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Martedì, 07 Luglio 2015 12:59

Settanta anni da Hiroshima e Nagasaki

senzatomica Le "gru di Sadako" volano su largo Ciro Menotti per ricordare che il 9 luglio 1955, proprio 60 anni fa, fu presentato a Londra un accorato appello di prestigiosi scienziati per un mondo libero da armi nucleari. Quell'appello è noto in tutto il mondo con il nome di "Manifesto Russell-Einstein". Il manifesto Russell- Einstien verrà letto a Pisa giovedì 9 luglio in largo Ciro Menotti a partire dalle ore 19.00 in contemporanea con tantissime altre piazze di tutta Italia, nell'ambito dell'iniziativa nazionale promossa dalla campagna Senzatomica. Dopo una breve introduzione di Francesco Lenci, dell'Unione Scienziati per il Disarmo; del sindaco Marco Filippeschi e della professoressa Enza Pellecchia, vicedirettore del Cisp - Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace dell'Università di Pisa i lettori saranno studenti, professori, cittadini comuni, amministratori comunali, artisti, di ogni età, sesso, fede religiosa, opinione politica.

L'iniziativa rientra nel calendario di appuntamenti previsti per il 70° anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Da ora fino al mese di novembre si terranno in città conferenze, seminari, dibattiti, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali e letture coordinati dal Comune di Pisa e dal CISP (Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace), con la partecipazione di numerosi soggetti, in condivisione con la rete di Mayors for peace e con il patrocinio dell'Università e di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapon).​

Qui di seguito pubblichiamo un intervento della professoressa Enza Pellecchia, in cui spiega la storia e l'attualità del Manifesto Russell-Einstein.

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einstein russel 600x601Il Manifesto Russell-Einstein è un accorato appello degli scienziati "come esseri umani ad altri esseri umani": alcuni suoi passaggi – come ad esempio "ricordate la vostra umanità e dimenticatevi del resto. Se riuscirete a farlo si aprirà la strada verso un nuovo Paradiso; se non ci riuscirete, si spalancherà dinanzi a voi il rischio di un'estinzione totale" – sono divenuti celebri e, fortunatamente, noti al di là della comunità scientifica.

Verso la metà degli anni '50 la Guerra Fredda sembrava aver raggiunto una situazione critica: entrambi i contendenti possedevano la bomba all'idrogeno, un'arma con un potenziale distruttivo teoricamente illimitato anche per una singola testata. Furono sperimentate testate capaci di sprigionare un'energia migliaia di volte superiore a quella sprigionata dalle bombe che avevano raso al suolo Hiroshima e Nagasaki e ucciso all'istante decine di migliaia di persone.
Nel marzo 1954 gli Stati Uniti aveva testato la bomba all'idrogeno sull'atollo di Bikini nell'Oceano Pacifico. Il peschereccio giapponese Lucky Dragon si trovava a 130 chilometri dall'atollo ma il fallout radioattivo uccise un membro dell'equipaggio e fece ammalare gravemente gli altri.

Nel prendere atto di questa situazione estremamente pericolosa, il filosofo e scienziato Bertrand Russell scrisse ad Albert Einstein, suggerendo che "i più eminenti uomini di scienza avrebbero dovuto fare qualcosa di grande effetto, per far comprendere alla gente ed ai governi le catastrofi che potevano essere causate". Russell stese una prima versione della dichiarazione che fece poi circolare tra un gruppo di illustri scienziati, nella speranza di ottenere la loro sottoscrizione. L'impresa si dimostrò ardua. Nel contesto della Guerra Fredda non era facile convincere intellettuali importanti ad ignorare le loro differenze di vedute politiche e concentrarsi su quello che era l'interesse comune dell'umanità. Gli scienziati dell'Unione Sovietica e della Cina, ad esempio, si rifiutarono di firmare il documento.

