Elezioni dei rappresentanti del personale T-A nelle Direzioni - 2021/24
Conclusa la stagione 2020/2021 dell’E-Team, la Squadra Corse dell’Università di Pisa
Si è ufficialmente conclusa la stagione di gara 2020/2021 per l’E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa. Per la prima volta il Team ha portato in gara due vetture: una della tradizionale categoria “Combustion” (Galileo) e il nuovo prototipo nella categoria “Driverless” (KerubLess).
Dal 25 al 29 luglio, la vettura Combustion ha gareggiato al Red Bull Ring in Austria, prima competizione in assoluto per molti membri della squadra. La Galileo ha conquistato il 4° posto in Business Plan, una delle prove statiche da affrontare in gara, collocando l’E-Team al 1° posto tra le squadre italiane per tale categoria. Nella classifica generale delle 27 squadre partecipanti, l’E-Team si è classificato al 15° posto.
Rilevanti anche i risultati raggiunti adß agosto all’Hockenheimring in Germania, la più importante competizione a livello mondiale di Formula Student. Negli eventi statici, la vettura Combustion ha guadagnato il 5° posto in Business Plan e l’8° posto in Cost Report. Nella classifica generale, l’E-Team ha raggiunto il 16° posto su 21, nonostante gli imprevisti tecnici affrontati. Il debutto della vettura Driverless è stato coronato da importanti risultati raggiunti nelle prove statiche. La KerubLess ha conquistato il 1° posto in Cost Report e il 7° in Business Plan, portando l’E-Team in cima alla classifica delle squadre italiane in queste categorie, ottenendo poi l’11° posto in classifica generale, su 17 Team partecipanti.
L’esperienza maturata nelle gare precedenti ha permesso di ottenere importanti riconoscimenti nel corso dell’ultima gara, disputata al circuito italiano Varano de’Melegari il 10-13 ottobre e terminata con 6 podi per l’E-Team. Ancora una volta la Squadra si è confermata, a livello europeo, molto competitiva negli eventi statici, come dimostrano il 1° posto per il Cost Report Event e il 2° posto per il Business Plan Event ottenuti con la vettura Combustion. Scesa in pista, la Galileo si è piazzata all’8° posto in Endurance, una prova che consiste nel percorrere 22 km di tracciato per dimostrare le massime prestazioni della vettura e i suoi consumi, decisiva per dimostrare la performance complessiva del prototipo. L’E-Team ha raggiunto il 7° posto sulle 21 squadre della classifica generale. Ottima prestazione anche per la Driverless, che ha portato l’E-Team, per la prima volta nella sua storia, a vincere il 1° posto nella prova del Design. Scesa per la prima volta in pista, KerubLess ha superato le ispezioni meccaniche e le prove legate alla guida autonoma, piazzandosi al 4° posto in Accelerazione e ottenendo poi, nelle prove statiche, il 2° posto in Cost Report. L’E-Team si è così guadagnato il 4° posto nella classifica generale, su 6 squadre partecipanti.
Per la conclusione della Stagione ricca di successi, il rettore Paolo Mancarella ha organizzato un incontro con i membri dell’E-Team presso il Palazzo della Sapienza, tenutosi lo scorso 5 novembre. Hanno presenziato all’evento anche il presidente della Scuola di Ingegneria Alberto Landi, il professor Francesco Bucchi, la direttrice del Dipartimento di Ingegneria civile e industriale Maria Vittoria Salvetti, il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni Rocco Rizzo, il fondatore della squadra Massimo Guiggiani, il tecnico Dario Mondini e l’assessore del Comune di Pisa Paolo Pesciatini. Ognuno dei presenti ha tenuto a ringraziare i ragazzi per l’impegno e la passione che hanno dimostrato durante l’anno, per aver portato il nome dell’Università di Pisa in competizioni importantissime a livello europeo e per non essersi lasciati sopraffare dai due anni difficili che tutti abbiamo affrontato.
110 e lode a Paolo Castiglia studente con disabilità laureato in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione
“Cinema e diversità. Tre film sulla disabilità nel cinema contemporaneo” è il titolo della tesi di Paolo Castiglia, studente con disabilità motoria, che il 29 novembre si è laureato con 110/110 e lode in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione all'Università di Pisa.
“Non potrei essere più felice di aver concluso questa prima parte del mio percorso universitario all'Università di Pisa - ha dichiarato il neodottore - Da subito, grazie all'insostituibile e preziosa solerzia del dottor Alfonso Curreri e di tutto l’Ufficio Servizi per l'Integrazione di studenti con Disabilità, la mia inclusione all'interno del sistema universitario è stata totale e priva di ostacoli”.
