Museo professor Roberto Barbuti seguirà la presentazione "La storia del Museo in una Galleria: tradizione, innovazione ed emozione", quindi alle 18 la visita guidata gratuita e alle 19 un aperitivo.
La nuova Galleria racconta la storia del Museo attraverso un percorso espositivo a ritroso nel tempo: dal trasferimento delle collezioni naturalistiche dell'Ateneo pisano nella Certosa di Pisa a Calci, fino ad arrivare all'origine del Museo, nato sul finire del 1500 come Galleria annessa al Giardino dei Semplici. L'esposizione comprende la ricostruzione della Wunderkammer seicentesca (o camera delle meraviglie), collocata in un nuovo locale e arricchita, oltre che dai reperti originali del Museo, anche dalle donazioni di privati cittadini che hanno accolto l'invito a partecipare alla raccolta di oggetti rari e reperti.
I bioingengeri dell’Università di Pisa fra i padri dell’Homo Creatus esposto al “Museon” de L’Aia
Ci sono anche i bioingegneri dell’Università di Pisa fra i padri dell’Homo Creatus che da maggio fa ufficialmente parte dell’esposizione permanente del “Museon”, il Museo della Cultura e della Scienza de L’Aia nei Paesi Bassi. Accanto ai modelli dell’Homo Neanderthalensis, dell’Homo erectus, dell’Homo habilis e di Lucy, l’Homo Creatus rappresenta l’ultimo step dell’evoluzione umana e mostra tutte le parti del corpo che possono essere ricostruite e rigenerate grazie alle più recenti tecniche di biofabbricazione e stampa tridimensionale bio-inspirata come ad esempio strutture ossee, cartilagini o condotti vascolari. A svilupparlo è stato un pool di venti istituti di ricerca europei selezionati dal Ministero della Cultura e della Scienza olandese che rappresentano l’eccellenza del settore. E fra questi anche il gruppo di Biofabrication diretto dal professore Giovanni Vozzi del Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa che ha realizzato e donato le costole in resina biocompatibile.
“Devo ammettere che inizialmente la richiesta da parte del Museon di partecipare alla realizzazione di Homo Creatus - racconta Giovanni Vozzi- mi lasciò un po’ interdetto. Infatti , riuscire a trasmettere al pubblico senso dell’evoluzione umana e della scienza applicata alla salute dell’uomo semplicemente tramite l’esposizione di parti anatomiche ricostruite tridimensionalmente con materiali similari biocompatibili mi sembrava di difficile lettura per un pubblico non sempre avvezzo alle nuove scoperte scientifiche”.
La scelta concordata con i partner europei è stata quindi quella di realizzare accanto all’Homo Creatus un vero e proprio percorso interattivo per mostrare il grande lavoro che c’è dietro la realizzazione di ogni singola protesi, ma anche tutti i limiti delle attuali tecnologie biomedicali. Grazie a dei touch-screen, i visitatori possono così toccare le varie parti del corpo che sono riproducibili, vedere come si realizzano le protesi e persino stamparne in diretta alcune in 3D.
“Per me ed il mio gruppo è stato emozionante partecipare a questo progetto perché abbiamo cercato per quanto di nostra competenza di rendere più facilmente comprensibile il nostro lavoro di ricerca e di sperimentazione - ha concluso Vozzi - il Centro Piaggio dell’Ateneo è uno dei pochi in Italia che porta avanti la ricerca nell’ambito della Biofabrication e posso anche affermare con certezza che è stato anche il primo ad aver aperto la strada a questa nuova branca della ricerca, dal momento che nel 2010 fui l’unico ricercatore italiano a partecipare attivamente in qualità di socio fondatore alla istituzione della International Society for Biofabrication”.
PARSIFAL Project, first steps towards the aircraft of the future
On 11th and 12th May the EU-funded Project PARSIFAL (“Prandtlplane ARchitecture for the Sustainable Improvement of Future AirpLanes”) has moved his first official step towards its final goal: “to lay down the basis for the introduction of such innovation in the present air transport system”.
The kick-off meeting has been hosted by the Galilei International Airport in Pisa (Italy), where the PARSIFAL Consortium has discussed its vision “to have people flying on PrandtlPlane aircraft in the coming years” together with the Project Officer Dr. Daniele Violato of the European Commission Innovation and Networks Executive Agency, and the Advisory Board members of the project. Dr. Gina Giani, CEO of Tuscany Airports and member of the External Experts Advisory Board, welcoming the participants, has underlined the importance of Parsifal project to support the increment of the future air transport and sustain a greener aviation.
“For the time horizon beyond 2030 Airbus sees the need to seriously consider disruptive configurations which may trigger a step change towards future product ambitions beyond the evolutionary potential of classical configurations” commented Mr. Daniel Reckzeh (Airbus Germany). Moreover, the Advisor from Leonardo Aircraft Division (Italy), Dr. Aurelio Calcedonio Boscarino, underlined how “the project is a great opportunity to investigate the feasibility of technological building blocks for different aircraft categories, ranging from the regional turboprop aircraft to large turbofan airplanes”.
The PrandtlPlane is characterized by a box-wing configuration, which is able to give the innovative aircraft more aerodynamic efficiency and lower fuel consumption, paving the way for a new “family of airplanes” which, for the same size, will be able to carry more passengers and cargo. More information are available on the project website www.parsifalproject.eu. (PARSIFAL Project Press Release).