Nell'aprile di quell'anno Einstein, dopo una breve malattia, morì. Russell si trovava su un volo Roma-Parigi quando il comandante annunciò la morte di Einstein. Russell piombò nello sconforto. Senza la firma del più eminente scienziato al mondo sarebbe stato molto più difficile catturare l'attenzione con il suo Manifesto e convincere gli altri scienziati a sottoscriverlo. Il suo ambizioso progetto sembrava arenarsi. Ma quando giunse in albergo a Parigi, Russell trovò una lettera, recapitatagli da Londra: "La ringrazio per la sua lettera del 5 aprile. Firmerò con gioia il suo eccellente pronunciamento. Concordo, inoltre, con la scelta dei possibili firmatari. Albert Einstein." Fu l'ultima lettera di Einstein, l'ultima firma, il suo testamento morale all'umanità.

In seguito Russell riuscì a convincere altri nove eminenti scienziati: Percy Bridgman, Hermann Muller e Linus Pauling dagli Stati Uniti, Cecil Powell e Joseph Rotblat dalla Gran Bretagna, Hideki Yukawa dal Giappone, Frédéric Joliot-Curie dalla Francia, Max Born dalla Germania Ovest e Leopold Infeld dalla Polonia.
Il 9 luglio 1955, a Londra, durante una conferenza pubblica gremita di rappresentanti dei mezzi di informazione, Russell annunciò per la prima volta il manifesto, che rappresenterà il primo importante documento di denuncia sulla minaccia rappresentata dalle armi nucleari per il genere umano.

Nel 1957, partendo proprio dal Manifesto Russell-Einstein, un gruppo di scienziati appartenenti ad entrambi i fronti della Guerra Fredda si incontrarono nel piccolo villaggio di Pugwash, in Nuova Scozia, presso la residenza del filantropo Cyrus Eaton: l'obiettivo, ancora una volta, era cercare una soluzione per evitare una catastrofe nucleare. Da lì partirono diversi cicli di incontri ai quali parteciparono anche diplomatici, in maniera informale, non in rappresentanza dei loro paesi. Tutto ciò ha poi gettato le basi per negoziati internazionali che hanno portato a risultati importanti. Lo stesso Gorbachev ammise che gli scienziati di Pugwash lo avevano aiutato a comprendere come la politica nucleare fosse troppo pericolosa. Le Pugwash Conferences sono nel tempo cresciute e nel 1995 sono state insignite del premio Nobel per la pace, insieme a Josef Rotblat, l'unico scienziato che abbandonò il progetto Manhattan allorchè apprese che il pericolo di un'atomica nazista non esisteva più.

A distanza di 60 anni dalla sua divulgazione, il Manifesto Russell-Einstein conserva tutta la sua attualità e sollecita riflessioni su temi importanti: la minaccia nucleare ancora viva benchè scarsamente percepita, la responsabilità sociale degli scienziati, la divulgazione delle informazioni scientifiche come pilastro delle società democratiche, la richiesta di maggiore trasparenza con riguardo ai processi decisionali che riguardano la vita di tutti, la necessità di negoziati internazionali plurilaterali per il disarmo nucleare, l'urgenza di un Trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari (come già accaduto per altre armi di distruzione di massa).

Con lettura pubblica del Manifesto si intende non solo rendere omaggio ad un testo di straordinaria intensità, ma soprattutto esprimere il senso di appartenenza alla comune famiglia umana. Perché – come disse Rotblat nel discorso tenuto alla cerimonia di consegna del premio Nobel – "dobbiamo riuscire a trasmettere il messaggio che la salvaguardia del nostro bene comune, l'umanità, esige che in ognuno di noi si sviluppi una nuova lealtà: la lealtà verso il genere umano. (...) La ricerca di un mondo libero dalla guerra ha uno scopo fondamentale: la sopravvivenza, ma nel corso dell'impresa impareremo come assicurarci la sopravvivenza per mezzo dell'amore, invece che con la paura, con la gentilezza invece che con la costrizione; se impareremo a combinare l'utile e il dilettevole, l'opportuno e il caritatevole, il pratico e il bello, questo sarà un ulteriore premio per avere intrapreso questa missione".

