Lunedì mattina, in seguito a una grave malattia, ci ha prematuramente lasciati Rodolfo Bernardi, docente di Biotecnologie Genetiche del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali. Nato a Barga, si è laureato in Scienze Biologiche a Pisa, nel 1984, con il Prof. Mauro Durante. Dopo il dottorato di ricerca in Biologia Agraria ed alcuni anni in Inghilterra, presso l’Università di Durham, nel 1997 è diventato ricercatore a tempo indeterminato in Genetica Agraria. Qualche anno fa ha conseguito l’abilitazione scientifica per professore associato e proprio all’inizio di gennaio di quest’anno, già colpito dalla malattia, era diventato professore associato.
Nella sua attività scientifica è stato responsabile di unità operative in progetti PRIN ed ha partecipato a vari gruppi di ricerca internazionali in Inghilterra e in Repubblica Ceca. Ha svolto ricerche in genetica molecolare dei vegetali, studiando prima le proteine di riserva del seme in diverse specie, poi l’espressione di geni coinvolti in diversi processi metabolici e nella risposta delle piante a stress biotici ed abiotici, presentando i risultati in convegni scientifici nazionali ed internazionali. Come attività didattica, sin dalla nomina a ricercatore, ha tenuto numerosi corsi, sempre nell’ambito delle biotecnologie vegetali.
Rodolfo ha anche svolto un’intensa attività istituzionale, in numerose commissioni di Dipartimento e Corso di Studio, fra cui la Commissione scientifica dell'area 07. Dal 2017 era Vice-presidente del Consiglio aggregato dei Corsi di laurea Magistrali in Biotecnologie Vegetali e Microbiche e Biosicurezza e Qualità degli Alimenti, nella cui veste aveva promosso l'istituzione di una laurea magistrale con doppio titolo insieme alla Czech University of Life Science di Praga in Biosicurezza e Qualità degli Alimenti/Sustainable Agriculture and Food Security.
Conoscevo Rodolfo Bernardi da quando era ancora studente e frequentava i laboratori di Genetica Agraria per preparare la tesi di laurea. Descrivere il suo curriculum e le sue attività di ricerca non basta a rendere giustizia alle sue qualità di ricercatore e di uomo. Come sanno bene le decine di studenti che ha seguito nelle loro attività, Rodolfo era sempre disponibile verso chi aveva bisogno e si impegnava senza riserve per consentire agli studenti di dare il meglio di sé, con fermezza e determinazione e allo stesso tempo con complicità, come quando organizzava per studenti e colleghi cene di classe nella sua Barga, dove da giovanissimo aveva anche organizzato riunioni scientifiche di livello nazionale. Ha sempre mostrato un notevole spirito di servizio nei confronti del Dipartimento, senza prendere posizioni a scopo puramente personale ma tenendo sempre presente l’interesse dell’istituzione, a cui sentiva di appartenere. Anche con i colleghi è sempre stato disponibile, impegnandosi anche in attività pratiche che sapeva essere necessarie e per le quali non si tirava mai indietro. Negli ultimi anni, da vice-presidente di corso di laurea magistrale, aveva dimostrato ulteriormente le sue capacità organizzative, impegnandosi a risolvere le numerose problematiche che normalmente si presentano nella gestione di un corso, sempre tenendo presente gli interessi degli studenti.
A noi che lo abbiamo conosciuto, resterà sempre in mente l’uomo. Le chiacchierate durante i convegni scientifici, i racconti delle sue capacità culinarie, la disponibilità, le ansie che ci comunicava, era un vero personaggio, ci mancherà moltissimo. Ciao, Rodolfo.
Andrea Cavallini
docente di Genetica Agraria
(a nome del settore della Genetica Agraria e del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali)
Due appuntamenti per familiarizzare con la fisica quantistica, già protagonista dell’installazione artistico scientifica e interattiva Quantum Jungle inaugurata a Palazzo Blu a fine novembre e visitabile in modo gratuito fino al 27 aprile 2022. L’installazione - circa 6 metri quadri, un migliaio di molle e 12000 LED - dell’artista e informatico Robin Baumgarten, è “una sorta di traduttore, che usa il linguaggio dell'arte per integrare in modo rigoroso la nostra difficoltà a formare un'intuizione dei fenomeni quantistici, altrimenti inaccessibili alla nostra esperienza quotidiana, per vedere con altri occhi le nostre teorie, in un quadro sbrilluccicante", afferma Marilù Chiofalo del Dipartimento di fisica dell’Università di Pisa e che, insieme a Sabrina Maniscalco dell’Università di Helsinki, è responsabile scientifica del progetto Quantum Jungle.
Adesso si passa all’azione con i workshops, che saranno condotti da Marilù Chiofalo e Jorge Yago Malo e si terranno venerdì 4 marzo e venerdì 1 aprile in auditorium a Palazzo Blu (dalle 15 alle 19). I due eventi sono un approfondimento divulgativo, interattivo e divertente pensato per gli studenti delle scuole superiori ma aperti a chiunque abbia voglia di misurarsi con campo di studi dalle numerose applicazioni concrete e di assoluta attualità. Basti sapere che ogni anno il 14 aprile è il World Quantum Day e sono in preparazione le Italian Quantum Weeks, con il coinvolgimento dell’Università di Pisa, per diffondere la conoscenza delle tecnologie quantistiche (quantumweeks.it/).

