Partirà nei prossimi giorni e si concluderà ad aprile il progetto di Cultura Costituzionale promosso da ANPI, Ufficio scolastico Regionale e Conferenza dei Sindaci per l’Educativo della Provincia di Pisa in attuazione di quanto previsto dal Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2015. Il progetto è finalizzato alla conoscenza della Costituzione e alla formazione di una solida coscienza democratica tra i giovani delle scuole secondarie di secondo grado e si avvale di un rapporto di collaborazione con il Laboratorio di Cultura Costituzionale promosso dai Dipartimenti di Giurisprudenza e di Scienze Politiche dell'Università di Pisa e con la Domus Mazziniana.
«Un progetto a cui lavoriamo da molto tempo – ha sottolineato Bruno Possenti, presidente ANPI provinciale – e che si affianca alle attività di divulgazione della Costituzione che già abbiamo in campo. Il coinvolgimento degli Istituti superiori è fondamentale e la sinergia che abbiamo creato tra tutti i soggetti coinvolti dà piena attuazione a ciò che avevamo previsto nel protocollo del 2015.»
«Parleremo di Costituzione, del suo funzionamento, della sua attualizzazione, fornendo ai ragazzi e alle ragazze strumenti critici – ha ricordato il professor Saulle Panizza del Laboratorio di Cultura Costituzionale – faremo da tutor mettendo a disposizione l’attività di ricerca svolta da professori e da ricercatori. Un progetto ampio inserito all’interno della Convenzione fra il MIUR e l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti e dunque di portata nazionale.»
«Le attività della Domus Mazziniana riprendono a pieno ritmo proprio con la collaborazione a questo progetto – ha dichiarato il direttore Pietro Finelli – forniremo il supporto storico e aiuteremo studenti e studentesse a ripercorrere questi 70 anni di Costituzione.»
«Mi piace ricordare che nel 1948, e per tutto quell’anno, la Costituzione venne affissa nella Sale consiliari dei comuni Italiani affinché vivesse in mezzo alla gente. – ha dichiarato il provveditore Giacomo Tizzanini – Il progetto con le scuole superiori ci consente di far vivere il testo Costituzionale e di attualizzarlo sperando che siano proprio i ragazzi e le ragazze a farsi portatori e testimoni della Cultura della Costituzione.»
«Questa è una tappa importante di un viaggio che da anni abbiamo iniziato con ANPI – ha concluso l’assessora Marilù Chiofalo – e che vede l’ Amministrazione impegnata su molti fronti a promuovere attività di educazione alla cittadinanza attiva e alla Costituzione. Il testo costituzionale, con questo progetto, entra nelle nostre scuole con il rigore scientifico di chi fa ricerca e cala i risultati nel quotidiano innescando un meccanismo virtuoso verso gli studenti e le studentesse e verso i loro insegnanti. Si tratta di un progetto estremamente attuale nel momento storico in cui viviamo e nel quale imperversano i populismi che portano al totale disimpegno delle persone nel partecipare alla crescita ed alla gestione della comunità.»
Sono 37 le classi che hanno aderito provenienti da 16 istituti superiori pisani.
Gli studenti e le studentesse coinvolti avranno modo di lavorare attivamente su tre ambiti di ricerca, uno di carattere storico, uno sui diritti e i doveri dei cittadini, uno sull’ordinamento della Repubblica e sul funzionamento delle Istituzioni, affiancati da un giurista dell’Università di Pisa che farà da tutor e inquadrerà il tema da analizzare in una lezione iniziale. I ragazzi e le ragazze dovranno poi produrre un elaborato che verrà presentato a fine anno scolastico nella giornata conclusiva del progetto. I tre migliori elaborati verranno premiati da una apposita commissione.
Alla conferenza stampa erano presenti l’Assessora Marilù Chiofalo; il Presidente provinciale ANPI Bruno Possenti; il Provveditore Giacomo Tizzanini; il prof. Saulle Panizza del Laboratorio di Cultura Costituzionale dell’Università di Pisa e Pietro Finelli, direttore della Domus Mazziniana.
L’Università di Pisa e i Consigli Notarili di Pisa, Lucca e Livorno hanno firmato una convenzione volta a regolare le modalità generali di svolgimento del tirocinio per l’accesso alla professione notarile in concomitanza con l’ultimo anno di studi universitari. Grazie a questa convenzione locale, gli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza potranno anticipare, durante il percorso di studi, 6 mesi di pratica notarile, svolgendo il tirocinio presso lo studio di un notaio e beneficiando della supervisione di un tutor accademico.
