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La professoressa Emanuela Navarretta nominata giudice della Corte costituzionale
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato giudice della Corte costituzionale la professoressa Emanuela Navarretta, ordinario di Diritto privato nell'Università di Pisa. Il relativo decreto, riferisce una nota del Quirinale, è stato controfirmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Della nomina del nuovo giudice costituzionale, dovuta al fatto che il prossimo 13 settembre avrà termine il mandato della professoressa Marta Cartabia, è stata data comunicazione ai presidenti del Senato, della Camera e della stessa Corte costituzionale.
“La nomina di Emanuela Navarretta a giudice della Corte Costituzionale mi riempie di orgoglio - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella -. Ci conosciamo da tempo e, come molti sanno in Ateneo, ho potuto apprezzarne, in questi anni, la sua straordinaria competenza e professionalità, doti che evidentemente sono state colte dalla saggezza del nostro Presidente della Repubblica. Sono fiero che a pochi mesi dall'elezione di Lucia Calvosa a presidente ENI, un'altra donna della nostra Università vada a ricoprire un ruolo così importante. Nell'attesa di poterlo fare di persona, mi congratulo con lei e le faccio i miei migliori auguri per questo prestigioso incarico”.
Nata a Campobasso nel 1966, la professoressa Emanuela Navarretta si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Pisa nell’anno accademico 1989-’90, con votazione di 110/110 e lode, conseguendo anche il diploma alla Scuola Superiore Sant’Anna e nel 1992 il dottorato di ricerca alla stessa Scuola. Prima ricercatrice e poi professore associato alla Scuola Sant’Anna, giovanissima, a partire dal 2001 è diventata professore ordinario di Diritto privato nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. In questa sede è stata vicepreside della facoltà di Giurisprudenza e poi, dal 2012 al 2016, vicedirettrice del dipartimento di Giurisprudenza. Dal 2016 è Direttrice dello stesso dipartimento.
Tra gli altri incarichi di natura istituzionale, la professoressa Emanuela Navarretta è stata nel 2013 relatrice alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sul progetto di riforma in materia di danno alla persona e da quest’anno, a seguito di nomina da parte del Consiglio Superiore della Magistratura, è vicedirettrice vicaria della Scuola Superiore della Magistratura e componente del relativo Comitato direttivo.
Nel corso della carriera la professoressa Navarretta è stata responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca, ultimo dei quali quello finanziato dall’Ateneo di Pisa per il biennio 2018-2020 su “Il potere della tecnica e la funzione del diritto: un’analisi interdisciplinare di Blockchain”. Fa parte di numerosi comitati di redazione di riviste giuridiche e di organi di valutazione scientifica ed è stata responsabile scientifica di collane, voci di enciclopedie, trattati e commentari. Soprattutto all’Università di Pisa ha organizzato importanti convegni e incontri di studio.
La professoressa Emanuela Navarretta è una delle più autorevoli esperte della responsabilità civile, e da tempo nei suoi studi è andata emergendo un’attenzione per i profili costituzionali correlati al diritto privato in una dimensione sempre più europea, è infatti autrice delle seguenti monografie: Costituzione, Europa e diritto privato. Effettività e Drittwirkung ripensando la complessità giuridica, Giappichelli, Torino, 2017; La causa e le prestazioni isolate, Giuffré, Milano, 2000; Diritti inviolabili e risarcimento del danno, Giappichelli, Torino, 1996.
Per la start up Zerynth arriva un investimento da due milioni di euro
Zerynth, startup innovativa in corso di accreditamento come spin-off dell’Ateneo pisano, ha ottenuto un investimento da 2 milioni di euro sottoscritto dal fondo Vertis Venture 3 Tech Transfer, gestito da Vertis SGR con l’advisory esclusiva di Venture Factory. Zerynth è stata fondata a Pisa nel 2015 da Giacomo Baldi, Gualtiero Fantoni, Daniele Mazzei e Gabriele Montelisciani, un team nato nei laboratori dell’Università di Pisa, e cresciuta con il supporto di Ray Garcia e Andrea Galizia, professionisti esperti di tecnologie e sviluppo di business ICT.