Siamo infatti nella cosiddetta seconda rivoluzione quantistica, che negli ultimi due decenni ha preso corpo nei laboratori di tutto il mondo, realizzando un livello di controllo sulle proprietà della materia talmente accurato e preciso, da poter concepire nuove tecnologie utili. Per fare cosa? Ad esempio simulare processi naturali per molecole di interesse farmacologico e terapie personalizzate, oppure per avere fertilizzanti più efficienti e meno inquinanti di quelli artificiali attuali, ma anche per avere materiali per catturare e trasformare le emissioni di CO2. Oggi le grandi aziende – IBM, Google, Microsoft, Amazon – le istituzioni scientifiche e i Governi investono nel settore, anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha un capitolo dedicato. Le nuove tecnologie avranno impatto in tutti i campi, dalla fisica alla biologia e medicina, dall’informatica all’economia, filosofia e giurisprudenza.
I due appuntamenti. Il workshop del 4 marzo è dedicato al ‘Quantum decide game’, uno strumento di partecipazione attiva ideato dal settore outreach di ICFO-Barcellona, uno dei partners del progetto pilota europeo Quantum Technologies Education for Everyone (QUTE4E) coordinato da Chiofalo. L’obiettivo del gioco è prendere decisioni per il futuro, attraverso una dinamica di scambio di idee e domande che fanno riflettere sulla fisica e le tecnologie quantistiche. Con l’aiuto delle risorse educative della piattaforma QPlayLearn (www.qplaylearn.com) ideata da Sabrina Maniscalco e diretta da Caterina Foti dell’Università di Aalto, e in particolare con le quantum pills della sezione Discover diretta da Chiofalo. Poi in collaborazione con EUROAVIA, l’associazione che unisce studenti con la passione per l’aerospazio e l’aeronautica per creare un ponte tra università e mondo del lavoro, andrà in scena la fisica di Harry Potter, sulle tracce – in modo divulgativo - dei pezzetti di realtà quantistica alla base di uno degli incantesimi più popolari: la passaporta. Nell’appuntamento di venerdì 1 aprile invece, si sperimenteranno i concetti quantistici in un torneo di TiqTaqToe, noto in Italia come tris ma qui con regole quantistiche: uno dei tanti “quantum games” ideati per scopi educativi e di ricerca. Ci si tufferà quindi in un altro incantesimo popolare della saga di Harry Potter, il giratempo di Hermione Granger, per concludere con il seminario divulgativo ‘Come ti faccio il qubit’ sulla fisica della materia alla base della realizzazione dei qubits. L’attività educativa si avvale della collaborazione dell’Unità di ricerca in didattica della fisica dell’Università di Udine diretta dalla professoressa Marisa Michelini.
“Inaugurata a fine novembre a Palazzo Blu, l’installazione artistico scientifica Quantum Jungle, si arricchisce grazie ai workshop che auspicabilmente permetteranno agli interessati di avvicinarsi ancora di più all’affascinante mondo della fisica quantistica - dichiara Stefano Del Corso, Presidente della Fondazione Pisa - Se l’installazione si è ripromessa di far vedere quella che viene definita la ‘danza dei quanti’, i workshops, dal taglio divulgativo, intendono coinvolgere con l’approfondimento teorico e con l’interazione con gli esperti. Il progetto scientifico, ideato dalla Professoressa Marilù Chiofalo dell’Università di Pisa e dalla Professoressa Sabrina Maniscalco dell’Università di Helsinki propone due appuntamenti in auditorium, tra marzo e aprile, che volentieri ospitiamo nell’ambito del sostegno che la Fondazione Pisa ha dato all’iniziativa”.
“Dalle tecnologie basate sulla fisica quantistica passerà una gran parte della costruzione del nostro futuro e l'Università di Pisa aspira ad essere un punto di snodo fondamentale a livello nazionale in questo settore di indagine e un ponte per preziose collaborazioni, alcune delle quali già avviate, con realtà internazionali - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella - Per poterlo fare serve, però, investire sulle nuove generazioni, attrarle verso un campo di ricerca poco conosciuto ai non addetti ai lavori. In tutto ciò, iniziative come queste, rivolte proprio a giovani che presto dovranno scegliere quale percorso universitario intraprendere, possono dare un contributo di orientamento molto importante. Per questo ci tengo a ringraziare la Professoressa Marilù Chiofalo del nostro Dipartimento di Fisica e la Professoressa Sabrina Maniscalco dell’Università di Helsinki per quanto hanno fatto e la Fondazione Palazzo Blu che, dopo l’installazione artistica, ospiterà anche questi due workshop”
Per partecipare alle iniziative è richiesta l'iscrizione attraverso questo link per l'evento del 4 marzo e questo link per l'evento del 1° aprile.
Quantum Jungle è un progetto a cura di Marilù Chiofalo e Sabrina Maniscalco, con il sostegno della Fondazione Pisa e realizzato in collaborazione con Fondazione Palazzo Blu.