Castiglia nella sua tesi, discussa a distanza, ha ricostruito la rappresentazione sociale della diversità nel cinema, portando alla luce il reticolo di pregiudizi, stereotipi, stigmatizzazioni o riduzioni retoriche della figura del disabile. Le tipologie di personaggi che si ritrovano sul grande schermo, dal freak fino al disabile di genio, hanno infatti in buona parte ostacolato una restituzione più profonda e autentica di questa figura dell’alterità dell’immaginario cinematografico. Banco di prova di questi schemi narrativi sono quindi tre film recenti: Lo scafandro e la farfalla (Julian Schnabel, 2007), Wonder (Stephen Chbosky, 2017), La forma dell’acqua (Guillermo Del Toro, 2017).
La discussione della tesi a distanza, il momento della proclamazione
“Come analizzo nella mia tesi, la normalità è solo un'impostazione mentale e sta alla società e all'ambiente con il quale ci interfacciamo costruire un'idea di diversità che arricchisce e non divide – ha aggiunto il neodottore - In quest'ottica, la mia carriera universitaria all'interno dell'ateneo di Pisa è stata assolutamente positiva, sia per l'alto livello della sua offerta formativa, sia per l'umanità e la competenza del personale universitario nella sua interezza”.
“Accompagnare lo sviluppo di questa tesi mi ha portato a conoscere uno sguardo che indaga lucidamente e nello stesso tempo prende posizione - ha commentato il professore Maurizio Ambrosini, tutor di Castiglia - un discorso critico che non fa sconti ma riserva a ogni testo filmico un'attenzione appassionata”.
110 e lode a Paolo Castiglia studente con disabilità laureato in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione all'Università di Pisa
“Cinema e diversità. Tre film sulla disabilità nel cinema contemporaneo” è il titolo della tesi di Paolo Castiglia, studente con disabilità motoria, che il 29 novembre si è laureato con 110/110 e lode in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione all'Università di Pisa.
“Non potrei essere più felice di aver concluso questa prima parte del mio percorso universitario all'Università di Pisa - ha dichiarato il neodottore - Da subito, grazie all'insostituibile e preziosa solerzia del dottor Alfonso Curreri e di tutto l’Ufficio Servizi per l'Integrazione di studenti con Disabilità, la mia inclusione all'interno del sistema universitario è stata totale e priva di ostacoli”.
Castiglia nella sua tesi, discussa a distanza, ha ricostruito la rappresentazione sociale della diversità nel cinema, portando alla luce il reticolo di pregiudizi, stereotipi, stigmatizzazioni o riduzioni retoriche della figura del disabile. Le tipologie di personaggi che si ritrovano sul grande schermo, dal freak fino al disabile di genio, hanno infatti in buona parte ostacolato una restituzione più profonda e autentica di questa figura dell’alterità dell’immaginario cinematografico. Banco di prova di questi schemi narrativi sono quindi tre film recenti: Lo scafandro e la farfalla (Julian Schnabel, 2007), Wonder (Stephen Chbosky, 2017), La forma dell’acqua (Guillermo Del Toro, 2017).
“Come analizzo nella mia tesi, la normalità è solo un'impostazione mentale e sta alla società e all'ambiente con il quale ci interfacciamo costruire un'idea di diversità che arricchisce e non divide – ha aggiunto il neodottore - In quest'ottica, la mia carriera universitaria all'interno dell'ateneo di Pisa è stata assolutamente positiva, sia per l'alto livello della sua offerta formativa, sia per l'umanità e la competenza del personale universitario nella sua interezza”.
“Accompagnare lo sviluppo di questa tesi mi ha portato a conoscere uno sguardo che indaga lucidamente e nello stesso tempo prende posizione - ha commentato il professore Maurizio Ambrosini, tutor di Castiglia - un discorso critico che non fa sconti ma riserva a ogni testo filmico un'attenzione appassionata”.
Didascalia: il memoento della proclamazione durante la laurea, in alto a sinistra Paolo Castiglia, secondo da destra in basso Maurizio Ambrosini
Conclusa la stagione 2020/2021 dell’E-Team, la Squadra Corse dell'Università di Pisa
Si è ufficialmente conclusa la stagione di gara 2020/2021 per l’E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa. Per la prima volta il Team ha portato in gara due vetture: una della tradizionale categoria “Combustion” (Galileo) e il nuovo prototipo nella categoria “Driverless” (KerubLess).
