Sabato 16 luglio è venuto a mancare il professor Giuseppe Falcone, Professore Emerito dell'Università di Pisa, collocato a riposo dal novembre 1999, considerato unanimemente il fondatore della scuola microbiologica pisana in campo medico e biologico.
Biografia del professor Giuseppe Falcone
Il professor Giuseppe Falcone è nato a Napoli il 18 settembre 1926 e ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia con lode presso l’Università di Napoli il 18 dicembre 1950.
La sua formazione scientifica si è realizzata inizialmente presso l'Istituto di Patologia Generale dell'Università di Napoli e quindi presso prestigiose istituzioni internazionali, quali l’Istituto Pasteur di Parigi e l’Istituto di Microbiologia della Rutgers University, New Brunswick, N.J., dove, sotto la guida del premio Nobel S. Waksman, ha ricoperto il ruolo di Assistant Professor in Microbial Biochemistry dal settembre 1958 a luglio 1960.
Nel 1961 il professor Giuseppe Falcone ha conseguito l’abilitazione alla libera docenza in Patologia Generale, nel 1962 è stato incaricato del corso di Microbiologia presso l’Università di Sassari e quindi, trasferito nel 1964 presso l'Ateneo pisano, è stato nominato professore ordinario di Microbiologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia nel 1966, ruolo ricoperto per oltre trenta anni.
Nella sua lunga carriera accademica presso l'Università di Pisa, il professor Giuseppe Falcone ha ricoperto importanti cariche istituzionali. È stato Direttore dell'Istituto di Microbiologia dal 1964 al 1988; Prorettore dal 1977 al 1983; Direttore della Scuola di Specializzazione in Microbiologia dal 1970 fino al suo collocamento a riposo nel 1999, Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie infettive e Presidente del corso di Dottorato di Ricerca in Microbiologia Medica e Sperimentale dalla loro istituzione al 1999.
Nel 1975 è stato insignito con l'Ordine del Cherubino, la massima onorificenza che l'Università di Pisa riconosce ai suoi docenti più illustri, e nel 2000 è stato nominato Professore Emerito dell'Ateneo pisano.
La sua attività scientifica è stata particolarmente intensa. Il professor Falcone è stato responsabile e coordinatore di numerosi progetti di ricerca in ambito nazionale e internazionale e autore di numerose pubblicazioni scientifiche. I suoi risultati più significativi riguardano principalmente la fisiologia microbica e la patogenicità batterica, con particolare riguardo allo studio sperimentale delle basi biologiche che regolano l'interazione degli agenti infettivi con il sistema immunitario dell'ospite. I temi di ricerca e le metodologie sviluppate nel corso dell'attività scientifica del professor Giuseppe Falcone hanno caratterizzato per oltre un trentennio la scuola microbiologica pisana e costituiscono le tematiche che i suoi allievi hanno affrontato, nell'Università di Pisa ed in altre università italiane, proseguendo sulla strada tracciata dal loro Maestro.
Numerose specie ittiche invasive si stanno diffondendo nei nostri mari a causa dei fenomeni di “meridionalizzazione” e “tropicalizzazione” delle acque legati ai cambiamenti climatici. Fra queste, alcune specie di pesci tossici invasivi, e in particolare i pesci palla, sono diventate oggetto di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero della Salute a cui partecipa anche l’Università di Pisa con il FishLab del dipartimento di Scienze veterinarie. Il progetto “Cambiamenti climatici e sicurezza alimentare: indagine molecolare, microbiologica e tossicologica sulle specie ittiche tossiche presenti nel Mar Tirreno” ha come capofila l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ed è svolto in collaborazione con il Fish Health Veterinary Officer, Veterinary Services and Animal Health, Ministry of Agriculture & Rural Development di Israele e con ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Scopo dello studio è monitorare la presenza di specie ittiche invasive potenzialmente tossiche lungo le coste del Mar Tirreno e di caratterizzarle sotto il profilo molecolare, microbiologico e tossicologico. Il progetto, che ha come obiettivo finale la tutela dei consumatori, sta inoltre realizzando una campagna divulgativa mirata alla formazione dei pescatori e di tutte le altre figure che, a diversi livelli, frequentano l’ambiente marino (come i sub e gli stessi cittadini) al fine di creare una rete che possa permettere un monitoraggio della presenza e della distribuzione di queste specie in tempo reale. In seguito, i risultati delle analisi condotte sugli esemplari recuperati, forniranno un quadro più dettagliato sulla presenza e sulla tossicità di queste specie, consentendo una migliore caratterizzazione del rischio a loro associato.
