Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

runipace149 università che ispirano la propria azione ai principi fondamentali della Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, dei Trattati istitutivi dell’UE. È questa RUniPace, la Rete delle Università italiane per la Pace promossa dalla CRUI. La Rete è stata presentata giovedì 10 dicembre online in due momenti: un evento nazionale durante la mattina e, nel resto della giornata, una cascata di eventi locali in tutta Italia che hanno portato le comunità accademiche a conoscenza dell’iniziativa.

“Non è un caso che la Rete venga presentata oggi. Il 10 dicembre si celebra la Giornata internazionale per i diritti umani, e la pace deve essere considerata un diritto inalienabile – ha detto Ferruccio Resta, Presidente della CRUI – Nei duri mesi della pandemia abbiamo visto inasprirsi le differenze economiche ed emergere difetti e conflitti delle nostre società. Ciò rende evidente e ancora più necessario il contributo di analisi e progettazione che solo le università e un approccio interdisciplinare possono fornire. La pace è un progetto che va sostenuto con le gambe solide della ricerca, della didattica e della terza missione.”

Una delle principali finalità di RUniPace è infatti lo studio delle disuguaglianze, del sottosviluppo e della povertà che possono essere considerate fra le principali cause dei conflitti. Quindi uno studio non fine a sé stesso ma funzionale all’intervento sulle dinamiche in atto: sono infatti queste le caratteristiche che anche a livello internazionale qualificano i Peace Studies. Fra le altre finalità: il supporto all’educazione alla pace, alla nonviolenza, alla non discriminazione e al dialogo; la valorizzazione del ruolo delle donne nei processi di pace a ogni livello; la creazione delle condizioni favorevoli alla leadership delle giovani generazioni nei processi di pace.

“La crisi pandemica ha posto l’attenzione sul valore della formazione e della ricerca come bene comune e come grande strumento di riduzione dei divari, sia a livello nazionale che a livello globale – ha dichiarato Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca – Una delle strategie del Ministero, in un momento di grande trasformazione tecnologica, è rafforzare il ruolo delle università nella promozione dei valori universali della tolleranza e dell’inclusione. La Rete delle Università italiane per la Pace lavorerà proprio in questa direzione, con proposte ispirate a principi e valori dal forte impatto sociale.”

“Quando abbiamo immaginato la Rete – ha detto Maurizio Tira, Rettore dell’Università Brescia e uno dei promotori – abbiamo pensato che l’azione non dovesse concentrarsi solo sull’esterno ma anche verso l’interno dell’università. Di conseguenza, Runipace nasce anche con l’obiettivo di promuovere la riflessione da parte delle comunità accademiche sulla responsabilità sociale di tutte le discipline. Questo per rafforzare la costruzione e il consolidamento della pace, anche accogliendo e sostenendo chi nel mondo soffre per violazioni dei diritti umani e del diritto alla libertà della ricerca.”

“La costruzione della Rete ha avuto il suo momento più intenso proprio durante i difficili mesi della pandemia, ed è stata resa possibile solo grazie alla passione e alla resilienza dei nostri delegati – ha detto l’altro promotore Paolo Mancarella, Rettore dell’Università di Pisa – RUniPace ha obiettivi ambiziosi che vanno realizzati a partire dal patrimonio di ricerche e competenze che già esiste nelle università, creando coordinamenti tra studiosi e studiose negli atenei e fra gli atenei. Senza però dimenticare il necessario raccordo con la società civile. Lo scopo primario di questa rete è infatti promuovere lo sviluppo, anche a livello territoriale, di una cultura della pace che permetta un approccio non violento alla risoluzione dei conflitti.”

