Covid-19: infettivologo dell'Università di Pisa a capo del team europeo di ricerca sull'infezione negli anziani
Il dottor Marco Falcone (foto), ricercatore in Malattie infettive dell'Università di Pisa, in forza all’Unità operativa di Malattie infettive dell’Aoup e membro del consiglio direttivo della Simit-Società italiana di malattie infettive e tropicali, è stato eletto a capo del gruppo di studio europeo sulle infezioni nell’anziano (#Esgie) della European society of clinical microbiology and infectious diseases (#Escmid).
Come dimostrato dall’epidemia #Covid19, gli anziani rappresentano la popolazione più fragile e a maggior rischio di morte per infezione. Il principale obiettivo del gruppo #Esgie è di studiare gli aspetti clinici ed epidemiologici delle infezioni nei soggetti anziani, con particolare attenzione alle persone degenti nelle residenze sanitarie assistite. Questi pazienti rappresentano spesso il serbatoio che favorisce la trasmissione di germi multiresistenti in ospedale.
"Al dottor Falcone i complimenti più vivi e sentiti per questa importantissima nomina – ha dichiarato il presidente Simit Marcello Tavio - che valorizza il prestigioso percorso da lui effettuato in questi anni e offre all’infettivologia italiana un importantissimo proscenio sul quale confrontarsi con il resto del mondo. Si tratta ad un tempo di un traguardo e di un punto di partenza, sia per Marco Falcone che per la ricerca infettivologica italiana: un'occasione da non perdere proprio nel momento in cui la pandemia da Covid-19 impegna le risorse intellettuali e scientifiche più ingenti per essere combattuta con successo fino alla fine".
(Fonte: Società italiana di Malattie infettive e tropicali).
Covid-19: Pisa sempre più all'avanguardia nella cura
Pisa e l'Aoup - già capofila dello studio italiano Tsunami promosso da Aifa e Iss, che prevede la cura di pazienti con malattia Covid-19 con plasma iperimmune di donatori guariti dall'infezione - confermano un ruolo centrale nello sviluppo di nuove e più potenti terapie immunologiche per la cura della malattia. L'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana è stata infatti inserita, insieme alla Scuola Normale Superiore, in un progetto di studio finanziato da Regione Lombardia che ha come obiettivo lo sviluppo di anticorpi monoclonali ad azione neutralizzante contro il virus Sars-CoV-2, agente eziologico di Covid-19.
Nella partnership del progetto, il cui acronimo è Pan-Anti-Covid-19, ci sono anche altre realtà lombarde. Il gruppo di ricerca di Aoup, coordinato dal professor Mauro Pistello, direttore dell'Unità operativa di Virologia - e che vede la partecipazione del professor Francesco Menichetti, direttore dell'Unità operativa di Malattie infettive, del dottor Marco Falcone, ricercatore nella stessa struttura, della dottoressa Maria Lanza, direttore dell'Officina trasfusionale e del dottor Alessandro Mazzoni, direttore della Medicina trasfusionale e biologia dei trapianti - è stato scelto proprio per le competenze acquisite nell'ambito dello studio Tsunami.
In Pan-Anti-Covid-19, il team di Aoup ha il compito di fornire informazioni sulla progettazione degli anticorpi monoclonali e la valutazione della capacità neutralizzante contro Sars-CoV-2 identificati in pazienti locali e provenienti della regione Lombardia.
I risultati dello studio creeranno le premesse per lo sviluppo di un nuovo, potente e mirato approccio terapeutico contro il Covid-19.
(Fonte: Ufficio Stampa AOUP)
La professoressa Marilù Chiofalo protagonista su 50canale del nuovo appuntamento con “L’UniPi racconta”
È Marilù Chiofalo, docente di Fisica della materia al dipartimento di Fisica, la protagonista della nuova puntata di “L’UniPi racconta”, la trasmissione realizzata da 50Canale con la collaborazione dell’Università di Pisa. In onda venerdì 19 giugno alle ore 17 e in replica sabato 20 alle ore 10, con una durata di circa mezzora, la professoressa parlerà di tecnologie quantistiche, tempo e spazio.