Accordo tra ARPAT, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa per approfondire attraverso particolari analisi e campionamenti, la qualità delle acque e dei terreni ed eventuali contaminazioni legate alla dispersione di aggregato riciclato contenete KEU. La firma è avvenuta mercoledì 16 febbraio all’Auditorium della Protezione civile regionale, a Firenze. Alla conferenza stampa hanno preso parte l'assessora all’Ambiente, Monia Monni, il direttore generale di ARPAT, Pietro Rubellini, il direttore del Dipartimento di Scienze della Terra (DST), Luca Pandolfi, e il professor Riccardo Petrini, docente di Geochimica e Vulcanologia dello stesso Dipartimento pisano e responsabile scientifico dell’accordo.

Un momento della conferenza stampa con, da sinistra, Petrini, Pandolfi, Monni e Rubellini.
L’accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra ARPAT e DST si inserisce nell’attività di approfondimento e analisi sul comportamento dell’aggregato riciclato contenente KEU nelle diverse matrici ambientali (acque sotterranee e suolo). Il DST, infatti, da tempo svolge ricerche ad alto contenuto di innovazione relative alla diffusione di inquinanti nel sottosuolo. L’attività specifica, finanziata anche dalla Regione Toscana, sarà realizzata nei prossimi 12 mesi secondo un approccio e un programma condiviso che vedrà entrambi i soggetti impegnati per l’obiettivo comune di ricerca e condivisione dei risultati.
ARPAT effettuerà i campionamenti del KEU e delle matrici ambientali relative, sottoponendoli alle analisi di competenza. Il DST effettuerà la caratterizzazione della distribuzione del cromo e di altri elementi di interesse nel KEU attraverso una serie di metodologie analitiche mineralogiche e geochimiche; studierà la reattività del materiale, anche con l'applicazione di metodi isotopici e in funzione di una serie di agenti ossidanti; applicherà i risultati ottenuti alla pianificazione di esperimenti di microcosmo in laboratorio, simulando le condizioni naturali in cui il KEU può trovarsi. Questi dati rappresenteranno la base per lo studio della stabilità del KEU e suoi aggregati in natura, presupposto per i processi di rilascio di cromo esavalente alla fase acquosa e per la pianificazione di azioni di mitigazione.
“Quello presentato oggi – ha detto l'assessora Monni - è un accordo di ricerca molto importante. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo lavorato fianco a fianco con ARPAT portando avanti approfondimenti sul riciclato contenente KEU, sui vari siti coinvolti, sui pozzi. Adesso abbiamo deciso di sostenere questa proposta di ARPAT, che coinvolge anche l’Università di Pisa, per andare ulteriormente a indagare come agisce e come potrebbe comportarsi nel corso del tempo il riciclato contenente KEU prodotto da Lerose nelle matrici ambientali. La ricerca durerà un anno e verrà condotta con strumentazioni molto sofisticate. Una volta conclusa ci attendiamo informazioni preziose che ci aiuteranno a indirizzare le successive operazioni di messa in sicurezza e bonifica. Vale la pena sottolineare - ha concluso - che la Regione finanzierà la ricerca con 97 mila euro e altrettanti arriveranno dall’Università di Pisa”.
“Il KEU - ha aggiunto il direttore Rubellini - è un rifiuto del quale abbiamo una buona conoscenza. È classificato come speciale ma non è pericoloso. Se correttamente smaltito non crea problemi. Quelli che invece si sono verificati con l’aggregato contenente KEU ottenuto dalla ditta Lerose, del quale invece non abbiamo una conoscenza altrettanto buona, soprattutto per quanto riguarda il suo comportamento nelle varie matrici ambientali. Per farlo lavoreremo in stretto contatto con l’Università di Pisa, ed eventualmente con altri soggetti ed altre università, proprio per indagare la sua interazione con l’ambiente. Le risultanze dello studio ci aiuteranno a individuare le soluzioni migliori per intervenire nelle diverse situazioni”.
“Nell’ambito delle sue finalità istituzionali – ha dichiarato il professor Luca Pandolfi – il nostro Dipartimento è interessato a valorizzare i risultati derivanti dalla sua attività di ricerca e le proprie competenze in ambito scientifico promuovendo e sviluppando le forme di collaborazione con le imprese e gli enti pubblici. Questo accordo costituirà un momento di crescita per il Dipartimento e per l’Ateneo pisano che avranno l’occasione di affrontare, insieme a un ente territoriale importante come ARPAT, la sfida dello studio scientifico di una emergenza ambientale che insiste sul territorio della Regione Toscana. Viene così certificato l’impegno del DST e dell’Ateneo in una delle missioni fondamentali dell’Università: la terza missione, ovvero l’attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale verso la società e il territorio”.
Si è conclusa domenica 23 gennaio la “Soccer and Data Cup”, una maratona di tre giorni organizzata dal Ministero dell’Istruzione e dall’Università di Pisa al Padiglione Italia dell’Expo a Dubai, con il coordinamento scientifico del professor Paolo Ferragina (nella foto) e la partecipazione di un team di tutor formato da giovani ricercatori e dottorandi del KDD Lab (Paolo Cintia, Giuliano Cornacchia, Giovanni Mauro, Luca Pappalardo e Alessio Rossi) e di studenti italiani presenti al Padiglione. La “Soccer and Data Cup” ha visto sfidarsi otto squadre di studenti delle scuole secondarie di secondo grado italiane e due di studenti universitari degli Emirati Arabi, impegnati in una gara che ha combinato nozioni sportive con tecniche di analisi dei dati e di intelligenza artificiale. I dati a disposizione degli studenti sono stati quelli relativi alle partite delle cinque più importanti leghe europee calcistiche, dell'Europeo 2016 e del Mondiale 2018. Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di sensibilizzare i giovani alle nuove frontiere dell’analisi complessa dei dati digitali in ambito sportivo, invogliandoli auspicabilmente a iscriversi a lauree di tipo STEM. La partecipazione delle studentesse è stata di oltre il 30%.