Per informazioni: www.runipace.org

(fonte: Ufficio stampa CRUI)

Quattro lauree in quattro mesi per un obiettivo ambizioso: sconfiggere un giorno le malattie neurodegenerative. Ce l'ha fatta Giulio Deangeli, lo straordinario studente dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna che mercoledì 9 dicembre ha conseguito la laurea magistrale in Biotecnologie molecolari con il massimo dei voti. Si corona, così, un sogno e una carriera universitaria impeccabile - media del 30 in tutti i percorsi di studio - che il 15 dicembre lo vedrà anche ottenere il diploma di licenza magistrale in Scienze Mediche alla Scuola Sant’Anna, equivalente a un master di II livello.

“A symphony of sciences”, questo il titolo evocativo scelto da Deangeli per la sua ultima tesi - dedicata alla "Trascrittomica single cell" - a sottolineare il percorso multidisciplinare intrapreso per avere tutte le competenze necessarie per la lotta contro le neurodegenerazioni: mediche, biotecnologiche, ingegneristiche e di biotecnolgia molecolare.

deangeli3.jpg

«È stata un'emozione incredibile - ha commentato Giulio Deangeli al termine della discussione - ancora non mi sembra vero. Desidero dedicare questo risultato a tutti coloro che sono stati al mio fianco in questo viaggio: la mia famiglia, il mio migliore amico Samuele Cannas e tutti i miei cari amici, e gli oltre 400 docenti che ho avuto l'onore di seguire e che mi hanno aperto le porte della conoscenza con professionalità e umanità formidabili. Vorrei rivolgere un ringraziamento particolare ai miei rettori, il professor Paolo Mancarella e la professoressa Sabina Nuti, che guidano con straordinaria competenza e amore il migliore di tutti i luoghi dove avrei potuto studiare: il Sistema Universitario di Pisa».

Proprio il Rettore dell'Ateneo pisano, peraltro, è stato il relatore di Deangeli nella discussione di oggi assieme alla correlatrice prof.ssa Benedetta Mennucci, del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, e al correlatore prof. Yuri Bozzi, docente di Fisiologia all'Università di Trento e al CIMeC - Centro Interdipartimentale Mente/Cervello. 

«Il traguardo che Giulio ha appena raggiunto - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella - non è solo un record che fa notizia, è il frutto di una dedizione esemplare allo studio e al sapere che ci proietta in quella che è la dimensione scientifica odierna, dove l'approccio multidisciplinare è ormai un percorso obbligato. Tant'è che qui a Pisa, da tempo, lo abbiamo adottato in moltissimi campi. Spero che possa essere di esempio per i tanti giovani determinati e capaci che frequentano i nostri atenei».

Soddisfazione anche da parte di Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna: «La formazione alla ricerca interdisciplinare è un obiettivo prioritario della Scuola Superiore Sant’Anna. Auguro a Giulio di mantenere questo approccio alla ricerca anche nelle sue sfide future, che sono sicura affronterà con grande impegno, serietà ma anche creatività».

Presenti alla discussione alcuni fra i massimi neuroscienziati italiani: Maria Grazia Spillantini, Giancarlo Logroscino, Fabio Benfenati, Marina Pizzi, Tommaso Pizzorusso, Alessandra Valerio. Oltre al dottor Carlo Maria Rosati: chirurgo di fama internazionale e caro amico di Giulio, oltre che autore anche lui di un'impresa simile quando, 10 anni fa, fu il primo studente in Italia a prendere due lauree in tre mesi (Medicina e in Ingegneria Biomedica) sempre nell'Ateneo pisano. Ma tra il pubblico erano presenti anche Antonella La Notte e Antonio Squeo, rispettivamente CEO e CIO di Hevolus Innovation, il partner di Microsoft che ha recentemente conferito a Giulio Deangeli la borsa di studio “Hevolus Innovation Scholarship”.

Questa quarta laurea, però, è solo l'ultimo degli importanti traguardi raggiunti da Giulio Deangeli che il 27 novembre, sulla prestigiosa rivista “Science” ha pubblicato, assieme ad altri scienziati, un articolo dal titolo “In vivo Perturb-Seq reveals neuronal and glial abnormalities associated with autism risk genes”, frutto del progetto di ricerca a cui ha partecipato ad Harvard e al MIT, quale primo italiano ad aver vinto la borsa di ricerca mondiale “Harvard HIP”.