La puntata chiude la serie di conferenze in cui docenti dell’Università di Pisa hanno trattato in tv temi diversi, dall'attualità a vari argomenti legati alla città di Pisa. Visto il gradimento dell’iniziativa da parte del pubblico, 50Canale e l'Università di Pisa stanno valutando la possibilità di riprendere la trasmissione nelle prossime settimane con nuove puntate su argomenti di interesse generale.
La professoressa Marilù Chiofalo protagonista su 50canale del nuovo appuntamento con “L’UniPi racconta”
È Marilù Chiofalo, docente di Fisica della materia al dipartimento di Fisica, la protagonista della nuova puntata di “L’UniPi racconta”, la trasmissione realizzata da 50Canale con la collaborazione dell’Università di Pisa. In onda venerdì 19 giugno alle ore 17 e in replica sabato 20 alle ore 10, con una durata di circa mezz’ora, la professoressa parlerà di tecnologie quantistiche, tempo e spazio.
La puntata chiude la serie di conferenze in cui docenti dell’Università di Pisa hanno trattato in tv temi diversi, dall’attualità ad argomenti legati alla città di Pisa. Visto il gradimento dell’iniziativa da parte del pubblico, 50Canale e l‘Università di Pisa stanno valutando la possibilità di riprendere la trasmissione nelle prossime settimane con nuove puntate su argomenti di interesse generale.
Il Centro 3R “si fa in 7” e dà il benvenuto al Campus Bio-medico di Roma
L’Università Campus Bio-Medico di Roma, un’altra vera e propria eccellenza italiana, è entrata a far parte del Centro 3R, la rete interuniversitaria di cui fa parte anche l’Università di Pisa, nata due anni fa con l’obiettivo di promuovere i principi di Riduzione, Raffinamento e Sostituzione nella ricerca e nella didattica. L’affiliazione dell’ateneo romano apre la strada a nuove vie di collaborazione in ambito di conoscenza scientifica e partenariati strategici al servizio di una ricerca consapevole che sia in grado di migliorare la qualità, il valore traslazionale e predittivo dei risultati nella ricerca biomedica.
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’impegno del Centro 3R durante questi primi due anni di vita - dichiara Alberto Rainer, professore associato di bioingegneria industriale all’Università Campus Bio-Medico di Roma - e per questo abbiamo deciso di aderire come Università. La partecipazione a questo network nazionale ci permetterà di mettere a sistema nei nostri percorsi didattici una serie di iniziative rivolte alla sensibilizzazione dei giovani scienziati sul tema delle 3R e sarà un impulso per tutti noi docenti, ricercatori e studenti del Campus Bio-Medico ad alimentare questo progetto collettivo tramite la condivisione delle esperienze e del sapere scientifico”.
Attualmente fanno parte della rete interuniversitaria sette atenei italiani (oltre all’Università di Pisa, l’Università degli studi di Genova, l’Università di Pavia, il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, l’Università degli studi di Milano-Bicocca e, appunto, la new-entry Università Campus Bio-medico di Roma), oltre 250 membri e una vasta gamma di competenze quali biologia, farmacologia, medicina, ingegneria, filosofia e diritto, che caratterizzano l’elevata multidisciplinarietà del Centro 3R.
“Siamo molto felici di accogliere l’Università Campus Bio-medico di Roma nel nostro Centro - commenta Arti Ahluwalia, direttrice del Centro 3R e professoressa dell’Università di Pisa - un altro ateneo italiano impegnato sul nostro fronte che amplierà notevolmente il novero di expertise dei membri. Questa nuova affiliazione non fa che confermare, ancora una volta, la vocazione della nostra infrastruttura a diventare sempre più un punto di riferimento per la ricerca sperimentale biomedica e un veicolo per formare un pensiero scientifico razionale nelle nuove generazioni di ricercatori in Italia”.
“Tra qualche giorno avrebbe dovuto tenersi il nostro terzo meeting annuale a Torino - conclude la direttrice Ahluwalia - ma purtroppo siamo stati costretti a rimandarlo al prossimo anno a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Ciò nonostante, le attività dei nostri ricercatori non si sono mai fermate e anche in questa fase stiamo portando il nostro contributo nel dibattito nazionale”.