Grazie a una tecnologia brevettata, la startup fornisce a system integrator e aziende di prodotto una piattaforma hardware-software-cloud per lo sviluppo di soluzioni IoT e Industria 4.0 in modo efficiente, scalabile e sicuro. La piattaforma e i servizi Zerynth hanno già abilitato numerose soluzioni IoT per la digitalizzazione di prodotti e processi industriali presso aziende leader in settori come la meccanica, l’automotive, la logistica, la refrigerazione industriale, la nautica e l’agricoltura.
"La storia di Zerynth è la conferma tangibile che l'eccellenza genera eccellenza – commenta il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella - Da oltre mezzo secolo l'informatica pisana fa scuola nel nostro Paese e quello che in questi 5 anni sono riusciti a realizzare i nostri Giacomo Baldi, Gualtiero Fantoni, Daniele Mazzei e Gabriele Montelisciani con il loro staff, composto da molti ex studenti del nostro Dipartimento di Informatica, dimostra il valore che siamo in grado di generare qui a Pisa. A tutti loro vanno le mie più sentite congratulazioni per questo successo". I legami con l’Ateneo pisano sono ben saldi anche grazie al contributo che Zerynth offre in termini di formazione e partecipazione alle iniziative di trasferimento tecnologico destinate a studenti e dottorandi, a cui partecipa da molti anni con seminari e attività di docenza, come ad esempio al PhD+, il percorso di innovazione e imprenditorialità dell'Università di Pisa.
“L’Internet of Things è un'evidente opportunità per creare nuovi modelli di business e migliorare l’efficienza dei processi aziendali. Tuttavia, il mercato propone soluzioni complesse da adottare, gestire e integrare nelle strutture organizzative – spiega Gabriele Montelisciani, CEO di Zerynth – Zerynth semplifica l’adozione dell’IoT fornendo alle imprese gli strumenti per la creazione di dispositivi connessi e per la digitalizzazione dei processi. Le risorse finanziarie, organizzative e di sviluppo commerciale del fondo Vertis supporteranno Zerynth nella rapida trasformazione da "start-up" ad azienda "scale-up". Saremo in grado di potenziare la nostra offerta di mercato e realizzare importanti partnership tecnologiche con i maggiori player del panorama IoT”.
I 4 fondatori di Zerynth, da sinistra Giacomo Baldi, Gualtiero Fantoni, Gabriele Montelisciani e Daniele Mazzei.
Vertis Venture 3 Tech Transfer (VV3TT) è il primo fondo di venture capital italiano interamente dedicato al trasferimento tecnologico da università ed enti di ricerca pubblici supportato dalla piattaforma ITATECH, l’iniziativa di equity investment promossa dal Fondo Europeo per gli Investimenti (EIF) insieme a Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per supportare l’innovazione e i processi di trasferimento tecnologico.
“Rendere semplice la complessità è un’arte difficile che solo la profonda conoscenza tecnologica accompagnata da intelligenza industriale possono abilitare – aggiunge Nicola Redi, managing partner di Venture Factory – Zerynth permette di accedere alla babele di sensori, dati, linguaggi, macchine con estrema semplicità e con un unico standard: è l’elemento di semplificazione e omogeneizzazione che oggi mancava per risolvere il vero ostacolo all’implementazione delle reti di device, macchine e sensori complessi. Sono orgoglioso di pensare che dalla ricerca italiana sia nato quel tassello fondamentale che mancava per una vera e diffusa rivoluzione 4.0”.
“L’operazione in Zerynth è “nata sotto una buona stella” in quanto è stata tra le più veloci e lineari execution nella storia della SGR - dichiara Renato Vannucci, vice presidente di Vertis SGR – Ciò grazie all’empatia che si è subito sviluppata con i founder e alla loro voglia di crescere con il nostro supporto per raggiungere traguardi molto sfidanti”.