La cerimonia di apertura della competizione ha avuto come protagonista Gianluca Vialli, che ha inviato un video messaggio di incoraggiamento ai ragazzi partecipanti (https://youtu.be/SgmvWC0kuDE). Il team manager della Nazionale, che aveva già visitato il Padiglione Italia a dicembre, si è rivolto agli studenti dicendo di essere "felice che vogliate imparare di più sul settore del calcio e dello sport. Con questa iniziativa migliorerete le vostre conoscenze sull’analisi dei Big Data, e sulle tecnologie digitali che sono sempre più parte di questo settore. La performance ora è dentro e fuori dal campo e possiamo migliorare grazie alle informazioni che i dispositivi digitali sono in grado di fornirci in partita e durante l’allenamento".
Oltre a Vialli sono intervenuti il Commissario Generale per la partecipazione dell’Italia a Expo Dubai, Paolo Glisenti, e i prorettori dell’Università di Pisa per la Cooperazione e le relazioni internazionali, Francesco Marcelloni, e per l’Informatica, Paolo Ferragina, in veste anche di co-organizzatore e coordinatore scientifico dell’iniziativa.
"Il settore e il mercato del calcio si sta muovendo verso il sud del mediterraneo, nei Paesi arabi e nel sud-est asiatico – ha affermato Glisenti - e i Mondiali del Qatar potranno solo spingere di più questo processo. L'analisi dei dati sarà il punto centrale e strategico per il calcio e per tanti altri settori e mercati". "Sono sicuro che questo evento sarà un successo, permettendo anche di creare forti legami di amicizia”, ha continuato Marcelloni, ricordando che in ambito informatico Pisa e la sua Università "sono sempre state all'avanguardia in Italia e nel mondo". “Con questa iniziativa – ha concluso Ferragina - gli studenti hanno avuto modo di conoscere meglio la Scienza dei dati, grazie anche a una collaborazione di successo tra scuole e Università di Pisa sulla quale stiamo investendo molto sia dal punto di vista dell’orientamento in ingresso alla nostra Università, sia per l’alta formazione a livello di master e dottorati. Pisa è infatti uno dei centri italiani sull'intelligenza artificiale e un centro di sicura eccellenza per la Data Science, con importanti applicazioni allo sport, più in generale, e al calcio in particolare".
La competizione è stata vinta dagli studenti dell'Istituto superiore Odierna di Palma di Montechiaro, in Sicilia. Hanno partecipato l'Istituto della Bassa Friulana di Udine, che si è piazzato in seconda posizione, il Liceo scientifico Fulcieri di Forlì, al terzo posto, e poi il Liceo Daniele Crespi di Busto Arstizio, l'Istituto Rita Levi Montalcini di Acqui Terme, il Liceo Giacomo Leopardi di Macerata, l'Istituto Volta di Pescara, l'Istituto Ovidio di Sulmona, la New York University di Abu Dhabi e l'Al Khalil International Private School di Al Ain.
Il Dipartimento di Fisica “Enrico Fermi” dell’Università di Pisa ha avviato una collaborazione scientifica nell’ambito del master, del corso di perfezionamento e della scuola nazionale IDIFO21 (“Innovazione Didattica in Fisica e Orientamento”), iniziative coordinate a livello nazionale dall’Unità di ricerca didattica in Fisica dell'Università di Udine, coordinata dalla professoressa Marisa Michelini, e alle quali aderiscono altri nove atenei. La sede pisana metterà a disposizione le proprie riconosciute conoscenze e competenze, realizzando tre corsi, seminari e interventi per l'insegnamento della fisica destinati a insegnanti di tutta Italia. I corsi saranno tenuti dalla professoressa Marilù Chiofalo (nella foto a destra), che è anche referente per la sede pisana, e dai professori Sergio Giudici e Isidoro Ferrante.
In particolare, il master di secondo livello e il corso di perfezionamento hanno gli obiettivi di formare gli insegnanti all’innovazione didattica in fisica, con particolare riguardo alla didattica laboratoriale basata sulla ricerca didattica; di approfondire le loro competenze sugli aspetti operativi di strategie didattiche e di metodologie di analisi dati di apprendimento; di produrre innovazione nell’insegnamento scientifico, con riguardo ai temi di fisica moderna, di didattica basata sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di fisica in contesto e del laboratorio; di elaborare progettazione, preparazione dei materiali didattici, sperimentazione, monitoraggio, analisi dati di apprendimento e valutazione di interventi didattici nel settore; di mettere a punto proposte sperimentate di orientamento formativo, basate sul problem solving per l’orientamento, e di educazione alla cittadinanza.
Le lezioni si terranno da marzo 2022 a febbraio 2024 nelle sedi delle università cooperanti e attraverso la piattaforma predisposta dall’Università di Udine.
Per l’ammissione le interessate/gli interessati dovranno utilizzare esclusivamente la procedura on line accedendo al sito https://uniud.esse3.cineca.it/Home.do, con scadenza fissata al 31 gennaio.