Enza Pellecchia
Vicedirettore Cisp - Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace

univ positivo 2Una delegazione della città di Curitiba (Brasile) ha visitato nei giorni scorsi l'Università di Pisa. La delegazione era composta dal professor Glavio Paura, presidente del corso di Studio in Engenharia de Produçao della Universidade Positivo, e da Cid Vianna, presidente della Società Fator Consultoria LTDA di Curitiba. Hanno accolto gli ospiti brasiliani il prorettore per la Ricerca applicata e l'Innovazione, Paolo Ferragina, e il presidente del corso di studio (laurea e laurea magistrale) di Ingegneria delle Telecomunicazioni, Giuliano Manara.

Da diversi mesi sono in corso trattative per far nascere iniziative comuni nell'ambito della didattica e della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico. In occasione dell'incontro del primo luglio in rettorato è stato formalizzato e firmato un accordo che definisce le modalità operative dello scambio di studenti e docenti fra i suddetti corsi di studio.

logo Universidade PositivoInoltre è stata discussa la procedura operativa per ottenere, già dal prossimo anno accademico, l'istituzione di un doppio titolo nell'ambito dell'ingegneria delle telecomunicazioni tra le due università. È stata infine valutata la possibilità di far partire delle collaborazioni nell'ambito del trasferimento tecnologico. In questo contesto, un primo obiettivo è quello di condividere con la città di Curitiba l'esperienza acquisita negli ultimi otto anni dal consorzio CUBIT (Consortium Ubiquitous Technologies), presieduto dal professor Giuliano Manara.


transfrontValorizzare l'economia verde e del mare nell'area di cooperazione Italia-Francia attraverso la promozione del turismo sostenibile e innovativo. E' questo l'obiettivo del progetto europeo "Appui aux Réseaux Touristiques Transfrontaliers (ART2)" al quale partecipa come unico partner accademico il dipartimento di Economia Management dell'Università di Pisa con un gruppo di ricerca composto dai professori Daniele Dalli e Angela Tarabella e dai dottori Iacopo Cavallini e Barbara Burchi.
"Il nostro compito – ha spiegato Iacopo Cavallini, responsabile di ART2 per l'Ateneo pisano – è stato di mappare le competenze scientifiche presenti nell'area interessata, ovvero Toscana, Liguria, Sardegna e Corsica, e di aprire un canale fra mondo della ricerca e operatori turistici attraverso un'attività di animazione fatta di incontri e focus group".
Lo studio ha coinvolto tutte le principali tipologie di turismo, da quello balneare, ambientale, naturalistico, culturale sino a quello religioso, enogastronomico, o congressuale allo scopo di integrare le aree marittime, costiere e interne di tutto il territorio interessato.
"L'idea è di valorizzare le diverse filiere del turismo secondo logiche di sostenibilità ed inclusione sociale – ha aggiunto Iacopo Cavallini – e il progetto ART2, che arriverà a conclusione nei prossimi mesi, servirà proprio per porre le basi del nuovo programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020".
Oltre all'Università di Pisa, i partner di ART2 sono la Camera di Commercio di Livorno, il Centro Ligure di Produttività della CCIAA di Genova, Innolabs Srl, la Camera di Commercio dell'Alta Corsica, la Provincia di Sassari.

Valorizzare l'economia verde e del mare nell'area di cooperazione Italia-Francia attraverso la promozione del turismo sostenibile e innovativo. E' questo l'obiettivo del progetto europeo "Appui aux Réseaux Touristiques Transfrontaliers (ART2)" al quale partecipa come unico partner accademico il dipartimento di Economia Management dell'Università di Pisa con un gruppo di ricerca composto dai professori Daniele Dalli e Angela Tarabella e dai dottori Iacopo Cavallini e Barbara Burchi.
"Il nostro compito – ha spiegato Iacopo Cavallini, responsabile di ART2 per l'Ateneo pisano – è stato di mappare le competenze scientifiche presenti nell'area interessata, ovvero Toscana, Liguria, Sardegna e Corsica, e di aprire un canale fra mondo della ricerca e operatori turistici attraverso un'attività di animazione fatta di incontri e focus group".
Lo studio ha coinvolto tutte le principali tipologie di turismo, da quello balneare, ambientale, naturalistico, culturale sino a quello religioso, enogastronomico, o congressuale allo scopo di integrare le aree marittime, costiere e interne di tutto il territorio interessato.
"L'idea è di valorizzare le diverse filiere del turismo secondo logiche di sostenibilità ed inclusione sociale – ha aggiunto Iacopo Cavallini – e il progetto ART2, che arriverà a conclusione nei prossimi mesi, servirà proprio per porre le basi del nuovo programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020".
Oltre all'Università di Pisa, i partner di ART2 sono la Camera di Commercio di Livorno, il Centro Ligure di Produttività della CCIAA di Genova, Innolabs Srl, la Camera di Commercio dell'Alta Corsica, la Provincia di Sassari.