Una volta portata a termine, il 15 dicembre prossimo, anche il diploma di licenza magistrale in Scienze Mediche alla Scuola Superiore Sant'Anna, Giulio Deangeli volerà all’Università di Cambridge per il dottorato in Clinical Neurosciences per il quale, lo ricordiamo, si è guadagnato ben 5 borse di studio: la “Vice Chancellor’s Award/Cambridge International Scholarship”, l'”MRC DTP grant” della School of Clinical Medicine e la “Darwin College Studentship” dell’ateneo britannico, la “Hevolus Innovation Scholarship”, conferita dall’omonima azienda - partner italiana di Microsoft e fortemente impegnata nel talent scouting - e la “Ermenegildo Zegna Founder's Scholarship”.

Insieme al rettore Paolo Maria Mancarella, anche Giovanna Melandri, presidente di Human Foundation, e il Ministro dell’Università Gaetano Manfredi
I colleghi giornalisti riceveranno i link per collegarsi alla tavola rotonda e fare domande mercoledì 9 dicembre

Sottoporre a un processo di valutazione dell’impatto la rivoluzione che ha segnato il 2020, destinata a caratterizzare anche i prossimi mesi: la Didattica a Distanza. Per perfezionare l’offerta, e venire incontro sempre più e sempre meglio ai bisogni degli studenti e assicurare la prosecuzione della relazione formativa tra corpo docente e corpo studentesco, anche ai tempi della pandemia da Covid 19. È stata questa la scelta dell’Università di Pisa, che ha affidato negli scorsi mesi alla Human Foundation la valutazione d’impatto della DAD, per comprendere al meglio e con un metodo di ricerca rigoroso se le risposte ai nuovi bisogni di formazione emersi a seguito della crisi Covid sono state all’altezza delle aspettative e mettere a punto nuove strategie per usare al meglio questa importante innovazione dell’offerta didattica di Ateneo.
Human Foundation ha recentemente consegnato il report finale di valutazione, che sarà presentato dall’Università in una tavola rotonda online giovedì 10 dicembre prossimo, con inizio alle ore 15, in diretta Facebook sulle pagine dell’Università di Pisa e di Human Foundation.
Dopo l’introduzione del segretario generale di Human Foundation, Francesco Spano, sarà il rettore Paolo Maria Mancarella a illustrare le ragioni della scelta di sottoporre a valutazione d’impatto la DAD dell’Università di Pisa. A seguire, la presidente di Human Foundation, Giovanna Melandri, interverrà sul tema della valutazione come strumento di management. Sarà la prorettrice agli Affari Giuridici, prof.ssa Michela Passalacqua, a illustrare come il successo della programmazione del futuro debba muovere dall’analisi dei bisogni emersa con il percorso di valutazione. Il prorettore all'Informatica, Paolo Ferragina, e il presidente del Sistema informatico di Ateneo, Antonio Cisternino, invece, entreranno nel merito della strategia digitale e della offerta complessiva di didattica digitale dell’Università di Pisa. Le conclusioni dell’iniziativa sono affidate al Ministro dell’Università, Gaetano Manfredi. Modera l’iniziativa la giornalista di Repubblica Valeria Strambi.