Si è concluso con un convegno, una cerimonia e un brindisi nella Sala delle Baleari del Comune di Pisa il progetto “PartecipiAMO! Pisa città per i Giovani”, un intenso percorso avviato a maggio e destinato a incrementare la cultura partecipativa raccogliendo percezioni, vissuti e il sentire dei giovani pisani nella fascia di età compresa fra 16 e 30 anni. Tra questi, liceali, universitari e lavoratori.
Il progetto, presentato dalla Direzione Politiche Giovanili del Comune di Pisa e realizzato in partnership col CAFRE, il Centro interdipartimentale per l’Aggiornamento, la Formazione e la Ricerca Educativa dell’Università di Pisa, ha ricevuto il sostegno dell’Autorità regionale per la garanzia e promozione della partecipazione.

L’indagine conoscitiva ha previsto un articolato iter con una prima fase di analisi che ha riguardato un questionario, che è stato compilato da oltre 1600 ragazzi e i suoi risultati sono stati poi incrociati con uno studio qualitativo. La chiusura è stata affidata a tavoli tematici che sono culminati in un momento di confronto pubblico: negli otto gruppi di lavoro esperti e docenti hanno animato un cantiere di idee e proposte ritagliate sui giovani.
Il direttore del CAFRE, Michele Lanzetta, che è anche responsabile scientifico del progetto “PartecipiAMO”, si mostra entusiasta dei risultati raggiunti: “si è trattato di un lavoro di squadra impreziosito dalla collaborazione fra le tre istituzioni accademiche cittadina, l’Università di Pisa, la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna, oltre al coinvolgimento dell’Ufficio scolastico provinciale e di altre istituzioni portatrici di interesse del territorio presenti con i loro rappresentanti in un comitato tecnico scientifico.

I giovani sono stati al centro dell’intero percorso, non solo come destinatari dell’indagine conoscitiva, ma anche come somministratori del questionario e componenti dei gruppi di lavoro tematici. La formula innovativa che abbiamo sperimentato con successo grazie al supporto del Comune di Pisa e le risultanze emerse dall’indagine hanno fornito importanti spunti di riflessione confermando che la città ha grandi potenzialità e un terreno fertile per innovarsi e avvicinarsi ancora di più al mondo dei giovani”.
Fra coloro che hanno guidato i gruppi di lavoro vanno citati i professori e esperti Antonio Brogi (Dipartimento di Informatica), Franco Failli (Dipartimento di Ingegneria civile e industriale), Marco Giannini (Dipartimento di Economia e Management), Arianna Martinelli (Scuola Sant’Anna), Diana Pardini (Master CIBA), Riccardo Mascia (Conservatorio di Parma), Fausto Corvino (Scuola Sant’Anna) e Francesco Fiorino (Scuola Normale); le indagini sono state coordinate da Serena Gianfaldoni (Ingegneria gestionale) e Patrizia Magnante (Società Italiana di Sociologia).
Università di Pisa e ARPAT, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, hanno sottoscritto un accordo quadro per rendere strutturali le rispettive collaborazioni e per promuovere iniziative congiunte per la protezione dell’ambiente, con particolare riferimento ai settori della ricerca, della formazione e della elaborazione e diffusione della conoscenza. La convenzione è stata presentata martedì 21 dicembre, nell'Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza, dal prorettore per la Ricerca applicata e il Trasferimento tecnologico, Marco Raugi, dal direttore generale di ARPAT, Pietro Rubellini, e dal direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi.
Nella foto, da sinistra: Rubellini, Raugi e Pandolfi.
Migliorare la comunicazione e lo scambio di informazioni fra imprese e strutture di ricerca, stimolare singoli progetti di ricerca applicata e più in generale puntare alla promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico sono gli obiettivi dell’accordo per quanto riguarda la ricerca. Nel campo della formazione è previsto lo svolgimento di tirocini e stage, tesi di laurea e di dottorato presso ARPAT, oltre all’istituzione di specifiche borse di studio da svolgersi in strutture aziendali. Si mira, infine, a favorire la nascita di collaborazioni nel campo dell’elaborazione e diffusione della conoscenza.
Nell’ambito della convenzione, che avrà durata quadriennale, saranno designati i rispettivi referenti, che avranno il compito di definire il programma annuale delle attività congiunte.
“L’accordo quadro con ARPAT - ha detto il professor Marco Raugi – conferma l’impegno dell’Ateneo pisano in una delle funzioni fondamentali dell’Università: la terza missione, ovvero l’attività di trasferimento di conoscenze verso la società e il territorio. In particolare, le iniziative che potranno essere avviate con ARPAT si inquadrano nel contesto della difesa dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile che deve essere perseguito con azioni concrete e attraverso una sempre più continua attività di comunicazione”.
Pietro Rubellini, direttore generale di ARPAT ha precisato: “La stipula dell’accordo con l’Ateneo pisano sancisce una collaborazione già attiva da tempo e dà il segno tangibile di una nuova politica di potenziamento del ruolo tecnico-scientifico dell’Agenzia. Fare rete con gli Istituti di ricerca significa creare le condizioni future per lo studio di nuovi indicatori ambientali, la ricerca applicata nell’ambito delle attività istituzionali ed un’accresciuta attività di divulgazione scientifica sia all’interno dell’Agenzia sia verso la cittadinanza”.