«I “Tetraodontidae”, meglio conosciuti come pesci palla, possono essere considerati veri e propri “alieni” dei nostri mari – spiega Andrea Armani, responsabile del FishLab – Originari del Mar Rosso, dal 2003 hanno iniziato a spostarsi, attraverso il Canale di Suez, lungo le coste del Mediterraneo Orientale (segnalazioni si riscontrano soprattutto da Egitto, Israele e Turchia) per arrivare a Lampedusa nel 2013 e diffondersi verso nord. Il problema è che alcune di queste specie sono tossiche, pertanto, oltre all’impatto sull’ecosistema marino che non è da sottovalutare, rappresentano un possibile pericolo per la salute umana». La tossicità dei pesci palla deriva dall’accumulo di una neurotossina chiamata Tetrodotossina (TTX), che è prodotta da batteri presenti nell’intestino dei pesci e che si concentra soprattutto nel fegato, nelle uova e nell’intestino stesso, anche se a volte si può riscontrare anche nel muscolo. Se ingerita, la TTX può comportare conseguenze particolarmente gravi per la salute (la tossina è circa 100 volte più tossica rispetto al cianuro di potassio) ed è per questo che i pesci palla non devono essere in alcun modo commercializzati o consumati.
«Con il nostro progetto ci proponiamo di monitorare e recuperare esemplari di queste specie anche per la caratterizzazione tossicologica – continua Armani – Infatti, attualmente i dati sulla tossicità degli esemplari catturati nelle nostre acque sono scarsi. È per questo che stiamo organizzando sul territorio vari incontri e attività di formazione rivolte a tutti i soggetti interessati, come pescatori, sub, ma anche semplici cittadini che frequentano le spiagge». Il gruppo di ricercatori del FishLab, ha anche prodotto materiale informativo in cui si spiega come riconoscere le 3 le specie di Tetraodontidae che si possono ritrovare nelle acque italiane (Lagocephalus sceleratus o pesce palla maculato; Lagocephalus lagocephalus o capolepre; Sphoeroides pachigaster o pesce palla liscio).
Maggiori informazioni sono disponibili a questo link o sulla pagina Facebook del FishLab.
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Nella foto: il pesce palla maculato o Lagocephalus sceleratus (foto di Nadav Davidovich).
Ne hanno parlato:
Ansa
ADNkronos
Repubblica.it
Agricoltura Moderna
QuiNewsPisa.it
Meteoweb.it
Greenreport.it
GazzettaParma.it
Controradio.it
Nazione Pisa
Panorama.it
Nasce a Pisa N2Lab, il primo laboratorio congiunto dedicato alla microneurografia e microneurostimolazione, grazie alla convenzione firmata fra Istituto di Fisiologia Clinica dell’Area della ricerca di Pisa del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr), Scuola Superiore Sant’Anna, Fondazione toscana “Gabriele Monasterio”, AOUP-Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e Università di Pisa. Si tratta della prima concreta realizzazione integrata che sorge nell’ecosistema scientifico pisano in questo settore. Le sue finalità scientifiche sono articolate su vari fronti, a partire dallo studio, con metodiche di registrazione diretta e in vivo del segnale nervoso periferico, della disfunzione del sistema nervoso autonomo quale meccanismo fisiopatologico alla base delle malattie cardiovascolari e metaboliche.
Queste ricerche sono dirette a sviluppare approcci innovativi e multidisciplinari di tipo medico, ingegneristico e informatico nell’ambito della medicina bioelettronica, per il trattamento di patologie croniche cardiovascolari (come lo scompenso cardiaco e l’ipertensione arteriosa), metaboliche (come il diabete e l’obesità) e neurologiche, basati sull’utilizzo di dispositivi in grado di registrare, codificare, interpretare e quindi modulare i segnali nervosi diretti ad organi periferici. Inoltre, le metodiche di microneurografia e microstimolazione verranno utilizzate per lo sviluppo di innovative protesi bioniche di mano per i pazienti amputati, che saranno in grado di ripristinare artificialmente le informazioni sensoriali ed in particolare la percezione tattile.