Giovedì 18 incontro tra docenti Unipi e giovani su “La Cybersecurity nella società e nell’economia dei dati”
“Più connessi, più sicuri? La Cybersecurity nella società e nell’economia dei dati” è il titolo dell’incontro che si tiene giovedì 18 giugno, dalle ore 18, nell’ambito del progetto “Pensiamo insieme il futuro”, in cui quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società. Al dibattito, a cui si può partecipare dal sito del progetto: http://pensiamoilfuturo.unipi.it/, intervengono i professori Silvio Bianchi Martini di Economia aziendale, Gianluca Dini di Sistemi di elaborazione delle informazioni, Dianora Poletti di Diritto privato, e Giovanni Scarafile di Filosofia morale.
Dalle ore 18 la diretta può essere seguita anche su YouTube e sul canale Facebook dell’Ateneo.
La crescente digitalizzazione della società e dell’economia impone di affrontare il futuro con visioni aperte e con una preparazione evoluta e consapevole. La tavola rotonda affronta quindi alcuni importanti problemi che rivelano la complessità della società “datificata”: tra questi, l’accesso, l’uso e le implicazioni etiche delle informazioni e la protezione dei dati personali e altrui, la sicurezza dei dati e dei sistemi informatici che diventa un problema di sicurezza personale e di sicurezza aziendale, l’uso di strumenti di tracciamento e di geo-localizzazione per monitorare (ma anche controllare) la circolazione delle persone.
Come sempre gli studenti e tutti gli interessati potranno interagire in diretta ponendo domande e postando commenti.
Ai: come difendersi dagli “attacchi” all’imaging radiologico
Un articolo, pubblicato sulla rivista European Journal of Nuclear Medicine and Molecular Imaging del gruppo Springer Nature da Andrea Barucci dell’Istituto di fisica applicata “Nello Carrara” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifac) e dal radiologo dell’Università di Pisa Emanuele Neri, analizza attraverso lo strumento del machine learning la possibilità di modificare le immagini radiologiche, pilotando l’esito di una diagnosi. Un rischio che solo lo studio dell’Intelligenza artificiale (Ai) può consentire di fronteggiare, sventando errori o azioni compiute in malafede.
“Nel mondo digitale, la sanità 4.0 si muove veloce verso una nuova visione, fondata su dati e integrazione di informazioni. Le analisi basate sull’Ai costituiscono uno strumento sempre più diffuso in tutti gli ambiti clinici, suscitando grandi aspettative. Un esempio è la Radiomica, ossia l’estrazione di parametri quantitativi dalle immagini radiologiche, con cui creare modelli diagnostici e predittivi: uno strumento ormai ampiamente utilizzato e, negli ultimi anni, rafforzato dall’introduzione delle reti neurali, dando origine alla deep-radiomics”, dichiara Andrea Barucci del Cnr-Ifac. “Il machine learning, su cui principalmente si fonda la potenza di queste analisi informatiche delle immagini, può tuttavia essere usato anche in modo negativo, per creare attacchi avversi ai sistemi di analisi delle immagini, cioè modifiche ad hoc delle immagini, impercettibili anche all’occhio umano esperto, studiate per ingannare gli stessi algoritmi e pilotare l’esito di una diagnosi”.
Lo studio dei due ricercatori definisce questo fenomeno in ambito di imaging radiologico come “Adversarial Radiomics”: “Un’analogia con il più ampio campo di ricerca dell’adversarial machine learning, in cui il fenomeno è studiato da anni, per esempio, nella cyber-security e nella guida autonoma”, aggiunge Neri.
“Gli esempi avversi sono un problema relativamente recente nello studio del machine learning, ma la loro applicazione all’imaging clinico è un ambito ancor più nuovo e con risvolti sociali importanti”, prosegue Barucci, “ad esempio nelle frodi assicurative. D’altronde proprio lo studio di questi esempi avversi è estremamente utile per approfondire la comprensione di algoritmi complessi come le reti neurali e migliorare lo sfruttamento degli strumenti informatici a disposizione”.
“L’intuizione del radiologo è ancora essenziale nel controllo e nell’integrazione delle complesse analisi fornite dagli algoritmi di intelligenza artificiale e il futuro impone una sempre maggiore armonizzazione fra l’analisi informatica e quella umana”, conclude Neri. “Lo studio vuole mettere in luce come i nuovi strumenti di analisi digitale basati sull’Ai dovranno essere sempre più volti proprio a migliorare quest’interazione (human in the loop)”.