Dall’intesa potranno derivare, infatti, convenzioni attuative al fine di avviare collaborazioni nell’attività di ricerca in grado di apportare miglioramenti ai processi di tutela ambientale.
“Questo accordo - ha concluso il professor Luca Pandolfi - rappresenta una grande occasione per l’Ateneo pisano che avrà l’occasione di affrontare insieme a un ente territoriale importante come ARPAT la sfida del monitoraggio e della gestione dell’ambiente in un quadro difficile come quello attuale, caratterizzato da importanti cambiamenti climatici. Grazie a esso potranno essere sviluppate iniziative congiunte su tematiche rilevanti quali l’innovazione, lo sviluppo tecnologico e la divulgazione scientifica nel campo delle tematiche ambientali, con ricadute significative anche nella ricerca e nella didattica”.
La Quantum Jungle è una un’installazione artistica interattiva di circa 6 metri quadri, che visualizza macroscopicamente come si muove una particella quantistica, incluse tutte le sue affascinanti stranezze, dato che non ne abbiamo esperienza diretta. La descrive in luminosi dettagli, è il caso di dire, Robin Baumgarten, l'artista che con un master in informatica all'Imperial College di Londra si è inventato un mestiere che può essere di ispirazione per tante e tanti giovani: "La Quantum Jungle è un'installazione artistica interattiva nuova di zecca, che combina la fisica quantistica con l'interattività tattile e giocosa. L'ho concepita, costruita e programmata a Berlino nel corso dell'ultimo anno, in stretta collaborazione con le scienziate e gli scienziati di Helsinki e Pisa. L'installazione è composta di più di 1000 molle sensibili al tatto, 12000 LEDs indirizzabili individualmente, circuiti stampati, e legno. È progettata in modo modulare per poter essere ri-usata e montata in forme e dimensioni differenti, a seconda del contesto espositivo. Per la sua premiere a Palazzo Blu, è nella sua configurazione più grande mai realizzata, consegnandoci di fatto uno stupefacente, luminosissimo schermo di fisica quantistica. Sono entusiasta di esporla a Pisa e non vedo l'ora di catturare la reazione del pubblico nell'interagire con questa nuova installazione!".
Infatti, il pubblico può interagire con la Quantum Jungle, creando la propria particella quantistica dove e come desidera, per poi osservare come si muove diretta dall'equazione di Schrödinger, che esprime le regole matematiche della fisica quantistica: a fare i complessi calcoli e la simulazione quantistica necessaria è un computer.

L'installazione - collocata nel Salone delle Grottesche di Palazzo Blu e aperta al pubblico fino al 17 aprile 2022 con ingresso libero - è stata inaugurata venerdì 26 novembre alla presenza dell'autore e con gli interventi di Cosimo Bracci Torsi, presidente della Fondazione Palazzo Blu, Stefano Del Corso, presidente della Fondazione di Pisa, Giacomo Tizzanini, consigliere del Ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi e dirigente tecnico USR Toscana, Dario Pisignano, direttore del Dipartimento di Fisica, Sabrina Maniscalco, dell’Università di Helsinki, e, Marilù Chiofalo, dell’ Università di Pisa, entrambe responsabili scientifiche del progetto.
"La coreografia delle particelle quantistiche è libera dalle costrizioni classiche del nostro quotidiano e perciò decisamente meno intuitiva per noi - osserva Sabrina Maniscalco, professora di informazione e logica quantistica all'Università di Helsinki, CEO di Algorithmiq Ltd., ideatrice della piattaforma QPlayLearn per l'educazione alla fisica quantistica - Per esempio, la particella quantistica può essere in più posti allo stesso tempo: in un nodo e in un secondo, persino in un nodo e in tutti gli altri. Interagendo con la Quantum Jungle, possiamo anche creare la particella in questo stato di sovrapposizione che ci appare così strano perché non corrisponde a nessuna nostra esperienza quotidiana. Nella Quantum Jungle intuiamo questa stranezza. In effetti, non osserviamo direttamente la particella ma, attraverso l'intensità del colore dei LED osserviamo la probabilità di trovare la particella lì, qualora ne venisse misurata la posizione: dove più luminose sono le luci, maggiore è la probabilità di trovarla."
"Oltre a essere un'esperienza emozionante e immersiva nell'arte - continua la professoressa Marilù Chiofalo - la bellezza della Quantum Jungle è che funziona come una sorta di traduttore, che usa il linguaggio dell'arte per integrare in modo rigoroso quella che è altrimenti la difficoltà di formare un'intuizione dei fenomeni quantistici, altrimenti inaccessibili alla nostra esperienza quotidiana: un tratto essenziale per rivolgersi a chiunque, indipendentemente dal livello di alfabetizzazione matematica e sperimentale. Vale anche per noi esperti/e, che infatti pensiamo questi fenomeni in modo matematico e avendo in mente i sofisticati esperimenti cui abbiamo accesso in laboratorio: la Quantum Jungle è un modo per vedere con altri occhi le nostre teorie, in un quadro sbrilluccicante".
Il professor Dario Pisignano sottolinea “la novità e l'importanza di una impresa di contaminazione culturale di questo tipo, che contribuisce a rendere accessibile al pubblico più ampio un mondo altamente complesso come quello quantistico. Arte e scienza vengono coniugate in modo originale, accendendo la fascinazione visiva senza rinunciare al rigore scientifico. Oggi, questa disseminazione assume un ancor maggiore valore in corrispondenza della nuova rivoluzione quantistica, che rende questo un settore dall'altissimo potenziale per la generazione di nuove applicazioni tecnologiche."