Si è dottorato lo scorso maggio in Ingegneria informatica all’Università di Pisa, implementando nei suoi anni di ricerca una app che adesso è stata selezionata tra gli otto finalisti del MaketoCare 2020, il contest che premia i progetti che migliorano la qualità della vita di pazienti e disabili. Si tratta di Davide Mulfari che con la sua app CapisciAMe ha creato uno strumento per il riconoscimento del parlato difficilmente intellegibile di persone affette disartria. Il vincitore sarà proclamato il prossimo 10 dicembre durante l’Opening Event di Maker Faire Rome 2020, dalle 18.00 online su http://www.makerfairerome.eu/.
Davide Mulfari, 35 anni, vive a Messina ed è affetto da una disabilità motoria, la tetraparesi spastica come conseguenza di una paralisi cerebrale infantile. Dopo aver conseguito la laurea specialistica in Ingegneria informatica presso l’Università degli Studi di Messina, ha frequentato il dottorato di ricerca in Ingegneria dell’Informazione presso l’Università di Pisa, con tutor il professor Luca Fanucci. Le attività di ricerca condotte si inquadrano nel settore dell’assistive technology e riguardano lo studio delle potenziali ricadute dell’intelligenza artificiale e del machine learning nello sviluppo di soluzioni software open source a basso prezzo per migliorare la qualità della vita a persone con disabilità.
La maggior parte dell’attività di dottorato ha difatti riguardato l’analisi e lo studio di modelli machine learning per il riconoscimento del parlato difficilmente intellegibile di persone con disartria, come lo stesso Davide. Ciò ha portato alla realizzazione dell’app CapisciAMe, disponibile gratuitamente sullo store Google e finalizzata alla raccolta e “donazione” di voci da parte di persone con disartria e altre disabilità del linguaggio.
Nell’implementazione attuale, CapisciAMe è in grado di riconoscere un numero limitato di comandi vocali pronunciati dalle stesse persone con disartria che hanno contribuito alla definizione del modello. Nel corso dei tre anni di PhD, Davide ha discusso i risultati dei propri studi partecipando alle più importanti conferenze europee di Assistive Technology, ottenendo anche tre premi internazionali.
Lo scorso 18 maggio Davide ha illustrato i propri studi di dottorato nella tesi intitolata “Smart Technologies Empowering Assistive Systems for People with Disabilities”. “È stato un privilegio seguire gli studi di dottorato di Davide, persona brillante con una fervida intelligenza ed una grande positività che ha contagiato tutte le persone del Laboratorio con cui ha lavorato lasciando un “segno” in ognuno di noi”, commenta il professor Luca Fanucci.
Attualmente Davide Mulfari lavora come ingegnere presso il Centro Informatico d’Ateneo dell’Università di Messina. Coordina l’ufficio “Assistive Technology for Special Needs” e si occupa di applicazioni assistive per studenti e personale universitario. Nel contempo, Davide è attivo nel settore della ricerca, ed è autore di più 30 pubblicazioni scientifiche, e si mostra fortemente determinato a proseguire, nelle forme possibili e ovunque gli sarà consentito, le ricerche iniziate durante il dottorato, per ottenere soluzioni realmente utilizzabili dalle persone con disabilità.
In una lettera inviata al rettore Paolo Mancarella subito dopo la discussione della sua tesi di dottorato, Davide ha espresso tutta la sua gratitudine per gli anni di dottorato: “Oggi ho discusso la tesi di fine dottorato e sento il bisogno di ringraziare le tantissime persone dell’Università di Pisa per la bellissima esperienza di studio e ricerca che ho avuto l’onore di fare in questi tre anni. Lo dovrei fare con tutte personalmente, ma sono di Messina e questi tempi bui non me lo permettono al momento di farlo, allora mi è sembrato giusto farlo a Lei che tutte le rappresenta. Sono fermamente convinto che se in un dato contesto di attività molto complesse è possibile incontrare tante persone capaci di fondere assieme alte capacità umane e professionali, per forza di cose questo deve in qualche modo scaturire da chi li rappresenta al massimo livello”.
Nella sua lettera Davide ringrazia in particolar modo il professor Luca Fanucci, suo tutor e “maestro di vita e di ricerca”, l’ufficio USID che sempre lo ha supportato, il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Giuseppe Anastasi, i coordinatori che si sono succeduti nel dottorato, i professori Marco Luise e Fulvio Gini, insieme ai tantissimi colleghi studenti del suo corso”.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa