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È il più grande progetto europeo che sia mai stato condotto sui neonati a rischio di paralisi cerebrale infantile. I suoi risultati potranno avere un impatto sulla qualità di vita dei più piccoli a rischio e dei loro familiari. Basti solo pensare che complessivamente saranno sottoposti a screening oltre 5 mila neonati e, tra questi, 500 bambini risultati a rischio per questo disturbo verranno poi valutati da 300 operatori tra pediatri, neurologi e altri specialisti, che li seguiranno dalla diagnosi, al monitoraggio, fino all’intervento precoce. Obiettivo di “BornToGetThere” (è l’acronimo del progetto EU) è quello di costruire una rete europea per la diagnosi e l’intervento precoce nei neonati a rischio di sviluppare una paralisi cerebrale, quali ad esempio i nati pre-termine o i neonati con parto difficoltoso. Sono questi alcuni dei numeri che danno l’idea della ricaduta che avrà il progetto che l’11 e il 12 febbraio al Centro Congresso “Le Benedettine” dell’Università di Pisa verrà lanciato alla presenza di tutti i partner.

Lo studio, che durerà 4 anni, sarà coordinato da Andrea Guzzetta, professore associato di Neuropsichiatria infantile presso il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell'Università di Pisa, e prevede la partecipazione di altri 9 partner provenienti da 3 paesi europei (Italia, Danimarca e Paesi Bassi), da 2 paesi associati (Georgia e Sri Lanka) e dall’Australia. Per la Toscana, insieme all’Università di Pisa, partecipano l’IRCCS Fondazione Stella Maris, la Fondazione Toscana Life Sciences (TLS) e Hubstract srl. Il progetto è stato finanziato con 3.7 milioni di euro nell’ambito della sfida sociale dedicata alla Salute (SC1) del programma Horizon 2020.

Al Centro Congressi “Le Benedettine” interverranno i protagonisti di questo importantissimo progetto: dottoressa Giuseppina Sgandurra (co-principal investigator del progetto e ricercatrice dell’Ateneo Pisano), dottoressa Olena Chorna (project manager del progetto); il professor Giovanni Cioni (principal investigator per l’IRCCS Fondazione Stella Maris), con Sabrina Del Secco e Camilla Antonelli; Nana Tatishvili (principal investigator per la Georgia); Arend Bos (principal investigator per l’Olanda); Maria Grazia Carrai e Alessandra Silvestri (Hubstract Srl); Jens Bo Nielsen (princjpal investigator per la Danimarca); Andrea Frosini (principal investivator per la Fondazione Toscana Life Sciences), Gianni D'Errico (Fondazione Toscana Life Sciences); Gopi Kitnasamy (principal investigator dello Sri Lanka) e Roslyn Boyd per l’Australia.

“Con questo progetto - spiega il professor Andrea Guzzetta - gettiamo le basi per una nuova visione della paralisi cerebrale infantile, che metta al centro l’identificazione precocissima dei bambini a rischio e le loro famiglie. Un nuovo modello che consente ai nostri bambini di accedere alle cure e alla riabilitazione in un’epoca di massima plasticità del sistema nervoso, cosi ottimizzando i processi di sviluppo e migliorando significativamente la prognosi”.

“Questo progetto è fortemente innovativo anche per la sua capillare ricaduta nella popolazione infantile che abita nelle zone remote e nei paesi a basso sviluppo economico - sottolinea la dottoressa Giuseppina Sgandurra. Intendiamo con questo la Georgia, lo Sri Lanka e le zone remote dell’Australia. Questo per permettere, anche in quei contesti, di poter fare diagnosi e intervento precoce ai bambini a rischio”.

"Per massimizzare l'impatto di un progetto complesso e sfidante come “BornToGetThere” - spiega il dottor Andrea Frosini di TLS - è fondamentale arricchire i risultati clinici con analisi approfondite di health economics ed implementare azioni per valorizzare al meglio il trasferimento alla pratica clinica: il ricco partenariato e la ampia diffusione degli interventi a livello internazionale, permetteranno di raggiungere questi obiettivi per il bene dei piccoli pazienti e delle loro famiglie”.

Il progetto: obiettivi e linee guida
“BornToGetThere” si pone l’obiettivo di migliorare i programmi sanitari per la diagnosi e la sorveglianza precoci delle menomazioni associate nei neonati con paralisi cerebrale. Da un lato, da un lato mira a favorire l'erogazione personalizzata di interventi precoci e la prevenzione delle complicanze secondarie per i neonati e, dall’altra, un efficace sostegno ai genitori.