Michela Dalle Mura, allieva del primo anno del dottorato in ingegneria industriale dell'Università di Pisa, è stata insignita del prestigioso "Best Paper Award" in occasione della 48° convegno del College International pour la Recherche en Productique (CIRP) sui Manufacturing Systems che si è svolto a Ischia il 24 e 25 giugno scorsi. Il premio, del valore di 1.000 dollari, le è stato conferito da una commissione internazionale composta da rappresentanti del mondo accademico al termine di una selezione tra 56 candidati provenienti da tutto il mondo per il suo articolo "An Integrated Environment Based on Augmented Reality and Sensing Device for Manual Assembly Workstations" di cui sono coautori i professori Gino Dini e Franco Failli dell'Ateneo pisano.
Michela Dalle Mura ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria gestionale all'Università di Pisa nel luglio del 2014 e attualmente frequenta il corso di dottorato sotto la guida del professor Dini.
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DIDA foto: un momento della premiazione, da sinistra il prof. Roberto Teti dell'Università di Napoli, l'ing. Michela Dalle Mura, il prof. Kanji Ueda dell'Università di Kobe e il prof. Gino Dini dell'Università di Pisa.

michela dalle mura Michela Dalle Mura, allieva del primo anno del dottorato in ingegneria industriale dell'Università di Pisa, è stata insignita del prestigioso "Best Paper Award" in occasione della 48° convegno del College International pour la Recherche en Productique (CIRP) sui Manufacturing Systems che si è svolto a Ischia il 24 e 25 giugno scorsi. Il premio, del valore di 1.000 dollari, le è stato conferito da una commissione internazionale composta da rappresentanti del mondo accademico al termine di una selezione tra 56 candidati provenienti da tutto il mondo per il suo articolo "An Integrated Environment Based on Augmented Reality and Sensing Device for Manual Assembly Workstations" di cui sono coautori i professori Gino Dini e Franco Failli dell'Ateneo pisano.
Michela Dalle Mura ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria gestionale all'Università di Pisa nel luglio del 2014 e attualmente frequenta il corso di dottorato sotto la guida del professor Dini.
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Foto: un momento della premiazione, da sinistra il prof. Roberto Teti dell'Università di Napoli, l'ing. Michela Dalle Mura, il prof. Kanji Ueda dell'Università di Kobe e il prof. Gino Dini dell'Università di Pisa.

Giovedì, 02 Luglio 2015 09:22

Concerto "Rock night"

L'associazione "Il Volo" organizza per giovedì 9 luglio, alle ore 22, al Polo Porta nuova, il concerto "Rock night".

Ingresso gratuito.

L'evento è patrocinato dal Consiglio degli Studenti dell'Università di Pisa

Tutti i dettagli sul sito:
http://www.associazionevolo.it/attivita-2/attivita-in-programma/rock-night/

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Associazione culturale studentesca
V.O.L.O. - Viaggiando Oltre L'Orizzonte
Pisa
www.associazionevolo.it

Mercoledì, 01 Luglio 2015 11:26

Così è nato il robot umanoide Walkman

 

team Walkman con FerraginaInsieme ai colleghi dell'IIT di Genova, hanno progettato e costruito il robot umanoide Walkman, l'automa alto 1,85 metri e pesante 100 chili che può camminare, aprire le porte, usare strumenti di lavoro, chiudere e aprire una valvola industriale e che a inizio giugno ha partecipato alla competizione internazionale DARPA Robotics Challenge di Los Angeles. Sono i ricercatori del Centro Piaggio dell'Università di Pisa che hanno raccontato la loro esperienza in un incontro che si è tenuto mercoledì 1 luglio in rettorato. A presentarli c'era Paolo Ferragina, prorettore per la ricerca applicata e l'innovazione dell'Ateneo pisano.