Dal 25 al 29 luglio, la vettura Combustion ha gareggiato al Red Bull Ring in Austria, prima competizione in assoluto per molti membri della squadra. La Galileo ha conquistato il 4° posto in Business Plan, una delle prove statiche da affrontare in gara, collocando l’E-Team al 1° posto tra le squadre italiane per tale categoria. Nella classifica generale delle 27 squadre partecipanti, l’E-Team si è classificato al 15° posto.
Rilevanti anche i risultati raggiunti ad agosto all’Hockenheimring in Germania, la più importante competizione a livello mondiale di Formula Student. Negli eventi statici, la vettura Combustion ha guadagnato il 5° posto in Business Plan e l’8° posto in Cost Report. Nella classifica generale, l’E-Team ha raggiunto il 16° posto su 21, nonostante gli imprevisti tecnici affrontati. Il debutto della vettura Driverless è stato coronato da importanti risultati raggiunti nelle prove statiche. La KerubLess ha conquistato il 1° posto in Cost Report e il 7° in Business Plan, portando l’E-Team in cima alla classifica delle squadre italiane in queste categorie, ottenendo poi l’11° posto in classifica generale, su 17 Team partecipanti.
L’esperienza maturata nelle gare precedenti ha permesso di ottenere importanti riconoscimenti nel corso dell’ultima gara, disputata al circuito italiano Varano de’Melegari dal 10 al 13 ottobre e terminata con 6 podi per l’E-Team. Ancora una volta la Squadra si è confermata, a livello europeo, molto competitiva negli eventi statici, come dimostrano il 1° posto per il Cost Report Event e il 2° posto per il Business Plan Event ottenuti con la vettura Combustion. Scesa in pista, la Galileo si è piazzata all’8° posto in Endurance, una prova che consiste nel percorrere 22 km di tracciato per dimostrare le massime prestazioni della vettura e i suoi consumi, decisiva per dimostrare la performance complessiva del prototipo. L’E-Team ha raggiunto il 7° posto sulle 21 squadre della classifica generale.
Ottima prestazione anche per la Driverless, che ha portato l’E-Team, per la prima volta nella sua storia, a vincere il 1° posto nella prova del Design. Scesa per la prima volta in pista, KerubLess ha superato le ispezioni meccaniche e le prove legate alla guida autonoma, piazzandosi al 4° posto in Accelerazione e ottenendo poi, nelle prove statiche, il 2° posto in Cost Report. L’E-Team si è così guadagnato il 4° posto nella classifica generale, su 6 squadre partecipanti.
Per la conclusione della Stagione ricca di successi, il rettore Paolo Mancarella ha organizzato un incontro con i membri dell’E-Team presso il Palazzo della Sapienza, tenutosi lo scorso 5 novembre. Hanno presenziato all’evento anche il presidente della Scuola di Ingegneria Alberto Landi, il professor Francesco Bucchi, la direttrice del Dipartimento di Ingegneria civile e industriale Maria Vittoria Salvetti, il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni Rocco Rizzo, il fondatore della squadra Massimo Guiggiani, il tecnico Dario Mondini e l’assessore del Comune di Pisa Paolo Pesciatini. Ognuno dei presenti ha tenuto a ringraziare i ragazzi per l’impegno e la passione che hanno dimostrato durante l’anno, per aver portato il nome dell’Università di Pisa in competizioni importantissime a livello europeo e per non essersi lasciati sopraffare dai due anni difficili che tutti abbiamo affrontato.
Il professor Marco Macchia nominato nella Commissione Federale Antidoping della FIGC
Il professor Marco Macchia, docente ordinario di Chimica farmaceutica e tossicologica al Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, è stato nominato componente della Commissione Federale Antidoping istituita presso la Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC).
La commissione propone la programmazione annuale dei controlli antidoping in competizione e fuori competizione, mantiene i rapporti e contatti operativi con gli organismi ufficiali preposti ai controlli, provvede alla designazione dei rappresentanti degli atleti per le gare soggette a controllo secondo le richieste della NADO ITALIA e le indicazioni della Federazione. Inoltre, effettua studi, elabora e attua progetti e programmi di formazione e di prevenzione al doping, svolge funzione di supporto sul piano tecnico scientifico per la FIGC nei rapporti con la FIFA, la UEFA e le altre istituzioni. La commissione, composta da otto componenti, è nominata dal Consiglio Federale e resta in carica quattro anni.