Il progetto per la prima volta implementerà su larga scala le linee guida internazionali sull’argomento, recentemente messe a punto da un panel di esperti (tra i quali il professor Cioni e il professor Guzzetta) e pubblicate su JAMA, in diversi paesi in Europa (Italia, Danimarca, Paesi Bassi), in paesi a reddito medio (Georgia, Sri Lanka) e presso popolazioni difficili da raggiungere (Remote Queensland e Western Australia). “BornToGetThere” porrà inoltre particolare attenzione alla relazione vitale tra il bambino e i suoi genitori (e in particolare con la madre), relazione che viene messa in pericolo quando gli eventi perinatali modificano la salute del bambino e dalla cui salvaguardia dipendono la qualità di vita del bambino e l’armonia della famiglia.

La paralisi cerebrale infantile è la disabilità fisica più comune nell'infanzia, che colpisce più di 1 milione di persone in Europa e più di 17 milioni in tutto il mondo. Mentre la sua incidenza è attualmente inferiore a 2 su 1000 nei nati in paesi a economia e organizzazione sanitaria avanzate, i tassi sono notevolmente più elevati nelle economie a medio e basso reddito. Causata da un danno a carico del sistema nervoso centrale che origina durante la gravidanza o nelle primissime settimane di vita, essa comporta un'alterazione persistente delle funzioni motorie e sensoriali con livelli molto diversi di gravità a seconda delle circostanze. Trattandosi di una condizione che persiste per tutto l'arco della vita, comporta enormi costi sanitari e sociali con un impatto difficilmente calcolabile sulle famiglie e sulla comunità.

“I risultati di BornToGetThere – conclude il professor Giovanni Cioni, uno dei pionieri nel mondo di questa linea di ricerca – potranno costituire una pietra miliare per la ricerca sanitaria e indicare a tutti i paesi come questa terribile malattia debba essere combattuta e contenuta, per migliorare la qualità della vita di queste persone”.

 

Sarà inaugurato lunedì 10 febbraio, alle ore 15 nell'atrio all'interno del Polo Piagge, uno dei sette nuovi erogatori di acqua pubblica che l'Università di Pisa mette a disposizione di studenti e personale, rispettivamente tre al Polo Piagge, due al Polo Fibonacci e due al Polo Guidotti.
Nell'occasione sarà presentata anche la Commissione di Ateneo per lo Sviluppo Sostenibile, recentemente nominata.
All'iniziativa interverranno il rettore Paolo Mancarella; l'assessore all'Ambiente del Comune di Pisa, Filippo Bedini; il prorettore per la Ricerca applicata e il trasferimento tecnologico, Marco Raugi, in veste di presidente della Commissione di Ateneo per lo sviluppo sostenibile; la professoressa Elisa Giuliani, referente della Commissione su "Resource, Water and Waste Management". Sono stati inoltre invitati i 18 membri della Commissione, che è composta in modo paritario da docenti, rappresentanti del personale tecnico-amministrativo e studenti.

Una mela al giorno fa bene, se è una varietà antica, e fa ancora meglio se è anche toscana. Uno studio condotto all’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista Molecules ha analizzato due varietà di mele antiche toscane, la Rotella e la Casciana, scoprendo l’eccellente valore nutrizionale di questi frutti. Dalle analisi biochimiche e molecolari è infatti emerso che, rispetto a varietà commerciali come le Golden o le Fuji, queste due mele hanno un maggior contenuto di antiossidanti, sostanze naturali con proprietà cardioprotettive e antitumorali.

“Oltre a stabilire il valore nutrizionale, il nostro studio era mirato anche alla caratterizzazione genetica di queste due varietà apparentemente molto simili fra loro – spiega Ermes Lo Piccolo borsista del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali – la salvaguardia del materiale genetico antico è infatti importante per conservare la biodiversità delle colture, un aspetto fondamentale anche per gli stessi agricoltori dato che i sistemi ecologici ad alta biodiversità sono più resistenti agli stress ambientali”.

 

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A sinistra la mela Rotella, a destra la mela Casciana

 

Attualmente la 'Rotella' è coltivata in Lunigiana ed è caratterizzata da frutti medio-piccoli, con una forma rotonda leggermente appiattita alle estremità. Si tratta di una mela molto tenera, con una polpa bianca e dal sapore agrodolce. La mela 'Casciana'’, generalmente coltivata in Garfagnana, è molto simile alla ‘Rotella' ma con pomi più grandi e con una forma meno appiattita. Il colore di entrambe le mele presenta striature che vanno dal verde chiaro, al giallo, al rosso vivo in base all’esposizione dei frutti al sole.

“In un mondo in cui il cambiamento climatico sta influenzando la produzione alimentare, il patrimonio genetico autoctono è una fonte di geni utili anche per migliorare la resistenza delle stesse varietà commerciali - sottolinea il professor Rossano Massai dell’Ateneo pisano – e tuttavia, sebbene l'interesse per la conservazione di questo patrimonio sia in continua crescita, in Italia ormai oltre il 70% delle mele prodotte appartiene a varietà commerciali ad alto rendimento come Gala, Golden Delicious, Fuji, Red Delicious e Stayman. Conservare e tutelare le specie antiche è quindi fondamentale sia per i consumatori che hanno un prodotto ad alto valore nutrizionale, sia per l’ambiente”.