Accompagnati dai professori Antonio Bicchi e Lucia Pallottino, i giovani ricercatori - Alberto Brando (35 anni), Manuel Catalano (33 anni), Manolo Garabini (31 anni), Andrea di Basco (27 anni), Mirko Ferrati (28 anni), Corrado Pavan (28 anni) Alessandro Settimi (28 anni) ed Enrico Corvaglia (27 anni) – hanno fatto parte dell'unico team italiano (e dei tre europei) selezionato per la sfida tra robot promossa dall'Agenzia per la ricerca avanzata del dipartimento di difesa statunitense (DARPA) che ha l'obiettivo di definire gli standard tecnologici dei robot da impiegare in situazioni di disastro naturale o causato dall'uomo.

walkmanLa competizione ha visto confrontarsi 25 team provenienti da USA, Giappone, Corea del Sud, Europa, Hong Kong, Repubblica Popolare Cinese. Il robot italiano si è classificato diciassettesimo, ricevendo molti apprezzamenti da parte della giuria.

Il ruolo del gruppo pisano nella progettazione e nella costruzione di Walkman è stato notevole: le mani del robot sono totalmente made in Pisa, sono un'evoluzione della "Pisa-IIT Softhand" adattata ai task che l'automa doveva compiere in gara. Il gruppo di programmatori – tutti dottorandi della professoressa Pallottino – si è occupato dell'interfaccia uomo-pilota, cioè della messa a punto un dispositivo di collegamento e comunicazione tra il pilota umano e il robot. A Pisa è stato poi messo a punto il planning, ovvero la strategia che il robot deve adottare nelle diverse situazioni per compiere determinarti compiti, come ad esempio salire le scale. Infine, un apporto considerevole da Pisa è stato dato anche alla progettazione meccanica del robot.

Walkman si distingue per alcune caratteristiche uniche: il movimento elastico dei giunti che gli permettono di avere un movimento fluido e sicuro nell'interazione con l'uomo e con l'ambiente; un ridotto consumo di energia; leggerezza delle gambe prive di motori lungo la parte bassa; versatilità e destrezza nella manipolazione. Il busto è in grado di ruotare di 180 gradi, facilitando così la manipolazione degli oggetti in ogni direzione intorno al robot, mentre le braccia possono ruotare all'indietro facilitando le azioni dietro la schiena.

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Ruolo dei ricercatori nella progettazione di Walkman:

WALK MAN Team Reaction Day 1 Photo 3

Alessandro Settimi ha sviluppato l'interfaccia di controllo remoto del robot, mediante cui vengono inviate le istruzioni che il robot deve eseguire. Alessandro è anche stato il pilota principale durante il Darpa Robotic Challenge ed è stato affiancato da altri cinque collaboratori all'interno del Pilot Team.

Mirko Ferrati ha sviluppato l'architettura software, coordinando lo sviluppo dei moduli sia di controllo che di teleoperazione. Inoltre ha sviluppato l'infrastruttura per la comunicazione tra robot e pilota. Durante la gara ha coordinato i piloti con i ragazzi del Field Team, che si occupavano del robot sul campo.

Corrado Pavan si è occupato di sviluppare gli algoritmi che controllano il robot ed eseguono le istruzioni ricevute dai piloti. Durante la gara Corrado come secondo pilota ha gestito le informazioni provenienti dal robot, come ad esempio le immagini 3D, e la visualizzazione degli oggetti manipolati dal robot.

WALK MAN Driving Day 1Manuel Catalano si è occupato della progettazione meccanica e dello sviluppo dei sistemi di attuazione del robot, delle mani poliarticolate e della realizzazione del sottosistema di locomozione. Durante le fasi di gara è stato membro del Field Team, il team incaricato di gestire il robot sul campo di gara.