Il Centro 3R “si fa in 7” e dà il benvenuto al Campus Bio-medico di Roma
L’Università Campus Bio-Medico di Roma, un’altra vera e propria eccellenza italiana, è entrata a far parte del Centro 3R, la rete interuniversitaria di cui fa parte anche l’Università di Pisa, nata due anni fa con l’obiettivo di promuovere i principi di Riduzione, Raffinamento e Sostituzione nella ricerca e nella didattica. L’affiliazione dell’ateneo romano apre la strada a nuove vie di collaborazione in ambito di conoscenza scientifica e partenariati strategici al servizio di una ricerca consapevole che sia in grado di migliorare la qualità, il valore traslazionale e predittivo dei risultati nella ricerca biomedica.
“Abbiamo accolto con entusiasmo l’impegno del Centro 3R durante questi primi due anni di vita - dichiara Alberto Rainer, professore associato di bioingegneria industriale all’Università Campus Bio-Medico di Roma - e per questo abbiamo deciso di aderire come Università. La partecipazione a questo network nazionale ci permetterà di mettere a sistema nei nostri percorsi didattici una serie di iniziative rivolte alla sensibilizzazione dei giovani scienziati sul tema delle 3R e sarà un impulso per tutti noi docenti, ricercatori e studenti del Campus Bio-Medico ad alimentare questo progetto collettivo tramite la condivisione delle esperienze e del sapere scientifico”.
Attualmente fanno parte della rete interuniversitaria sette atenei italiani (oltre all’Università di Pisa, l’Università degli studi di Genova, l’Università di Pavia, il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, l’Università degli studi di Milano-Bicocca e, appunto, la new-entry Università Campus Bio-medico di Roma), oltre 250 membri e una vasta gamma di competenze quali biologia, farmacologia, medicina, ingegneria, filosofia e diritto, che caratterizzano l’elevata multidisciplinarietà del Centro 3R.
“Siamo molto felici di accogliere l’Università Campus Bio-medico di Roma nel nostro Centro - commenta Arti Ahluwalia, direttrice del Centro 3R e professoressa dell’Università di Pisa - un altro ateneo italiano impegnato sul nostro fronte che amplierà notevolmente il novero di expertise dei membri. Questa nuova affiliazione non fa che confermare, ancora una volta, la vocazione della nostra infrastruttura a diventare sempre più un punto di riferimento per la ricerca sperimentale biomedica e un veicolo per formare un pensiero scientifico razionale nelle nuove generazioni di ricercatori in Italia”.
Giovedì 18 incontro tra docenti Unipi e giovani su “La Cybersecurity nella società e nell’economia dei dati”
“Più connessi, più sicuri? La Cybersecurity nella società e nell’economia dei dati” è il titolo dell’incontro che si tiene giovedì 18 giugno, dalle ore 18, nell’ambito del progetto “Pensiamo insieme il futuro”, in cui quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società.
Al dibattito, a cui si può partecipare dal sito del progetto, intervengono i professori Silvio Bianchi Martini di Economia aziendale, Gianluca Dini di Sistemi di elaborazione delle informazioni, Dianora Poletti di Diritto privato, e Giovanni Scarafile di Filosofia morale.
Dalle ore 18 la diretta può essere seguita anche su YouTube e sul canale Facebook dell’Ateneo.
La crescente digitalizzazione della società e dell’economia impone di affrontare il futuro con visioni aperte e con una preparazione evoluta e consapevole. La tavola rotonda affronta quindi alcuni importanti problemi che rivelano la complessità della società “datificata”: tra questi, l’accesso, l’uso e le implicazioni etiche delle informazioni e la protezione dei dati personali e altrui, la sicurezza dei dati e dei sistemi informatici che diventa un problema di sicurezza personale e di sicurezza aziendale, l’uso di strumenti di tracciamento e di geo-localizzazione per monitorare (ma anche controllare) la circolazione delle persone.
Come sempre gli studenti e tutti gli interessati potranno interagire in diretta ponendo domande e postando commenti.