Tra i vari incarichi, il professor Marco Macchia è anche direttore della “European School of Medicinal Chemistry" per dottorandi e giovani ricercatori europei in Chimica farmaceutica, presidente del Comitato tecnico scientifico della Fondazione Vita - Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita, nonché membro del Comitato scientifico della Società Italiana di Nutraceutica (SINUT).
La sua attività di ricerca, a elevato carattere multidisciplinare e svolta anche in collaborazione con industrie farmaceutiche di rilevanza internazionale e numerosi gruppi di ricerca nazionali e internazionali, è testimoniata da 186 pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali.
Le principali linee di ricerca sviluppate riguardano la progettazione e la sintesi di nuove molecole innovative per la diagnosi e la terapia di diverse patologie, lo sviluppo e la applicazione di metodiche analitiche in ambito farmaceutico, tossicologico, tossicologico-forense, nonché ricerche in ambito nutraceutico alimentare.
Il professor Marco Macchia nominato nella Commissione Federale Antidoping della FIGC
Il professor Marco Macchia, docente ordinario di Chimica farmaceutica e tossicologica al Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, è stato nominato componente della Commissione Federale Antidoping istituita presso la Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC).
La commissione propone la programmazione annuale dei controlli antidoping in competizione e fuori competizione, mantiene i rapporti e contatti operativi con gli organismi ufficiali preposti ai controlli, provvede alla designazione dei rappresentanti degli atleti per le gare soggette a controllo secondo le richieste della NADO ITALIA e le indicazioni della Federazione. Inoltre, effettua studi, elabora e attua progetti e programmi di formazione e di prevenzione al doping, svolge funzione di supporto sul piano tecnico scientifico per la FIGC nei rapporti con la FIFA, la UEFA e le altre istituzioni. La commissione, composta da otto componenti, è nominata dal Consiglio Federale e resta in carica quattro anni.
Tra i vari incarichi, il professor Marco Macchia è anche direttore della “European School of Medicinal Chemistry" per dottorandi e giovani ricercatori europei in Chimica farmaceutica, presidente del Comitato tecnico scientifico della Fondazione Vita - Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita, nonché membro del Comitato scientifico della Società Italiana di Nutraceutica (SINUT).
La sua attività di ricerca, a elevato carattere multidisciplinare e svolta anche in collaborazione con industrie farmaceutiche di rilevanza internazionale e numerosi gruppi di ricerca nazionali e internazionali, è testimoniata da 186 pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali.
Le principali linee di ricerca sviluppate riguardano la progettazione e la sintesi di nuove molecole innovative per la diagnosi e la terapia di diverse patologie, lo sviluppo e la applicazione di metodiche analitiche in ambito farmaceutico, tossicologico, tossicologico-forense, nonché ricerche in ambito nutraceutico alimentare.
Piante: quando la vicinanza non è concorrenza, ma aiuta la crescita
Aiutare l'ambiente secondo natura, capire con che strategie gli ecosistemi si preservano e intervenire di conseguenza. La nuova frontiera della ricerca per proteggere gli habitat a rischio sono le cosiddette ‘Nature-based solutions’. A questo principio si sono ispirati due nuovi studi dell’Università di Pisa da cui è emerso per esempio che la vicinanza fra piante non sempre genera concorrenza, ma può essere una buona strategia per aumentarne crescita e sopravvivenza.
In particolare, i lavori pubblicati sul “Journal of Applied Ecology” e su “Ecological Engineering” hanno riguardato la Posidonia oceanica, una specie chiave dell’ecosistema marino costiero, e lo sparto della sabbia e la gramigna delle spiagge, specie utili per il ripristino dei sistemi dunali degradati.
Il gruppo di ricerca dell’Università di Pisa, da destra a sinistra Elena Balestri, Claudio Lardicci, Virginia Menicagli e Flavia Vallerini
Nel caso della Posidonia, le piantine coltivate in gruppi ad elevata densità su un substrato precedentemente colonizzato da Cymodocea nodosa, una pianta marina pioniera “benefattrice”, hanno dimostrato tassi di sopravvivenza fino a tre volte superiori rispetto a quelle cresciute da sole su substrato non colonizzato. Per quanto riguarda i sistemi dunali, per ridurre poi l’elevato tasso di mortalità che caratterizza gli interventi di ripristino, sparto e gramigna sono stati piantati in gruppo ottenendo però risultati opposti in base alla distribuzione spaziale del fertilizzante, omogenea o eterogenea. Infatti se piantate in gruppi con fertilizzante distribuito omogeneamente, le piante di sparto mostravano una crescita fino a quattro volte maggiore mentre quelle di gramigna mostravano una crescita ridotta di circa la metà rispetto a quelle piantate da sole.