L’accordo è stato sottoscritto in rettorato, giovedì 21 dicembre 2017, dal rettore, professore Paolo Mancarella, dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, professoressa Emanuela Navarretta e dai presidenti dei Consigli Notarili coinvolti, in particolare, dottoressa Barbara Bartolini (Pisa), dottor Vittorio Gaddi (Lucca), dottor Valerio Vignoli (Livorno). Alla firma era presente anche la professoressa Michela Passalacqua, prorettrice agli Affari giuridici.
“Ritengo apprezzabile che degli enti pubblici, quali l’Università e i Consigli notarili, collaborino insieme – ha detto il rettore Mancarella - Peraltro, i notai sono usualmente dediti a svolgere attività di pubblica necessità, stante il rilievo pubblico delle funzioni esercitate; pertanto, giudico estremamente positivo il loro attivo coinvolgimento nell’attività formativa in stretta cooperazione con l’Università pubblica”.
I presidenti dei Consigli Notarili interessati sottolineano l’importanza della convenzione ai fini dell’importanza di poter anticipare l’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro.
Nei giorni 1 e 2 dicembre si è tenuto a Firenze il convegno dal titolo “L’Università del Carcere”, organizzato dalle Università di Firenze, Pisa, Siena e Università per Stranieri di Siena, dalla Regione Toscana e dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria. Per l'Ateneo pisano sono intervenuti il prorettore per i Rapporti con gli enti del territorio, Marco Gesi, e il delegato per il Polo Penitenziario Universitario dell’Istituto Don Bosco, Andrea Borghini.
Nel suo saluto, il professor Marco Gesi ha citato "l'esperienza del Polo Penitenziario Universitario di Pisa, nato ufficialmente nel 2003 e da alcuni anni intitolato al compianto professor Renzo Corticelli, come sintesi felice dell’incontro tra sapere pubblico e istituzioni di rieducazione, finalizzato alla crescita culturale e al reinserimento sociale dei detenuti e orientato a garantire il diritto all’istruzione, come chiaramente espresso in numerosi articoli del nostro dettato costituzionale".
Pubblichiamo di seguito la riflessione post convegno del professor Andrea Borghini.
Il convegno su “L’Università del Carcere” è stato una prima fondamentale occasione per affrontare l’esperienza dei Poli Universitari Penitenziari, sia in ambito regionale, sia in ambito nazionale. Nella due giorni fiorentina, docenti, mondo del volontariato, mondo istituzionale, e studenti hanno discusso punti di forza e di criticità del progetto Polo Penitenziario Universitario, sottolineando come tale realtà si stia espandendo a livello nazionale. Sono infatti stati censiti fino ad ora 21 poli penitenziari che lavorano su 50 istituti di pena.
In tal senso, nel corso del convegno, è emersa la necessità di rafforzare il ruolo di un Coordinamento nazionale dei Poli, avviando un’interlocuzione con la CRUI, in grado farsi portavoce del progetto con gli interlocutori politici di riferimento; e al contempo, si è lavorato a cercare di individuare procedure standardizzate che permettano agli studenti di usufruire di trattamenti univoci in qualsiasi sede essi siano collocati.
In particolare, è emersa la centralità e la validità del modello toscano. La Toscana ha avviato dal 2010 un accordo che costituisce il Polo Regionale della Toscana, l’unico sistema integrato di formazione universitaria presente a livello nazionale. All’interno di tale accordo, che prevede anche un finanziamento annuale della Regione Toscana, spicca il Polo di Pisa, il quale si struttura in una sede ‘storica’ come quella presso la Casa Circondariale Don Bosco della città toscana, ma vede studenti, iscritti all’Ateneo pisano, collocati anche in altre realtà penitenziarie quali quelle di Volterra, Massa, Porto Azzurro, Livorno e Gorgona. Ciò fa del Polo di Pisa una realtà sui generis, che necessita di un grande impegno dell’ateneo per venire incontro alle esigenze della popolazione studentesca detenuta. Nel corso degli anni, l’ateneo ha accettato la sfida, lavorando a standardizzare le procedure di iscrizione, azzerando le tasse universitarie, individuando funzionari amministrativi in grado di coordinare i vari passaggi burocratici; e ancora, individuando personale docente incaricato, in grado di coordinarsi con gli istituti per seguire al meglio le carriere degli studenti, che ormai, a partire dal 2003, anno di istituzione del polo pisano, sono stati oltre 115.