La ricerca pubblicata su Molecules ha coinvolto un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa formato da Ermes Lo Piccolo, Ambra Viviani, Lucia Guidi, Damiano Remorini, Rossano Massai, Rodolfo Bernardi e Marco Landi appartenenti al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali e a Nutrafood, il Centro interdipartimentale di ricerca Nutraceutica e Alimentazione per la Salute.

 

 

Mercoledì 12 febbraio alle ore 17.00 nell’Aula Magna di Palazzo Boileau, in via Santa Maria 85, si terrà l’incontro "Dietro le Tecnologie dell'Informazione. Presupposti etici, sociali e culturali”, con protagonisti due docenti dell’Università di Pisa. Adriano Fabris del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e Andrea Caiti del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione si confronteranno sul significato della ricerca scientifica e tecnologica. A moderare il dialogo ci sarà Valeria Strambi, giornalista di Repubblica Firenze. L’intento dell’incontro è far dialogare la visione del mondo del tecnologo con quella dello studioso di scienze umane, per riflettere sulle implicazioni etiche, sociali e culturali delle nuove tecnologie. A introdurre l’incontro ci saranno il rettore Paolo Mancarella, Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, e Pierluigi Barrotta, direttore del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
“La scienza e la tecnologia – afferma Caiti – sono spesso considerate, anche e soprattutto da noi che le pratichiamo, attività eticamente e socialmente neutre, pure e indipendenti da ogni presupposto legato al contesto economico, sociale e valoriale in cui vengono condotte. Comprendere che non è così apre le porte a un’immagine più complessa e meno stereotipata dell’attività scientifica. Un particolare assetto economico e sociale, o un certo sistema di credenze, anche inconscio, possono indirizzare la ricerca fin nei contenuti più essenziali”.
Un dialogo tra due culture diverse, quindi, che tentano di restituire un’immagine dello scienziato come parte integrante di una società e di un sistema di valori, e non come elemento separato e indipendente. Questo significa riconoscere la sua parte di responsabilità nell’uso che poi viene fatto delle tecnologie, anche nel caso, frequente oggi, di progetti molto grandi, in cui il singolo ricercatore gioca solo una piccola parte nell’ambito dell’intero processo.
“Se le tecnologie non sono neutre – aggiunge Fabris – allora ogni ricercatore e ogni scienziato, ma anche ogni utente, è chiamato a essere responsabile, per la sua parte, delle conseguenze che sono proprie dell’agire tecnologico. In questo quadro una riflessione etica serve a fornire le competenze perché ciascuno di noi possa fare le scelte giuste”.

 

Una mela al giorno fa bene, se è una varietà antica, e fa ancora meglio se è anche toscana. Uno studio condotto all’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista Molecules ha analizzato due varietà di mele antiche toscane, la Rotella e la Casciana, scoprendo l’eccellente valore nutrizionale di questi frutti. Dalle analisi biochimiche e molecolari è infatti emerso che, rispetto a varietà commerciali come le Golden o le Fuji, queste due mele hanno un maggior contenuto di antiossidanti, sostanze naturali con proprietà cardioprotettive e antitumorali.

“Oltre a stabilire il valore nutrizionale, il nostro studio era mirato anche alla caratterizzazione genetica di queste due varietà apparentemente molto simili fra loro – spiega Ermes Lo Piccolo borsista del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali – la salvaguardia del materiale genetico antico è infatti importante per conservare la biodiversità delle colture, un aspetto fondamentale anche per gli stessi agricoltori dato che i sistemi ecologici ad alta biodiversità sono più resistenti agli stress ambientali”.

Attualmente la 'Rotella' è coltivata in Lunigiana ed è caratterizzata da frutti medio-piccoli, con una forma rotonda leggermente appiattita alle estremità. Si tratta di una mela molto tenera, con una polpa bianca e dal sapore agrodolce. La mela 'Casciana'’, generalmente coltivata in Garfagnana, è molto simile alla ‘Rotella' ma con pomi più grandi e con una forma meno appiattita. Il colore di entrambe le mele presenta striature che vanno dal verde chiaro, al giallo, al rosso vivo in base all’esposizione dei frutti al sole.

“In un mondo in cui il cambiamento climatico sta influenzando la produzione alimentare, il patrimonio genetico autoctono è una fonte di geni utili anche per migliorare la resistenza delle stesse varietà commerciali - sottolinea il professor Rossano Massai dell’Ateneo pisano – e tuttavia, sebbene l'interesse per la conservazione di questo patrimonio sia in continua crescita, in Italia ormai oltre il 70% delle mele prodotte appartiene a varietà commerciali ad alto rendimento come Gala, Golden Delicious, Fuji, Red Delicious e Stayman. Conservare e tutelare le specie antiche è quindi fondamentale sia per i consumatori che hanno un prodotto ad alto valore nutrizionale, sia per l’ambiente”.