“Questi studi mirano a risolvere le criticità degli interventi di ripristino ambientale attraverso l’adozione di approcci sostenibili basati su processi ecologici naturali come le interazioni positive pianta-pianta”, spiega il professore Claudio Lardicci dell’Università di Pisa.
“E’ fondamentale in ogni caso valutare sia la distribuzione spaziale dei nutrienti che le caratteristiche delle specie utilizzate – aggiunge Elena Balestri, ricercatrice dell’Ateneo pisano - individuando in ogni caso la soluzione ottimale che massimizzi le interazioni positive tra piante e riduca quelle negative”.
Gli esperimenti sono stati condotti in nella zona costiera di Vada (Livorno) e in un vivaio marino sperimentale allestito presso l’INVE Aquaculture Reserch Center di Rosignano Solvay (LI). Qui i ricercatori hanno utilizzato un sistema che hanno appositamente sviluppato e brevettato come Università di Pisa per la coltivazione di piante marine. Hanno collaborato ai due studi i dipartimenti di Biologia e di Scienze della Terra, e il Centro per l'Integrazione della Strumentazione scientifica (CISUP) e il Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio degli Effetti del Cambiamento Climatico (CIRSEC).
Piante: quando la vicinanza non è concorrenza, ma aiuta la crescita
Aiutare l'ambiente secondo natura, capire con che strategie gli ecosistemi si preservano e intervenire di conseguenza. La nuova frontiera della ricerca per proteggere gli habitat a rischio sono le cosiddette ‘Nature-based solutions’. A questo principio si sono ispirati due nuovi studi dell’Università di Pisa da cui è emerso per esempio che la vicinanza fra piante non sempre genera concorrenza, ma può essere una buona strategia per aumentarne crescita e sopravvivenza.
In particolare, i lavori pubblicati sul “Journal of Applied Ecology” e su “Ecological Engineering” hanno riguardato la Posidonia oceanica, una specie chiave dell’ecosistema marino costiero, e lo sparto della sabbia e la gramigna delle spiagge, specie utili per il ripristino dei sistemi dunali degradati.
Nel caso della Posidonia, le piantine coltivate in gruppi ad elevata densità su un substrato precedentemente colonizzato da Cymodocea nodosa, una pianta marina pioniera “benefattrice”, hanno dimostrato tassi di sopravvivenza fino a tre volte superiori rispetto a quelle cresciute da sole su substrato non colonizzato. Per quanto riguarda i sistemi dunali, per ridurre poi l’elevato tasso di mortalità che caratterizza gli interventi di ripristino, sparto e gramigna sono stati piantati in gruppo ottenendo però risultati opposti in base alla distribuzione spaziale del fertilizzante, omogenea o eterogenea. Infatti se piantate in gruppi con fertilizzante distribuito omogeneamente, le piante di sparto mostravano una crescita fino a quattro volte maggiore mentre quelle di gramigna mostravano una crescita ridotta di circa la metà rispetto a quelle piantate da sole.
“Questi studi mirano a risolvere le criticità degli interventi di ripristino ambientale attraverso l’adozione di approcci sostenibili basati su processi ecologici naturali come le interazioni positive pianta-pianta”, spiega il professore Claudio Lardicci dell’Università di Pisa.
“E’ fondamentale in ogni caso valutare sia la distribuzione spaziale dei nutrienti che le caratteristiche delle specie utilizzate – aggiunge Elena Balestri, ricercatrice dell’Ateneo pisano - individuando in ogni caso la soluzione ottimale che massimizzi le interazioni positive tra piante e riduca quelle negative”.
Gli esperimenti sono stati condotti in nella zona costiera di Vada (Livorno) e in un vivaio marino sperimentale allestito presso l’INVE Aquaculture Reserch Center di Rosignano Solvay (LI). Qui i ricercatori hanno utilizzato un sistema che hanno appositamente sviluppato e brevettato come Università di Pisa per la coltivazione di piante marine. Hanno collaborato ai due studi i dipartimenti di Biologia e di Scienze della Terra, e il Centro per l'Integrazione della Strumentazione scientifica (CISUP) e il Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio degli Effetti del Cambiamento Climatico (CIRSEC).