Rosa Maria Bruno, del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa, è la promotrice di questo progetto. La sua esperienza nello studio del sistema nervoso autonomo nell’ambito della medicina cardiovascolare, sviluppata prima nel laboratorio di microneurografia sotto la guida di Stefano Taddei, direttore dell’Unità operativa di Medicina 1 dell’Aoup, e poi nell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa (attualmente diretto da Giorgio Iervasi), ha suscitato l’interesse di Silvestro Micera e Calogero Maria Oddo dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna. I due docenti hanno colto le potenzialità della metodica nel campo della biorobotica, in particolare delle protesi della mano, coinvolgendo anche l’Unità Operativa di Neuroriabilitazione dell’AOUP tramite Carmelo Chisari (responsabile del laboratorio di Analisi e Trattamento dei disordini motori). La possibile applicazione di tali studi al campo cardiologico ha visto poi l’adesione di Michele Emdin, docente alla Sant’Anna e direttore dell’Unità operativa di Cardiologia e medicina cardiovascolare alla Fondazione toscana “G. Monasterio”, e di altri gruppi di ricerca dell’Ifc-Cnr, tra cui quello diretto da Lorenza Pratali.
N2Lab nasce quindi nello spirito della multidisciplinarità e della condivisione di conoscenze ed esperienze di alcune delle più importanti entità pisane nel campo della ricerca scientifica ed è aperto allo sviluppo di nuove linee di ricerca, collaborazioni e interazioni a livello locale e globale.
Si sono conclusi i lavori del 76° congresso dell’American Diabetes Association, svoltosi a New Orleans dal 10 al 14 giugno, con una partecipazione di oltre 15.000 diabetologi provenienti da ogni paese del mondo e tra gli speakers invitati c’erano solo tre italiani, di cui due provenienti da Pisa, ossia il professor Ele Ferrannini (foto in alto) e il professor Stefano Del Prato (foto).
Ferrannini, già professore ordinario di Medicina interna nonché direttore dell’Unità operativa di Medicina interna III dell’Aoup (ora collocato a riposo) ha fornito una rivoluzionaria interpretazione metabolica dei risultati di cardio-protezione recentemente dimostrata con l’uso degli inibitori SGLT2, una nuova classe di farmaci per il trattamento del diabete.
Del Prato, invece, professore ordinario di Endocrinologia nonché direttore dell’Unità operativa di Malattie metaboliche e diabetologia dell’Aoup, ha criticamente illustrato le più recenti acquisizione in tema di terapia del diabete con insulina inalata, un’opportunità che permette di evitare la somministrazione di insulina per via iniettiva.
Si è svolta sabato mattina la cerimonia di consegna del Premio Pisa Donna 2016. Giunto alla sua XXIX edizione il premio viene attribuito ogni anno dal Sindaco di Pisa su indicazione del Consiglio Cittadino delle Pari Opportunità a donne di ordinaria straordinarietà, che con personalità e determinazione hanno saputo combinare, in modo così specificamente femminile, competenze, esperienze, passione, intelligenza emotiva, unite spesso a una umanità nell'operare al servizio degli altri fatta della capacità di chiamare le cose con il proprio nome e di mettere cose e persone in relazione.
Il premio quest’anno è stato assegnato ex aequo a Maria Grazia Bongiorni, medico cardiochirurga dell’AOUP conosciuta in campo internazionale per la sua tecnica innovativa di estrazione degli elettrocateteri multifunzionanti tecnica che viene indicata nel mondo come il “metodo pisano”; e a Elena Carpi, docente dell’Università di Pisa ricercatrice sofisticata della lingua spagnola e nel contempo donna d'azione. Nel silenzio, con estrema sobrietà, ha aiutato e sostenuto tanti ragazzi e ragazze nelle situazioni più disparate.
«In un momento in cui abbiamo nel nostro paese bisogno di riferimenti per affermare una classe dirigente formata ed impegnata – ha dichiarato il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi - consegniamo un riconoscimento a due donne che dimostrano come si possa essere d’esempio. Due fronti, quello della cultura scientifica e quello della cultura umanistica, entrambi fondamentali e al servizio della comunità. Due eccellenze, abilmente selezionate dal Consiglio Cittadino per le Pari Opportunità, in una città che offre spunti culturali altissimi e che proprio grazie a persone come la dott. Bongiorni e la professoressa Carpi riesce a stare all’avanguardia e a rinnovarsi nell’alta specializzazione. Non è questione di poco conto: la qualità degli studi e dell’insegnamento giocano un ruolo fondamentale per la crescita personale degli individui e per la crescita di tutta la società italiana, tanto più in un momento cosi pieno di incertezze come quello che il referendum inglese ci ha consegnato».
Alla cerimonia erano presenti, oltre alle premiate, il Sindaco Marco Filippeschi; la presidente del Consiglio Cittadino Pari Opportunità Valeria Di Bartolomeo; l’assessora Marilù Chiofalo; il Presidente del Consiglio Comunale Ranieri Del Torto e la presidente della Commissione Cultura Alessandra Mazziotti.