Dal convegno fiorentino è inoltre emerso, soprattutto attraverso le testimonianze degli ex studenti detenuti, l’utilità di questa attività, spesso percepita da essi come fonte di riscatto sociale. E’ stato, inoltre, evidenziato come sia importante per gli studenti detenuti sentirsi parte della comunità accademica, superando il senso di isolamento dato dal contesto in cui vivono: esperienze di contatto con altri studenti sono vissute come momento di scambio, oltre che momenti di confronto sui percorsi formativi.
La figura dei tutor è risultata essere di grande importanza al fine di consentire una reale attuazione del diritto all’istruzione e dei princìpi di inclusione e di integrazione.
E’ stato inoltre ribadito che il dialogo fra le istituzioni coinvolte prosegua in modo sempre più stretto e si traduca in interventi concreti quali, ad esempio, la messa a disposizione di spazi che permettano la creazione di un contesto idoneo allo studio. Infine, è stato sottolineato come l’esperienza dei Poli debba darsi un piano comunicativo più efficace sia attraverso la costruzione di eventi pubblici ad hoc sia con la creazione di siti web dedicati: si tratta di una strategia, quest’ultima, utile a diffondere nel mondo universitario la consapevolezza del ruolo svolto dall’Università nel garantire il diritto allo studio e nel sensibilizzarlo verso questo tipo di utenza, anche al fine di costruire una comunità accademica solidale e aperta ed evitare i rischi di stigmatizzazione e isolamento dello studente detenuto.
Andrea Borghini
Delegato del Rettore per il Polo Penitenziario Universitario dell’Istituto Don Bosco
Dal 1° dicembre, l’Università di Pisa ha introdotto la misura di prevenzione della corruzione denominata Whistleblower, volta ad assicurare “protezione” a chi segnala illeciti consumati all’interno del nostro Ateneo.
La misura, prevista dalla c.d. legge anticorruzione (l. 190/2012) e recentemente rafforzata dal parlamento, è volta a far emergere situazioni che eventualmente pregiudichino la buona amministrazione e, a tal fine, contempla un regime di tutele rafforzate anche per i collaboratori e gli studenti dell’Università di Pisa che segnalino fatti illeciti di cui siano venuti a conoscenza. Nell’ambito dell’autonomia regolamentare, l’Ateneo ha infatti ritenuto importante estendere questa forma di tutela dell’anonimato e della riservatezza per chi segnala condotte di “cattiva amministrazione” a tutti coloro che ogni giorno lavorano e studiano nell’Università di Pisa.
L’intento è di favorire le possibilità di espressione del senso civico da parte di ciascuna componente della comunità accademica.
Per questo l’Università si è anche dotata di un proprio Regolamento per la tutela del segnalante di condotte illecite ed ha attivato una piattaforma informatica per poter ricevere le segnalazioni:
https://www.unipi.it/index.php/amministrazione/item/11260-segnalazioni-di-illecito-whistleblower.
Ogni segnalazione, indirizzata al responsabile della prevenzione della corruzione, dottor Riccardo Grasso, deve essere effettuata responsabilmente e mai utilizzata per finalità individuali, ma unicamente per garantire l’etica e l’integrità dell’Università di Pisa.
Eventuali dubbi e domande nel merito potranno essere indirizzati a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
È operativa da alcuni giorni la nuova Unità Relazioni con il Pubblico-URP (www.unipi.it/urp) dell'Università di Pisa, nata innanzitutto per rispondere agli importanti e ripetuti interventi legislativi dell'ultimo periodo in materia di trasparenza amministrativa.
L'URP, costituita all'interno della Direzione programmazione, valutazione e comunicazione istituzionale, è destinata a svolgere un ruolo centrale per quanto concerne la trasparenza dell'attività amministrativa, sia in tema di accesso nelle sue varie forme (accesso civico semplice, accesso civico generalizzato e accesso documentale), sia nella gestione della sezione "Amministrazione Trasparente" del sito d'Ateneo, dove sono pubblicati dati, informazioni e documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria. In particolare, la novità rappresentata dal diritto di accesso generalizzato - che attribuisce a ogni cittadino il diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti - è uno strumento per consentire l'esercizio di un controllo diffuso sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche, oltre che per promuovere la partecipazione degli interessati all'attività amministrativa.