Allo sviluppo della Quantum Jungle con l'artista Robin Baumgarten ha lavorato un intero team finlandese-pisano di giovani ricercatori e ricercatrici, che nel giorno dell'inaugurazione hanno curato la visita guidata: Caterina Foti (anche coordinatrice di QPlayLearn), Guille Garcìa-Peres, Matteo Rossi, Boris Sokolov, Jorge Yago Malo. “È stato un percorso emozionante perché creare insieme con un team di persone così entusiaste, competenti e diverse tra loro è il nostro modo di fare scienza - concludono le professoresse Maniscalco e Chiofalo - Siamo convinte che sia necessaria una profonda rivoluzione culturale nel modo di raccontare la fisica, e trovare modi per narrare in modo coinvolgente e rigoroso la fisica quantistica, è una straordinaria opportunità per cambiare il modo di educare al pensiero scientifico valorizzando il suo potere creativo nel rigore della matematica e nella prova dell'esperienza. Un'operazione non più rimandabile, mentre le tecnologie quantistiche invadono la nostra vita quotidiana senza una contemporanea consapevolezza dell'impatto che avranno nelle nostre vite e degli aspetti etici potenzialmente coinvolti. Siamo felici che la Fondazione Palazzo Blu e la Fondazione di Pisa abbiano creduto in questa idea."
Quantum Jungle è finanziata dalla Fondazione di Pisa e cofinanziata dalle Università di Pisa, Helsinki, e Aalto, da InstituteQ e Algorithmiq Ltd. con la preziosa collaborazione e supporto della Fondazione Palazzo Blu. Sarà possibile visitarla gratuitamente fino ad aprile, in contemporanea e non per caso con la mostra di Keith Haring, mentre verranno organizzati periodicamente workshop e attività educative sia per pubblico generico che per le scuole di ogni ordine e grado, in collaborazione con le scuole stesse e con Reggio Children. (Immagini a cura di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Dopo la partecipazione dello scorso anno, la professoressa Marilù Chiofalo (foto), docente di Fisica della materia all’Università di Pisa, componente dell’Associazione "Donne e Scienza" e del gruppo di lavoro G6 per la formazione insegnanti del Piano Lauree Scientifiche, sarà nuovamente agli Stati generali della scuola digitale che si terranno a Bergamo venerdì 26 e sabato 27 novembre, in presenza e in diretta streaming nazionale. Gli eventi saranno trasmessi su Sky24.
Sabato 27, con inizio alle ore 15.45, la professoressa Chiofalo coordinerà il panel dal titolo "Educare al pensiero scientifico: il come e il perché di una rivoluzione", al quale parteciperà, in collegamento da Stanford, Carl Wieman, Premio Nobel per la Fisica nel 2001 e una seconda vita dedicata alla ricerca didattica. Con loro discuteranno di educazione al pensiero scientifico sei relatori di qualificato rilievo scientifico: Claudia Giudici, presidente della Fondazione Reggio Children; Sabrina Maniscalco, professoressa di Informazione e logica quantistica all’Università di Helsinki e vicepresidente del Centro di eccellenza finlandese per le tecnologie quantistiche; Andrea Ferrara, professore di Cosmologia e preside della Classe di Scienze della Scuola Normale Superiore; Marisa Michelini, professoressa di Ricerca didattica per la fisica all’Università di Udine e presidente del Gruppo Internazionale di Ricerca Didattica per la Fisica; Cristina Lazzeroni, laureata UniPi, ora professoressa di Fisica delle particelle all’Università di Birmingham e spokesperson di NA62 al CERN; Stefano Sandrelli, anch'egli laureato UniPi, astrofisico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e divulgatore con libri e programmi su Rai 3 e RaiNews24.
"Nutrire le menti attraverso l’educazione e la pratica del pensiero scientifico - ha scritto la professoressa Chiofalo per presentare l'argomento del panel - è una straordinaria opportunità per accendere la creatività e consapevolezza dell’importanza degli errori, accrescere l’abilità di tradurre tra sistemi simbolici differenti da quello verbale, guardare alla realtà con spirito critico perché nella scienza si confrontano teorie affette da approssimazioni con esperimenti affetti almeno dalle imperfezioni degli strumenti di misura. Questo è sempre stato vero, mai così chiaro come in pandemia".
Nella mattinata di venerdì 26, in apertura degli Stati generali e subito dopo i saluti istituzionali e l'intervento del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, sarà presentata un’intervista speciale fatta da Marilù Chiofalo ad Howard Gardner, professore di Cognition and Education alla Harvard Graduate School of Education, sul suo ultimo libro “A Synthesizing Mind”. Al centro del dialogo ci sarà il rapporto tra intelligenza multipla e competenza singola nella cultura e nel sistema educativo, con l'idea che dobbiamo sviluppare e coltivare le capacità specialistiche, ma non a spese dell'approccio ai problemi, alle sfide, ai compiti nei modi più appropriati, anche se non seguono regole, norme e confini strettamente disciplinari.