Al termine della cerimonia, dal terrazzo di Palazzo Gambacorti è stato esposto un drappo rosso per ricordare la tragedia dei femminicidi, grazie alle signore del negozio Creativy box di via La Nunziatina che lo hanno realizzato e donato. (Fonte Comune di Pisa).
Nella foto, da sinistra: Maria Grazia Bongiorni, il sindaco Marco Filippeschi, Elena Carpi e l'assessore Marilù Chiofalo.
Il 17 e 18 giugno si è svolto, presso l’Auditorium Nuovo Rettorato dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara, il XV Congresso della Commissione nazionale dei corsi di studi in Igiene dentale. Durante l’evento la Commissione nazionale ha conferito al gruppo di ricerca dell’Ateneo Pisano, guidato dalla professoressa Maria Rita Giuca il “Premio di Ricerca Colgate 2016” come miglior protocollo di ricerca dal titolo “Approccio evidence-based alla prevenzione e gestione delle lesioni cariose attraverso il sistema ICDAS (The International Caries Detection and Assessment System), i principi del CAMBRA (Caries management by risk assessment) in età pediatrica, adolescenziale e adulta, e ripercussioni sulla qualità della vita”.
La carie dentale è ancora un problema diffuso di salute orale nella maggior parte dei paesi, a qualsiasi età, è una patologia a carattere evolutivo che comporta una demineralizzazione del tessuto duro del dente. Recenti studi hanno dimostrato che il fattore principale è l’assunzione di zuccheri, ma la patologia insorge anche per la presenza di microrganismi cariogeni presenti nella placca batterica.
Lo studio ha lo scopo di valutare in maniera epidemiologica la presenza di lesioni cariose nelle tre fasce di età e valuterà se, attraverso le procedure terapeutiche preventive da parte dell’igienista dentale, si assiste a un miglioramento per quanto riguarda la comparsa e l’evoluzione della carie dentale.
Fanno parte del gruppo di ricerca premiato anche il dott. Marco Pasini, borsista, il dott. Marco Miceli e il dott. Giancarlo Cosseddu, igienisti dentali presso la U.O di Odontostomatologia e Chirurgia del Cavo Orale Universitaria diretta dal professor Mario Gabriele.
Il 10 giugno, a Roma, un giovane studioso pisano, il dottor Raffaele Ciampi, ha ricevuto il “Premio Internazionale G. Salvatore 2016” che l’Accademia dei Lincei assegna a chi abbia fornito un contributo fondamentale alla ricerca nell’ambito della fisiopatologia della tiroide. Ciampi è assegnista del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa e si occupa da anni di studiare le basi molecolari del carcinoma tiroideo nell’ambito del gruppo di ricerca condotto dalla professoressa Rossella Elisei, dell’unità operativa di Endocrinologia dell'Aoup, diretta dal professor Paolo Vitti.
La premiazione è avvenuta durante l’adunanza solenne di chiusura dell’anno accademico dell’Accademia alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro dell’istruzione, università e ricerca Stefania Giannini e del ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini. A Ciampi sono giunti i complimenti dell'assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Stefania Saccardi, che gli ha anche fatto gli “auguri per il proseguimento della sua attività di ricerca, particolarmente preziosa perché va nella direzione di individuare terapie sempre più mirate ed efficaci per i pazienti affetti da tumore”.
Ciampi ha svolto parte della sua attività negli Stati Uniti, nel laboratorio del professor Yuri Nikiforov. La sua ricerca ha portato alla scoperta di un riarrangiamento cromosomico del gene BRAF, oncogene chiave nella carcinogenesi umana. Lo stesso meccanismo di attivazione dell’oncogene BRAF è stato successivamente confermato anche in altri tipi di tumore, come il melanoma ed alcuni tumori del cervello.
Attualmente Ciampi si sta occupando di un altro tipo di tumore che colpisce la tiroide: il carcinoma midollare, tumore le cui cause genetiche sono ancora in parte sconosciute. La conoscenza di tali cause risulta indispensabile per individuare nuovi target che possano essere utilizzati nelle “terapie a bersaglio”. (Fonte Ufficio stampa AOUP).