L'URP si occuperà, inoltre, di svolgere attività di informazione e orientamento sui servizi offerti dall’Ateneo, sull’organizzazione, sulle competenze dell’Ateneo e delle sue strutture periferiche, sullo stato di avanzamento delle pratiche amministrative; di ricevere e gestire segnalazioni, suggerimenti e reclami; di curare i rapporti con gli uffici interni ed esterni all'amministrazione per le procedure di accesso.
L'Unità Relazioni con il Pubblico di cui fanno parte Valeria Alberti, responsabile, Claudia Abbandoni e Antonella Pietroni è contattabile ai numeri 050/2212914-907-909 e alla mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Lo sportello di ascolto è aperto dal lunedì al giovedì, dalle ore 9 alle 12, e il martedì e giovedì dalle ore 15 alle 17.
"La qualità della vita in una società in trasformazione. Vita urbana, salute, partecipazione" (Carocci, 2017) è l'ultimo libro curato da Rita Biancheri, professoressa di Sociologia dei processi culturali al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Il libro arriva è stato realizzato nell'ambito del Progetto di ricerca di Ateneo 2016 "Mutamento e qualità della vita. Salute, ambiente urbano e partecipazione politica".
Pubblichiamo di seguito un estratto dall'introduzione.
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Il dibattito sociologico per molti anni è stato animato dall’interpretazione e dalla valutazione dei cambiamenti in corso, numerosi aggettivi sono stati utilizzati e molte le designazioni che hanno indicato o un presunto passaggio epocale o una transizione caratterizzata da maggiore continuità con il passato, a seconda degli approcci teorici di riferimento. L’uso dell’espressione “società in trasformazione”, richiamato nel titolo, permette di prendere in considerazione i numerosi aspetti - dalla salute, alla vita urbana, alla partecipazione - tutti temi che sono stati analizzati dagli Autori e Autrici del volume, secondo l’obiettivo stesso della ricerca, in un’ottica multidisciplinare.
Lo sforzo congiunto è stato, dunque, quello di individuare un terreno aperto dove la contaminazione tra saperi potesse incontrarsi e promuovere efficacemente il benessere delle persone, attraverso più focus di approfondimento su: il buon funzionamento delle istituzioni, compreso le politiche di welfare socio-sanitario, l’aumento della partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche e l’investimento in sicurezza derivante da una crescita sostenibile per migliorare la qualità dell’ambiente. Questioni solo apparentemente separate che invece costituiscono parte integrante della riflessione comune, di cui si dà conto nel testo.
Inoltre, il concetto polisemico di qualità della vita, nelle sue alterne fortune, non sempre ha trovato piena accoglienza nelle comunità scientifiche, mentre nel dibattito attuale occupa una posizione centrale per la sua capacità di interpretare la complessità dei fenomeni in corso.
Un necessario approfondimento analitico si è reso perciò indispensabile ed è stato realizzato attraverso il continuo confronto all’interno del gruppo di lavoro; scambio reso possibile non solo per le competenze pregresse dei singoli ma anche per l’accesso ai finanziamenti ottenuti con i fondi Progetti di Ricerca di Ateneo (PRA) 2016 che ha consentito le indagini empiriche effettuate.
Il volume, esito di tale sfida epistemologica, senza nessuna pretesa di esaustività, offre un panorama delle varie prospettive utilizzate e intende aprire ad ulteriori e originali linee di ricerca su problemi cruciali ma ancora troppo spesso trascurati.
Rita Biancheri
All’Università di Pisa è nato un nuovo centro di ricerca che si occuperà di management responsabile e sviluppo sostenibile. Il suo nome è REMARC e raccoglie le expertise di alcuni docenti del dipartimento di Economia e Management e quelle di numerosi collaboratori esterni.
“Il nostro obiettivo è quello di avere un impatto sui manager e policy maker a tutti i livelli – spiega la direttrice Elisa Giuliani – e intanto nei prossimi mesi, per avere visibilità internazionale, abbiamo fatto richiesta di inserimento fra i Sustainability Centres, una rete di istituzioni che si occupano del tema della sostenibilità”.
La genesi del centro, nato ufficialmente a nell’autunno del 2017, risale a due anni fa, quando la professoressa Giuliani si è aggiudicata un finanziamento dell’Ateneo per un progetto di ricerca su "Responsabilità Sociale d'Impresa nelle Multinazionali da Peasi Emergenti: Quale impatto in Europa?".
“In qualche modo quel progetto ha consentito di far convergere alcuni docenti del dipartimento intorno al tema della responsabilità sociale – ha aggiunto Elisa Giuliani – ora il nuovo finanziamento per progetti di ricerca di Ateneo di cui sono risultata vincitrice nel 2017 rappresenta sicuramente un ulteriore supporto per le future attività del centro”.