Manolo Garabini si è occupato della progettazione meccanica e dello sviluppo dei sistemi di attuazione del robot, del sottosistema di locomozione e dei sistemi di sensorizzazione di forza dei piedi. Durante le fasi di gara è stato membro del team di supporto e setup meccanico del robot.

Alberto Brando si è occupato della progettazione meccanica e dello sviluppo delle mani poliarticolate. Durante le fasi di gara è stato membro del team di supporto e setup meccanico del robot.

Andrea di Basco si è occupato dello sviluppo e della produzione delle mani poliarticolate, nonché dello sviluppo di componenti meccaniche riguardanti i sistemi di attuazione e locomozione.

Enrico Corvaglia ha sviluppato il software del modulo di controllo per il task di guida al DARPA.

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Video:
Video ufficiale pre-gara: https://www.youtube.com/watch?v=kZzwVwzAWME
Timelapse del primo giorno di gara: https://www.youtube.com/watch?v=D2-jgJENGhU
Timelapse del secondo giorno di gara: https://www.youtube.com/watch?v=tLnGKlsL67o

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
InToscana.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it
GoNews.it 

TG:
50canale
RTV38
TGT Toscana

La Società Italiana di Patologia Vegetale, di cui è presidente il professore Giovanni Vannacci del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, e la Società Entomologica Italiana organizzano il convegno "Xylella fastidiosa: una nuova sfida per l'agricoltura italiana" che si svolgerà venerdì 3 luglio a Roma ospitato dal dipartimento di Biologia ambientale dell'Università La Sapienza.
La Xylella fastidiosa è un batterio patogeno da quarantena di primaria rilevanza economica, la cui patogenicità è chiaramente dimostrata ormai da diversi decenni, sistematicamente associato alla malattia che sta devastando l'olivicoltura salentina, e che sta creando panico nelle altre regioni olivicole italiane ed europee. Il suo arrivo in Italia ha generato grandi e giustificate preoccupazioni, che hanno messo in moto reazioni da parte del mondo della ricerca e delle istituzioni preposte alla sorveglianza fitosanitaria del nostro territorio nazionale.
"Abbiamo organizzato questo convegno – ha dichiarato Giovanni Vannacci – per fare il punto su questo delicato problema in modo da poter dare risposte scientifiche adeguate alla nostra agricoltura. Uno degli scopi principali della Società Italiana di Patologia Vegetale è infatti la promozione degli studi e delle ricerche sui vari aspetti o settori della Patologia vegetale e la diffusione delle conoscenze relative alle malattie delle piante e ai loro agenti biotici e abiotici".
Giovanni Vannacci è stato eletto presidente della Società italiana di Patologia vegetale per il triennio 2014-2016. La Società, fondata nel 1992 con il determinante contributo del professore emerito dell'Ateneo pisano Giovanni Scaramuzzi, raccoglie attualmente circa 200 patologi vegetali che operano nelle università e in centri di ricerca pubblici e privati.

Mercoledì 1 luglio, alle ore 12, nella Sala Prorettori del Rettorato, in Lungarno Pacinotti 43, si terrà un incontro con il team di ricercatori del Centro Piaggio dell'Università di Pisa che, insieme ai colleghi dell'IIT di Genova, ha progettato il robot umanoide Walkman e partecipato alla competizione internazionale DARPA Robotics Challenge (DRC) a Los Angeles a inizio giugno.
I sette giovani ricercatori che fanno parte del team, insieme ai loro professori Antonio Bicchi e Lucia Pallottino, racconteranno la loro esperienza e saranno a disposizione dei giornalisti per eventuali domande. A introdurli ci sarà Paolo Ferragina, prorettore per la ricerca applicata e l'innovazione dell'Ateneo pisano.
I giovani ricercatori sono Alberto Brando (35 anni), Manuel Catalano (33 anni), Manolo Garabini (31 anni), Andrea di Basco (27 anni), Mirko Ferrati (28 anni), Corrado Pavan (28 anni) e Alessandro Settimi (28 anni).

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