Tornano in presenza le iniziative per celebrare a Pisa l’anniversario di Leonardo Pisano, detto il Fibonacci. Considerato uno dei più grandi matematici moderni, autore del “Liber Abbaci” e noto per la celebre sequenza numerica che porta il suo nome, Fibonacci nacque a Pisa nel 1170. Per rendere merito al suo genio, per il terzo anno consecutivo il Comune di Pisa, in collaborazione con l’Università di Pisa, il Sistema Museale di Ateneo, la Scuola Normale Superiore e con il sostegno di Ufficio Scolastico Provinciale di Pisa, Archivio di Stato di Pisa, Museo della Grafica, Museo degli Strumenti per il Calcolo e Accademia Musicale “Strata” organizzano le “Giornate Fibonacci” dal 19 al 23 novembre, un programma di quattro giorni dedicati alla sua figura con convegni, incontri, concerti che si svolgeranno tra Palazzo della Sapienza, Palazzo Gambacorti, Polo Le Benedettine, Archivio di Stato e Museo della Grafica. Le celebrazioni cadono intorno al 23 novembre, noto internazionalmente come il giorno di Fibonacci, perché secondo la tradizione americana, la data diventa 1 1/ 2 3, ossia l’inizio della successione che porta il suo nome: una sequenza di numeri in cui ogni numero è la somma dei due che lo precedono.
Il programma delle giornate è stato presentato martedì 16 novembre a Palazzo Gambacorti alla presenza di Paolo Pesciatini assessore al turismo del Comune di Pisa, Chiara Bodei presidente del Sistema Museale di Ateneo Università di Pisa, Jaleh Bahrabadi direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa, Elisa Guidi per la Scuola Normale Superiore, Gabriella Garzella per la Società Storica Pisana, Milli Russo per l’Accademia di Musica “S. Strata”, Virginia Mancini presidente del Museo della Grafica, Fabrizio Fabrini, curatore della mosra filatelica, Alessandro Canestrelli autore del libro e Lorenzo Corti, musicista.

“Dopo avere dato vita alle Giornate Galileiane – dichiara l’assessore Paolo Pesciatini - che ho inaugurato all’inizio del mandato, si è pensato, unitamente alle nostre università, di iniziare anche le celebrazioni dedicate a Leonardo Pisano detto Fibonacci. L’anno scorso in occasione dell’850° anniversario della sua nascita a Pisa, che secondo la tradizione più accredita risale al 1170, ho rivolto al Ministero dello Sviluppo Economico istanza per l’emissione di un francobollo commemorativo dell’illustre genio pisano, il primo francobollo italiano dedicato alla sua figura. Il programma dell’anno passato è stato fortemente ridotto a causa della pandemia, ma avevamo promesso che nel futuro avremmo fatto diventare il 23 novembre un appuntamento della città e per la città”.
“Il 19, 20, 21 e 23 novembre – prosegue l’assessore - ricorderemo la grande rivoluzione conoscitiva compiuta da Fibonacci che è il frutto di ricerche, fusioni e soluzioni originali tanto da poterlo considerare il primo algebrista cristiano, il più grande matematico del medioevo, il maggior genio scientifico del XIII secolo. La successione di Fibonacci e il numero aureo si manifestano in modo spettacolare in una interminabile varietà di fenomeni e contesti come ad esempio nella musica, nelle arti figurative, nell’armonia della natura, e queste giornate saranno l’occasione per dimostrarlo. Pisa, dunque, anche grazie a uomini di genio come Leonardo Pisano, è sempre stata davvero protagonista in ogni processo innovativo, rivelandosi nel tempo città dei saperi: dei saperi scientifico-tecnologici e delle scienze umanistiche. Ad essa si legano nomi grandissimi di origine pisana o che comunque hanno attinto alle sue profonde radici culturali e noi, come nel caso di Leonardo Pisano detto Fibonacci, abbiamo il dovere di ricordare e onorare coloro che l'hanno resa famosa nel mondo, per guardare al nostro futuro attingendo sempre al suo glorioso passato."
“Quest’anno – conclude Pesciatini - il programma si è arricchito ulteriormente grazie alla partecipazione, oltre che dell’Università di Pisa, della Scuola Normale, del Museo della Grafica e del Sistema Museale d’Ateneo, anche dell’Archivio di Stato di Pisa, della Società Storica Pisana e dell’Accademia di musica Strata.”
“Fibonacci – ha aggiunto la professoressa Chiara Bodei, presidente del Sistema Museale d’Ateneo - fu uomo di numeri e di lettere, ma soprattuto fu ambasciatore della matematica, colui che diffuse la matematica dei numeri arabi dall’altra parte del Mediterraneo e da qui in tutta l’Europa. Per l’importanza rivestita dalla sua figura, ci piace contribuire come Università di Pisa e come Sitema Museale d’Ateneo a dare stabilità alle celebrazioni a lui dedicate a Pisa che fu la sua città natale. Come Ateneo siamo soddisfati di presentare l’edizione critica del Liber Abbaci in cui Fibonacci introduceva lo studio della matematica già in maniera sperimentale, per mezzo di esempi ed esercizi. Il libro rappresenta un importante lavoro di ricostruzione filologica del suo lavoro e delle sue elaborazioni, prima tra tutte la successione che porta il suo nome, che si ritrova poi in tantissime discipline, dalla botanica, alla musica, all’arte.”
Leggi il programma delle "Giornate Fibonacci".
(fonte: Ufficio Stampa Comune di Pisa)