Eccellenza nei risultati conseguiti nel follow-up dei pazienti trapiantati di pancreas. È quanto riconosce la EASD - European association for the study of diabetes alla Sezione dipartimentale di Endocrinologia e metabolismo dei trapianti dell’Aoup diretta dal professor Piero Marchetti, docente del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell'Università di Pisa, e che formalizzerà nel prossimo congresso annuale (dal 12 al 15 settembre a Monaco di Baviera). In quell’occasione la dottoressa Margherita Occhipinti (nella foto), che lavora nella suddetta struttura, presenterà i dati metabolici a 10 anni dei trapianti di pancreas isolato eseguiti nel Centro trapianti pancreas e rene-pancreas dell’Aoup.
“I risultati conseguiti – dichiara il professor Marchetti - evidenziano percentuali di sopravvivenza dei pazienti e della funzione del pancreas superiori a quelle riportate dai vari registri internazionali, sia in Europa che negli Stati Uniti. Ciò è sostanzialmente dovuto all’unicità della organizzazione di questa attività nell’Aoup, in cui, oltre all’ottimo lavoro del Centro trapianti pancreas e rene-pancreas, diretto dal professor Ugo Boggi, e ai contributi di vari specialisti che con le loro competenze partecipano alla preparazione e alla esecuzione dei trapianti, è previsto un attento e scrupoloso lavoro di follow-up dei pazienti trapiantati. Grazie alla attività ambulatoriale e di ricovero che si effettua nella nostra Sezione dipartimentale - conclude Marchetti – siamo in grado di far fronte alle molteplici emergenze mediche che possono manifestarsi dopo il trapianto, e così garantire ai pazienti risposte rapide anche in situazioni complesse e di elevato rischio” (Ufficio stampa AOUP).
Alma Martelli, ricercatrice del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, è stata premiata dal professor Louis Ignarro, Nobel per la medicina, con il "Ciro Coletta Young Investigator Award" nell'ambito del congresso mondiale "4th International Conference on the Biology of Hydrogen Sulfide” che si è svolto a Napoli a giugno.
La ricercatrice si occupa da anni della farmacologia del solfuro d'idrogeno (H2S) e ha ricevuto il riconoscimento per la migliore “oral communication”. La sua presentazione, intitolata "Vascular Effects of p-Carboxyphenyl-Isothiocyanate, a novel H2S-donor", verteva sulle proprietà vasodilatatorie degli isotiocianati, delle molecole presenti in molte piante comunemente usate nell'alimentazione, come ad esempio il cavolo o i broccoli, che risultano particolarmente interessanti per le loro proprietà farmaceutiche e nutraceutiche.
Il gruppo di ricerca di farmacologia di cui la dottoressa Martelli fa parte, costituito dal professor Vincenzo Calderone, dalla professoressa Maria Cristina Breschi, dalla dottoressa Lara Testai e dalla dottoressa Valentina Citi, lavora da tempo sugli isotiocianati. La scoperta dei ricercatori è che queste molecole sono in grado di rilasciare lentamente il solfuro d'idrogeno, un gas che fino a pochi anni fa era conosciuto solo per le sue proprietà altamente tossiche che si verificano quando è a concentrazioni relativamente elevate. In realtà, studi recenti hanno mostrato che il solfuro d'idrogeno è presente fisiologicamente nel nostro organismo e che svolge un’azione di modulazione positiva del tono vascolare. La ricerca di molecole che siano in grado di rilasciarlo in maniera lenta e graduale, mimando quello endogeno, assume quindi un notevole rilievo come nuovo traguardo nel trattamento delle patologie cardiovascolari.
Ne hanno parlato:
AGI
InToscana.it
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
gonews.it
QuiNewsPisa.it
Si è svolto a Genova il 91° il congresso annuale di Sidemast, la Società Italiana di Dermatologia, all’interno del quale è stato assegnato un premio di euro 10.000, che interessava i giovani ricercatori su una tematica inerente il prurito.
La commissione ha valutato gli elaborati presentati e ha votato all’unanimità il progetto intitolato “Valutazione dell’espressione dei principali mediatori pruritogenici in patologie infiammatorie croniche cutanee: rilevanti implicazioni riguardanti la patogenesi del prurito in settings immunologici diversi, e potenziale identificazione di nuove strategie terapeutiche”, presentato da Andrea Chiricozzi, ricercatore in Dermatologia presso il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa, che ha ricevuto il premio dal Presidente Sidemast, professor Giampiero Girolomoni.
L’obiettivo di questo progetto è quello di descrivere i diversi mediatori coinvolti (immunologici e neurologici) nel meccanismo patogenetico del prurito associato a varie dermatosi croniche cutanee come il lichen, la dermatite atopica, e la psoriasi. La migliore comprensione di questi meccanismi patogenetici potrebbe avere rilevanti implicazioni, portando all'identificazione di nuovi target terapeutici.