Intanto per chi volesse saperne di più c’è il sito internet del centro https://remarc.ec.unipi.it/ e un canale facebook dedicato per essere aggiornati su tutte le principali iniziative.
"Anticorruzione pop", sottotitolo "È semplice combattere il malaffare se sai come farlo", (edizioni GruppoAbele, 2017) è l'ultimo libro di Alberto Vannucci, docente del dipartimento di Scienze Politiche dell'Ateneo e direttore del Master in "Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione", organizzato insieme a Libera ed Avviso Pubblico.
Scritto insieme a Leonardo Ferrante, referente nazionale del settore Anticorruzione civica e cittadinanza monitorante delle associazioni Libera e Gruppo Abele, il volume teorizza e spiega il modello delle comunità monitoranti basate sulla partecipazione popolare per combattere la corruzione.
Pubblichiamo un estratto dalle conclusioni "Ora è il nostro tempo".
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Il nostro auspicio è che a breve nascano e prendano piede altri e migliori tentativi di questo tipo, capaci di integrare o, perché no, confutare le tesi espresse in questo lavoro, fornendo strumenti di analisi e d’intervento più efficaci. Ci aspettiamo che col tempo vedano la luce rapporti, volumi, portali digitali e altre forme di testimonianza che consentano di leggere le storie di successo e di ascoltare le voci delle comunità monitoranti, comprese le loro fatiche.
Soprattutto, garantendo in questo il nostro impegno futuro (per quel che varrà), confidiamo, e questa speranza è forse il lascito più importante di questo lavoro, nella moltiplicazione di esperienze che mettano al centro l’anticorruzione pop per come abbiamo cercato di raccontarla, occasioni nelle quali si possano centuplicare quelle palestre di potere delegato, quelle forme di non-cooperazione attiva alla pratica del malaffare, quelle esperienze di comunità monitoranti cui abbiamo fatto cenno in queste pagine.
Nelle parole del comico americano George Carlin si possono cogliere bene le ragioni di questo auspicio. Corrotti e corruttori «vogliono sempre di più per loro stessi e sempre di meno per tutti gli altri. Ma vi dirò cosa non vogliono. Non vogliono persone ben informate, ben istruite e capaci di pensiero critico. Non sono interessati a questo. Perché questo non li aiuta».
Per come le abbiamo rappresentate, le comunità monitoranti sono chiamate a diventare il luogo naturale di maturazione di questo più che mai necessario “pensiero critico” nei confronti dell’esercizio di qualsiasi potere pubblico. Ciò che più d’ogni altra cosa vorremmo scongiurare è che queste pagine siano lette come una “favoletta naif” raccontata da due idealisti. Significherebbe che si sta lasciando mano ancora più libera a corrotti e corruttori, e loro non aspettano altro per proseguire indisturbati nei loro maneggi. Siamo davvero stanchi di dargliela vinta. Questo, qui e ora, può essere il nostro tempo.
È stato conferito al Prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia, il "Campano d'Oro" 2017, il premio che l'Associazione dei Laureati dell'Ateneo Pisano (ALAP) assegna a ex allievi dell'Università di Pisa che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, dell’industria e delle professioni. La cerimonia di consegna si è svolta negli Arsenali Repubblicani sabato 11 novembre. Dopo i saluti del prorettore per l'Organizzazione e le politiche del personale, Michele Marroni e del sindaco Marco Filippeschi, la Laudatio è stata tenuta da Giuliano Amato, anche lui premiato con il "Campano" nel 1999. Quindi il presidente dell'ALAP, Paolo Ghezzi, ha dato lettura delle motivazioni del premio e ha quindi proceduto, insieme al professor Marroni, alla sua consegna. In chiusura di cerimonia è intervenuto il premiato, seguito da un omaggio musicale con protagonisti il violinista Brad Repp e la soprano Maria Luigia Borsi.