La ricerca pubblicata su Molecules ha coinvolto un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa formato da Ermes Lo Piccolo, Ambra Viviani, Lucia Guidi, Damiano Remorini, Rossano Massai, Rodolfo Bernardi e Marco Landi appartenenti al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali e a Nutrafood, il Centro interdipartimentale di ricerca Nutraceutica e Alimentazione per la Salute.
Didascalia foto: a sinistra la mela Rotella, a destra la mela Casciana

Link all’articolo scientifico: https://www.mdpi.com/1420-3049/24/9/1758

 

In occasione del compleanno di Galileo (15 febbraio 1564), l’Università di Pisa propone una serie di iniziative per ripercorrere l’itinerario culturale e tecnologico che, muovendo dai primi studi compiuti da Vincenzo e Galileo Galilei, giunge alle avanguardie musicali del secondo ‘900 e alle sofisticate tecnologie “Voice First” impiegate negli assistenti vocali.
La mattina sarà dedicata alle scuole per le quali il Sistema Museale di Ateneo e la Ludoteca Scientifica hanno allestito un percorso didattico interattivo presso la Cittadella Galileiana. Nel pomeriggio, Il Polo delle Benedettine ospiterà una serie di incontri rivolti all’intera cittadinanza con interventi di storici della scienza, della musica ed esponenti della ricerca accademica e di impresa. La giornata sarà chiusa dal concerto serale tenuto dalla Orchestra dell’Università di Pisa e dal coro “Vincenzo Galilei”, organizzato dal Centro per la Diffusione della Cultura e della Pratica Musicale (Unipi) e dalla Scuola Normale Superiore, con musiche di Galilei, Zarlino, Respighi.

Leggi il programma delle iniziative dell'Ateneo. 

Il Comitato Scientifico è composto dai professori Chiara Bodei, Fabio Gadducci, Maria Antonella Galanti e Sergio Giudici. L'organizzazione è curata dal Sistema Museale di Ateneo e dal Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore e la Ludoteca Scientifica.

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Insieme all'Ateneo, tutta la città di Pisa renderà omaggio al grande scienziato Galileo Galilei. Dopo l’edizione zero della Giornata Galileiana dello scorso anno, si rinnova anche per il 2020 l’appuntamento con il cartellone di eventi organizzato dal Comune di Pisa e dall’Università, in collaborazione con molte istituzioni e associazioni cittadine, per coinvolgere tutta la città nei festeggiamenti delle giornate galileiane. Non una sola giornata infatti, ma una rassegna corale di eventi che si snoda nei luoghi più importanti della città da giovedì 13 a domenica 16 febbraio. Tante occasioni per conoscere aspetti noti e meno noti di Pisa, della sua storia, della sua ricca e articolata offerta culturale, scientifica e turistica. Tutti gli eventi in rassegna sono aperti al pubblico e gratuiti.

Leggi il programma delle iniziative cittadine.

Nella foto: un momento della conferenza stampa di presentazione delle iniziative per la Giornata Galileiana con i rappresentanti del Comune, dell'Ateneo e delle altre istituzioni e associazioni pisane.

Il 14 Febbraio nell'Aula 34- del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale si tiene l'Open Day Graduate,  una giornata dedicata a tutti gli studenti universitari di Pisa e di altri Atenei interessati a conoscere e ad approfondire la formazione post-triennio del Dipartimento.

Programma

ore 9:15 Saluto Introduttivo - Prof. Lorenzo Di Bari - Direttore del Dipartimento

ore 9:30 Presentazione dei Corsi di Laurea Magistrale - Prof.ssa Erika Ribechini, Prof.ssa Anna Maria Raspolli Galletti – Coordinatori dei Corsi di Laurea

ore 10:00 Corso di Laurea Magistrale in Chimica: presentazione dei curricula Chimico Analitico, Chimico Fisico e Chimico Inorganico

ore 11:00 Coffee break

ore 11:20 Corso di Laurea Magistrale in Chimica: presentazione del curriculum Chimico Organico.

ore 11:40 Corso di Laurea Magistrale in Chimica Industriale: presentazione dei curricula Industriale e Materiali

ore 12:20 Presentazione dell’organizzazione didattica e delle opportunità in ambito Erasmus con la partecipazione del personale tecnico-amministrativo della Segreteria Didattica e del Coordinatore Area Internazionale.

Per l’intera mattinata gli studenti avranno a disposizione un desk informativo per confrontarsi con studenti iscritti ai nostri corsi di laurea magistrali e tutor.

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