Nel suo saluto introduttivo, il professor Michele Marroni ha tracciato in breve il ritratto professionale del Prefetto: "Uomo pratico, rigoroso ed essenziale, ma non immune alle emozioni - ha detto - Franco Gabrielli è partito dall'Università di Pisa per completarsi progressivamente attraverso esperienze e incarichi professionali complessi e poliedrici, oltre che sempre più prestigiosi. Lo ha fatto riuscendo a riempire di sostanza ogni suo ruolo e ogni sua attività, puntando sulle qualità che lo rendono un alto e fulgido esempio di servitore dello Stato: l'autorevolezza, unita a competenza e massimo impegno, e ancora l'autonomia che è nello stesso tempo capacità di azione assumendosi le proprie responsabilità". Subito dopo, il prorettore vicario ha ricordato il ruolo decisivo svolto dal Prefetto Gabrielli nel recupero della nave Costa Concordia: "L'immagine del relitto che miracolosamente riemerge dalle acque, rimane nella memoria di tutti gli italiani come un simbolo di rinascita che ci rimanda a una grande emozione, dà il segno di un riscatto e rinnova un sentimento trascurato e sopito: l’orgoglio nazionale".
Nel leggere le Motivazioni del conferimento, il presidente dell'ALAP, Paolo Ghezzi, è tornato sul profilo istituzionale del premiato, sottolineando che "Franco Gabrielli rappresenta un esempio di etica professionale e morale cui ogni operatore nel settore pubblico dovrebbe guardare con ammirazione e spirito di emulazione. La sua carriera come servitore dello Stato si è sviluppata, marciando per tappe serrate, in settori strategici per la sicurezza nazionale: dalle responsabilità di vertice nella Digos di Roma, a quelle nella lotta al terrorismo anche a livello internazionale... Egli è senza dubbio uno dei professionisti che traccia con successo e integrità la strada virtuosa del servizio nelle Istituzioni ma è, ancor prima, la conferma che nessuna eccellenza professionale è veramente utile, né riconoscibile, se non condivisa guardando con fiducia al futuro e accompagnata da una profonda umanità".
"Ringrazio la mia università che ha impostato il cammino della mia carriera e ha creato le occasioni della mia vita", ha commentato il Prefetto Gabrielli appena insignito dell'onorificenza.
Franco Gabrielli è nato a Viareggio nel 1960. Dopo la laurea in Giurisprudenza all'Università di Pisa, è diventato funzionario della Polizia, successivamente ha lavorato per la Digos di Imperia e di Firenze e poi è diventato capo della Digos per la Questura di Roma. Prefetto dal 2006, dallo stesso anno al 2008 è stato direttore del SISDE, il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, poi diventato AISI. Dal 2009 al 2010 è stato Prefetto dell’Aquila e dal 2010 al 2015 capo del Dipartimento della Protezione Civile: in questa veste è stato Commissario delegato del Governo per l’emergenza Costa Concordia, missione compiuta con successo. Prefetto di Roma dal 2015 al 2016, ad aprile dello stesso anno è stato nominato Capo della Polizia. Nel 2016 è stato anche insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Più di trenta studenti si sono proposti per sviluppare progetti d'impresa con sette eccellenze italiane. E’ questo il risultato di “Business Plan in Progress”, un progetto promosso dalla professoressa Giovanna Mariani del dipartimento di Economia e Management, nell’ambito corso avanzato di Finanza Aziendale che fa parte della laurea magistrale in Banca, finanza aziendale e mercati finanziari dell’Università di Pisa.
Grazie a questa iniziativa, che può contare anche del supporto attivo del dottor Francesco Greggio dello studio RQR & Partners, gli studenti avranno l’opportunità di collaborare attivamente con le imprese per un progetto di planning. I business plan saranno poi discussi il 13 dicembre alla presenza degli stessi imprenditori e del dottor Francesco Giachetti, della Direzione Regionale Toscana&Umbria di Intesa Sanpaolo, che offrirà loro la prospettiva del mercato finanziario.
“Quest’anno, anche grazie al fondamentale il contributo organizzativo di Confindustria Livorno Massa Carrara e dell’Unione Industriale Pisana, è cresciuto il numero delle aziende che daranno la possibilità agli studenti di sviluppare un vero business plan, affiancati da manager ed imprenditori d'esperienza”, commenta Giovanna Mariani.
Un momento della discussione dei business plan
Solo per fare alcuni esempi gli studenti avranno la possibilità di collaborare alla stesura di un business plan con imprese come il Gruppo Onorato Armatori (Matteo Savelli, AD di Toremar), Trelleborg, (con il Managing Director, Ing. Francesco Marano), Thyssenkrupp (con l’Ing. Alessandro Bargellini, AD di Thyssenkrupp Encasa), Family Partners (con l’AD, dott. Enrico Bernini), Kayser (con l’AD, dott. David Zolesi), Pharmanutra (con il CMO and Board Member, dott. Carlo Volpi), Sogese (con il CEO, dott. Andrea Monti).